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La teoria dell’attaccamento
- il mantenimento della prossimità ad una figura adulta con funzione protettiva è il
meccanismo primario della regolazione della sopravvivenza e sicurezza del bambino
- il sistema comportamentale dell’attaccamento è un sistema di controllo innato che
garantisce la sopravvivenza del bambino
- il comportamento di attaccamento: il bambino cerca o mantiene una prossimità
nei confronti di un genitore ritenuto in grado di affrontare il mondo in modo adeguato
- attaccamento: comportamento finalizzato alla ricerca di prossimità
- il comportamento di attaccamento viene messo in atto ogni volta che la persona è
spaventata, affaticata o malata
- il comportamento di attaccamento si attenua quando si ricevono conforto e cure
Stili di attaccamento
- attaccamento sicuro
- attaccamento evitante
- attaccamento ambivalente
- attaccamento disorganizzato
Attaccamento sicuro
- il bambino piange, protesta al momento della separazione, rifiuta di farsi consolare e si
calma al momento della riunione con la figura di accudimento (madre, padre)
- il b esplora in maniera attiva l’ambiente circostante
- il b accetta l’incontro con l’estraneo
- il b è in grado di giocare in presenza o in assenza della madre
- il b esprime le emozioni in maniera chiara
- il b, alla riunione con la madre, mostra lo stress per essere stato lasciato, ma accetta il
conforto e riprende l’esplorazione dell’ambiente
- le madri rispondono positivamente alle richieste di vicinanza e conforto dei bambini
- l’attaccamento sicuro riguarda il 60% dei bambini
Attaccamento evitante
- il b non protesta al momento della separazione dalla madre
- nel momento della riunione con la madre, il b evita attivamente la madre
- il b mostra di stare a suo agio con l’estraneo
- il b mostra falsa autonomia
- il b sopprime le emozioni di paura, tristezza e rabbia
- il b esplora l’ambiente sia in assenza sia in presenza della madre
- le madri respingono o ignorano le richieste di vicinanza del bambino
- l’attaccamento evitante riguarda il 20% dei bambini
Attaccamento ambivalente
- il b protesta al momento della separazione
- il b non si lascia confortare al momento della riunione con la madre
- il b piange, urla o si arrabbia al momento della riunione con la madre
- il b non esplora l’ambiente né in presenza né in assenza della madre
- il b rifiuta il contatto con l’esterno
- le madri sono imprevedibili e intrusive. Le madri rispetto ai bisogni di attaccamento del
bambino hanno un atteggiamento contraddittorio e poco chiaro.
Attaccamento disorganizzato
- il b ha un comportamento disorganizzato verso la madre
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- il b ha forti oscillazioni dell’attenzione
- il b urla disperato quando è da solo, ma al momento della riunione con la madre si
avvicinano alla madre con il viso girato dall’altra parte; chiudono o si coprono gli occhi;
si raggomitolano; rimangono immobili; si zittiscono all’improvviso; si avvicinano alla
madre e cambiano direzione all’improvviso
- le madri soffrono per la mancata risoluzione di un lutto o di gravi eventi traumatici
nella relazione con le proprie madri oppure sono persone maltrattanti-abusanti
ATTACCAMENTO E PSICOPATOLOGIE
La dissociazione
- la caratteristica essenziale dei disturbi dissociativi è la disintegrazione delle funzioni
della coscienza, della memoria, dell’identità o della percezione
- il sintomo dissociativo implica la perdita dell’integrazione delle facoltà mentali
superiori
- derealizzazione: sensazione di sentirsi estraniato dal proprio ambiente: sensazione di
trasformazione della realtà, l’ambiente circostante è strano o irreale, le cose sembrano
artificiali e senza vita
- depersonalizzazione: sensazione di distacco dal proprio corpo o dai propri processi
mentali, come se questi venissero osservati dall’esterno: senso di distacco da quello che
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ci circonda; sensazione di essere strano, irreale, diverso
DISTURBI DISSOCIATIVI
- disturbi caratterizzati da perdita di memoria e da mutamento di identità, non causati
da fattori fisici
- perdita della capacità di ricordare nuove informazioni appena apprese o informazioni
vecchie che una volta si conoscevano bene
- incapacità di ricordare eventi e informazioni importanti
- dimenticare il passato, lo spostarsi in un altro luogo e assumere un’altra identità
Disturbo acuto da stress: disturbo d’ansia in cui la paura e i relativi sintomi iniziano
subito dopo l’evento traumatico e durano meno di 1 mese
Disturbi dell’adattamento
- lo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali in risposta ad uno o più eventi
stressanti identificabili che si manifesta entro 3 mesi dall’insorgenza dell’evento
stressante
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- questi sintomi sono clinicamente significativi (marcata sofferenza, compromissione del
funzionamento sociale, lavorativo, etc)
- il disturbo correlato allo stress non soddisfa i criteri per un altro disturbo mentale
- i sintomi non corrispondo ad un lutto normale
- una volta che l’evento o le sue conseguenze sono superate, i sintomi non
persistono per più di 6 mesi
LO STRESS
- stressor: fattore di stress, stimolo, richiesta ambientale
- stress: risposta del soggetto allo stressor
- esempi di stressor: seccature quotidiane, eventi di vita, lutti e perdite, catastrofi
naturali, guerre
- eustress: reazione adattiva all’ambiente, attivazione, benessere, crescita personale,
sensazione di padronanza e controllo, vitalità
- distress: reazione non adattiva, disagio, disadattamento, compromissione della
prestazione individuale
Stress: è composto dallo stressor (il fattore di stress, l’evento che crea l’esigenza di
cambiamento) e dalla risposta allo stress (le reazioni individuali alle varie richieste)
DISTURBI DELL’UMORE
Umore
- stato emotivo globale ed unitario con cui un individuo percepisce il mondo
- stato emotivo prevalente e prolungato
- umore normale: il soggetto reagisce in modo equilibrato, armonico e flessibile agli
stimoli ambientale
- umore patologico: l’umore è rigido, non si modifica con il cambiare delle circostanze e
degli stimoli
- l’umore depresso è caratterizzato da una prevalenza di sentimenti di tristezza, infelicità,
abbattimento, malinconia, pessimismo, accompagnati da un rallentamento di tuta
l’attività psichica
- l’umore maniacale è caratterizzato da euforia ed esaltazione; si accompagna a
distraibilità, diminuito bisogno di sonno, iperattività, accelerazione del pensiero e del
linguaggio
- umore disforico: un insieme di diversi stati d’animo, vissuti in rapida ed incoerente
successione, che provocano disagio e sofferenza
- depressione: tristezza, infelicità, apatia, ansia; incapacità di concentrazione, perdita di
interesse e motivazione; scarsa energia, disinteresse per il proprio aspetto, ritardo
psicomotorio; perdita di interesse sessuale
- mania: grandiosità, irritabilità; mancanza di concentrazione, perdita della capacità di
giudizio; eccessiva reattività, eloquio difficile da comprendere; alto livello di attivazione;
diminuzione del bisogno di dormire; facilmente distraibili; l’umore è espanso, allegro,
esultante, facilmente mutabile in irritabilità
DISTURBI DEPRESSIVI
- disturbo depressivo maggiore
- disturbo depressivo persistente (distimia)
- disturbo da disregolazione dell’umore dirompente (dai 6 ai 18 anni)
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Disturbo depressivo maggiore
- almeno un episodio lungo 2 settimane di tristezza profonda
- umore depresso, perdita di interessi, tristezza, ansia, possibile aumento dell’irritabilità
- perdita o aumento dell’appetito → perdita o aumento del peso
- rallentamento psicomotorio
- riduzione dell’energia, sensazione di continua stanchezza
- senso di colpa e di svalutazione: valutazioni negative di sé, ripensamenti su piccoli
errori commessi nel passato
- difficoltà a concentrarsi, a prendere decisioni, a pensare; disturbi di memoria
- pensieri di morte, tentativi di suicidio
- riduzione del desiderio sessuale
- difficoltà a dormire, insonnia (risvegli durante la notte con difficoltà a riprendere
sonno, risveglio precoce con incapacità di riprendere sonno) o aumento delle ore di
sonno
- disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale,
lavorativo, etc
- il 17% degli adulti ha un episodio depressivo maggiore in qualche momento della vita;
le donne soffrono di depressione molto più degli uomini
DISTURBI BIPOLARI
- disturbo bipolare I
- disturbo bipolare II
- disturbo ciclotimico
Disturbi bipolari
- quando è presente almeno un episodio maniacale, si parla di disturbo bipolare
- la maggior parte delle persone con disturbo bipolare manifesta sintomi di mania e, nel
corso della sua vita, anche i sintomi della depressione
- l’episodio depressivo non è necessario per la diagnosi di disturbo bipolare I mentre è
fondamentale per la diagnosi di disturbo bipolare II
- disturbo bipolare I: principalmente manifestazioni di tipo maniacale; l’episodio
depressivo non è necessario alla diagnosi
- disturbo bipolare II: principalmente manifestazioni di tipo depressivo, alternate con
episodi ipomaniacali; l’episodio depressivo è fondamentale per la diagnosi
Disturbo bipolare I
- almeno un episodio maniacale nel corso della vita
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- periodo definito di umore anormalmente e persistentemente elevato, espanso o
irritabile
- aumento anomalo e persistente dell’attività finalizzata o dell’energia
- durante il periodo di alterazione dell’umore: aumento dell’autostima e grandiosità;
diminuito bisogno di sonno; maggiore loquacità; distraibilità; aumento dell’attività;
agitazione psicomotoria
- l’alterazione dell’umore causa una marcata compromissione del funzionamento
Disturbo bipolare II
- aver avuto, durante la vita, almeno un episodio ipomaniacale e un episodio
depressivo maggiore
- periodo definito di umore anormalmente e persistentemente elevato della durata di
almeno 4 giorni consecutivi
- durante il periodo di alterazione dell’umore: aumento dell’autostima e grandiosità;
diminuito bisogno di sonno; maggiore loquacità; distraibilità; aumento dell’attività;
agitazione psicomotoria
- si ha un chiaro cambiamento nel modo di agire della persona
- l’episodio non è abbastanza grave da causare una marcata compromissione in ambito
lavorativo e sociale
Disturbo ciclotimico
- presenza per almeno 2 anni di:
- numerosi periodi con sintomi ipomaniacali
- numerosi periodi con sintomi depressivi
- ogni volta i sintomi permangono per più di 2 mesi
- i sintomi causano disagio clinicamente significativo e compromissione del
funzionamento della persona
Disturbi bipolari
- sono ugualmente distribuiti tra uomini e donne
- periodo di esordio: inizio dell’età adulta (20-24 anni)
- alto rischio di suicidio
DISTURBI D’ANSIA
- differiscono gli uni dagli altri per il tipo di oggetto o situazione che induce paura, ansia
o comportamento evitante
- differiscono danna normale paura o ansia perché sono eccessivi o perché durano più di
6 mesi
- le persone con disturbi d’ansia tendono a sovrastimare il pericolo della situazione o
dell’oggetto da loro temuto
- i disturbi d’ansia sono la diagnosi psichiatrica più comune (circa il 28% della
popolazione adulta)
- la maggior parte dei disturbi d’ansia ha esordio nell’infanzia
- sono più frequenti nelle femmine
● cause dei disturbi d’ansia:
- familiarità
- fattori neurobiologici
- temperamento inibito o molto reattivo
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- stile di attaccamento insicuro
- stili parentali che inducono nel bambino la credenza che il mondo sia minaccio
- eventi stressanti o traumatici
Paura: reazione psicologica ed emotiva del sistema nervoso centrale in presenza di una
seria minaccia al proprio benessere
Ansia: reazione psicologica ed emotiva del sistema nervoso centrale in presenza di una
vaga sensazione di minaccia o di pericolo
Disturbi d’ansia
- disturbo d’ansia da separazione
- mutismo selettivo
- fobia specifica
- fobia sociale (disturbo d’ansia sociale)
- disturbo d’ansia generalizzato
- disturbo da attacchi di panico
- agorafobia
- disturbo ossessivo-compulsivo
Mutismo selettivo
- costante incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche in cui ci si aspetta che si
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parli, nonostante si sia in grado di parlare in altre situazioni
- la condizione interferisce con i risultati scolastici o lavorativi o con la comunicazione
sociale
- la durata della condizione è di almeno 1 mese
- la persona è in grado di parlare
- la condizione non è meglio spiegata da un disturbo della comunicazione
- nelle interazioni sociali non iniziano un discorso o non rispondono
- possono parlare in casa in presenza di familiari stretti
- questi bambini possono utilizzare strumenti non verbali di comunicazione
- disturbo raro
Fobia
- paura marcata e persistente di un oggetto o di una situazione specifica, sproporzionata
rispetto al pericolo che tale oggetto o situazione può comportare
- desiderio di evitare l’oggetto o la situazione temuta
- l’esposizione allo stimo fobico scatena una profonda reazione di angoscia, nonostante la
persona sia consapevole che la paura causata dallo stimolo è eccessiva
Fobia: paura persistente e irrazionale di un oggetto, di un’attività o di una situazione
particolare
Fobia specifica
- paura o ansia marcate verso un oggetto o una situazione specifici (ragni, insetti, cani,
altezze, temporali, sangue, aghi, aeroplani, ascensori, luoghi chiusi, soffocare, vomitare)
- la situazione o l’oggetto fobico provocano quasi sempre immediata paura o ansia
- la situazione o l’oggetto fobico vengono attivamente evitati
- la paura e l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo
- la paura, l’ansia e l’evitamento sono persistenti e durano per 6 mesi o più
- aumento del battito, aumento della pressione, sudorazione, pianto, etc
Fobia specifica
- paura intensa e persistente di un oggetto o di una situazione specifica (diversa
dall’agorafobia e dalla fobia sociale)
- ansia immediata prodotta dalla vicinanza dell’oggetto
- evitamento della situazione temuta
- consapevolezza che la propria paura è eccessiva o irrazionale
- i sintomi sono presenti da almeno 6 mesi
Fobia sociale
- paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è
esposto al possibile esame degli altri (es. avere una conversazione, mangiare, bere,
partecipare a delle feste, fare attività sportiva, etc)
- la persona teme che verrà giudicata dagli altri negativamente
- paura di agire in modo tale da umiliarsi o imbarazzarsi di fronte agli altri
- paura del giudizio delle altre persone
- le situazioni sociali temute sono evitate
- la paura e l’ansia sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia
- la paura, l’ansia e l'evitamento sono persistenti e durando per 6 mesi o più
- il disturbo causa disagio clinicamente significativo o compromissione del
funzionamento
- temono le situazioni in cui possono essere giudicati dagli altri
- Nella fobia sociale le persone temono le situazioni sociali, nel disturbo evitante
di personalità temono le relazioni sociali
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Fobia sociale
- paura intensa e persistente di situazioni nelle quali si è esposti al possibile giudizio
degli altri e si teme di essere messi in imbarazzo
- paura intensa e persistente di situazioni sociali o di fare qualcosa in pubblico
- paura di essere giudicato dagli altri
- paura di poter agire in modo imbarazzante o umiliante
- ansia prodotta dall'esposizione a situazioni sociali
- consapevolezza che la propria paura è eccessiva o irrazionale
- evitamento della situazione temuta
- i sintomi sono presenti da almeno 6 mesi
Attacchi di panico
- attacco di panico: comparse improvvisa di paura e disagio intensi che raggiungono il
picco in pochi minuti
- durante gli attacchi di panico si ha: palpitazioni, tachicardia, sudorazione, tremori,
sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, dolori addominali, sensazione di
vertigine, brividi, vampate di calore, formicolio di una parte del corpo, sensazione di
essere distaccati da sé stessi, paura di perdere il controllo, paura di morire
- l’attacco di panico non è un disturbo mentale; è una risposta alla paura
- l’attacco di panico è un episodio (ha un preciso periodo di tempo)
Disturbo di panico
- ricorrenti attacchi di panico inaspettati
- preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi di panico o per le loro
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conseguenze
- evitamento e comportamenti protettivi rispetto agli attacchi di panico
- l’attacco di panico deve essere ricorrente e inaspettato (non c’è un chiaro elemento
scatenante al momento dell’attacco di panico)
- deve esserci ansia anticipatoria, evitamento e comportamenti protettivi
- età media di insorgenza: 20-24 anni
Disturbo di panico
- disturbo d’ansia caratterizzato da attacchi di panico ricorrenti e imprevedibili,
inaspettati
- preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico
- preoccupazioni di possibili implicazioni o conseguenze degli attacchi di panico
- significativo cambiamento di comportamento legato agli attacchi di panico
Agorafobia
- paura o ansia marcate relative a: utilizzo dei trasporti pubblici; trovarsi in spazi aperti;
trovarsi in spazi chiusi; stare in fila; stare tra la folla; essere fuori casa da soli
- la persona teme ed evita tali situazioni perché pensa che potrebbe essere difficile
fuggire o ricevere aiuto
- le situazioni agorafobiche vengono attivamente evitate
- la paura e l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo
- la pura, l’ansia e l’evitamento durano almeno 6 mesi
- disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento
DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
- presenza di ossessioni, compulsioni o entrambi
- le ossessioni e le compulsioni occupano molto tempo (più di 1 ora al giorno) o causano
disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento
Ossessioni
- pensieri, impulsi o immagini ricorrenti, intrusivi, persistenti, inutili, privi di senso,
involontari
- le ossessioni sono molto disturbanti, causano disagio e ansia e la persona tenta di
sopprimerle, ignorarle, cambiarle o neutralizzarle
- la persona tenta di ignorare o di sopprimere le ossessioni o di neutralizzarle con altri
pensieri o azioni (cioè mettendo in atto una compulsione)
- esempi di ossessioni: paura di contrarre una malattia per il fatto di essersi trovato
accanto ad una siringa, dubbi sulla propria identità sessuale, dubbi sull’esistenza e sul
perché della vita, etc
Compulsioni
- comportamenti ripetitivi o azioni mentali che la persona si sente obbligata a mettere in
atto in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate
rigidamente
- le compulsioni riducono lo stato di ansia e tensione provocato dalle ossessioni
- la persona non ha piacere a fare le compulsioni
- esempi: pulizia, simmetria, accumulo
Ossessioni e compulsioni
- ossessioni di contaminazione associate a rituali di pulizia: idee e pensieri
ricorrenti di contaminazione (sporco, germi, malattie, veleni, radiazioni, etc); rituali di
pulizia; evitano bagni pubblici, contatto con maniglie, contatto con denaro, animali, etc
- ossessioni dubitative associate a rituali di controllo: timore di non aver eseguito
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correttamente piccole azioni quotidiane; rituali di controllo
- ossessioni di precisione e simmetria associate a rituali di ordine e a rituali
numerici: ripetitività, ordine, simmetria
- paura di commettere azioni aggressive (uccidere, ferire, violentare)
- preoccupazioni di ordine esistenziale (filosofico, etico, religioso, sessuale)
Pensiero magico
- credere nella possibilità di cambiare il corso degli eventi tramite certe pratiche o rituali
- credere che qualcosa possa accadere solo per il fatto di pensarlo
Disturbo ossessivo-compulsivo
- ossessione: pensiero, idea, impulso, dubbio persistente che si ripresenta
costantemente in modo intrusivo e provoca ansia. I pensieri ossessivi sono invadenti ed
estranei. Il tentativo di ignorare o resistere alle ossessioni provoca più ansia e i pensieri
tendono a ritornare con maggiore insistenza. Es: si desidera la morte della propria
compagna, stimolo di urlare bestemmie al lavoro o in chiesa, convinzione che vi siano
germi ovunque, preoccupazione di aver preso la decisione sbagliata
- compulsione: comportamento ripetitivo e rigido o atto mentale che una persona si
sente obbligata a fare per prevenire o ridurre l’ansia. Es: lavare continuamente sé stessi, i
propri abiti o la casa, controllare continuamente le serratura o i rubinetti del gas, mettere
in ordine perfetto alcuni oggetti in base a regole rigide.
- le ossessioni causano molta tensione e ansia; le compulsioni hanno lo scopo di
prevenire o ridurre l’ansia
- disturbo in cui una persona ha pensieri ricorrenti e indesiderati, prova la necessità di
eseguire azioni rigide e ripetitive
- ossessioni e compulsioni ricorrenti
- la persona riconosce che le ossessioni e le compulsioni sono eccessive e irrazionali
- le ossessioni e le compulsioni occupano più di 1 ora al giorno
DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
- persistente alterazione del comportamento alimentare e delle condotte connesse con il
cibo
- inadeguata assunzione e/o assorbimento degli alimenti
- compromissione significativo del funzionamento
- anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da binge-eating
Anoressia nervosa
- restrizione nell’assunzione di calorie in relazione alle necessità (riduzione
della frequenza dei pasti, riduzione delle porzioni, etc)
- peso corporeo significativamente basso
- paura di acquistare peso o di diventare grassi
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- la paura di aumentare di peso o di diventare grassi non è alleviata dalla perdita di peso
- alterazione del modo in cui viene vissuto il peso e la forma del proprio corpo
- la percezione e il significato attribuiti al peso e alla forma del corpo sono distorti
- l’autostima è influenzata dalla forma e dal peso corporeo
- non vengono riconosciute le gravi implicazioni mediche dello stato di malnutrizione
Anoressia nervosa
- paura di ingrassare e di perdere il controllo sulla forma del proprio corpo
- preoccupazione esagerata del rapporto con il cibo
- percezione distorta del proprio corpo
- convinzione di dover essere perfetti
- ansia e bassa autostima
- regole ossessive nella preparazione del cibo
- attività fisica eccessiva
- perfezionismo
Bulimia nervosa
- ricorrenti episodi di abbuffata
- ricorrenti condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (vomito
autoindotto, lassativi, diuretici, digiuno, esercizio fisico)
- le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano almeno una volta alla
settimana, per tre mesi
- l’autostima è influenzata dalla forma e dal perso corporei
- l’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa
- l’abbuffata è caratterizzata: 1. mangiare in un definito periodo di tempo una quantità di
cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone
mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili; 2. sensazione di perdere il
controllo durante l’abbuffata
- perdita di controllo durante l’abbuffata
- no peso corporeo significativamente basso
- no diete rigide
Bulimia nervosa
- abbuffata e comportamenti compensatori di eliminazione
- abbuffata: la persona mangia grandi quantità di cibo in poco tempo. l’abbuffata allevia
la tensione, ma subito dopo emergono forti sentimenti di colpa e angoscia, che portano la
persona ad eliminare tutti il cibo ingerito attraverso il vomito autoindotto o l’uso di
lassativi
Disturbo da binge-eating
- ricorrenti episodi di abbuffata
- caratteristiche degli episodi di abbuffata: mangiare molto più rapidamente del
normale; mangiare fino a sentirsi pieni; mangiare grandi quantità di cibo pur non
sentendo fame; mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo
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ingerite; provare disgusto di sé, depressione o colpa dopo l’abbuffata
- perdita di controllo durante l’abbuffata
- le abbuffate avvengono almeno una volta alla settimana per tre mesi
- le abbuffate non sono associate alla messa in atto di condotte
compensatorie
Disturbi dell’alimentazione
- convinzioni distorte rispetto a: cibo, peso corporeo, forma del corpo
- atteggiamenti autoprescrittivi riguardo al cibo
- 50% dei casi → guarigione
- 30% dei casi → parziale miglioramento
- 20% dei casi → cronicizzazione
- 5% dei casi → morte
Fattori predisponenti
● individuali
- demografici: femmine adolescenti e occidentali)
- fisici: obesità, sovrappeso, difficoltà alimentari precoci, menarca precoce
- comportamentali: storia di diete, sport agonistici
- psichiatrici/psicologici: scarsa autostima, perfezionismo, disturbi
dell’attaccamento, evitamento dei conflitti
- iatrogeni: prescrizione di diete
● familiari: familiarità, famiglia conflittuale o divisa, abuso intrafamiliare
● socio-culturali: influenza mass-media, idee dei coetanei
Restrizione alimentare
- riduzione della frequenza dei pasti
- riduzione delle porzioni
- eliminazione di alcuni cibi
- il cibo perde il suo principale valore di nutrimento e di piacere e assume valori negativi
- l’alimentazione non è più determinata da una sensazione viscerale di fame o di sazietà
ma è basata sia quantitativamente che qualitativamente su parametri arbitrati
- si sottovalutano o si ignorano i segnali di fame e sazietà per aderire rigidamente alla
dieta
Le abbuffate
- le abbuffate diminuiscono le emozioni negative
- le abbuffate producono senso di rilassamento per il momentaneo abbandono della dieta
- le abbuffate producono senso di sonnolenza dovuto all’assunzione di grandi quantità di
carboidrati
- queste sensazioni sono momentanee e sono seguite da emozioni negative
- le abbuffate causa senso di colpa, vergogna, paura di ingrassare e portano all’uso di
condotte compensatorie (vomito autoindotto, lassativi, diuretici, iperattività fisica,
digiuno, etc)
- un’abbuffata dura dai 20 ai 50 minuti circa
- la quantità di cibo assunta non è importante per la diagnosi
- abbuffate oggettive e abbuffate soggettive
- durante le abbuffate si ha la perdita di controllo
- abbuffate → si perde il controllo
- iperfagia→ non si perde il controllo. Iperfagia: aumento della sensazione di fame,
assunzione eccessiva di alimenti
L’immagine corporea in an e bn
- componente percettiva: come la persona visualizza la taglia e la forma del proprio
corpo; la capacità della persona di percepire accuratamente peso, forme e misure
corporee
- componente cognitiva: il grado con cui peso e forme corporee influenzano la
valutazione della propria persona
- componente affettiva: sentimenti verso il proprio corpo
- componente comportamentale: come una persona si comporta nei confronti del
proprio corpo
- le persone con an tendono a sovrastimare le dimensioni del proprio corpo
- la valutazione dell’immagine corporea riguarda la soddisfazione o insoddisfazione per il
proprio aspetto fisico
- l’investimento dell’immagine corporea riguarda l’importanza psicologica che le persone
danno al proprio aspetto fisico
- l’interazione tra elevata insoddisfazione e iperinvestimento è una componente
essenziale dei disturbi del comportamento alimentare
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE NELL’INFANZIA
PRIMA - Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo
INFANZIA - Disturbo di ruminazione
- PICA
ETÀ - Anoressia nervosa
PREPUBERALE - Bulimia nervosa
- Disturbo emotivo di rifiuto del cibo
- Alimentazione selettiva
- Disfagia funzionale
- Rifiuto pervasivo
ADOLESCENZA - Anoressia nervosa
- Bulimia nervosa
- Disturbo da binge-eating
Disturbo di ruminazione
- ripetuto rigurgito di cibo per un periodo di almeno 1 mese
- il cibo viene rimasticato, ringoiato o eliminato
- il bambino tiene il cibo tantissimo tempo in bocca e tende a rigurgitarlo
- il comportamento non è dovuto ad una condizione medica generale
- esordio tra i 3 e i 12 mesi (nelle fasi di svezzamento)
- con l’insorgere del disturbo il bambino comincia ad essere irritabile e a perdere peso
- l’atto di rigurgitare si accompagna ad espressioni mimiche di piacere e soddisfazione
- di solito il comportamento viene inibito se in presenza di un adulto
PICA
- persistente ingestione di sostanza non alimentari e non commestibili per un periodo di
almeno 1 mese
- il comportamento di ingestione non fa parte di una pratica culturale sancita
- è spesso associata al disturbo dello spettro autistico e al ritardo mentale
- l’assaggiare e ingerire sostanza non commestibili nel corso del primo anno e mezzo di
vita può essere considerato un normale comportamento esplorativo, il persistere di
questa modalità dopo i 18 mesi è da considerarsi patologico
- nei bambini di solito si osserva una diminuzione del disturbo al crescere dell’età
Disturbo emotivo di rifiuto del cibo: rifiuto del cibo, perdita di peso, disturbo
dell’umore, assenza di preoccupazione per peso e forma del corpo
Alimentazione selettiva: ristretta scelta di cibi per almeno 2 anni, rifiuto di provare
nuovi alimenti, assenza di distorsioni cognitive riguardo a peso e forma corporei, assenza
di vomito
Disfagia funzionale: paura del soffocamento e del vomito e quindi evitano il cibo,
assenza di distorsioni cognitive e preoccupazioni riguardo a peso e forma corporei
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Rifiuto pervasivo: rifiuto totale di alimentarsi, bere, camminare, parlare e prendersi
cura di sé; vengono rifiutati i tentativi di aiuto.
Allucinazioni uditive:
- molto spesso sono bisbigliate o sussurrate; raramente sono espresse ad alta voce
- vengono percepite come provenienti dall'esterno del sé
- le allucinazioni uditive sono presenti nel disturbo schizofrenico
- i contenuti: minacce, insulti, commenti sul comportamento o sui pensieri del paziente
- il 50% dei soggetti riesce a controllare parzialmente le voci
Allucinazioni visive
- meno frequenti di quelle uditive
- carattere elementare (non scenico)
- minore carattere autocentrico rispetto a quelle uditive
- non sono frequenti nella schizofrenia
Allucinazioni somatiche
- sentire freddo, caldo; sentire di essere toccato da qualcosa; sensazioni di punture;
sensazioni di arti in movimento o muscoli contratti; sentire dolore; sentire il formicolio
- sono frequenti nella schizofrenia
Allucinazioni
- caratterizzano le condizioni psicopatologiche in cui si verifica una alterazione del
giudizio di realtà
- le allucinazioni non sono specifiche di un particolare disturbo
- le allucinazioni sono un fenomeno psicopatologico aspecifico
- nel disturbo schizofrenico, i contenuti delle voci sono spesso di insulto e di minaccia
- nella mania con sintomi psicotici congrui all’umore sono di espansione e grandezza
- nella depressione con sintomi psicotici congrui all’umore sono di rimprovero e accusa
per presunte colpe
I disturbi del pensiero si dividono in: disturbi della forma; disturbi del contenuto
Idea prevalente: un’idea che diventa il centro della vita del soggetto
Deliri
- delirio: un’idea, un pensiero, un contenuto di coscienza si manifesta con assoluta
certezza, non è modificabile e ha un contenuto in contrasto con l’evidenza e
con la realtà
- deliri: giudizi patologicamente falsati
- deliro: falso giudizio sostenuto dal soggetto con una forte convinzione; le prove
pratiche e oggettive non modificano l’idea falsata del soggetto
- il delirio per il soggetto: è una certezza soggettiva; è una vera convinzione; è
completamente differente dalla fantasia
- caratteristiche autocentriche del delirio: il contenuto del delirio riguarda molto spesso
il rapporto sé-altre persone; nell’esperienza delirante il paziente è il centro intorno al
quale ruoto tutto l’universo delle sue proiezioni; il paziente è il centro delle persecuzioni,
a lui sono dirette minacce, lui acquisisce poteri sovrannaturali, etc
- il delirio è costante, non avviene solo se la persona è in una particolare situazione
(persona normale → è notte e ho paura che qualcuno mi segua; delirio → ha paura che
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qualcuno mi pedini in qualsiasi situazione)
- temi e contenuti dei deliri: pericolo e minaccia, dominazione e controllo, colpa, rovina,
sessualità e riproduzione, etc
Deliri di grandezza: pensare di essere celebrità, avere poteri sovrannaturali, avere una
missione speciale per salvare il mondo
Deliri di colpa, indegnità: pensare di avere la colpa di disastri e danni di ogni tipo,
vivere porta alla rovina dei propri cari
Deliri erotici: deliri associati con l’idea di amare o di essere amati; essere in possesso
di attrattive sessuali fuori dal comune; essere amato da una determinata persona
Deliri religiosi: essere un inviato di dio, dio non potrà mai perdonarmi e andrò
all’inferno
SCHIZOFRENIA
Dimensione negativa
- appiattimento dell’affettività: inespressività, diminuzione dei movimenti spontanei,
scarsità delle gestualità espressive, scarso contatto visivo, tono piatto e incolore, assenza
di risposta affettiva
- povertà del linguaggio (ridotta quantità di linguaggio prodotto), povertà del contenuto
del linguaggio (pochi informazioni, vaghe e ripetitive)
- riduzione dell’attività motoria, apatia: mancanza di perseverazione nel lavoro,
mancanza di energia fisica, disinteresse, compromissione nella cura della persone e
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nell’igiene
- asocialità: scarsi interessi per attività relazionali, scarsi rapporti stretti
Dimensione disorganizzata
- disorganizzazione del linguaggio: incapacità di organizzare le idee e di parlare in modo
comprensibile
- disorganizzazione del comportamento: agitazione, abbigliamento inconsueto,
comportamenti infantili e inappropriati, difficoltà nello svolgere le attività quotidiane
Schizofrenia
- colpisce uomini e donne in maniera uguale
- esordio nella tarda adolescenza o nella prima età adulta
- tassi elevati di abuso di sostanze e di suicidio
- episodi acuti dei sintomi intervallati da sintomi meno severi ma debilitanti
- i sintomi psicotici tendono ad essere episodici nel tempo, i sintomi negativi e i problemi
cognitivi tendono a restare stabili nel tempo
SCHIZOFRENIA
- percezioni insolite, pensieri strani, emozioni disturbate, anomali motorie
- psicosi: perdita di contatto con la realtà
- la capacità di percepire e di rispondere all’ambiente è disturbata
- pensiero ed eloquio disorganizzato
- percezioni amplificate e allucinazioni
- deliri: idee di cui sono fermamente convinti anche se non hanno nessun riscontro reale
- affettività inadeguata e appiattita: risposte emotivi molto ridotte rispetto alla norma;
emozioni non adeguate alla situazioni; veloci cambi di umore
- eloquio impoverito: parlano e pensano poco
- apatia, assenza di volontà, mancanza di energia
- isolamento sociale
- movimenti goffi e stereotipati
DISTURBI DI PERSONALITÀ
Disturbo di personalità
- non c’è equilibrio nella personalità e la personalità non si adatta al contesto
- continui conflitti con le altre persone
- tratti che non consentono la formazione di legami di attaccamento e il mantenimento
dei legami affettivi con gli altri
- tratti che interferiscono con la capacità della persona di individuare obiettivi
ragionevoli e raggiungerli
DISTURBI DI PERSONALITÀ
- disturbo di personalità: modello molto rigido di esperienza interiore e di
comportamento esteriore. Questo modello è osservabile nella maggior parte delle
interazioni dell’individuo, persiste negli anni ed è molto diverso dalle esperienze e dai
comportamenti attesi in generale. Il modello devia marcatamente rispetto alle
aspettative della cultura dell’individuo e conduce a un disfunzionamento. Il modello è
stabile e di lunga durata
- spesso chi ne è affetto non ne è assolutamente consapevole e non riesce a ricondurre le
proprie difficoltà al proprio modo inflessibile di pensare e di comportarsi
- l’esordio avviene nell’adolescenza o nella prima età adulta
Cluster A: strano-eccentrico
- paranoide
- schizoide
- schizotipico
● comportamenti insoliti e bizzarri, assetto cognitivo caratterizzato da pensiero magico,
ipersensitività emotiva, sfiducia nei confronti delle altre persone, tendenza
all’isolamento sociale
Cluster B: drammatico-emotivo-impulsivo
- antisociale
- borderline
- narcisistico
- istrionico
● atteggiamenti teatrali, drammatici, elevata impulsività
Cluster C: ansioso-timoroso
- evitante
- dipendente
- ossessivo-compulsivo
● comportamenti finalizzati a ridurre l’ansia
DISFUNZIONI SESSUALI
- presenza di un’anomalia clinicamente significativa nella capacità di avere reazioni
sessuali o di provare piacere sessuale
- tipologie: permanente, acquisita, generalizzata, situazionale
- fattori rilevanti: partner, relazione, vulnerabilità individuale, fattori culturali/religiosi,
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fattori medici
Disfunzioni sessuali
- eiaculazione ritardata
- disturbo erettile
- disturbo dell’orgasmo femminile
- disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile
- disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione
- disturbo del desiderio sessuale maschile
- eiaculazione precoce
Eiaculazione ritardata
- 75-100% dei rapporti sessuali, per almeno 6 mesi, ritardo nell’eiaculazione, infrequenza
o assenza della stessa
- tentativi prolungati di raggiungere l’orgasmo → dolore ai genitali
Disturbo erettile
- 75-100% dei rapporti sessuali, per almeno 6 mesi, difficoltà ad ottenere l’erezione o a
mantenerla fino al completamento dell’attività sessuale
- spesso bassa autostima, poca fiducia in sé stessi e riduzione del senso di mascolinità
- paura/evitamento dei rapporti sessuali
- il partner ha una diminuzione del desiderio e dell’appagamento sessuali
Eiaculazione precoce
- 75-100% dei rapporti sessuali, per almeno 6 mesi, l’eiaculazione si verifica dopo circa 1
minuto dalla penetrazione in vagina e prima che l’individuo lo desideri
- l’eiaculazione può verificarsi anche prima della penetrazione nella vagina
- colpisce solo 1-3% degli uomini
PARAFILIE
● disturbi caratterizzati da:
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- ricorrenti e intensi impulsi sessuali, fantasie o comportamenti eccitanti sessualmente
che si riferiscono a: oggetti o esseri viventi non umani; ricevere e infliggere sofferenza
fisica e morale a sé stessi o al proprio partner; bambini o altre persone non consenzienti
Parafilie: il paziente vive un grande disagio legato alle sue fantasie sessuali
DISFORIA DI GENERE
- il sesso cromosomico è determinato dai cromosomi presenti nello zigote
- il sesso gonadico è determinato dai geni deputati al corretto sviluppo della gonade
differenziale (testicoli/ovaie)
- il sesso genitale riguarda la differenziazione dei genitali
- il sesso fenotipico è determinato dai genitali esterni e dai caratteri sessuali secondari
- il genere fa riferimento agli aspetti culturali
- orientamento sessuale: modalità di risposta della persona ai diversi stimoli sessuali
Disforia di genere
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- disagio affettivo e cognitivo rispetto al genere assegnato
- marcata incongruenza tra il genere assegnato alla nascita e il genere esperito
- forte desiderio di appartenere al genere opposto
- manifestazioni differenti in base all’età: travestirsi con abbigliamento tipico del genere
opposto; prevalenza per i ruoli tipicamente legati al genere opposto nei giochi;
preferenza per i giocattoli, giochi, attività, etc stereotipicamente usati o praticati dal
genere opposto
- disgusto per le caratteristiche sessuali legate al genere di assegnazione
- desiderio/convinzione di liberarsi dalle caratteristiche sessuali primarie e secondarie
- desiderio di acquisire le caratteristiche sessuali del genere desiderato
- tentativi di vivere nel ruolo del genere desiderato
- adozione del ruolo di genere desiderato
ABUSI ALL’INFANZIA
Abuso all’infanzia
- tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emotivo, abuso sessuale, trascuratezza,
negligenza, sfruttamento commerciale o altro che comporti un pregiudizio reale o
potenziale per la salute del bambino e per il suo sviluppo
- in genere il bambino abusato subisce più forme di abuso
Fattori di rischio
● bambini
- età inferiore ai 4 anni
- non desiderati dai genitori
- bambini con esigenze particolari
● genitori
- difficoltà nel legame di attaccamento
- uso di sostanze
- mancanza di affettività
- abuso subito: il genitore ha subito a sua volta degli abusi
● contesto
- famiglia isolata a livello sociale
- presenza di violenza nel contesto familiare allargato
- problemi fisici, di sviluppo o mentali in un membro della famiglia
Maltrattamento fisico
- chi si prende cura del bambino produce lesioni fisiche o permette che tali lesioni si
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producano o mette il bambino in condizione di rischiare di ricevere tali lesioni
- sindrome del bambino scosso: il neonato viene scosso rapidamente dai genitori
Segni fisici
● lesioni cutanee e delle mucose: contusioni, lividi, ematomi; cicatrici; morsi,
escoriazioni, graffi; alopecia traumatica; ustioni
- le contusioni, i lividi e gli ematomi permettono di datare l’evento traumatico e di
riconoscere l’agente che li ha prodotti
● lesioni scheletriche: fratture
● lesioni degli organi interni
Altri segni: vari ricoveri in diversi ospedali; ricoveri i ore serali; incidente narrato in
contrasto con la gravità delle lesioni; è passato troppo tempo tra la lesione e il ricorso al
medico; i genitori esitano a raccontare l’evento e hanno uno stato emotivo incongruo
Maltrattamento psicologico
- comportamenti attivi od omissioni psicologicamente dannosi
- comportamenti finalizzati a svalutare, umiliare, isolare il bambino
- svalutazione, disprezzo, ostilità, rifiuto verso il bambino
- critica insistente sull’aspetto, sul comportamento o sulla personalità del bambino
- l’adulto ha un mancato riconoscimento e/o una percezione distorta dei bisogni
fondamentali del bambino
Segni emotivi: ansia; percezione del mondo come una minaccia; scarsa autostima;
assenza di fiducia; inutilità e tristezza
Incuria
- i genitori forniscono poche cure fisiche e psicologiche al bambino
- segni fisici: vestiti inadeguati all’età, al sesso, alla stagione; scarsa igiene; denutrizione
o ipernutrizione; rallentamento della crescita
- segni comportamentali: ritardo psicomotorio; ritardo del linguaggio; iperattività;
disturbo dell’attenzione; assenze a scuola; scarso rendimento scolastico
- notizie sullo stato di salute del bambino: difficile anamnesi, assenza del monitoraggio
dello stato di accrescimento, patologie non curate
Discuria
- le cure sono qualitativamente inadeguate al momento evolutivo del bambino:
iperprotettività, imposizione di ritmi e acquisizioni precoci, aspettative irrazionali
- indicatori: precoce/ritardata acquisizione dello sviluppo motorio, del linguaggio, della
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lettura, della scrittura e dell’autonomia; scolarizzazione precoce; comportamento
pseudo-adulto o immaturo; disturbi nella regolazione dell’alimentazione, del controllo
sfinterico, del sonno
Ipercuria
- cura eccessiva dello stato fisico e psicologico del bambino con persistente e dannosa
medicalizzazione
- le cure vengono fornite in modo eccessivo e dannoso
- tre forme cliniche:
1. sindrome di munchausen per procura
2. chemical abuse
3. medical shopping
Medical shopping: continue visite da medici diversi per sintomi e quadri patologici
che il bambino in realtà non presenta; secondo la madre il bambino soffre di una
malattia cronica o inguaribile e quindi la madre lo porta da vari medici
Abusi sessuali
- coinvolgimento di bambini in attività sessuali senza la loro completa consapevolezza
e/o senza possibilità di scelta o in violazione delle leggi e dei tabù sociali
- abusante: colui che commette l’abuso; può essere un adulto, un adolescente o un
bambino
Abuso manifesto
- vittime prevalentemente femmine
- maschi abusati dalla madre e dal padre
- abuso madre-figli fin dalla più tenera età
- l’abuso manifesto si ha a tutti i livelli socio-economici (ricchi e poveri)
Abuso extrafamiliare
- il bambino viene abusato sessualmente da persone che si collocano al di fuori del
nucleo familiare
- es: sconosciuti, baby sitter, insegnanti, allenatori, amici di famiglia, etc
- l’abuso viene di solito fatto su bambini trascurati fisicamente ed emotivamente → il
bambino non è in grado di discriminare i pericoli e spesso vive l’abuso come la possibilità
di ricevere attenzione
Pedofilia
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- avere rapporti sessuali con bambini o persone in età prepuberale
- pedofilo omosessuale: il pedofilo si identifica con il bambino e lo vuole amare come se
fosse una madre
- pedofilo compulsivo: il pedofilo svolge una vita normale ma ha delle spinte irrefrenabili
a fare sesso con i bambini
- pedofilo regressivo: il pedofilo sceglie bambini in condizione di inferiorità; il pedofilo
ha una personalità immatura e non riesce a stabilire relazioni con i propri coetanei.
- pedofilo perverso: il pedofilo vede il bambino non come una persona, ma come un
oggetto sessuale
- membri di sette sataniche
Abuso sessuale
- segni fisici: prurito, infiammazione, contusioni, graffi nell’area genitale o anale;
difficoltà a camminare o a sedersi; dilatazione anale; apertura vaginale; corpi estranei
nella vagina o nel retto; presenza di liquido seminale; pubertà precoce; gravidanza in
adolescenza
- segni comportamentali: atteggiamento remissivo; conoscenza precoce del
comportamento sessuale; introduzione di oggetti nella vagina; comportamento
seduttivo; distorsione della percezione del corpo; vergogna e rifiuto a spogliarsi; disturbi
alimentari; comportamenti aggressivi verso gli adulti; scarsa socializzazione; bambini
che si comportano come adulti; rendimento scolastico basso e assenze a scuola
- segni emotivi: ostilità, paura, ansia, depressione, fobie e ossessioni per lo sporco e per
l’intrusione
Violenza assistita
- bambini costantemente esposti alla violenza familiare
- conseguenze: il bambino si identifica come vittima e/o violento; normalizzazione del
comportamento aggressivo; inibizione dell’aggressività; disturbi emotivi
- segni comportamentali: aggressività, crudeltà, comportamento antisociale, iperattività
- segni emotivi: ansia, rabbia, depressione, scarsa autostima, vergogna
- segni cognitivi: disturbi dell’attenzione, ritardi nello sviluppo, scarso rendimento
scolastico
- segni fisici: disturbi del sonno, inadeguato sviluppo psicomotorio
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DISTURBO OPPOSITIVO-PROVOCATORIO
- umore collerico/irritabile e comportamento polemico/provocatorio o vendicativo che
dura almeno 6 mesi
- umore collerico/irritabile: va spesso in collera; è spesso permaloso o contrariato; è
spesso risentito
- comportamento polemico/provocatorio: litiga spesso con gli adulti; sfida attivamente o
si rifiuta di rispettare le richieste provenienti dagli adulti; spesso irrita deliberatamente
gli altri; spesso accusa gli altri per i propri errori e per il proprio cattivo comportamento
- comportamento vendicativo: è stato dispettoso o vendicativo almeno 2 volte negli
ultimi 6 mesi
- persistenza e frequenza dei sintomi
- per i bambini con meno di 5 anni, il comportamento si deve verificare quasi tutti i
giorni per almeno 6 mesi
- per le persone con più di 5 anni, il comportamento si deve verificare almeno una volta a
settimana per almeno 6 mesi
- no disturbo da disregolazione dell’umore dirompente
- nei bambini è più frequente nei maschi
- esordio tipico nell’età scolare
- spesso precede il disturbo della condotta
DISTURBO OPPOSITIVO-PROVOCATORIO
- disturbo dell’infanzia in cui il bambino si oppone polemicamente agli adulti, perde la
calma, usa un linguaggio volgare, manifesta intensa rabbia e rancore
- spesso sono ostili e disubbidienti e manifestano comportamenti negativi (molestano
altre persone e accusano gli altri dei propri errori e problemi)
PIROMANIA
- appiccamento deliberato e intenzionale del fuoco in più di una occasione
- tensione o eccitazione emotiva prima dell’atto
- la persona è affascinata, interessata, incuriosita e attratta dal fuoco e dai suoi contesti
- piacere, gratificazione o sollievo quando viene appiccato il fuoco o quando si assiste o si
partecipa ai momenti successivi
- l’appiccamento del fuoco non è messo in atto per esprimere rabbia o vendetta, per un
vantaggio economico, come espressione di un’ideologia sociopolitica, per occultare
un’attività criminosa, per migliorare le proprie condizioni di vita, in conseguenza di un
delirio o di un’allucinazione, o come risultato di una compromissione del giudizio
- no disturbo della condotta, episodio maniacale, disturbo antisociale di personalità
- esordio tipico: adolescenza
- più frequente nei maschi
CLEPTOMANIA
- ricorrente incapacità di resistere all’impulso di rubare oggetti di cui non c’è bisogno per
l’uso personale o per il valore economico
- crescente sensazione di tensione prima di commettere il furto
- piacere, gratificazione o sollievo quando il furto viene commesso
- il furto non viene compiuto per esprimere rabbia, vendetta né in conseguenza di un
delirio o di un’allucinazione
- no disturbo della condotta, episodio maniacale, disturbo antisociale di personalità
- più frequente nelle femmine
- spesso associata ad acquisti compulsivi, depressione, bipolarismo
- i cleptomani sono consapevoli che rubare è sbagliato e tentano in ogni modo di
resistere all’impulso; hanno paura delle conseguenze legali
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