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Musica

Perché Sanremo è perfetto per i social


Claudio Rossi Marcelli, 3 febbraio 2023

Davanti dal teatro Ariston di Sanremo.

Nella sua storia il festival ha alternato periodi di grande successo a fasi di declino. La sua
rinascita degli ultimi anni dipende anche dalle nuove piattaforme attraverso cui si può seguire

Arrivato alla sua 73esima edizione, il festival di Sanremo è tra gli eventi mediatici più longevi
della storia della tv italiana. Negli anni ha alternato periodi di grande successo a fasi di declino,
come per esempio quella degli anni settanta – quando per via degli ascolti bassi la Rai aveva
deciso di trasmettere solo la serata finale – o quella dei primi duemila, quando l’invasione di
cantanti usciti dai talent show di Mediaset aveva trasformato l’Ariston in una succursale di
Amici di Maria De Filippi, minando per un certo tempo la credibilità del festival.

Della rinascita musicale di Sanremo degli ultimi anni si è parlato molto: soprattutto con le tre
edizioni dirette da Amadeus, il festival ha ripreso a essere la principale fabbrica di successi
musicali italiani, con il ritorno sul palco di nomi di serie A come Elisa, Fedez o Morandi e
soprattutto con il lancio di artisti emergenti come Madame, Mahmood o Diodato.

Ma poi, a rendere l’idea di come Sanremo stia vivendo una nuova epoca d’oro, ci sono i numeri:
la serata finale dell’edizione del 2021 ha avuto uno share del 64,9 per cento, un risultato che
non si vedeva da 22 anni. E gli inserzionisti reagiscono di conseguenza: secondo una stima del
Sole 24 ore quest’anno Sanremo raggiungerà una raccolta pubblicitaria record di 50 milioni di
euro, con un aumento del 20 per cento rispetto all’anno precedente.

Gruppi d’ascolto virtuali

L’attuale rinascimento sanremese si deve prima di tutto all’ottimo livello musicale a cui è
tornata la gara, quindi. Ma c’è un altro fattore che in questi anni ha soffiato vento in poppa al
festival: le nuove tecnologie.

Prime tra tutte i social media. Uno degli aspetti che ha tenuto in vita Sanremo anche nei periodi
di crisi è l’enorme volume di commenti che genera. Del festival ne hanno sempre parlato i
giornali, se ne discute al bar e soprattutto si commentano le puntate in diretta nei gruppi di
ascolto riuniti a casa di qualcuno.

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C’è sempre stata una grossa fetta di italiani che, senza guardare neanche un minuto del festival
e senza ascoltarne le canzoni, partecipano comunque alla grande discussione nazionale sui
vestiti delle presentatrici (oggi chiamate co-conduttrici, ma sempre trattate da vallette), sui
monologhi dei comici, sulla scelta dei vincitori. Quest’anno, per esempio, la discussione sul
collegamento del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj con l’Ariston ha infiammato i
giornali e l’opinione pubblica già settimane prima che il festival cominciasse.

E non è un caso che, negli anni in cui è andato in onda, facesse ottimi ascolti il Dopofestival,
un veloce riassunto a tarda notte di ogni puntata. Insomma, commentare il festival è sempre
stato ancora più divertente che guardarlo.

L’avvento dei social ha capitalizzato questo aspetto creando un gigantesco gruppo di ascolto
virtuale, per cui ora anche chi guarda Sanremo da solo a casa può immediatamente partecipare
alla discussione con milioni di altri telespettatori. E i numeri resi noti dalla Rai dopo l’edizione
dello scorso anno raccontano bene questo fenomeno: l’hashtag #Sanremo2022 è stato usato
quattro milioni di volte su Twitter, il 21 per cento in più rispetto all’anno precedente. Mentre
solo durante la prima serata le interazioni sui social relative a Sanremo sono state 5,7 milioni,
con un incremento del 43 per cento rispetto all’anno precedente.

Il social media cinese TikTok, dominatore incontrastato tra la popolazione con meno di
vent’anni, ha fatto sentire il suo peso nella scorsa edizione in vari modi: per esempio La
Rappresentante di Lista ha presentato il tormentone Ciao Ciao direttamente provvisto di
coreografia da ripetere (e rendere virale) sulla piattaforma, mentre il gruppo comico napoletano
The Jackal ha trasmesso la sua striscia quotidiana pre Sanremo direttamente su TikTok.

Lo scorso anno il sito del Fantasanremo è stato visitato quasi 18 milioni di volte

A sua volta il festival nutre la presenza social dei concorrenti in gara, che come tutti i cantanti
di oggi hanno bisogno di una solida base di follower per mantenere il successo: “È il risultato
della trasformazione degli artisti in influencer”, ha spiegato a Sottosopra Federico Pucci, il
direttore del sito di critica musicale Louder. “Nel 2021 Colapesce è passato da 35mila a
110mila follower. In percentuale, sui social crescono molto di più gli artisti meno conosciuti,
ma anche un cantante già popolare come Sangiovanni nel 2022 è passato da un milione di
followers a 1,5 milioni dopo il festival. L’economia degli artisti è ormai fatta poco dalla musica
e tanto da altro”.

Il legame tra l’Ariston e gli influencer quest’anno sarà ancora più evidente grazie alla presenza
nella serata di apertura e quella di chiusura di Chiara Ferragni, senza dubbio il volto più noto
dei social media italiani.

C’è poi da fare un discorso a parte per il successo inaspettato del Fantasanremo, una sorta di
fantacalcio digitale adattato alla gara sanremese che è stato inventato per scherzo da un gruppo
di amici nel 2019 ed è diventato un fenomeno che ha coinvolto milioni di persone. Nella sola
settimana dell’ultima edizione di Sanremo il sito del Fantasanremo è stato visitato quasi 18
milioni di volte, da oltre 1,8 milioni di utenti unici, i quali hanno creato mezzo milione di
squadre di cantanti.

Il momento di svolta è stato quando gli artisti in gara, prima tra tutte Emma, hanno cominciato
a parlare del Fantasanremo nelle dirette, le storie e i reel su Instagram. A quel punto il gioco
ha preso proporzioni inimmaginabili, che hanno portato all’Ariston alcune dinamiche tipiche

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di Twich e di altre piattaforme di social gaming. E ci si attende che con l’edizione che sta per
cominciare sarà ancora più di massa.

Una seconda giovinezza

Un’altra tecnologia che sta giocando a favore di Sanremo è poi la tv in streaming. Un tempo
l’unico modo per guardare il festival era passare qualche ora davanti alla diretta di ogni singola
serata. Oggi, attraverso la piattaforma RaiPlay si possono andare a guardare in differita le
singole esibizioni e i momenti clou di cui tutti parlano. È immaginabile, per esempio, che il
filmato di Bugo che abbandona il palco dell’Ariston sia stato uno dei più visti dell’edizione del
2020, considerato anche il numero enorme di meme e post che ha generato nei giorni successivi
il plateale litigio in diretta tra Morgan e Bugo.

Anche qui a parlare chiaro sono i numeri: nel 2022 il festival ha generato quasi trenta milioni
di visualizzazioni su Raiplay, con un aumento del 60 per cento sullo streaming in diretta e del
45 per cento sulle visualizzazioni on demand. In termini di ascolto digitale, esclusi gli eventi
sportivi, è l’evento più visto in diretta streaming dall’avvio della misurazione Auditel Online
nel 2019, fanno sapere dalla Rai.

Per ultima va poi citata anche la musica in streaming, che fa la sua parte nel successo di
Sanremo rendendo immediatamente fruibili le canzoni per l’ascolto, per di più gratis, a
differenza del passato quando la possibilità di ascoltare i successi in gara passava dall’acquisto
di dischi o dai passaggi radio. A due settimane dall’evento, la piattaforma di streaming Spotify
aveva già cominciato a proporre ai suoi 450 milioni di utenti delle playlist a tema Sanremo per
prepararsi alla serata.

Confermandosi uno specchio della società italiana, il festival di Sanremo sembra essere in
grado di adattarsi ai tempi. E un pubblico più collegato e interattivo sta contribuendo a far
vivere alla gara canora più famosa d’Italia una stupefacente seconda giovinezza.

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