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I FATTI A SCUOLA TRA SCHERZO E

REATO

Dan Olweus:
“ uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o
vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle
azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni”. (Olweus,
1996).

Il bullismo è un abuso sistematico di potere (prepotenze).

E' possibile riconoscere come prepotenza qualunque aggressione, esplicita o


nascosta, qualunque umiliazione od intimidazione perpetrata da uno/più
bambini ai danni di uno o più compagni.
TRE CONDIZIONI DEL BULLISMO

1. Queste azioni sono reiterate nel tempo


(se sono estemporanee non rientrano nella definizione di bullismo).

2. Sono coinvolti sempre gli stessi soggetti,


di cui uno o alcuni sempre in posizione dominante (bullo);
ed uno o alcuni più deboli e incapaci di difendersi (vittime).

3. Si verificano comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta.

Alcuni autori indicano una quarta condizione: l'intenzionalità.


BULLISMO
La prepotenza deve essere
intenzionale ed orientata a creare un danno.

Questo è un elemento controverso


perché spesso le difficoltà della vittima
non trovano un contraltare
nella consapevolezza del prepotente.

Il lavoro educativo è proprio quello


di promuovere nei ragazzi
la consapevolezza delle proprie azioni
e la capacità di sentire empaticamente
le emozioni dell’altro
IL BULLISMO PUO' ESPRIMERSI
ATTRAVERSO FORME DIVERSE
VERBALI
deridere, insultare, offendere, minacciare,
prendere in giro ripetutamente, fare affermazioni discriminanti.

FISICHE
colpire con pugni o calci,
appropriarsi o rovinare gli effetti personali di qualcuno.

INDIRETTE
diffondere pettegolezzi e calunnie, diffamare,
escludere qualcuno dal gruppo di aggregazione.
E CON MODALITA’ DIVERSE
BULLISMO INDIVIDUALE
le prepotenze sono poste in essere da singoli alunni
BULLISMO DI GRUPPO
c‘è il coinvolgimento dei compagni che operano a sostegno del bullo,
o partecipando attivamente alla prevaricazione o isolando la vittima
e mostrandosi indifferente nei suoi confronti
BULLISMO RELAZIONALE
il gruppo viene usato come strumento di attacco
il gruppo viene manipolato dal prepotente affinché più compagni
partecipino alle prepotenze o molestino la vittima al posto del bullo
CYBERBULLISMO:
le prepotenze vengono riportate nel contesto virtuale di internet.
Sono le molestie attuate attraverso gli strumenti tecnologici.
IL BULLISMO COME FENOMENO DI GRUPPO
Il bullismo è un fenomeno relazionale, non solo a causa della
complementarietà dei ruoli di bullo e vittima, ma anche perchè, di
solito, i compagni possono partecipare alle prepotenze rivestendo i
seguenti ruoli:
Aiutanti del bullo: contribuiscono attivamente alla messa in atto delle
prevaricazioni intraprese dal bullo
Sostenitori del bullo: pur non partecipando attivamente alle prepotenze,
le sostengono manifestando approvazione
Osservatori: è la maggioranza silenziosa, con la loro azione omissiva
rinforzano la prepotenza (nell'indifferenza aumenta la solitudine della
vittima)
Difensori della vittima: aiutano attivamente la vittima, o la consolano o
la confortano
IL BULLO
Anche il bullo,
a sua volta,
può essere, esso stesso,
vittima di sopraffazioni (bullo-vittima)

e il comportamento prepotente
può essere l'espressione di carenze
nell'elaborazione delle esperienze affettive,
nelle competenze sociali
e nelle abilità di gestione del conflitto.
CHE FARE?
Prevenire ed affrontare il bullismo,
dunque ,
significa non solo identificare vittime e prepotenti,
ma affrontare e intervenire sul gruppo dei pari nel suo insieme

In funzione preventiva,
quando siano presenti comportamenti di tipo conflittuale
o un clima relazionale che possono favorire
il sorgere di fenomeni di bullismo,
è necessario attuare interventi mirati sul gruppo classe

Ad es.
percorsi di peer education, gruppi di discussione;
attività di role play.
I FATTI AGGRESSIVI A SCUOLA
PREPOTENZE DIRETTE

Spintoni, calci, schiaffi, pestaggi

Furti, danneggiamenti di beni personali

Offese, prese in giro, denigrazioni

Minacce, estorsioni
I FATTI AGGRESSIVI A SCUOLA
PREPOTENZE INDIRETTE

Diffusione di storie non vere


ai danni di un compagno

Esclusione di uno o più compagni


da attività comuni
(scolastiche ed extrascolastiche)
CYBERBULLISMO
Invio di sms, mms, e mail
offensive e di minaccia

Diffusione di messaggi offensivi


ai danni della vittima,
attraverso la divulgazione di sms o di @
nelle mailing list o nelle chat line.

Pubblicazione nel cyberspazio


di foto o filmati che ritraggono prepotenze
o in cui la vittima viene denigrata.
PREPOTENZE O SCHERZO?
PREPOTENZE O REATO?
E IL LITIGIO?
Le etichette
scherzo, litigio, bullismo, reato sono alternative
e riguardano la qualità della relazione.
LO SCHERZO
è un evento divertente, che non ha l'intenzione di ferire ed ammette
reciprocità
IL LITIGIO
è un dissidio occasionale che nasce intorno ad una incomprensione,
ma non è ripetuto nel tempo.
Due persone possono litigare anche molto aspramente
senza per questo rivolgersi delle prepotenze,
e poi chiarirsi e tornare a rapportarsi in modo sereno
IL BULLISMO
è una relazione fatta di prepotenze ripetute,
sempre tra le stesse persone,
in una situazione di squilibrio di forze,
dove chi ha il potere lo utilizza volutamente per ferire il più debole

IL REATO
Un comportamento configura un reato
se infrange una norma giuridica.
Questo può accadere con atti di bullismo,
ma anche con azioni all'interno di semplici litigi
PREPOTENZA O SCHERZO?
Il limite tra scherzo e prepotenza è poco definito

Ci sono dei meccanismi psicologici,


denominati meccanismi di disimpegno morale da Bandura,
con cui i ragazzi giustificano le loro aggressioni.

Spesso, attraverso questi meccanismi,


il bullismo viene presentato
dai prepotenti e dai loro compagni
come azione scherzosa.
DISIMPEGNO MORALE
Uso di eufemismi: Non era una prepotenza, stavo solo scherzando
Minimizzazione e negazione del danno:
Non gli ho fatto del male, lo stavo solo prendendo in giro
Inconsapevolezza del danno:
Non sapevo che il mio comportamento lo mettesse in difficoltà.
Colpevolizzazione della vittima: E' colpa sua se lo tratto male...se le cerca!!
Diffusione di responsabilità:
Non è colpa mia, non volevo, ero in gruppo e mi sono lasciato trascinare
Spostamento della responsabilità: Non è colpa mia, è stato X
Giustificazione morale:
Faccio bene a prenderlo in giro così X capisce come deve comportarsi.
Confronto vantaggioso: Quello che faccio io non è niente al confronto con
prepotenze maggiori, come ad es....
LE VITTIME
Un punto di riferimento chiaro per discernere tra prepotenza e scherzo
è costituito dal disagio della vittima.

Ogni volta che un bambino/ragazzo che subisce la situazione


Esprime con parole e atteggiamenti di essere in difficoltà
è possibile ravvisare l'evento come un episodio di prepotenza.
Non sempre i bambini e i ragazzi valutano
come prepotenti ed umilianti condizioni ed atti
che non sempre vengono percepiti come gravi da parte degli adulti.
I vissuti dei ragazzi coinvolti , pertanto,
costituiscono i principali indicatori per l'individuazione
di singole prepotenze e di situazioni di bullismo.
BIBLIOGRAFIA

www.smontailbullo.it; commenti alla scheda “scherzo, litigio, bullismo,


reato”; a cura del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

www.stopalbullismo.it ; bullismo e prepotenze: che fare? Un vademecum


per le scuole; documento a cura dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Milano.

Buccoliero E; Maggi M.; Bullismo, bullismi; Franco Angeli (2005)

Sharp S.; Smith P.: Bulli e prepotenti nella scuola: Erikson (1985).

Olweus D.; Ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono; Giunti 1996.

Menesini E.; Bullismo : le azioni efficaci della scuola; Erickson (2003).

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