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Il

bullismo
Lavoro svolto da Federica Oliva
Cos’è il bullismo?
Dentro di noi sappiamo bene cosa voglia dire bullismo e siamo in grado di riconoscerlo quando ce lo troviamo
davanti. Ma se vogliamo definirlo in modo chiaro e inequivocabile possiamo prendere in prestito le parole di Telefono
Azzurro che da anni è impegnato a prevenire, studiare e contrastare il fenomeno del bullismo:

«Si parla di bullismo quando un bambino/ragazzo, o un gruppo, mette in atto comportamenti offensivi e prepotenti nei
confronti di un’altra persona. Il fenomeno ha caratteristiche ben precise e la prima è la durata: gli episodi devono
essere ripetuti, protratti nel tempo. A questo deve far seguito l’intenzionalità del soggetto che esercita la
prevaricazione a ferire fisicamente e psicologicamente. Un’altra caratteristica è l’asimmetria del potere. Negli episodi
di bullismo, la prepotenza viene di solito da chi è più grande, più popolare tra gli amici o semplicemente più forte
fisicamente, mentre chi subisce è solitamente percepito come più debole e incapace di difendersi. Le violenze
possono avvenire di fronte ad un “pubblico” che assiste al comportamento aggressivo e che ha una grande
responsabilità perché con il proprio comportamento può interrompere la situazione, o, se silente, favorire il perdurare
della dinamica.»
Cos’è il
cyberbullismo?

Il cyber bullismo è la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio


conosciuto come bullismo di cui abbiamo parlato in precedenza. Oggi la tecnologia
consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento
della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite
smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet. Il cyberbullismo, quindi, definisce
un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo,
realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, istant
messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo e quello di provocare danni ad un
coetaneo incapace di difendersi.
nascondersi
Poter solitudin
e e
Problemi familiari bullo

paura
LE PAROLE DEL BULLISMO
distruzione
E CYBERBULLISMO
vittima
dolore social
superiorit
à
anni
Arroganza
inganno
IL BULLO E LA VITTIMA

IL BULLO LA VITTIMA
 Sentono il bisogno di dominare sugli altri,  Soffre di carenza di assertività, cioè la capacità
sottomettendoli e decidendo per loro. di esprimere e affermare sé stesse senza essere,
in questo caso, passive.
 È cresciuto in un ambiente familiare non
adeguato, ricevendo scarsa attenzione, quindi  È solitamente più ansiosa ed insicura rispetto ai
prova soddisfazione nel far provare le sue coetanei e spesso più sensibile, cauta e calma.
stesse sofferenza agli altri.  È diversa rispetto alla massa, nel modo di
 È in cerca di perenne attenzione per sentirsi vestirsi o di camminare, nel colore della pelle o
meno solo rispetto a come lo è in casa. della sua statura.
 Si crede superiore a tutti e in diritto di  Si vergogna delle violenze subite è quasi
giudicare. sempre non denuncia e non ne parla.
Cristian
 «Ho vissuto l'inferno, avevo 13 anni». La Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, è una data che
vuol sollevare l'attenzione su un fenomeno che coinvolge sempre più i giovani. Le vittime spesso restano in silenzio,
altre alla fine trovano il coraggio di chiedere aiuto. Cristian, 19 anni, di Palermo, racconta la sua triste dolorosa
esperienza iniziata ai tempi delle medie. «Iniziai con entusiasmo, che si andò a spegnere passando i giorni perché
sono diventato vittima di bullismo. Ero una persona buona e volenterosa che ha sempre voluto aiutare gli altri, un po'
ansioso per le interrogazioni, così cominciai a manifestare dei tic nervosi, dei movimenti ripetuti. Cominciarono a
prendermi in giro, imitare i miei tic, con tanto di risate, quando avevo questi momenti di nervosismo». Le imitazioni
si diffondono da uno a tanti, «anche le persone più vicine a me, ogni giorno, mi davano del malato, fissato. Una volta
ho ricevuto sette messaggi, con scritto tic tac, tic tac, tic tac». Le imitazioni continuano, ogni volta che l'occhio di
Cristian cade su di loro. «Non mi piaceva, non mi piaceva nemmeno il loro “stavo scherzando”, ne ho parlato con i
miei genitori e con i prof che una volta intervenivano una volta sminuivano o ignoravano. In seconda media
cominciano a prendere in giro anche sul modo di vestire, i capelli “di m***a”, che “compravo le cose al mercatino” e
addirittura mi dicevano: “nessuna persona vorrà stare accanto a te". Spesso mi dimenticavo quaderni, libri o compiti
da fare e questo dipendeva dallo stato di ansia che vivevo a scuola per colpa loro che mi prendevano in giro e
provocavano».
Cristian (parte 2)
 «Cominciarono a spargere notizie false su di me, e andavano a dire cose che non avevo mai
detto o fatto. Eppure un giorno questo mi ha portato a subire una aggressione per l'ennesima
notizia falsa: uno studente di un'altra classe è entrato in aula e mi ha aggredito davanti a tutti i
compagni quando la mia prof e la sua non erano presenti in classe; lui mi ha preso a pugni, mi
ha fatto volare gli occhiali, fatto cadere, ma solo più avanti venne punito. Che dispiacere essere
aggredito per cose che non hai detto».Alle superiori va meglio ma «a me il bullismo ha segnato
tanto, mi ha portato ad essere timido e insicuro, difficile credere in se stesso, ci sono voluti anni
per riacquistare fiducia in me, mi hanno creato tante insicurezze. Ora va meglio, prima è stata
dura, il bullismo mi ha fatto tanto male. Ora non mi vergogno più di me stesso, mi accetto per
come sono e mi voglio bene.»
Mattia
È sabato pomeriggio e Mattia è andato al parco con i suoi compagni per fare una partita di calcio contro i ragazzi più grandi
del quartiere. Poco prima dell'ultimo gol, quello che deciderà la sfida, Mattia vede avanzare l'attaccante della squadra
avversaria. Decide di contrastarlo con un fallo piuttosto irruento, e lo atterra. I compagni recuperano la palla e segnano in
contropiede. Tra i compagni, Mattia diventa l'eroe, quello che ha salvato la partita. Ma l'attaccante della squadra avversaria
non la pensa così: a un certo punto, gli si avvicina e gli sussurra qualcosa di incomprensibile all’orecchio, poi si allontana.Il
giorno dopo, Mattia trova un messaggio nella chat di Facebook. Il mittente è il ragazzo più grande, e il testo è una minaccia
con un chiaro riferimento alla partita di sabato. Passano venti minuti, e all’indirizzo di posta elettronica di Mattia arriva una
mail: l’oggetto è una provocazione. Un'ora dopo arrivano altre quattro mail che contengono foto violente. L'oggetto è un
raggelante: «Vuoi finire così?» Mattia non perde la calma, e decide di lasciar perdere. Spera che il ragazzo più grande prima
o poi si stancherà. Ma non è così. Dopo una settimana, Mattia ricomincia a ricevere almeno dieci messaggi di minaccia su
Facebook e tre mail diverse ogni giorno, piene di dettagli su cosa potrebbe succedergli se si facesse trovare in giro da solo.
Mattia inizia ad aver paura e comincia a non voler più uscire di casa da solo. Rinuncia persino a fare il suo solito giro in
bicicletta per il quartiere, cosa che aveva sempre adorato fare subito dopo pranzo. Dopo un mese i messaggi aumentano
ulteriormente, ma Mattia preferisce non parlarne con nessuno per non fare la figura del codardo. Ma ora non esce
praticamente più: anche quando è in compagnia non si sente sicuro e le rare volte che si trova con gli amici passa tutto il
tempo a guardarsi intorno, preoccupato. "Che cosa c’è? Tutto a posto?" gli chiede il suo miglior amico Francesco. Mattia
minimizza: prima o poi quel ragazzo smetterà di minacciarlo. Forse. Viene trovato il corpo di Mattia il 7 agosto 2017 e si
capisce, finalmente, che l’ansia e la frustrazione che lo perseguitavano negli ultimi giorni erano a causa di un cyberbullo che
venne punito amaramente.
La mia opinione su come contrastare il bullismo

 Secondo me per vincere la battaglia contro bullismo e cyberbullismo bisogna parlare


con persone adulte che possano risolvere la situazione a parole, e ,se non si ha questa
possibilità, chiarire l’accaduto con il bullo. Una cosa che tendiamo a fare tutti è
difenderci con parole offensive e atti violenti che peggioreranno sicuramente la
situazione, perciò la soluzione più corretta è, se il bullo o cyberbullo non è intento al
confronto, ignorare gli insulti perché, dato che il bullo vuole farti sentire male, più la
reazione è triste, più il bullo continuerà a fare cose sbagliate e a deriderti.
Il video che mi ha colpito

Il video che è stato caricato su classroom che mi ha colpito di più è stato quello che
spiegava come reagire ad un bullo, perché si dimostra che si può sconfiggere qualcuno
con parole gentili che nessuno pensa mai di utilizzare mentre subisce atti di bullismo.
Inoltre questo metodo, secondo me, è più utile per un bullo anziché per un cyberbullo
perché rispondendo ‘dolcemente’ alle orribile cattiverie del bullo lui non riuscirà più a
trovare pretesti per deriderti e lo spiazzerai mentre un cyberbullo si può prendere tutto il
tempo che vuole per rispondere, e questa tecnica probabilmente non funzionerà.
Il bullismo fa schifo

Infine dopo queste riflessioni vorrei esprimere il mio parere sul perché il bullismo fa schifo. La
ragione è principalmente una: Io non trovo corretto prendere di mira qualcuno che ha bisogno di
appoggio e sicurezza ma invece di torturarlo sia fisicamente che psicologicamente solo perché
diverso. Siamo tutti diversi ma qualcuno preferisce distinguersi ancor più dalla massa e, magari,
attuare comportamenti strani e ambigui secondo la recente società. Sicuramente non aiuta il fatto
che il bullo abbia la possibilità di rimanere anonimo sui social e diventare un cyberbullo, più
difficile da individuare, capire e affrontare.
Siti web utilizzati
per la composizione
della ricerca

https://www.nostrofiglio.it/bambino/bullismo

https://azzurro.it/tag/bullismo

https://www.miur.gov.it/bullismo-e-cyberbullismo

https://bresciabimbi.it/bullo-vittima-gregari-e-spettatori-gli-attori-del-bullismo/

https://www.neuropsicomotricista.it/genitori/40-bullismo-40/101-caratteristiche-del-bullo.html

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