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I minori

Il maltrattamento
Il maltrattamento minorile è una forma di violenza, abuso o negligenza nei confronti dei bambini
e degli adolescenti, commessa da adulti o da altri individui in posizione di potere o responsabilità
verso il minore, che causa danni fisici, emotivi o psicologici.
Il maltrattamento è evento altamente destabilizzante che, specialmente in individui in fase di
crescita, può impedire lo sviluppo della personalità dell'autostima positiva.
Il maltrattamento può concretizzarsi attraverso:
• Condotte attive: lesioni e percosse, atti sessuali, eccesso di cure (ipercuria), cure non adeguate
all'età del bambino (discuria).
• Condotte omissive: tali da far mancare il bambino affetto, cure e attenzioni (incuria) fino
all'abbandono vero e proprio.

Condizioni che aggravano il maltrattamento


Vi sono delle condizioni che aggravano il maltrattamento ancora di più.
1. Il maltrattamento che avviene in famiglia: la famiglia dovrebbe essere un luogo di protezione
sicuro, in cui ogni bambino trova amore e affetto. Se essa diventa luogo di maltrattamento, il
minore perde ogni punto di riferimento.
2. La forte dipendenza tra la vittima e soggetto maltrattante: un maltrattamento commesso da
parte di figure adulte con cui vi è un legame affettivo molto forte risulta essere maggiormente
traumatizzante per il minore.
3. La ripetizione nel tempo del maltrattamento: un unico caso di violenza su minore provoca
conseguenze meno accentuate, rispetto a un maltrattamento che si protrae nel tempo.
4. Il ritardo della famiglia nella protezione del figlio: la famiglia non si accorge delle violenze
che subisce il figlio o che, pur accorgendosene, non interviene per cambiare la situazione,
contribuendo ad ostacolare lo sviluppo di un autostima positiva.

Fattori di rischio nel maltrattamento:


Esistono alcuni fattori di rischio nel maltrattamento:
• Nel minore: età inferiore ai tre anni, disabilità, disturbo del sonno, pianto notturno, bambini
eccessivamente aggressivi.
• Inerenti ai fattori sociali: disoccupazione, condizioni abitative inadeguate, Stato economico
basso, famiglia mono parentale.
• Nel genitore: età inferiore ai 20 anni, genitore maltrattato da bambino, malattie mentali/
depressione, tossico dipendenza, alcolismo, rifiuto della gravidanza e della maternità.

I diversi tipi di maltrattamento


Il maltrattamento fisico
Il maltrattamento fisico è un tipo di maltrattamento visibile perché produce sul corpo lesioni che
non possono essere imputate a eventi accidentali.
Esso comprende percosse, ustioni, lacerazioni, lividi, lesioni interne, fratture ecc.
Può trattarsi di maltrattamento quando gli adulti:
- Ritardano la richiesta dell'aiuto medico;
- Negano l’accaduto;
- Riportano un racconto vago e generico;
- Raccontano versioni diverse del fatto;
- Non dimostrano sensi di colpa per ciò che è avvenuto;
Può trattarsi di maltrattamento se il minore:
- Si rifiuta di farsi visitare e si dimostra eccessivamente impaurito;
- Ha avuto precedenti ricoveri ospedalieri;
Indicatori fisici Indicatori comportamentali

- Lividi sul viso, sulle braccia, sulle gambe; - Bambini particolarmente ostili all’autorità;
- Ferite, cicatrici, graffi in parti del corpo poco - Bambini violenti con difficoltà a giocare con gli
esposte; altri;
- Segni di morsi o cinghiate; - Bambini estremamente passivi, sottomessi;
- Fratture, lussazioni; - Bambini con repentini cambiamenti di umore;
- Presenza di un abbigliamento non appropriato le - Bambini che mostrano un attaccamento
condizioni climatiche che lascia intuire il discriminato verso gli estranei, sono riluttanti a
desiderio di nascondere i segni del tornare a casa;
maltrattamento; - Bambini che mostrano elevata difficoltà di
concentrazione;

L'abuso sessuale
Per abuso sessuale intendiamo il coinvolgimento di bambini e adolescenti, ancora immaturi e
dipendenti, in attività sessuali di cui essi non conoscono pienamente il senso, senza che sia
loro permesso scegliere.
Se l'abusante è un familiare il bambino si adegua con maggiore remissività alle sue richieste.
Solo giunto l'adolescenza, con una maggiore consapevolezza sessuale, il minore inizia ad
acquisire coscienza dell’abuso.
L'abuso sessuale si verifica anche nei casi in cui il minore venga esposto alla visione e all'ascolto
di vicende a contenuto sessuale non adeguate alla sua età.
L'abuso sessuale si distingue in:
• Intra-familiare, se si verifica all’interno della famiglia;
• Extra-familiare, se si verifica all'esterno di essa;

Indicatori fisici Indicatori comportamentali

- Ferite e graffi ai genitali, seno sulle cosce; - Disturbi del sonno;


- Indumenti intimi lacerati; - Enuresi (emissione involontaria di urina durante il
- Ferite alla bocca o in gola, infiammazioni o sonno)
infezioni; - Problemi emozionali: improvvisi cambi d’umore,
- Dolore e infiammazione nella zona genitale; vergogna, sensi di colpa, crisi acute di ansia e
- Difficoltà a camminare, nel fare attività fisica; pianto;
- Gravidanze molto precoci; - Paura degli adulti o atteggiamento seduttivo nei
loro confronti, o nei confronti dei compagni;
- Conoscenze sessuali inadeguate all’età;
- Rifiuto delle visite mediche o di spogliarsi per
attività sportive;

L’incuria
L'incuria è una condizione caratterizzata dall'assenza di cure e dalla presenza di gravi
carenze nutrizionali e/o affettive.
I genitori non sono in grado di rispondere in modo adeguato i bisogni materiali e psicologici dei
figli.
Indicatori fisici Indicatori comportamentali

- Bambini vestiti in modo inadeguato alla stagione; - Bambini spesso stanchi;


- Bambini regolarmente sporchi; - Bambini che mostrano sempre di avere fame o
- Bambini affetti da pidocchi; che rubano la merenda ai compagni;
- Bambini malnutriti e/o disidratati; - Problemi o ritardi nel linguaggio;
- Deficit nella crescita; - Ricerca di affetto e di attenzioni da parte di
- Ritardo mentale dovuto a carenza di stimoli; estranei;
- -
La discuria
Con il termine discuria si fa riferimento alla distorsione delle cure nei confronti dei minori: in
questo caso le cure vengono effettuate, ma non sono adeguate al momento evolutivo.
Per esempio quando i genitori somministrano cibi frullati a un bambino di sei anni.
Quando si richiedono prestazioni superiori alla possibilità del bambino.
Ipercuria

L’ipercuria
Con il termine iper curia si fa riferimento a tutte quelle situazioni in cui si è in presenza di cure
eccessive nei confronti del minore.
Un esempio è la sindrome di munchausen, un genitore, di solito la madre, induce un apparente
malattia nel figlio allo scopo di attirare l'attenzione su se stessa e di sentirsi particolarmente utile.

Il maltrattamento psicologico
Il maltrattamento psicologico è un tipo di maltrattamento che trasmette specifici messaggi
negativi che provocano nel minore senso di inadeguatezza fisica e intellettiva, sensi di colpa,
angoscia, terrore, ostacolando così la formazione di una personalità autonoma e positiva.
l maltrattamento psicologico può manifestarsi in diverse forme, tra cui:
1. Umiliazioni e insulto: Un adulto può umiliare, insultare o ridicolizzare costantemente un
bambino, causando danni alla sua autostima e all'immagine di sé.
2. Minacce e intimidazioni: Un adulto può minacciare o intimidire un bambino, creando un
ambiente di paura e insicurezza.
3. Isolamento sociale: Un adulto può isolare intenzionalmente un bambino, privandolo di
interazioni sociali e di sostegno emotivo.
4. Manipolazione emotiva: Un adulto può manipolare le emozioni e i sentimenti di un bambino per
controllarlo o ottenere ciò che desidera.

Indicatori comportamentali

- Scarsissima stima di sé oppure enorme e non realistica stima di sé;


- Apparente maturità: il bambino vuole assumere spesso il ruolo di adulto;
- Bambino infelice, che parla poco;
- Bambino che fa di tutto per riportare l'attenzione su di sé;
- Enuresi;
- Abitudini ripetitive o strane (dondolarsi ripetutamente) stereotipie.

La violenza assistita
La violenza assistita è una forma di violenza in cui il minore non viene abusato direttamente, ma
vive in un contesto familiare in cui si verificano violenze e abusi a cui assiste ripetutamente.
Il bambino che assiste a scene di violenza, sia fisica sia sessuale, prova spesso angoscia e paura
per la catastrofe imminente;
Di solito prova un senso di impotenza perché non può intervenire nei confronti della persona
abusata, e un sentimento di rabbia verso l’aggressore.
La violenza assistita può avere due diverse conseguenze:
• Quella di crescere nella convinzione che la violenza sia alla base delle relazioni affettive e che
i conflitti passano essere affrontati ricorrendo all’aggressività.
• Quello di ricorrere a un distanziamento affettivo tale da provocare una sterilizzazione delle
emozioni. Distanziandosi affettivamente, il minore può arrivare a rinunciare al legame con uno dei
due genitori, alleandosi con l’altro.
In questa situazione può scattare un meccanismo di identificazione con la vittima o con
l’aggressore:
• nel primo caso il minore assume lo ruolo di difensore, accudisce il genitore più debole e i fratelli
pensando a quali strategie può adottare per evitare che si verifichi la violenza. Si verifica così un
inversione dei ruoli tra genitori e figli, estremamente dannosa per lo sviluppo della personalità
del minore.
• Nel secondo caso il figlio riproporrà da adulto le stesse modalità violente adottate dal genitore
aggressore.

Le conseguenze
I minori maltrattati possono sviluppare:
• Un forte senso di inferiorità nei confronti dell'ambiente in cui vivono o degli individui con cui si
relazionano;
• Profondi sensi di colpa per non essere stato in grado di opporsi alla violenza o per averla
addirittura provocata;
Molte vittime di abuso mettono in atto comportamenti autodistruttivi come l'abuso di cibo,
psicofarmaci, droghe o alcol, automutilazioni e tentativi di suicidio.
Molti adulti, vittime di abuso nell'infanzia e nell'adolescenza hanno interiorizzato il messaggio che
“o si domina o si è dominati”, e questo prova con loro due tipi di reazioni:
• La tendenza a controllare il più possibile le persone che li circondano, per non doversi più
trovare nella condizione di vittima indifesa. La persona avrà maggiori possibilità di diventare a
sua volta maltrattante.
• La tendenza a cercare relazioni in cui continuare a sottomettersi alla volontà altrui e subire
ancora una volta il dominio degli altri. La persona avrà maggiori possibilità di diventare
nuovamente vittima.
Gli individui avranno molta difficoltà instaurare relazioni soddisfacenti con gli altri e spesso i
loro rapporti saranno caratterizzati da instabilità e conflitti.
Sono caratterizzati da un profondo senso di potenza che li porta a essere poco combattivi e ad
avere un atteggiamento passivo nei confronti della vita.

Cosa fare di fronte a un caso di sospetto maltrattamento?


Nel caso in cui un operatore abbia il sospetto di essere di fronte a un caso di maltrattamento deve:
• Condividere tali sospetti con gli altri operatori, in modo che sulla stessa situazione vi siano
pareri diversi dal punto di vista delle competenze professionali.
• Creare le condizioni in cui si possa osservare il minore in compagnia dei genitori affinché si
possono notare i comportamenti di entrambi e il tipo di interazione che intercorre.
è invece sconsigliato:
• Informare i genitori del sospetto, in quanto ciò potrebbe influenzare i comportamenti di
entrambe le parti.
• Fare domande al minore interessato, perché spesso egli non è consapevole del maltrattamento
subito.
Una volta che i sospetti siano stati accertati è opportuno denunciare il maltrattamento.

Gioco e disegno come strumenti diagnostici e terapeutici


Il gioco e il disegno offrono ai minori un modo non verbale per esprimere ed elaborare le loro
esperienze traumatiche.
Attraverso il gioco simbolico e l'uso delle immagini nel disegno, i bambini possono rappresentare e
comunicare le loro emozioni, facilitando la comprensione e l'elaborazione del trauma.
Il gioco della sabbia è una forma di terapia espressiva che coinvolge l'uso di un vassoio di sabbia
e una varietà di miniature o oggetti simbolici.
I minori sono invitati a creare scene o paesaggi nella sabbia, rappresentando
simbolicamente le proprie esperienze traumatiche. Questo approccio terapeutico favorisce
l'espressione, la comunicazione e la guarigione.
la presa in carico di un minore maltrattato
Le fasi principali coinvolte nella presa in carico di un minore maltrattato:
1. Segnalazione: Le segnalazioni possono provenire da diverse fonti, come insegnanti, operatori
sanitari, assistenti sociali, vicini di casa o famigliari. Le segnalazioni vengono valutate per
determinare la gravità del caso e l'azione necessaria.
2. Valutazione e indagine: Dopo la segnalazione, viene avviata un'indagine per raccogliere
informazioni e valutare la situazione del minore. Questo può coinvolgere interviste con il
minore, gli adulti responsabili, i membri della famiglia e altre persone coinvolte. L'obiettivo è
comprendere la natura e l'entità del maltrattamento, valutare il rischio per il minore e
determinare le necessità immediate.
3. Protezione e sicurezza: Se viene determinato che il minore è in pericolo, vengono messe in
atto misure di protezione e sicurezza immediate. Questo potrebbe includere il collocamento
temporaneo del minore in una struttura di accoglienza sicura.
4. Intervento e supporto: Una volta garantita la sicurezza del minore, vengono avviate misure di
intervento e supporto a lungo termine. Ciò può includere l'accesso a servizi di salute mentale,
supporto psicologico, servizi sociali, consulenza familiare, supporto educativo e altre risorse
necessarie per il benessere del minore e della sua famiglia.
5. Coinvolgimento della rete di supporto: Durante la presa in carico, è importante coinvolgere
la rete di supporto del minore, che può includere parenti, insegnanti, assistenti sociali,
operatori sanitari e altri professionisti.
6. Monitoraggio e valutazione: Il processo di presa in carico prevede anche il monitoraggio
continuo della situazione del minore e la valutazione dei progressi e dei risultati ottenuti.
Questo assicura che le misure adottate siano efficaci e si adattino alle esigenze mutevoli del
minore nel tempo.
L’intervento sui minori vittime di maltrattamento
L'intervento nei confronti di minori vittime di abusi e violenza si suddivide in tre momenti: il
rilevamento, la diagnosi e la presa in cura del minore.

Il rilevamento del maltrattamento


Il rilevamento è il processo che permette di individuare e riconoscere alcuni sintomi che
potrebbero essere riconducibili a un maltrattamento.
Gli operatori che, prima degli altri, possono effettuare il rilevamento di una condizione a rischio
sono i pediatri, poiché conosco il bambino fin da piccolo e ne seguono lo sviluppo della nascita.
Durante le visite il pediatra poi accorgersi della presenza di particolari lesioni o di
comportamenti non adeguati al momento evolutivo del bambino.
Nei casi di famiglie maltrattanti, però, spesso le visite pediatriche sono poco frequenti o inesistenti.
Anche gli educatori e gli insegnanti possono rilevare il maltrattamento.
Una volta rilevato l'abuso, occorre segnalare il caso ai servizi sociali della zona di competenza
affinché il minore possa essere presa in carico.

La diagnosi
Dopo aver fatto la segnalazione ai servizi sociali zona, occorre effettuare una diagnosi che confermi
l’abuso:
La diagnosi comprende due fasi:
Quella medica, che si basa su diversi esami e visite, tra cui:
- Visita pediatrica che prende in considerazione lo stato di salute del minore, il suo
accrescimento corporeo ed eventuali lesioni a livello fisico, a cui si deve aggiungere una
visita specialistica, se ci si trova di fronte a un sospetto caso di abuso sessuale.
- Radiografie per verificare eventuali traumi, contusioni e fratture;
- Tac cerebrale per accertare o escludere possibili traumi al cervello;
- Ecografie addominali per valutare eventuali lesioni agli organi interni, provocate dalla violenza
fisica;
- Esami del sangue.
Quella psicologica, rivolta sia al minore sia la sua famiglia.
- La diagnosi psicologica rivolta minore permette di valutare l'entità del disagio e di
individuarne i punti di forza e di debolezza.
- Quella rivolta alla famiglia permette di comprendere la composizione della struttura
familiare.

La presa in cura del minore


Nel momento in cui viene diagnosticato maltrattamento su un minore è fondamentale la presa in
cura.
La presa in cura del minore si basa su una terapia di carattere medico e/o psicologico.
- La terapia medica si pone l'obiettivo di curare le lesioni fisiche e le patologie conseguenti alla
violenza subita. Può anche comprendere i controlli periodici per monitorare le condizioni fisiche
del minore e valutare il suo stato di accrescimento.
- La terapia psicologica ha diversi obiettivi, tra cui:
• Elaborare e gestire le reazioni emotive suscitate dalla violenza subita;
• Recuperare la relazione compromessa con i genitori;
• Attenuare la sintomatologia manifestata.

La psicoterapia che si attua con i bambini si avvale dell'utilizzo di alcuni strumenti, quali il gioco e il
disegno.
La famiglia multi - problematica
Si definisce famiglia multiproblematica un gruppo familiare in cui più del 50% dei membri ha
sperimentato dei problemi di carattere sanitario, sociale o legale, in un arco di tempo
predefinito.
Le famiglie multiproblematiche sono caratterizzate dalla presenza di:
- Un alto livello di conflittualità intrafamiliare ed extrafamiliare, da cui derivano abusi e
comportamenti violenti.
- La presenza di situazioni di povertà e marginalità (perdita del lavoro, casa);
- L'incapacità di amministrare economicamente la famiglia (perdita di lavoro, precarietà del
lavoro);
- L'appartenenza a gruppi sociali devianti (ladri, spacciatori, mafiosi);
- Incapacità di prendere consapevolezza del problema e di affrontarlo;

Due tipologie di famiglie problematiche:


La famiglia invischiata è caratterizzata da una serie di conflitti e dinamiche disfunzionali che
rendono difficile il raggiungimento di un equilibrio stabile.
I rapporti sono invischiati, caratterizzati dalla mancanza di definizione dei ruoli all'interno della
famiglia.
Ciò porta a conflitti costanti, mancanza di comunicazione efficace e difficoltà nella risoluzione dei
problemi.
La famiglia disimpegnata è caratterizzata da una mancanza di coinvolgimento emotivo e
interazione tra i membri della famiglia.
I membri possono apparire distanti, disinteressati e separati, con poca o nessuna connessione
emotiva.

IL PROGETTO PIPPI
Programma di Interventi per la Prevenzione dell'Istituzionalizzazione
l Progetto Pippi è un'iniziativa ispirata al personaggio letterario di Pippi Calzelunghe, che si rivolge
a minori che possono trovarsi in diverse situazioni, come ad esempio bambini con difficoltà
familiari o sociali, bambini in situazioni di disagio o marginalità.
Attraverso attività ludiche, artistiche, sportive e di gruppo, il progetto mira a favorire lo sviluppo
globale del bambino, stimolandone la curiosità, la fiducia in sé stesso e la capacità di relazionarsi
con gli altri. Vengono promosse l'inclusione, l'empowerment e l'accettazione delle diversità.
Il Progetto Pippi inoltre si impegna anche a prevenire l'istituzionalizzazione dei bambini, creando
una rete di supporto che sostenga le famiglie nel loro ruolo di genitori e favorisca la
permanenza dei minori nel loro ambiente familiare.
Servizi per Minori
COMUNITÀ educativa per minori
La Comunità Educativa per Minori è una struttura educativa residenziale a carattere
comunitario, che si caratterizza per la convivenza di un gruppo di minori con un’equipe
multiprofessionale formata da: educatori professionali, pedagogisti, psicomotricisti, e personale
ausiliario; ad essi si affiancano figure esterne di supporto: psicologi, neuropsichiatri infantili,
assistenti sociali.
Le comunità alloggio svolgono attività volte a sviluppare le potenzialità evolutive, educative,
sociale, cognitive e personali di ciascuno dei minori favorendo un clima familiare, considerato
elemento indispensabile per lo sviluppo psichico, affettivo, cognitivo e sociale.
L'obiettivo della Comunità Educativa è integrare o sostituire le funzioni familiari
temporaneamente compromesse, accogliendo il minore in un contesto educativo adeguato,
favorendo la definizione di un progetto più stabile per il minore: ritorno in famiglia, affidamento
familiare, adozione.
È importante creare un ambiente terapeutico globale ovvero uno spazio totalmente positivo a
disposizione di soggetti sofferenti, finalizzato a permettere loro di ritrovare fiducia nel mondo
esterno e una condizione di benessere psicologico.

ADI - ASSISTENZA DOMICIALIARE MINORI


L’Assistenza Domiciliare Minori (ADM) è un servizio che sostiene la famiglia in situazioni di
difficoltà, attraverso una relazione educativa con i minori ed un supporto costante alla genitorialità.
L’obbiettivo principale dell’ADM è consentire la permanenza del minore nel suo ambiente di
origine e combattere l’istituzionalizzazione.
L’assistenza domiciliare assicura:
• supporto nella attività della vita, quali l’alimentazione, la cura e la custodia, l’istruzione, il tempo
libero del minore ove la famiglia sia in difficoltà nell’assolvimento di questi compiti;
• osservazione e monitoraggio della situazione familiare

Centro diurno per minori


Il Centro diurno per minori è un servizio semiresidenziale di natura assistenziale ed educativa,
finalizzato a sostenere minori in età compresa tra i 6 e i 18 anni in situazioni di disagio che
manifestano particolari bisogni di sostegno, di accoglienza e di relazione.
All'interno del centro diurno i bambini e gli adolescenti sono seguiti da educatori professionali
che hanno il compito di facilitare lo sviluppo delle competenze socio relazionali e il rispetto
delle regole, favorendo la maturazione affettiva, sociale e intellettuale.
Il Centro diurno offre diverse attività, tra cui;
- attività ludico-ricreative;
- attività di sostegno scolastico;
- attività di sostegno neuropsicologico;
- attività sportive che hanno come fine la socializzazione;
- attività formative e culturali: organizzazione di uscite, gite, escursioni;

Casa famiglia
Una casa famiglia è una struttura educativa residenziale destinata alla convivenza stabile di
bambini con due o più adulti i quali assumono le funzioni genitoriali e assicurano accoglienza,
cura e tutela dei minori.
In una comunità familiare possono essere ospitati all'interno di ogni nucleo un massimo di 6 minori.
In questo servizio sono presenti educatori professionali che collaborano nella gestione delle attività
quotidiane.
Gli educatori sono supportati da diverse figure professionali: assistenti sociali, pedagogisti,
psicologi che intervengono nel monitoraggio delle situazioni.
È importante creare un ambiente terapeutico globale ovvero uno spazio totalmente positivo a
disposizione di soggetti sofferenti, finalizzato a permettere loro di ritrovare fiducia nel mondo
esterno e una condizione di benessere psicologico.

L’IMPORTANZA DI UN AMBIENTE ACCOGLIENTE


È fondamentale fornire agli utenti l'occasione di vivere un ambiente accogliente in cui si possano
sentire a proprio agio.
L'operatore che lavora in una comunità dovrà quindi compiere gesti quotidiani per comunicare
messaggi di affetto e protezione, per sostenere e infondere sicurezza.
Sarà quindi fondamentale raccontare una fiaba i bimbi più piccoli, augurare la buonanotte,
rimboccare le coperte, preparare la colazione, il pranzo e la cena, fare un dolce, aiutare nello
studio, guardare un film insieme, rimproverare per un comportamento scorretto, esultare di fronte
ai successi ecc..

LA ROUTINE QUOTIDIANA E LE REGOLE


Uno degli elementi fondamentali all'interno di una comunità è la routine quotidiana.
La routine quotidiana permette agli utenti di acquisire consapevolezza rispetto agli avvenimenti
della giornata: la giornata scandita da momenti ben precisi e definiti offre loro la possibilità di
acquisire i ritmi dell'impegno e del tempo libero nella giusta misura.
I minori accolti in comunità spesso hanno vissuto in situazioni di instabilità affettiva e materiale
che hanno scatenato in loro la paura per l’imprevedibile.
Per questo motivo, scandire la giornata in modo predefinito e prevedibile infonde negli ospiti
sicurezza e ne limita l’ansia.
Un altro elemento fondamentale sono le regole, sia quelle che facilitano la gestione della
quotidianità (orari, turni di pulizia ecc.) sia quelle a cui si ricorre per evitare conflitti tra gli
utenti (decidere chi sceglie il programma TV o l'attività da svolgere ecc..).
È inoltre importante condividere le regole con i bambini e i ragazzi che vivono nella comunità,
stringendo con loro una sorta di patto formativo, in cui ci si impegna reciprocamente a osservare
le regole e a non trasgredirle.
Gli operatori devono quindi impegnarsi anche loro nel rispetto delle regole, fornendo agli ospiti
un modello di comportamento che possa facilitare l'interiorizzazione delle norme condivise.
Il momento in cui le regole vengono violate, l'équipe può intervenire adottando alcune punizioni,
che risultano efficaci solo se inserite all'interno di un contesto di accettazione e ascolto del minore.
I servizi per minori
L'adozione
L'adozione è un procedimento legale attraverso il quale una persona o una coppia assume la
responsabilità genitoriale di un minore che non può essere cresciuto dai propri genitori biologici.
L'obiettivo principale dell'adozione è quello di offrire al minore una famiglia amorevole e stabile,
garantendogli l'affetto, la cura e le opportunità di crescita che ogni bambino merita.

L'affido
L'affido è un'altra forma di protezione per i minori che prevede il collocamento temporaneo del
minore presso una famiglia affidataria.
L'affido può essere temporaneo o a lungo termine, a seconda delle circostanze. L'obiettivo
dell'affido è quello di offrire al minore un ambiente familiare sicuro e stabile, fornendo il sostegno
necessario per il suo sviluppo e la sua crescita.
I centri diurni per minori
I centri diurni per minori sono strutture che accolgono i bambini durante il giorno, offrendo loro un
ambiente protetto, educativo e stimolante. Questi centri forniscono attività di apprendimento,
gioco, supporto emotivo e sociale, e possono essere un'alternativa per i minori che non possono
essere accuditi a tempo pieno dalle loro famiglie. L'obiettivo dei centri diurni è quello di garantire
un ambiente sicuro e favorire il benessere, lo sviluppo e l'integrazione sociale dei minori.

Le comunità alloggio
Le comunità alloggio sono strutture residenziali che offrono alloggio, assistenza e sostegno ai
minori che non possono vivere con le proprie famiglie per vari motivi.
Le comunità alloggio hanno lo scopo di fornire un ambiente stabile e protetto in cui i minori
possano crescere, svilupparsi e ricevere il sostegno necessario per affrontare le difficoltà che
hanno incontrato nelle loro famiglie d'origine.

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