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LOCKE

Lo stato di natura è la legge secondo la quale l’uomo non sottostà a nessuna volontà
superiore.
Si prende quindi in esame la libertà umana e la condizione di vita per la quale «l’uomo
sebbene sia libero può fare quel che vuole purchè sia lecito»

Locke analizza lo stato di natura e le regole (le leggi) che lo compongono.


L’uomo in questo stato ha diritti naturali che sono la libertà, la vita e la proprietà in quanto
prodotta dal proprio lavoro. Tutti gli uomini hanno gli stessi diritti verso se stessi e i propri
beni.
Al diritto di proprietà segue il diritto di punire e di eseguire le leggi della natura intesa come
una sorta di giustizia che prevede però l’uso e non l’abuso di potere come forza arbitraria. Si
impone ad ogni individuo di non danneggiare gli altri con una convenzione pacifica.
Per questo lo stato di natura non è necessariamente uno stato di guerra poiché la ragione
umana gioca un ruolo fondamentale.

Lo stato civile sorge per garantire e tutelare i diritti naturali dell’uomo e il suo potere non
può essere assoluto o illimitato.
Locke infatti ci parla della divisione dei poteri poiché sono una garanzia contro il
dispotismo. (Forma di governo in cui la legge coincide con la volontà di chi detiene il
potere) Qualora lo stato violasse i diritti naturali dell’individuo, egli può ribellarsi per
deporre il potere (rivoluzione americana 1776, diritto di resistenza inglese 1688).

HOBBES

Lo stato di natura secondo Hobbes è alienato dai bisogni e dall’egoismo umano. afferma
che alla base della scienza politica vi sono due importanti postulati che regolano la natura
umana: la bramosia naturale per la quale ognuno intende godere da solo dei beni comuni e
la ragione naturale considerando la morte naturale il peggiore dei mali. Pur non negando che
gli uomini abbiano bisogno gli uni degli altri, Hobbes afferma che essi non hanno un istinto
naturale che li porta alla benevolenza e alla concordia reciproca. Nega infatti che ci sia un
amore naturale dell’uomo verso l’uomo.
Egli infatti afferma che non è l’amore ma il timore e l’egoismo a regolare i rapporti umani.
L’egoismo determina che l’uomo non è un animale politico come affermava Aristotele
(zôon politikòn), e in quanto tale è portato per natura a unirsi ai propri simili per formare
delle comunità.
Lo stato di natura è inoltre caratterizzato da il diritto di tutti su tutto “isu omnium in omnia”
per il quale tutti rivendicano diritti su tutto. E’ quindi inevitabile un clima di contina guerra
dove “homo homini lupus” ogni uomo è un lupo per un altro uomo.
Non esiste quindi giusto e ingiusto.

Lo stato civile nasce quando l’uomo aliena i propri diritti a un sovrano o a un’assemblea.
Lo stato o società civile nasce in seguito ad un contratto mediante il quale gli individui sono
salvaguardati da un sovrano. Lo stato civile è la condizione per la quale tutti rinunciano ai
diritti naturali, tranne quello della sopravvivenza.
Ciò che segna il passaggio dallo stato di natura a quello civile è la stipulazione del
"contratto" con il quale gli uomini rinunciano ai loro diritti naturali. Solo se ciascun uomo
sottomette la sua volontà ad un unico organo (persona o assemblea) obbligandosi a non
opporgli resistenza, si ha una solida difesa della pace e dei patti di reciprocità in cui essa
consiste. L’organismo nato in questi termini, prende il nome di "Stato" e esso ingloba in sé
la volontà di tutti. Colui che rappresenta quest’organismo è il "sovrano”, gli altri sono
sudditi.
Lo Stato è il "Leviatano", a cui si deve la pace e la difesa.
Hobbes è quindi strettamente legato alla teoria assolutista e, alla base dell’assolutismo
hobbesiano, vi è la condizione dell’irreversibilità e unilateralità del patto stipulato tra gli
uomini. Il sovrano non può revocare i suoi poteri e non ci può essere la divisione perché
questo patto è stato stipulato tra gli uomini stessi e non tra uomini e sovrano.
Passiamo quindi da un pactum of unionis a un pactum de imperio ovvero passiamo da un
gruppo di individui che costituivano una società a un gruppo di individui che delegano il
potere all’impero.
Il sovrano è dedito anche alla giustizia.
Secondo Hobbes infatti se non ci sono leggi tutelative, è impossibile determinare il giusto o
l’ingiusto. Ognuno avrebbe diritto su tutto, anche sulla vita degli altri (“habeas cropus”).
La giustizia inoltre apparteine allo Stato e non ai cittadini. “la libertà dipende dal silenzio
della legge” - da Il Leviatano.

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