Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
SEDE DI MILANO
FACOLTÀ DI ECONOMIA
DELLO SPETTACOLO
Relatore:
Chiar.mo Prof. LEONARDO PREVI
Indice:
Abstract ………………………………………………... …2
Sitografia……………………………………………….. …85
Bibliografia……………………………………………... …86
Abstract
Questo lavoro di ricerca, nato dall’incontro tra le aspirazioni e le passioni personali con
settore della discografia; è suddiviso in due sezioni, una descrittiva delle evoluzioni
dell’elaborato sarà incentrato sulla genesi dell’industria discografica così come intesa
oggi e sulle evoluzioni del prodotto oggetto del mercato, la musica (con maggior riguardo
per quella registrata piuttosto che per quella eseguita dal vivo). Si passerà poi, nel secondo
della supply chain, spostando il focus sugli stakeholder e sui processi in cui questi sono
coinvolti fino alla valutazione competitiva delle imprese musicali attraverso l’impiego
del modello delle 5 forze di Porter e del RBV, assumendo il punto di vista di queste
lineare multipla per dimostrare prima l’esistenza e poi l’intensità e la natura della
riguardanti due categorie di soggetti, gli ascoltatori attivi e gli ascoltatori passivi. Infine
successo.
2
1. Evoluzioni e sviluppi storici della discografia
Il punto di partenza di questa analisi della discografia è la musica, l’oggetto dei processi
produttivi e di consumo di arte in questo settore, e gli intrecci che questa ha avuto nel
corso del tempo con società e cultura; successivamente, con la nascita dell’industria
discografica, così come è intesa oggi, saranno analizzati gli aspetti prettamente economici
ad essa collegati.
nascita del prodotto musicale, come lo conosciamo oggi, e del complesso settore, che lo
Quando si parla di musica, ci si riferisce alla scienza di poter arrangiare suoni, rumori e
silenzi in una sequenza specifica e ben definita ma anche all’arte di riuscire, tramite
suono. Questa duplice natura della musica era già stata individuata dagli antichi Greci;
infatti, Pitagora fu uno dei pionieri dell’analisi delle relazioni tra rapporti frazionari e
suono, divenendo fautore di una scienza basata sul suono stesso, mentre Platone sosteneva
che la musica servisse ad arricchire l’anima, esaltandone così gli aspetti emotivi.
trasferimento dei brani creati, offrendo così un grande contributo alla letteratura musicale;
3
si trattava, tuttavia, di creazioni molto rudimentali, tipicamente caratterizzate da un’unica
grazie alle influenze che l’Impero subiva costantemente dai territori dominati; la musica
questa veniva eseguita: nacquero, così, i primi generi musicali, catalogati, come tali, in
relazione alla loro funzione, dal filosofo Boezio, i cui studi costituiscono un vero e proprio
discapito della mera espressione artistica, limitando in tal modo lo stimolo alla
produzione individuale, che risultava, pertanto, priva di uno scopo ben definito. Tuttavia,
è proprio nel medioevo che vengono creati alcuni espedienti determinanti per la
trasmissione nel tempo della musica: a seguito della riforma gregoriana, infatti, si passò
dal trasferimento orale allo studio dei testi musicali, soprattutto grazie alla nascita della
Per lungo tempo la musica è stata circoscritta a commesse, prima della Chiesa, e poi della
nobiltà, che la utilizzava come uno strumento per ostentare la propria ricchezza, creando
uno status symbol: è la nascita del mecenatismo, pratica che ha caratterizzato la quasi
totalità della produzione musicale fino al ‘700, epoca in cui furono creati i primi teatri
popolari. Da ciò è facile desumere che la libertà espressiva degli artisti fosse fortemente
committenti, anche in considerazione della estrema difficoltà della vita dell’artista dal
4
momento che gli strumenti non erano prodotti in serie e quindi erano numericamente
pochi e molto costosi, così come lo erano le lezioni di musica. Conseguentemente l’unica
strada praticabile per molti degli artisti, almeno fino alla seconda metà del Seicento, fu
rappresentata dalla vita di corte, con vitto e alloggio a carico del mecenate e uno stipendio
È possibile affermare che il mercato del libero scambio della musica, così come lo
intendiamo oggi, sia nato quando finalmente la musica si slegò dal meccanismo del
allora erano ben lontane da quelle attuali ma, allo stesso tempo, hanno dato origine ai
Fu però tra il XIX e il XX secolo che la maggior parte della creatività ebbe il suo picco;
della musica contemporanea. Di pari passo con gli studi accademici (sviluppo della
musicologia e della teoria musicale), progredirono quelli sul suono e sulle onde sonore,
permettendo così ai compositori di ampliare le loro possibilità creative, che ora avevano
tutto il mondo le prime società di gestione del diritto d’autore, che giocano tutt’oggi un
ruolo molto importante in questa industria, come avremo modo di analizzare in seguito.
Gli inizi del ‘900 costituirono un ulteriore momento chiave per il progresso musicale,
perché negli Stati Uniti sorsero nuovi generi, destinati a dar vita alla maggior parte di
5
L’incontro e lo scontro tra la cultura musicale degli schiavi africani, raggruppati nei ghetti
americani, con le contaminazioni della musica tradizionale delle popolazioni bianche del
vecchio continente, diedero origine al jazz e al blues. L’apporto che questi generi
cambiare alcuni paradigmi basilari; per la prima volta nella storia della musica, la
più basati sullo studio dei testi, ma sull’improvvisazione, e fu solo grazie all’invenzione
del fonografo e della radio che si verificò la possibilità per questi generi di avere una
alle serate di teatro e di salotto, ma soprattutto la musica divenne, sempre grazie alla
cultura: così, dal filone del jazz/blues prima e del rock n roll dopo, nasce la musica pop,
musica leggera per eccellenza, che oggi domina l’intero panorama musicale.
La società odierna è permeata da musica che, intrecciandosi nelle sue varie forme con gli
altri aspetti della vita quotidiana, ne influenza inevitabilmente l’andamento. Piuttosto che
esistenti al giorno d’oggi, appare molto più interessante, ai fini di questo elaborato,
spiegare le relazioni che questi hanno con i loro fruitori e gli ambienti entro i quali sono
prodotti e consumati.
Una prima distinzione fondamentale è quella che concerne il concetto stesso di musica e
6
• Suono - come già accennato, si tratta probabilmente della definizione più
sensazione.
musica come una proiezione interna creata da ciò che viene percepito e
ricordato.
musicale, è in grado di spiegare ciò che altri studi di antropologia non riescono
a spiegare.
riferisce solo al prodotto discografico fisico e tangibile, ma anche alla possibilità che
questo possa essere riprodotto dal vivo e le dinamiche nella gestione di questi due tipi di
7
Partendo dalla definizione di musica come prodotto della cultura, un’altra importante
distinzione è quella tra musica colta e musica leggera; in questo senso è possibile
La prima categoria è quella che riguarda gli utenti con un alto bagaglio culturale: i
prodotti artistici ad essa collegati sono definiti, appunto, come di elevato spessore; la
musica classica, infatti, è quella che meglio riflette la tradizione storica, affondando le
utenza abbastanza ampio ma presenta delle barriere all’accesso costituite dalla possibilità
degli utenti di comprendere culturalmente i suoi prodotti e, pertanto, non segue delle
operano con scopi di mantenimento culturale, e anche quelle caratterizzate dalla gestione
più efficiente, come La Scala di Milano (che nel 2017 era addirittura il secondo brand
italiano con la notorietà più alta) e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, non
8
Agli antipodi si trova la musica etnica-folkloristica, che rispecchia le tradizioni locali di
piccoli gruppi di individui e che, pertanto, non solo non segue logiche di mercato ma allo
stesso tempo non è influenzata dai media e dal resto dell’industria musicale, rimanendo
disparate perché tali sono le tradizioni che compongono il mosaico culturale della Terra.
Tra questi due opposti si colloca la musica popolare, definita anche leggera, quella che,
nata nella seconda metà del XX secolo, costituisce quella più largamente diffusa, con cui
è più facile entrare in contatto; si tratta della musica con il più largo bacino d’utenza e
che segue le logiche del mercato di massa e, per questi motivi, è la prescelta al fine delle
adempiere alle esigenze espressive comuni a molte cerchie ristrette che si identificano in
maggior parte dei generi contemporanei ha una genesi di nicchia ma, con il passare del
tempo e con l’intervento delle major discografiche (la natura di queste etichette sarà
esigenze di mercato piuttosto che di espressione delle realtà da cui hanno avuto origine.
La musica pop, infatti, è largamente ritenuta come quella di più facile ascolto, con il
maggior bacino di utenza e con il più ampio impiego e questa tendenza è riscontrabile per
plugging.
9
non fanno che accentuare l’accoglienza di un brano e la sua diffusione presso il grande
pubblico. Tipicamente, quando degli artisti danno origine ad un nuovo genere capace di
avere una forte presa sul mercato, i produttori discografici, iniziano ad incubare talenti
che possano essere in grado di emulare i pionieri, cavalcando l’onda del successo
mediatico del mainstream; mantenendo gli stessi schemi, è possibile, tramite l’aggiunta
di stravaganze in linea con i trend del momento, offrire un prodotto che dia l’impressione
Adorno, che indica l’insistente riproposizione di un brano, da parte dei media, affinché
questo non venga accettato e che costituisce una pratica molto dispendiosa, in quanto
possono accedervi solo le etichette o gli artisti dotati di grossi capitali e/o con un grande
Che la musica dipenda dal gusto di chi l’ascolta non vi è dubbio, perché si tratta della
Tuttavia è palese che vi siano delle barriere di accessibilità che non permettono di
che vi siano forme di espressione artistica di “facile portata”, che possano essere
plugging.
Va sottolineato come queste categorizzazioni siano ancora dibattute e, pertanto, non siano
da considerare come assolute e, allo stesso modo, siano assai labili, poiché numerose sono
10
1.3 L’industria discografica fino agli anni 2000
Si potrebbe affermare che la vera e propria genesi dell’industria discografica si ebbe con
la diffusione di strumenti adeguati alla registrazione dei brani musicali, nonostante alcuni
costruito solo nel 1888, prodotto dall’azienda statunitense Bell Telephone Company, su
per facilitare la dettatura negli uffici e fu indirizzato per il mercato di Washington, dove
vi erano più uffici, senza però ottenere il successo sperato; parallelamente il fonografo fu
impiegato come attrazione dei circhi ambulanti e delle fiere, suscitando l’interesse delle
classi sociali più basse. Nel frattempo, un altro inventore tedesco, Emile Berliner, inventò
moto circolare verticale e i cilindri come supporto alle tracce sonore, il grammofono,
invece, era basato su moto orizzontale e si serviva di dischi piatti, all’epoca molto più
Iniziò così una lunga battaglia legale circa la registrazione dei corrispettivi brevetti poiché
Edison mosse le accuse sulla possibilità che il grammofono fosse una copia del fonografo
a livello progettuale; egli, in realtà, non riusciva ad accettare che qualcun altro fosse stato
in grado di trovare, attraverso il disco, una soluzione migliore della sua, riuscendo a
divisioni produttive in Europa. Quando, poi, scaddero i brevetti nel 1914 sorsero
che si differenziavano tra loro esclusivamente per l’offerta musicale: ogni casa
11
produttrice aveva, infatti, una propria orchestra dedicata all’incisione. Questi fattori
permisero al mercato, nel primo dopoguerra, di raggiungere dei volumi molto elevati, con
una quantità venduta di fonografi/grammofoni per 2 milioni di unità e circa 140 milioni
di dischi/cilindri nei soli Stati Uniti. A questa crescita, tuttavia, segui un forte crollo nei
primi anni ’30 per un duplice ordine di ragioni: infatti, se da un lato l’intera economia
americana si trovò a fronteggiare una delle crisi peggiori della storia mondiale, dall’altro
questo successe anche a causa della nascita della radio e del cinema sonoro. La prima
conseguenza fu un calo drastico dei volumi di vendita, che passarono da 104 a 6 milioni
di unità di dischi e a 40.000 unità di strumenti di riproduzione, seguita dal fallimento della
maggior parte delle numerose piccole imprese operanti nel settore grazie al boom dei
Di fatto, si costituì così negli Stati Uniti un oligopolio presieduto dalle tre principali
sopravvivenza; allo stesso modo furono intraprese delle iniziative volte all’integrazione
dei dischi con altri media, quali la radio e il cinema e proprio queste strategie posero le
basi per i successivi sviluppi del settore. Fortunatamente, una ripresa economica ebbe
luogo nei primi anni ’40, stavolta grazie alla diffusione dei jukeboxes, che nel ’39
raggiungono le 300.000 unità prodotte annualmente; tuttavia, bisognerà aspettare gli anni
’50 per tornare allo splendore che aveva preceduto gli anni della crisi.
medialità, perseguite dalle poche etichette che trainano il mercato, contribuiscono alla
nascita del concetto di musica pop (quella diffusa su larga scala) che permise al mercato
12
di stabilizzarsi. Fino alla prima metà degli anni ’50 questo rimase concentrato in pochi
operatori e le prime quattro major (sono definite così le principali etichette che si dividono
le quote di mercato) si spartivano l’89% del market share, anche grazie alla pratica della
annui), successivamente divenuta illegale, che consisteva nel pagare una somma in
denaro alle radio, in cambio della diffusione e della promozione di determinati brani. I
grandi cambiamenti che travolsero il settore si registrarono sul finire degli anni ’50,
25%) permise l’ingresso nel mercato di nuovi player indipendenti, dalla struttura più agile
e più capaci di intercettare la domanda: come conseguenza anche le major optarono per
major riuscirono a diversificare la propria proposta di valore. Così, agli inizi degli anni
Nonostante ciò, i primi anni ’80 furono caratterizzati da un’altra forte crisi, paragonabile
a quella del’29, e molte major furono costrette a fondersi con altre multinazionali
dell’intrattenimento per sopravvivere; infatti, nel 1979 la EMI si fonde con la Thorn,
compagnia di ingegneria elettronica, la Decca viene ceduta alla Polygram nel 1980,
primi compact disc e la riedizione, nel nuovo formato, delle produzioni precedenti; questa
costituisce per le major una via di salvezza dalla crisi, potendo così evitare di sostenere
13
costi di produzione troppo elevati (ovviamente a discapito di nuova produzione). Quella
che fu una scappatoia dalla crisi, tuttavia, si trasformò, alcuni anni dopo, in un nuovo
crac; si diffonde, infatti, nella prima metà degli anni ’90, la pratica della pirateria che nel
1997 sottrae alle imprese discografiche ben 2 miliardi di dollari (secondo le stime
delle etichette e con la nascita del formato MP3 per la compressione del suono e di quello
grandi imprese del settore non aveva inteso bene le potenzialità di internet e si limitavano
a svolgere digitalmente solo il marketing, lasciando così un gap di mercato di cui alcuni
nuovi player seppero invece approfittare; nasce così, nel 1999, Napster, un servizio di
società fu molto discussa e costituì un caso legale di risonanza mondiale; infatti, Napster,
non disponeva dei diritti delle tracce condivise tramite i suoi server e le major si
schierarono così per boicottarla, dapprima attraverso una causa legale che portò alla
chiusura della piattaforma nel 2001, e, in seguito creando MusicNet e Duet, dei servizi
Agli inizi degli anni 2000 l’industria discografica si configurava come molto concentrata,
Northeastern University di Boston, con il supporto di Sean Parker (uno dei primi
molto semplice: si poteva accedere a qualsiasi tipo di brano musicale si volesse, come
14
in una libreria virtuale, in cui però gli scaffali erano costituiti dai computer degli altri
utenti, che usufruivano del servizio, passando da un server centrale. Dopo appena due
anni però, Napster fu costretta a chiudere i battenti a causa della violazione del
copyright, accertata in seguito alle accuse mosse dalla Record Industry Association of
America (RIAA, quella che certifica le vendite di dischi attraverso le diciture “oro”,
fatto che Napster, violando il diritto d’autore, stesse promuovendo il messaggio che la
musica dovesse essere libera e gratuita, e questo servì alla stessa piattaforma come una
vetrina pubblicitaria, almeno per i primi tempi. Tuttavia la difesa legale di Napster,
imperniata sulla diffusione della musica come strumento di promozione delle stesse
etichette e sul fatto che, in realtà, erano gli utenti a trasferirsi i file, non resse le pesanti
derivanti dalla violazione del copyright. La sua esperienza, tuttavia, avrebbe posto le
basi per la nascita di piattaforme di filesharing come kazaa ed eMule; dalle sue ceneri
sarebbe nata, nel 2013, un’omonima piattaforma di streaming del tutto legale.
Questo è un caso molto dibattuto perché nella cultura di massa la lotta della RIAA al
peer-2-peer è stata vista come un comportamento lesivo degli interessi degli artisti e
dei consumatori finali, in favore di quelli delle major, camuffandoli come lotta alla
15
1.4 L’industria discografica oggi: la musica liquida e la musica dal vivo
Fino a venti anni fa, esistevano solo due modi per ascoltare musica: ascoltare la radio o
costituivano comunque una terza via). La sempre più dirompente avanzata di internet, la
diffusione dei lettori MP3 e dei social media hanno drasticamente cambiato lo scenario:
fonografico fisico, ha radicalmente cambiato i paradigmi del mercato, non solo dal punto
vista del consumo, che è più che mai incentivato, ma anche dal punto di vista della
di musica, che da prodotto fisico è diventato “ servizio”, che, acquisendo sempre più
natura esperienziale, non può contare solo sulla propria struttura per catturare e trattenere
posto il controllo nelle mani degli ascoltatori che, differentemente da quanto avvenisse
musicale, e ciò anche grazie al moltiplicarsi degli strumenti di contatto; basti pensare che
oggi, secondo uno studio della Musica Business Association, lo strumento prediletto per
tecnologico generato dalla diffusione del web come veicolo principale per l’ascolto, ha
generato delle stagnazioni critiche che si sono riflesse in momentanei cali, in termini di
ricavi, come hanno dimostrato le battaglie legali al peer-2-peer e alla pirateria di cui
16
realtà molte più opportunità che rischi, e che si trattasse solo di adeguare l’antiquata
macchina dell’industria discografica alle nuove esigenze degli utenti. Prima di tutto, mai
come ora, le possibilità comunicative delle etichette hanno avuto a disposizione tanti
permesso di snellire i processi e di renderli più efficaci, oltre che efficienti: ad una
si uniscono quelli indiretti derivanti dalle attività svolte dalle aziende fornitrici di servizi
collegati, che offrono numerose opportunità soprattutto agli artisti emergenti; uno degli
è una delle realtà più importanti e conosciute) che permettono di raccogliere fondi sul
web da chiunque fosse interessato al progetto che gli artisti intendono sviluppare.
Tutti questi fattori hanno permesso al settore di acquisire una portata sempre più globale,
fandom in giro per il mondo; come testimoniato dalle interviste rilasciate a IFPI
Warner, la cura per lo sviluppo di creazione artistica sempre più innovativa ed eterogenea
contatto con questi. Walter Benjamin, nel suo saggio “L’opera d’arte nell’era della sua
riproducibilità”, descrive come il lavoro artistico, una volta divenuto riproducibile, sia
17
svalutato a causa del cambiamento di atteggiamento che artisti e pubblico hanno nei
riguardi dell’arte stessa. Il valore dell’arte, infatti, era tipicamente legato alla sua esistenza
“hic et nunc” e quindi ogni sua forma di riproduzione (che rientra nella logica dialettica
di autentico/falso) svaluta non solo l’opera d’arte in quanto tale, ma anche le modalità
individuato per la sua fruizione. Il passaggio logico compiuto dall’autore è quello della
in cui i prodotti sono sempre più standardizzati ed il consumo di massa è la prassi. L’arte
viene recepita, così, in un modo nuovo per due ordini di ragioni principali: in primo luogo,
da evento unico ed irripetibile in un bene di consumo, perdendo via via valore con
su cui esso si basa si dimostrano ancora molto attuali (l’ultima riedizione aggiornata è
del 2011) perché, come precedentemente accennato, gli artisti e le etichette discografiche,
nel caso specifico della musica, inseguono la continua innovazione e puntano ad offrire
essere sempre più accattivante, anche grazie all’uso di media diversi come strumento di
comunicazione.
Un discorso a parte, è quello della musica eseguita dal vivo perché la sua caratteristica
così come lo è il comportamento umano: l’interprete, nel pieno della sua esecuzione, così
comunicativo bidirezionale dagli spalti al palco, ogni volta differente, che concorre alla
18
formazione di un’esperienza unica ed irripetibile, in cui il fruitore diviene parte integrante
del processo produttivo: è questo il vero valore aggiunto dello spettacolo, quello portare
isolamento individuale. È per questi motivi che la musica dal vivo, se pur con qualche
compiuti per rendere i processi più efficienti si limitano solo alle attività collegate, ovvero
Fino al dicembre del 1998, le major che esercitavano il controllo sul mercato, erano 6, le
cosiddette “big six”: Sony Music, Universal Music Group, EMI, Warner Music Group,
quest’ultima e quattro anni dopo avvenne lo stesso tra BMG e Sony decretando così
l’esistenza di sole quattro major a spartirsi il 71,7% del mercato (IFPI, 2005). Infine,
l’ultima grossa operazione finanziaria M&A del settore discografico risale al 2011,
l’inizio dell’era delle “big three” che condividono con le etichette indipendenti un
mercato dal valore di 19,1 miliardi di dollari. Il market share calcolato in volumi di
19
Market Share %
Universal Music
• Sony
Corporation
Sony Corporation Group 22.1%
22% 24% • Indipendenti
28.5%
Le major posseggono più di 100 etichette controllate, ognuna specializzata in una nicchia
di mercato target e solo gli artisti più popolari stringono accordi con le major; tuttavia,
questa tendenza è in calo perché l’avvento di internet ha permesso alle piccole etichette
L’accentramento dei capitali finanziari nelle mani di pochi players determina, di fatto, il
portata globale che il settore ha raggiunto nel tempo che, se da un lato ha facilitato la
crescita di artisti da ogni parte del mondo, dall’altro ha creato dei profondi squilibri non
solo nelle decisioni operative ma anche nella gestione dei prodotti musicali.
Il primo giugno del 2008, degli incendi di cui tutt’ora non si conosce la causa,
questa dicitura era in parte vera perché ospitava per i due terzi della sua estensione
20
musicale della Universal Music Group. Allora i media e la Universal stessa, per evitare
una grossa risonanza mediatica, tesero a minimizzare l’accaduto, ma dopo dieci anni
di indagini venne fuori che si trattava, in realtà, del più grande deposito di registrazioni
master della costa occidentale degli Stati Uniti. La gravità dell’evento, conosciuto
attualmente come “il più grande disastro dell’industria musicale”, consiste nel fatto che
avesse coinvolto dei master originali, ovvero quelli da cui poi derivano, perdendo la
deposito conteneva l’esperienza musicale accumulata dagli anni ’40 al 2008 e non solo
della Universal ma anche delle sue controllate come la Decca, la Interscope e la Geffen
e che quindi comprendevano artisti come John Coltrane, Chuck Berry, Muddy Waters,
ma anche gli Eagles, i Police, i Guns n Roses e 2Pac; si stimano circa 175mila asset
distrutti per un valore di 150milioni di dollari di perdite, oltre che alcune tracce inedite
Se la gestione fosse stata divisa tra più etichette, è molto probabile che “il giorno che
sull’accaduto) non avrebbe mai avuto luogo, perché il controllo sulla gestione, così
come i rischi a questa connessi, sarebbero stati distribuiti tra più agenti.
internazionale che cura gli interessi dell’industria discografica mondiale fornendo servizi
compito più importante, svolto a partire dal 1997, è quello di tracciare i dati per
21
monitorare lo stato di salute dell’industria, pubblicando contestualmente un report
annuale che evidenzia i principali trend. L’edizione del 2019 si è resa testimone del quarto
anno consecutivo di crescita del mercato, che nel corso del 2018 ha incrementato del 9,7%
il valore in termini di ricavi, una crescita più alta che nel 2017 (7,4%) e mai testimoniata
partnership che queste sviluppano continuamente con gli artisti, soprattutto quelli dei
Per ottenere un quadro generale e completo delle tendenze in questa industria, è utile
22
Formato
In totale i ricavi derivanti dal digitale hanno avuto durante il 2018 una crescita del 21,1%
e costituiscono il 58,9% dei ricavi di settore, per un valore complessivo di 11,2 miliardi
streaming, che con una crescita del 32,9% rispetto all’anno precedente costituiscono il
driver principale dei ricavi di settore (il 37%). Sarebbero, infatti, più di 110 milioni gli
abbonati: Spotify conta 50 milioni di iscritti, Apple Music 20, Deezer 7 e Pandora e
Napster 4,5 ciascuno. Ci sono poi le piattaforme di streaming gratuite che includono
l’advertising (il 10% del mercato) e ai download che hanno testimoniato ad un declino
del 21,2%.
In contrapposizione alla musica liquida, la musica fisica, che comprende CD, vinili e
cassette, ha subito un ulteriore calo nei volumi (il 10,1% con precisione) e costituisce il
24,7% del totale del mercato essa. Nonostante tutto, ancora un piccolo numero di mercati
presenta la tendenza opposta: India (+21,2%), Giappone (+2,3%) e Sud Corea (+28,8%)
ancora una percentuale significativa (in Giappone, Polonia e Germania questa costituisce
23
rispettivamente il 71%, il 47% e il 34%). Se è pur vero che la morte del CD è prevista per
il 2022, a 40 anni dal lancio sul mercato da parte della giapponese Sony, il mercato dei
al 6%. Tali livelli di crescita non si vedevano dal 1990 e indicano che si tratti di una vera
e propria nicchia di mercato, piuttosto che una ristretta cerchia di nostalgici: l’undicesima
edizione del Record Store Day, evento internazionale dedicato ai retailer indipendenti, ha
contato la vendita di 580mila vinili in soli sei giorni. Vista la sempre più crescente
domanda, la stessa Sony, ha riattivato gli impianti per offrire al mercato, prima della fine
Tornando alla composizione dei ricavi di settore, non vanno trascurati quelli derivanti dai
registrata dalle emittenti e nei luoghi pubblici, che nel corso del 2018 hanno manifestato
una crescita del 9.8%, e che, occupando il 14% del mercato, hanno raggiunto un valore
film, pubblicità, giochi e TV e che mantiene il 2,3% del mercato, nonostante la crescita
del 5,2% manifestata nel 2018 sia inferiore rispetto a quella dell’anno precedente
(14,6%).
Una delle ragioni del successo dello streaming è da ricondurre alle funzioni social
24
utenti che lo utilizzano. In particolare, l’utilizzo di queste funzioni, permette il
verificarsi di economie di rete dirette, mentre le possibilità d’integrazione con gli altri
social network genera un circolo virtuoso che permette l’aumento di valore non solo
della piattaforma ma anche del social network (in questo caso ci si ritrova nella
Regioni
Dai dati di IFPI, il Nord America ha registrato un altro anno di crescita a doppia cifra che,
crescita dello streaming (+33,4%) compensa di gran lunga il declino della musica fisica
(-22%), che presenta dei tassi di decrescita superiori rispetto a quelli dell’anno precedente
(-4,3%). Mentre il Canada ha mostrato un aumento dei consumi pressoché piatto (+0,5%),
gli Stati Uniti si sono confermati primi in quanto a vastità di mercato musicale, con un
tasso di crescita del 15%; esso rappresenta, pertanto, una buona stima dei trend globali,
Latina, che con un tasso di crescita del 16,8%, è anche quest’anno il mercato a crescere
più velocemente, riflettendo le tendenze globali con un declino del fisico (-37,8%) e del
25
download (-45%) e ottimi risultati nello streaming (+39,3%). Nello specifico, il Brasile è
il principale mercato dell’America Latina e che, con una crescita del 15,4%, si aggiudica
il decimo posto per dimensioni di mercato, anche grazie a una delle più rapide crescite
del digitale (+38,5%). Anche per Cile, Messico e Colombia è stato un anno di sviluppi,
con dei tassi di crescita rispettivamente del 16,3%, del 14,7% e del 9%.
Asia e Australasia (la regione che comprende Australia, Nuova Zelanda e le vicine isole
del Pacifico), con una crescita dell’11,7%, rappresentano la seconda regione geografica
per ricavi di fisico e digitale insieme. Una forte crescita della musica liquida (+26,8%),
download (-7,1%). Nello specifico, la Cina, che l’anno precedente era entrata nella top
mercato più ampio della regione (ed il secondo nel mondo) con una crescita del 3,4% in
Corea e Australia, con un tasso del +17,9% e del +11% hanno manifestato una forte
Un discorso a parte, invece, è quello relativo al vecchio continente, che non solo ha
presentato la crescita più bassa, ma anche una composizione del mercato molto
eterogenea. Si è verificata una consistente crescita nei paesi del Nord Europa, mentre la
Germania è stata l’unica regione europea della top 10 a manifestare un declino dei ricavi
(-9,9%), parzialmente dovuto alla continua transizione dal fisico al digitale ed è stata
sorpassata dal Regno Unito che, con una crescita del 3,1%, si è aggiudicato la terza
posizione a livello globale per grandezza di mercato; Austria, Irlanda, Svezia e Norvegia
hanno seguito il trend con dei tassi rispettivamente del 20%, 7%, 2,8% e 1,7%.
26
Complessivamente il mercato europeo ha assistito ad una crescita degli abbonamenti
streaming del 29,2%, compensando il calo del 19,4% del fisico e del 24,3% dei download
anche se il più significativo calo è stato quello del 6,7% dei diritti di performance, il più
ripido tra tutte le regioni e il più incidente sul rallentamento complessivo della crescita.
crescita, sicuramente molto competitivo e nel quale bisogna saper cogliere le opportunità
27
2. L’industria discografica: analisi di settore
La crescita di tempo libero derivante dall’aumento della produttività del lavoro, sta
manifestando un forte aumento del consumo di prodotti leisure, ovvero quelli consumati
tema, i casinò, i locali ecc. Tra questi il più rilevante ai fini di questo lavoro di analisi, è
quello M&E (media and entertainment) che comprende l’industria musicale. Ancora una
volta gli Stati Uniti, che producono un valore di 703 miliardi di dollari, costituiscono il
mercato più grande al mondo (con uno share di mercato del 33%, pari ad un terzo di
quello mondiale) e quello con la crescita più rapida che, secondo le previsioni di
mondo, arriverebbe a raggiungere un valore di 804 miliardi di dollari nel 2021. Il business
M&E comprende film, TV, editoria dei libri, video games, musica e presenta la seguente
composizione:
Musica
6%
Video
Games
8%
Editoria
Film
12%
40%
TV
34%
28
Nonostante il valore da 19,1 miliardi di dollari e la crescita del 4,37% registrata rispetto
musicale.
finiti in ambito musicale, un registrato in studio e uno eseguito dal vivo e, nonostante
comprendano attività strettamente collegate tra loro, richiedono una gestione molto
differente.
analisi è la casa discografica (etichetta), sede (fisica o meno) in cui sono prese tutte le
da Bloomberg e Forbes come uno dei migliori nel suo ambito), ha calcolato le percentuali
29
di profitto tra gli attori coinvolti derivanti dalle piattaforme di streaming, che
costituiscono la maggiore fetta del mercato per quanto riguarda i ricavi (e quella più in
Etichette
Tasse 45%
17%
Piattaforme
21%
Come si evince dal grafico, la maggior parte delle entrate è di competenza delle etichette,
generati dalle royalties dipendono dal grado di proprietà coinvolto. Ci sono, infatti, tre
l’audio e il video, mentre i media lo strumento attraverso il quale questi sono distribuiti e
quindi vinili, CD, MP3, DVD ecc.; tipicamente esistono molte registrazioni di una singola
esempio concreto del funzionamento di questa dinamica è la canzone “My Way”, i cui
della canzone di Frank Sinatra è di proprietà dell’etichetta Capitol Records e quella della
30
cover della stessa canzone di Sid Vicious appartiene invece alla Virgin Records, mentre
acquistato un CD, un vinile, una cassetta o si fosse iscritto ad una piattaforma streaming.
etichette cambia radicalmente in base alla loro struttura: le major sono delle vere e proprie
multinazionali che puntano principalmente al profitto, che seguono delle policy ben
precise e che sono parcellizzate in divisioni e sottogruppi (ricordiamo che tre brand
detengono il 71,5% del market share per ricavi), mentre le etichette indipendenti puntano
più alla crescita artistica ed hanno, tipicamente, delle dimensioni di molto più ridotte.
loro paper analitico del 1998, analizzeremo questi processi in dettaglio soffermandoci su
• Registrazione
master, ovvero quella pronta per essere trasferita su supporti fisici, che
modo tale che risulti “ascoltabile”) e che dispone della migliore resa sonora
31
canzone in sé, che in genere resta proprietà del creatore. Lo sfruttamento
diritto d’autore.
era gestito nei paesi membri WTO, fissando il livello minimo di protezione
32
• Come gli stati membri devono risolvere le dispute sulla proprietà
intellettuale.
alla creazione del master sono finanziate da questo soggetto; è altresì sua premura
coordinare lo staff durante tutto il processo, dalla parte creativa a quella tecnica.
In questa fase l’impatto della tecnologia nel tempo è stato determinante, sia per
quanto riguarda gli strumenti impiegati che per quanto riguarda i processi; basti
registrazione brevettato dal chitarrista Les Paul che consisteva nella cattura dei
ciascuno di essi) che oltre ad aver contribuito alla creazione di prodotti di qualità
ore di tempo (ad esempio “Plastic Beach”, album della nota band inglese
diritto di trasferire la traccia audio master su supporti fisici quali CD, vinili,
cassette ecc. per poi distribuirli (Kozul-Wright e Standbury parlano in tal caso di
realizzata presso altri impianti ma sono presenti casi di imprese così verticali da
33
includere questa stessa funzione, che termina con la produzione su vasta scala di
migliaia di copie fisiche della traccia master; questa seconda fase viene
compiere è che l’effetto della tecnologia sul mercato, oggi, permette di bypassare
questa fase; infatti, sebbene siano ancora prodotti dischi e ancor di più vinili su
stesso tempo un maggiore interesse per il suo valore storico piuttosto che per il
evento rilevante a riprova di questa tendenza è stata la chiusura nel 2018 da parte
stato istituito nel 1984 negli Stati Uniti (che come anticipato, costituiscono uno
CD del 18% nel corso del 2017, ha addirittura portato Best Buy, il più grande
scaffali (discorso a parte vale per i vinili che continueranno ad essere distribuiti
dalla catena, visti i recenti trend di crescita delle vendite). Queste evoluzioni
34
• Marketing e distribuzione
intendere in questo caso come relazione) del prodotto finito e queste due attività,
l’utilizzo della promozione e della pubblicità come veicolo. Si tratta di una fase
e a basso costo sono in continuo sviluppo (il tema sarà approfondito in seguito).
• Retailing
vicinanza al consumatore finale che determina una grossa sensibilità alla domanda
di mercato e che per questo può influire notevolmente le scelte compiute durante
la terza fase.
streaming come strumento distributivo per almeno due motivi: in primo luogo,
luogo, assicura la possibilità di poter reperire dati in tempo reale utili al calcolo
35
Il seguente grafico rappresenta schematicamente i processi appena descritti.
Fonte: “Unbundling the Supply Chain for the International Music Industry”, Stanislas Renard, 2010
36
2.2.2 La supply chain: i processi della musica dal vivo
delle merci fisiche, la musica dal vivo è da considerare, almeno formalmente, come un
distinzione, che la gestione di questi due tipi di prodotto sia molto differente.
il cui valore d’uso risiede nella forma e nel contenuto culturale, emotivo e pedagogico, è
in cui questo possa essere acquistato e consumato. Il valore di scambio in questo caso
consiste nel costo della forza lavoro necessaria non solo alla sua produzione ma anche
alla sua riproduzione e alla gestione che questa richiede; se nella musica registrata i costi
di produzione sono sostenuti fino alla realizzazione del prodotto finito (registrazione
master), nella musica dal vivo, ogni riproduzione ha dei costi considerevoli. Tali costi
Box n°5);
Per i caratteri di irriproducibilità che lo differenziano dalla musica registrata, i costi vivi
dello spettacolo costituiscono la porzione più grossa dei costi totali, proprio perché il
valore dello spettacolo si annulla al termine di ogni riproduzione ed è per questo che
37
È possibile suddividere il processo che caratterizza la musica dal vivo in 4 passaggi:
• Produzione
Tutte le attività che concorrono alla creazione di uno spettacolo dal vivo e che
coincidono in gran parte con il processo descritto per la musica registrata. Uno
spettacolo di musica, per essere eseguito dal vivo, va tuttavia implementato con
delle componenti aggiuntive che possano ottenere una migliore efficacia emotiva
• Esercizio
qualsiasi tipo di spettacolo dipenda molto dalle variabili ambientali in cui questo
• Distribuzione
produttori.
• Promozione
38
essenziale, perché una comunicazione troppo precoce e non adeguatamente
Definita anche come “malattia dei costi”, prende il nome dall’economista William
J. Baumol che, insieme al suo collega William G. Bowen, teorizzò per primo il
fenomeno nel saggio “Performing Arts: The Economic Dilemma”. Questa legge
medi, riescono a pagare salari più alti senza intaccare produttività e profitti. Nei
settori stagnanti come quello dello spettacolo, in cui la maggior parte dei costi è
lavorare in tale settore, sarebbe costretto a pagare un costo opportunità troppo alto
(in questo caso costituito dalla rinuncia ad un salario più alto). La malattia dei costi
strutturalmente in perdita.
39
Come è possibile notare, se ci si riferisce allo spettacolo dal vivo in generale, molto
intervengono nella maggior parte dei casi degli intermediari. Infatti, in questo sistema in
dell’esercizio.
Parallelamente a queste fasi del processo produttivo, ci sono una serie di attività collegate
che terminano con l’erogazione di servizi connessi. Questi posso essere divisi in tre
categorie principali:
nelle performance dal vivo e degli studi nelle fasi di registrazione e coinvolgono
40
Il settore dei servizi gode di una certa autonomia di movimento attraverso l’economia
globale dal momento che chi li eroga ha la possibilità di muoversi pressoché liberamente
nel mondo; infatti, nonostante la maggior parte delle registrazioni master sia prodotta in
poche aree concentrate in Nord America, Europa Occidentale e Giappone, molte etichette
erogati, sono distribuiti nel mondo, anche nei paesi in via di sviluppo, per la facilità di
Come anticipato, le forme che la supply chain può assumere nel settore della discografia
possono essere molto eterogenee poiché è complesso il prodotto oggetto di questi processi
primi posso essere suddivisi a loro volta tra staff creativo e staff tecnico. Come suggerito
dal nome stesso, i primi hanno incidenza sugli aspetti creativi della produzione musicale,
relazione alla grandezza dell’organizzazione considerata: nella sua forma più semplice,
Staff creativo
A questa categoria appartengono pochi addetti ai lavori dal valore inestimabile qualunque
41
un’etichetta e può costituire per questa un grosso costo da supportare, soprattutto in
di musica: è la loro volontà espressiva che si manifesta nella creazione dei brani
nelle realtà discografiche più piccole o comunque indipendenti, mentre quelle più
prodotto innovativo e alternativo rispetto a quelli che sono gli standard di mercato.
Gli ingegneri del suono, invece, prestano la propria creatività nell’affinamento del
42
anche in questo caso, l’impiego di tecniche creative e all’avanguardia (senza
entrare troppo nel merito della tecnica) possono fare la differenza in maniera
Staff tecnico
Si tratta del personale responsabile della gestione della società discografica, ovvero le
funzioni aziendali comuni alla maggior parte delle imprese, seppur comprensivo di alcune
funzioni specifiche per il settore che, pertanto, richiedono non solo una conoscenza
specifica della loro attività ma anche delle dinamiche, delle tendenze e degli sviluppi che
In relazione alle dimensioni dell’etichetta, i ruoli e le mansioni del personale posso essere
molte e molto eterogenee, possono essere svolte da pochi membri dello staff o addirittura
leadership per guidare l’artista nei momenti più complicati e stressanti; essendo
quello dell’artista un lavoro nel quale la produzione dipende molto dalle sue
ambiente ottimale che stimoli tale produzione artistica. Si tratta di una figura le
cui mansioni dipendono molto dal grado di notorietà dell’artista e del giro d’affari
43
• A&R manager – la divisione Artist & Repertoire, svolge una funzione
fondamentale (ancora più di rilievo nelle grandi etichette o in quelle già ben
funzione, è richiesta una profonda conoscenza del settore e non solo per provare
propria creatività per trasmettere il valore dei prodotti musicali al pubblico e per
questo si tratta di una categoria boarderline tra i due tipi di staff: infatti,
stampa, alla critica e alle istituzioni con cui dovesse eventualmente entrare in
coerente nei suoi punti e con gli obiettivi dell’etichetta e il loro lavoro termina con
44
la produzione di incontri promozionali (in collaborazione con il management e le
agenzie di booking) con media (radio, TV, giornali) ma anche con il pubblico: ad
esempio il cosiddetto firmacopie, l’evento in cui l’artista si dedica alla firma delle
• R&D manager – una funzione della quale nessuna impresa oramai può più fare
fasi finali della catena del valore, questa assume un ruolo ancora più determinante.
publishing). L’editore svolte funzioni molto varie: in primo luogo si assicura che
telematiche, intrattenendo relazioni con gli operatori del settore, oltre che con gli
produzione esecutiva che costituisce il principale finanziatore, cura tutti gli aspetti
45
case di produzione, e spazi di esecuzione; possono essere specializzate in un
determinato genere musicale o lavorare con artisti in base alla loro notorietà.
loro opere. Ogni Stato, in base alla normativa che lo regola e agli accordi
gli autori e gli editori: in Italia queste funzioni sono state svolte fino al 2016
degli Autori ed Editori), a differenza degli altri paesi europei, ad esempio, dove il
mercato è regolato dalla libera concorrenza. Fondata nel 1882 a Milano con il
nome di SIA (Società Italiana Autori), divenne, con una legge del 2008, un ente
Consiglio dei ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo.
suscitando numerose critiche a riguardo. Secondo gli studi del 2010 condotti
dal centro di ricerca “Istituto Bruno Leoni”, il monopolio avrebbe generato ben
13,5 milioni di euro di perdite l’anno, paragonato ad altri Stati europei in cui il
imposti agli iscritti più alti rispetto a quelli della media europea. Anche la
46
concorrenziale. Lo scenario subì delle modifiche quando l’UE approvò, nel
Barnier che la promosse), che stabiliva che i creativi avrebbero potuto affidare
da parte del Senato nel 2016 ha decretato la fine del monopolio legale della
SIAE e nello stesso anno, numerosi artisti contrari all’operato di questa società,
(in Italia vige ancora il divieto di costituire questo tipo di società), più volte
elogiata dagli artisti per la propria gestione, ritenuta molto più trasparente. Lo
scandalo più eclatante, venuto fuori nel giugno del 2018, collegherebbe proprio
questa società alla SIAE; infatti quest’ultima avrebbe investito ben 400.000€
per indagare segretamente sulla gestione di Soundreef, portando alla luce delle
immagine. Molti artisti danno vita a delle partnership con aziende produttrici,
47
Merchandisers’ Association, la vendita di merchandise collegato al mondo della
musica avrebbe raggiunto, nel 2016, il valore di 3,1 miliardi di dollari (circa il
16% dell’intera industria musicale) con un tasso di crescita del 10% rispetto
dai piccoli negozi specializzati alle grandi catene di distribuzione di hi-tech. Come
vinile che però occupa solo una nicchia del mercato, lo streaming è diventato il
è Spotify, con un numero di utenti abbonati pari a 110 milioni, ma sulla scia di
questa, sono nate numerose altre piattaforme concorrenti che condividono con
direttrici: in primo luogo, per gli artisti, disponibili in base all’acquisto da parte
dell’utilizzo, aumenta così la qualità del servizio offerto. Ciò che accomuna tutte
48
cui gli utenti possono provare l’applicazione, per poi essere invitati a sottoscrivere
con una riduzione delle funzionalità e con la presenza di pubblicità (non presente
iscrizione al servizio premium e con gli spazi pubblicitari venduti nelle versioni
gratuite. Uno dei possibili motivi di successo dello streaming è anche il prezzo.
Infatti, in media, l’abbonamento a una piattaforma costa 9,90€ al mese (arriva fino
a 19,90€ per quelle che offrono la possibilità di ascoltare file in qualità FLAAC,
raggiunto nel 2018 un volume di 7,5 miliardi di dollari (Grand View Research,
questi ultimi. Con supporti audio fisici ci si riferisce a quella categoria di strumenti
49
monitor. Il valore di questo settore ha raggiunto ad inizio 2019 la cifra di 3,7
del 4,7%, raggiunga un valore di 4,88 miliardi di dollari nel 2024 (Analytical
audio digitali, definiti in gergo DAW (Digital Audio Workstation), dei software
etichette indipendenti. Al 2017 il volume in ricavi del settore delle DAW è stato
di 2,12 miliardi di dollari, con una crescita attesa che dovrebbe portare questo
valore a 6,26 miliardi nel 2022 (Technavio, “Global Music Production Software
Market 2018-2022”).
sono incaricate del miglioramento delle leggi sul diritto d’autore, del
sugli sviluppi del mercato, evidenziando i trend che hanno caratterizzato l’anno.
50
e, parallelamente e in collaborazione con questa, ci sono numerose altre
Musicale Italiana che, monitorando le vendite sul suolo italiano, è anche incaricata
che questi costruiscono nel settore, assumendo una prospettiva strategica. Lo strumento
di analisi principale della competitività di un settore, uno dei più usati dalle aziende e
nella letteratura economica, è il modello delle 5 forze di Porter (che prende il nome da
Michael E. Porter che lo creò nel 1979). Il modello, a differenza di molti altri con
analoghe finalità che si incentrano sulla singola azienda oggetto di analisi (come il
modello SWOT) o sulla semplice rivalità tra aziende, assume una prospettiva più ampia,
ma anche quelle che caratterizzano la filiera produttiva a valle e a monte, i rischi derivanti
dall’ingresso di nuovi players o dallo spiazzamento dovuto dai prodotti sostituti. Nel
tempo sono state apportate al modello alcune importanti modifiche come l’aggiunta da
parte della School of Management di Yale, alla fine degli anni ’90, della sesta forza,
e locale, che come è possibile immaginare avrebbero un impatto rilevante sul mercato;
nonostante tutto Porter stesso confutò le asserzioni delle altre forze riferendosi ad
forze stesse.
51
Considerato che nel business della musica l’apporto dei beni complementari è poco
rilevante (perché genera effetti solo a monte e a valle della filiera) e le regolamentazioni
dei governi intaccano il settore limitatamente alla gestione del diritto d’autore che, come
modello delle 5 forze di riferimento è quello originale, come riportato nel seguente
grafico:
all’interno del mercato stesso. Se avere una chiara idea di chi siano competitors diretti è
differenziare un’azienda sul mercato, l’attenta analisi delle strategie adoperate da questi
(seppur l’imitazione resti comunque una delle strategie perseguibili, nei limiti legali
previsti per la fattispecie di confusione nella concorrenza sleale). Alcuni dei fattori di
52
l’innovazione, i tassi di concentrazione del mercato (calcolabili ad esempio con il market
A monte ci sono i fornitori, ossia tutte quelle imprese che forniscono ad un’azienda input
di varia natura, dalle materie prime all’esperienza lavorativa del capitale umano, e che
pertanto ricoprono un ruolo fondamentale per la sua attività. Questo tipo di relazione è
caratterizzata per natura dagli equilibri del potere contrattuale reciproco che, in base al
business o alla struttura delle aziende, può essere a favore del fornitore o dell’acquirente.
L’equilibrio può dipendere da fattori come il grado di differenziazione degli input forniti,
A valle, invece, si trovano gli acquirenti le quali relazioni, anche in questo caso, sono
operi (B2B – vendita ad altre imprese o B2C – vendita al consumatore finale). Il potere
contrattuale risente in questo caso da fattori quali il grado di dipendenza dai canali
distributivi, gli switching cost dei compratori (quelli da sopportare nel caso in cui si
volesse consumare un prodotto differente, di cui il prezzo è solo una delle variabili),
Le relazioni orizzontali descritte dal modello, invece, riguardano il rischio derivato dai
prodotti sostituti e la minaccia di ingresso nel mercato di nuove imprese. Con prodotti
sostituti si intendono quei prodotti che sfruttano una diversa tecnologia ma che soddisfano
sottrarre quote di mercato alle imprese operanti nello spazio economico di riferimento. In
questo caso i vantaggi competitivi mantenuti da queste ultime imprese sono minacciati
dai bassi switching costs per il passaggio a prodotti sostituti, da migliori rapporti
53
qualità/prezzo, dalla percezione del loro grado di differenziazione e dalla loro
mercato a quelle già operanti nel settore. Le variabili incidenti in questo caso sono il grado
di concentrazione del mercato (le percentuali di market share), il brand equity, le alte
Nonostante la sua diffusa applicazione, il modello delle 5 forze non è stato esente da
• Competitors, acquirenti e fornitori non sono collegati tra loro e non colludono;
all’ingresso.
View che, al contrario del primo, costituisce uno strumento di analisi interna finalizzato
54
2. Verificare che tali risorse soddisfino il cosiddetto criterio VRIN:
player
tra gli stakeholder che lo popolano. Per analizzare l’applicazione dei modelli, conviene,
Economy of the Music Industry” del 2004, dividere le realtà discografiche in tre
categorie:
• Etichette major
• Etichette indipendenti
• Micro-etichette
tendenza all’acquisizione da parte delle major delle etichette indipendenti che tipicamente
55
riconoscibilità presso il pubblico ma che prima o poi, quasi inevitabilmente, sono
che, con il tempo, i capitali finanziari convergono nelle mani di pochi player e questo,
nell’attuale economia globale, indica il controllo del mercato stesso. Per questo motivo il
caso delle major, fenomeno di convergenza del settore, sarà quello più approfonditamente
analizzato.
Etichette major
mercato è fortemente concentrato dal momento che le tre etichette principali si dividono
di entrata di nuovi competitors diretti è molto basso. Allo stesso modo, il rischio di
56
spiazzamento dovuto a prodotti sostituti è da considerarsi basso dal momento che l’alto
finanziari e di una grossa rete di conoscenze, permette loro di elaborare prontamente delle
fornitori delle major sono gli artisti non collegati ad altre etichette o addirittura intere
etichette, dal momento che i costi da sostenere per la rescissione del contratto di un artista
potrebbero essere più alti di quelli necessari all’acquisto dell’etichetta intera. Anche in
questo caso il potere contrattuale delle major è a loro favorevole, dato che possono
permettersi di offrire ingaggi molto elevati e curare gli aspetti distributivi grazie alla fitta
un’etichetta era la prassi e nella maggior parte dei casi lo è tutt’ora, ma la rivoluzione
unito alle più tradizionali esigenze di non sottoporre la propria offerta artistica al veto
Il passaggio caratterizzato dal maggior grado di incertezza è quello a valle, costituito dalla
qualsiasi canale selezionato per il contatto con la musica) possono essere controllati
affinché non generino squilibri rilevanti nel medio-lungo periodo (si veda il caso della
poi nel fenomeno dello streaming), i secondi rimangono sempre un’incognita, in quanto
il gusto degli ascoltatori non può essere previsto; tuttavia anche in questo caso, però, i
comunque considerato che, come in ogni settore, il potere del brand costituisce un
57
elemento molto influente, una garanzia per il consumatore costantemente alimentata dagli
ingenti investimenti in comunicazione adoperati grazie alla solidità finanziaria sulla quale
In base a questa analisi è possibile affermare che la posizione competitiva tenuta dalle
major nel mercato discografico sia molto solida e poco sensibile alle minacce o ai rischi;
aumentano il potere contrattuale, la presenza capillare sul territorio mondiale, sia diretta
che tramite etichette controllate, che si trasforma in una fitta rete di collaboratori e
Etichette indipendenti
58
Lo scenario cambia radicalmente assumendo la prospettiva di un’etichetta indipendente.
Queste infatti sono molto più numerose in quantità ma contribuiscono ai ricavi di settore
solo per il 28,5% insieme agli artisti, indicando un’elevata rivalità competitiva tra i
tecniche (p 2.3), è naturalmente più debole rispetto a quelle delle major e dipende molto
crescita, e anche in questo caso il livello di competizione è molto elevato, dal momento
che un artista può “fornire” le proprie prestazioni solo ad un’etichetta per volta. A valle,
alla diffusione di internet e alla nascita di programmi digitali che svolgono la funzione di
dell’etichetta: ad una proposta di valore percepita come unica ed inimitabile (grazie anche
(da intendere in questo caso come nuovi generi o proposte artistiche radicalmente
59
Micro-etichette
propria musica ad un pubblico. Questo scenario si presenta come il più competitivo non
solo perché caratterizzato da più giocatori ma anche perché le relazioni verticali sono
molto difficili da stringere in maniera favorevole per gli artisti, i rischi connessi
all’ingresso di nuovi artisti sono molto elevati e i prodotti sostituti, di fatto, sono già quelli
di un’etichetta, ma la sua riuscita commerciale dipende (oltre che dalla qualità artistica
del prodotto) da numerose esternalità di difficile quantificazione. Tuttavia quasi tutti gli
artisti sono destinati a firmare con un’etichetta (indipendente o meno) per ottenere
60
2.5 Risorse distintive: la comunicazione
soggettiva apprezzabilità, l’analisi del modello delle 5 forze e del RBV evidenzia come
uno dei cardini della competitività delle imprese/artisti operanti nel settore sia la
numerosità degli attori coinvolti nella filiera del settore, tanto in quelle esterne, dove si
schema riportato di seguito, elaborato dal Prof. Andrew Leyshon in relazione alla
Creatività
Riproduzione
Distribuzione
Consumo
Fonte”Reformatted: Code, Networks and the trasformation of the Music Industry”, Andrew Leyshon, 2014
Come è possibile notare i collegamenti interni all’industria sono numerosi (indicati dalle
freccette) e di molteplice natura (le quattro aree) ed è chiaro come costruire delle solide
61
relazioni basate sulla fiducia reciproca e improntate alla collaborazione possa permettere
maggiori opportunità di business sono solo alcuni dei benefici derivanti dal network.
dell’apporto di maggior valore aggiunto nel settore, dove la collaborazione tra gli attori,
di fatto, permette una fluida trasmissione delle informazioni, in particolare quelle definite
“codificate”, il know how più puro che può essere trasmesso solo attraverso
L’importanza della comunicazione tra gli agenti del settore e il loro scambio di
informazioni codificate spiega il perché della formazione, nel corso della storia della
musica, di veri e propri cluster musicali: la Vienna di Mozart agli inizi dell’800, la Londra
rock degli anni ’60 o Atlanta che attualmente domina la scena rap sono solo alcuni degli
esempi più importanti. Le cause economiche e sociali che hanno permesso la nascita dei
cluster musicali sono state sempre differenti nel corso del tempo ma, assumendo una
prospettiva più ampia, è possibile spiegare come il fenomeno delle economie di scala
esterne, quelle di agglomerazione, che rispecchiano le più recenti esperienze, siano una
62
sopravvivenze per le piccole e medie imprese, il vero e proprio antidoto alla crisi
dell’economia post-fordista. In linea generale e nella sua forma più semplice, la genesi di
numerose altre realtà con le quali la prima è legata attraverso delle relazioni di mercato
alla vicinanza fisica delle aziende) ma nel medio-lungo periodo, lo scambio di know how
e di risorse, genera una crescita simultanea di tutti gli attori coinvolti nel cluster. La storia
economica degli ultimi 50 anni è piena di esempi di cluster (il più rilevante è sicuramente
e culturali i benefici di crescita e sviluppo ottenuti sono ancora più importanti perché
possono riguardare anche intere regioni; si tratta dell’effetto spillover che consiste nella
diffusione dei benefici ottenuti dai cluster alle aree più periferiche e non direttamente
operanti nel settore, seguendo la logica del trickle down. È così che nell’industria
musicale, l’apertura di una singola etichetta in una determinata area conduce al complesso
rivolta al pubblico sia così rilevante. Ancora una volta, i dati IFPI del 2017 indicano
investimenti in marketing da parte delle etichette per un valore di 5,8 miliardi di dollari
(il 30,37% dei ricavi totali di settore), con una crescita del 28,89% rispetto al 2015.
63
È interessante notare come la disciplina abbia seguito delle linee evolutive di grossa entità
Nonostante ciò, alla base delle attività di marketing si sono sempre riscontrate due
rispetto a quello della concorrenza. Queste linee direttrici hanno condotto nel tempo
1. Marketing transazionale
1. Marketing transazionale
l’unico vero approccio fino agli anni ’80, è basato sul principio di mercato, ovvero
l’incontro tra la domanda e l’offerta che prende luogo con la transazione da costruire e
monitorare attraverso l’utilizzo del cosiddetto marketing mix, le 4P, che rappresentano
64
• Promozione – comprende le attività di analisi dell’ambiente esterno all’impresa
• Prezzo – si tratta delle delicate attività di selezione del prezzo del prodotto,
rilevanti sia per l’immagine che il prodotto ricoprirà al momento del suo lancio
Anche in questo caso la scelta di questa leva del mix deve essere coerente con la
l’impresa che la applica è capace di produrre a costi più bassi rispetto a quelli dei
competitors, prevede un prezzo del prodotto finale inferiore a quello della media,
dipende di più dalle altre ed è richiesta una grande coerenza tra le altre variabili
Questo approccio così schematico alla disciplina potrebbe risultare ormai obsoleto per un
mercato come quello della musica, ma costituisce comunque uno strumento di analisi
preliminare da utilizzare, in coerenza con gli obiettivi strategici, in combinazione con gli
altri approcci.
65
2. Marketing basato sulla relazione
basato sulla transazione perché, proprio a differenza di questo, il focus è posto sulla
relazione tra l’impresa e il cliente, la sua soddisfazione e la sua lealtà. Lo scopo è quello
di costruire una solida e duratura relazione con il consumatore finale che sia in grado non
confronti di un artista/etichetta.
66
Secondo un modello presentato nel 2008 dal Prof. Clinton Lanier dell’Università di St.
seguenti:
fornire una chiara idea dei temi, degli obiettivi e degli ideali risulta fondamentale
propria esperienza.
tra le reti, i media e gli utenti; in questo modo non solo si consoliderà la memoria
partecipazione e l’interazione.
per il consumatore.
Costituisce l’approccio più recente e per la propria natura, non esiste una metodologia o
logica alla base dell’approccio è quella di riuscire ad ottenere risultati migliori rispetto a
67
quelli delle campagne tradizionali dei competitors, tipicamente utilizzando un budget più
ristretto e per raggiungere questo obiettivo sono richiesti un elevato livello di flessibilità
marketing (come ad esempio l’utilizzo dei meme del viral marketing o il real time
recente esperienza dell’artista Moby, che ha deciso di pubblicare il suo ultimo album
attraverso l’app digitale “Calm”. L’applicazione offre ai propri utenti dei programmi
diffusione del suo ultimo album attraverso Calm in anteprima mondiale, con
secondo luogo perché ha di fatto distribuito la sua musica su una piattaforma che con
68
3. Analisi empirica: musica, tecnologia, comunicazione e media
altre variabili è necessario ricorrere a degli strumenti statistici e, tra questi, quello che
Dove:
spiega quanto una variazione unitaria di questa variabile influisca sulla variabile
dipendente y
variabile dipendente y
Nel caso specifico sarebbe interessante verificare come i tre aspetti più rilevanti incontrati
nel corso delle analisi di settore, ovvero la tecnologia, la comunicazione e gli altri media,
producano effetti sul consumo di musica. Per costruire il modello è stato necessario
69
nello specifico) di una survey costruita utilizzando la piattaforma opensource di Google.
• Età?
Suddividendo le risposte in tre classi di valori, 0-17, 18-35, >35, l’intento è quello di
segmento relativo all’età 0-18, dimostrando inutile un’analisi basata sulle differente
riscontrate nella classificazione del campione per età quanto piuttosto incentrata sul
• Sesso?
Poco rilevante ai fini della ricerca, offre comunque uno strumento di profilazione, utile
hanno evidenziato la prevalenza del sesso maschile nella risposta al questionario (58%).
70
Elaborazione propria, Consumo di musica, Google Survey
È stato chiesto di indentificarsi in una delle due categorie, da intendere in questo modo:
ascoltatore attivo è colui che partecipa con interesse ad eventi musicali, si informa circa
tutte le novità del panorama o suona uno strumento, al contrario degli ascoltatori passivi.
In sintesi, l’ascoltatore attivo è colui che raggiunge il prodotto musicale di sua sponte,
mentre il passivo fa in modo che sia la musica a raggiungerlo. Anche in questo caso è
71
variabile dipendente del modello y, quella di cui si vuole analizzare l’andamento e
l’indagine ha riportato una media di ore di musica ascoltata al giorno pari a 2,44.
tecnologia impiegato nell’ascolto di musica. Poiché non si tratta di una variabile numerica
72
• Come sei entrato in contatto con gli ultimi dieci brani che ti sono piaciuti?
brano ha acquisito in relazione agli spazi e alle modalità con cui il campione vi è entrato
indipendente x2.
In questo caso, sono state fornite delle risposte standard ma è stata data anche la
campione ai media. Nello specifico ci si trova in presenza di una variabile dummy, ovvero
una variabile che può assumere solo valore 1 (rispetta una particolare caratteristica –
73
Elaborazione propria, Consumo di musica, Google Survey
che di conseguenza potrebbe non rispecchiarla a pieno e che dipende dal numero, dalla
qualità e dall’interpretazione dei dati raccolti; in questo caso agli indicatori individuati è
stato assegnato un valore arbitrario, senza tener conto di una base numerica
universalmente valida che potesse spiegare la differenza tra i valori attribuiti alle variabili.
una fedele rappresentazione della realtà, pur costituendo una approssimazione utile
74
Nella sua versione lineare, il modello può essere espresso (approssimando alla quarta
Come è possibile riscontrare, ciascuna delle variabili influisce positivamente sul consumo
di musica perché tutti i coefficienti delle variabili X sono positivi. Nello specifico, un
con un ranking più alto tra quelli riportati) genera un aumento del consumo di musica pari
metodo di comunicazione ad un altro con ranking più alto) produce un aumento pari a
giorno.
individuati, gli ascoltatori attivi e gli ascoltatori passivi. Nel caso dei primi, il modello
primo tra tutti l’intercetta, che in assenza di intervento delle variabili indipendenti
(quando le X sono uguali a 0) assume un valore pari a poco più del doppio che nel caso
75
precedente. Sicuramente il dato più interessante è la dipendenza negativa (pari a -0,1366)
dai supporti tecnologici, in contraddizione con il caso standard, che potrebbe essere
spiegato con dei fenomeni come il fandom e quindi con il collezionismo di musica su
supporti fisici o la recente tendenza al revival dei vinili. Un ascoltatore attivo, quindi,
risulta in media meno influenzato dalla tecnologia del supporto impiegato per l’ascolto di
musica.
Per quanto riguarda invece gli ascoltatori inattivi, i risultati ottenuti sono i seguenti:
Tutti i coefficienti hanno un effetto meno significativo sul consumo di musica giornaliero
76
4. Il settore della discografia: considerazioni sulla gestione di successo
di un’impresa musicale
Alla luce dei risultati ottenuti e delle analisi svolte è possibile affermare che, come del
resto in ogni settore economico, non esista una formula universalmente valida per il
successo di un’impresa, nonostante ci siano sicuramente alcuni aspetti rilevanti dai quali
vantaggio sul mercato. Primo tra tutti, la componente distintiva per eccellenza di
possibile creare un prodotto che abbia successo in un mercato così concentrato e così
Il successo di una produzione, nel lungo periodo, sicuramente si può ottenere coniugando
nicchia; per comprendere le modalità con cui questo processo può avere luogo è utile
paragonare quest’industria e i suoi prodotti con il settore tecnologico, con cui condivide
corrisponde al tipo technology push, come avviene per i settori della tecnologia ad alto
prodotti, definiti demand (o market) pull; Henry Ford a proposito diceva: “se avessi
rappresentato dalla “Law Diffusion of Innovation” (sviluppata da E.M. Rogers nel 1962,
77
Fonte: Innovation Theory, E. M. Rogers
seguenti fasi:
• Il punto di partenza sono gli innovatori, circa il 2,5% della popolazione, coloro
che prendono parte al processo creativo e che pertanto sono i primi a sperimentare
l’impiego dell’innovazione;
• Ci sono poi gli early adopters, circa il 13,5% della popolazione, ovvero i primi
makers e per questo vengono definiti anche “lighthouse customers” (clienti faro),
perché il loro feedback si dimostra fondamentale non solo per l’impresa, che così
78
• Il momento più critico di questo processo viene definito “Crossing the Chasm”
early adopters) ed inizia ad essere diffusa in massa sul mercato per opera di quegli
utenti definiti early majority, circa il 34% degli individui. Si tratta di un passaggio
della maggioranza, quei soggetti definiti late majority (un altro 34% di individui).
• Infine, l’ultima fase del ciclo di vita, coinvolge quei soggetti restii al
Il processo appena descritto può essere assimilato al ciclo di vita di un nuovo genere
parte degli utenti (in questo caso gli artisti), divenendo un fenomeno mainstream
proprio poco prima di cadere in disuso; e il modo in cui questo avviene è ancora una
79
Performance
della
tecnologia
Tempo
Fonte: Innovation Theory, E. M. Rogers
Quando una tecnologia si afferma sul mercato, le imprese investono affinché le sue
raggiungimento del limite naturale della tecnologia stessa che così non può essere più
sfruttata. Solo un’innovazione radicale, ovvero una nuova tecnologia, sarà capace di
tipo di musica capace di ottenere una presa rilevante sul mercato, le etichette
alle derivazioni musicali più disparate, finché il mercato non ne sarà saturo; a questo
punto sarà inventato un nuovo genere (cambiamento radicale) che darà nuovamente vita
A tal proposito è utile ricordare, inoltre, l’immortalità del pop, comunemente inteso come
un genere piuttosto che come una condizione d’essere di un genere (allo stesso modo
dell’indie) che presiede il picco della curva della “adoption theory” e che è disposto ad
assumere l’una o l’altra sonorità in virtù dei risultati economici che questo può generare
(infatti il pop degli anni ’70 e quello di oggi hanno stili completamente diversi). Se i
80
direttamente all’influenza che le major generano sul mercato, è altresì utile ricordare che
sono proprio questi player, tipicamente descritti come delle “macchine da soldi”, a tentare
spiegata attraverso la matrice costruita negli anni ’70 dalla BCG, riportata di seguito:
Esistono, in relazione alla quota di mercato posseduta e del tasso di crescita, quattro tipi
di prodotto:
• Dog, a bassa crescita e diffusione; per esempio può essere il caso di un genere
musicale che non ha presa sul mercato e sul quale non vale la pena investire.
• Star, ad alta crescita ed alta quota di mercato; comprende quei generi che nel
loro ciclo di vita hanno appena coinvolto la early majority e sui quali conviene
81
cow). Questo passaggio di investimento in un genere (da intendere come la
• Cash cow, a bassa crescita ma alta quota di mercato; comprende quei generi
pop che coinvolgono la late majority e che di sicuro consentono elevati ritorni
economici ma sui quali investire potrebbe risultare superfluo a causa del loro
La risposta consiste nella capacità di comunicare valore, soprattutto nelle fasi iniziali del
ciclo di vita del prodotto/genere musicale. Una delle teorie di comunicazione con maggior
applicazione nelle industrie creative è il “Golden Circle” del saggista statunitense Simon
suo “perché”.
La circonferenza più esterna del grafico rappresenta la totalità del mercato: tutte le
imprese, al 100%, sanno che cosa producono. Di queste una più piccola parte riesce ad
82
ottenere un vantaggio competitivo perché non solo sa svolgere la propria attività ma sa
anche come farlo in maniera migliore degli altri (possiede delle risorse uniche ad
esempio). Tra queste, infine, un’ancora più piccola parte, conosce a fondo il perché della
propria attività. Secondo Sinek, l’errore più grande delle imprese e la causa principale del
fallimento delle loro iniziative consiste proprio nel modo errato di comunicare, ovvero
determinato dal processo inverso (lo stesso saggista propone l’esempio di mercato più
evidente, quello della Apple). La scoperta più rilevante, però, è quella che ciascuna
sezione del “cerchio d’oro” corrisponda al cervello umano, suddiviso anch’esso in tre
mentre la sezione interna, il cervello limbico, sarebbe quella responsabile delle emozioni
comunicativo partendo dalla spiegazione delle intenzioni, della mission e della vision,
facendo in modo che queste siano condivise emotivamente dai clienti e di cui il prodotto
finale ne costituisca soltanto la prova tangibile. Sempre secondo Sinek, questo è quello
pionieri del prodotto stesso, condividendo gli ideali e gli obiettivi di chi li produce; si
Per le ragioni appena esposte, è impossibile prevedere quale sarà il futuro della musica,
perché il gusto delle persone è mutevole in relazione a troppe variabili; qualsiasi soggetto
potrebbe essere in grado di creare un nuovo genere molto più efficace che nel giro di poco
tempo potrebbe imporsi nel panorama mondiale della musica, proprio come succede con
83
È quindi rilevante saper osare, investendo ogni risorsa possibile la sperimentazione e
valori alla base del proprio lavoro; seguire i trend di mercato, anche quelli più recenti,
può consentire al prodotto di presiedere, al più, la sezione di mercato relativa agli early
adopters.
84
SITOGRAFIA
STORIA
http://www.paomag.net/sociologiamusica/tesi1/1_2.htm
http://xoomer.virgilio.it/geogr/economia/industria_cinematografica.htm
TREND
https://www.coca-colaitalia.it/storie/i-trend-nel-settore-discografico-tra-musica-liquida-e-ritorno-al-
vinile
https://www.rockol.it/news-689838/global-music-report-2018-il-mercato-discografico-globale-
cresce-8-1and
https://www.fimi.it/mercato-musicale/dati-di-mercato/mercato-discografico-globale-cresce-del-9-
7.kl
MUSICA OGGI
http://www.pianomirroring.it/portfolios/la-musica-oggi/
NAPSTER
https://www.wired.it/play/musica/2014/06/03/la-storia-di-napster/
FANDOM
https://www.theodysseyonline.com/fandom-most-successful-industry-world
COMPOSIZIONE MERCATO
https://www.tafterjournal.it/2012/08/31/filiera-dellindustria-musicale-e-nuovi-modelli-di-business-
in-italia/
MUSIC INDUSTRY
https://en.wikipedia.org/wiki/Music_industry#cite_note-IBISWorld_report_51221-45
MERCHANDISE
https://www.rollingstone.com/music/music-features/inside-musics-merch-gold-rush-199554/
https://www.forbes.com/sites/hughmcintyre/2017/04/17/the-new-role-merchandise-plays-when-
creating-a-musicians-brand/
SHARE STREAMING
https://www.fastcompany.com/3061256/youtube-music-copyright-royalties-war
SHARE M&E
https://investmentbank.com/media-and-entertainment-industry-overview/
STAFF
https://www.exitwell.com/piccola-guida-allindustria-discografica/
SCANDALO SIAE
http://espresso.repubblica.it/inchieste/2018/06/22/news/cosi-gli-ex-007-dei-servizi-israeliani-hanno-
indagato-su-rovazzi-e-fedez-1.324086
85
FORNITORI DI STRUMENTI AUDIO
https://www.grandviewresearch.com/industry-analysis/musical-instruments-market
https://www.wirerealm.com/guides/best-music-production-software-daw
https://www.audioxpress.com/news/global-music-production-software-market-to-triple-in-value-in-
the-next-five-years
https://www.reuters.com/brandfeatures/venture-capital/article?id=87159
INVESTIMENTI MKTG
https://www.digitalmusicnews.com/2019/05/22/ifpi-ar-marketing-investment/
GOLDEN CIRCLE
https://www.youtube.com/watch?v=qp0HIF3SfI4
https://blog.hubspot.com/customers/3-takeaways-from-start-with-why
BIBLIOGRAFIA
MODELLI DI RIFERIMENTO
“Unbundling the Supply Chain for the International Music Industry”, Stanislas Renard, 2010,
Southern New Hampshire University
ELEMENTI DI MARKETING
“Marketing delle arti e della cultura”, Fracois Colbert, Rizzoli, 2009
86