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Edoardo Per sico, 1934

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nese in primis) ed europea, sperimenta scelte
editoriale grafico-compositive, impaginazioni e caratteri
tra i più moderni che si potessero vedere
all’epoca e che resero questa storica rivista, a
“Aveva l’espressione che immagino avesse il
partire dalle sue caratteristiche compositive, tra
Bartleby di Melville il giorno in cui decise di
gli esiti maggiori di quella Modernità della
interrompere il lavoro per fissare il muro cieco
quale l’Italia del tempo fu protagonista indi-
fuori della finestra del suo ufficio. Ci sono
scussa, e il saggio di Chiabrando ci guida per
sempre uomini così nelle città. Vengono soli-
mano in questo intricato ed affascinante milieu,
tari avvolti in lunghi cappotti fuori moda […].
così come il documentato contributo di
Di un pallore mortale, hanno occhi stanchi e
Giuseppe Lupo su Persico e i letterati nell’am-
il bavero cosparso di briciole[…]. Tengono le
bito di quella cultura utopica degli anni Trenta
mani in tasca anche d’estate […].”
che vide Leonardo Sinisgalli come centro
(Charles Simic, Il cacciatore di immagini) propulsore di iniziative. Persico acquista lenta-
mente uno spessore critico di enorme impor-
Come a volte accade ci voleva un libro tanza, firmando opere centrali come Dopo
scritto da un non “addetto ai lavori”, col suo Sant’Elia (Domus, 1935), Arte Romana (Domus,
sguardo obliquo ed extravagante, a rimettere 1935), Profezia dell’architettura (Muggiani, 1945,
in gioco un episodio rimosso, ma centrale, fortunatamente ristampato in questi giorni da
della storia culturale del primo Novecento. Skira,) e il postumo Lucio Fontana (Campo
Un libro scritto da qualcuno del tutto estraneo Grafico, 1936), che diede anche vita a un
all’argomento, all’ambiente, e che mai prima piccolo mistero editoriale circa la possibile non
d’ora s’era occupato del protagonista del correzione delle bozze da parte di Persico,
libro; un non specialista, non accademico, mistero del resto chiarito da Pablo Rossi, figlio
non studioso, non saggista di argomenti di Attilio che di Campo Grafico era l’editore, in
analoghi (“dottore in niente” avrebbe un documentato scritto di qualche anno fa
detto Guy Debord), insomma qualcuno in (Attilio Rossi, Edoardo Persico: un piccolo “mistero edito-
grado, col solo carisma di grande scrittore riale del 1936, Milano, 1999, edizione privata
cult, di estrarre fuori dal cappello da mago per gli amici), ma riuscendo ad essere geniale e
della sua genialità, un libro molto bello e innovativo anche negli allestimenti di mostre,
particolare, documentato, avvincente e, come per la Fiera e la Triennale (con Marcello
ovviamente, non definitivo. Un libro che è Nizzoli), diventando inoltre direttore dell’Uf-
insieme narrazione e documento, grande ficio pubblicità dell’Editoriale Domus. Se
giornalismo e romanzo giallo, letteratura accanto a queste innumerevoli attività, svolte
e memorialistica, inchiesta; un libretto nell’arco di una manciata di anni, aggiungiamo
taschinabile (Scheiwiller) che si porta in giro, anche i suoi tentativi come scrittore ed editore
appunto, nella tasca della giacca, da sfogliare (di un solo libro, esperienza che il saggio della
in ogni circostanza, pesa poco, ma nelle Piombo ben documenta), e finanche di critico
sue 163 paginette, con foto e documenti, d’arte (attività poco conosciuta e sulla quale ci
contiene tutto quanto è necessario sapere resta il bel catalogo della mostra al PAC di
della vita e, soprattutto, della morte inquieta, Milano, Edoardo Persico e gli artistici 1929-1936. Il
misteriosa e irrisolta di uno dei più geniali, percorso di un critico dall’Impressionismo al Primitivismo,
dolenti e misteriosi protagonisti della vita a cura di Elena Pontiggia, Milano, Electa,
culturale italiana degli anni Trenta: Edoardo 1998), ci accorgiamo quanto sia difficile ancora
Persico. E Andrea Camilleri ha scritto sezioni nelle quali è suddiviso, ci racconta oggi riuscire a delineare un ritratto completo
questo libretto che, nelle due ipotetiche chi fu e cosa rappresentò il napoletano della sua composita personalità culturale.
Persico. Tutto racchiuso nei soli 36 anni Questa difficoltà ha reso possibile affrontare
della vita di quest’uomo il quale, dopo studi l’universo Persico privilegiando criticamente, di
di giurisprudenza a Napoli, dove nasce nel volta in volta, il critico militante, il grafico, il
1900, emigra ventisettenne a Torino trasfe- giornalista, lo scrittore, l’editore, il saggista, l’ar-
rendosi, due anni dopo, a Milano per lavo- chitetto, il critico d’arte, l’intellettuale, ecc.
rare con un altro di quei geniali e ondivaghi (grazie ai contributi fondamentali, tra gli altri, di
personaggi in bilico tra arte e letteratura, Giulia Veronesi, Guido Modiano, Cesare De
architettura e grafica, Pier Maria Bardi, Seta, Francesco Tentori, Angelo d’Orsi).
con il quale divide l’esperienza di “Belve- Partendo proprio dal libro che gli ha dedicato
dere” e in seguito ne dirige la Galleria del Andrea Camilleri abbiamo voluto dedicare a
Milione, centro topico della cultura mila- Edoardo Persico questo numero monografico
nese dell’epoca. Gli ultimi sei anni della doppio di “Cantieri”, con tre saggi che affron-
sua vita Persico li spende alla grande nella tano aspetti specifici e poco dibattuti della sua
rivista “Casabella”, firmando fondamen- biografia intellettuale (vedi qui l’esemplare
tali saggi critici e diventandone, elemento contributo inedito di Guadagnolo, sul Persico
questo centrale della sua complessa perso- “russo”), rimasti però in ombra e che forse,
nalità culturale, il grande e innovativo proprio per questo, definiscono meglio il
grafico che, a contatto con le più sperico- percorso critico e culturale di Persico inseren-
late correnti della tipografia italiana (mila- dolo in un contesto ricco, magmatico e oscuro,
2
quotidianità. Una morte improvvisa e in
giovane età, il passaggio delle carte private
e d’archivio a Giulia Veronesi e Alfonso
Gatto, concorsero in seguito ad alimen-
tarne il mistero e la grandezza.
Torino, 1927. Edoardo Persico si stabilisce
nel capoluogo sabaudo sperando che il
fermento creativo e intellettuale che anima
la città in quegli anni possa contribuire a
realizzare le proprie aspettative di autore
e critico letterario. Fervido lettore, grande
viaggiatore – o forse solo sognatore dotato
di pungente curiosità -, Edoardo Persico
matura la sua idea di Torino attraverso il
carteggio con il coetaneo Piero Gobetti, che
conosce attraverso l’amico Carlo Curcio e
la lettura del quotidiano “Il Mezzogiorno”.
Il carteggio tra i due inizia nel dicembre
1923, quando Persico propone a Gobetti
il proprio romanzo Il porto lontano, primo
Andrea Camilleri, Dentro il labirinto, Milano, Skira,
2012 [NarrativaSkira], 163 p., ill., € 15,00.
Alcune recensioni al libro di Camilleri:
Massimiliano Giberti, Vita da romanzo,
«Casamica», n. 2, 2012, pp. 133-136.
Giuseppe Lupo, La soluzione di un giallo, «Il
Sole 24 Ore-Domenica», 15 aprile 2012, p. 27.
Maurizio Cecchetti, Persico, il giallo della
morte del critico, «Avvenire», 16 aprile 2012.
Vittorio Gregotti, Vita misteriosa del critico
Edoardo Persico, «Corriere della Sera», 26
aprile 2012.
Cesare De Seta, Nel labirinto di Persico architetto
geniale, «la Repubblica», 26 aprile 2012.

Edoardo Persico: il sogno editoriale(*)


“Da dove venisse quel biondo, timido
come quello dell’Italia fascista degli anni e ardente capobanda napoletano di un
Trenta (e sappiamo quanto di politico gruppo di pittori torinesi (Francesco
si sia ipotizzato circa la sua morte, una Menzio, Carlo Levi, Enrico Paulucci, Gigi
politica che di certo entrò molto nella sua Chessa, Nicola Galante, Jessie Boswell)
biografia: ucciso dai fascisti? dagli antifa- capitato a Milano nel novembre del 1929 a
scisti? delitto passionale in ambito omo, organizzarvi una loro mostra alla Galleria
suicidio o il più semplicistico, accomo- Bardi, nessuno lo sapeva.(…) Vestito di nero,
dante e rassicurante malore cardiaco?). E aristocratico nei modi e di parola, aveva
la sua morte, fulcro del libro di Camilleri, immensi occhi celesti gravi di tristezza ma
al pari della sua intera esistenza, costituisce inondati di una tale luce che lo sguardo ne
ancora oggi un mistero irrisolto, diventato aureolava le persone, i luoghi, le cose su cui
negli anni emblema di questo dramma- mobilissimo, curioso e profondi, si posava a
tico e contraddittorio protagonista della scrutarne l’anima”.1
vita culturale italiana in pieno fascismo. Giulia Veronesi dipinge l’amico e collega
“Cantieri” ringrazia per i loro contributi Edoardo Persico (Napoli, 1900 - Milano
Giuseppe Lupo, Mauro Chiabrando, 1936) come fosse un eroe romanzesco,
Pasquale Guadagnolo e Silvia Piombo che correndo a scriverne la leggenda, quasi il
con le loro riflessioni critiche speriamo di mito. Alla Veronesi va tuttavia il merito
poter contribuire a meglio definire quel di essere stata la prima divulgatrice delle
Puzzle-Persico, al quale di certo mancano notizie biografiche e del pensiero critico di
ancora alcuni pezzi per dirsi pienamente, e Persico nonostante questi fu in vita autore
finalmente, risolto. Infine un ringraziamento del proprio personaggio, millantando titolo di un ciclo più esteso: Il giro del mondo.
particolare a Lucia Crespi (ufficio stampa grandi imprese, avventure stravaganti, Nessun rifiuto ma la richiesta di partecipare
Skira). tacendo la disperazione della propria alle spese di produzione. Persico non può
3
permetterselo ma fino al 1927 continua a “La ‘mia’ – per così dire – casa editrice sarà Inoltre Persico non è in grado di onorare
lavorare al manoscritto (che cambia più una cosa più riposante, ma più calma solo i conti né della cartiera né della tipo-
titoli: Il porto lontano; La vita inquieta; Km 0) in apparenza, perché ne vorrò fare un’im- grafia. Il secondo titolo del catalogo però
fino a quando non lo distrugge. Il rapporto presa più seria e più vasta. Infatti, sono solo è già pronto, da stamparsi tra ottobre
tra Persico e Gobetti in quegli anni è con un procuratore alle spalle, un uomo e novembre 1928. È Pretesti di critica di
intenso, Edoardo Persico costituisce per d’affari il quale ha il compito di provvedere Lionello Venturi. La presenza dell’opera
il piccolo editore una fonte continua di al finanziamento ed alla gestione ammi- evoca il legame strettissimo che intercorre
proposte. Tra i progetti di senso compiuto nistrativa della casa. Direzione tecnica, tra Edoardo Persico e il mondo dell’arte, a
è da includere “Il Baretti”, supplemento cura tipografica, metodi di edizione ecc. è cui questi si accosta proprio sullo scorcio
letterario al foglio “La Rivoluzione Libe- tutto per me; ed ho voluto questo esplici- del soggiorno torinese grazie all’architetto
rale”. Sfumata la speranza di riceverne tamente per farne un’impresa che rechi il Alberto Sartoris. Da una parte c’è Lionello
la direzione, nonostante la paternità del suggello della mia personalità – se la parola Venturi, docente di storia dell’arte all’Uni-
progetto, l’intellettuale napoletano firma è grossa, leggi: carattere - . Nel primo versità di Torino, dall’altra c’è Felice Caso-
diversi articoli, tra cui ricordiamo quelli anno io vorrò metodicamente affermare rati, che negli anni Venti è artista apprez-
dedicati alla scenografia perché avrebbero la firma e le collezioni, perciò mi regolerò zato dall’industriale Riccardo Gualino.
dovuto costituire lo scheletro per un’opera così: impianterò la casa editrice sopra una Nascerà a breve il Gruppo dei Sei, di cui
più estesa, mai realizzata. tendenza culturale e mi sceglierò le opere e Persico sarà organizzatore e promotore.
Prima il trasferimento in Francia e poi i collaboratori – tu in prima fila – poi darò L’inserimento dell’editore nella scena
la morte di Gobetti nel 1926, spingono fuori le collezioni con un lancio acceleratis- artistica stimola nuovi progetti editoriali
Persico a trasferirsi in pianta stabile a simo. (…) S’intende che io stamperò tutto: e nuovi titoli per il catalogo della “Biblio-
Torino, dove si inserisce nell’ambiente dai libri per bambini alla politica, dall’arte teca italiana”. Persico vorrebbe annun-
letterario come critico e giovane narratore. alla religione ecc. vedendo ‘tutto’ sotto ciare “due volumi di critica d’arte di Carlo
Nel 1923 stampa a proprie spese presso un angolo speciale. Nella pratica il primo Carrà; Esame della vista di Felice Casorati
l’editore Quattrini di Firenze, amico di anno – e il secondo nel quale prevedo di e Gigi Chessa; Sistema dell’urbanesimo di
Papini e Prezzolini nonché editore de “I tenermi sulla stessa camminatura sostenuta Alberto Sartoris; Ordine del cemento armato
Quaderni della Voce”, un breve libretto: La – sarà il tempo in cui preparerò le tessere di C. E. Rava; un volume di architetture
città degli uomini d’oggi. Il contro-frontespizio di un grande mosaico che sarà compiuto moderne presentato da Le Corbusier”.
del volume riporta altri due titoli pubbli- soltanto nel terzo anno. Insomma accanto Persico sottolinea inoltre, sempre in un
cati da Persico all’estero ed entrambi esau- ai Ribet che tenterò di lanciare come una carteggio con Enrico Paulucci, che “la
riti – The high flame (Londra, Art’s edition, casa di tipo francese (…) creerò la ‘mia’ ‘Biblioteca italiana’ è fra noi la sola casa
1919); Jardins d’automne (Berne, C. Schnei- come una casa di tipo tedesco”. Il 30 marzo editrice veramente ‘europea’, e l’unica
derberg, 1921) – nonché di un romanzo 1928 la casa editrice di Persico è in attività. che, diretta da un letterato, si accosti con
in preparazione, Il carico di sale. Secondo Per far fronte alle spese iniziali l’editore severe intenzioni di cultura alle cose e ai
una ricerca effettuata presso i cataloghi del sostiene di essere stato costretto a vendere la problemi dell’arte”. L’intuizione di Persico
British Museum e dalla Biblioteca nazio- propria biblioteca personale; il progetto è poi si rivela giusta ma la mancanza di reali
nale Svizzera, tuttavia, non vi è traccia di sostenuto, non solo economicamente, da un mezzi economici rende fallimentare l’im-
queste opere.2 In realtà l’arrivo a Torino gruppo di amici letterati, tra i quali il gior- presa. Hoepli, probabilmente informato
è professionalmente deludente. Solo a nalista e critico Giuseppe Gorgerino sembra dall’autore, rileva il titolo e le copie già
luglio Persico riceve la co-direzione della essere il più prodigo di aiuto sul piano dei stampate nel novembre 1928 per distri-
neonata casa editrice dei Fratelli Ribet, contatti intellettuali. A questi si deve infatti buirlo nel 1929 con il proprio marchio.
insieme e per interessamento del giovane l’intermediazione con Prezzolini per la ripub- L’insuccesso pone fine alle smanie edito-
avvocato Mario Gromo, conosciuto tra le blicazione de Il sarto spirituale (Firenze, 1907). riali di Persico, nella cui mente si è acceso
fila de “Il Baretti”. La linea editoriale del Il titolo però viene distribuito malamente, un nuovo entusiasmo: la critica d’arte e
catalogo però non è condivisa dai due fin secondo l’autore, e solo nella città di Torino. l’organizzazione di mostre per il Gruppo
dall’inizio; anche la gestione economica dei Sei, attività che nel 1929 lo condurrà
della casa editrice porta a dei diverbi che stabilmente a Milano. Nonostante i molto
determinano probabilmente la completa progetti, l’unico volume della “Biblioteca
estromissione di Persico dalla società fine italiana” di Edoardo Persico risulta essere
dalla metà del 1927. Persico rassegna Il sarto spirituale di Giuseppe Prezzolini: un
le proprie dimissioni dall’incarico nel volumetto sottile, stampato a grandi carat-
febbraio 1928, in coincidenza con l’as- teri Bodoni su carta di buona qualità, con
sunzione presso la redazione della rivista una copertina pesante color marrone.
“Motor Italia” (procuratagli dalla madre La silhouette di un cavallo rampante è il
di Mario Soldati). Ma Persico stava già marchio scelto da Persico. Forse non un
lavorando a un’altra impresa. Il 27 luglio “libro di primo ordine” dal punto di vista
1927 scrive all’amico Curcio: “Appena della grafica editoriale, come l’editore aveva
fondata la casa Ribet un altro gruppo mi desiderato per il proprio esordio, ma un
ha offerto di creare un nuovo organismo: volume onesto, dotato di una chiarezza e di
‘Edoardo Persico Editore’! Naturalmente una semplicità tipografica che annunciano
lo ho accettato”. Si riferisce evidentemente alcune intuizioni che Persico svilupperà a
a quel progetto, che, ridimensionato, avrà Milano realizzando per l’Editoriale Domus
il nome di “Biblioteca Italiana di Edoardo due volumi graficamente notevoli come
Persico”, concepita inizialmente come Dopo Sant’Elia e Arte Romana (1935). Non a
collana per il catalogo Ribet e realizzata a caso oltre l’arte, oltre l’architettura, sarà
partire dal 1928 come attività autonoma. il mondo della grafica a serbare il ricordo
più intenso e ossequioso nei confronti di
4
Edoardo Persico, un campione di moder- Per una bibliografia essenziale: 1990, pp. 319-378.
nità. silvia piombo Edoardo Persico, Milano, Officina d’arte Giuseppe Lupo, La città cubica di Edoardo Persico,
(*)
Questo scritto è stato pubblicato in prima grafica Lucini, s.n.t. [1936], edizione fuori in Id., Sinisgalli e la cultura utopica degli anni Trenta,
edizione, in una forma leggermente diversa commercio a cura del Comitato per le Milano, Vita e Pensiero, 1996, pp. 88-101.
e col titolo L’enigmatico Persico editore di un libro, onoranze a Persico; ricordi e testimonianze
in “Wuz”, n. 5, settembre-ottobre 2006, Alfonso Gatto, Gli anni tra parentesi. Lettere
su Persico da Gilberto Altichieri a Cesare
pp. 18-22. Si ringrazia l’editore per averne ad Anna Maria Mazzucchelli (1936-39), a
Zavattini. Questo raro opuscolo è stato
autorizzato la ristampa in questa sede. cura e con un saggio di Rossano Astarita,
ristampato in Appendice a Cesare De Seta,
presentazione di Cesare De Seta, Cava dei
Il destino dell’architettura. Persico Giolli Pagano,
Tirreni, Avagliano editore, 1996.
Roma-Bari, Laterza, 1985, pp. 81-98.
Angelo d’Orsi, La cultura a Torino tra le due
guerre, Torino, Einaudi, 2000.
Angelo d’Orsi, Il cavaliere dalla triste figura.
Edoardo Persico, da Napoli a Torino, in Id., Intel-
lettuali del Novecento italiano, Torino, Einaudi,
2001, pp. 146-253.
Francesco Tentori, Edoardo Persico. Grafico e
architetto, Napoli, Clean, 2006.

Rossano Astarita, Casabella anni Trenta. Una


“cucina” per il moderno, Milano, Jaca Book, 2010.
Alfonso Gatto, Scritti di architettura, a cura e
con introduzione di Giuseppe Lupo, con
un saggio critico di Hosea Scelza, Torino,
Aragno, 2010.
Ambrogio Borsani, La Biblioteca italiana di
Guido Modiano, Tipografie di Persico, Edoardo Persico e “Primo Tempo”, editori di un
«Campo Grafico», n. 11-12, 1935 (ma 1936). libro, «La Fabbrica del Libro», a. XVII, n.
2/2011, pp. 20-22.
Edoardo Persico, Tutte le opere (1923-1935),
a cura di Giulia Veronesi, Milano, Edizioni Edoardo Persico, Profezia dell’architettura,
di Comunità, 1964. Milano, Skira, 2012 [SkiraMiniSaggi].

Edoardo Persico, Oltre l’architettura. Scritti 1


Giulia Veronesi, Difficoltà politiche dell’archi-
scelti e lettere, a cura di Riccardo Mariani, tettura in Italia 1920-1940, Milano, Tambu-
Milano, Feltrinelli, 1977. rini, 1953.
Edoardo Persico (1900-1936), a cura di Cesare 2
Cfr. Carlo Cordiè, Edoardo Persico fra le
De Seta, Napoli, Electa Napoli, 1978. lettere e le arti (1900-1936), “Italianistica”,
Angelo d’Orsi, «Il porto lontano». Preistoria di settembre-dicembre, 1976.
Edoardo Persico (1900-1926), «Annali della
Fondazione Luigi Einaudi», volume XXIV,
5
Persico-Modiano, un sodalizio da allargare la nostra educazione nell’unico mente in poche copie per gli amici. Anche
indagare senso veramente utile.” Persico - prose- Leo Lionni sentì la necessità di offrire un
guiva Sinisgalli - “allora aveva preso molto omaggio a Persico grafico (“Il Risorgi-
La lettura del libro di Andrea Camilleri fa
a cuore i problemi della tipografia. Tra il mento Grafico”, anno XXXIII, gennaio
riemergere il tema dello stretto rapporto
dannunzianesimo di Bertieri e il surrea- 1936, pag. 27 e segg.) sottolineando la
tra il geniale Edoardo Persico e un tipo-
lismo libertino di Longanesi, egli trovò modernità assoluta dei valori plastici
grafo colto e intelligente quale fu Guido
soluzioni più serie, e tutti sappiamo quanto espressi nell’uso dello spazio architetto-
Modiano: quanto delle “tipografie di
le sue esperienze abbiano giovato a nico anche nei suoi lavori bidimesionali.
Persico” è in fondo anche un poco farina di
Modiano, a Frassinelli, a Einaudi.(…) Quando a Modiano con Sinisgalli e
Persico sapeva che una grande architettura Pintori (allestimento ambientale) venne
può nascere solo dalla collaborazione di un affidato il programma della V sezione
artista con una maestranza giudiziosa, della VII Triennale (1940) dove si riuni-
progredita”. Modiano, che con Persico vano alcune «personali» di quanti, tecnici
condivideva la necessità di dare un rigore o artistici grafici italiani, avevano operato
“europeo” al nascente stile italiano nel periodo 1933/1939 in forma significa-
moderno, insegnò i trucchi del mestiere a tiva, Modiano ordinò “una mostra rievo-
Persico e questi illuminò la scena (non solo cativa dell’opera grafica di Edoardo
italiana) con il restyling di “Casabella”, la Persico, raro ingegno e temperamento
rivista a cui aveva cominciato a collaborare prezioso che nelle eccezionali qualità del
dal 1931. L’impressione che ancora oggi si proprio gusto e nella informazione vastis-
ha sfogliando le annate 1934 e 1935 è sima sui problemi dell’Arte, trovò motivo
quella di una straordinaria freschezza che per lasciare nel campo tipografico — dove
circola nei perfetti equilibri, verticali e oriz- operò per breve tempo, dal ’31 al ’36 —
zontali, tra pieni e vuoti: una leggerezza opere significative ed insegnamenti
ottenuta con moduli muovi, primo tra tutti fecondi” (crf. l’opuscolo del programma
lo schema delle “due pagine in una”, messi della Mostra delle arti grafiche, VII Trien-
a punto nelle notti passate in tipografia con nale, 1940). Nella foto ufficiale
Modiano, al quale Gianni Mazzocchi - l’ho
scoperto sfogliando l’annata 1936 – tolse a
Modiano già dal n. 68 (il n. 67 era uscito
listato a lutto per la morte di Persico) la
stampa della rivista per darla ad Achille
Lucini. Giulia Veronesi scrisse di Modiano:
“persona colta e intelligente, considerò
sempre Persico suo maestro nell’arte grafica
e pubblicitaria, e da lui apprese ad eserci-
tare secondo il metodo della critica d’arte
la critica della grafica stessa: ne ebbe sul
piano delle idee generali, suggerimenti,
incoraggiamenti ed aiuti; si riconosce
fortissima l’influenza di Persico nelle sue
collaborazioni a “Quadrante” (cfr. il n. I e
il n. II del 1933); la stesura dell’articolo sul
Padiglione della Stampa alla V Triennale
(“Quadrante” n. I) è, in gran parte, di
mano stessa di Persico, come Modiano
stesso mi confidò per dimostrarmi il suo
rapporto con lui da discepolo a maestro. A
sua volta, gli apprendeva certi «segreti del del pannello allestito dal tipografo mila-
mestiere» che Persico, quantunque esperto nese in onore di Persico, visibile attual-
Modiano? Non un tipografo qualsiasi, ma mente al V Triennale Design Museum
una mente capace di disegnare un carat- in fatto di grafica e di tipografie dopo il
tirocinio torinese, ancora non conosceva” alla mostra TDM5: grafica italiana fino al
tere tipografico come il Triennale? 24 febbraio 2013, si scorgono in un solo
Leonardo Sinisgalli nel 1945 scriveva (crf. (cfr. Edoardo Persico, Tutte le opere, a cura di
Giulia Veronesi, Edizioni di Comunità colpo d’occhio i progetti grafici di Persico:
Il catalogo Edoardo Persico 1900-1936 auto- del periodo 1930-32 pagine, annunci e
grafi, critti e disegni dal 1926 al 1936 a cura di Milano 1964, nota a pag. 286). Modiano,
autore dell’impaginazione del periodico rubriche su “La Casa Bella” nonché i Cata-
Maurizio di Puolo, Roma, 1978 pag. 17-18, loghi d’arte per la Galleria del Milione;
ripreso da Furor mathematicus, Milano, della Linoleum “Edilizia Moderna” (1933-
1942) e di “Quadrante” (1933-1935) di del periodo 1933-35, l’impaginazione
Mondadori, 1950, pp. 109-116, ma uscito e la copertina della rivista “Casabella”,
la prima volta su “Domenica”, 20 maggio Pier Maria Bardi, dedicò uno scritto al
talento grafico di Persico, apparso in del volume Dopo Sant’Elia, del volume
1945): “Persico presentandoci degli arti- Arte Romana, strenna per gli abbonati a
giani come Lucini, come Nizzoli, come “Campo Grafico” novembre-dicembre
1935 (ma stampato nell’aprile 1936). Ne “Domus”, accanto a impaginazioni, mani-
Buffoni (anziché le eminenze della città: festi, annunci, pannelli murali, marchi,
Padre Gemelli, Mattioli, e la signora allestì anche un estratto, legato con spirale
metallica e copertina nera e titolo rosso copertine. Nel luglio 1943 la morte di
Ruskaja), sapeva di farci un dono che ci Modiano in Germania, lasciò la memoria
avrebbe giovato per tutta la vita, sapeva di Tipografie di Persico, che circolò probabil-
6
ciava, in corsivo rosso, lo strillo di coper-
tina. E il modo migliore di riassumerlo è
quello della bandella, costituendo un docu-
mento: “Evno Azev, l’uomo dai due volti e
dalla doppia vita, impersona una delle
caratteristiche più salienti del drammatico
periodo della lotta senza quartiere fra lo
zarismo e la “Russia sotterranea”. Azev fu
un genio del tradimento: terrorista e poli-
ziotto insieme, con inalterata imperturba-
bilità, con fredda decisione, oggi organiz-
zava un attentato contro un esponente del
regime zarista e domani inviava al supplizio
o in Siberia i compagni che avevano corso
con lui il rischio dell’impresa. Come questo
di Persico grafico priva del testimone inverosimile stato di cose durasse per circa
più accreditato e per entrambi cominciò un decennio e come Evno Azev, quando il
ad allungarsi un cono d’ombra di cui Giolli […], un russo già addetto all’amba- gioco fu scoperto, riuscisse a sottrarsi alla
vorremmo vedere presto la fine, auspi- sciata sovietica [che] si era trasferito a condanna a morte, è l’argomento di questo
cando che nel frattempo possano trovare Milano”. Pevsner si trova perciò ampia- appassionante volume desunto dai docu-
un editore le carte di Modiano riordi- mente raffigurato tra le dramatis personae menti e dalle testimonianze più attendi-
di Camilleri (pp. 100-06), rendendo super- bili”. Un temibile infiltrato e provocatore,
nate anni or sono da Francesco Tentori
fluo ripetere per esteso la versione Veronesi dunque, il personaggio pevsneriano. Fatto
di cui, poco prima della sua scomparsa, e alcune sue stravaganti incongruenze. sta che qualche cosa di simile, nella testi-
uscì il bel saggio Edoardo Persico Grafico e Salvo le rettifiche apportatevi nel 1964, monianza di Veronesi (che Camilleri
architetto, Clean Edizioni, Napoli, 2006. quando ne completò l’identità con il nome riporta quasi per intero), Persico doveva a
mauro chiabrando di Joseph e ne segnalò l’attività di libraio a sua volta considerare Pevzner, se evitava di
Milano; Persico, a sua volta, da segretario incontrarlo e se le “raccomandò severa-
dell’Ambasciatore si mutava in più gene- mente di stare attente, di non dare retta a
Un russo già addetto all’ambasciata rico “addetto”. Imprecisata restava la sconosciuti in luoghi dove parlavamo anche
sovietica funzione diplomatica di Pevsner, forse l’au- di questioni politiche con una certa libertà”.
trice ignorandola. Era stata di “Capo E alle sue proteste “che si trattava di un
Edoardo Persico moriva nella notte del 10 Ufficio Stampa”, come la rintraccerà solo comunista: dissidente ma comunista, non
gennaio 1936. “Il 10 gennaio 1936 - XIV” nel 2011, e solo incidentalmente, un fascista”, aveva risposto “L’ho conosciuto.
veniva “Finito di stampare” La doppia vita di giovane studioso trentino-barcellonese, Tanto tempo fa ho avuto occasione di
Evno Azev (1869-1918) di G. (sic) Pevsner, n. 31 Steven Forti, ed è ora riscontrata nella conoscerlo”. “Una frase oscura”, chiosa
preziosa voce biografica di Agnese Accat- trasparentemente Camilleri. Ma è Vero-
toli nel sito “russinitalia.it”, completa di nesi stessa, pur in una cornice di considera-
rare fotografie. Dall’incarico venne licen- zione e simpatia (“uomo intelligente e
ziato nel 1928, “perdendo così i privilegi coltissimo”, “dall’Italia partì per gli Stati
diplomatici e la cittadinanza sovietica”. È Uniti (…) appena in tempo per sfuggire
quindi con lo status di apolide che dovette alle leggi razziali”) a rimarcarne un tratto
poter risiedere per ben 11 anni a Milano, ambiguo, ovvero che quella sera in casa
dove - “oltre a fare traduzioni e a svolgere Giolli Pevzner avesse ingannevolmente
diversi affari commerciali – gestisce una mostrato di non avere più rivisto Persico
biblioteca o libreria, “internazionale, luogo dal tempo di Mosca: “Io tacqui; ma già
d’incontro di molti russi apolidi in città”. sapevo che s’erano conosciuti”. Allusioni,
Ancora, il suo nome non era Joseph. Nelle si direbbe, per chi a quel tempo era in
schedature librarie, l’iniziale è sciolta in grado di decifrarle, rimaste però oggetto,
Georgij e del resto con quella è citato in un nel caso, di un generale fin de non recevoir.
contesto di russi emigrati in Italia. A Ma saranno state magari quelle singolari
mettere fuori strada ha certo contribuito la assonanze a suggerirle di sorvolare sulla
circostanza che in copertina e frontespizio biografia di Azev? Qualche altra notizia
del volume mondadoriano (come poi nel può aiutare a figurarsi meglio il perso-
Catalogo storico), il nome appare appunto naggio. In Italia era giunto una prima volta
semplicemente siglato: bizzarria redazio- nel 1906, perché implicato nella fallita
nale replicata nel solo caso di un altro rivoluzione russa del 1905, svolgendo varie
autore russo dei Libri verdi, P[avel]. attività (principalmente di giornalista) e
Bulygin, La fine dei Romanoff (1918), n. 27, collaborando fra l’altro con il più celebre
della collana di Mondadori “I libri verdi. 1935. In realtà si chiamava Samuil rifugiato, romanziere e saggista, Michail
Drammi e segreti della storia”. Era il Markovič Pevzner (Smolensk 1883, Andreevič Osorgin. Dopo un breve
diavolo che ci metteva la coda, e due volte. Washington 1967). Ma rilevante, poiché soggiorno negli USA, allo scoppio della
inesplicabile, appare l’omissione di La rivoluzione rientrò in Russia, schierato
La prima, perché appena “poco tempo
doppia vita di Evno Azev dalle notizie, così tuttavia su posizioni antibolsceviche. Dopo
dopo” il Pevsner sarebbe assurto al testi- particolareggiate, di Giulia Veronesi sul il 1918, “non riuscendo – scrive Accattoli
mone diretto del tratto più funambolico personaggio, valendo almeno in questo – a riparare all’estero”, riesce infine “a farsi
della leggenda di Persico tramandata da caso (i motivi sono ovvii) l’assioma del non- assumere come collaboratore dell’Ufficio
Giulia Veronesi, il mandato di diplomatico poteva-non-sapere. La seconda coda del stampa del Narokimindel (Commissariato
a Mosca nel 1924. “L’ho conosciuto […]. diavolo stava nell’argomento stesso del del Popolo degli affari esteri”. Interessante,
Era il segretario dell’Ambasciatore”, ne libro di Pevzner. Russia zarista, polizia segreta, per un ex terrorista, anarchico, fresco
riferiva infatti nel 1953 Veronesi, rievocan- terroristi, e un genio del tradimento, così annun- oppositore del nuovo regime, e tanto più
dolo quale anonimo “ospite in casa di
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alla luce della brillante carriera che si è 119 (n. ed., Marinotti, Milano, 2008) e «Domani, forse, sarà una bandiera».
vista. In Russia, dopo la rivoluzione, era Edoardo Persico, Tutte le opere (1923-1935), Il 1936, Persico e i letterati
rientrato anche Osorgin, venendone poi vol. I, Edizioni di Comunità, Milano,
espulso a Parigi nel 1922 dove, come 1964, pp. 308-09. Cfr. inoltre Oreste del 1. La scomparsa di Edoardo Persico,
informa la sua biografa Anstasia Becca Buono, Altre voci su Persico architetto di misteri, avvenuta improvvisamente nel gennaio
Pasquinelli, partecipò al “Movimento per il del 1936, è un evento destinato a segnare
“La Stampa- Tuttolibri”, 17 aprile 1993
ritorno” in patria, trovandosi così in nel profondo la cultura milanese fra le due
conflitto con gli émigrés volontari e intransi- (poi in Amici, amici degli amici, maestri, Dalai,
guerre. Nei letterati, negli artisti, negli
genti, tanto da esserne sospettato “addirit- Milano, 2003). architetti, nella cerchia di amicizie e di
tura di essere un agente della GPU”. I suoi La notizia di Steven Forti, in El peso de la collaboratori, durante le settimane succes-
rapporti con Pevzner non erano frattanto Nación. Bombacci, Paul Marion y Oscar Pérez sive – e poi sempre di più con il passare
cessati, come testimonia la collaborazione dei mesi –, si avverte la precisa sensa-
Salís en la Europa de entreguerras, Tesis doctoral,
di questi a “Poslednie Novosti” (Le ultime zione di aver perduto un maestro, una
novità), il giornale parigino dei Cadetti Barcelona, 2011, p. 120, www.tesisenred.
guida. Questi sono i termini a cui spesso
russi che dirigeva e la recensione che dedicò net/bitstream/handle/10803/51005/ si ricorre negli scritti in memoriam, sia nei
all’Azev sul n. 5432. Trasferitosi nel 1939 a sf1de1.pdf. brevi e confusi necrologi dettati dall’emo-
Washington, Pevzner insegnerà fra l’altro Quelle di Anastasia Becca Pasquinelli, in zione, sia nei contributi più distanziati nel
lingua russa, oltre che all’Università del tempo, quando il ricordo lascia spazio a
La vita e le opinioni di M. A. Osorgin (1878-
Maryland, al Pentagono. Di nuovo, inte- considerazioni che pongono le basi per
ressante carriera. Comunque sia, l’Azev dà 1942), La Nuova Italia, Firenze, 1986, pp.
un’analisi più meditata, per una discus-
anche una buona soddisfazione alla curio- 17, 38, 118, 216. sione programmatica su una stagione e
sità dei bibliofili. La sua vicenda editoriale Quelle di Claudio Gallo, in Carteggio inedito intorno a un’esperienza che ai testimoni
si trova in buona parte ricostruita nel tra Lorenzo Montano e Arnoldo Mondadori: Alle appare subito irripetibile. «Persico è stato
carteggio, fra Lorenzo Montano, direttore il profeta della nostra giovinezza» afferma
origini del “Giallo” e di alcune collane Monda-
dei Libri verdi, e Arnoldo Mondadori, Aligi Sassu in un trafiletto inserito nel
conservato alla Fondazione e recentemente dori, “Atti dell’Accademia Roveretana
volume celebrativo, pubblicato dalle offi-
pubblicato da Claudio Gallo. Sappiamo degli Agiati”, a. 252, vol. II, 2002, pp. cine grafiche Lucini in un’edizione fuori
così che se “la collana incontrò un discreto 206-07 (cfr. www.anteremedizioni.it/files/ commercio, non datata, ma considerata
successo di pubblico (e) acquistò ulteriore Montano-Mondadori.pdf). (con più di qualche dubbio) del 1936. Da
valore” per la traduzione in Francia di questo insieme di voci, che ha carattere
molti titoli (cfr. Catalogo storico, I, p. 1056), multiforme e quindi una natura sostan-
quello di Pevzner fu “veramente disgrazia- zialmente eterogenea, emerge però un
tissimo”. Addirittura “malaugurato”, come dato costante. La figura di Persico viene
riconobbe Montano il 25 aprile 1936, tanto osservata e raccontata da diversi punti di
da accettare di “concorrere a sopportare il vista, in veste di critico, di recensore, di
danno patito dalla Casa”. Montano faceva polemista, ma quasi sempre, tranne che in
tuttavia presente che “le proteste del rare eccezioni, si trascura l’appartenenza
Pevsner e del Ferrari (Oreste, letterato a delle sue idee a quelle forme di inquieto
quel tempo considerevole, genero di Cesare cristianesimo che si erano rese manifeste
Tallone, “mondadoriano” di rango e già nei primi anni Venti, all’altezza della
autore a sua volta di un Libro verde, ndr) e Città degli uomini d’oggi (1923): il romanzo-
i conseguenti danni, sono da ricondurre saggio in cui Persico esprimeva la sua
quasi esclusivamente alla inclusione nel passione di moralista e il vigore del suo
libro del nome di [Cesare] Giardini, inclu- credo architettonico, sia pure di un’archi-
sione avvenuta a mia insaputa”. Monda- tettura in pectore, figlia ideale del pensiero
dori replicava che il manoscritto era stato
rifiutato, per essere “poi press’a poco inte-
gralmente pubblicato nella redazione,
diremo così, Giardini” (il poligrafo tenta-
colare, magistrale e infaticabile, oggi a
torto ignorato), riservandosi “di definire la
cosa alla prossima venuta”. Come sia
andata a finire non sappiamo. Certo il libro Il passaporto con il quale Pevzner giunse in
era stato “disgraziatissimo”, restandone Italia nel 1906 (© www.russintalia.it).
infatti tuttora innumerevoli le offerte. E
altrettanto la fortuna dell’autore, come
dimostra la sua rigorosa rimozione dalla
memoria della cultura milanese in quei
cruciali anni Trenta, neppure figurando
nel minuzioso censimento dei Russi a Milano
compiuto per il convegno promosso nel
2008 dall’Università Statale (cfr. users.
unimi.it/slavo/pagine/eventi.php).
Dubitando che vada ascritta a qualche
imponderabilità, su questo speriamo di
poter tornare grazie alle indicazioni gene-
Pevzner (primo da sinistra) con altri funzio-
rosamente ricevute da Agnese Accattoli.
nari sovietici alla stazione di Roma, per l’ar-
pasquale guadagnolo
rivo del nuovo ambasciatore L. B. Kamenev,
Nota: Le testimonianze di Giulia Veronesi
gennaio 1927 (© www.russintalia.it).
in Difficoltà politiche dell’architettura in Italia.
1920-1940, Tamburini, Milano, 1953, p.
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agostiniano e quindi prologo terreno sione così carica di tinte fosche. A caricare
alla civitas Dei. Uno dei tenaci sosteni- di ombre tragiche il luogo dove Persico
tori dell’opportunità di celebrare Persico viveva quasi sicuramente ha contribuito
quale punto di riferimento critico si dimo- l’epilogo inaspettato e prematuro. In una
stra Alfonso Gatto, sicuramente tra i traiettoria che innalza l’occasione della
primi a ricostruirne il profilo di uomo e di morte alla nozione di sacrificio si spinge
studioso all’interno di alcuni testi, recen- addirittura Sinisgalli quando attribuisce a
temente portati alla luce nel volume Scritti Persico il titolo di «nostro Péguy». È vero
di architettura (2010). Gatto non riconosce che sono in pochi a ricordare la matrice
nell’amico scomparso semplicemente un cristiana delle idee di Persico, ma il cenno
modello culturale, ma il vero suggeritore allo scrittore di Orléans, morto anche lui
di quella dimensione urbana che si respira precocemente nella battaglia della Marna
soprattutto nei suoi versi (pensiamo (1914), fa indovinare una traccia sotter-
alla presenza di quattro città: Salerno, ranea assai più di quanto non si sospetti.
Firenze, Milano, Venezia) e li orienta Il lavoro culturale e la fede sono proba-
verso un «ermetismo attecchito nel paese bilmente gli elementi che avvicinano
di [...] Campanella», come avrebbe scritto Persico a Péguy. E l’uno e l’altra rappre-
Oreste Macrì qualche anno più tardi, in sentano anche gli estremi di un impegno
Realtà del simbolo (1968). Sembra che Gatto, febbrile, il segno di una vocazione che
quando parla di Persico, cerchi di affidare trova parentele con la più vivace intel-
i sentimenti ai testi scaturiti dalle ragioni lighenzia cristiana scesa in campo, tra
intime (lettere, versi, pagine di diario) e guerra e primo dopoguerra, sia in Italia
che invece adotti una scrittura più incline che in Europa. In un certo senso, questa
alla riflessione programmatica negli inter- duplice vocazione era stata già rappresen-
venti di impronta saggistica (Edoardo Persico tata qualche anno prima da Carlo Levi
è morto). Tale scelta viene confermata dalla nel ritratto Persico che legge (1928): in un
introduzione al volume degli Scritti critici e interno illuminato da luce naturale, prove-
polemici, che Gatto cura per gli editori Rosa niente da una finestra appena visibile sulla
e Ballo, nel 1947, dove raccoglie articoli, destra, si staglia in primo piano la figura
recensioni e schede, dedicati da Persico ai di un uomo in abiti eleganti (cappotto
problemi del movimento architettonico in grigio-avio, camicia bianca con cravatta
Italia. È un contributo dotato di organi- rossa e bombetta marrone in testa), che
cità, perciò può leggersi quale consuntivo ha davanti un libro aperto. Con l’indice
finale che sancisce il valore di una fedeltà della mano destra indica un punto preciso
e di uno sforzo interpretativo cominciato
undici anni prima. Pur avendo varcato lo
spartiacque della guerra, i termini dell’af-
faire Persico non sono affatto mutati. Il suo
magistero, anzi, contiene ancora inalte-
rata la sua validità e va ricordato come
patrimonio esemplare: «In un campo
critico ove tutto il linguaggio consueto era
approssimativo e casuale, esponente di un
gusto altrettanto precario e tecnico, egli
si trovò naturalmente a scrivere col peso
delle parole, con la relazione delle sue idee, Più che puntare sul lirismo del ricordo,
con una moralità precisa da perseguire come per esempio fa Raffaele Carrieri
e un gusto da difendere. L’architettura (che nel suo contributo indugia sugli
moderna era riportata da lui alla sua alta incontri serali in Galleria o al Caffè
natura di storia della vita tutta, alle condi- Donini), Quasimodo e Sinisgalli osser-
zioni materiali e ideologiche in cui era vano con maggiore distacco il magi-
nata. [...] Per Persico l’architettura signi- stero di Persico, ne misurano l’intensità
ficò il punto vivo o il punto morto della e il valore, in taluni passaggi preavver-
coscienza degli uomini, la loro responsa- tono addirittura un’oscura minaccia che
bilità o la loro irresponsabilità storica». incombe sul suo destino. Valgano i cenni della pagina; con l’altra mano, raffigurata
relativi alla zona topografica dove Persico quasi in un gesto benedicente, sembra fare
2. Se si allarga lo sguardo, si comprende all’epoca risiedeva: Piazza di Santa Maria segno di attendere. Al contrario di quanto si
quanto vasta eco la morte dell’intellettuale del Suffragio, lungo Corso Ventidue predica nel titolo, nel dipinto di Levi, scelto
napoletano abbia provocato nel cenacolo Marzo, immediatamente poco fuori la per la copertina del primo volume di Tutte le
di amici. Un efficace strumento di analisi è cerchia delle mura spagnole, che - scrive opere (1964), Persico non sta affatto leggendo,
ancora una volta il volumetto celebrativo, Quasimodo - pareva un luogo «sempre ha trovato ciò che cercava tra le righe del libro
che risponde a un duplice scopo: fornire a lutto». Ancora più esplicito è Sinis- ed è come se si stesse preparando a parlare a
un caleidoscopio di ricordi aneddotici da galli nel ricordare sull’«Italia Letteraria» chi gli sta intorno, guardando gli spettatori con
parte di letterati, artisti, architetti, legati del 14 giugno 1936 che la «piazza, male statuaria solennità, «ricco di segretezze e di
da vincoli di affetto e da sodalizi professio- illuminata, si colmava di quel particolare garbo, come un diplomatico», annotò Gatto
nali, e diventare anche una prima rassegna riverbero (forse era il colore dell’erba a nell’introduzione agli Scritti critici e polemici. I
in sede di fortuna critica. La maggior suscitarlo) che hanno le camere ardenti» gesti delle mani sono assai più eloquenti delle
parte delle testimonianze tende alla cele- (Pagine milanesi, 2010). Non è affatto facile parole che non sono ancora uscite di bocca: da
brazione e favorisce una sorta di mitizza- stabilire il motivo per cui le caratteristiche una parte la fiducia nella scrittura, la fede nella
zione o sacralizzazione del personaggio del domicilio e la sua collocazione nel cultura; dall’altra, l’attesa, il silenzio, l’ascolto.
fino a sancirne il processo di assunzione contesto del quartiere abbiano ispirato sia In tal modo Levi celebra il valore dell’amico
dentro l’empireo degli immortali. in Quasimodo che in Sinisgalli un’impres-
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e ne immortala l’impegno avvolgendolo in civili occupati dai Muzio Scevola, Orazio
un’atmosfera che evoca simbolicamente, più Coclite, Pietro Micca». Nel pantheon dello
che l’aspetto di un «diplomatico», i contorni scrittore siciliano Persico occupa sicuramente
ieratici di un’icona bizantina e la misteriosa un posto d’onore in mezzo ai campioni di BH
investigazione dentro i libri di un non ancora una nazione che fanno parte di una schiera
studiato Talmud. Agli occhi di Levi (dell’ebreo dal forte pronunciamento etico e, esattamente
Levi, bisognerebbe aggiungere), Persico come Sinisgalli, anche Vittorini riconosce in
richiama insomma l’immagine di un Cristo Persico il talento di un intellettuale che contri-
e di un rabbino, è profeta ed esegeta, la sua buisce a edificare una nazione mediante gli
è una figura che sta a crocevia di un preciso strumenti della cultura. Non altrimenti si distributori nazionali
tempo storico: con il dito proteso sulla pagina, spiega il messaggio che Carlo Levi lancia nel
sembra offrire la chiave per uscirne. A questo dipinto Persico che legge o il cenno di Vittorini
grado di lettura Levi giungerà più tardi, in ai destini esemplari di Muzio Scevola, Orazio circuiti alternativi
occasione della miscellanea, dove ricorrerà al Coclite o Pietro Micca; un cenno, tra l’altro, NDA
tono del discepolo che ha perduto il maestro: che per i richiami a un certo eroismo politico.
«era davvero, come lo sono soltanto gli amici Mentre Gatto continuerà a meditare sulla biblioteche estere e e.book
carissimi, parte della mia vita. Dopo questa fecondità dei suoi insegnamenti, sull’esempio casalini libri
perdita il mondo e la nostra stessa persona duraturo della sua proposta, a Sinisgalli e
biblioteche italiane
appaiono impoveriti: tuttavia non abbiamo Vittorini risulta più importante individuare
ls distribuzioni editoriali
altro dovere che continuare, per quanto l’in- il calco esatto da cui ricavare la maschera
gegno di Persico sia davvero insostituibile». funebre. In realtà il contributo di Vittorini lombardia
Mutando linguaggio (dalla pittura alla scrit- conferma che non si può parlare di Persico pecorini sas
tura), i termini della questione non cambiano senza ricorrere all’uso di exempla e, attraverso dem libri
e sia al tempo del dipinto, quando era pros- i paragoni con i miti o gli eroi, si riesce final-
sima la mostra dei Sei (che Persico tiene a mente a misurare la profondità del suo destino. piemonte, valle d'aosta e liguria
battesimo nel 1929 a Torino e dei quali anche Qualcosa di simile avviene anche nella mono- book service sas
Levi fa parte), sia nei mesi successivi alla morte, grafia di Raffaele Carrieri, intitolata Edoardo
triveneto
quando Levi ha da poco terminato il confino Persico, da cui prende le mosse Vittorini
in Lucania, in Persico si riconoscono le qualità cierrevecchi
di un maestro. I propositi finali di continuarne emilia romagna,
l’opera non fanno che ribadire la funzione marche, abruzzo,
di guida, il ruolo di leader a cui quel «non toscana e umbria
abbiamo» si proietta in forma di auspicio e di euroservizi srl
augurio dentro il discorso sulle generazioni.
lazio e sicilia
3. Attraverso Carlo Levi, dunque, si riaf- medialibri diffusione srl
ferma, da un lato, il ruolo svolto da Persico
nella cultura degli anni Trenta, dall’altro si
ribadisce una sostanziale difficoltà nel circo-
scriverne la sua presenza entro una fisio-
nomia ben precisa. Persico, insomma, risulta
una figura che abbisogna continuamente di
revisioni nel giudizio critico e, pur essendogli biblohaus
stata riconosciuta una sorta di compattezza via weiden 27
ideologica e coerenza intellettuale, continua 62100 macerata italia
a mostrare un profilo enigmatico e sfuggente t f +39 0733 265384
perché la sua rimane l’esperienza di un “irre-
golare”, identica al destino di altri, primo fra info@biblohaus.it
tutti Gobetti. Questo tipo di difficoltà che si per il suo intervento sul «Bargello». Più che fb: biblohaus casa editrice
incontra nel circoscrivere il suo percorso è orientarsi verso un tipo di scrittura di spic-
qualcosa di connaturato, comune tanto agli cata impronta saggistica, Carrieri procede per www.biblohaus.it
studiosi posteriori che ai contemporanei. Un aforismi («Avrebbe voluto rifare il piano rego-
anno dopo la morte, infatti, Vittorini annota: latore del vecchio mondo e non aveva una
«Persico resta una di quelle imponderabili sedia su cui sedere»; «Celava la tristezza come
figure umane a proposito delle quali, quando una camicia troppo rammendata»; «L’archi- l’abbonamento annuale a cantieri
il volgo domanda: “che ha fatto?” non si sa tettura era il suo punto fermo sulla terra. Il (5 numeri) costa € 25, per richie-
cosa rispondere mentre entro di noi si sa benis- resto era instabile» «Costruiva vaste trame di derlo: info@biblohaus.it, numeri
simo che senza il loro passaggio il mondo non ferro. Voleva arrivare in cielo con una scala a arretrati € 5 cadauno compresa
sarebbe esattamente quale è» (Edoardo Persico chiocciola») e fornisce un ritratto di uomo deci- spedizione.
e l’architettura, «Il Bargello», 7 febbraio 1937). samente incline alle passioni dell’architettura
“Figura imponderabile” è un’espressione che e dell’arte, cioè alle discipline maggiormente
frequentate negli anni milanesi. Tali discipline, cantieri viene pubblicato ogni
allude a una personalità difficilmente defini- due mesi e nasce dal gruppo di
bile non tanto per eccesso di contraddizioni, così come state poste in dialogo da Persico,
incarnano il mito di una cultura politecnica, lavoro che si riunisce intorno alla
quanto per i multiformi riverberi che il ricordo
della sua vita continua a proiettare su chi gli è definiscono un progetto, lanciano una sfida. casa editrice biblohaus:
stato compagno e sodale. Non meno impor- Soprattutto indicano la direzione cui sembra
rivolgersi Persico nel difficile compito che si oliviero diliberto massimo gatta
tanti, a tal fine, sono le opinioni di Vittorini, simone berni simone pasquali
che riconosce nell’esperienza di Persico quelle prospetta dinanzi ai giovani, una volta spez-
zati i vincoli di appartenenza con le genera- duccio benocci rebecca simpson
tipiche tracce che lo innalzano fra gli «eroi
della vita spirituale», ai quali manca solo «l’oc- zioni dei padri, quelle appunto da cui bisogna olga mainieri annette baugirard
casione del gesto, nella vita spirituale impossi- fuggire senza speranza di ritorno. michelle delattes gaspare naldi
bile, per salire ai posti leggendari nelle istorie giuseppe lupo konstantin bellmer gina palestri
10
edizioni biblohaus
via weiden 27 macerata italia

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