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“Vedi quell’uomo là?

Si, ebbene?
Lo odio.
Ma se non lo conosci.
Appunto.”
Costrutti psicologici

 STEREOTIPO (soprattutto aspetto cognitivo)


rappresentazione cognitiva semplificata di un
gruppo sociale socialmente condivisa

 PREGIUDIZIO (cognitivo + emotivo)


atteggiamento negativo verso i membri di un
gruppo sociale

 DISCRIMINAZIONE (aspetto comportamentale)


trattamento differenziale di individui per la loro
appartenenza ad un gruppo sociale
La discriminazione

 Comportamento negativo
ricorso alle misure estreme contro malati
verso i membri di un
mentali neri (Bond, DiCandia e
gruppo, giustificato dalla McKinnon, 1988)
loro appartenenza a quel

Percentuale di attacchi a cui lo staff


rispose con l'uso della contenzione
gruppo 70
60

fisica e di farmaci
50
40
30
20
10
0
0-30 giorni 31 o più giorni

neri bianchi
Definizioni

 XENOFOBIA: paura dello straniero

 RAZZISMO: superiorità biologica, morale e


intellettuale di una razza
• classico: imperialista, colonialista
• differenzialista: autonomia etnico-razziale di
ciascuna civiltà nel suo habitat,
preservazione della propria identità
• moderno: meno apertamente aggressivo,
sottile e latente
Tipi di RAZZISMO

UNIVERSALISMO

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ETEROFOBIA ETEROFILIA

Ra zzism o Risp e tto


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RELATIVISMO
(Bru n o M a zza ra , 1 9 9 2 )
Dal melting pot al salad bowl
 Melting pot o “crogiolo”. Fondamento storico della politica di
integrazione statunitense, società come un grande mortaio nel quale
tutte le differenze e origini culturali venivano “pestate”, assimilate,
come in un bel pesto genovese. Molti lo ritenevano un modello per
tutte le società multietniche. Ma, col tempo, il pesto è andato a male.
 Multiculturalismo nuova ricetta, non più pesto uniforme ma
insalatona mista e colorata, i cui ingredienti diversi convivono nella
stessa insalatiera mantenendo ciascuno il proprio gusto.
Valorizzazione e rispetto di tutte le differenze di costume, cultura,
religione o etnia. Nato nella metà degli anni Ottanta, le radici
risalgono ad almeno venti anni prima, quando ha cominciato a farsi
strada nelle società occidentali la questione della “differenza” con la
contestazione della cultura tradizionale nel Sessantotto e le
rivendicazioni etniche e nazionalistiche della Decolonizzazione.
L’intensificazione dei fenomeni migratori e della globalizzazione hanno
poi sancito il passaggio definitivo da una cultura dell'unicità a un vero
e proprio culto della differenza.
Tiziana Sforza, 2006 da http://www.cafebabel.com/it/article
Assimilazionismo o integrazione?

L’Europa oscilla fra due modelli di integrazione:


 “assimilazionista” francese
 “multiculturalista” anglosassone

Entrambi in crisi. Il primo puntava a un’integrazione fondata su uno


scambio: la concessione della “cittadinanza repubblicana” in cambio
di una privatizzazione del credo religioso (di qui, ad esempio, il
divieto del velo nelle scuole francesi).
La politica multiculturalista britannica concedeva spazi pubblici alle
minoranze etniche o religiose, sotto forma di “diritti collettivi”,
politica liberale e tollerante.
Perché hanno fallito?

 In Francia molti francesi di seconda e terza generazione hanno


rifiutato l’assimilazione old style di stampo repubblicano – vedi
rivolte nelle periferie o proteste contro la legge del 2004 che vieta
l’uso del velo islamico nelle scuole.

 In Gran Bretagna ampi settori del mondo musulmano hanno


rifiutato di riconoscersi nelle leggi del Paese, costituendo una
minoranza ostile e isolata. L’opinione pubblica britannica potrebbe
essere riassunta da una frase del laburista afrocaraibico
Trevor Phillips, presidente della Commissione per l’eguaglianza delle
razze pubblicata in un articolo sul Times: «Multiculturalismo non
significa che ciascuno può fare quel che vuole in nome della sua
cultura».
Immigrazione:
Seconda generazione, problemi doppi

 Destrutturazione dei ruoli famigliari:


individualismo rispetto ad obbedienza al gruppo,
ruolo diverso delle donne

 Bilateralità di riferimenti culturali e sociali:


mancanza di una socializzazione univoca

 Svanire della coscienza operaia e di forme di


integrazione ad essa legate
(es. emigrazione italiana in USA e Germania)
Seconda generazione:
Integrazione o devianza

 A pochi è riservata una mobilità ascendente

 Ai più, vulnerabilità sociale molto alta:


insuccessi scolastici, disoccupazione o i lavori peggiori, disagio
psichico

 Stigmatizzazione ed esclusione sociale che


in parte può portare alla delinquenza
(Merton e il “conformismo deviante”)
Il modello dell’acculturazione (Berry, 1977)

Mantenimento delle proprie


caratteristiche ed identità culturali

SI NO

Mantenimento SI INTEGRAZIONE ASSIMILAZIONE


delle relazioni
con altri gruppi NO SEPARAZIONE MARGINALIZZAZIONE
EVOLUZIONE STORICA
nella concezione del pregiudizio

Da:

 patologico  normale

 psicodinamico  cognitivo

 contenuto  processi
SVILUPPI
nella concezione del pregiudizio
 Inizialmente il pregiudizio è stato considerato come una
caratteristica dell’individuo, e quindi associato a
componenti irrazionali, psicodinamiche, cioè legate a
particolari tipi di personalità anche al limite della patologia
(es. Adorno e la “Personalità autoritaria”, anni ‘50)
 In seguito il pregiudizio è stato visto come esito di
relazioni intergruppo, cioè legato alle dinamiche e ai
conflitti dei rapporti fra gruppi diversi (Sherif, Tajfel)

 Infine, si studia il pregiudizio come costruzione sociale


(bias linguistici-attributivi, repertori linguistici…)
Concezioni individuali:
Adorno e la personalità autoritaria (1950)
 Alcune teorie hanno sottolineato il ruolo della struttura di personalità.
La causa del pregiudizio sarebbe legata a personalità disturbate e non
a processi normali e universali. Adorno e collaboratori (1950)
individuano a tal proposito una struttura caratteriologica ansiosa,
insicura, autoritaria e bisognosa di protezione.
 Gli atteggiamenti di un individuo formano un pattern coerente che
sono espressione della sua personalità
 Regime disciplinare troppo severo, spostamento dell’aggressività dai
genitori alle minoranze
 scala F fascisti vs democratici
 Persone dogmatiche, conservatrici, convenzionali, ideologicamente
rigide, incapacità di tollerare ambiguità e incertezza, e razziste
 Caratterizzata da: rimozione delle tendenze ritenute socialmente
inaccettabili (quali paura, debolezza, sentimenti aggressivi verso le
figure genitoriali o autoritarie in genere), proiezione delle tendenze
rimosse sugli altri, perciò visti come ostili e minacciosi
Il pregiudizio come risultato di
“NORMALI” processi cognitivi
 Categorizzazione = raggruppare gli stimoli in base alle loro
somiglianza, mettendoli in contrasto in base alle loro
differenze 
ingroup IG = gruppo con il quale gli individui si identificano e del
quale si sentono membri
outgroup OG = gruppo con cui gli individui non si identificano
- sopravvalutiamo le differenze FRA categorie
- sottovalutiamo le differenze ENTRO le categorie per rendere più
semplici le distinzioni categoriali (es. i cinesi sono tutti uguali, noi
siamo diversi.. )  omogeneità dell’OG

 Il paradigma del gruppo minimo (Tajfel, 1982)  ingroup bias:


tendenza a favorire il proprio gruppo, valutazione più benevola nei
confronti dei membri del proprio gruppo, identità sociale
Le cause del pregiudizio:
processi di cognizione sociale

 Salienza
prestiamo più attenzione ad eventi/comportamenti/persone salienti,
evidenti, particolari, anomali
(e spesso gli immigrati meno integrati sono più “visibili”)

 Stereotipo
usiamo gli stereotipi applicati ai singoli

 Generalizzazione
generalizziamo dal singolo alla categoria di appartenenza

 Bias cognitivi
euristiche, attribuzione

 La correlazione illusoria
è più probabile quando gli eventi o le persone sono caratteristici
Le cause del pregiudizio
i meccanismi attribuzionali

 spiegazioni disposizionali vs. situazionali  errore


fondamentale di attribuzione (Pettigrew, 1964)
 stereotipo (Steele e Aronson, 1995: i neri e i test di
intelligenza; le donne e la matematica)
 aspettative e distorsioni (Ickes e coll., 1982: “Finge
solo di essere amichevole”)
 biasimare la vittima (Lerner, 1980)
 le profezie che si autoadempiono (Word, Zanna e
Cooper, 1974)
Le cause del pregiudizio
La teoria del conflitto realistico

Quando le risorse sono limitate, nasce il conflitto


 competizione economica e politica (Dollard, 1938) 
i pregiudizi nascono più facilmente in periodi di
regressione economica

 Sherif e coll. (1961)


 campo boy scout
 competizione (es. giochi di squadra)
 induzione alla cooperazione - coesione in due gruppi
Diversità fra classi sociali

Pregiudizio più alto nelle classi socio-economiche


basse. Tre spiegazioni:

• Alto livello  atteggiamenti “migliori”


• Desiderabilità sociale (+ filtri…)
• Competizione sociale-economica
NUOVE FORME di razzismo
Razzismo moderno/latente/riluttante, termini proposti
negli Usa anni ‘70/’80 (Dovidio e Gaertner/ Pettigrew/
McConahay/Sears e Kinder/Katz e Hass) per definire le
nuove forme di razzismo, apparentemente meno evidente,
ostile, aggressivo. In realtà insidioso, caratterizzato da
ambivalenza, un misto di valori egalitari e sentimenti contro
i membri di diverse etnie (disagio, imbarazzo, paura…).
Nelle ricerche recenti si trova spesso che più che attribuire
loro più caratteristiche negative (o provare verso di loro più
emozioni negative) gli si attribuiscono meno caratteristiche
positive (o si provano meno emozioni positive) rispetto
all’ingroup. Il “razzista moderno” spesso non si riconosce
come tale o non ne è consapevole.
 La risposta prevalente è l’evitamento dei membri
di etnia diversa
Pettigrew e Meertens (1995)

 Scala del pregiudizio manifesto e latente.

Manifesto:
Manifesto - outgroup come minaccia
- evitare contatto

Latente:
Latente - difesa valori e tradizioni
- esasperazione differenze
- soppressione emozioni positive
Arcuri e Boca (1998)

 Tradotto e adattato la scala in Italia, utilizzando i


marocchini come target

 In particolare hanno verificato la relazione tra


affiliazione politica e pregiudizio, trovando tra i
progressisti che il pregiudizio latente era più alto di
quello manifesto:

Manifesto Latente
Conservatori 28.39 33.99
Progressisti 21.90 30.81
Classificazione individui
in tre categorie:

 1) Fanatico: forte pregiudizio manifesto e latente

 2) Democratico: basso pregiudizio manifesto e


latente

 3) Nascosto: basso pregiudizio manifesto e alto


latente
Perché differenziare pregiudizio
latente e manifesto?

 Mc Conahay (1986) ha verificato che le risposte su


problemi razziali risentivano della desiderabilità
sociale

 Silverman (1974). Se da risposte ad atteggiamento


dipendeva assegnazione compagno di camera,
giudizio sui neri molto meno positivo
 Gaertner (1973). Telefonata di aiuto da bianco/nero
a conservatori/progressisti.

 Conservatori aiutano meno neri, progressisti come i


bianchi

 Ma prog. interrompono telefonata dei neri prima


della richiesta, mentre cons. no.

 Razzismo riluttante (io non sono razzista ma…)


RIDUZIONE del pregiudizio

 Un parte consistente della ricerca si è concentrata


sulle condizioni che possono favorire la riduzione del
pregiudizio

 Un approccio tradizionale ma ancora molto attuale


fa riferimento all’ipotesi del contatto introdotta da
Allport (1954) 
Ipotesi del CONTATTO (Allport, 1954)

Hy: Il contatto con membri dell’outgroup conduce ad


un miglioramento dell’atteggiamento. Ma sembra
funzionare solo se:

 eguale status fra i due gruppi in contatto


 cooperazione /esperienza di successo
 rapporti personali e approfonditi
 sostegno istituzionale
Eguale status

 Se la situazione non è equilibrata e uno dei gruppi è


in posizione inferiore è probabile ottenere un
rafforzamento degli stereotipi correnti.
Rapporti personali e approfonditi

 Approfondimento della conoscenza a livello


personale, che può portare a una falsificazione di
alcuni stereotipi negativi dell’outgroup grazie alle
nuove informazioni.

Non necessariamente conduce ad una percezione


di maggiore somiglianza.
Cooperazione /esperienza di successo

 I due gruppi devono cooperare per raggiungere


uno scopo comune. Se le persone dipendono
reciprocamente per l'acquisizione di uno scopo,
hanno ragioni strumentali per sviluppare relazioni
più amichevoli.
Alcuni autori sottolineano però che è necessario
che la cooperazione porti al positivo
raggiungimento dello scopo comune, altrimenti i
pregiudizi possono peggiorare.
Sostegno istituzionale e sociale

Due punti:
 intervento diretto da parte dell’autorità, possibilità
di sanzioni in caso di rapporti fra gruppi scorretti o
episodi di discriminazione

 le esperienze di contatto non possono essere


episodi isolati o limitati a un solo contesto (scuola,
lavoro, casa… ) perché sarebbero vissuti come
eccezioni alla norma di separazione fra i gruppi
Il contatto riduce il pregiudizio?

 Hamilton/Bishop (1976) indagine in quartiere bianco


in cui arrivano alcune famiglie nere. Il pregiudizio
diminuisce.

 Ma interviste qualitative rivelano che famiglie


bianche non conoscono nulla dei neri (nome, età,
lavoro, figli, ecc). Nessun contatto reale

 Aspettative disastrose non confermate riducono


pregiudizio.
Studi nella scuola
 Le scuole integrate hanno offerto la possibilità di studiare gli effetti di un
contatto prolungato. Primi tentativi anni '60, Stati Uniti, più recenti
convivenza di gruppi etnici, religiosi o linguistici (Canada, nell'Irlanda del nord,
in India, oppure classi con inseriti bambini disabili).
 Purtroppo, risultati hanno messo in luce che spesso si ottiene un
peggioramento dell'atteggiamento verso la minoranza (Stephan, 1978).
 Diverse spiegazioni. Brown (1995): prima di tutto quanto avviene a scuola
costituisce solo una parte delle relazioni intergruppo dai bambini; un anno di
contatto è forse poco in confronto alle innumerevoli influenze esterne. Inoltre,
poche delle condizioni strutturali di Allport sono soddisfatte. Un esempio,
difficilmente l'interazione fra membri di diverse etnie avviene a scuola con pari
status dei due gruppi; basti pensare alle diverse condizioni socio-economiche
tali da influenzare anche il rendimento scolastico. Resta inoltre da verificare la
reale incidenza del sostegno istituzionale. Importanza di emozioni e ansia
(Stephan e Stephan, 1978)
 Naturalmente, il contatto non è l'unico meccanismo in grado di modificare
l'atteggiamento razziale, ma un suo efficace utilizzo come mezzo per alleviare i
conflitti intergruppi dipende largamente dalla struttura della società che regola
le relazioni tra i gruppi
CONTROEFFETTI del contatto

Il pregiudizio etnico può essere a volte


rinforzato dal contatto …

 Il gruppo dominante si sente minacciato da quello


minoritario che “occupa” spazi e risorse
es. si prendono posti di lavoro, le case popolari, ecc .
 Importanza delle emozioni provate
es. preoccupazione se i gruppi sono distanti,
irritazione se la prossimità è maggiore
 Problema della generalizzazione dell’effetto
es. mi piace il mio amico Amir, che per essere un
marocchino è proprio bravo, ma gli altri…
Recenti modelli psicosociali

I modelli più recenti proposti per migliorare le relazioni


intergruppi si basano sull’induzione di cambiamenti in
come le persone usano le categorizzazioni sociali e sono:
 Decategorizzazione
eliminare i confini fra gruppi, rapporti personalizzati
 Ricategorizzazione
categoria sovraordinata e ridisegnare i confini delle
categorie
 Mutua differenziazione
mantenere salienti i confini e sottolineare l’interazione
intergruppo fra membri tipici
Decategorizzazione

Propone che se l’appartenenza di gruppo perde la


priorità sulla considerazione dell’altro, a favore del
contatto personalizzato, allora sarà possibile un incontro
a livello interpersonale piuttosto che intergruppi:
questo dovrebbe facilitare la riduzione del favoritismo
verso il proprio gruppo (Brewer e Miller, 1984).

Uno dei problemi con questo approccio è la difficoltà di


generalizzazione, dall’incontro interpersonale con
quella/quelle persone al miglioramento
dell’atteggiamento verso l’intero gruppo di minoranza
etnica.
Ricategorizzazione

Mira a strutturare la categorizzazione di gruppo ad un


livello più elevato e più inclusivo. Si ottiene
aumentando la salienza di appartenenze di gruppo
incrociate o sovraordinate, facilitando il fatto che le
persone percepiscano l’altro come membro di un
gruppo vicino al proprio su una data dimensione,
migliorando così le relazioni intergruppi.
Un esempio è l’introduzione di una identità ingroup
comune (Gaertner e Dovidio, 1993), trasformando la
rappresentazione dell’appartenenza a due gruppi ad un
unico gruppo inclusivo: es. siamo sì bianchi e neri ma
siamo tutti studenti della stessa scuola . . . .
Mutua differenziazione intergruppi

Incoraggia i gruppi a enfatizzare le loro distintività ma


in un contesto di interdipendenza cooperativa. In pratica
si tratta di salvaguardare le differenze fra gruppi/culture
(laddove spesso le minoranze si sentono minacciate
nella loro specificità dai tentativi di integrazione)
sottolineando comunque che gli incontri avvengono con
membri tipici di un gruppo e non con membri atipici,
cioè singoli individui magari simpatici ma che non
rappresentano affatto il gruppo etnico di appartenenza.
Questo dovrebbe consentire la modifica degli stereotipi e
la generalizzazione degli atteggiamenti positivi verso
l’intero outgroup (Hewstone e Brown, 1986).
Una recente meta-analisi

 Pettigrew e Tropp (2006) in una recente meta-


analisi di 515 studi e 713 campioni (gruppi etnici,
disabili, di lavoro…; studi correlazionali,
sperimentali, quasi sperimentali..) concludono che
l’ipotesi del contatto è valida (il contatto funziona e
generalizza), può essere estesa ad altri gruppi, che
le condizioni di Allport ne aumentano gli effetti ma
non sono indispensabili, che la futura ricerca dovrà
concentrarsi sui fattori negativi che impediscono al
contatto di diminuire il pregiudizio.
L’evoluzione degli
atteggiamenti

etnici
nelle relazioni
intergruppi dei
bambini
Il pregiudizio nei BAMBINI

 Costruzione del pregiudizio


• l’influenza della famiglia
• la scuola
• il gruppo dei coetanei
• i mass-media
 Definizione della propria identità sociale
consapevolezza di appartenere ad una razza verso i
3-4 anni, a 6-7 conoscono gli stereotipi
 Stereotipi e pregiudizi sono appresi molto
precocemente, prima di possedere strumenti
cognitivi, flessibilità e “filtri”
Psicologia sociale e diritti civili

Psicologia sociale Usa coinvolta direttamente: la


Corte suprema nelle motivazioni cita espressamente
gli studi dei coniugi Clarks (1947) sulle bambole
bianche/nere
La preferenza etnica
(bianco e bello...):

doll test (Clark, 1974)


Bambine nere devono scegliere tra 4 bambole nere e 4
bianche identiche in tutto, tranne per il colore della pelle.
in risposta a 7 domande (es. quale ti piace, quale è più
bella, più brutta, con quale giocheresti, quale ti somiglia).
Scelgono quella bianca....

Ripetuto nel 2006 da Kiri Davis, studentessa nera


di 17 anni, uguali risultati (A girl like me).
Evoluzione del pregiudizio

 Costruzione del pregiudizio


• l’influenza della famiglia
• la scuola
• il gruppo dei coetanei
• i mass-media
 Definizione della propria identità sociale
consapevolezza di appartenere ad una razza verso i
3-4 anni, a 6-7 conoscono gli stereotipi
 Stereotipi e pregiudizi sono appresi molto
precocemente, prima di possedere strumenti
cognitivi, flessibilità e “filtri”
Modelli teorici

 Aboud 1988:
Il calo del pregiudizio è la conseguenza dello sviluppo delle
strutture cognitive

 Nesdale 1999:
Il calo del pregiudizio si verifica a causa dell’apprendimento da
parte del bambino di certe regole sociali (effetto legato alla
desiderabilità sociale)
SOCIOCOGNITIVE THEORY (Aboud, 1988)

L’atteggiamento etnico intergruppi del bambino dipende dal suo


livello di sviluppo, in relazione a 2 sequenze percettivo-cognitive
sovrapposte:

 I processi che dominano l’esperienza del bambino in un dato


periodo: prima dell’acquisizione del pensiero operatorio (intorno ai
7 anni) prevalgono i processi affettivi-percettivi; dopo tale
acquisizione prevarranno i processi cognitivi.
 Il focus d’attenzione; nei bambini più piccoli prevale un focus su
di sé e sulle proprie percezioni e preferenze, mentre dopo i 7 anni
l’attenzione si sposta sui gruppi e poi sugli individui come membri di
tali gruppi.
La ST sostiene quindi che il bias di preferenza per l’IG e il
pregiudizio verso l’OG aumentino fino ad un picco intorno ai 7 anni,
diminuendo poi sistematicamente con l’acquisita capacità di porre
attenzione alle differenze fra i singoli individui.
(Aboud, 1988; Doyle & Aboud, 1995, Bigler & Liben, 1993)
SOCIAL IDENTITY DEVELOPMENT THEORY
(Nesdale, 1999a, 2004)

Sviluppo degli atteggiamenti etnici intergruppi attraverso 4 fasi:


 indifferenziazione (primi 3 anni di vita)
 Consapevolezza etnica (dai 3 anni)
 Preferenza etnica (intorno ai 7 anni)
 Pregiudizio etnico.

Si differenziano in base ai comportamenti che le caratterizzano e


degli eventi che comportano il passaggio da una fase all’altra.

Durante la fase della preferenza avviene l’identificazione del


bambino col suo gruppo etnico. In linea con la SIT (Tajfel & Turner,
1979) ciò comporta un focus sull’ingroup più che sull’outgroup, sulle
somiglianze più che sulle differenze, sulla superiorità relative
dell’ingroup sull’outgroup.
Confronto dei due modelli

Nesdale: teoria dello sviluppo Aboud: modello


dell’identità sociale sociocognitivo

da SIT da teoria di Piaget

4 fasi: lo sviluppo del pregiudizio 3 fasi: lo sviluppo di atteggiamenti


dipende dall’interazione tra negativi dipende dalle capacità
individuo e contesto; dipende cognitive del bambino: con
da aspetti motivazionali che l’acquisizione del pensiero
non si annullano con operatorio diminuisce; il bambino
l’acquisizione di capacità impara a tollerare le differenze
particolari
DAI 7 ANNI DIMINUISCE
7 ANNI PICCO E
CRISTALLIZZAZIONE
Relazione fra Favoritismo IG –
Atteggiamento sfavorevole verso l’OG

 Dai 4 anni i bambini, grazie alla consapevolezza etnica, sanno


distinguere membri di gruppi diversi in base ad aspetti esteriori, e
sanno identificarsi col proprio gruppo etnico, per il quale
sviluppano un bias favorevole parallelo (? ancora dubbio) ad uno
sfavorevole per l’outgroup.

 Positività dell’ingroup/negatività dell’outgroup


 aumenta fino ai 6-7 anni. Dati discordanti sull’evoluzione
successiva.
Dalla preferenza ingroup al pregiudizio
verso l’outgroup

 Ipotesi dello sviluppo  Ipotesi sociocognitiva


dell’identità sociale

Un atteggiamento non La preferenza ingroup


presuppone l’altro: perché causa pregiudizio verso
ci sia pregiudizio il bambino l’outgroup: esso è una
deve cambiare il focus tappa inevitabile ma non
dell’attenzione dall’interno durevole;
all’esterno Critica ai metodi di
misurazione
Pregiudizio inevitabile?
Contrariamente a quanto sostenuto dalla SIT e dalla ST, secondo la
SIDT, l’identificazione con l’IG non comporta sia la preferenza per
l’IG sia il pregiudizio verso l’OG, ma solo la prima (preferenza
etnica, focus sull’ingroup).
Il passaggio alla fase del pregiudizio etnico non avviene
automaticamente e inevitabilmente, ma dipende:

 da processi sociali  i bambini adottano, facendoli propri, gli


atteggiamenti pregiudiziali verso gruppi minoritari prevalenti nel
proprio gruppo sociale

 dall’acquisizione del concetto di costanza etnica


 le caratteristiche etniche distintive dei gruppi sociali sono
stabili.

(Nesdale, 1999a; 2004; Nesdale & Flesser, 2001; Nesdale et al, 2004)
Influenza del linguaggio

 Nesdale:  Aboud:

- Il linguaggio veicola gli - Non c’è influenza: il


stereotipi linguaggio non riflette
- Bias linguistico (Maass, atteggiamenti etnici in sé
1989; Semin, 1992) ma è il riflesso di limitate
capacità cognitive

Importanza dello studio del


linguaggio
Perché studiare il linguaggio

 Studi di Robinson (1972) dimostrano che alcuni atteggiamenti dei


bambini sono causati dall’esposizione ad un determinato linguaggio

 Per chiarire a quale età emerge il pregiudizio nei bambini (Radke,


1949)

 Per indagare la consapevolezza dei bambini degli atteggiamenti che


mettono in atto (Horowitz, 1938)

 Negli studi sugli adulti è stata dimostrata correlazione tra linguaggio


discriminatorio e atteggiamenti negativi (Greenberg e Simon, 1996)
Influenza dei genitori

Risultati contradditori:

Aboud (1996): non c’ è correlazione tra atteggiamenti dei figli e


quella dei genitori

Mosher e Scodel (1960): trovano correlazione tra atteggiamenti


delle madri e distanza sociale delle figlie da afro-americani

Ipotesi: la presenza di pregiudizio dipende dal livello di


identificazione dei bambini con i genitori
Atteggiamenti impliciti

 Non consapevoli o non espressi apertamente

Studio di Sinclair (2005) dimostra:

 Pregiudizio dipende dal livello di identificazione dei


bambini verso i genitori

 In bambini molto identificati, il pregiudizio espresso


dai genitori è collegato con il pregiudizio implicito
dei bambini
Verifiche sperimentali-empiriche

 MISURARE A LIVELLO IMPLICITO ED ESPLICITO:


se dovessimo riscontrare un calo solo nelle misure esplicite e
non in quelle implicite, potremmo attribuirlo al fattore di
desiderabilità sociale e quindi confermare il modello di
Nesdale; al contrario, se ci fosse un calo in entrambe le
misure, potremmo ipotizzare che tale calo sia legato allo
sviluppo cognitivo e quindi confermare il modello di Aboud
 Infine, vedere se cambia la correlazione tra le misure nelle
diverse età: ci aspettiamo che con l’aumentare dell’età
diminuiscano le correlazioni

 Ricerche sul campo: confronto classi integrate/non integrate


Misura esplicita: “Quanto…?”

Le domande:
- Quanto ti piace?
- Quanto ti è simpatico?
- Quanto è cattivo?
- Quanto ti è antipatico?
Prima misura implicita: “Chi ha fatto cosa?”

Esempi
 Esempio di vignetta  Esempio di vignetta
positiva: negativa
Esempio vignetta neutra
Seconda misura implicita:“Buoni o cattivi?”
Test di priming con fotografie di bambini (bianchi, neri e cinesi)
come prime e immagini di cartoni animati come stimoli target

Immagini buoni
Ipotesi

   Verificare che ci sia il calo del pregiudizio con


l’aumentare dell’età, in particolare dopo i 7 anni
    Se dovessimo riscontrare un calo solo nelle misure
esplicite e non in quelle implicite, potremmo attribuirlo al
fattore di desiderabilità sociale e quindi confermare il
modello di Nesdale; al contrario, se ci fosse un calo in
entrambe le misure, potremmo ipotizzare che tale calo sia
legato allo sviluppo cognitivo e quindi confermare il modello
di Aboud
  Infine vogliamo vedere se cambia la correlazione tra le
misure nelle diverse età: ci aspettiamo che con l’aumentare
dell’età diminuiscano le correlazioni
Conclusioni

 Il calo del pregiudizio emerge nello strumento esplicito


mentre negli impliciti si trova solo raramente
 Le correlazioni fra i due tipi di strumenti diminuiscono con il
crescere dell’età dei bambini
 Fra le due teorie che abbiamo preso in considerazione quella
di Nesdale spiega meglio i nostri risultati, attribuendo un
ruolo importante all’effetto della desiderabilità sociale

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