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Come docente ho visto i bambini nella scuola con Dsa aumentare di anno in anno. Non
si parla più di un alunno per classe. La media è di solito di due o tre, una percentuale di
circa il 7%.In alcune classi la percentuale sale: si concentrano cioè non solo bambini affetti
da dislessia, ma anche da disgrafia, disortografia, più rara la discalculia. Ci sono alunni
che possono presentare solo uno dei sintomi, e bambini che possono averli tutti. Io
personalmente lavoro in una classe di 24 alunni con 6 Dsa. Non è semplice: ognuno di
questi alunni ha un Piano Didattico Personalizzato (PdP, previsto dalla legge 170/2010)
per cui vengono adottate misure compensative e dispensative per favorire il processo di
apprendimento. Ma è anche stimolante poiché questi bambini di solito hanno più
sviluppate altre abilità in linea con la teoria delle Intelligenze Multiple di Gaardner ripresa
poi dallo psicologo americano Armostrong nel testo A modo loro. Non è raro trovare alunni
dislessici particolarmente dotati nella sfera artistica : si tratta di favorire approcci di lavoro
differenti da quelli standard che nella scuola prediligono lo sviluppo solo dell’ intelligenza
linguistica e logico-matematica. Questo apre il grande dibattito sulla Didattica Inclusiva,
dove ognuno ha il diritto di sviluppare appieno il proprio potenziale , dove non c’è diversità
ma unicità.
La Dislessia
Gli adulti che convivono con un bambino con disturbo specifico dell’ apprendimento
devono mettere in moto dei meccanismi relazionali particolari. Specialisti, genitori e
familiari, insegnanti è bene che intreccino una rete di rapporti collaborativi e costruttivi, in
grado acquisire tutte le conoscenze necessarie per affrontare il deficit per aiutare il
bambino in primis a costruirsi una nuova un’immagine, integrando gli aspetti deficitari a
quelli normali,a prendere contatto con i propri limiti ma soprattutto con le proprie risorse,
contrastando il senso di disfatta con la positività.
EMOZIONI E D.S.A.
Dalle frasi, spesso spesso ambivalenti, pronunciate dai bambini con dislessia evolutiva si
può capire il grado di disagio e sofferenza che questi affrontano:
“Fino a che età dovrò andare a scuola ? Voglio essere come gli altri. Da solo non so fare i
compiti. Quando leggo, io capisco ma gli altri no”.
La cosa più difficile per molti bambini è capire, riguardo allo loro esperienza scolastica,
cosa dipende dal loro impegno e cosa dal disturbo di lettura.
Si strutturano così alcune caratteristiche psicologiche, per cui nei bambini dislessici si
possono ritrovare questi atteggiamenti:
Non sapere quanto tempo serve per imparare
Non sapere cosa si deve ricordare
Dimenticare troppo
Sapere già tutto
Non vedere i propri sbagli
Non poter sbagliare
Fare resistenza di fronte ai compiti nuovi
Non sapere cosa si sa già
Non sapere cosa si deve inventare
Inventare troppo
Non sapere niente
Non poter autocorreggersi
Confondere conoscenze, opinioni e giudizi
Non avere curiosità
La difficoltà nel percorso scolastico porta inevitabilmente a un tipo di relazione con
gli adulti dove possono ritrovarsi queste caratteristiche comportamentali:
Voler fare tutto come gli altri
Non saper chiedere aiuto
Chiedere sempre conferme esterne
Essere pigro,sfaticato
Opporsi a tutte le richieste
Non voler fare da solo
Autovalutazione sempre estrema
Essere provocatorio, disinteressato
Da analisi dei comportamenti descritti fatte nel corso degli anni si è visto che le emozioni
principali provate a scuola dai bambini con DSA sono quattro: la vergogna, la paura , la
rabbia e l’apatia.
La vergogna
Nasce nel non riuscire a fare come gli altri, nel sentirsi diversi e perciò inferiori, nel temere
il giudizio di compagni, insegnanti e genitori, nell’osservare la propria prestazione di livello
basso rispetto ai canoni richiesti di tempo, correttezza e forma. Spesso leggere di fronte
agli altri per un bambino dislessico è umiliante; come lo è anche non riuscire, nonostante
l’impegno, a memorizzare calcoli e tabelline.
La paura
Nasce dal temere le continue difficoltà che si devono affrontare. I bambini con dsa si
trovano in un ambiente che è loro ostile per struttura: pieno di scritte e numeri : un luogo
di sfide ed insidie. Sempre abili a compensare la loro disabilità sviluppano caratteri
ansiosi e cercano di controllare il più possibile la realtà che li circonda per evitare scivoloni
e adeguarsi al gruppo.
La rabbia
Nasce dalla frustrazione: da una parte i bambini con D.S.A. non ottengono i risultati degli
altri nonostante l’impegno e la fatica e a volte non vengono creduti. Questo accade perché
se non si è individuato con precisione il problema essi possono essere etichettati come
disinteressati e non impegnati. Il che mette in gioco il ruolo dell’educatore che ha il
compito informarsi e formarsi sul tema della dislessia per poter gestire al meglio il grande
ventaglio di casistiche a cui potrebbe far fronte.
L’apatia
Ovviamente poiché non si ottengono i livelli degli altri, non ci si sente compresi, ogni
sforzo sembra inutile e allora : a che giova impegnarsi? Meglio lasciar perdere e scivolare
in una specie di auto anestesia.
Tanto più gli strumenti compensativi saranno disponibili per ogni attività, tanto più la
disabilità del bambino potrà essere ridotta.
Inoltre è necessario prevedere l’introduzione di misure dispensative, cioè modifiche nello
svolgimento delle attività scolastiche. Per esempio per i dislessici vengono raccomandate
ove possibile prove orali al posto di quelle scritte, oppure si suggerisce di ridurre la
lunghezza della prova o di raddoppiare il tempo a disposizione . Per lo studio a casa si
raccomanda di dare una minor quantità di lavoro da svolgere, oppure di indirizzare il
lavoro in ambiti verso i quali il bambino possa avvalersi dei vari strumenti compensativi.
2) Intelligenza musicale : abilità che si rivela nella composizione dei brani musicali,
nonché nella capacità di discriminare con precisione altezza dei suoni ,timbri e
ritmi.Riguarda i bambini che hanno buona capacità di memorizzare melodie e
tenere il ritmo, spesso chiedono di leggere con sottofondo musicale.
Il rimprovero
Purtroppo è molto facile nella scuola assistere a rimproveri che non sono altro che sfoghi
di aggressività o di fastidio verso i bambini espressi con eccessiva tensione, nel primo
caso e addirittura con nevrastenia nel secondo. L’esito è quasi sempre l’inefficacia, la lite
o l’oppressione.
Non è facile rimproverare .Il rimprovero serve a criticare un comportamento negativo o a
prevenirlo nel momento in cui sta per essere messo in atto. Per rimproverare occorre un
tono fermo, deciso e autorevole che si esprime con una comunicazione breve, forte,
centrata sui fatti concreti, analitica, precisa e pacifica. Occorre equilibrio, in una situazione
dove emotivamente si può “scatenare la tempesta”. L’arte del rimproverare non è semplice
e necessita di una riflessione per tendere all’autocritica e non all’innesco di suscettibilità.
Al rimprovero deve seguire un silenzio lapidario che fa entrare in profondità il messaggio
appena lanciato.
L’incoraggiamento
Consiste nel saper dare carica e trasmettere motivazione alle altre persone. Per
incoraggiare è prima necessario costruire e dare forma all’energia dentro di sé e,poi,
comunicarla in modo persuasivo per indurre all’azione .Richiede impegno e forza in chi lo
vuol far percepire agli altri. Non si può incoraggiare e rimproverare nello stesso momento,
l’incoraggiamento deve essere puro. I bambini destinatari sono soprattutto quelli
demotivati dove è evidente una scarsa stima in sé, che sono rinunciatari e poco fiduciosi
nelle loro capacità. L’obiettivo è fargli desiderare un risultato. L’incoraggiamento all’azione
può essere realizzato anche attraverso l’intervento del bambino su un ambiente, o su una
circostanza che abbia bisogno di lui e dove egli stesso possa riconoscere il suo valore e la
sua unicità.
L’insegnamento
E’ la comunicazione più diversificata che vuole far prendere coscienza di contenuti, far
ragionare e riflettere. Si tratta di saper mettere il bambino alla giusta distanza dal sé, dalle
relazioni, dal mondo, a liberarsi così dai pregiudizi verso se stesso e ad alzare il grado di
autostima depotenziando il senso di vergogna.
Il coinvolgimento emotivo
La tranquillizzazione
La gratificazione
I dislessici hanno problemi con il tempo (in tutti i sensi del termine) e questo può
coinvolgere la musica. Per alcuni dislessici la lettura della musica è più facile della
lettura delle parole, mentre per altri è il contrario.
Nei musicisti i compiti musicali sono svolti con il contributo di entrambi gli emisferi
Conoscere per prima cosa la normativa in materia musicale per i DSA che permette di
adottare la costruzione di buone pratiche didattiche.
STRUMENTO
Cercare di ridurre il più possibile le informazioni sulla partitura! Tenere presente che
un alunno dislessico più cose deve guardare e tenere sotto controllo e più fatica
farà.Tante cose si possono verbalizzare! (es. dinamiche, legature, tempo)
Ricordare che il più delle volte le cose si possono scrivere o trascrivere in modo
diverso!
Per analisi, composizione, etc gli alunni devono potersi appoggiaread uno
strumento musicale (misure compensative)r
Per gli alunni dislessici è importante avere un approccio alla scrittura e lettura
multisensoriale. Per imparare la notazione musicale può essere utile il pentagrama
colorato, ideato da Margaret Hubicki.
Ogni colore del kit rappresenta una nota e permette di vedere la collocazione esatta di
ogni suono. Non deve essere considerato un tipo diverso di notazione,ma uno strumento
multisensoriale in cui l’uso del colore non implica la relazione tra altezza del suono e
colore. (Per rappresentare altezza e durata).
Per individuare sullo strumento i suoni con il proprio nome il kit fornisce dei quadratini
colorati, un colore per una delle sette note, su ognuno dei quali è stampato il nome della
nota.Ad esempio per memorizzare il suono la, andrà posizionato il quadratino su tre ottave
della tastiera (quella centrale e le due ottave vicine, inferiore e superiore) diversi la della
tastiera facendogli ben osservare la sua posizione rispetto ai tasti neri.E’ importante per il
bambino rendersi conto che benché la tastiera si usi in posizione orizzontale i suoni
diventano sempre più acuti sul lato destro e più gravi sul lato sinistro. Per familiarizzare
con questa “spazialità” del suono si possono inventare alcuni giochi di individuazione del
la grave, acuto e centrale.
Per gli altri suoni,si do re mi fa sol, si adotterà lo stesso procedimento, posizionandoli alla
destra del suono la. Si potranno così effetturae giochi di individuazione delle diverse note
sulla tastiera: trovare il si alla destra della tastiera (acuto), trovare il re al centro,etc.
L’esercizio costanza di questa pratica serve per individuare correttamente la posizione dei
suoni e per interiorizzarla.
Rettangoli e note
Chiavi
Daltonismo
Il kit propone altri strumenti per chi è affetto da daltonismo o per chi non riesce ad
associare il rigo alle note . Si tratta di un gruppo di sette figure (animali) Il cui nome
contiene la sillaba della nota:
Dodo: Do
Renna: Re
Millepiedi: Mi
Farfalla: Fa
Sole: Sol
Lama: La
Sirena: Si
Il bambino però può scegliere altri soggetti che gli piacciono di più da applicare sulla
tastire con i rettangolini di carta e sul pentagramma.
Altri esempi per la lettura facilitata
Il Tempo
Per i simboli del tempo il kit propone indicazioni operative: far percepire , toccando con le
dita, la suddivisione del valori con dei gettoni colorati (potrebbero andar bene anche i
regoli usati inmmatematica) associandoli successivamente ai simboli di semibreve,
minima, etc….
Il Ritmo
Se non si ha un buon senso del ritmo è necessario fare degli esercizi mirati per
svilupparlo. Alcune strategie possono essere le seguenti:
https://www.youtube.com/watch?v=hWcnfFh_2RQ
Lettura e intonazione
Partire dalla nota che l’alunno intona bene e gradualmente aggiungere le altre. Far
accompagnare il canto portando la mano dall’altezza dello stomaco alla testa.
Un’esperienza
Una delle prime docenti che si sono occupate di dislessia all’interno dei conservatori è
Matilde Bufano. Ha insegnato Teoria e solfeggio nei Conservatori dal 1978 e a Milano dal
1991. La sua attività con gli allievi dislessici è iniziata nel 2000 ed è proseguita, per
decisione del Conservatorio milanese, anche dopo il suo pensionamento. Ha tradotto in
italiano Ascolto strutturale di Felix Salzer (LIM), L'arte dell'esecuzione di Heinrich
Schenker (Rugginenti), Musica e dilessia di Miles e Westcombe (Rugginenti). Sono in
corso di pubblicazione le sue traduzioni di Sheila Oglethorpe, Instrumental music for
dyslexics e di Frédéric Chopin, Esquisses pour une méthode de piano.
Ecco una su testimonianza tratta da: .
Quando Cristina cominciò a frequentare le mie lezioni di solfeggio, notai anch’io che c’era
una discrepanza fra le sue abilità ritmiche e percettive e un blocco totale sia davanti alla
pagina di solfeggio parlato, sia davanti a un gruppo di 3-4 note da cantare a prima vista.
Man mano che passavano i mesi, mi rendevo conto che per Cristina era impossibile
nominare le note, cioè associare ogni nota al proprio nome, specie a una certa velocità:
era questo il vero motivo per il quale non riusciva a fare il solfeggio parlato! Ma le difficoltà
di Cristina erano anche altre: tempo dopo scoprii che avrei dovuto attribuirle alla sua
scarsa memoria a breve termine. Per esempio, non ricordava le alterazioni in chiave delle
scale, il nome degli intervalli, la serie dei diesis e dei bemolli e gli argomenti di teoria in
generale, mentre suonava perfettamente una scala maggiore o minore se stando davanti
al pianoforte, le chiedevo: “Suona la scala minore armonica partendo dal Re”.Riguardo al
ritmo, bisognava ripeterle diverse volte e per alcune lezioni le figurazioni nuove, ma una
volta che le aveva imparate, non le dimenticava più.
Nessuno mi aveva detto che Cristina era dislessica. Io non sapevo nemmeno che cosa
fosse la dislessia e lavorando insieme a lei cercavo solo di capire che cosa fosse meglio
fare per assecondare, sfruttare e fare emergere le sue qualità musicali. Purtroppo non mi
fu possibile promuoverla.
Tabella per l’insegnante tracciata dal Prof. Stefano Galeone al seminario di Musica e
Dislessia tenutosi in Conservatorio nel marzo 2016: