Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Nel corso dei miei circa 20 anni di lavoro con i genitori e con gli insegnanti in qualità
di Pedagogista, Tutor e formatrice, sono cambiate moltissime cose. Le Leggi e le
prassi legate alla gestione degli alunni con DSA e altri Bisogni Educativi Speciali
si sono profondamente evolute e la scuola italiana risulta essere, ad oggi, uno dei
sistemi europei più attrezzati per l’Inclusione con la I maiuscola.
Eppure, non è chiaro per tutti quali siano gli organi che la garantiscono e le regole
che la rendono effettiva. Ci sono molti dubbi, da un lato, su cosa significhi includere
dal punto di vista pedagogico e didattico e dall’altro su quali siano le prassi inclusive
da seguire in base alle differenti situazioni che si possono presentare.
I disturbi dell’apprendimento sono vari e differenti tra di loro. Esistono però tratti comuni e
ricorrenti tra gli studenti che hanno un DSA ed altrettanto comuni sono alcuni segnali,
che possiamo meglio definire come veri e propri “campanelli d’allarme”.
Analizziamo dunque alcuni elementi che sia un genitore, sia un insegnante, possono
osservare a partire dalla prima classe della scuola Primaria.
Sebbene fino al termine della seconda Primaria non si possa diagnosticare un DSA, si
può comunque procedere ad una prima valutazione nelle sedi opportune (UONPIA o studi
privati multidisciplinari) e comunque si può tenere conto delle difficoltà che emergono.
Può darsi che la valutazione, una volta effettuata, NON riveli l’esistenza di un DSA, ma di
un altro tipo di problematica: sarà stato in ogni caso utilissimo aver individuato
rapidamente l’esistenza di difficoltà, senza sottovalutarne l’importanza per la vita
scolastica del bambino.
3.1. Lettura e grafia: il bambino, dalla fine della prima elementare in poi, mostra di non
riuscire a leggere in maniera fluente, di fare fatica a mettere insieme le sillabe delle
parole; può anche leggere abbastanza bene ma molto lentamente, oppure non
comprende ciò che legge. Il suo rapporto con la lettura non si è consolidato, non è
“naturale”, ma sempre forzato e difficoltoso. Per quanto riguarda la scrittura, può
succedere che il bambino non riesca a scrivere in corsivo, nemmeno lentamente,
oppure che scriva ma non riesca ad ottenere un buon risultato estetico o addirittura che la
scrittura in corsivo sia poco leggibile. Ancora, può accadere che il bambino scriva in modo
chiaro e leggibile ma con molta fatica, segnalando dolore alle mani ed ai polsi e
procedendo molto lentamente. Anche in questo caso, il bambino vi sembra che non
abbia raggiunto un livello di naturalezza nello scrivere.
3.2. Calcolo e geometria. Il bambino, dalla fine della prima elementare, non “vede”
senza contare le quantità fino a 5 (le dita o gli insiemi di figure) ed entro il 10; non impara,
entro la classe terza elementare, i numeri “amici del 10”; non automatizza le tabelline
entro la quarta elementare (ciò significa, in alcuni casi, non ricordarle affatto ed in altri
3.3. Atteggiamenti. Il bambino, entro gli anni della scuola elementare e in proporzione
alla sua età, fatica ad acquisire autonomia nel ricordare gli impegni scolastici, fatica a
tenere aggiornato il diario, fatica a tenere in ordine il materiale scolastico e riporta
spesso dimenticanze. In classe sembra distrarsi facilmente, oppure appare molto
stanco ed “evita” alcune situazioni di apprendimento, come la lettura ad alta voce,
l’esposizione alla classe di lavori individuali o di gruppo, le gare in cui bisogna mostrare
una certa destrezza cognitiva. Non solo, a volte questi bambini sembrano svogliati e
disfattisti, ma spesso si tratta di un atteggiamento dovuto al senso di inadeguatezza di
fronte alla richiesta scolastica ed al confronto con i compagni. Questi atteggiamenti, uniti
ad un oggettivo riscontro di difficoltà scolastiche che non migliorano nonostante gli sforzi
del bambino e gli accorgimenti didattici dell’insegnante, possono essere considerati
ulteriori spie per un DSA.
a. Certificazione di Disabilità
La Commissione medica e l’INPS, nel rilasciare la Certificazione la prima volta,
indicano il termine di validità e specificano quando andrà aggiornata. Può essere
dunque aggiornata al termine della scuola dell’Infanzia, al termine della scuola
Primaria, al termine della scuola Secondaria di I grado e in anni successivi durante
la scuola Secondaria di II grado. I motivi per i quali la Certificazione va aggiornata
sono molteplici: il più importante è che il PEI deve partire dal Profilo di
funzionamento, che viene aggiornato da scuola e famiglia, insieme ai sanitari, ad
ogni cambio di ciclo.
Come si legge nel DL 66/2017 e nel successivo DL 96/2019 (Decreto Inclusione), il PEI si
deve redigere all’inizio di ogni anno scolastico e può essere aggiornato nel corso
dell’anno.
È elaborato e approvato dai docenti contitolari o dal consiglio di classe, nell'ambito del
G.L.O. (Gruppo Operativo l’Inclusione), al quale partecipano: i genitori dell’alunno con
disabilità o chi ne esercita la responsabilità genitoriale; figure professionali interne alla
scuola come lo psicopedagogista oppure i docenti referenti per le attività di inclusione ed
La Nota del 13/01/2021 ha formalizzato l’ingresso del nuovo PEI dall’anno scolastico
2021/2022. Il Tar, con sentenza del 14 Settembre 2021, ha per il momento sospeso
questo intervento normativo, ma ne spieghiamo ugualmente qui le caratteristiche, in
attesa di nuove disposizioni. Ecco le novità a riguardo:
● Il nuovo modello di PEI è nazionale, uguale per tutte le scuole dello stesso
grado (Infanzia, Primaria, Secondaria I grado, Secondaria II grado).
● Tiene conto dell’accertamento della condizione di disabilità in età evolutiva ai
fini dell’inclusione scolastica e del Profilo di Funzionamento. Sono molto
importanti le indicazioni relative ai facilitatori e alle barriere
all’apprendimento e alla socializzazione, secondo la prospettiva
bio-psico-sociale alla base della classificazione ICF dell’OMS; allo stesso
tempo, il nuovo PEI attua le indicazioni di cui all’articolo 7 del D.lgs.
66/2017.
Le Linee Guida per il Diritto allo studio relative alla Legge 170/2010, segnalano il Piano
Didattico Personalizzato come strumento per la documentazione delle misure inclusive
adottate dai Consigli di classe e dai Team di docenti nei confronti degli Studenti DSA.
Nel 2012, la Circolare riguardante i Bisogni Educativi Speciali ha esteso agli alunni con
altre difficoltà, anche temporanee, le stesse attenzioni e tutele in sede di valutazione
scolastica. Quindi, possiamo affermare che il PDP sia l’unico documento ufficiale che si
può e si deve redigere per gli alunni con DSA ed altri Bisogni Educativi Speciali certificati,
che non siano tutelati dalla L. 104 o dalla L.170.
Il PDP va redatto, se la Certificazione viene presentata per tempo dalla famiglia, entro tre
mesi dall’inizio di ogni anno scolastico e può essere aggiornato nel corso dell’anno
scolastico. Il PDP è un documento di condivisione, un patto tra la scuola e la famiglia e
8. Quali sono gli alunni che hanno diritto a verifiche differenziate in sede di Esame
di Stato?
Gli unici studenti che hanno diritto a verifiche differenziate in sede di Esame di Stato in
chiusura dei cicli di istruzione, sono quelli tutelati dalla L. 104, sia che abbiano un PEI
equipollente, sia che abbiano un PEI differenziato.
Le prove possono essere adattate sia nei contenuti sia nelle modalità di espressione delle
richieste e delle risposte dello studente esaminato.
Le prove differenziate possono essere costruite ad hoc in precedenza dagli insegnanti
oppure possono costituire un adattamento delle prove ministeriali consegnati il giorno
stesso dell’Esame allo studente.
Gli studenti con Bisogni Educativi Speciali e PDP certificati che rientrano tra i DSA, hanno
diritto ad utilizzare gli strumenti compensativi (mappe, dizionari elettronici, calcolatrici,
sintesi vocale…) utilizzati durante lo stesso anno scolastico e riportati nel PDP.
Allo stesso modo, possono essere dispensati dalla Lingua straniera scritta se
previsto dal loro PDP ed usufruire di tempi più lunghi per la prova.
Gli studenti con Bisogni Educativi Speciali e PDP certificati non DSA, oppure non
certificati, non hanno diritto alle misure dispensative, ma solamente agli strumenti
compensativi.
Vi è poi il referente di Istituto per i BES e i DSA, che è un docente che ha acquisito una
formazione adeguata e specifica sui BES a seguito di corsi formalizzati o in base a
percorsi di formazione personali e/o alla propria pratica a scuola.
Il Referente diventa punto di riferimento nei confronti del Collegio dei docenti,
occupandosi di: fornire informazioni circa le disposizioni normative vigenti e indicazioni di
base su strumenti compensativi e misure dispensative; diffondere e pubblicizzare
iniziative di formazione specifica o di aggiornamento; fungere da mediatore tra colleghi,
famiglie, studenti;informare eventuali supplenti in servizio nelle classi.
Altre figure importantissime sono i Docenti di sostegno, assegnati alle classi con alunni
con disabilità. Sono docenti specializzati che si occupano di assistenza per l'autonomia e
la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali (DVA).
Questi docenti assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano,
partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle
attività dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti.
La DDI può essere utilizzata nella Scuola Secondaria di Secondo grado, ma anche in
quella del Primo ciclo, in ogni caso opportunamente “dosata” e pensata.
La DDI può essere organizzata per una parte degli alunni, o per tutti gli alunni in gruppi
che alternano la presenza in aula alla fruizione a distanza.
Esistono dei criteri per l’organizzazione dei gruppi, che tengono conto in primo luogo della
presenza di alunni fragili, vuoi dal punto di vista fisico (stato di salute certificato), vuoi dal
punto di vista emotivo – relazionale.
1. La proposta di didattica a distanza va orientata prima di tutto verso gli alunni con
condizioni di salute più fragili, perché vengano messi in condizione di seguire le lezioni dal
proprio domicilio. È auspicata l’integrazione con attività educative domiciliari in presenza,
per coloro che non possono, per ragioni certificate, recarsi a scuola.
2. Per gli alunni la cui fragilità fosse emotiva e non fisica, le linee guida suggeriscono
invece di privilegiare la frequenza in presenza, concordando con la famiglia l’eventuale
turnazione anche a distanza.
Ciò significa, in altre parole, che le famiglie vanno coinvolte ed informate dei criteri di
scelta che riguardano gli alunni per la costituzione dei gruppi.
4. Per gli altri alunni con BES, DSA o con altre Certificazioni, bisognerà verificare il reale
beneficio dell’utilizzo di strumenti tecnologici prima di decidere per la DDI. Le decisioni
prese in tal senso, andranno segnalate nel PDP.
5. Per gli alunni ricoverati in strutture ospedaliere o che frequentano scuole carcerarie, la
DDI è da organizzare il più possibile, perché può mitigare l’isolamento sociale, oltre a
garantire il diritto all’Istruzione.
Per tutti gli alunni, valgono i criteri approvati dal Collegio dei Docenti nel Piano Triennale
dell’Offerta Formativa. La valutazione, tanto più in caso di DDI, deve essere:
1. Costante
3. Misure per gli alunni DSA e con altri BES non Certificati, ma riconosciuti dal
Consiglio di Classe
Stanti tutte le misure e gli strumenti compensativi già specificati nell’ambito delle Linee
guida alla L. 170/2010, le Linee Guida per la Ddi specificano 3 punti salienti:
1 Concordare il carico di lavoro giornaliero da assegnare
2 Garantire la possibilità di registrare le lezioni
3 Verificare l’opportunità della DDI (vedi punto 4 del paragrafo 1)