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Prefazione
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Moog e Buchla
System 400
! Electronic Music Studios
Piper
Groove
Sequencer
! Ambienti digitali
Max
! Conclusioni circa la prima parte
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Strumenti di controllo
Spazializzazione quadrifonica
Interfacce di connessione
Conclusioni
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envelope shaping
change of pitch
reverberation
il bisogno di un controllo diretto e immediato dei parametri musicali: gli strumenti sarebbero
dovuti essere utilizzabili in tempo reale. Questo per eliminare il processo: imposta la
frequenza, avvia la registrazione, stop, misura il nastro, taglia, crea una giuntura, ecc..
l' utilizzo di circuiterie con transistor e di componenti di alta qualit per minimizzare
le attivit di manutenzione
garantire la portabilit di questi strumenti, in modo che potessero essere utilizzati in casa,
nei centri di ricerca musicale o in esibizioni esterne
un costo contenuto, coerentemente con l' esigenza di mantenere la massima qualit nei
componenti e nel processo di realizzazione. Gli alimentatori di corrente e le scatole
utilizzate per ospitare i moduli avrebbero dovuto essere facilmente reperibili e l' approccio
alla costruzione avrebbe dovuto essere modulare, per garantire una facile ed economica
riconfigurazione ed espandibilit del sistema.
Allo stesso modo Buchla aveva chiara l importanza del controllo in tensione. Il motivo di base era
che senza il controllo in voltaggio non era possibile cambiare istantaneamente la posizione di una
manopola. In una recente intervista Buchla ricorda a questo proposito il laboratorio dell' universit
di Princeton, dove erano posizionate svariate bobine di nastro con registrate singole note, eseguite
da oscillatori sinusoidali.
I musicisti che avessero avuto per esempio bisogno di un fa diesis, avrebbero preso il nastro
corrispondente, per poi misurare e tagliarne una porzione in base alla durata necessaria della nota!
[2]
Buchla Music Box (generalmente conosciuto come Buchla System 100)
I l pr i mo si st ema modul ar e
realizzato da Buchla per il San
Francisco Tape Music Center, nel
1963, cont ava 25 modul i e
conteneva sostanzialmente gran
parte degli strumenti hardware per
la generazione e l' elaborazione del
suono che sarebbero stati impiegati
negli anni seguenti nei sistemi
modulari.
Module Number
Description
M.101
wooden case for 25
modules
M.106
six channel mixer
M.107
voltage-controlled mixer
M.110
Dual Voltage-controlled
Gates
M.111
Dual Ring Modulator
M.112
12 touch-controlled voltage
sources (capacitive
keyboard)
M.114
10 touch-controlled voltage
sources (capacitive
keyboard)
M.115
power supply
M.123
Sequential Voltage Source
(8-step sequencer)
M.124
patchboard
M.130
Dual Envelop Generator
M.132
wave-form synthesizer
M.140
timing pulse generators
M.144
Dual Square-wave
Generator
M.146
Sequential Voltage Source
(sequencer, 16 step X 3
layer)
M.148
Harmonic Generator
M.150
Frequency Counter
M.156
Dual Control Voltage
Counter
M.158
Dual Sine / Sawtooth
Oscillators (VCOs)
M.160
White Noise Generator
Il Buchla Music Box venne utilizzato per la prima volta nella composizione "Silver Apples Of the
Moon" da Morton Subotnick, nel 1966. Le parti musicali furono registrate su due Revox e senza
utilizzare considerevoli operazioni di overdubbing. Il brano ebbe un notevole successo, scalando e
raggiungendo la vetta della classifica di musica classica del periodo.
BUCHLA MODEL 400 MUSIC BOX
In seguito al System 100, Buchla realizz altri sistemi analogici, per poi orientarsi verso lo sviluppo
di sistemi ibridi. Citiamo fra questi ultimi il Model 400 Music Box, messo in vendita nel 1982, ed
erede delle ricerche condotte col modello "Touch".
La programmazione di oscillatori digitali, filtri analogici, ed il collegamento delle varie sorgenti di
modulazione alle destinazioni desiderate, era realizzato attraverso un processore digitale
computerizzato, senza l' utilizzo di cavi esterni. Il sistema era caratterizzato da una polifonia a sei
voci e tra i metodi di sintesi disponibili era possibile la modulazione in frequenza e un algoritmo di
interpolazione timbrica.
M.165
Dual Random Voltage
Source or Source Of
Uncertainty
M.170
Dual Microphone
Amplifier
M.171
Dual Instrument Pre-
amplifier
M.175
Dual Equalizer / Line
Driver
M.180
Dual Attack Generator
M.185
Frequency Shifter
M.190
Dual Reverberator
M.191
sharp cut-off filter
M.192
dual low pass filter
M.194
bandpass filter
M.195
octave formant filter
M.196
phase shifter
Buchla Model 400
La tastiera era sensibile al tocco e realizzata con piastre di metallo (secondo la tradizione degli
strumenti Buchla); ogni tasto era intonabile individualmente.
Era inoltre disponibile un joystick e una grande quantit di ingressi e uscite cv e gate per l'
interconnessione con altri sistemi modulari.
La programmazione era realizzata collegando un monitor per accedere alle funzioni di editing
grafico e di sequencing. Il linguaggio di programmazione usato era proprietario e chiamato Midas e
permetteva il controllo di 64 parametri. Era implementato inoltre un editor di partitura in real time,
sincronizzato tramite SMPTE che anticipava quello che sarebbero state le moderne applicazioni
MIDI di sequencing.
La memorizzazione dei parametri e delle patch era possibile attraverso cassette o speciali card.
La partitura poteva essere manipolata in real-time in riproduzione e in registrazione.
BUCHLA E MOOG
In principio sia Buchla che Subotnick erano concordi nel non produrre tastiere tradizionali come
strumenti di controllo, per evitare che gli utenti messi davanti ad una tastiera a tasti bianchi e neri
finissero per utilizzare i sistemi analogici come strumenti musicali tradizionali. [3] Non era una
semplice questione di suoni, i dispositivi costruiti da Buchla avrebbero dovuto portare a comporre
un nuovo tipo di musica.
Dall' altro lato i consulenti musicali di cui si avvaleva Moog (che secondo Subotnick, all inizio
della sua attivit non sapeva nulla di musica [3]) insistevano verso la direzione opposta, sostenendo
la necessit che i suoi sistemi fossero dotati di tastiere tradizionali.
Forse anche in virt di questa scelta, il successo di Moog in ambito popolare fu negli anni
successivi sempre pi vasto e la maggior parte dei suoi utenti recepirono i suoi sistemi non tanto
come ambienti compositivi per realizzare musica elettronica ma bens come strumenti per
suonare musica pi o meno tradizionale con suoni elettronici, proprio come previsto da
Subotnick.
L' industria si concentr di conseguenza sul parametro timbro, facendo gradualmente scomparire
dalle interfacce molti dei comandi necessari alla sintesi e all' elaborazione del suono o a renderli
disponibili attraverso editor software, con modalit spesso dedicate ad un pubblico specializzato.
Questa tendenza, il cui sviluppo collocabile dagli anni settanta fino al termine degli anni novanta,
culmin con la presenza sul mercato di un gran numero di campionatori e workstation (chiamate
con un' interessante sineddoche "tastiere") dotate di vaste librerie di timbri, che presto sarebbero
state sostituite in maniera del tutto naturale da librerie reperibili via web.
Ad ogni modo, tornando alle differenze che caratterizzano i sistemi realizzati da Buchla e Moog, lo
stesso Buchla in una recente intervista [2] osservava:
la mancanza di distinzione nei sistemi Moog tra segnali audio e segnali di controllo.
Differenza implementata da Buchla per garantire, secondo le sue dichiarazioni, le migliori
performance possibili per dispersione e rapporto segnale rumore e la possibilit di orientarsi
facilmente negli intricati grovigli di cavi utilizzati per le patch.
Robert Moog
dodici oscillatori
14 DAC control lines scanned every 100th/second ( twelve 8-bit and two 12-bit)
An ADC coupled to a multiplexer for the conversion of seven voltage signal: four generated
14 DAC control lines scanned every 100th/second ( twelve 8-bit and two 12-bit)