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QUADRO CLINICO
SINTOMI PRIMARI: (i sintomi core)
- Disattenzione – 6 sintomi
- Iperattività -
- Impulsività
SINTOMI SECONDARI: (ciò che i disturbi di base comportano)
- Difficoltà relazionali
- Difficoltà scolastiche
- Bassa Autostima
- Disturbo del comportamento
In età prescolare i sintomi principali sono centrati sulla regolazione: nel senso che il deficit
dell’attenzione si presenta come una disfunzione centrata sul deficit di intenzionalità, sul deficit del
ruolo di governo del comportamento, non riescono a stare fermi e quindi saltano, si arrampicano e
creano situazioni di pericolo.
Sintomi di IMPULSIVITÀ Più correlati al comportamento. Azioni affrettate con alto potenziale di
danno.
a) Risposta prima che la domanda sia stata completata (ad es completa le frasi delle altre
persone; difficoltà attendere turno nella conversazione;
b) Ha difficoltà ad aspettare il proprio turno (es attesa di una fila);
c) Spesso interrompe gli altri o è (ad es interrompe comunicazioni, giochi o attività. Può
iniziare a usare giochi di altri senza chiedere il permesso invadente nei loro confronti
intromette nelle attività di coetanei o adulti;
d) Difficoltà a valutare la conseguenza di una azione (poca elaborazione dei rischi);
e) Tendenza ad esporsi a situazioni pericolose, con possibili danni fisici;
f) Difficoltà di controllo comportamentale;
Una delle prime conseguenze tremende a cui vanno incontro questi bambini è che nessuno vuole
giocare con loro o ci litigano, si aggrediscono perché non riescono a rispettare le regole e non
riescono a rispettare il proprio turno.
I criteri di questi aspetti devono avere 6 di iperattività, 6 della disattenzione e 6 dell’impulsività;
La diagnosi viene fatta entro i 12 anni.
Non siamo di fronte ad un bambino particolarmente sveglio, con grandi curiosità, di un bambino
che vuole conoscere, o più allegro o più gioioso. Ma stiamo parlando di un bambino che quando
queste qualità sono accompagnate da una compromissione è un danno per il bambino.
Nel DSMV (manuale diagnostico dei disturbi mentali) si accetta che l’ADHD possa far parte del
Disturbo dello spettro autistico.
La tipologia di associazione dei sintomi indica la forma di ADHD: Prevalentemente inattentivo;
Iperattivo-impulsivo; Combinato
Molteplici studi epidemiologici condotti anche in Italia stimano una incidenza di ADHD dal 3-5%
della popolazione in età scolare, interessa prevalentemente il sesso maschile rispetto a quello
femminile.
Nelle bambine prevale la tipologia inattentive che non viene riconosciuta in epoca prescolare, ma
può essere descritta come una bambina capricciosa; nell’età scolare vengono descritte come pigre e
svogliate.
Nei maschi prevale il sottotipo iperattività-impulsività. Le mamme descrivono questi bambini già a
2 anni come “motorini” (non seguono un cartone, passano da un gioco all’altro, non restano seduti
al tavolo per il pasto, non rispettano le regole).
Condizioni associate Disturbi psichiatrici: Disturbo oppositivo provocatorio; Disturbo della
condotta; Disturbo dell’umore; Disturbo bipolare; Disturbo d’ansia; Disturbo ossessivo-compulsivo;
Disturbo dell’adattamento con Disturbo della condotta.
Disturbi associati e Diagnosi differenziale
Disturbi neurologici e patologie mediche: Sordità o deficit visivo; Effetti indesiderati di terapie
farmacologiche; Epilessia. Disturbi bioelettrici cerebrali; così come vanno escluse le patologie della
tiroide; ascessi cerebrali o neoplasie del lobo frontale; può essere la conseguenza il disturbo
dell’attenzione di traumi cranici perché picchiati da genitori, per incidenti; Abuso di sostanze;
Intossicazione da piombo.
Disturbi di sviluppo: Vivacità fisiologica; Problemi situazionali, ambientali, familiari; Inadeguato
supporto scolastico; Alterato supporto ambientale, sociale e familiare.
Studi recentissimi di YEO e Castellanos mostrano che soggetti con ADHD una ipofunzionalità
(scarsa connettività) delle reti neuronali, frontoparietali, frontostriatali e frontotemporali deputati ai
processi cognitivi, alla regolazione del comportamento e alle funzioni esecutive.
Le terapie sono terapie Psico-cognitive e psico-educative fatte con il bambino e con la famiglia.
La terapia aiuta a far sì che il bambino possa percepire le informazioni che io gli sto dando, perché
se lui ha una disattenzione grave lui con tutto l’interesse del mondo non riesce ad ascoltarci.
L’assenza di terapia appropriata comporta l’insorgenza di disturbi del comportamento su base
relazionale sia intrafamiliare che di adattamento sociale, con gravi difficoltà scolastiche e
deterioramento della qualità della vita che comporta l’avvicinarsi di sviluppi di aspetti dissociali, di
sviluppo di patologie da dipendenza come la tossicomania e il gioco patologico.
SINTOMI SECONDARI
1) Difficoltà relazionali
Comportano ad essere emarginati, li allontanano; Hanno scarse amicizie durature; Tendenza
all’isolamento; Tendono ad avere rapporti con bambini più piccoli o instabili; Incapacità nel
cogliere gli indici non verbali.
2) Conseguenze delle alterazioni Funzionali e ripercussioni in famiglia
A casa i genitori sentono lo stigma sociale; Pensano di non essere buoni genitori in quanto il loro
figlio non rispetta le regole, li sfida, vuole ottenere subito.
I fratelli o sorelle soffrono per il comportamento del fratello e sono trascurati dai genitori che
tendono a ridurre le uscite.
3) Conseguenze sulle situazioni sociali
Sono ragazzi che vengono costantemente ripresi e/o puniti per i loro comportamenti; Possono avere
difficoltà a legare con i coetanei; Tendono ad essere aggressivi o distruttivi; Rifiutati dai coetanei e
compagni di gioco; Emarginati.
La famiglia soffre per il comportamento del figlio in quanto vengono compromesse le attività
sociali con amici e parenti.
4) Difficoltà in ambito scolastico
L’ambito scolastico è centrale per il riconoscimento del disturbo poiché ci si aspetta che gli studenti
prestino attenzione, stiano seduti al banco, seguano le attività, facciano i compiti laddove
disattenzione, iperattività e impulsività comportano un bambino con
- Rendimento inferiore alle potenzialità
- Abilità cognitive manifestate in modo altalenante
- Disturbo attentivo
- Disturbo della memoria sequenziale (è la capacità di ricordare e riprodurre una serie di elementi
visivi come parole, oggetti, simboli o frasi)
Come conseguenza i bambini e adolescenti ADHD
- Non sono in grado di portare a termine le scelte scolastiche
- Possono essere puniti per i loro comportamenti dirompenti
- Possono avere bisogno insegnante di sostegno
- Non tengono il passo dei compiti in classe
- Spesso abbandonano la scuola
5) Bassa autostima
Autostima compromessa dal continuo giudizio negativo, dei familiari, insegnanti, amici. Si sentono
rifiutati e non amati, si percepiscono poco intelligenti e non hanno fiducia in se stessi. Spesso la
mancanza di autostima porta ad un comportamento di autodistruzione
(comportamenti internalizzati) o condotte esternalizzati
Le emozioni che vivono questi soggetti sono: Demoralizzazione, Scarsa fiducia in se stessi,
Solitudine, Sentimenti abbandonici, Inadeguatezza per rimproveri, rifiuto sociale, insuccesso
scolastico, sportivo; Rischio di un disturbo depressivo, ansioso, comportamentale.
DIAGNOSI
La diagnosi è essenzialmente clinica basata su informazioni raccolte da fonti multiple che sono i
genitori, insegnanti o educatori sul comportamento del bambino.
I test diagnostici ci aiutano a comprendere la severità del disturbo, individuare patologie in
comorbidità, seguire l’andamento.
Per fare una buona diagnosi bisogna somministrare la SDAI agli insegnanti e SDAG ai genitori sul
funzionamento del bambino per sondare Iperattività e disattenzione con una serie di domande sui
comportamenti del bambino “lo fa mai, qualche volta, spesso, molto spesso” che ci aiuta per
arrivare a compilare una diagnosi. A volte dal colloquio emerge che il padre sia stato giocatore
d’azzardo o abbia fatto uso di sostanze in epoca giovanile.
Visita al bambino (da solo o con il genitore) con interviste strutturate o semistrutturate. Il colloquio
con il bambino per verificare la presenza di altri Disturbi associati, anche in questo caso le scale di
autovalutazione (ansia e depressione possono essere utili). Esami aggiuntivi per la valutazione delle
capacità cognitive e l’apprendimento scolastico: valutare in maniera oggettiva le capacità attentive,
di pianificazione delle attività e di autocontrollo. Talvolta può essere utile valutare la possibile
presenza di disturbi del linguaggio, perché il disturbo del linguaggio incide sulla capacità di
regolazione del ragazzo.
Altro aspetto da considerare per la diagnosi è quello di effettuare esame medico e neurologico
valutando la presenza di eventuali patologie associate e gli effetti di eventuali altre terapie in atto
(antisitaminici, antiepilettici) e presenza di comorbidità psichiatrica, come per esempio i genitori
che hanno un disturbo bipolare e questa familiarità psichiatrica ci fa considerare il fattore di rischio.
Fare attenzione a quadri che possono mascherare o generare ad eccesso di diagnosi.
COLLOQUIO con i genitori: Ci focalizziamo sulla familiarità, sofferenza fetale, se il bambino ha
avuto traumi fisici accidentali, sviluppo motorio precoce, disturbi del sonno e della regolazione
(ipersensibilità, disorganizzato sul piano motorio, sensoriale, attentivo), chiedere ai genitori di
spiegare bene i comportamenti che preoccupano (se sta seduto a tavola, pensa prima di agire, se
mette tutto in disordine, reagisce con aggressività, passa da una attività ad un’altra, da un pensiero
ad un altro, perde gli oggetti, non sembra ascoltare, stimoli esterni).
ESAMI AGGIUNTIVI: Studio aspetti biologici: piombemia, routine ematologica,
elettrocardiogramma polisonnografia se coesistono apnee, MSLT se coesiste ipersonnia, prove
allergologiche.
Studio comorbidità: Presentano una comorbidità altissima con DSA. Disturbi d’ansia, DOP e DC.
Dal punto di vista della Sfera emotiva è molto imporante e ci sono dei test che rappresentano delle
storie di animali, delle Favole, Figura umana, famiglia emozioni, albero, famiglia incantata
sottoforma di gioco. Il 58% va incontro a carriera scolastica deficitaria; 30-40% necessita di un
programma di sostegno; 30% tendono a ripetere l’anno; 10-35% non completano la scuola.
Alla luce di quanto detto: la diagnosi è complessa proprio perché multifattoriale e viene posta
quando il bambino, presenta un marcato livello di disattenzione e comportamenti eccessivamente
iperattivi ed impulsivi che possono non essere adeguati alla sua età cronologica e mentale. Inoltre, i
sintomi devono essere presenti da almeno 6 mesi in più contesti di vita. I comportamenti devono
compromettere il funzionamento sociale, scolastico, lavorativo.
Nei bambini: prestazioni e risultati scolastici ridotti, rifiuto sociale, Portati a sviluppare un disturbo
della condotta, Maggiori possibilità di ferirsi.
Negli adulti: Prestazioni lavorative scarse, Traguardi e partecipazione inadeguati e a rischio
disoccupazione, Conflittualità interpersonale..
PROGNOSI
1/3 Remissione della sintomatologia costituendo un “ritardo semplice” delle funzioni esecutive. In
pratica nella vita adulta non presenteranno più i tre nuclei “core”. Indicando che il disturbo era da
correlarsi ad un ritardo delle funzioni esecutive. Circa il 50% continuano a manifestare anche in
adolescenza ed età adulta segni di inattenzione e iperattività, accompagnati talvolta da difficoltà
sociali ed emozionali, sono soggetti ad un rischio maggiore di incorrere con maggiore frequenza in
incidenti d’auto. 15-30 % mostra una sorta di “cicatrice” causate dal disturbo e divenuti adolescenti
o adulti mostrano oltre ai sintomi principali “core” anche altri disturbi psicopatologici quali
alcolismo, tossicodipendenza, disturbo di Personalità antisociale e criminale).
STRATEGIE ADHD PER I GENITORI: il bambino ADHD, a causa della scarsa percezione del
tempo e delle scarse funzioni esecutive, anche casa occupa ore e ore per completare i compiti con
ricaduta sul livello di stress del nucleo familiare.
Strategie da suggerire ai genitori: non punire e reagire troppo emotivamente, spiegando loro che la
velocità di elaborazione non è intenzionale e con il tempo può solo che migliorare.
Suggerire tempi di lavoro lunghi strutturati, ad esempio utilizzando cartelloni (su cui riportare
tempi massimi per compiere mansioni, compiti), allarmi o timer (per aiutarsi a migliorare il tempo)
quale obiettivo da raggiungere e utilizzare gli incentivi quando viene rispettato il tempo stabilito (in
quanto spesso a causa della lentezza questi ragazzi si percepiscono poco intelligenti) e spiegare che
non sono poco intelligenti ma che tutti hanno punti di forza e debolezza e la lentezza non comporta
scarsa intelligenza.
Dividere i compiti più difficili aiutandolo ad esempio un tema o riassunti, il figlio detta ed il
genitore scrive la brutta copia e dopo il genitore detta la brutta copia ed il figlio la scrive in bella.
Matematica: genitore trascrive incolonnando ed il ragazzo fa i calcoli.
Concordare brevi pause di recupero permettendo di alzarsi, muoversi, ricaricarsi.
Motivare gratificandolo se piccolo con punti se più grande (fifurine, bevande preferite, merendine,
adesivi).
AMBIENTE
•Non è indicato far sedere il bambino vicino alla finestra, al cestino, ad altri compagni rumorosi o
ad altri oggetti molto interessanti
•Bisogna disporre i banchi in modo che l’insegnante possa passare frequentemente in mezzo ad essi,
per poter controllare che i più distratti abbiano capito il compito, stiano seguendo la lezione, stiano
eseguendo il lavoro assegnato.
•È necessario rendere le lezioni stimolanti e ricche di novità (vanno motivati meravigliandoli.
Ricerche video lezioni, lavagna...)
•Utilizzare il diario per la comunicazione giornaliera con la famiglia, per uno scambio produttivo di
informazioni, senza che diventi un canale deputato solo ai richiami e alle note negative sul
comportamento.
All’interno della classe si devono mantenere regole chiare e semplici, al fine di ottenere un
consenso unanime, magari trascrivendole su un tabellone, affinché possano essere consultate
facilmente e se necessario rivedere le regole della classe, quando se ne riveli la necessità.
Le regole base di affiancamento sono 5:
(1)Al bambino devono essere riferite regole chiare, concise e numerose.
In classe, può essere applicato, sul banco del bambino, un foglio con alcune regole di base (alza la
mano per fare una domanda, stai seduto durante le lezioni, etc).
A casa, possono essere esposte sul frigorifero (stai seduto quando mangi).
Quando possibile, è di aiuto esprimere le regole in modo positivo, sul comportamento (“Tu dovresti
rimanere seduto durante la lezione”), piuttosto che focalizzarsi su cosa non è permesso (“Non
dovresti alzarti dalla sedia durante la lezione”).
(2) Le istruzioni dovrebbero rimanere concise.
I compiti più lunghi dovrebbero essere suddivisi in step più piccoli. Questo permette maggiori
opportunità per un feedback immediato (elogiare dopo ogni successo). Quando le nuove abilità
vengono acquisite, gli step verranno eseguiti consecutivamente dando luogo al compito originario.
(3) Le conseguenze del comportamento, sia positive che negative, devono aver luogo il prima
possibile a comportamento avvenuto (preferibile nell’immediatezza del fatto).
(4) Le strategie positive dovrebbero avvenire sempre prima di utilizzare tecniche di punizione.
(5) Per aiutare i bambini ad ascoltare un adulto e ad imparare ad apprezzare le relazioni tra il loro
comportamento e le risposte di coloro che li circondano, le conseguenze verbali, sia positive (lode)
che negative (rimprovero), dovrebbero iniziare con il nome del bambino e includere i riferimenti al
comportamento in questione. Ad esempio, un complimento vago, come “ben fatto, Luca, grazie” è
con maggior probabilità più efficace quando viene modificato in “Luca, ben fatto. Mi piace
veramente quando metti a posto i giochi”. Lo stesso vale per i rimproveri.
In conclusione, va sempre preferito un approccio personalizzato in cui vi sia un’alta collaborazione
tra tutte le figure coinvolte, compreso modificare i metodi d’insegnamento e di valutazione o
manipolare le conseguenze dei comportamenti desiderabili o indesiderabili.
L’attenzione e l’apprendimento dello studente sono molto influenzati dalla combinazione delle sue
abilità con il livello di difficoltà dei materiali didattici adattarli alle sue capacità, né troppo semplici,
né troppo difficili, in modo da far aumentare i risultati.
Infatti, dal momento che gli studenti riescono a mantenere a lungo l’attenzione solo se le richieste
vengono poste in modo originale, lo span attentivo e l’iperattività migliorano se i compiti
richiedono una risposta attiva, di movimento, e prevedono un sistema di feedback immediato. E’
molto utile insegnare loro un modo strutturato di prendere appunti ed insegnare ad utilizzare un PC
o a far uso di registrazioni.
METODOLOGIE DI INTERVENTO
TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
I Rinforzi per attuare un intervento corretto ed efficace
Pensare ad un comportamento da modificare si scelgono simboli/ punti/un menu di rinforzi (lista di
cose preferite, attività, privilegi quale sarà il reward/ricompensa), sistema di gratificazione a punti
(Token economy) è una tecnica comportamentale che premia comportamenti appropriati “come
parlare per chiedere qualcosa e non urlare per chiedere qualcosa”; “se passa gli oggetti e non li
lancia”, “Comunica/picchia qualcuno. Utilizza ad esempio: un cartellone con i punti ottenuti ogni
giorno che renda sempre concretamente visibile all’alunno l’andamento del suo impegno nel
controllo del comportamento e il raggiungimento dell’obiettivo concordato.
•gratificazione (oggetto, azione, parola che porta a una soddisfazione interiore premi tangibili,
sorriso, complimenti, carezze, elogi, riconoscimenti)
Gratificazione Sociale (manifestazione di approvazione, sorrisi, complimenti, carezze, elogi,
riconoscimenti)
•rinforzo positivo/strategie premianti (valorizzare con parole gratificanti/smile/piccoli premi per il
comportamento corretto); premio (incentivo o ricompensa);
Il costo della risposta è negativa (se continuerà a comportarsi in modo scorretto, l’alunno deve
sapere che dovrà pagare un pegno, cioè togliere punti, in base alla gravità dell’azione);
- Evitare i rinforzi negativi/punizione.
- NB i rinforzi vanno dati solo durante o immediatamente dopo il comportamento che si vuole
far aumentare di frequenza.
- Evitare rinforzi quando si comporta male
Iperattività: accorgimenti per contenerla: Non tentare di ridurre l'attività, ma incanalana e utilizzala
per accettabili finalità.
1. Dare incarichi che permettano il movimento controllato nella classe.
2. Permettere di stare in piedi di fronte al proprio posto, specialmente in prossimità della fine
del compito.
Proporre attività come un incentivo.
1. Assegnare un’attività (es. dare incarichi come portare un messaggio a qualcuno, pulire la
lavagna, sistemare i libri della cattedra o le sedie) quale riconoscimento individuale di un
successo.
Usare l'attività come risposta alle istruzioni.
1. Usare metodi di insegnamento che incoraggino la risposta attiva (es. parlare, muoversi,
organizzarsi, lavorare alla lavagna).
2. Incoraggiare a tenere un diario dove scrivere, colorare ed altro.
3. Insegnare all’alunno a fare domande pertinenti.
Impulsività: accorgimenti per contenere la incapacità di attendere: Non chiedere all’alunno di
aspettare, ma dare un sostituto verbale o una risposta motoria da compiere durante l'attesa e, se
possibile, incoraggiare il suo fantasticare.
1. Istruire il bambino/ragazzo a continuare una parte più facile del suo compito (o a farne uno
sostitutivo) nell'attesa dell'aiuto dell'insegnante.
2. Insegnare al bambino/ragazzo ad affrontare in un test per prime le risposte a lui note.
3. Abituarlo a sottolineare o a riscrivere le domande prima di cominciare, oppure a colorarne,
con un evidenziatore, le parti più rilevanti.
4. lasciarlo scarabocchiare o giocare con la gomma, col segnalibro o con la matita mentre
aspetta o sta ad ascoltare delle istruzioni.
5. Incoraggiarlo a prendere appunti (anche se solo per poche parole, quelle che lui reputa le più
importanti).
Incoraggiare l’alunno a esprimere le sue capacità positive di leadership ed evitare di interpretare la
sua incapacità di attendere come impazienza o prepotenza.
Suggerire o rinforzare altri ruoli (es. fare il capofila, distribuire i fogli).
Per i bambini/ragazzi che interrompono sempre, insegnare loro come riconoscere le pause nella
conversazione e come non perdere il filo del discorso.
Indicargli quando serve un maggior autocontrollo per una specifica attività. Insegnare e rinforzare le
convenzioni sociali (es. buongiorno, ciao, per favore, grazie).
È utile definire con chiarezza i tempi necessari per svolgere le attività giornaliere, rispettando, per
quanto possibile, quelli del bambino (questo lo aiuta anche a orientarsi meglio nel tempo).
ACCORGIMENTI PER EVITARE IL CALO DELL'ATTENZIONE DURANTE LE ATTIVITÀ
DIDATTICHE Diminuire la lunghezza del compito.
1. Dividere il compito in parti più piccole che possano essere completate in diversi momenti.
2. Dare due compiti, facendo svolgere prima quello che piace di meno al bambino e poi il suo
preferito.
3. Far fare pochi esercizi alla volta.
4. Nel presentare il compito usare un linguaggio preciso e globale. Per esserne sicuri si
possono far ripetere le consegne (Che cosa devi fare?).
5. Parcellizzare il compito da memorizzare invece di presentarlo nella sua globalità.
Rendere i compiti più interessanti.
1. Permettere di lavorare in coppia, in piccoli gruppi.
2. Alternare compiti molto interessanti ad altri meno interessanti.
3. Usare proiettori da parete durante le spiegazioni.
4. Far sedere l’alunno vicino all’insegnante.
5. Utilizzo degli organizzatori anticipati utili per collegare l’argomento trattato a eventuali
conoscenze pregresse e per suscitare interesse e curiosità.
Esempio: presentare un’immagine dell’argomento che si vuole trattare e porre delle domande agli
alunni, se conoscono già la tematica, cosa rievoca l’immagine, ecc.
6. Favorire attività didattiche laboratoriali attraverso sperimentazioni, l’utilizzo del corpo, dei
materiali, la recitazione, ecc.
7. Costruire situazioni di gioco per favorire la comprensione delle spiegazioni: il gioco di ruolo
può servire per spiegare concetti storici e sociali.
Cercare le novità, specialmente alla fine di un lungo compito.
1. Trasformare in gioco la correzione dei compiti.
2. Trasformare in gioco il ripasso mnemonico.
Non incoraggiare o rinforzare il giudizio di "bella addormentata", ossia se il bambino/ ragazzo
guarda fuori dalla finestra non significa che sia disattento.
Purché il suo comportamento non sia di disturbo, non pretendere da lui una quiete assoluta che non
sempre coincide con una reale attenzione.
ACCORGIMENTI PER EVITARE LA MANCANZA DI PARTECIPAZIONE E L'INCOSTANZA
NEL TERMINARE I COMPITI
Andare incontro alle scelte ed agli specifici interessi dell’alunno nei compiti.
1. Permettere, entro certi limiti, la scelta del compito, dell'argomento, dell'attività.
2. Capire le preferenze del bambino/ragazzo ed usarle come incentivo.
3. Attirare l'attenzione del bambino/ragazzo al compito.
Assicurarsi che i compiti coincidano con le sue capacità di apprendimento e con le sue attitudini.
1. Permettere modalità alternative di risposte (es. scritte con il computer, registrate a voce).
2. Alternare il livello di difficoltà del compito.
3. Assicurarsi che il mancato svolgimento di un compito non dipenda dalla disorganizzazione.
Accorgimenti per superare la difficoltà ad iniziare un compito: in generale aumentare la
Strutturazione delle parti più rilevanti di un compito o delle convenzioni sociali.
1. Predisporre l'attenzione del bambino/ragazzo alle richieste orali (es. dando delle istruzioni
scritte, permettendo di prendere appunti).
2. Dare una struttura precisa ai compiti ed ai test (es. usare fogli a quadretti per la
matematica, stabilire degli standard per i compiti, essere il più specifici possibile).
3. Inquadrare la struttura globale del compito (es. le domande fondamentali, il percorso da
compiere, le tavole del contenuto).
4. Permettere il lavoro in coppia o in piccoli gruppi purché a bassa voce.
5. Colorare, cerchiare, sottolineare, o riscrivere le istruzioni od i punti
ACCORGIMENTI PER COMPLETARE IN TEMPO I COMPITI ASSEGNATI
Incrementare l'organizzazione del lavoro con l'uso di liste, diari, quaderni di appunti, cartelline.
1. Assegnare i compiti al bambino scrivendoli su agendine tascabili.
2. Scrivere i compiti assegnati sulla lavagna ed assicurarsi che li abbia copiati.
Stabilire le consuetudini per quanto riguarda l'uso dei materiali della classe e per il vestiario.
1. Aiutare il bambino/ragazzo ad organizzare, con l'uso di raccoglitori, i compiti già fatti e
quelli da svolgere; lo stesso vale per gli appunti presi in classe per mantenerli in ordine cronologico.
2. Spingere i genitori a stabilire in casa consuetudini giornaliere su come riporre i libri ed usare
il materiale scolastico.
3. Aiutare il bambino/ragazzo a tenere in ordine il banco organizzandogli lo spazio.