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La pandemia Covid-19 ha e sta modificando profondamente la vita in tutto il mondo.


La pandemia ha avuto una ricaduta non solo nell'ambito sociale, ma in particolar modo per
quanto riguarda il sistema scolastico nell'ambito dell'apprendimento, esercitando anche
molta influenza sulla parte emotiva degli studenti. E sappiamo quanto la scuola sia quel
luogo dove esprimere le proprie competenze, dove cominciare ad esprimere una propria
identità e se tutto ciò viene a mancare a causa di uno stress traumatico, viene a cadere un
aspetto fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei bambini e ragazzi.

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Le limitazioni imposte dal lockdown hanno modificato i comportamenti e gli stati mentali
dei bambini, con un impatto particolarmente importante nell’infanzia, caratterizzata da
periodi sensibili per lo sviluppo neurale, sensoriale, motorio, cognitivo, affettivo e sociale.
Le loro routine quotidiane sono mutate drasticamente o scomparse, privando i bimbi di
esperienze sensoriali, motorie, di esplorazione e gioco, che sono centrali per la
comprensione e la rappresentazione della realtà e per gli apprendimenti.
Le relazioni con gli altri adulti significativi sono venute meno come il contatto con i pari,
necessari durante l’infanzia per comunicare e apprendere. Per i bambini si è aggiunta la
difficoltà nel comprendere la situazione di pericolo generato da un virus invisibile, e i
comportamenti protettivi da adottare.
I bambini più piccoli, tra i 3 e i 6 anni, esposti a livelli elevati di stress e isolamento sono
più a rischio di uno sviluppo atipico permanente, poiché il loro cervello è ancora in fase di
sviluppo.
I sintomi manifestati:
- eccessivo attaccamento
- paura che i membri della famiglia possano contrarre l’infezione
- continue domande
- noia
- ansia e preoccupazione
- senso di solitudine
- disturbi del sonno, con problemi di addormentamento e risvegli notturni,
- comportamenti regressivi, con perdita di competenze acquisite prima del lockdown,
- comportamenti aggressivi più frequenti,
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• Il distanziamento sociale
La limitazione e la negazione dello spazio esterno potrebbe aver aumentato il bisogno
fisiologico, di movimento nei bambini, esasperando il bisogno di scaricare energia che si è
manifestato con:
• irritabilità, con frequenti risvegli notturni o difficoltà di addormentamento
• frenesia
• difficoltà di attenzione e concentrazione
Il distanziamento sociale, per i più piccoli, soprattutto di sesso maschile, generano
irrequietezza e sintomi psicosomatici.
Il contatto virtuale con adulti e familiari, bambini, educatori e insegnanti, non ha potuto
sostituire l’esperienza di relazione in presenza, poiché la comunicazione virtuale in questa
fascia di età, privata di ancoraggi corporei, non è facilmente comprensibile e risulta
scarsamente realizzabile e sostenibile in termini di attenzione.
Altro fattore importante è stata la separazione da chi si prendeva cura di loro li può
spingere verso uno stato di crisi che potrebbe aumentare il rischio di disturbi psichiatrici. I
bambini che sono stati isolati o messi in quarantena hanno avuto più probabilità di
sviluppare disturbi acuti da stress, disturbi di adattamento e attacchi di panico.
Negli adolescenti e preadolescenti, la chiusura forzata può aver aggravato quel senso di
solitudine piuttosto frequente in fase dello sviluppo. Di conseguenza, è aumentata la
propensione all’isolamento, e la mancanza di contatti fisici con i pari ha finito per
trasformarsi in un fattore di rischio per conflitti in famiglia.
La compagnia è essenziale per il normale sviluppo psicologico e il benessere dei bambini.

• L’ansia e l’incertezza legata alla malattia e la paura dei genitori


Come molto spesso si fa, si evitano discorsi su argomenti difficili per difesa dei bambini
stessi, non capendo che la verità rappresenta un fattore protettivo. Infatti, i bambini
possono aver tratto conclusioni errate, generando in loro un forte senso d’ansia e di paura.
La preoccupazione degli adulti per le implicazioni del virus potrebbe compromettere la loro
capacità di riconoscere e rispondere in modo delicato al disagio dei più piccoli.
I bambini sono ben sintonizzati con gli stati emotivi degli adulti, e l’esposizione a
comportamenti inspiegabili e imprevedibili è percepita come una minaccia, con
conseguente stato d’ansia.

• La mancanza di routine
La routine scolastica è un meccanismo importante che permette ai giovani di organizzarsi.
Con le scuole chiuse, i giovani hanno perso un punto di riferimento e il loro senso di
identità potrebbe vacillare. Andare a scuola poteva essere una sofferenza prima della
pandemia, ma almeno rappresentava una routine da rispettare. Tutto ciò richiede grandi
capacità di adattamento.

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Le emozioni più frequenti nei bambini sono state:
• Paura
I bambini che hanno avuto lutti derivanti dal contagio del virus, avranno vissuto
sicuramente emozioni acute di paura, rabbia e tristezza. L’ansia vissuta in questo periodo
è stata sicuramente fisiologica e adattiva data la situazione di emergenza in essere.
Attenzione va posta sul livello soglia di questa emozione al fine di discriminare il fisiologico
dal patologico.
• Ansia da separazione
Si è registrato un aumento dell’ansia da separazione: un dato fisiologico data la situazione
di emergenza. I caregivers vivevano anch’essi situazioni di ansia e paura e spesso erano
distanti dai loro figli per motivi sanitari o lavorativi. L’angoscia generata da questa
situazione ha sicuramente aumentato i livelli di stress vissuti dai bimbi.
• Irritabilità
L’irritabilità è un’altra emozione riportata nelle indagini, anche se non viene approfondita
l’origine di questa emozione. I bisogni emotivi e relazionali dei bambini sono stati
sicuramente bloccati in maniera netta e questo potrebbe aver scatenato in loro un forte
senso di rabbia nel non riuscire a vivere la loro vita.

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Ognuno di noi ha un modo tutto suo di affrontare e gestire le difficoltà: alcune persone di
fronte a situazioni di crisi, tendono a disgregarsi, ma è sorprendente come altre possano
uscire dalle stesse avversità rafforzate e arricchite. Anche l’emergenza sanitaria legata
alla pandemia da Covid-19 può essere un’occasione importante di crescita per noi e per i
nostri figli. Come? Attraverso la resilienza.
Essere resilienti non significa essere immuni alla sofferenza e alle delusioni, ma implica
percepire allo stesso tempo il dolore e il coraggio, affrontando in modo competente le
difficoltà a livello personale e interpersonale.

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La pandemia ha causato “la più grande interruzione dei sistemi educativi della storia”.
Le misure adottate per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 non
hanno permesso la didattica in presenza nella seconda parte dell’anno scolastico
2019/2020.
E' iniziata così l’epoca della didattica digitale integrata, fatta di lezioni on-line, di compiti
inviati via mail o sulle varie piattaforme, con nuove e diverse modalità di valutazione.
La didattica a distanza è l’insieme delle attività formative che è possibile svolgere senza la
presenza fisica di docenti e alunni nello stesso luogo.
Nella didattica a distanza l’attività educativa è mediata dal computer e dalla connessione
internet.Il compito dell’insegnante è quello di creare delle situazioni di apprendimento di
cui gli studenti possano usufruire autonomamente, dalla propria abitazione. I ragazzi
possono decidere di lavorare in autonomia o di collaborare con i compagni, ma in attività
prive di un feedback immediato o dell’assistenza del docente.
Parlando di DAD, non si può non tener conto dell’e-learning, che potremmo tradurre con
“apprendimento elettronico”. Si propone come un insieme di metodologie e strategie
didattiche finalizzate alla creazione di un nuovo ambiente di apprendimento in grado di
sfruttare le potenzialità del web e della multimedialità.
In questa dimensione il vero valore aggiunto dell’e-learning emerge nei servizi di
assistenza e tutorship, di condivisione e collaborazione a livello di Community, come in un
Social Network.
Una peculiarità dell’e-learning è l’alta flessibilità garantita allo studente di reperire sempre
e ovunque i contenuti formativi, permettendo maggiore autonomia nell’apprendimento.

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Vantaggi
Orari e Spostamento
Riduzione di Costi
Organizzazione
Interattività
Flessibilità Didattica
Zero Contatto
Continuazione del Percorso Educativo

Limiti
Mancanza di interazione sociale
Problemi di Connessione
Mancanza di Dispositivi Elettronici
Troppo tempo al PC
Distrazioni
Inclusione

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La chiusura degli istituti scolastici per quasi tutto il secondo quadrimestre, ha aggravato
le differenze sociali nelle varie famiglie, in quanto i bambini appartenenti a famiglie dotate
di risorse psicologiche, culturali e socio-economiche hanno avuto possibilità maggiori di
adattamento alla didattica a distanza.
Mentre per i bambini in condizioni di fragilità individuale e sociale, per i quali la scuola e i
servizi educativi costituiscono fondamentali fattori di protezione, è aumentato il rischio di
deprivazione e povertà educativa. In questi casi, purtroppo, i bambini che non
possedevano gli strumenti tecnologici adeguati, si sono trovati in gravissima difficoltà a
seguire le lezioni, con conseguenze importanti sul versante degli apprendimenti e socio-
relazionale con i pari.
Altro fattore importante è l’impreparazione dell’istituzione scolastica di fronte alla
necessità di ricorrere in modo così ingente e tempestivo all’uso di strumenti tecnologici e
multimediali
A differenza dell’impatto economico diretto della pandemia, che sarà temporaneo, gli
effetti della perdita degli apprendimenti rischiano invece di essere permanenti.
I principali problemi rilevati dagli studenti nella DAD:
- fatica nel concentrarsi per seguire le lezioni online
- problemi tecnici dovuti alla connessione internet/copertura di rete propria o dei
docenti
- problemi tecnici dovuti alla scarsa digitalizzazione dei docenti
- la noia
A ciò si aggiunge l’ulteriore disagio e frustrazione causati dalla sospensione delle attività
extrascolastiche sportive o culturali.
Guardando ai progetti futuri e alle conseguenze di lungo termine dell’emergenza che si sta
vivendo, molti ragazzi hanno affermato di aver cambiato scelta riguardo il proprio percorso
di studi/professionale a seguito della pandemia: molti di questi ragazzi hanno dovuto
rivedere i propri piani a causa delle difficoltà economiche della propria famiglia: valutando
di lasciare la scuola per aiutare economicamente la famiglia in difficoltà. Dall’altro lato
della medaglia, una piccola parte ha deciso invece di iscriversi ad un corso di laurea
legato alle professioni socio-sanitarie; un’altra parte si è resa conto di quanto è importante
la scienza e ha deciso che al termine delle superiori proseguirà gli studi in ambito
scientifico e, a seguito della pandemia, ha scelto di approfondire l'ambito di studi legato al
digitale.
Per quanto riguarda gli effetti legati alla socievolezza e alla sfera emotiva:
• ripercussioni negative sulla propria capacità di socializzare e sul proprio stato d’animo e
umore; ritenendo che anche le proprie amicizie abbiano subito ripercussioni negative a
causa dell’impossibilità di andare a scuola. Ritengono inoltre che stare a casa stia
producendo un impatto negativo anche sulla propria salute.
• I ragazzi concordano sul fatto che questo anno di pandemia abbia rubato loro la
possibilità di vivere esperienze sentimentali importanti per qualunque giovane della loro
età.
• Mentre la maggior parte dei ragazzi condivide il suo stato d’animo con genitori e amici,
molti adolescenti non hanno trovato il modo di parlare con nessuno del proprio stato
d’animo.
Non mancano inoltre sentimenti di fastidio e le recriminazioni nei confronti degli adulti:
adolescenti compresi tra i 16 e 18 anni, si sentono accusati di essere i principali diffusori
del contagio; tra cui una parte ritiene di pagare in prima persona per l’incapacità attribuita
agli adulti di gestire la pandemia.
I ragazzi compresi tra i 14 e 15 anni, non crede sia giusto che agli adulti sia permesso
andare al lavoro, mentre ai giovani non sia permesso andare a scuola.

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Al termine di queste riflessioni, vorrei cercare di delineare alcuni aspetti importanti,
con relativi suggerimenti, che sono emersi dall'analisi della situazione dell'istruzione nel
nostro Paese.
Il primo aspetto è il punto di partenza che deve orientare la creazione di una nuova scuola
che risponda ai bisogni formativi dei singoli studenti, tenendo conto dei problemi delle
fragilità educative, non ci deve essere la preoccupazione di lasciare indietro nessuno, né
di impoverire le opportunità educative.
La scuola dev’essere un luogo che offre a ciascuno la possibilità di esprimersi al meglio.
Al fine di garantire l’apprendimento e l’inclusione scolastica degli studenti, gli insegnanti
possono ricorrere ad alcuni accorgimenti da implementare nel nuovo modo di fare lezione,
come utilizzare un’unica piattaforma online, valida per tutto il team dei docenti per gli
studenti, evitando così ritardi o disfunzionamenti nell’avviare la lezione a distanza.
E’ importante promuovere una maggiore interazione tra alunno e insegnante coinvolgendo
attivamente gli studenti, inclusi i BES e DSA. Sono dunque necessarie brevi lezioni
multimediali che siano comprensibili e stimolanti. Bisogna considerare però, di
personalizzare materiale e compiti, considerando gli strumenti compensativi e le misure
dispensative previste dal PDP.
Questo senza abbandonare gli strumenti “di una volta”: carta, penna, libri, lavagna, ecc.,
ma riuscendo a mediare, mettendo sullo stesso piano, gli strumenti tradizionali e quelli
informatici e multimediali.
I docenti devono valorizzare e non condannare gli strumenti informatici che dovrebbero
diventare i loro principali alleati e non i nemici da combattere.
Per organizzare una didattica interattiva non ci devono essere tempi troppo stretti e tempi
troppo lunghi, che non consentono né al docente uno scambio con gli allievi, né di
promuovere scambi fra gli allievi.
Deve poterci essere anche un luogo in cui si consolidano gli apprendimenti e si fanno
esperienze. La scuola deve includere le esperienze che sono essenziali per i processi di
apprendimento e che offrono modi diversi di esprimersi agli allievi. Motivo per cui è
preferibile utilizzare sistemi di comunicazione diretta, potendo creare anche piccoli gruppi
virtuali per favorire l’apprendimento e l’interazione sociale tra gli studenti attraverso la
cooperazione.
Non si può tenere distinto insegnamento, apprendimento e ambiente educativo. Se alla
primaria un bambino ha difficoltà di apprendimento o comportamentali, il problema è di
tutti e va affrontato insieme, non può essere un aspetto che la scuola delega alla famiglia.
Dato il forte coinvolgimento delle famiglie nel nuovo modo di svolgere le attività
scolastiche, una buona collaborazione fra genitori e insegnanti risulta essenziale.
Per realizzare lo studio a scuola bisogna necessariamente introdurre dei cambiamenti.
Innanzitutto è necessario studiare modalità che consentano a un bambino di gestire in
modo individuale le informazioni e il problem solving; esistono molti modelli che possono
essere utilizzati individualmente in una classe in cui ciascun bambino lavora da solo su
argomenti attraverso contenuti individualizzati.
Sappiamo che anche in periodi scolastici standard le famiglie hanno sempre maggiori
difficoltà a far svolgere i compiti a casa ai propri figli. La scuola insegna, senza occuparsi
dell'assimilazione e del consolidamento dei contenuti, mentre alla famiglia spetta il
compito di curare questa parte, che richiede impegno costante, tanto che spesso la
famiglia ricerca qualcuno a cui delegarlo.
Pertanto, può essere utile: pianificare le attività da svolgere settimana per settimana,
delineare quindi un programma giornaliero dei tempi, in modo tale equilibrare i momenti di
studio e di giochi, e definire dei momenti nell’arco della giornata in cui lo studente può
contare sull’aiuto dell’adulto, rimanendo in contatto col gruppo docenti per collaborare
attivamente.
Gli effetti e la comprensione reale dell’impatto della pandemia ci saranno chiari nei
prossimi anni, quando avremo la possibilità di esaminare dati più consistenti, e vedere «da
lontano» quanto accaduto per selezionare le variabili che spiegano la maggiore varianza
rispetto agli obiettivi di studio.
Possiamo al momento, raccogliendo alcune evidenze scientifiche parziali, provare a farci
un’idea di un evento che ha impattato sulle nostre vite in un modo così potente e
inaspettato.

Possibili domande:
- Bambini bes e dsa
- teorie dell’apprendimento
- stress e coping
- possibile metodo terapico: EMDR
- PDP, PEI, PAI

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