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L’utilizzo di una canzone in una serie tv, oltre a portare numeri importanti sulle
piattaforme musicali, è legato anche alla pratica della “sincronizzazione”, ovvero la
concessione in licenza dei diritti (licensing).
La transazione dall’analogico al digitale, non solo ha cambiato i metodi di fruizione
ma anche il modello di business dell’industria musicale:
information overload
Nel tempo nascono spazi “più musicali” dove vengono riprodotti videoclip o
videomusica come MTV o i veri e propri talent fino ad arrivare alle serie.
Questo rapporto è sempre sbilanciato in favore della televisione in quanto la tv
rimane fedele al proprio linguaggio costringendo l’industria musicale ad adattarsi
al suo modello.
videoclip
talent show
I primi esperimenti di tv musicale sono contenitori di videoclip come Pop Clips, per
poi arrivare ad MTV negli anni 80, che esplicita il riferimento al passato con un
claim “First it was Elvis, then it was the Beatles, now it’s MTV”. Con MTV si passa
dal modello dei Queen - un mix di live e sperimentazione visiva- al modello dei
Buggles, dove la band suona in uno studio con dietro una scenografia, per poi
arrivare a Thriller, modello iper-spettacolarizzato.
Negli anni 90 si cristallizza e diventa stereotipato in quanto assomiglia sempre più
ad uno spot. Alla fine degli anni 2000 ritornerà in auge grazie all’arrivo di Youtube
e altre piattaforme.
3) American Idol
esempio: X FACTOR → I finalisti si esibiscono dal vivo ma la performance viene
raccontata anche dagli strumenti del linguaggio televisivo: si crea così un
paradosso in quanto una parte di audience gode del racconto visivo, l’altra
dell’entusiasmo ed emotività della visione live.
si occupa della qualità del suono e della scelta o proposta delle musiche da
inserire nei programmi come supporto