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Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande Godi Firenze, poiché sei grande
che per mare e per terra batti l'ali, che per mare e per terra batti le ali
e per lo 'nferno tuo nome si spande! 3 e per l’inferno il tuo nome si espande!
E se già fosse, non saria per tempo. E se già fosse, sarebbe troppo tardi.
Così foss'ei, da che pur esser dee! Così sia, dal momento che deve accadere!
ché più mi graverà, com' più m'attempo. 12 Che sarà più duro da sopportare, tanto io sarò
più vecchio.
Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio Allora mi addolorai, e anche ora provo dolore,
quando drizzo la mente a ciò ch'io vidi, quando ripenso a ciò che vidi, e tengo a freno il
e più lo 'ngegno affreno ch'i' non soglio, 21 mio ingegno più di quanto non faccia di solito,
perché non corra che virtù nol guidi; perché non corra il rischio che la virtù lo guidi;
sì che, se stella bona o miglior cosa così che, se la stella buona, o miglior cosa (dio),
m'ha dato 'l ben, ch'io stessi nol m'invidi. 24 mi ha dato il bene, che non me ne privi io
stesso.
Quante 'l villan ch'al poggio si riposa, Quante lucciole scorge giù nella valle il
nel tempo che colui che 'l mondo schiara contadino che riposa su un colle nella stagione
la faccia sua a noi tien meno ascosa, 27 in cui il Sole che illumina il mondo tiene a noi
meno nascosto il suo volto,
come la mosca cede a la zanzara, quando la mosca lascia il posto alla zanzara,
vede lucciole giù per la vallea, laggiù, forse, dove ha la sua vigna e il suo
forse colà dov'e' vendemmia e ara: 30 campo:
E qual colui che si vengiò con li orsi E come colui che si vendicò con gli orsi
vide 'l carro d'Elia al dipartire, vide il carro di elia dipartire, quando i cavalli
quando i cavalli al cielo erti levorsi, 36 si levarono a cielo
che nol potea sì con li occhi seguire, che non li poteva più seguire con gli occhi,
ch'el vedesse altro che la fiamma sola, tanto che vedeva nient’altro che una fiamma,
sì come nuvoletta, in sù salire: 39 che come una nuvola, saliva in cielo:
Io stava sovra 'l ponte a veder surto, Io stavo là, sopra il ponte, a vedere,
sì che s'io non avessi un ronchion preso, così che se non mi fossi appeso a una sporgenza,
caduto sarei giù sanz'esser urto. 45 sarei caduto senza farmi male.
E 'l duca, che mi vide tanto atteso, E il duca, che mi vide intento a guardare, disse
disse: “Dentro dai fuochi son li spirti; “Dentro ai fuochi ci sono gli spiriti. Ciascuno è
catun si fascia di quel ch'elli è inceso”. 48 avvolto dal fuoco da cui viene bruciato”.
“Maestro mio”, rispuos'io, “per udirti “Maestro mio”, risposi io, “ascoltandoti ne sono
son io più certo; ma già m'era avviso più convinto; ma già avevo capito fosse così,
che così fosse, e già voleva dirti: 51 e volevo chiederti:
chi è 'n quel foco che vien sì diviso chi è quel fuoco che viene diviso in alto, che
di sopra, che par surger de la pira sembra la pira dove Eteocle e fratello
dov'Eteòcle col fratel fu miso?”. 54 furono messi?”
Rispuose a me: “Là dentro si martira Mi rispose: “Là dentro vi sono Ulisse e
Ulisse e Dïomede, e così insieme Diomese, che vanno insieme al castigo, così
a la vendetta vanno come a l'ira; 57 come andarono contro l’ira;
Piangevisi entro l'arte per che, morta, Là dentro si sconta l’inganno per cui,
Deïdamìa ancor si duol d'Achille, Deidamia ancora si duole per Achille,
e del Palladio pena vi si porta”. 63 e si patisce per il furto della statua del Palladio”.
“S'ei posson dentro da quelle faville “Se quelli dentro le fiamme possono parlare”,
parlar”, diss'io, “maestro, assai ten priego dissi io, “maestro, te ne prego e insisto nel
e ripriego, che 'l priego vaglia mille, 66 pregarti, e la mia preghiera vale mille,
che non mi facci de l'attender niego che tu non mi impedisca di attendere fin quando
fin che la fiamma cornuta qua vegna; la fiamma biforcuta viene qui:
vedi che del disio ver' lei mi piego!”. 69 vedi che nel desiderio di vederla mi piego!”.
Ed elli a me: “La tua preghiera è degna Ed egli a me: “la tua preghiera è degna di molte
di molta loda, e io però l'accetto; lodi, e io l’accetto,
ma fa che la tua lingua si sostegna. 72 ma fa che la tua lingua si trattenga dal parlare”.
Lascia parlare a me, ch'i' ho concetto Lascia parlare me, che so cosa
ciò che tu vuoi; ch'ei sarebbero schivi, vuoi sapere; essi sarebbero schivi (della tua
perch'e' fuor greci, forse del tuo detto”. 75 parlata), perché furono greci.
Poi che la fiamma fu venuta quivi Poi la fiamma giunse vicino a noi
dove parve al mio duca tempo e loco, e quando parve al mio duca il tempo e il luogo,
in questa forma lui parlare audivi: 78 lo sentii parlare in questa forma:
“O voi che siete due dentro ad un foco, “O voi che siete in due dentro un fuoco,
s'io meritai di voi mentre ch'io vissi, se in vita acquistai merito verso voi,
s'io meritai di voi assai o poco 81 se io acquistai merito verso voi, tanto o poco
quando nel mondo li alti versi scrissi, quando nel mondo scrissi i celebri versi,
non vi movete; ma l'un di voi dica non muovetevi. Ma uno di voi racconti,
dove, per lui, perduto a morir gissi”. 84 dove egli si perdette e andò a morire”.
mi diparti' da Circe, che sottrasse partì da Circe, che mi allontanò per più di un
me più d'un anno là presso a Gaeta, anno là vicino a Gaeta
prima che sì Enëa la nomasse, 93 prima che Enea la nominasse così,
ma misi me per l'alto mare aperto mi misi per il mare aperto con
sol con un legno e con quella compagna una sola barca e con quella piccola compagnia
picciola da la qual non fui diserto. 102 dalla quale non fui abbandonato.
L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna, Vidi una costa e l’altra, e infine la Spagna,
fin nel Morrocco, e l'isola d'i Sardi, il Marocco e l’isola dei Sardi,
e l'altre che quel mare intorno bagna. 105 e le altre che quel mare bagna.
acciò che l'uom più oltre non si metta; dove l’uomo oltre non può andare; A destra
da la man destra mi lasciai Sibilia, lasciai Sibilia (siviglia), dall’altra parte
da l'altra già m'avea lasciata Setta. 111 avevo già lasciato Setta (ceuta).
"O frati," dissi, "che per cento milia “O fratelli”, dissi, “che dopo centomila
perigli siete giunti a l'occidente, pericoli siete giunti in occidente,
a questa tanto picciola vigilia 114 a questa così breve veglia
d'i nostri sensi ch'è del rimanente della nostra vita sensibile che ancora ci rimane,
non vogliate negar l'esperïenza, non vogiate negare l’esperienza di vedere il
di retro al sol, del mondo sanza gente. 117 mondo dietro il sole, il mondo senza
gente/inesplorato.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti, Considerate la vostra origine:
ma per seguir virtute e canoscenza". 120 non foste fatti per vivere come bestie,
ma per seguire virtù e conoscenza.
Li miei compagni fec'io sì aguti, Convinsi i miei compagni con questa piccola
con questa orazion picciola, al cammino, orazione tanto che, durante il cammino, li avrei
che a pena poscia li avrei ritenuti; 123 a mala pena potuti trattenere;
Tutte le stelle già de l'altro polo La notte mostrava tutte le stelle dell’altro
vedea la notte, e 'l nostro tanto basso, emisfero, e il nostro era talmente basso, che non
che non surgëa fuor del marin suolo. 129 emergeva più dal mare.
Cinque volte racceso e tante casso Cinque volte si era accesa e oscurata la luce al
lo lume era di sotto da la luna, di sotto della luna, dopo che avevamo
poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo, 132 intrapreso il pericoloso viaggio,
quando n'apparve una montagna, bruna quando apparve una montagna bruna,
per la distanza, e parvemi alta tanto e mi sembrava più alta di qualsiasi altra
quanto veduta non avëa alcuna. 135 montagna avessi visto.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; Noi ci rallegrammo, ma il pianto arrivò presto;
ché de la nova terra un turbo nacque che dalla nuova terra nacque un turbine che
e percosse del legno il primo canto. 138 percosse la parte anteriore della nave.
Tre volte il fé girar con tutte l'acque; La fece girare tre volte;
a la quarta levar la poppa in suso la quarta volta, la poppa si staccò,
e la prora ire in giù, com'altrui piacque, 141 la prua scese in giù, come piacque a lui (Dio)
infin che 'l mar fu sovra noi richiuso”. 142 e infine il mare si richiuse sopra noi.”