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TESTO CRITICO

[153b]
[1]

Calandrino Bruno et Buffalmacco gi per lo Mugnone vanno cercando di trovare lelitropia et Calandrino se la crede aver trovata; tornasi ad casa carico di pietre; la moglie il proverbia et egli turbato la batte et a suoi compagni racconta ci che essi sanno meglio di lui.
[3]

la novella di Pamfilo, della quale le donne avevano tanto riso che ancora ridono, la reina ad Finita Elissa commise che seguitasse; la quale ancora ridendo incominci: - Io non so piacevoli donne segli mi si verr fatto di farvi con una mia novelletta non men vera che piacevole tanto ridere quanto ha fatto Pamfilo con la sua: ma io me ne ingegner. [4] Nella nos[154c]tra citt, la quale sempre di varie maniere et di nuove genti stata abondevole, fu ancora non gran tempo un dipintore chiamato Calandrino, huom semplice et di nuovi costumi, il quale il pi del tempo con due altri dipintori usava chiamati luno Bruno et laltro Buffalmacco, huomini sollacevoli molto, ma per altro adveduti et sagaci, li quali con Calandrino usavano per ci che de modi suoj et della sua semplicit sovente gran festa prendevano. [5] Era similmente allora in Firene un giovane di maravigliosa piacevoleca in ciascuna cosa che far voleva, astuto et advenevole, chiamato Maso del Saggio; il quale, udendo alcune cose della semplicit di Calandrino, propose di voler prender diletto de fatti suoj col fargli alcuna beffa, o fargli credere alcuna nuova cosa. [6] Et per adventura trovatolo un d nella chiesa di San Giovanni et vedendolo stare attento ad riguardare le dipinture et glintagli del tabernacolo il quale sopra laltare della detta chiesa non molto tempo davanti postovi, pens essergli dato luogo et tempo alla sua intentione, et informato un suo compagno di ci che fare intendeva, insieme saccostarono la dove Calandrino solo si sedeva. [7] Et faccendo vista di non vederlo, insieme cominciarono ad ragionare delle virt di diverse pietre, delle quali Maso cos efficacemente parlava come se stato fosse un solenne et gran lapidario. [8] A quali ragionamenti Calandrino posta orecchie et dopo alquanto levatosi in pi, sentendo che non era credena, si congiunse con loro, il che forte piacque ad Maso; il quale, seguendo le sue parole, fu da Calandrino domandato dove queste pietre cos vertuose si trovassero. [9] Maso rispose che le pi si trovavano in Berlinone, terra de baschi, in una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano[154d] le vigne colle salsicce et avevavisi unoca a danaio et un papero giunta, et eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevano che far maccheroni et raviuoli et cuocergli in brodo di capponi et poi gli gittavano quindi gi, et chi pi ne pigliava pi se naveva et ivi presso correva un fiumicello di vernaccia della migliore che maj si bevve, sena avervi entro gocciola dacqua. [10] Oh disse Calandrino cotesto buon paese ma dimmi, che si fa de capponi che cuocono coloro? [11] Rispose Maso: Mangiansegli i baschi tutti. [12] Disse allora Calandrino: Fostivi tu maj? [13] Ad cui Maso rispose: D tu se io vi fu maj? Si vi sono stato cos una volta come mille. [14] Disse allora Calandrino: Et quante miglia ci ha? [15] Maso rispose: Acciene pi di millanta, che tutta notte canta. [16] Disse Calandrino: Dunque debbe egli essere vie pi l che Abruci. [17] Si bene rispose Maso si cavelle. [18] Calandrino semplice, veggendo Maso dire queste parole con un viso fermo et sena ridere, quella fede vi dava che dar si pu ad qualunque verit pi manifesta, et cos laveva per vere. Et disse: Troppo ci di lungi a fatti miei, ma se pi presso ci fosse, ben ti dico che io vi verrei una volta con esso teco pur per vedere fare il tomo ad que maccheroni et tormene una satolla. Ma dimmi, che lieto sie tu, in queste contrade non se ne truova niuna di queste pietre cos virtuose? [19] Ad cui Maso rispose: Si, due maniere di pietre ci si truovano di grandissima virt. Luna sono i macigni da Settignano et da Montisci, per la vert de quali quando son macine fatti se

ne fa la farina, et per ci si dice egli in que paesi di l che da Dio vegnon le gratie et da Montisci le macine; ma ecci di questi macigni s gran quantit, che apo noj poco precata[154a] come apo loro gli smeraldi, de quali v maggior montagne che monte Morello che rilucono di meca notte vatti con Dio; et sappi chi facesse le macine belle et fatte legare in anella prima che elle si forassero et portassele al soldano, navrebe ci che volesse. [20] Laltra si una pietra la quale noj altri lapidarij appelliamo elitropia, pietra di troppo gran vert, per ci che qualunque persona la porta sopra di se mentre la tiene non da alcuna altra persona veduto dove non . [21] Allora Calandrino disse: Gran vert son queste; ma questa seconda dove si truova? [22] Ad cui Maso rispose che nel Mugnone se ne solevan trovare. [23] Disse Calandrino: Di che grosseca questa pietra o che colore il suo? [24] Rispose Maso: Ella di varie grossece, ch alcuna n pi et alcuna meno, ma tutte sono di colore quasi come nero. [25] Calandrino avendo tutte queste cose seco notate, fatto sembianti davere altro ad fare, si part da Maso, et seco propose di voler cercare di questa pietra; ma diliber di non volerlo fare sena saputa di Bruno et di Buffalmacco li quali spetialissimamente amava. [26]Diessi adunque ad cercar di costoro, acci che sena indugio et prima che alcuno altro nandassero ad cercare et tutto il rimanente di quella mattina consum in cercargli. [27] Ultimamente, essendo gi lora della nona passata, ricordandosi egli che essi lavoravano nel monistero delle donne di Faena, quantunque il caldo fosse grandissimo, lasciata ogni altra sua faccenda, quasi correndo nand ad costoro, et chiamatigli cos disse loro: [28] Compagni quando voj vogliate credermi noj possiamo divenire i pi ricchi huomini di Firene, per ci che io ho inteso da huomo degno di fede che in Mugnone si truova una pietra[154b] la quale chi la porta sopra non veduto da niuna altra persona per che ad me parrebbe che noj sena niuno indugio, prima che altri vandasse, nandassimo ad cercar. [29] Noi la troverrem per certo, per ci che io la conosco; et trovata che noj lavremo, che avrem noj ad fare altro se non mettercela nella scarsella et andarcene alle tavole de cambiatori, le quali sapete che stanno sempre cariche di grossi et di fiorini, et torcene quanti noj ne vorremo? Niuno ci vedr; et cos potremo arricchire subitamente sena aver tutto d ad schiccherare le mura ad modo che fa la lumaca. [30] Bruno et Buffalmacco udendo costui fra se medesimi cominciarono ad ridere et guatando lun verso laltro fecer sembianti di maravigliarsi forte, et lodarono il consiglio di Calandrino; ma domand Buffalmacco come questa pietra avesse nome. [31] Ad Calandrino, che era di grossa pasta, era gi il nome uscito di mente, per che egli rispose: Che abbiam noj ad fare del nome poj che noj sappiamo la vert? Ad me parrebbe che noj andassimo ad cercarne sena star pi. [32] Hor bene disse Bruno come ella fatta? [33] Calandrino disse: Egli ne son dogni fatta, ma tutte son quasi nere: per che ad me pare che noj abbiamo ad ricogliere tutte quelle che noj vederem nere, tanto che noj ci abbattiamo ad essa. Et per ci non perdiam tempo, andiamo. [34] Ad cuj Bruno disse: Or taspetta. Et volto ad Buffalmacco disse: Ad me pare che Calandrino dica bene, ma non mi pare che questa sia hora da ci, per ci che il sole alto et d per lo Mugnone entro, et ha tutte le pietre rasciutte, per che tali paion test bianche, delle pietre che vi sono, che la mattina ani che il sole labia rasciutte, paion nere: [35] et oltre ad ci molta gente per diverse cagioni oggi che[155c] d da lavorare per lo Mugnone, li quali vedendoci si potrebbono indovinare quello che noj andassimo faccendo et forse farlo essi altres; et potrebe venire alle mani a-loro, et noj avremmo perduto il trotto per lambiadura. [36] Ad me pare, se pare ad voj, che questa sia opera da dover far da mattina, che si conosceranno meglio le nere dalle bianche, et in d di festa, che non vi sar persona che ci vegga. [37] Buffalmacco lod il consiglio di Bruno et Calandrino vi saccord et ordinarono che la domenica mattina vegnente tutti et tre fossero insieme ad cercare di questa pietra; ma sopra ognaltra cosa gli preg Calandrino che essi non dovessero questa cosa con niuna persona del mondo ragionare, per ci che a-lui era stata posta in credena. [38] Et ragionato questo disse loro ci che udito aveva della contrada di Bengodi, con saramenti affermando che cos era. Partito Calandrino da loro, essi quello che intorno ad questo avessero ad fare ordinaron fra se medesimi. [39] Et egli con disidero aspett la domenica mattina, la qual venuta in sul far del di si lev et,

chiamati i conpagni, per la porta ad San Gallo usciti, et nel Mugnon discesi, cominciarono ad andare in gi della pietra cercando. Calandrino andava si come pi volenteroso avanti, et prestamente or qua et or la saltando, dovunque alcuna pietra nera vedeva si gittava, et quella ricogliendo si metteva in seno. [40] I conpagni andavano appresso et quando una et quando unaltra ne ricoglievano. Ma Calandrino non fu guari di via andato che egli il seno se nebe pieno, per che, alandosi i gheroni della gonnella, che alla nalda non era, et faccendo di quegli ampio grembo, bene avendogli alla correggia attaccati dogni parte, non dopo molto gli empi; et similmente dopo alquanto spatio fato del man[155d]tel grembo, quello di pietre empi. [41] Per che, veggendo Buffalmacco et Bruno che Calandrino era carico, et lora del mangiare savicinava, secondo lordine tra s posto, disse Bruno ad Buffalmacco: Calandrino dove ? [42] Buffalmacco, che ivi presso sel vedea, volgendosi intorno, et hor qua et hor l riguardando, rispose: Io non so. Ma egli era pur poco fa dinani ad noj. [43] Disse Bruno: Ben che fa poco, ad me pare egli esser certo che egli hora ad casa a desinare, et noj ha lasciati nel farnetico dandar cercando le pietre nere gi per lo Mugnone. [44] Deh come egli ha ben fatto disse allora Buffalmacco daverci beffati et lasciati quj, poscia che noj fummo si sciocchi che noj gli credemmo. Sappi! Chi sarebe stato si stolto che avesse creduto che in Mugnone si dovesse trovare una cos vertuosa pietra altri che noj? [45] Calandrino queste parole udendo, inmagin che quella pietra alle mani gli fosse venuta, et che per la vert dessa eglino, ancora che loro presente fosse, nol vedessero. Lieto adunque oltre modo di tal ventura, sena dir loro alcuna cosa, pens di tornarsi ad casa. Et volti i passi indietro, se ne cominci ad venire. [46] Vedendo ci Buffalmacco, disse ad Bruno: Noj che faremo? che non ce ne andiam noj? [47] Ad cuj Brun rispose: Andianne, ma io giuro a Dio che maj Calandrino non me ne far pi niuna, et se io gli fossi presso, come io stato sono tutta mattina, io gli darei di questo ciotto tal nelle calcagna che egli si ricorderebbe forse un mese di questa beffa; et il dir le parole, et laprirsi, el dar del ciotto nel calcagno ad Calandrino, fu tutto uno. Calandrino, sentendo il duolo, lev alto il pi et cominci ad soffiare ma pur si tacque et and oltre. [48] Buffalmacco, recatosi in mano un de[155a] codoli che ricolti avea, disse ad Bruno: Deh vedi bel codolo: cos giugnesse egli test nelle reni ad Calandrino et lasciato andare, gli di con esso nelle reni una gran percossa; et in brieve in cotal guisa, hora con una parola et hora con unaltra, su per lo Mugnone infino alla porta ad San Gallo il vennero lapidando. [49] Quindi, in terra gittate le pietre che ricolte avevano, alquanto con le guardie de gabellieri si ristettero, le quali, prima da loro informate, faccendo vista di no vedere, lasciarono andar Calandrino con le maggiori risa del mondo. [50] Il quale sena arrestarsi se ne venne ad casa sua, la quale era vicina al Canto alla Macina; et in tanto fu la fortuna piacevole alla beffa, che, mentre Calandrino per lo fiume ne venne et poi per la citt, niuna persona gli fece motto, come che poche ne scontrasse, per ci che quasi a desinare era ciascuno. [51] Entrossene adunque Calandrino cos carico in casa sua. Era per adventura la moglie di luj, la quale ebe nome monna Tessa, bella et valente donna, in capo della scala; et alquanto turbata della sua lunga dimora, veggendol venire cominci proverbiando a dire: Maj frate il diavol ti ci reca! Ogni gente ha gi desinato, quando tu torni a desinare. [52] Il che udendo Calandrino, et veggendo che veduto era, pieno di cruccio et di dolore cominci ad gridare: Oim malvagia femina, o eri tu cost? Tu mhaj diserto, ma in f di Dio io te ne pagher! et salito in una sua saletta et quivi scaricate le molte pietre che recate aveva, niquitoso corse verso la moglie et presala per le trecce la si gett a piedi et quivi, quanto egli pot menare le braccia e piedi, tanto le di per tutta la persona, pugna et calci, sena lasciarle in capo capello o osso addosso, niuna cosa valendole il chieder merc con le mani in croce. [53] Buffalmacco et Bruno poi ch co guardiani della porta ebbero alqu[155b]anto riso, con lento passo cominciarono alquanto lontani ad seguitar Calandrino; et giunti ad pi delluscio di luj sentirono la fiera battitura la quale alla moglie dava, et faccendo vista di giugnere pure allora il chiamarono. Calandrino, tutto sudato, rosso et affannato, si fece alla finestra et pregogli che su a-lui dovessero andare. [54] Essi, mostrandosi alquanto turbati, andaron suso et videro la sal piena di pietre, et nellun de canti la donna scapigliata, stracciata, tutta livida

et rotta nel viso, dolorosamente piagnere, et daltra parte Calandrino, scinto et ansando a guisa duom lasso, sedersi. [55] Dove, come alquanto ebbero riguardato, dissero: Che questo Calandrino? Vuoi tu murare, ch noj veggiamo qui tante pietre? et oltre ad questo sobgiunsero: Et monna Tessa che ha? E par che tu labbi battuta: che novelle son queste? [56] Calandrino, faticato dal peso delle pietre et dalla rabbia con la quale la donna aveva battuta, et del dolore della ventura che perduta gli pareva avere, non poteva raccogliere lo spirito ad formare intera la parola alla risposta. Per che soprastando Buffalmacco ricominci: [57] Calandrino, se tu avevi altra ira, tu non ci dovevi per ci stratiare come fatto hai; ch poj, sobdotti, ci avesti ad cercar teco della pietra vertuosa sena dirci a Dio ne a diavolo, ad guisa di due becconi nel Mugnone ci lasciasti et venistitene, il che noj abbiam forte per male; ma per certo questa fia la secaia che tu ci faraj maj. [58] Ad queste parole Calandrino sforandosi rispose: Compagni, non vi turbate lopera sta altramenti che voj non pensate. Io sventurato aveva quella pietra trovata; et volete udire sio dico vero? Quando voj primieramente di me domandaste lun laltro, io vera presso ad men di diece braccia, et veggendo che voj ve ne[156c] venavate, et non mi vedavate ventraj inani et continuamente poco inani ad voj me ne son venuto. [59] Et cominciatosi, da lun de capi in fin la fine raccont loro ci che essi detto o fatto avevano, et mostr loro il dosso et le calcagna come coi ciotti conci glielavessero; et poi seguit: [60] Et dicovi che entrando alla porta con tutte queste pietre in seno che voj vedete qui, niuna cosa mi fu detta; ch sapete quanto esser sogliono spiacevoli et noiosi que guardiani et volere ogni cosa vedere; et oltre ad questo, ho trovati per la via pi miej compari et amici, li quali sempre mi soglion far motto et invitarmi ad bere, ne alcun fu che parola mi dicesse n meca, s come quegli che non mi vedeano. [61] Alla fine, giunto qui ad casa, questo diavolo di questa femina maladetta mi si par dinani et ebbemi veduto, per ci che, come voi sapete, le femine fanno perdere la vert ad ogni cosa: di che io che mi poteva dire il pi adventurato huom di Firene son rimaso il pi sventurato. [62] Et per questo lho tanto battuta quanto io ho potuto menar le mani. Et non so ad quel che io mi tengo che io non le sego le veni, che maladetta sia lora che io prima la vidi, et quandella maj venne in questa casa. Et raccesosi nellira, si voleva levare per tornarla ad batter da capo. [63] Buffalmacco et Bruno queste cose udendo, facevan vista di maravigliarsi forte, et spesso affermavano quello che Calandrino diceva, et avevano si gran voglia di ridere che quasi scoppiavano. [64] Ma vedendol furioso levare per battere unaltra volta la moglie levatiglisi, alla ncontro il ritennero, dicendo di queste cose niuna colpa aver la donna ma egli, che sapeva che le femine facevan perdere la vert alle cose, non laveva detto che ella si guardasse dapparirgli inani quel giorno, il quale advedimento Idio glav[156d]eva tolto o per ci che la ventura non doveva essere sua, o per che egli aveva in animo dingannare i suoj compagni, a quali, come savedeva averla trovata, il dovea palesare. [65] Et dopo molte parole, non sena gran fatica, la dolente donna riconciliaron con essoluj, et lasciandol malinconoso con la casa piena di pietre, si partirono.

APPARATO CRITICO

Per la lettura critica della novella ci si avvalsi dellaiuto delledizione del Decameron curata da Vittore Branca per Einaudi, 1980. Oltre alle regolarizzazioni gi presenti nel decalogo e qui non riportate, segnaliamo che in ogni occasione in cui il codice Parigino presenta la preposizione ad, il testo di Branca normalizza in a. Alla carta 155v si pu notare sotto le due colone del testo, al centro della pagina, la scritta de codoli, incorniciata, che coincide perfettamente con la ripresa del testo nella pagina successiva.

Rubrica. cercando di trovar lelitropia]trovare B. 2. Pamfilo] Panfilo B. 3.


segli (mi si verr)] se egli B. Pamfilo] Panfilo B.

4. nostra (citt)] testo poco leggibile; si dedotta la lezione da B. la quale] la qual B. et di nuove (genti)] testo poco leggibile; si dedotta la lezione da B. huom] uom B. luno (Bruno)] lun B. huomini] uomini B. 6. et per adventura trovatolo] et per adventura trovandolo B. tabernacolo] tabernacolo B. 7. cominciarono] incominciarono B. 8. (fu da) Calandrino] Calandrin B. vertuose] virtuose B. 9. se (naveva)] testo poco leggibile, la consonante s si legge chiaramente ma non si riesce a distinguere se seguita da e o da i; si dedotta la lezione da B.

danaio] denaio B. gittavano] gittavan B. fiumicello] fiumicel B. 15. acciene] Haccene B. 16. (dunque) debbe] la lettura complicata da una macchia dinchiostro. Potrebbe leggersi anche debba; B. riporta dee. vie (pi l)] om B. 18. (Veggendo Maso) dire] dir B. 19. per la vert] per vert B. vegnon] vengon B. che apo noj] che appo noi B. che rilucon] che rilucono B. sappi che] sappi che chi B. navrebe] navrebbe B. 20. elytropia] elitropia B. 21. Calandrino] Calandrin B vert] virt B. 24. (sono di colore)] son B. 25. Buffalmacco] Buffailmacco B. 26. (nandassero ad) cercare] testo poco leggibile; si dedotta la lezione da B. 28. (i pi ricchi) huomini] uomini B. huomo (degno)] uomo B. la quale lui] la qual B. sena niuno indugio] senza alcun indugio B. prima che altri vandasse, nandassimo ad cercar] prima che altra persona vandasse, vandassimo a cercar B.

29. Noi la troverrem] noi la troverem B. andarcene] andare B. 31. (che abbiamo noi ad) fare] far B. andassimo ad cercarne] andassomo a cercare B. 32. Hor bene] Or ben B. 33. Calandrino] Calandrin B. 34. (questa sia) hora] ora B. labia rasciutte] labbia rasciutte B. 35. andassimo faccendo] andassomo faccendo B. (et farlo essi) altres] altress potrebe venire alle mani a-loro] potrebbe venire alle mani a loro B. 36. che si conosceranno (meglio)] che si conoscon B. 37. ad cercare] a cercar B. (che essi) non dovessero] non dovesser B. con niuna persona] con persona B. 38. (ci che udito) aveva] avea B. ordinaron] ordinarono 39. Et egli] Calandrino B. si come pi volenteroso] e come pi volenteroso B. or qua et or l] in P. la nota tironiana unaggiunta interlineare. 40. I conpagni] I compagni B. se nebe (pieno)] se nebbe B. alla nalda] alla analda B. mantel] mantello B.

41. tra s posto] da s posto B. 42. pur poco fa dinani ad noi] pur poco fa qui dinani da noi B. 43. a me pare egli] a me par egli B. 44. disse allora] disse allor B. chi sarebe stato] chi sarebbe stato B. vertuosa] virtuosa B. 45. inmagin (che quella)] imagin B. eglino ancora che loro presente fosse] coloro, ancor che loro fosse presente B. 47. Ad cuj Brun] A cui Bruno B. come io stato] come stato B. io gli darei di questo ciotto tal] io gli darei tale di questo ciotto B. fu tutto uno. Calandrino] In P. c un segno diacritico di stacco forte che Branca non sembra rispettare. 48. un de codoli] uno de codoli B. ricolti avea] raccolti avea B. hora con una parola et hora] or con una parola e or B. 49. (che ricolte) avevano] aveano B. Di no vedere] di non vedere B. Probabilmente il Capponi ha omesso il tratto dabbreviazone sopra la vocale. Maggiori risa] maggior risa B. 50. come che poche] come che pochi B. 51. la quale ebe] la quale ebbe B. 52. (che recate) aveva] avea B. pot menare] pot menar B.

capello o osso addosso, niuna cosa] capello o osso addosso che macero non fosse, le diede, niuna cosa B. Capponi qui pare aver tralasciato di copiare una sensibile porzione di testo.

53. su a-lui] suso a lui B. 54. (Calandrino) scinto] In P. la parola di difficoltosa lettura e potrebbe essere intesa anche come stinto. Calandrino, abbattuto per la consapevolezza daver perduto linvisibilit e affaticato per laver appena battuto la moglie, potrebbe in effetti sembrare stinto in viso agli amici. 55. Sobgiunsero] sugiunsero B 56. che perduta] la quale perduta B. raccogliere (lo spitito)] raccoglier B. 57. sobdotti] sodotti B. pietra vertuosa] pietra preziosa B. 58. inani] innanzi B. inani] innanzi B. 59. Et cominciatosi] E cominciandosi B. da lun (de capi)] dallun B. ci che essi detto o fatto] ci che essi fatto e detto B. come coi ciotti] come i ciotti B. 60. (quanto esser) sogliono] soglion B. 61. son rimaso] sono rimaso B. 62. ad quel (che io mi tengo)] a quello B. et quandella] e quando ella B. per tornarla ad batter] per tornare a batterla B.

64. Ma vedendol] Ma vedendolo B. vert alle cose, noi] vert alle cose e non B. 65. riconcilliaron] riconciliata B.

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