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• Tendenza all'isolamento
L’essere stati oggetto di bullismo è inoltre un fattore di rischio per lo sviluppo di una serie di disturbi
psichiatrici tra cui:
• Disturbi alimentari
• Disturbi d’ansia
• Disturbi dell’umore
• Dismorfofobia.
Il miglior amico del bullismo è da sempre il silenzio. Per
questo motivo davanti a questo fenomeno si consiglia di:
▪ mostrarsi sicuro si se stesso: il potere dei bulli si nutre della
fragilità e della sottomissione delle vittime, per cui il
consiglio è di mostrarsi sicuro e non rispondere in modo
aggressivo, ma con un linguaggio che indichi sicurezza e
tranquillità.
▪ comunicare in modo diretto: ovvero essere assertivi e non
aggressivi, rispondere agli insulti e/o alle minacce del bullo
con freddezza e senza accogliere la sfida è il miglior modo
per smontare la sua aggressività.
▪ non affrontare il bullo da solo: il potere del bullo proviene
anche dalla sua alleanza con altre persone, per cui il
consiglio è quello di creare una rete di alleanze con amici o
anche con professori, e in questo modo, spezzare il circolo
di omertà del bullo che si sentirà meno protetto.
▪ non aspettare per agire: l’aggressione deve essere spenta
fin da subito per evitare di assumere il ruolo di vittima. Nel
caso in cui il bullo diventi pericoloso è indispensabile
rivolgersi direttamente ai responsabili della scuola, ai
genitori o alle forze dell’ordine.
il 50% degli 11-17enni sono colpite più le il fenomeno è diffuso più
ha conosciuto almeno un femmine (20,9%) che i al nord (57%) che al sud
caso di bullismo; maschi (18,8%); (43%);
fenomeni di bullismo
il bullismo viene
il fenomeno colpisce più avvengono anche nei
perpetrato soprattutto in
i licei che le scuole di corridoi della scuola
aula (27%) o in autobus
formazione (14%) o in cortile
per recarsi a scuola
professionale; durante la ricreazione
(22,9%);
(16%);
LA STORIA DI NICOLE
Durante il periodo delle scuole medie ho subito atti di bullismo, non fisico ma psicologico. Non sono mai stata una
ragazza molto esuberante, sono piuttosto timida e silenziosa. Ho sempre avuto delle particolarità a livello fisico e
linguistico. Alcune persone, due in particolare, hanno cominciato a prendermi in giro, criticandomi e affibbiandomi
nomignoli. Non mi ricordo precisamente quando è iniziato tutto ma so che i primi problemi sono cominciati in prima
media e finiti al liceo. Non c’è un episodio preciso, è più un insieme di eventi. Mi torna in mente un episodio in
particolare, uno dei primi, che ha coinvolto la mia vecchia classe anche se probabilmente per loro non avrà nessuna
importanza. Durante una lezione il prof. era uscito un attimo dalla classe, due miei compagni hanno iniziato a
lanciarmi delle palline di carta nei capelli. Dopo poco, tutta la classe ha cominciato a tirarmi pezzi di carta,
continuando a ridere. Mi sono sentita piccola, impotente e non sono riuscita a fare niente; successivamente, quando
l’insegnante rientrò nell’aula tutti fecero finta di nulla. I due ragazzi che avevano cominciato a lanciarmi pezzi di
carta non smisero mai di ridere di me. Quando parlavo, loro ridevano. Questi ripetuti eventi hanno condizionato il
mio modo di vivere. Ho sempre avuto una bassa autostima e sentirmi giudicata da persone che non conoscono
niente di me non ha di certo aiutato. Mi hanno fatto sembrare, agli occhi di tutti, un gioco ma dubito che abbiano mai
notato il dolore che mi stavano procurando. I professori nonostante assistessero alle derisioni non facevano niente.
Io, dal mio punto di vista, avevo troppa paura, non solo di cosa sarebbe potuto succedere se mi fossi esposta ma
anche di ammettere quello che stava accadendo perché ammettere qualcosa significa che sta accadendo realmente.
Ho perso completamente fiducia in me stessa …e non l’ho mai più riacquistata. Mi sono chiusa sempre più,
piangevo in silenzio, senza dire niente alla mia famiglia per paura di essere giudicata. Anche adesso preferisco che
nessuno sappia di questa cosa non perché me ne vergogno ma perché è una questione personale. Sono cambiata
molto, per un certo periodo di tempo ho smesso di sorridere. Non volevo più uscire di casa. Ho iniziato ad avere così
tanta paura del giudizio delle persone da sviluppare una paura per le persone stesse. Alcune persone hanno
provato ad aiutarmi e io stessa sto provando ad andare avanti ma non è facile.
Nicole, 16 anni
Il termine stalking, e quindi stalker,
deriva dal verbo to stalk, ossia
"camminare con circospezione",
"camminare furtivamente", e indica
una forma di aggressione messa in
atto da un persecutore che irrompe
in maniera ripetitiva, indesiderata e
distruttiva nella vita privata di un
altro individuo, causando a
quest’ultimo gravi conseguenze
fisiche o psicologiche.
Lo stalking per essere definito tale, deve
comprendere una triade di componenti
necessarie:
- un attore (stalker) che individua una persona
nei confronti della quale agisce la condotta
molesta e persecutoria;
- una serie ripetuta di comportamenti con
carattere di controllo (pedinamenti,
appostamenti, visite a casa o nel luogo di lavoro,
minacce o aggressioni) e/o di
comunicazione (ad es. telefonate, invio di sms,
e-mail, lettere, regali ecc.);
- una vittima (stalking victim) che percepisce
soggettivamente come intrusivi e sgraditi i
comportamenti agiti dall’attore, avvertendoli con
un associato senso di minaccia e di paura.
▪ lo stalker agisce nei confronti di una persona
che è vittima in quanto legata a lui da un
rapporto affettivo basato su una relazione che
può essere reale, ma anche solamente
immaginata;
▪ lo stalking si manifesta in una serie di
comportamenti basati sulla comunicazione e/o
sul contatto e caratterizzati dalla ripetizione,
insistenza e intrusività;
▪ la pressione psicologica legata al
comportamento dello stalker crea nella vittima
uno stato di allerta, emergenza e stress
psicologico, stati d’animo che possono essere
sia percepiti come intrusivi, sgradevoli e
fastidiosi sia legati a sentimenti quali l’angoscia,
la preoccupazione e la paura per la propria
incolumità.
Comunicare continuamente mediante telefono, sms, lettere, mail
a qualsiasi orario;
Pedinare la vittima;
Dal punto di vista psicologico ed emozionale, i Sul piano della salute fisica si riscontrano invece:
sintomi più comunemente riportati dalle vittime
di stalking sono: ▪ Riduzione della libertà
▪ Rabbia ▪ Insonnia
3. La direzione del lavoro: una direzione aziendale carente, che non tiene conto
delle esigenze dei lavoratori è più facile che favorisca la nascita del mobbing
all’interno della sua organizzazione: bisogna fare molta attenzione alla catena di
montaggio ed al lavoro a turni che isolano le persone in quanto un ambiente con
una carente socializzazione è più a rischio di mobbing.