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La musica è già cambiata (dove il diritto arranca):

ricognizione sui cori multietnici in Italia

di Luciana Manca

A Claudia Grimaz

Plurilinguismo, varietà timbriche, ritmiche e modali: il desiderio di incontrarsi


fra persone di Paesi diversi diviene pretesto per creare, collettivamente, musica
nuova. Così i cori multietnici amatoriali arricchiscono il panorama artistico di una
parte d’Italia, con la direzione di maestri e maestre che hanno messo le proprie
competenze musicali al servizio dell’idea di una società più giusta e accogliente. Si è
trattato di laboratori di canto, sorti nell’ambito di associazioni culturali o
dall’impegno di singole persone che, esasperate dal clima d’intolleranza diffusa,
hanno cercato di dimostrare, con la collaborazione di professionisti della musica, che
si può stare insieme diversamente, in modo creativo e non giudicante. Nati dal
volontariato, dall’autotassazione di alcuni membri o da finanziamenti destinati ai
centri di accoglienza, i cori hanno quasi sempre resistito e persino durante i
lockdowns per il Covid 19 hanno rappresentato un conforto per i coristi e le coriste.
Il presente lavoro è un tentativo di censire le esperienze musicali che, sul
territorio italiano, possono essere considerate “cori multietnici”, preferendo questa
espressione emica, a quella di cori “interculturali” o “transnazionali”, perché riprende
appunto il modo in cui la maggior parte dei cori si autodefinisce nelle pagine web e
nelle interviste da me condotte.1 La mappatura è, allo stato attuale, in continua
trasformazione, perché la ricerca è in corso, si tratta dunque di un work in progress,
più che di un elenco esaustivo.
La caratteristica che accomuna tutti questi cori è la presenza, più o meno
rilevante di migranti, sono infatti gruppi musicali nati con il preciso intento di
accogliere e includere i “nuovi cittadini”. Esiste però una tipologia diversa di cori
multietnici, in cui le tante provenienze geografiche dei membri, sono semplicemente
lo specchio del territorio di appartenenza: è il caso di alcuni cori di voci bianche, nel
contesto di scuole ad alto flusso migratorio oppure dei cori nelle carceri, che in Italia
sono popolate – purtroppo - da un gran numero di detenuti stranieri.2
Sono cori concentrati prevalentemente nelle regioni dell’Italia settentrionale e a
Roma, mentre ne esiste uno di donne a Bari e si ha notizia di brevi laboratori corali
non più attivi a Lecce, Palermo e Cagliari. Questa distribuzione sul territorio
nazionale riflette quella dei cori in generale, infatti nel nord Italia, essi sono molto più
diffusi; si pensi, ad esempio, all’antica e capillare tradizione dei cori degli Alpini.
Inoltre il nord ha accolto un numero superiore di immigrati rispetto al sud,3 attratti


1
Sulla scelta terminologica cfr. L. Manca, Più semo e mejo stamo. Antidoto al razzismo: i cori multietnici a scuola, in
2
Cfr. dati raccolti dal Progetto Open Migration, in cui si rileva che la presenza straniera nelle carceri italiane arrivava
nel 2013 al 35,3 %:
https://openmigration.org/idee/tutti-i-numeri-sugli-stranieri-in-carcere-in-europa-e-in-italia/
3
Cfr. Centro Studi e Ricerche IDOS, Dossier Statistico Immigrazione 2020, Roma, p.18.

1
dalle maggiori infrastrutture e opportunità lavorative in campo sia agricolo che
industriale.4
Un elemento comune soprattutto ai cori di vecchia data è la progressiva
riduzione della presenza di immigrati, infatti in molti casi, a fronte di una
maggioranza di “vecchi cittadini”, sono rimaste poche persone di altra nazionalità.
Ciò avviene in quanto i migranti tendono facilmente a cambiare città, per trovare
condizioni di vita migliori; non solo, i loro impegni lavorativi sono preponderanti,
poiché spesso sostentano economicamente la propria famiglia nel Paese d’origine,
dunque non sempre hanno il tempo di socializzare o dedicarsi ad attività ricreative,
quali il coro. Allo stesso tempo, però, questa stretta connessione economica fra il
proprio Paese e l’Italia, fra “qui” e “lì”, viene valorizzata a livello culturale nei cori
multietnici, che permettono di diffondere la conoscenza delle musiche del mondo nel
luogo di arrivo.
La motivazione a partecipare a queste esperienze collettive può pertanto essere
molto forte, poiché il senso di gruppo che il coro crea, diviene compensazione
rispetto alla crisi di identità che l’esperienza migratoria porta con sé. Il canto diventa
aggregazione e appartenenza, come afferma Maria Finica, signora moldava che
frequenta il coro Voci dal Mondo, di Mestre:

Io veramente quando ho iniziato il coro, […] ho visto una performance, loro per strada, un concerto e […] il lunedì
dopo sono venuta anch’io, mi è piaciuto. […] Mi è piaciuto cantare, ma di più volevo integrarmi in questo mondo,
perché io sono da vent’anni qua, lavorando solo in casa con le persone anziane, non è che ho trovato subito questa
accoglienza bella di gente, anzi, ho trovato tanta cattiveria anche.5

Prime esperienze: cori di voci bianche

I primi cori multietnici nascono in Italia nel 2000 e sono due cori di bambini, il
Coro multietnico Voci Bianche di Padova e Se…sta Voce di Roma. La scuola è
chiaramente il luogo in cui, con la massima urgenza, i bambini e le bambine di
diversi Paesi sentono il bisogno di condivisione e scambio. Le classi multietniche
ponevano all’epoca, e pongono ancora oggi, questioni a cui il corpo docente cerca di
rispondere, trovando nella musica uno strumento “utile e dilettevole”. Il coro svolge
diverse funzioni: permette di sviluppare abilità sociali e di ascolto, facilita
l’insegnamento dell’italiano L2 ed è un’attività estremamente piacevole.
Il progetto di Padova nasceva da un’idea di WFWP Italia - Federazione delle
Donne per la Pace nel Mondo e come scrive la fondatrice Flora Grassivaro, la finalità
del coro è di “promuovere la pace, l'integrazione e la conoscenza tra le varie
nazionalità presenti a Padova; infatti è gratuito e […] ha l'intento di educare i bimbi
non solo alla musica ma soprattutto al rispetto dell'altro e alla solidarietà.”
Anche a Roma, nel variegato quartiere di Centocelle, la proposta del maestro
Attilio Di Sanza è stata lungimirante e ha dato il via a un secondo coro, composto da
ex cantanti di Se..sta Voce che, nel 2010, hanno scelto di continuare a incontrarsi,

4
Cfr. ISTAT sulle imprese, pagg. 511-512 al link https://www.istat.it/it/files/2019/12/C14.pdf
5
Intervista condotta da Luciana Manca a Maria Finica del 27.7.2021, Venezia.

2
oltre la quinta elementare, chiamandosi appunto Quinta Aumentata, giocando sul
nome dell’intervallo tonale. Pochi anni prima, nel medesimo contesto scolastico, era
stato fondato anche il coro di adulti Romolo Balzani, diretto da Sara Modigliani, la
quale dopo aver collaborato con il coro dei piccoli, insegnando loro canti di
emigrazione come “Cento giorni di nave a vapore” o “Mamma mia dammi cento
lire”, era stata invitata a ripetere l’esperimento con gli adulti e in particolare con i
maestri e le maestre. In seguito sono subentrate due nuove direttrici del coro, Suhmita
Sultana, cantante bengalese laureata all’Università di Tagore e Roxana Ene, cantante
di origini rumene che aveva scoperto la passione del canto da bambina nel coro
Se..sta Voce. L’esperienza di Roxana Ene è un esempio emblematico del successo
educativo di un coro multietnico, infatti lei è attualmente cantante professionista e
meravigliosa interprete di musica tradizionale romana, una “Rumena romana”.6
Ancora a Roma, nello stesso quartiere, è nato nel 2016, un altro coro
scolastico, Voci d’oro, che non aveva l’intento specifico di favorire l’inclusione,
tuttavia è a tutti gli effetti un coro multietnico perché rispecchia la popolazione di una
scuola ricca di migranti. La maestra Paula Gallardo, specializzata in didattica della
musica in Argentina, ha dunque sfruttato la molteplicità culturale di alunni e alunne,
per ampliare il repertorio con brani internazionali, canti di lavoro, brani didattici etc.
Due cori di voci bianche più recenti, sono Stelle che cantano di Bolzano, nato
nel 2013 e Mille Note di Trento nel 2017, diretti entrambi dalla maestra Victoria
Burneo Sanches, di origini ecuadoregne. I cori hanno partecipato a diverse attività di
beneficenza ed eventi sull’inclusione sociale, cantando anche per la raccolta di fondi
da destinare alle vittime del terremoto del 2017, in Perù. Inoltre si sono esibiti in
Piazza San Pietro, a Roma, insieme a un coro di Shangai, composto da 38 ragazzi e
ragazze cinesi affetti da autismo, nell’ambito di un significativo progetto di
musicoterapia, portato avanti dal maestro Cao Peng.

Cori misti

Il più antico, fra i cori misti è il Mikrokosmos – Coro Multietnico di Bologna,


nato nel 2004, sul quale si trova un approfondimento nel seguito del presente articolo.
Il successivo coro misto in ordine cronologico è il Coro Mediolanum, fondato a
Milano nel 2005, dal maestro Carlos Verduga Rivera, originario dell’Ecuador. Il coro
è affiancato da cantanti professionisti con cui viene eseguito un repertorio sacro e
profano che accentua oltre alla mescolanza fra diverse culture, quella fra musica
scritta e musiche di tradizione orale internazionali. Al coro e alle voci liriche soliste
si affianca l’accompagnamento di ensembles di strumenti tradizionali quali il
charango, l’arpa paraguaiana, il bombo argentino; si va dunque da brani d’opera a
canti tradizionali dell’America Latina e del mondo, Villancicos,7 canti natalizi e
musica sacra.


6
Cfr. Florina Lepadatu, Alessandro Portelli, Lavinia Stan (A c. di), Rumeni Romani, musiche rumene a Roma e nel
Lazio, booklet con CD, Nota, Udine, 2018.
7
Composizioni monodiche diffuse in Spagna e Portogallo alla fine del XV secolo.

3
Nel 2008, dopo qualche anno, viene fondato il coro Voci dal Mondo, a partire
da un’iniziativa del comune di Venezia, per valorizzare la zona di Via Piave a
Mestre, che aveva iniziato a popolarsi di stranieri, destando malumori fra la gente del
luogo. Si formò dunque il Gruppo di Lavoro Piave che in assemblee pubbliche
affrontava il tema del benessere della cittadinanza, così fra le loro iniziative si pensò
proprio ad un coro multietnico. Fu contattata la maestra Giuseppina Casarin, mentre
gli Operatori di strada, cioè educatori assunti dal Comune, raccoglievano adesioni per
il coro nella zona di Via Piave: inizialmente furono coinvolte soprattutto alcune
signore moldave, venute in Italia per lavorare come badanti. L’origine di questo coro
ne ha caratterizzato tutta la storia, poiché dall’epoca ad oggi è divenuto una
componente fondante nell’ambito delle politiche territoriali, partecipando ai tavoli
della ASL, lavorando nell’accoglienza di persone che arrivano attraverso i corridoi
umanitari8 della Caritas ecc. Oggi Voci dal Mondo è composto da circa settanta
membri di tutte le provenienze e di tutte le età e i suoi concerti sono sempre molto
vivaci e il pubblico partecipa ballando con gioia, grazie al coinvolgimento che nasce
dal gran numero di coristi e musicisti sul palco.
Torniamo a Milano dove nel 2011 viene fondato il Coro Elikya, che in lingala,
lingua del Congo, significa “speranza” ed è diretto, appunto, da un maestro di origini
congolesi, Raymond Bahati. Il repertorio scelto comprende canti cristiani
internazionali e insieme al Coro Mediolanum, l’altro coro milanese, sono gli unici –
allo stato attuale della ricerca - ad interpretare anche canti religiosi. Il gruppo è molto
ampio, arriva a più di cinquanta elementi di diverse parti del mondo e diverse
religioni. Il nucleo base ebbe origine nel COE (Associazione Centro Orientamento
Educativo) dove già dagli anni ’90 venivano organizzati alcuni incontri estivi fra
giovani catechisti internazionali che studiavano nelle università pontificie; in quelle
occasioni nacque un nuovo modo di vivere la liturgia comunitaria, attraverso la
musica dei vari popoli. Il Coro Elikya è una realtà aggregativa a tutto tondo, infatti i
membri del coro viaggiano spesso tutti insieme e condividono esperienze ricreative.
Il Coro Consonanze di Casalecchio di Reno (BO) nasce nel 2012 e si focalizza
sulla comparazione fra canti del Mediterraneo, in particolare delle due sponde del
Mar Adriatico. Il maestro Maurizio Mancini, attraverso un lavoro di ricerca e
arrangiamento, propone a coristi e coriste canti tradizionali con una particolare
attenzione alle minoranze linguistiche slave, arbereshe e del sud est del Mediterraneo.
Le caratteristiche esecutive, i modi e gli stili delle culture di tradizione orale
emergono nella trascrizione delle partiture, mentre, allo stesso tempo, attraverso il
training vocale, vengono valorizzate le diverse espressioni timbriche. In molti casi
sono gli stessi coristi stranieri che ne arricchiscono il repertorio con i canti dei loro
Paesi d’origine.
Il Coro Moro è nato in provincia di Torino, nelle Valli di Lanzo nel 2014 ed è
l’unico ad essersi dedicato ad un repertorio specifico, cioè i canti della tradizione
orale piemontese, con accompagnamento di strumenti africani, quali il talking drum
dei Griot maliani. Il coro è composto da richiedenti asilo e persone del luogo, nato

8
Modelli di accoglienza che supportano l’arrivo legale di un certo numero di migranti vulnerabili.

4
dopo l’arrivo di alcuni ragazzi presso un CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria),
nel piccolo paesino di Ceres, abitato da circa 1000 anime. Come nel caso del
quartiere di via Piave a Mestre, anche qui l’arrivo di questi giovani migranti
dall’Africa occidentale aveva destato sgomento nella popolazione, così Luca Baraldo
e Laura Castelli hanno iniziato a frequentarli e hanno fondato il coro, con l’intento di
far sfociare quest’esperienza in attività lavorativa per i migranti. L’obiettivo iniziale è
stato in parte raggiunto, poiché il coro si è esibito in numerosi concerti retribuiti.
Nel 2016 nasce in Toscana quello che, ad oggi, è l’unico coro multietnico
attivo nella regione; si tratta del Coro ConFusion, sorto grazie ad alcuni
finanziamenti di uno SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e
Rifugiati) che, come avviene – purtroppo - solitamente, aveva sede in una zona
periferica attorno a un centro cittadino, la zona montana del Mugello, nei pressi di
Firenze. Negli ultimi anni, in seguito al Covid 19 e alla riduzione dei fondi destinati
ai centri di accoglienza, con il Decreto Salvini, la partecipazione dei migranti è
diminuita. Il Coro ConFusion ha una spiccata vena contemporanea, l’intento della
maestra Benedetta Manfriani è di fondere non soltanto le diverse culture, ma anche la
musica folk con quella eurocolta.

Tutti i cori più “giovani” hanno risentito negativamente dell’esperienza


pandemica, poiché erano stati creati poco prima del lockdown del marzo 2020, quindi
hanno dovuto rimboccarsi le maniche per mantenere solido un legame appena nato,
soprattutto attraverso lezioni online ed incontri virtuali. Il coro Multispilla di
Spilamberto (MO) e il Canto Sconfinato di Pordenone, nascono rispettivamente nel
2017 e 2018, da un sentimento comune dei fondatori: il desiderio di contrastare il
livello allarmante di xenofobia raggiunto in quel periodo, nelle loro città. Nicoletta
Giugni del coro Multispilla racconta di come, nel suo lavoro di impiegata presso un
ufficio pubblico, fosse esasperata dal clima di razzismo, cosicché decise di chiedere
alla futura direttrice del coro, Federica Sala, di mettere su un progetto di musica
inclusiva, come forma di reazione all’odio. Allo stesso modo Carlo Mayer del coro
Canto Sconfinato, in seguito ad alcuni tafferugli durante l’apertura di una struttura-
dormitorio per rifugiati e richiedenti asilo, a Pordenone, sperimentò l’inutilità del
dialogo su certi temi e con certi interlocutori. Provò dunque ad immaginare messaggi
alternativi più efficaci delle parole, riversando le proprie speranze nella musica! Il
coro, inizialmente fu diretto da Giuseppina Casarin che ha “esportato” la virtuosa
idea da Mestre a Pordenone, mentre l’attuale maestra è Laura Scomparcini.
Quest’esperienza giunge a coronamento di un impegno politico trentennale al fianco
dei migranti nell’Associazione Immigrati Pordenone, che ha anche collaborato con le
chiese pentecostali della zona.
Due giovani e attivissime realtà emiliane, nate nel 2019 sono il Coro
multietnico di Periferia di Bologna e il Coro Interculturale Reggio Emilia APS. Il
primo è nato con il contributo del Quartiere Navile, è di natura intergenerazionale e la
direttrice Maria Grazia Vincitorio, oltre a costruire un repertorio composto da brani
tradizionali scelti dai coristi, cerca anche di condurre la composizione “collegiale” di
brani propri. Il coro è stato costretto a incontrarsi virtualmente sulla piattaforma
5
Zoom, essendosi costituito proprio nell’anno della pandemia e così alcune canzoni
sono nate durante le prove virtuali. Dopo aver scritto collettivamente un testo in
italiano, è stato tradotto in diverse lingue e ognuno si è poi sforzato di imparare a
cantare una strofa in una lingua diversa dalla propria. Il Coro Interculturale Reggio
Emilia APS, invece, è nato da un’idea di Alberto Simonazzi, corista gospel e
volontario per l’insegnamento dell’italiano L2 in un centro di accoglienza. L’idea è
fin da subito stata accolta con entusiasmo, ricevendo tante adesioni, ma ha dovuto
interrompere le attività per il Covid e ora sta ripartendo con un nuovo direttore.
Secondo lo statuto dell’associazione da cui prende vita, il coro di Reggio Emilia
vuole accogliere persone migranti e con disabilità. La voglia di cantare è tanta e
anche quella di mettersi in rete con gli altri cori, infatti il suo fondatore ha creato una
rubrica sulla pagina facebook in cui ogni settimana, viene presentato uno dei cori
multietnici emersi dalla presente ricognizione in corso. Un’altra interessante
iniziativa è stata quella di Carlo Mayer di Canto Sconfinato che ha creato una mappa
su google maps, con le posizioni di tutti i cori, di modo che le persone immigrate che
si spostano, possano facilmente trovare nuovi contesti in cui cantare.9

Cori di donne

Il primo coro multietnico per donne, La Tela, fu fondato a Udine, nel 2006,
quando giunsero dall’est Europa moltissime donne che furono accolte da alcune
mediatrici di comunità e dalle Donne in nero, un movimento pacifista e
internazionale, sorto a Gerusalemme nel 1988, contro l’occupazione israeliana. Da
questa esperienza nacque così l’associazione femminile e interculturale La Tela, che
proponeva attività artigianali e artistiche da svolgere insieme alle donne straniere:
disegno, danza, teatro e coro. Erano previsti una decina di incontri di laboratorio
corale che via via crebbero, raccogliendo l’entusiasmo delle partecipanti. Alla
maestra del coro La Tela è stato dedicato questo articolo, Claudia Grimaz,
prematuramente scomparsa alcune settimane fa. La presidente dell’associazione
Maria Rosa Loffreda la ricorda così:

Il sogno di Claudia era quello di poter avere un repertorio che venisse dalle coriste straniere che attraverso i
loro ricordi potessero trasmettere a tutte noi e a chi ci ascolta un messaggio di condivisione. […] Il coro anche senza la
sua maestra, ma proprio per onorarla e non disperdere il suo insegnamento continua a cantare.

Due anni dopo, nel 2008, è stato fondato presso la Casa delle donne di
Modena, Le Chemin des Femmes, un coro transfemminista, a partire da un
laboratorio vocale della maestra Meike Clarelli. Il progetto ha messo al centro la
relazione fra le coriste, fondendo tradizione e sperimentazione vocale. Oggi, dopo
tredici anni di attività, la maestra sente che “l’etichetta di donne migranti inizia a
stare sempre più stretta”. 10 Più che coro “multietnico”, lo definisce
“multidimensionale”, allo stesso modo in cui Giuseppina Casarin, a proposito del


9
https://www.google.com/maps/d/edit?mid=1KmC0X5hhArgAXpCHXTVNSzF_2IOQrLkv&usp=sharing
10
http://collettivoamigdala.com/le-chemin-des-femmes/

6
coetaneo Voci dal Mondo, citato prima, parlava di come esso sia divenuto una grande
comunità, un coro “multi… qualcos’altro”. 11 Entrambe le direttrici pongono
l’attenzione sui futuri sviluppi dei cori multietnici, che si evolveranno, perché la
dimensione transnazionale, non dovrà più essere ribadita e si spera che scompaiano
anche tutte le complicazioni legate ai permessi di soggiorno, contratti di lavoro,
cittadinanza ecc.
Anche il Coro Mosaico di Monteveglio (BO), nasce nel 2008 grazie ad
un’iniziativa della Commissione Pari Opportunità, per creare un luogo di incontro e
di scambio di molteplici tradizioni culturali e musicali. È composto da sole donne di
diverse provenienze, soprattutto Est Europa e Nord Africa ed è diretto dal maestro
Marco Cavazza. Il coro pone particolare attenzione alla ricerca timbrica delle diverse
tradizioni vocali, senza eccedere con le armonizzazioni per preservarne l’essenza.
Collabora con gli altri cori femminili del territorio, organizzando ogni 25 novembre,
giornata contro la violenza sulle donne, un evento che prevede concerti e workshops
musicali.
Nel 2010 nasce a Roma e sempre nella zona di Centocelle, il Coroincanto,
diretto dalla già citata Paula Gallardo: si tratta di un esperimento sociale incentrato
sul dono dei canti da parte delle varie coriste o di persone esterne, che magari hanno
assistito ai loro concerti e hanno voluto regalare un pezzo della loro musica. La
direttrice insegna gli arrangiamenti attraverso un metodo pedagogico che integra
Orff, Kodaly e Dalcroze e a breve sarà pubblicato un libro, in cui saranno presentate
le canzoni del coro con trascrizioni e schede conoscitive e didattiche. Il libro è scritto
con la collaborazione di alcune coriste e avrà l’obiettivo di diffondere la buona prassi
replicabile del coro multietnico anche nelle scuole.
Mamme del mondo, nato nel 2018 a Bari, è il più recente progetto di coro
femminile ed è anche collocato più a sud degli altri. Il nome era originariamente
legato ad un evento, che si svolge a Bari da sei anni ed è caratterizzato da una sfilata
di costumi tipici di ogni paese, cuciti dalle mamme che sfilano con i loro bambini e
bambine. Il coro è nato dall’incontro fra alcune donne provenienti da diversi Paesi e
impiegate prevalentemente come badanti. Hanno dunque affrontato diverse difficoltà
nella gestione del tempo, dovendo coniugare un lavoro così impegnativo, con le
prove del coro. Il nucleo originario è nato da Maria Grancharova, bulgara, anche lei
badante e maestra di coro. Pian piano il repertorio si è arricchito di brani filippini,
georgiani ecc, cantati anche da figli e figlie delle coriste.

Cori “non progettualmente” multietnici

Molto interessanti risultano i cori multietnici “non per scelta”, cioè quelli che,
come nel caso del suddetto coro Voci d’oro di Centocelle a Roma, rispecchiano la
popolazione del territorio cui appartengono. Un esempio simile è il coro non più
attivo dell’Istituto Sorelle Agazzi, nel quartiere periferico Comasina di Milano, nato
nell’ambito di un progetto dal titolo “La Scala fa scuola, un coro in città”. La maestra

11
Intervista condotta da Luciana Manca a Giuseppina Casarin - Venezia, 18.7.2021

7
Isabella Inzaghi aveva effettuato delle audizioni per creare un coro di voci bianche e
scegliendo i ragazzi più intonati, aveva casualmente selezionato molti bambini di
seconda generazione.
Così come le scuole ad alto flusso migratorio, anche le carceri sono luoghi -
purtroppo - abitati da una grande percentuale di persone straniere. Il primo coro in
carcere, il King Bible Choir di “Rebibbia” a Roma, è stato fondato Giuseppe Puopolo
nel 2003, non è più attivo dal 2016 e si è esibito in numerosi contesti con un
repertorio che privilegiava opere classiche e alcuni brani di musica leggera.
Il Coro Papageno, di Bologna fondato nel 2011, di cui si parla diffusamente
nel paragrafo successivo, e il Coro Canto Libero della casa di reclusione “Due
Palazzi” di Padova, nato nel 2013, diretto da Giulia Prete e incentrato su un repertorio
di polifonie di tradizione orale.
Nel 2016 nasce il Coro della Nave di San Vittore a Milano, diretto da Paolo
Foschini, con sede nella “Nave”, un reparto di San Vittore dedicato alla cura dei
detenuti con problemi di tossicodipendenze. L’attività in questo caso va a completare
il piano terapeutico nel processo di guarigione dei pazienti.

Oltre ad alcuni cori non più attivi12 esistono alcune esperienze corali che non
vedono la presenza di migranti al loro interno, ma che cantano un repertorio
internazionale e hanno collaborato con alcuni centri di accoglienza, si tratta del coro
Farthan di Marzabotto (BO) ed il Baobab Music Ensemble di Roma, entrambi nati
nel 2011.

Conclusioni

Rispetto alla world music, intesa come scelta discografica di accostare musiche
del mondo, anche avulse dal loro contesto, la musica dei cori multietnici sembra
rappresentare quasi l’opposto. E’ un’esperienza di fusion, distante da qualsiasi logica
di mercato, nata direttamente dall’impegno sociale di chi ha fondato i cori e dalle
relazioni fra coristi e coriste. Relazioni che fluiscono veloci e ci danno l’immagine
immediata di un mondo che cambia, mentre la musica ne segue il passo, molto più “a


12
Fra i cori non più attivi ricordiamo innanzitutto il suddetto primo coro in carcere, il King Bible Choir di
“Rebibbia” e altri tre cori nelle carceri: il coro Musica Dentro di “Regina Coeli”, diretto da Silvia Riccio e due cori
nella provincia di Cagliari, il Coro Buon Cammino della sezione maschile dell’omonima Casa circondariale, diretto da
Gigi Oliva e il Coro e’ Uta della sezione femminile del carcere “Ettore Scalas” diretto da Elena Ledda e Simonetta
Soro. Al Frisoun, fondato intorno a una scuola per stranieri del Centro Intercultura del Comune di Nonatola (MO), con
la direzione di Fabio Bonvicini. Libere Voci dal Mondo, nato a Londa (FI) nel 2017, diretto da Edoardo Materassi, sorto
come risposta all’isolamento dei ragazzi di uno SPRAR e infine il Piccolo Coro di Piazza Vittorio di Roma, del maestro
Giuseppe Puopolo, coro per bambini nato in una scuola, situata nei pressi della Piazza che ha dato il nome alla prima
orchestra multietnica italiana. Sarebbe utile anche poter censire tutte le esperienze in cui la musica è divenuta elemento
di inclusione sociale nelle scuole e nei centri d’accoglienza, ma si tratta di situazioni che nascono spontaneamente,
senza una progettualità, che le renda visibili o consultabili, in seguito, online. Un caso interessante è quello dei
laboratori musicali del musicista ed educatore Angelo Fusacchia nello SPRAR di Rieti.

8
ritmo”, in fatto di migrazioni e diritti civili in genere, rispetto alla lenta e stantia
legislazione italiana.

Linkografia essenziale sui cori, nell’ordine in cui sono citati nell’articolo

Cori per bambini

Coro Multietnico Voci Bianche di Padova


https://www.youtube.com/watch?v=Vlyl4zXqVKM&ab_channel=pidro1965

Coro Se…sta Voce (Roma)


https://www.youtube.com/watch?v=b-
RoAQinYSM&t=92s&ab_channel=CircoloGianniBosio

Coro Quinta Aumentata (Roma)


https://www.youtube.com/watch?v=TzbHTAeDArc&ab_channel=%40cmiruna

Voci d’oro (Roma)


https://www.youtube.com/watch?v=SXEyG3UwsGI&ab_channel=paulagallardo

Stelle che cantano (Bolzano) (dal minuto 1:33)


https://www.youtube.com/watch?v=EQOPWXz9RzY&ab_channel=VICTORIABUR
NEO

Coro Mille note (Trento)


https://www.youtube.com/watch?v=4J5mymk4woc

Cori Misti

Coro Mikrokosmos (Bologna)


https://www.youtube.com/watch?v=S4sn_6g3fFM&ab_channel=MicheleNapolitano
MicNap

Coro Mediolanum (Milano)


https://www.youtube.com/watch?v=o3HWnQg5yZ4&t=1105s&ab_channel=Milano
Multietnica

Voci dal Mondo (Venezia)


https://www.youtube.com/watch?v=NlcCdZn3DVo&ab_channel=TEDxTalks
9
Coro Romolo Balzani (Roma)
https://www.youtube.com/watch?v=UU6svc15cNg&ab_channel=bmpnc2011

Coro Elikya (Milano)


https://www.youtube.com/watch?v=UKvIN-
wgDYo&t=3963s&ab_channel=ComuneVimercate

Coro Consonanze (Casalecchio di Reno – BO)


https://www.youtube.com/watch?v=ZHl0Zfo0jVw&ab_channel=ConsonanzeAssocia
zione

Coro Moro (Ceres – TO)


https://www.youtube.com/watch?v=iGx7Jdv8K9g&ab_channel=lucabaraldo
CoroConfusion (Firenze)
https://www.youtube.com/watch?v=KKI9pL6CI1U&t=54s&ab_channel=MurateArt
District

Canto Sconfinato (Pordenone)


https://www.youtube.com/watch?v=WyLT8kKwqIs&ab_channel=CantoSconfinato

Coro Multispilla (Spilamberto – MO)


https://www.facebook.com/1918616488414500/videos/946339919487505

Coro Multietnico di Periferia (Bologna)


https://www.youtube.com/watch?v=IgzNv454bsc&ab_channel=CanaleJamSession

Cori di Donne

La Tela (Udine)
https://www.youtube.com/watch?v=YG1KHmSA4sU&ab_channel=AssociazioneCul
turaleAltoliventina

Les Chemin des Femmes (Modena)


https://www.youtube.com/watch?v=xSTOrNbSgws&ab_channel=lechemindesfemme
s

CoroIncanto (Roma)
https://www.youtube.com/watch?v=VFpzJ6yMm70&ab_channel=paulagallardo

10
Cori in carcere

King Bible Choir (Roma)


https://www.youtube.com/watch?v=w0f-A_Rxc5I&ab_channel=giuseppepuopolo

Coro Papageno (Bologna)


https://www.youtube.com/watch?v=ULUgUQ80bhc&t=75s&ab_channel=Mozart14
APS

Coro Canto Libero (Padova)


https://www.youtube.com/watch?v=u1ScW-
1QvsM&t=84s&ab_channel=StefanoFerro

Coro della Nave (Milano)


https://www.youtube.com/watch?v=xeW59cDdqN8&ab_channel=AmiciDellaNave

Cori che hanno collaborato con SPRAR

Coro Farthan (Marzabotto – BO)


https://www.youtube.com/watch?v=twF5a_vDfrc&ab_channel=CoroFarthan

Baobab Music Ensemble (Roma)


https://www.youtube.com/watch?v=gI4prUdbEZ4&ab_channel=ArtigianiDigitaliCo
municazioneSensibile


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