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Cosa può fare la vittima?

 Raccontare a genitori, insegnanti o a persona adulta di fiducia le prepotenze subite,


per valutare se effettuare denuncia alla Polizia Postale e delle Comunicazioni;
 Non rispondere alle persecuzioni ma salvare tutti i messaggi minacciosi, annotare i
tempi delle telefonate, i luoghi virtuali della persecuzione, per circostanziare al
meglio l’eventuale denuncia.
 Cambiare il proprio indirizzo e-mail o il numero di telefono cellulare se possibile; La
maggior parte degli account di posta elettronica sono in grado di offrire servizi che
filtrano i messaggi provenienti da mittenti qualificati come indesiderati;
 Segnalare alla Polizia Postale e delle Comunicazioni comportamenti scorretti e
vessatori subiti on-line.
ATTIVITÀ - La definizione di bullismo

Lo scopo della presente attività è quello di riflettere sui criteri


che definiscono un atto come bullismo, differenziandolo da
altre forme di comportamenti.

Spunti di riflessione: “riflettiamo un po’


sull’intenzionalità: se io faccio uno scherzo ad un amico per
ridere con lui si tratta di bullismo?”; “riflettiamo un po’ sullo
squilibrio di potere: se scoppia una rissa tra due tifoserie
(o tra due ragazzi) si tratta di bullismo?”; “riflettiamo un po’
sulla ripetizione nel tempo: se dopo una prepotenza, bullo
e vittima si rincontrano a scuola si tratta di bullismo?”.
Ricordando i 3 criteri caratteristici del bullismo - intenzionalità,
ripetizione nel tempo e squilibrio di potere- quale delle
seguenti immagini secondo te rappresenta una situazione di
bullismo? Quali non la rappresentano? Perché? Da cosa riconosci che
si tratta (oppure no) di bullismo?
SOLUZIONI
La prima immagine rappresenta un litigio tra due bambini aventi la
stessa forza, in cui uno agisce e l’altro reagisce. Il criterio del
disequilibrio di potere non viene rispettato e dunque non possiamo
parlare di bullismo.

La seconda immagine rappresenta due bambini che si stanno


divertendo insieme. Poiché entrambi stanno ridendo, non esiste una
vittima che sta soffrendo o che ci è rimasta male, e quindi non
possiamo parlare di bullismo.

La terza immagine rappresenta la tipica situazione di bullismo, in cui


un bambino è vittima e non riesce a difendersi. Ci sono diversi
compagni che attivamente e intenzionalmente stanno facendo
prepotenze verso di lui ed altri che stanno sostenendo e rinforzando la
rete in cui la vittima è avvolto.
La definizione del cyberbullismo

ATTIVITÀ - Iniziamo a riflettere…


Anonimato
1. In che modo questa caratteristica è stata rappresentata nel filmato
“Condividi chi”?

Diffusione rapida a un pubblico ampio


1. In che modo questa caratteristica è stata rappresentata nel
filmato “Condividi chi”?

De-responsabilizzazione
1. Il video si conclude con una prepotenza con conseguenze
potenzialmente drammatiche. Quali meccanismi potrebbero essere
alla base di questa escalation di violenza contro la cybervittima?
ATTIVITÀ - Possibili risposte

Anonimato
1. In che modo questa caratteristica è stata rappresentata nel
filmato “Condividi chi”?
La vittima non può vedere il volto di chi la prende di mira. L’identità
dei cyberbulli è quindi nascosta o confusa: la protagonista pur
voltandosi non riesce a comprendere da chi nasce l’interazione
violenta. Questa condizione, “il non capire chi agisce la prepotenza”,
rappresenta un grande svantaggio per la cybervittima,
impossibilitata a rispondere, a reagire e quindi relegata in una
posizione di passività.

Diffusione rapida a un pubblico ampio


1. In che modo questa caratteristica è stata rappresentata nel
filmato “Condividi chi”?
Il filmato mostra come in pochi istanti e attraverso semplici comandi
(share, like, invio) è possibile far rimbalzare un contenuto offensivo da
un utente all’altro, anche se lontani.
De-responsabilizzazione
1. Il video si conclude con una prepotenza con conseguenze
potenzialmente drammatiche. Quali meccanismi potrebbero essere
alla base di questa escalation di violenza contro la cybervittima?
Il gesto di appiccare il fuoco inserito in un contesto di piccole e
ripetute violenze perpetrate da un gruppo, sembra essere sminuito
nella sua gravità. Il ragazzo protagonista dell’azione, infatti, è
sorridente, quasi non consapevole della portata del suo gesto. Tutto
ciò risulta ancora più vero se si considerano le caratteristiche del
contesto online, in cui lo schermo crea distanza con la vittima.
Riflessione sul tema proposto

Resta ferma la necessità di creare un clima della


classe accogliente ed inclusivo. L’inclusione
riguarda tutti gli alunni, in quanto riconosciuti e
valorizzati nella loro diversità, nella irripetibile,
unica, singolare personalità che costituisce il
valore di ogni persona umana.

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