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GIUSEPPE PARINI: LA VITA E L’OPERA

(Video BIGnomi scaricato da Youtube)

Parini è un caro galantuomo [...] Non credeva che il mestiere di scrivere sollevasse lo scrittore al di sopra del
suolo; credeva invece alla poesia come strumento per rendere il mondo un po’ migliore, ma non penso che
nutrisse grandi illusioni. Era uno di quegli uomini che, attraverso i secoli, desidereresti conoscere di persona,
frequentare: magari a tavola, di sera, in riva a un lago, bevendo vino vecchio con moderazione.
Primo Levi, La ricerca delle radici, 1981

Giuseppe Parini è il più importante interprete del pensiero illuminista nella letteratura italiana.
Egli nasce a Bosisio, in provincia di Milano, nel 1729. La sua è una famiglia modesta e il giovane
Giuseppe ha solo un’opportunità davanti a sé: la carriera ecclesiastica. Viene ordinato sacerdote
quando ha 25 anni e lavora come precettore, cioè come insegnante privato, nella casa di alcuni
nobili lombardi: i Serbelloni e gli Imbonati. Ma le idee illuministe hanno già fatto breccia in lui:
fiducia nel progresso umano, diritti sociali, laicismo. La sua adesione all’illuminismo si ritrova in
saggi di impegno civile come il Dialogo sopra la nobiltà e il Discorso sopra la poesia.
Parini difende il compito educativo della letteratura, che però non deve mai rinunciare, per amore
del messaggio, alla cura della forma. Le Odi, composte a partire dal 1757, sono la traduzione
poetica di questi principi. Nelle Odi, infatti, Parini si occupa di temi sociali forti e di grande
attualità, trattandoli però con stile ricercato e con gusto neoclassico. Ricordiamo ora qualche titolo
delle sue Odi: La vita rustica, La salubrità dell’aria, L’innesto del vaiuolo e Sull’evirazione dei
cantori. Ma il capolavoro di Parini è un poemetto in endecasillabi sciolti intitolato Il giorno. Il
poemetto racconta la giornata di un “giovin signore”, cioè un giovane nobile scansafatiche, che
vive nell’ozio, nel vuoto del lusso e dei suoi inutili rituali. Il poeta finge di dare consigli virtuosi al
giovin signore, ma in realtà, attraverso di lui, fustiga satiricamente i costumi della nobiltà. Il giorno
è diviso in 4 parti: le prime due sono il Mattino e il Mezzogiorno, scritte tra il 1763 e il 1765; le
restanti parti del Giorno, scritte da Parini negli anni finali della sua vita, sono il Vespro e la Notte,
quest’ultima rimasta incompiuta.
In generale, nelle opere più tarde di Parini, come ad esempio nelle ultime Odi, la carica polemica si
ammorbidisce e prevale il pessimismo, il senso di sconfitta.
Quando Napoleone arriva a Milano, nel 1796, Parini ricopre incarichi ufficiali nelle nuove istituzioni
repubblicane, ma poi si allontana dalla politica attiva e rifiuta ogni impegno diretto.
Il giorno della sua morte, Parini scrive un sonetto di ammonimento per gli austriaci che stavano
tornando ad impossessarsi di Milano. Parini muore il 15 agosto 1799; aveva 70 anni.
Egli ha avuto una grande influenza su Alfieri, Foscolo e Alessandro Manzoni.

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