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NEOPLATONISMO
E PLOTINO
Il nuovo orientamento religioso incontra il pensiero
classico
Ammonio Sacca
NON SCRIVE NULLA, 175-242
Era un bracciante agricolo (sacca da sakkos, sacco), poi si trasferisce ad Alessandria e inizia a
insegnare filosofia platonica. Il suo discepolo più noto sarà Plotino. Anche Origene si dice abbia
studiato con lui.
Plotino
NASCE IN EGITTO, 205
Nel 232 si trasferisce ad Alessandria, dove rimane 11 anni studiando alla scuola di Ammonio. Nel
244 si trasferisce a Roma. Morirà in Campania nel 270. Come Sacca (e su reminiscenza platonico),
nella sua prima parte di attività non scrisse nulla. Solo nella seconda parte della sua vita, scrisse
alcuni trattati che il suo discepolo Porfirio sistemò in sei libri composti da nove parti ciascuno, le
Enneadi. Porfirio adotta lo stesso criterio di Andronico da Rodi: i testi sono raggruppati per
tematiche uguali (o connesse) e ordinando gli argomenti dai più facili ai più difficili. Nella sua
scuola si insegnava (ripensava) Platone, vivere una vita di comunità che rendesse possibile il
raggiungimento del fine supremo (unione con il divino) già in terra.
Ammonio Sacca
NON SCRIVE NULLA, 175-242
Era un bracciante agricolo (sacca da sakkos, sacco), poi si trasferisce ad Alessandria e inizia a
insegnare filosofia platonica. Il suo discepolo più noto sarà Plotino. Anche Origene si dice abbia
studiato con lui.
Plotino
NASCE IN EGITTO, 205
Nel 232 si trasferisce ad Alessandria, dove rimane 11 anni studiando alla scuola di Ammonio. Nel
244 si trasferisce a Roma. Morirà in Campania nel 270. Come Sacca (e su reminiscenza platonico),
nella sua prima parte di attività non scrisse nulla. Solo nella seconda parte della sua vita, scrisse
alcuni trattati che il suo discepolo Porfirio sistemò in sei libri composti da nove parti ciascuno, le
Enneadi. Porfirio adotta lo stesso criterio di Andronico da Rodi: i testi sono raggruppati per
tematiche uguali (o connesse) e ordinando gli argomenti dai più facili ai più difficili. Nella sua
scuola si insegnava (ripensava) Platone, vivere una vita di comunità che rendesse possibile il
raggiungimento del fine supremo (unione con il divino) già in terra.
LE FINALITA' DEL MESSAGGIO
PLATONE ARISTOTELE
L'Accademia servita per formare la La sua scuola era utile a
futura classe dirigente della città, tratteggiare il percorso di ricerca
per cui il messaggio è che si era prefissato: organizzare il
prevalentemente politico. sapere in un sistema.
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Il molteplice sensibile (reso La risposta di Plotino è negativa
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numeroso dalla presenza della (perchè si basa solo sui contenuti
materia che permette la scritti di Platone, senza tenere
moltiplicazione delle cose a partire conto dei guadagni delle Dottrine
dall'archetipo) si spiega non Scritte): le idee sono
(ontologicamente e molteplici e implicano una dualità
gnoseologicamente) con le idee, di pensiero pensante (noesi) e di
che unificano e rendono visibili (ce pensiero pensato (noema). Come
li fanno capire) agli occhi della detto, però, le idee si riassumono
mente gli enti sensibili. in termini metafisici,
Sono queste le unità supreme?
LE DETERMINAZIONI
DELL'UNO
TRASCENDENZA ALLO STATO PURO
Se rimane la causa prima e suprema di tutto quello che è (molteplice), l'essere dell'uno che
racchiude la matrice unitaria dell'unità stessa, deve essere in maniera diversa da ciò che pone.
L'Uno è differente da ciò di cui è principio. Non può essere come tutte le altre cose sono.
Del tutto inadeguate Il Potere dell'uno
Le parole non possono far giustizia all'uno, lo L'unico modo per "conoscere" l'uno è attraverso
dice Plotino. Anche il nome è inadeguato: l'esperienza del suo potere dynamos e della
nominare qualcosa fa parte della sua natura che è quella di fornire una principio
conoscenza discorsiva: per conoscere (arches) e un localizzazione (topos) a tutte le
qualcosa è tipico del nostro intelletto cose che esistono. Nemmeno il suo potere è
dividere o separare i suoi aspetti per poterla comprensibile, possiamo però esperire questo
capire. Diventa quindi impossibile dividere o potere attraverso la contemplazione (theoria),
separe la radice stessa unitaria dell'essere. arrivandone a una visione intellettuale.
L'uno trascende tutte le cose e non è una cosa. Il resto del mondo deve la sua esistenza della loro contemplazione eterna
della dinamica manifestazione dell'uno. E' la sorgente di ogni realtà che è inferiore all'uno. Il mondo rispecchia (contempla) i
vari aspetti dell'uno che in questo modo entrano nel cosmo e possono essere oggetto di esistenza e conoscenza intellegibile.
INFINITO (APEIRON) NO FORMA E FIGURA NO TEMPO E QUANTITA'
La potenza dell'uno non ha limiti, Ovviamente non esistono forme e L'uno non può essere quantificato
non può essere circoscritta. Non è figure in grado di contenerlo (e e come tale non occupa uno
l'infinito numerico (solo farcelo capire), mancando la spazio e non sta nel tempo
inesauribile): non è limite causa formale manca anche
(Platone) ma illimitata potenza l'essenza, l'essere e la sostanza. E'
creatrice. pura trascendenza