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Il nuovo ceto cittadino


 Nel Basso Medioevo la società era divisa in oratores, bellatores e laboratores.
 Nell’Alto Medioevo (nelle città) la società diventa orizzontale.
 Mercanti e artigiani si sottraggono agli obblighi feudali.
 Questo nuovo ceto è il ceto dei borghesi (da burnus -borgo).
 Sapevano leggere e scrivere come gli oratores ma non facevano parte del clero.
 Sapevano combattere come i bellatores ma non erano nobili, erano ricchi ma non grazie alla loro stirpe.
 Lavoravano come i laboratores ma erano liberi.
 La società feudale delle campagne coesisteva con quella urbana delle città.
 Rimanevano forti le barriere culturali tra le due.
 La Chiesa ha appena smesso di diffidare ai prestiti ma diffida ancora del lavoro e del guadagno.
 Nel Basso Medioevo l’uomo guarda con fatalismo la natura, i fenomeni sono solamente frutto di Dio.
 Con i mercanti e i pellegrini, l’uomo non è più isolato e inizia a conoscere i luoghi inabitati (foreste, mari, … ).
 La natura viene interpretata ora in modo diverso e viene adattata alle esigenze umane con opere civili.
 Secondo San Ambrogio parlare della teoria cosmologica è una perdita di tempo, è meglio studiare la natura
per poterla adattarle alle esigenze della vita eterna.
 Vengono importate le opere antiche dalle biblioteche arabe della Spagna.
 La cultura antica viene rivisitata.
Cultura e lavoro:
 Nelle città a seguito della nascita dei borghesi e lo studio delle opere antiche, si fondano scuole e università.
 Le scuole dividevano la arti in liberali (per i colti) e meccaniche (per gli schiavi, simbolo di disprezzo).
 Il ceto borghese fonda le proprie radici sul lavoro specialmente quello manuale.
 Lavoro e arti manuali vengono non più viste come conseguenza del peccato originale ma come espiazione.
 I borghesi si arricchiscono tramite il lavoro e presto diventa dello stesso pari pecuniario dei nobili.
 Il lavoro viene visto anche come qualcosa per migliorare la propria condizione socio-economica.
 Le arti visive (pittura, scultura e architettura)acquisiscono prestigio (Cimabue, Giotto, architetti gotici).
 Le arti visive diventano mezzo didascalico per gli illetterati che non conoscevano i l latino usato in Chiesa.
 La lingua latina si evolve in quella volgare: il latino rimane la lingua scritta e di funzione, il volgare la parlata.
 Tutti i ceti non sapevano scrivere, tranne gli ecclesiastici in quanto mantenevano il monopolio scritto.
 Gli intellettuali erano i chierici che si formavano in monasteri, scuole episcopali e Abbazie.
 Il clero faceva passare solamente i testi sacri ed eliminava o non divulgava i testi definiti eretici.
 I borghesi per tenere la contabilità devono avere una lingua scritta, l’unica delle quali era il latino.
 Con i borghesi si ha la diffusione del latino in tutti gli strati sociali e la Chiesa perde il monopolio.
 Con il tempo si affermano le lingue volgari anche come scritte e più avanti come letterarie.
 La cultura diventa per i borghesi strumento di lavoro e prestigio sociale.
 Nascono sempre più scuole laiche (anche se il corpo docente rimaneva per lo più ecclesiastico).
 Nel concilio Laterano del 1179 viene affermato che ogni cattedrale doveva avere anche una scuola, la Chiesa
in questo modo: 1 cercava di imporre per se la cultura e 2 rispondeva alle esigenze crescenti d’istruzione.
 Con gli insegnanti si formano anche i magister-maestri che diventano i veri intellettuali dell’epoca.
 Alcuni dati sulle scuole e i maestri del tempo:
università italiane Salerno (medicina) e Bologna (diritto).
università estere FRA: Parigi, Montepellier, Tolosa. ING: Oxford, Cambridge. SPA: Valencia,
Salamnca, Siviglia, Coimbra.
maestri più famosi Abelardo, Alberto Magno, Tommaso d’Aquino, Sigieri di Brabante, Ruggero
Bacone

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