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Le caratteristiche della popular music

La musica pop è difficilmente etichettabile da un punto di vista strettamente musicale/tecnico,


perché molte sono le influenze ma soprattutto i suoi sottogeneri. Nella maggior parte dei brani si
possono riconoscere elementi di altri generi come l’hip hop, il rhythm'n'blues, il rock'n'roll, il blues,
opportunamente riadattati. Ci sono comunque dei tratti che spiccano che meritano di essere
presentati. Cosa determina la natura della musica pop?

Innanzitutto alla base vi è la contaminazione tra generi o la trasposizione da un genere all’altro. Si


tratta di una musica molto permeabile che ha raccolto diverse influenze geografiche e culturali. Ai
tempi dei Beatles, ad esempio, pop era sinonimo di rock'n'roll. Successivamente il pop si frammenta
in diversi sottogeneri, dal rock al funk all'hip hop, e l'uso dell'espressione va perdendosi. Oggi, il
termine diviene sempre più sinonimo di musica commerciale. Ci sono, inoltre, brani che nascono
jazz e vengono poi portati al successo diventando a tutti gli effetti pop, e brani che nascono pop e
divengono veri e propri standard jazz.

I temi sono leggeri, spesso trattano argomenti di vita quotidiana, soprattutto le storie d’amore. A
differenza di quanto avviene con i cantautori impegnati o nei brani rock, si evitano tematiche sociali
e politiche e abbonda il romanticismo. 

La struttura musicale nei brani pop di solito è strofica, semplice nell’armonia, con melodie lineari
ed elementare sul piano ritmico, dunque facilmente memorizzabile, con soluzioni armoniche e
ritmiche poco elaborate, solitamente in tempo 4/4, e con melodie che si ripetono. In questo senso,
sono pop non solo le canzoni di Modugno, Tenco, ma anche i valzer nazional-popolari di Giuseppe
Verdi. 

Questa musica è promossa da un circuito pubblicitario basato sulle grandi case discografiche che
propongono brani con caratteristiche facilmente assimilabili dalla massa, in modo che la loro
orecchiabilità le renda lo standard d’ascolto, il linguaggio naturale della musica e per questo
accettato da tutti. Comprensibile risulta che il pubblico tipico della musica pop sia quello degli
adolescenti. La pop music infatti è un fenomeno sia sociale sia commerciale, condizionato dalle
strategie di marketing delle majors. In un certo senso possiamo dire che è l'industria discografica e
dello spettacolo spesso a selezionare gli artisti di successo (pensiamo a Michael Jackson, a
Madonna, a Lady Gaga, ecc) e a plasmarne il prodotto musicale, trovando un punto di equilibrio fra
la personalità degli artisti e le tendenze di massa. Capita spesso che i produttori discografici ne
siano i registi e abbiano un'ampia influenza sui loro artisti, in qualche modo manipolando il
prodotto. Il desiderio di aumentare le vendite degli album li spinge infatti a promuovere cantanti di
bella presenza o con un’immagine forte, spesso capaci di ballare. La loro visibilità è poi accresciuta
dalla vendita di vestiti, poster e gadget pensati ad hoc per i fan, ma anche tramite mezzi quali il
cinema, i fumetti, la televisione, la radio, i dischi, i giornali. Esemplificativo del ruolo commerciale
di tutto ciò è un caso che destò scalpore. Il produttore Frank Farian verso la fine degli anni 80’ creò
il gruppo di successo Milli Vanilli, costituito da musicisti che lavoravano nell'ombra, e sostituito sul
palco da un altro gruppo più fotogenico che cantava in playback. Ciò avviene quando oltre al valore
musicale ne subentrano altri: marketing, copertine, apparenze. È proprio nell'ambito del pop che
l'identità dell'artista ed il suo successo sono più legati a componenti extra-musicali, che hanno a che
fare con la sociologia e la psicologia di massa, in misura molto maggiore di quanto avviene
nell'ambito delle musiche popolari e colte. Ovviamente ciò non vale sempre. Vi sono artisti pop di
ogni epoca che si sono elevati al di sopra del puro marketing, riuscendo ad imporre la propria
personalità anche in senso musicale, facendo scelte considerate a volte azzardate, o controcorrente.
Per esempio negli anni 70’ la pop music fu rappresentata da gruppi come gli Abba e i Bee Gees, due
band che hanno imposto la propria personalità senza sottomettersi alle regole del mercato e dettando
anzi essi stessi delle nuove mode. 

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