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PROBLEMATICHE EDUCATIVE
1. INTRODUZIONE
PREMESSA
Le case discografiche hanno un ruolo molto importante nelle scelte importanti dei
giovani poichè riescono a determinare mode e atteggiamenti nella promozione di
determinati artisti.
2.2 GENERI MUSICALI
3. CAUSE
Che l’ascolto delle musica sia una delle attività più svolte dai ragazzi durante il
tempo libero è un punto su cui concordano studi sia in ambito sociologico (Buzzi,
Cavalli, 2007; indagine Istat, 2006) che musicale (Gasperoni 2004, Larson 1995,
Hargraves & O’Neill 2001).
Lo psicologo britannico J.Sloboda si è occupato di analizzare quali sono i processi
celebrali che stanno alla base delle principali attività musicali, dal semplice ascolto
fino ad arrivare allo studio di uno strumento musicale, all’improvvisazione ed alla
composizione. In particolare sulle modalità di ascolto dice
L'ascolto di un brano può essere diviso in due fasi distinte: la prima cognitiva con la quale si
capisce il brano che si sta ascoltando, senza il coinvolgimento delle emozioni che esso provoca; la
seconda nella quale la mente crea una rappresentazione simbolica del fenomeno musicale con il
quale è a contatto, lo elabora ed a seconda dei vissuti differenti (Sloboda, 2002)
Famiglia e società giocano un ruolo importante nel rapporto tra musica e giovani
(Gardner, 1983) e appare evidente come la cultura musicale dei ragazzi sia
soprattutto il frutto della familiarità attraverso l’esposizione continua all’ascolto di
musica, musica sia scelta con cognizione di causa che subita negli ambienti di
frequentazione sociale. Ma mentre la scuola e la famiglia del passato trasmettevano
contenuti su cui erano stati a loro volta formati con la convinzione di trasmettere
valori comuni, ora la cultura musicale giovanile è in continua trasformazione con
ritmi e tecnologie talvolta difficili da seguire.
Come sostiene Nanni (1989) i media sono " una grande scuola di musica a cui tutti i
ragazzi d'oggi sono iscritti di ufficio fin dalla nascita".
Il sito rockit.it ha pubblicato gli interessanti risultati di un’indagine condotta sui
ragazzi tra gli 11 e i 14 anni (264 in tutto) di una scuola media italiana: oggetto
dell’intervista era appunto il loro rapporto con la radio, con la musica e le modalità
di fruizione di quest’ultima: come l'ascoltano, quando, chi li guida nella scelta dei
generi e così via.
I ragazzi della scuola media presa in esame (provincia di Livorno) hanno dichiarato
di prediligere il proprio smartphone per ascoltare la musica, ovviamente perché esso
porta con sé l’aspetto della condivisione, dunque la possibilità di estendere
l’esperienza di ascolto ai propri amici e conoscenti tramite i social network e i
circuiti multimediali.
È emerso che ad influire molto nel primo avvicinamento alla musica sono
chiaramente i familiari in primis (42,5%), dunque fratelli, sorelle, zii, cugini,
genitori e in secondo luogo gli amici (solo 8,7%).
L’89% degli intervistati ha indicato YouTube come principale piattaforma usata per
l'ascolto quotidiano, relegando Spotify, iTunes e i dischi al restante misero 11%.
Youtube è gratuito, non necessita di registrazione, ha il plus del video, consente di
saltare da un pezzo all’altro con disinvoltura, senza dover necessariamente restare
all’interno di uno stesso disco o uno stesso autore, prediligendo l’ottica del singolo a
quella dell’album.
Il 18% dei ragazzi che ha preso parte al sondaggio non ha mai acquistato cd o
audiocassette: sono i nativi digitali radicali. L'82% di loro, invece, ha avuto qualche
contatto almeno con un cd. La situazione si ribalta in merito ai vinili, visto che il
75,7% degli alunni intervistati non ha nemmeno idea di cosa sia e solo il 20% ha
familiarità con esso, grazie soprattutto ai genitori che hanno tramandato ai figli la
passione e il fascino di questo supporto.
Le identità musicali sono un fattore importante per capire i meccanismi delle culture
musicali giovanili. Le ricerche sull’identità musicale rispondono all’idea di
sviluppare modelli educativi centrati sullo sviluppo del soggetto dell’esperienza
musicale e non sulla trasmissione di contenuti disciplinari.
“La cultura musicale dei ragazzi è un insieme di motivazioni, valori, credenze,
schemi di interpretazioni e criteri di valutazione, modi di appropriazione che i
ragazzi accumulano man mano attorno alla musica e ai musicisti” (Ferrari,2002)
Gino Stefani e Franca Ferrari formulano l’idea di un’identità musicale a tre livelli:
“individuale”, che riguarda l’identità e la storia di un individuo, “socioculturale”
dove si forma l’identità di un gruppo di cui l’individuo fa parte e “universale” dove
si possono trovare i tratti dell”homo musicus” che sono comuni alle culture e agli
individui (Stefani, 1990, Ferrari, 1990). Qualche anno dopo questa primo
elaborazione Mario Piatti formula il suo modello di identità musicale in quattro
punti: “imprinting originario”, “vissuto” “valori” e “abilità e conoscenze”.
“L’imprinting originario” è costituito dalle prime esperienze nel campo del suono e
della musica. Queste esperienze si realizzano nei primi anni di vita dell’individuo. Il
“vissuto” rappresenta la rielaborazione delle esperienze nel campo sonoro-musicale.
Queste comprendono il dialogo con l’altro e si rapportano all’ambiente e al mondo
in generale. I “valori” corrispondono al sistema valoriale che un individuo o una
collettività costruiscono attorno alla musica. Le “abilità e conoscenze” infine
possono essere definite come ciò che una persona sa fare in musica e ciò che
conosce della musica.
Anne Marie Green dice che “ quasi tutti i giovani, qualunque sia la loro
appartenenza sociale, intrattengono una relazione privilegiata con la musica che
prende la forma d’una relazione sia concreta che simbolica, ma sempre votata
all’emozionale” (Green Anne Maria,1997, p.293)
Questa relazione con la musica poi avviene in due modi differenti negli adolescenti:
tramite l’apprendimento formale e informale.
Ciò che differenzia i due tipi di apprendimento è una serie di fattori relativi ai luoghi
e ai contesti ma soprattutto il fatto che nell’apprendimento formale le decisioni, la
guida e il metodo dell’esperienza sono nelle mani di un adulto, mentre
nell’informale prevale il rapporto orizzontale tra pari, lo scambio libero di
informazioni e di suggerimenti pratici. Il livello di autonomia, la possibilità di
scegliere i percorsi di apprendimento, il gusto della scoperta condivisa sono la
misura del valore di un’attività in quanto “autentica”.
Il percorso di quest’ultimo apprendimento è quindi molto diverso da quanto si
verifica in molte situazioni scolastiche, dove l’ottenimento dei risultati è differito nel
tempo e non ha come conseguenza che un possibile voto positivo nella pagella.
I ragazzi in questo modo si avvicinano di più alla musica di genere pop, che si
discosta dalla musica classica spesso presente durante le ore di educazione musicale.
Da sempre la creazione e la fruizione della musica sono dipese in maniera diretta dal
luogo di esecuzione o riproduzione. Nel 1700 ad esempio, la musica suonata nei
palazzi, nelle sale da concerto e nei teatri rimaneva appannaggio di un certo ceto
sociale, che frequentando e vivendo all’interno di un ambiente fatto di consuetudini
e luoghi ne veniva a contatto. Nonostante il rapporto fra musica e fruitore viva di
reciproci feedback, è utile e interessante analizzare la situazione a partire dai luoghi,
concentrandosi sul ruolo fondamentale che giocano come prima occasione, spesso
fortemente identificativa per vivere e ascoltare la musica.
Basti pensare alla discoteca,al club o a qualsiasi altro locale dove la musica è il
sottofondo assordante, il collante sociale, l’elemento centrale ma quasi sempre
vissuto passivamente, come un’entità integrata del luogo di incontro.
4. EDUCAZIONE MUSICALE
6. BIBLIOGRAFIA
<http://www.docentidisostegno.it/condizione-cultura-giovanile-nella-societa-nella-scuola-doggi/>
Disoteo M. (2008), Musica e intercultura, Ed.9, editore Franco Angeli, pp. 75-77,102-103
<http://www.tafterjournal.it/2013/02/04/quale-musica-per-quali-giovani/>
<https://www.radiospeaker.it/blog/sondaggio-ascolto-radio-musica-giovani.html>
<https://www4.ti.ch/fileadmin/DECS/DS/Rivista_scuola_ticinese/ST_n.306/
ST_306_Dozio_Raji_La_realta_sociale_attuale_la_SM_e_l__educatore.pdf>