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Giuseppe Parini

Il Giorno

1. Presenta l’opera “il Giorno” di Giuseppe Parini.

Giuseppe Parini, poeta illuminista lombardo, scrisse tra il 1763 e il 1767 l’opera “il
Giorno”. In quest’opera in endecasillabi sciolti, il poeta ci descrive satiricamente
l’aristocrazia del tempo. Il poeta prende in considerazione la giornata del <<giovin
signore>> e ne analizza i vari momenti della giornata partendo dal Mattino,
Mezzogiorno, per poi passare al Vespro e alla Notte. Ciascun momento della
giornata costituisce una parte del poema nel quale è diviso.
Il Giorno è un poema didascalico che esalta l’inettitudine, lo sfarzo, l’arroganza e
l’ozio della nobiltà. La parte fondamentale di quest’opera è la satira, sulla quale
ruota tutta il poema.

2. Nel proemio la presentazione del Giovin Signore avviene in maniera indiretta,


spiega.

Il ceto sociale dell’aristocrazia, descritto tramite il Giovin Signore, viene presentato


indirettamente perché Parini, per accentuare il contrasto presenta prima gli aspetti
positivi della società come per esempio il <<buon villan>>, esponente del popolo.
Parini ci parla di questo contadino che si sveglia all’alba per andare a lavorare e si
leva dal letto <<cui la fedel sposa e i minori suoi figlioletti>> hanno intiepidito
mentre ancora dormivano. In questi versi si esalta oltre che la dedizione al lavoro, la
fedeltà alla famiglia. Abbiamo invece un chiaro richiamo alla fisiocrazia quando nel
versi 35-36 ci parla del suo lavoro basato sulla natura. Nel quarantesimo verso
invece vediamo descritti come “sacri” gli arnesi e i sui utensili da lavoro,
richiamando quindi gli ideali illuministi.
Parini inoltre fa un chiaro riferimento alla mitologia quando cita Cerere e Pale, dee
dell’agricoltura e della pastorizia.
Successivamente descrive anche il Fabbro che torna a lavorare ai lavori incompleti
del giorno precedente e incide con i suoi utensili nuovi gioielli d’argento e d’oro e
vasi decorativi <<a nuove spose o mense>>.
Mentre questi esponenti del popolo sono descritti con grande ammirazione e
sincerità, adesso Parini ci presenta il Giovin Signore con una dose massiccia di
ironia. Il poeta comincia a prendersi gioco di lui e, tramite la satira, comincia a
descrivere il differente risveglio del signorotto come possiamo vedere dai versi 53-
56 <<Ma come? Tu inorridisci e drizzi sul capo i capelli come un istrice pungente,
al suono delle mie parole? Ah non è questo, Signore, il tuo mattino.>>
Qui Parini comincia con la descrizione del suo risveglio che è preceduto da una
notte di festa torna a casa con il passo pesante di Plutone che innamorato di
Proserpina (figlia di Cerere) la rapì e in quel momento il suolo di Sicilia rimbombò,
dallo Ionio al Tirreno al passaggio del suo carro.

3. Quale profilo del personaggio emerge sin dal Proemio?

Nel proemio viene introdotta ironicamente la figura del nobile. Parini infatti, con
delle finte lodi, (<<sangue purissimo, divino>> v. 2-3) intende sottolineare la
corruzione e l’inutilità della classe sociale dell’aristocrazia. Il poeta si presenta come
suo precettore ed è evidente la posizione del Giovin Signore, il quale non ha
intenzione di dedicarsi ad alcun tipo di lavoro.

4. Come si collega alla concezione poetica dell’autore il realismo con il quale Parini
descrive le condizioni di vita del “buon villan” e del fabbro?

Parini descrivendo il risveglio del contadino e del fabbro ci mette davanti a una
serie di valori positivi che caratterizzano lo stile di vita laborioso e produttivo del
popolo.
Questo realismo è tipico della poetica di Parini il quale, da grande egualitarista,
mette in luce l’ozio della nobiltà, la quale dovrebbe, secondo il poeta, assicurarsi
una funzione nella società.

5. Quali elementi si possono collegare alla poetica neoclassica?

Parini è influenzato anche dal neoclassicismo che è uno stile che si affermerà nella
seconda metà del 700. Questo stile, in netto contrasto con il barocco, elogia
l’equilibrio, la semplicità e la purezza delle forme. In letteratura invece, si passa da
un linguaggio gonfio di metafore a uno stile aulico. Un’altra caratteristica di questo
stile è la satira, che vede Parini nettamente coinvolto. Essa infatti era uno
strumento utilizzato anche dai più grandi poeti latini come per esempio Orazio.
Abbiamo quindi la riscoperta del periodo classico, da qui neo (nuovo) classicismo.
6. Da cosa emerge nel poema lo spirito critico dell’illuminismo?

Parini condivide alcuni ideali dell’illuminismo francese, ovvero l’egualitarismo e la


polemica contro i ceti nobiliari. Tuttavia il poeta non è totalmente d’accordo con i
principi francesi, i quali volevano l’eliminazione di tali titoli. Parini affermava che
quella classe sociale dovesse solo reinserirsi in modo produttivo nella società.
Anche rispetto all’illuminismo lombardo Parini coglie alcuni punti forti, quali la
concezione utilitaristica e pedagogica della letteratura, e, in ambito economico
Parini appare vicino alla fisiocrazia, egli infatti vede nell’agricoltura (anziché nel
commercio e nell’industria) la risorsa più produttiva per creare ricchezza.
Lo spirito critico emerge quindi dalla descrizione e dai contrasti tra il contadino,
esempio degli ideali fisiocratici, e tra il Giovin Signore, esempio di come un nobile
navighi nell’ozio non preoccupandosi della società.

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