Sei sulla pagina 1di 3

IL BULLISMO

Bullismo: che cos’è? Come nasce? Come si può contrastare?


Dopo aver presentato i principali aspetti del problema, esponi le tue idee e
spiega quali sono a tuo parere i modi migliori per affrontarlo.
Che cos’è:
Il termine BULLISMO è la traduzione italiana dell'inglese bullying ed è
utilizzato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno
ripetutamente fa o dice cose per avere potere su un'altra persona o dominarla.
Secondo Dan Olweus, pioniere degli studi e degli interventi in questo campo,
"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o
vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle
azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni". Il termine
originario "bullying" include sia i comportamenti del "persecutore" che quelli
della "vittima" ponendo al centro dell'attenzione la relazione nel suo insieme.
Spesso non gli si dà molta importanza perché lo si contonde con i normali
conflitti fra coetanei.
Come nasce:
Le cause all'origine del bulismo sono plurime e riconducibili a fattori
individuali o dinamiche di gruppo: il temperamento del bambino, i modelli
famliari, gli stereotipi imposti dai mass media, l’educazione impartita dai
genitori o dalle istituzioni scolastiche e altre variabili collegate all’ambiente
sociale. Gli input che possono determinare comportamenti violenti arrivano
dalla primissima età, già a tre anni si possono ricevere stimoli che possono
veicolare comportamenti aggressivi. Non si diventa violenti o bulli
all'improvviso. Si dovrebbe intervenire, al momento giusto, cercando di
direzionare i ragazzi sin dall'infanzia.
Come si può contrastare?
Essere presenti il più possibile. Una mente in crescita va seguita e indirizzata.
Spesso, ripeto, alla base degli episodi più gravi c'è un disagio familiare e
quello che non si dice è che il “bullo” prima di essere carnefice è stato vittima.
Probabilmente vittima di aggressività che non è solo fisica ma, nella maggior
parte dei casi, verbale e psicologica.
Secondo me le vittime sono spesso avviate ad un meccanismo psicologico
secondo cui "ciò che subiscono è meritato" , meritato per la loro cattiva
condotta nei confronti dei copagni/amici, meritato per lo scarso impegno con
cui si affrontano i dialoghi, meritato per una serie di motivi che la vittima
auto-costruisce all'interno del suo pensiero e di cui l'aggressore s'avvale per
far rispettare la sua volontà. Spesso per scoraggiare la vittima a ribellarsi, il
bullo usa anche le "maniere forti" parliamo di intimidazioni e in scatti d'ira
che sono vera e propria violenza fisica. Non siamo nuovi agli atti di bullismo
in Italia, che ultimamente ha preso una nuova forma, prendendo il nome di
Cyberbullismo: Gli schiaffi ed i pugni ritornano in maniera elettronica tramite
il web, l'amplificazione del messaggio e la sua pubblicità lo rendono molto
pericoloso per la salute psicologica della vittima, la quale, dichiara la Società
Europea di Psichiatria, richia di avere a lungo termine, problemi psichici gravi
come deficit della crescita, ansia, depressione e disturbi da stress post-
traumatico.
Per combattere il fenomeno molte Questure della Polizia di Stato hanno dato
vita ad alcune iniziative tra cui opuscoli, brochure e consigli vari, che
riportiamo qui nel dossier.
Questo è un decalogo da seguire, che io seguirei:
Cose da non fare:
1. offendere gli altri, soprattutto i più deboli;
2. nascondere ai genitori che qualcuno ti fa del male;
3.dire bugie;
4.trattare male un compagno che ti sta antipatico;
5.approfittarsi dei compagni più deboli.

Cose da fare:
1.raccontare sempre tutto ai genitori;
2.raccontare i comportamenti prepotenti, se ne sei vittima, se ne sei
testimone o se ne vieni a conoscenza;
3.difendere, se possibile, i compagni vittime di prepotenze;
4.trattare tutti i compagni allo stesso modo;
5.cercare l’aiuto degli insegnanti, del personale non docente, di altri compagni
se qualcuno ti minaccia.

Akesh Singh

Potrebbero piacerti anche