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Giovanni Boccaccio
1
Vita
2
La trama
Nel 1348 la città di Firenze, presa ormai dalla miseria e dalla sofferenza causate della
peste, si ritrova senza alcuna autorità: coloro che dovevano applicare le leggi
religiose e politiche erano morti o malati, come maggior parte della popolazione.
All’interno di questa situazione di caos, dove nessuno svolgeva i propri compiti, per
qualcuno divenne lecito fare tutto ciò che desiderava; molti altri si tenevano in una
via di mezzo tra la sobrietà e l’eccesso: non si limitavano nel cibo come i primi, né
si abbondavano al bere e alle altre dissolutezze quanto i secondi, andavano
solamente in giro con mazzi di fiori o erbe profumate presso il naso ritenendola
un’ottima idea per confortare il cervello dall’aria maleodorante per i numerosi
cadaveri che giacevano a terra.
La pietà per i parenti e gli amici era ormai dimenticata: le donne abbandonavano i
mariti, gli uomini i propri parenti e i loro figli, e per paura del contagio
abbandonavano anche le loro città come se l’ira di Dio non punisse gli uomini
ovunque essi fossero, ma che una volta scatenata si volgesse ad annientare
solamente chi si trovava all’interno della città o come se ritenessero che fosse
scoccata l’ora per la città di Firenze. Le famiglie benestanti potevano permettersi di
affidare i malati agli infermieri, che attirati dagli alti ed eccessivi salari, servivano ai
malati qualunque cosa fosse da essi richiesta oppure restavano a guardarli quando
questi morivano; prestando questi servizi contraevano la peste e perdevano la vita
senza riuscir a sfruttare i propri guadagni. I costumi morali subirono una
decadenza: ogni donna bella e leggiadra non si dava più preoccupazioni nel farsi
assistere e mostrare il proprio corpo ad un uomo senza vergogna; forse questo
comportamento fu la causa di minore onestà di coloro che sopravvissero. Era
usanza che le donne parenti del morto si riunissero per compiangere la loro perdita
e che il morto venisse portato, sulle spalle dei cittadini di pari grado sociale, alla
chiesa da lui scelta prima della morte con cerimonie funebri rese solenni e da
candele accese e canti. Queste usanze cessarono con il dilagare della pestilenza. Ora
erano i becchini a prestare questi servizi dietro pagamento: sollevavano la bara, se
la collocavano sulle spalle e la portavano, senza alcun lume, alla chiesa più vicina.
Le famiglie più umili, non potendo abbondonare i propri beni, contraevano la
malattia e morivano in casa. Poi i loro corpi venivano gettati per strada dai vicini
che erano mossi più dal timore che dal fatto che la decomposizione gli potesse
nuocere rispetto alla carità verso i defunti. Gli uomini arrivavano in città con le bare
per collocarvi i morti ed in caso non ce ne fossero state abbastanza i corpi venivano
trasportati su semplici tavole di legno, altre volte due o tre corpi venivano messi in
un’unica bara. E ancor peggio, con l’aumento dei contagi e delle morti, i defunti
venivano trattati come capre: all’inizio venivano seppelliti più corpi in un’unica
bara, ma quando queste e i posti nei campi santi si esaurirono, venivano scavate
delle enormi fosse comuni.
Le campagne non furono risparmiate dalla pestilenza: per i casolari sparsi e per i
campi, i contadini poveri e miserevoli e le loro famiglie morivano di giorno e di
notte, senza nessuna cura di un medico o aiuto di un servitore. Essi non si
occupavano più del bestiame perché non pensavano più ai profitti dai campi ma
solamente a disperdere quelli che avevano già guadagnato in attesa della morte.
Si dice che la peste abbia ucciso centomila persone solo a Firenze, prima del suo
arrivo non si sarebbe mai stimato che i cittadini di questa città fossero così tanti.
3
Nuclei fondanti della novella e ideologia che se ne evince
Il tema principale della novella è la peste come ci fa già intendere il titolo. Dalla
descrizione di questa malattia si possono evincere altre tematiche come la
decadenza politico religiosa e di conseguenza una critica verso la società.
L’ideologia che si evince da questo brano del Boccaccio è l’abbandono dei valori
cittadini, sociali e religiosi per via della difficoltà e della paura derivata dalla peste.
I personaggi
4
Analisi della lingua e dello stile