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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO

Dipartimento di Lettere e Filosofia

CYBERBULLISMO
Una realtà da controllare e gestire

Docente:
Francesca Pasquali

Tesi di ricerca di
Laura Tucciarello
Matricola n. 46715

ANNO ACCADEMICO 2018 / 2019

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Indice generale
INTRODUZIONE AL CYBERBULLISMO...............................................................................4
LE DIVERSE “FACCE” DEL BULLISMO...............................................................................5
CRITICHE COSTRUTTIVE...................................................................................................8
AGIRE IN OTTICA DI INTERVENTO E PREVENZIONE....................................................10
CONCLUSIONI....................................................................................................................12
BIBLIOGRAFIA....................................................................................................................13

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INTRODUZIONE AL CYBERBULLISMO

Nel corso della mia carriera da educatrice e adesso anche da mamma, sto rivedendo e
cercando di approfondire il delicato tema del bullismo.
Mi è capitato molte volte di avere a che fare con bambini ed adolescenti che riportassero
questo tipo di disagio sia nel contesto scolastico sia fuori ed ho capito che purtroppo la
scuola non supporta sufficientemente questo tipo di problema, perché purtroppo non si
hanno i giusti mezzi per affrontarlo.
Il tema del bullismo in generale e del cyberbullismo in particolare, è ormai molto discusso
ed affrontato in quasi tutto il mondo.
Resta tuttavia molta confusione sull’argomento e soprattutto come già accennato, è
spesso errata la gestione di questo disagio nei confronti delle scuole, che resta il suo
contesto principe, dove quindi, scaturisce il tutto.
Purtroppo spesso non si conoscono a fondo tutte le potenzialità che possiede l’utilizzo
improprio della rete e questo può portare a danni gravissimi.
La scelta di affrontare tale fenomeno in questo project work, è motivata dal desiderio di
approfondire la tematica del cyberbullismo. Vivendo in un’era dove internet è a portata di
mano di tutti, bisogna attuare modelli di prevenzione e valutare possibili interventi nei
contesti scolastici, per poter fronteggiare al meglio tale tema e in modo da averne una
maggiore cognizione.
Il disagio di giovani adolescenti e bambini è ancora molto forte. Un lavoro di prevenzione
ed intervento, è quindi sicuramente necessario e fondamentale.

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LE DIVERSE “FACCE” DEL BULLISMO

Cyberullismo è per definizione “Atto aggressivo, prevaricante o molesto compiuto tramite


strumenti telematici (sms, e-mail, siti web, chat, ecc.)” 1
Il termine Bullismo prevede una serie molto lunga di atteggiamenti. E’ anche un tentativo
di prevaricare l’altro, di dominare sul gruppo e di stabilire cosa si deve o non si deve fare.
Il bullo, è sempre alla ricerca di alleanze poiché da solo, può fare poco.
“uno studente è oggetto di azioni di bullismo, quando viene esposto ripetutamente alle
azioni offensive di uno o più compagni”2..
Lo studente che si trova in queste situazioni fa fatica a difendersi e si trova in un momento
di impotenza nei confronti di chi lo molesta. Si tratta di un abuso di potere da parte del più
forte.
Internet è sicuramente uno strumento molto potente, che ha aperto nuove possibilità per
tutti noi. Tuttavia questo strumento presenta molti rischi legati ad un suo uso improprio, tra
questi appunto c’è il Cyberbullismo.
Oggi si parla di “New media” in quanto le tecnologie si sviluppano in diversi e nuovi modi
rispetto al passato e vanno quindi considerate le conseguenze sociali.
“Per i giovani che stanno crescendo a contatto con le nuove tecnologie, la distinzione tra
vita online e vita offline è davvero minima”3.
Le attività che i ragazzi svolgono attraverso i media tecnologici hanno spesso
conseguenze anche nella loro vita reale. Allo stesso modo, le vite online influenzano
anche il modo di comportarsi dei ragazzi offline, e questo elemento ha diverse ricadute
che devono essere prese in considerazione per comprendere a fondo il Cyberbullismo.
E’ importante sottolineare che gli scontri fisici fra minori della stessa età e di uguale potere
possono essere confusi come episodi di bullismo anche se di fatto non lo sono, ma ci
danno un’idea del clima di violenza che può crearsi nell’ambiente scolastico e possono
sviluppare atteggiamenti di conflitto tra compagni per poi sfociare in bullismo.

1
http://www.treccani.it/vocabolario/cyberbullismo_(Neologismi)/
2
Giuseppe Burgio, Adolescenza e violenza. Il bullismo omofobico come formazione alla maschilità,
Mimesis, Milano-Udine 2012 pg 13.
3
/www.azzurro.it/it/informazioni-e-consigli/consigli/cyberbullismo/cyberbullismo-cos’-è

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Nel blog di “mamma imperfetta4” si parla spesso di situazioni di disagio legate a questo
delicato tema e la psicologa Agone sostiene che noi tendiamo istintivamente a non
esercitare violenza nei nostri simili, purché li consideriamo tali. Se questo concetto viene
meno, prevarica la convinzione che non tutti sono uguali.
I ragazzi quindi ricorrono al cyberbullismo utilizzando le nuove tecnologie che hanno a
disposizione per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o
escludere altre persone.
Tutto questo può avvenire utilizzando diverse modalità offerte dai nuovi media. Alcuni di
essi sono:

Telefonate;

Messaggi (con o senza immagini);

Chat sincrone (che permetton odi comunicare tramite la rete attraverso gli smartphone
come per es. WhatsApp, Skype, Snapchat);

Social network (piattaforme che nascono per mettere in contatto gruppi anche molto
grandi di persone in tutto il mondo per esempio, Facebook, instagram, Tik tok molto in
voga attualmente negli adolescenti, Ask.fm ecc );

Siti di domande e risposte;

Siti di giochi online;

Forum online;

videogiochi online

Sono molti i siti online che aiutano a capire come i ragazzi mettono in atto cyberbulismo e
questo potrebbe essere utile alle famiglie per individuare un possibile disagio.
Le modalità specifiche con cui i ragazzi realizzano atti di cyberbullismo sono per esempio:

pettegolezzi diffusi attraverso messaggi sui cellulari, mail, social network;

postando o inoltrando informazioni, immagini o video che creano disagio (incluse quelle
false);

rubando l’identità e il profilo di altri, o costruendone di falsi, al fine di mettere in imbarazzo


o danneggiare la reputazione della vittima;

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https://www.mammaimperfetta.it

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insultando o deridendo la vittima attraverso messaggi sul cellulare, mail, social network,
blog o altri media;

facendo minacce fisiche alla vittima attraverso un qualsiasi media.

Queste aggressioni possono far seguito a episodi di bullismo o essere attuate solo online.
Il cyberbullismo inoltre ha lo svantaggio di non possedere confini spaziali. Può avvenire
ovunque, invadendo anche gli spazi personali e privando l’individuo dei suoi spazi-rifugio
essendo di fatto raggiungibile anche a casa.

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CRITICHE COSTRUTTIVE

Nella vita di bambini e adolescenti differenziare la vita reale da quella virtuale diventa
sempre più difficile.
Le tecnologie digitali fanno ormai parte della vita dei ragazzi, i quali sempre più spesso
sono connessi sia di giorno che di notte attraverso le più svariate piattaforme.
Il bullismo è spesso messo in relazione alla mancanza di sostegno da parte dei familiari,
degli insegnanti, dell’ambiente sociale ed alle problematiche di personalità dei bambini.
Da un lato sussiste l’incapacità dei genitori di porre limiti e di rispondere alle varie
manifestazioni di disagio da parte del bambino, dall’altro lato sussiste la difficoltà di
quest’ultimo di sviluppare la capacità di capire le proprie emozioni.
Il ruolo della famiglia nel fenomeno del bullismo è centrale. L’ Atteggiamento del genitore
riflette molto i valori che questi hanno circa l’ educazione dei propri figli.

Esiste il genitore autoritario molto esigente. Esige il rispetto delle regole, senza
compensare queste richieste con un clima emotivamente caldo in famiglia. All’opposto si
trova il genitore iperprotettivo pronto a soddisfare ogni richiesta del figlio, ma che non offre
adeguato controllo al loro comportamento in casa e fuori.

Alcuni studi evidenziano che se la famiglia presenta uno stile educativo prevalentemente
permissivo, il bambino non riesce a sviluppare un adeguato controllo sul proprio
comportamento. L‘identità ed il ruolo del bambino è ancora in costruzione, per questo è
necessario che per primi i genitori mettano a punto un vero lavoro di apprezzamento delle
qualità del bambino e costruire una relazione sana.

All’opposto far vivere ai bambini il cambiamento attraverso comportamenti punitivi,


svalutanti o autoritari fa sì che apprendano a rispondere con aggressività.

E’ invece all’interno del vasto sistema di relazioni che va capita la dinamica di


vittimizzazione scolastica. Spesso è la mancanza di professionalità da parte dei professori
il vero problema.

Il compito degli insegnanti dovrebbe essere quello di aiutare ad imparare. Quando l’alunno
non sta attento o si comporta male dovrebbero fare in modo che il suo atteggiamento

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cambi, ma nel fare questo dovrebbero mostrare pieno rispetto verso ogni alunno
insegnando per esempio un uso corretto dei Social e delle Chat.

I ragazzi in gamba imparano ad usare internet nel modo giusto cercando di capire da
subito cosa vuol dire attivare la modalità Privacy e soprattutto controllare sempre quello
che si condivide in rete.
Tutti quelli che partecipano anche solo con un like o un commento diventano, di fatto,
complici delle azioni del cyberbullo potenziando gli effetti negativi dell’azione; mettere un
“like” su un social network, commentare o condividere una foto o un video che prende di
mira qualcuno o semplicemente tacere pur sapendo, mette ragazzi e ragazze nella
condizione di avere una responsabilità in ciò che fanno.

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AGIRE IN OTTICA DI INTERVENTO E
PREVENZIONE

E’ stato ampiamente dimostrato che i maggiori successi contro il bullismo si sono avuti
lavorando da subito con i bambini più piccoli, mentre con gli adolescenti, che per il loro
difficile momento evolutivo e di identificazione, tendono a voler dimostrare una maggiore
indipendenza dall'adulto.
Il Parlamento italiano ha approvato il 18 maggio 2017 la legge 71/2017 “disposizioni a
tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo 5 una
legge a tutela dei minori, che prevede misure prevalentemente a carattere rieducativo.
La legge pone al centro il ruolo dell’istituzione scolastica nella prevenzione e nella
gestione del fenomeno e ogni istituto scolastico dovrà provvedere ad individuare fra i
docenti un referente, con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto
del cyberbullismo.
Questa legge introduce per la prima per la prima volta nell’ordinamento giuridico anche
una definizione: “Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria,
denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita,
manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per
via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più
componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di
isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco
dannoso, o la loro messa in ridicolo.” (Art. 1- Comma 2).
Intervenire precocemente è di fondamentale importanza.
E’ stato poi dimostrato che nelle scuole in cui Io staff è meno motivato ed è presente un
elevato “turnover” degli insegnanti, risulta che l'organizzazione è carente e poco definita.
Questo porta ad una scarsa considerazione dei bisogni degli alunni. Solitamente i progetti
d’intervento scolastico antibullismo prevedono:
 una chiara progettazione dei periodi di maggior rischio
 possibili tipologie di soggetti interessati
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http://www.astrid-online.it/static/upload/legg/legge-29-maggio-2017--n.-71.pdf

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 modalità di coinvolgimento degli studenti e delle famiglie
 obiettivi finali e verifica.
 rieducazione degli adulti (familiari) al controllo dei loro comportamenti aggressivi e
alla comunicazione del valori negativi. 6
Nel caso del bullismo è importante non sottovalutare il problema ed agire
tempestivamente, poiché le conseguenze del fenomeno sul piano psicologico, sia a breve
che a lungo termine, possono essere gravi sia per le vittime, sia per i bulli, sia per gli
osservatori.

I docenti devono coordinarsi tra loro e con le famiglie per intervenire con la medesima
fermezza di fronte alle grandi e piccole prepotenze, sanzionando tali condotte ma senza a
etichettare gli autori come "prepotenti".

E’ importante ascoltare sempre anche la versione del bullo, dandogli modo di esprimere
verbalmente le ragioni della sua rabbia, e invitarlo a proporre una soluzione.

Analogamente, l'interazione tra i vari membri del corpo docente dovrebbe essere
improntata al rispetto e diventare di fatto un esempio di come si relaziona in mode efficace
con le persone.

Il libro Cyberbullismo al tappeto è una guida per ragazzi/bambini alle prime armi con la
tecnologie. Nel testo vengono descritte le varie tecnologie con cui un adolescente può
venire a contatto, spiega le varie differenze e il modo in cui usarle.

Si evidenziano poi i vari rischi in cui si può incappare, per poterli poi combattere
E per quanto riguarda la strategie educative per arginare tale fenomeno, non si può
affermare che ne esista una specifica, in quanta il bullismo, come tutte le altre devianze,
non può essere affrontato in modo unidirezionale.

Occorre infatti conoscere le diverse cause che lo hanno generato, la soluzione potrebbe
essere la promozione di una cultura e di un’atmosfera di democrazia e di uguaglianza.

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"Fanno i bulli ce l'hanno con me", Mario Di Pietro e Monica Dacomo, Edizioni Erickson

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CONCLUSIONI

Il Cyberbullismo è un fenomeno complesso, costituito da soggetti che si relazionano con


dinamiche sempre variabili.
Per questo motivo questa ricerca, pur trattando nello specifico la componente online del
bullismo, fa riferimento al fenomeno nella sua interezza, perché solo uno sguardo a
“trecentosessanta gradi” sul panorama di ciò che i ragazzi vivono e all’interno delle proprie
relazioni, può permettere agli adulti di essere per loro un valido supporto nella gestione e
nel superamento di episodi di sopraffazione e violenza in tutte le forme in cui si possono
esercitare, subire o osservare.
Spesso dobbiamo porci delle domande come genitori e come educatori accentuando la
nostra capacità critica. Sarò un buon esempio per mio figlio? Potrebbe essere la domanda
principe, ma spesso la paura o la mancanza di strumenti di intervento non ci fa riflettere
sulla nostra quotidianità.
E’ evidente dalle varie ricerche effettuate che la scuola non è sempre preparata alle
situazioni di disagio legate al cyberbullismo. Gli insegnanti spesso si trovano senza gli
strumenti di lettura efficaci per questi comportamenti, i dirigenti scolastici non vogliono e
non possono stanziare fondi per un progetto di intervento, per cui si finisce col tentare di
cavarsela da soli con il solo aiuto del personale scolastico, ed emerge soprattutto la fatica
di dover di dover ammettere di aver bisogno di aiuto.
Per tali motivi è indispensabile pensare ad un intervento che possa realmente essere
efficace e questa tematica fonte di riflessione per ognuno di noi.

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BIBLIOGRAFIA

1. Giuseppe Burgio, Adolescenza e violenza. Il bullismo omofobico come formazione


alla maschilità, Mimesis, Milano-Udine, 2012
2. Salvatore Castorina, Fantasie di bullismo, i racconti di bulli e vittime al test proiettivo
dell’abuso infantile, Franco Angeli Editore, Milano, 2003
3. Luca Bernardo, Il Bullismo femminile ragazze che odiano ragazze percorsi nel
disagio adolescenziale, Cult Editore, Firenze, 2009
4. Ada Fonzi, Il Bullismo in Italia, Giunti, Firenze, 1997
5. Alessandro Meluzzi, Bullismo e Cyberbullismo, Imprimatur editore, Reggio Emilia,
2015
6. http://www.azzurro.it/it/informazioni-e-consigli/consigli/cyberbullismo/cyberbullismo-
cos’-è
7. Lievrouh Leah A., Livingostone Sonia (a cura di), Capire i New media Culture,
comunicazione, innovazione tecnologica e istituzioni sociali, Editore Hoeply 2007
8. Teo Benedetti, David Morosinotto, Cyberbulli al tappeto. Piccolo Manuale per l’uso
dei social, Editoriale Scienza, 2016

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