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Mercato: mercato della rivendita, soprattutto le aste.

Gallerista non deve solo esporre le opere, ma si deve anche occupare della parte
comunicativa, molto imp. è qui il comunicato stampa. Testo nel quale si scrivono le
info più importanti della mostra e una spiegazione sintetica, descrizione del
progetto. Testo poi spedito alla stampa (stampa locale e nazionale, stampa
specializzata,..). Comunicato stampa anche inviato a collezionisti o pubblico
attraverso i contatti della galleria. Quindi è il primo documento per comunicare
l’inaugurazione di una mostra. Poi anche utilizzato come foglio di sala, pubblico
che lo legge vedendo la mostra. Può essere scritto e poi divulgato dalla galleria o
da uffici stampa specializzati in arte. Obiettivo: far scrivere della mostra,...più
recensioni e articoli vengono scritti sulla mostra e meglio è.

Obiettivi della mostra sono 2: vendere a collezionisti che vengono a vedere la
mostra e che poi forse comprano delle opere, e attirare l’attenzione di curatori,
critici, curatori e direttori di musei e di fondazioni che potrebbero accrescere il
valore culturale dell’opera, personaggi che potrebbero iniziare l’artista a mostre o
eventi successivi e così accrescere le proprie conoscenze e così i propri contatti
della rete dell’arte.

Gallerie sperimentali, che fanno primo mercato, oltre a vendere nella propria sede,
vendono anche nelle fiere (miarte, artissima, artefiera,artverona...).

Nelle fiere non possono partecipare i singoli artisti, ma sono le gallerie che
partecipano con la loro scuderia.

FIERE

Ci sono anche vari livelli di fiere: in Italia; fiera più imp. è Artissima a Torino,
MiArt a Milano, Bologna,....ci sono fiere d’arte in tutto il mondo.

Fiere di rilevanza internazionale sono es. Art Basel a Basilea, Miami e Hong
Kong, più imp. al mondo. All’interno le fiere sono divise in sezioni: gallerie
con più anni, gallerie che trattano design, gallerie d’arte emergente. Le
gallerie devono presentare il proprio progetto, i propri artisti al bando della
fiera. Fiere sono oggi organizzate come vere mostre e quindi gallerie devono
presentare progetti come se stessero presentando una mostra, Con tutti i
criteri di un’esposizione. Una volta selezionata la
galleria deve pagare una somma consistente per poter partecipare(come un affitto
per lo stand), più la fiera è imp. più i costi saranno elevati. Es. ad Art Basel non si
possono portare opere di valore basso, perché si deve rientrare nei costi e
guadagnarci, quindi per le gallerie d’arte emergente è più difficile partecipare a
fiere di un certo livello.

Ci sono casi in cui artisti emergenti iniziando ad avere successo portano la piccola
galleria d’arte emergenti a crescere con lui e quindi crescere anch'essa di prestigio
e accogliere artisti di fama maggiore. Così cresce la fama della galleria, con
cerchio maggiore di collezionisti, critici, direttori di musei. Oppure l’artista cresce,
ma la galleria non riesce a stare al passo, non riesce a sostenere le esigenze
dell'artista, anche economiche, di produzione delle opere, quindi spesso accade
che l’artista si deve staccare dalla galleria per sceglierne una più “forte”,
importante, che lo possa sostenere, sia per l’organizzazione che per aspetti
economici.

Galleria mercato (2. mercato): Rivende opere che sono già state vendute. Nella loro
scuderia posso avere artisti a metà della loro carriere, quindi conosciuti a livello
nazionale e internazionale. Quindi gallerie che non trattano o non solo artisti
emergenti.

Gallerie internazionali(vere e proprie aziende): es. Hauser & Wirth, hanno punti
vendite, gallerie, in tutto il mondo, fanno mercato di 1. livello ma in ambito
internazionale, trattando nomi come Cattelan, Damien Hirst, Anish Kapoor,...
Galleria Continua a San Gimignano è una galleria così imp. e internazionale, con
sedi in tutto il mondo.

ASTE

Le grandi case d’arta internazionali e nazionali hanno assunto un’importanza


cruciale nell’ambito del sistema dell’arte contemporanea e rappresentano le
strutture finanziariamente e strategicamente più potenti e organizzate nell’ambito
dell’attività del mercato secondario dei valori artistici affermati.

Le vendite all’asta sono gli indicatori più chiari dell’andamento quantitativo del
mercato

Le maggiori case d’asta internazionali sono Sotheby’s e Christie’s

Il valore di un’opera è più semplice definirlo analizzando il secondo


mercato(l’asta), perché si ha un valore più consolidato. Ma è molto complesso
attribuire il valore ad un’opera, dato che devono essere presi in considerazione
valori e parametri, il valore più facile e immediato è quello dell’asta.

Ase sono secondo mercato, cioè rivendono quadri di mercanti d’arte o collezionisti
nella battuta di quell’asta.

Collezionista va da Sotheby’s o Christie’s (aste più imp.) e dice il prezzo a cui


aveva comprato l’opera anni fa, queste poi fanno un analisi legata all’andamento la

valutazione di quell’artista negli ultimi anni, da quando lo aveva comprato il


collezionista, se quest’ultimo accetta il prezzo questo diventa il prezzo di riserva
sotto il quale non si può andare e che viene dichiarato, poi c’è la base d’aste che è
un po’ più alta ed è la partenza per l’asta. Il prezzo a cui viene venduto sarà poi il
nuovo valore dell’opera, quindi il valore può cambiare, ma il valore di un’opera del
secondo mercato è più semplice da sapere perché viene reso pubblico, perché alle
battute d’asta tutti i prezzi e le vendite vengono registrati. Quindi si vedono le
oscillazioni del mercato, maggiore chiarezza. Ma all’asta si può anche barare,
possono essere pilotate, le opere non possono risultare invendute, perché sennò
calerebbe il loro prezzo, valore. Quindi lo stesso che le ha messe in vendita se le
ricompra.

Per artisti che non hanno ancora venduto o non hanno ancora un proprio mercato
è più difficile stabilire un prezzo, se ha già venduto si parte da quel prezzo.

In teoria ci sarebbe un coefficiente, se è copia unica o una di due o di più opere...

Se per esempio di foto ce ne sono di più le ultime sono più costose, il valore
cresce perché vuol dire che le prime sono già in collezioni o cmq già state
acquistate e quindi le ultime hanno maggiore valore.

L’autentica è il foglio che segue un opera che certifica la sua originalità, senza
questa autenticazione è un problema perché l’asta deve fare molte ricerche o
chiamare un experties per verificare la sua autenticità.

Per un artista emergente stabilire il valore è più difficile, che non ha mai esposto, il
valore è discrezionale, costruito dal gallerista seguendo vari fattori del mercato,
vedere altri artisti affini, della stessa età, tipo di lavoro e con simi esperienze nel
mondo dell’arte, e in base a queste muoversi e stabilire un prezzo, un valore.

Poi sarà il mercato a dare un vero valore, appena un collezionista compra un opera
il nuovo prezzo base sarà quella cifra. Se il prezzo cala non va bene, ne per l’artista
e ne per il collezionista, perché sarebbe un stato un pessimo investimento. Il valore
cresce anche a seconda del curriculum: mostre personali, cataloghi, opere in
grandi collezioni private.

Il mercato dell’arte è nato per gli artisti che si sono trovati liberi ed autonomi (basta
pittori di corte ecc...), a fine ‘800 in Francia, artisti che necessitavano di affermarsi
e guadagnare in modo autonomo, la borghesia e che aveva bisogno e il desiderio
delle opere degli artisti per motivi sociali e socioculturali, cioè per affermare la
propria ricchezza, gusto e posizione sociale. Quindi nasce la figura del mediatore
tra acquirente e artista, collezioni private e pubbliche. Il mercato dell’arte era
indispensabile per molte figure.

COLLEZIONISTI

Come ci sono vari livelli di gallerie, fiere, aste, ci sono vari livelli di collezionisti.

3 livelli di fruizione dell’arte:



1. Indiretto; le riproduzioni(libri, cataloghi),

2. Fruizione diretta; andare in galleria o museo e fruire dal vivo di una mostra,

3. Possesso, un’ulteriore fruizione diretta, da parte del collezionista.

Ci sono collezionisti di ogni genere, collezionare arte è il livello più alto di


collezionismo, teoricamente. Vari motivi per collezionare: esclusivamente come
investimento, altri affianco a questo aggiungono passione per l’arte, poi ci sono
collezionisti (di alto livello) che sono come dei mecenati; sostenendo e finanziando
gli artisti e il loro lavoro sia da un punto di vista economico che culturale. Il
mecenate collezionista, la sua collezione la presenta anche al pubblico, quindi
esposta, da qui nascono le fondazioni o i musei privati (es. fondazione Prada) che
hanno l’intento di mostrare le opere, motivo culturale divulgativo. Galleria ha
l’intento di vendere. Oltre alla passione per l’arte i collezionisti comprano opere per
la rappresentanza, funzione di immagina, uno status symbol nella società,
immagine di potere, mi pongo come collezionista d’arte nella società. Questo non
viene fatto solamente dai singoli collezionisti, negli ultimi anni anche in Italia ma da
decenni soprattutto in the USA questa forma di mecenatismo viene utilizzata
anche dalle aziende, per dare l’immagine di essere dei mecenati, dei promotori
d’arte; soprattutto le grandi aziende di alta moda (Prada...) o anche aziende
vinicole che così legano il proprio nome al mondo dell’arte e della cultura. O fanno
da sponsor a grandi manifestazioni come la Biennale che è un ente pubblico,
quindi queste aziende sponsorizzano anche enti pubblici, momento per una
grande pubblicità e visibilità (investimento); soldi in cambio di immagine, oppure
aziende che sponsorizzano mostre nei musei,...sponsor privati che legano il
proprio nome a eventi come mostre importanti anche pubbliche. Questo avviene
attraverso donazioni, sponsorizzazioni, sennò fanno collezioni aziendali: le
corporate art collection, aziende che destinano parte del loro patrimoni
nell’acquisto di opere d’arte. Le prime furono le banche. Alle aziende, soprattutto
in America, conviene l’acquisto di opere d’arte, sia per avere degli sgravi
fiscali(pagare meno tasse) sia per una questione di immagine, perché spesso
queste collezioni si traducono in spazi espositivi legati a quell’azienda. Alcune
aziende chiamano artisti (spesso giovani) per realizzare delle opere, (es. con operai
della fabbrica) per poi acquistare quelle opere così tanto legate all’azienda, questo
da un’opportunità all’artista, ma poi lega anche molto l’artista all’azienda. Aziende
che invitano artisti per dei progetti, giuria che poi da un premio, progetti poi
vengono realizzati, artisti es. realizzano delle etichette d’artista per una cantina di
vini, che poi avranno un costo maggiore. (es. ILLY che ha fatto fare tazzine
d’artista, disegni di artisti internazionali stampate sulle tazzine, Illy ha anche
sponsorizzato Biennale di quest’anno). Questi aspetti sono tutti aspetti che poi gli
artisti criticano del sistemo, cioè li dove gli interessi economici guidano anche i
valori culturali che dovrebbero essere svincolati dagli aspetti economici.

Piccolo/ medio collezionista: medico, avvocato, figure della borghesia che fanno
sfoggio di una cultura acquistando opere d’arte. Possono anche costruirsi una
bella collezione, che ha anche un filologico, con nomi emergenti (non grandi nomi)
(es. solo fotografie,..)

Grande collezionista privato che colleziona il grande nome, può avere anche una
notevole influenza su direttori di musei, e proporgli mostre a tema o mostre su un
artista, spesso per mantenere il livello, il valore delle sue opere, spesso anche
finanziando lui stesso la mostra e dato che i musei stanno spesso a corto di fondi,
soldi, sono propensi ad accettare questo tipo di mostre e di richieste. Ma così chi
decide la programmazione del museo o della mostra: il direttore, l’amministrazione
o il collezionista privato? (C’è una morale ma non regole scritte) La stessa cosa
succede con le gallerie potenti, che possono incidere su programmazioni di
museo, per portare i propri artisti nei musei, opere che poi acquisiscono un valore
maggiore avendo alle spalle una mostra in un museo imp. A e seconda dell’imp.
della galleria, può influenzare grandi musei internazionali.

Collezionisti che collezionano solo un artista: è sia producente che contro


producente per un artista, da una pare è tutelato, ma dall’altra è molto vincolante
avere un collezionista fissato con lui e possiede gran parte delle sue opere, es.
l’artista vuole fare una mostra in un museo e deve chiedere in prestito le opere hai
collezionisti, se uno ne ha il “monopolio” può fare lui le “regole”, e quindi ha potere
su quell’artista.

Il sistema dell’arte, sia a livello globale che locale, è soggetto a molteplici


condizionamenti.

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