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NEUROSVILUPPO
Agnese Capodieci
16 marzo 2021
I disturbi del neurosviluppo
Manifestazioni nelle prime fasi dello sviluppo à deficit nello
sviluppo che causa compromissione del funzionamento personale,
sociale e scolastico.
Si va da deficit molto specifici dell’apprendimento o delle funzioni
esecutive a compromissioni globali.
Si presentano spesso più disturbi in concomitanza (es. ADHD e
disturbo dell’apprendimento; fattori genetici condivisi?).
Possono essere dovuti a sintomi di eccesso o anche deficit e ritardi
nel raggiungimento delle tappe dello sviluppo attese.
Presentano molti specificatori: come ad esempio età d’esordio,
gravità, ma anche condizioni mediche associate o fattori che possono
avere un ruolo nell’eziologia.
I disturbi del neurosviluppo
Disabilità intellettive
Forrest Gump
Moderato: difficoltà molto marcate negli apprendimenti che
rimangono ferme a un livello elementare e necessarie di supporto
continuo. Per portare a termine attività concettuali è richiesto un
aiuto quotidiano e continuo. Differenze marcate nelle interazioni ma
possono comunque instaurarsi relazioni nel corso della vita, anche in
ambito sociale è richiesto supporto. La persona può raggiungere
l’autonomia ma è necessario un ampio periodo di insegnamento.
Possono avere indipendenza lavorativa in ambiti pratici ma sempre
con il supporto degli altri.
Grave:poca comprensione nell’ambito degli apprendimenti, richiede
sostegno esteso. Linguaggio limitato e centrato sul qui e ora,
comprendono discorsi semplici e comunicazione gestuale. Richiede
sostegno in tutte le attività della vita quotidiana.
Estremo: limitata comprensione del linguaggio, solo istruzioni e
gesti, comunicazione non verbale, possono essere presenti anche
compromissioni sensoriali e fisiche. Dipendente dagli altri in tutto.
Come valutare una disabilità intellettiva
Test di intelligenza: somministrati individualmente, validi dal punto di vista
psicometrico, culturalmente appropriati, adattati al background
socioculturale dell’individuo, alla sua lingua madre e a suoi disturbi
concomitanti (linguaggio, sensoriali).
Strumenti: Griffiths III,WPSSY-III, Matrici di Raven (CPM, SPM,APM),WISC-IV,
WAIS-IV, Leiter-3.
I profili cognitivi ci dicono molto di più rispetto al punteggio di QI.
Adattamento: modo in cui una persona soddisfa gli standard di autonomia
personale e responsabilità sociale rispetto a coetanei dello stesso livello
socio-culturale. 3 ambiti (almeno 1 necessita sostegno continuativo):
o Concettuale o didattico: lettura, scrittura, ragionamento etc.;
o Sociale: empatia, abilità comunicative e di comprensione dell’altro:
o Pratico: cura di sé, lavoro, gestione della casa e del denaro, svago.
Strumenti: colloquio clinico, interviste strutturate a parenti, insegnanti (Vineland
Adaptive Behaviour Scale)
la disabilità intellettiva è una condizione eterogenea con cause
multiple.
Il ritardo grave può essere identificato già nei primi anni di vita (ritardo
nelle tappe dello sviluppo à diagnosi di ‘Ritardo globale dello
sviluppo’) mentre quello più lieve in età scolare.
La disabilità intellettiva può essere associata a sindrome genetica e in
alcuni casi vi è un aspetto fisico caratteristico (es. sindrome di Down).
Se la disabilità intellettiva si presenta dopo che le capacità erano già state
acquisite (meningite, trauma cranico) si farà diagnosi di disabilità
intellettiva e disturbo neurocognitivo.
Interventi precoci e continuativi possono migliorare il funzionamento
adattivo per tutta l’infanzia e l’età adulta. In alcuni casi il miglioramento
è tale che la diagnosi non è più appropriata per questo con i bambini più
piccoli è meglio posticipare la valutazione dopo l’intervento.
Caso clinico 1
Paolo ha 3 anni e mezzo. Viene inviato da una logopedista che
lo segue per problemi di linguaggio e di comportamento.
Si mostra un bambino poco adeguato all’ambiente e con
pianto inconsolabile, non mostra interesse per i giochi
proposti ed è quasi assente la turnazione e l’aggancio visivo.
Per quanto riguarda il linguaggio emette solo vocalizzi.
Dall’anamnesi risulta una gravidanza complicata con parto
indotto per le grosse dimensioni fetali. Le tappe di sviluppo
motorio e linguistico risultano ritardate. A 15 mesi
gattonamento, 18 mesi deambulazione. Primi vocaboli a 2
anni senza arricchimento del vocabolario.
Viene fatta una valutazione globale con la scala Griffiths da
cui risulta un QI pari a 53 con particolari cadute nell’area
del linguaggio. Gli esami genetici risultano in norma.
Dalla somministrazione delle scale Vineland è emerso un
funzionamento generale pari alla metà dell’età del bambino
con particolari problematiche nella Socializzazione e nelle
Abilità motorie. Nelle Abilità quotidiane ci sono cadute
nelle autonomie personali e per quanto riguarda la
comunicazione emerge compromesso in particolare il
versante ricettivo.
Disturbi della comunicazione
I disturbi della comunicazione comprendono deficit del linguaggio,
dell’eloquio e della comunicazione.
Per eloquio si intende la produzione espressiva di suoni e comprende
articolazione, fluenza, voce, e qualità di risonanza di un individuo.
Il linguaggio comprende la forma, la funzione e l’utilizzo di un
sistema convenzionale di simboli (parole pronunciate, linguaggio
gestuale, parole scritte, immagini) con una modalità governata da
regole per la comunicazione.
La comunicazione comprende qualsiasi comportamento verbale o non
verbale (intenzionale e non) che influenza il comportamento, le
idee e le attitudini di un altro individuo.
La valutazione di queste abilità deve tener conto del contesto culturale
e della lingua dell’individuo (es. bilingui).
Disturbo del linguaggio
A. Difficoltà persistenti nell'acquisizione e nell'uso di diverse modalità di
linguaggio (cioè linguaggio parlato, scritto, gestuale o di altro tipo) dovute a
deficit della comprensione o della produzione che comprendono i seguenti
elementi:
1. Lessico ridotto (conoscenza e uso delle parole).
2. Limitata strutturazione delle frasi (capacità di mettere insieme parole per
formare frasi fondate sulle regole sintattiche e morfologiche).
3. Compromissione delle capacità discorsive (capacità di usare le parole e di
connettere le frasi tra loro per spiegare o descrivere un argomento o una serie
di eventi o per sostenere una conversazione).
B. Le capacità di linguaggio sono al di sotto di quelle attese per l'età in maniera
significativa e quantificabile, portando a limitazioni funzionali dell'efficacia della
comunicazione, della partecipazione sociale dei risultati scolastici o
professionali, individualmente o in qualsiasi combinazione
C. L'esordio dei sintomi avviene nel periodo precoce
D. Le difficoltà non sono attribuibili a compromissione sensoriale, a disfunzioni
motorie o ad altre condizioni mediche o neurologiche e non sono meglio
spiegate da disabilità intelletiva o da ritardo globale dello sviluppo.
Disturbo fonetico-fonologico
A. Persistente difficoltà nella produzione dei suoni dell’eloquio che
interferisce con l’intelligibilità dell’eloquio o impedisce la
comunicazione verbale dei messaggi.
B. L’alterazione causa limitazioni dell’efficacia della comunicazione
che interferiscono con la partecipazione sociale, il rendimento
scolastico o le prestazioni professionali.
C. L’esordio dei sintomi avviene nel periodo precoce dello sviluppo.
D. Le difficoltà non sono attribuibili a condizioni congenite o
acquisite, come paralisi cerebrale, palatoschisi, sordità, danno
cerebrale da trauma o altre condizioni mediche o neurologiche.
Disturbo della fluenza con esordio
nell’infanzia (balbuzie)
A. Alterazione della normale fluenza e della cadenza dell’eloquio, che sono inappropriate
per l’età dell’individuo e per le abilità linguistiche, persistono nel tempo e sono
caratterizzate dal frequente e marcato verificarsi di uno o più dei seguenti elementi:
1. Ripetizioni di suoni e sillabe.
2. Prolungamenti dei suoni delle consonanti così come delle vocali.
3. Interruzione di parole (per es., pause all'interno di una parola).
4. Blocchi udibili o silenti (pause del discorso colmate o non colmate).
5. Circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche).
6. Parole pronunciate con eccessiva tensione fisica.
7. Ripetizioni di intere parole monosillabiche (per es, "Lo-lo-lo-lo vedo“.
B. L’alterazione causa ansia nel parlare o limitazioni dell'efficacia della comunicazione,
della partecipazione sociale, o del rendimento scolastico o lavorativo.
C. L’esordio dei sintomi avviene nel periodo precoce dello sviluppo. (Nota: I casi con
esordio tardivo sono diagnosticati come 307.0 [F98.5] disturbo della fluenza con
esordio nell'età adulta).
D. L'alterazione non è attribuibile a deficit motorio dell'eloquio o a deficit sensoriali, a
disfluenza associata a danno neurologico (per es., ictus cerebrale, tumore, trauma) o ad
altra condizione medica, e non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale.
Il disturbo della fluenza non è solo un
disturbo del linguaggio
https://www.youtube.com/watch?v=6X2fvUPuZZg
Valutazione dell’ortografia