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Il Giorno
Giuseppe Parini, poeta illuminista lombardo, scrisse tra il 1763 e il 1767 l’opera “il
Giorno”. In quest’opera in endecasillabi sciolti, il poeta ci descrive satiricamente
l’aristocrazia del tempo. Il poeta prende in considerazione la giornata del <<giovin
signore>> e ne analizza i vari momenti della giornata partendo dal Mattino,
Mezzogiorno, per poi passare al Vespro e alla Notte. Ciascun momento della
giornata costituisce una parte del poema nel quale è diviso.
Il Giorno è un poema didascalico che esalta l’inettitudine, lo sfarzo, l’arroganza e
l’ozio della nobiltà. La parte fondamentale di quest’opera è la satira, sulla quale
ruota tutta il poema.
Nel proemio viene introdotta ironicamente la figura del nobile. Parini infatti, con
delle finte lodi, (<<sangue purissimo, divino>> v. 2-3) intende sottolineare la
corruzione e l’inutilità della classe sociale dell’aristocrazia. Il poeta si presenta come
suo precettore ed è evidente la posizione del Giovin Signore, il quale non ha
intenzione di dedicarsi ad alcun tipo di lavoro.
4. Come si collega alla concezione poetica dell’autore il realismo con il quale Parini
descrive le condizioni di vita del “buon villan” e del fabbro?
Parini descrivendo il risveglio del contadino e del fabbro ci mette davanti a una
serie di valori positivi che caratterizzano lo stile di vita laborioso e produttivo del
popolo.
Questo realismo è tipico della poetica di Parini il quale, da grande egualitarista,
mette in luce l’ozio della nobiltà, la quale dovrebbe, secondo il poeta, assicurarsi
una funzione nella società.
Parini è influenzato anche dal neoclassicismo che è uno stile che si affermerà nella
seconda metà del 700. Questo stile, in netto contrasto con il barocco, elogia
l’equilibrio, la semplicità e la purezza delle forme. In letteratura invece, si passa da
un linguaggio gonfio di metafore a uno stile aulico. Un’altra caratteristica di questo
stile è la satira, che vede Parini nettamente coinvolto. Essa infatti era uno
strumento utilizzato anche dai più grandi poeti latini come per esempio Orazio.
Abbiamo quindi la riscoperta del periodo classico, da qui neo (nuovo) classicismo.
6. Da cosa emerge nel poema lo spirito critico dell’illuminismo?