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Daniel Longo

Classe 4*T

Tema argomentativo.

Parini nasce nel 1729, da una piccola famiglia borghese che lavorava nel

commercio della seta. Un altro contatto con il mondo aristocratico avviene

quando deve per sopravvivere insegnare e nel frattempo viene ammesso alla

accademia dei trasformati un posto dove erano ammessi i nobili. Quando viene

a contatto con l’illuminismo francese inizia la scritto del Giorno, un opara in 4

parti di cui le ultime due saranno incompiute. Lanfranco Ceretti, nella sua

critica spiega che Giuseppe Parini pur avendo iniziato la sua opera con

intenzioni di satirica per accusare gli aristocratici suoi contemporanei pur

essendo anche lui stato a corte nel ruolo di precettore di famiglie.

È descrive questa opera come una poesia civile se non drammatica nelle

vicende del giovane nobile e di vederlo come un’opera letteraria degna del suo

nome, anche se Parini è stato influenzato dal neoclassicismo e non delle nuove

rivoluzioni letterarie e dell’illuminismo, di non prendere nell’opera le parti che

mancano ma poiché non è un’opera rivoluzionaria.

Il giorno del Parini, l’idea dietro a questo poemetto composto in endecasillabi

sciolti è quella di rappresentare in maniera satirica l’aristocrazia caduta di quel

tempo. Infatti, usa come sfogo questo poema per condannare l’aristocrazia del

700 a confronto di quelli predecessori che hanno lasciato buona memoria di sé

in quanto ingegneri, medici, giuristi o politici. Un contrasto tra presente e

passato, Nel testo non c’è tanto un’aggressione diretta quanto una sottile
ironia trasmessa dalle parole di Parini, che vuole indicare al giovane

aristocratico il modo giusto di impiegare la sua giornata. Tuttavia,

l’atteggiamento dell’autore di fronte al fascino del mondo aristocratico, fatto di

oggetti eleganti e preziosi, è a tratti di compiacimento e ammirazione. Questo

evidenzia l’ambiguità del poeta per una realtà che è in grado di suscitare in lui

sentimenti in aperto contrasto tra loro, alle volte riprovazione e disgusto, altre

attrazione e invidia.

Invece Alfieri si mostra spesso indomito, intollerante, incapace di scendere a

compromessi con il potere, disprezzatore della tirannide e di chi per fuggirla ne

crea una peggiore come nella Rivoluzione francese. Certo la sua agiatezza

economica consente al nobile Alfieri di sottrarsi a un servizio regio altrimenti

necessario per il proprio sostentamento, e gli dà una certa libertà di

movimento, d’azione, di pensiero. Anche dalla vita si intravedono alcuni giudizi

politici negativi, specie verso i francesi, popolo verso cui il poeta non nutre

alcuna stima.

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