I Beatles vennero alla luce all'apice della reazione nei confronti del rock and roll, quando innocui
"teen idols" (rigorosamente bianchi) prendevano il posto dei selvaggi rocker neri che avevano
scosso le radio e le coscienze di mezza America. L'arrivo dei Beatles rappresento` il salvagente
per la middle-class bianca, terrorizzata all'idea che il rock and roll rappresentasse una vera
rivoluzione di costume. I Beatles tranquillizzarono quella vasta fascia di pubblico e conquistarono
i cuori di tutti coloro (soprattutto al femminile) che volevano essere ribelli ma senza violare i
codici imperanti. Ai volti contorti e lascivi dei neri del rock and roll si sostituiro i sorrisi innocenti
dei Beatles; ai ritmi scatenati dei primi si sostituirono le cadenze orecchiabili dei secondi. Il rock
and roll poteva finalmente essere accettato nelle classifiche del "pop". I Beatles rappresentarono la
quintessenza della reazione a una rivoluzione musicale che non era finita, e per qualche anno
riuscirono ad arenarne l'impeto.
I Beatles rappresentarono anche la reazione a una rivoluzione sociale e politica. I Beatles vennero
alla luce negli anni dei disordini studenteschi, di Bob Dylan e degli hippies. I Beatles sostituirono
le immagini di quei giovani arrabbiati col pugno chiuso con i loro visi simpatici e le loro
dichiarazioni amabili. I Beatles sostituirono le parole d'accusa di quei musicisti militanti con
filastrocche corrive. Anche in questo i Beatles servirono a tranquillizzare la middle-class, che la
nuova generazione non era composta soltanto da ribelli, sbandati e maniaci sessuali.
Per il resto della loro carriera i Beatles furono quattro musicisti mediocri che cantavano ancora
canzoni melodiche di tre minuti (le stesse che si facevano da decenni) in un'era in cui la musica
rock tentava di spingersi al di la` di quel formato (un formato originariamente dovuto alle
limitazioni tecniche del 78 giri). I Beatles furono la quintessenza del "mainstream", assimilando
nel formato della canzone melodica le innovazioni che venivano man mano proposte dalla musica
rock.
I Beatles appartenevano ancora, come i Beach Boys (di cui emularono gran parte della carriera),
all'era dei complessi vocali, nei quali la tecnica allo strumento non era importante: cio` che
contava era il ritornello. Indubbiamente dotati nel comporre ritornelli, si avvalsero del produttore
George Martin (capo della Parlophone fin dal 1956) per abbellire quei ritornelli con arrangiamenti
via via piu` eccentrici.
Grazie a un'accorta campagna pubblicitaria, divennero forse gli entertainer piu` celebri della
seconda meta` del secolo, e sono rimasti beniamini dei rotocalchi mondani e dei tabloid, cosi`
come le principesse di Monaco e Lady Di.
La convergenza fra polifonia occidentale (la melodia, le armonie vocali in piu` parti, gli
arrangiamenti) e percussivita` africana, che era stata il leitmotiv della musica popolare americana
fin dagli albori, venne legittimata in Europa dal successo strepitoso del Merseybeat, e in
particolare dei suoi esponenti piu` venduti, i Gerry and the Pacemakers e i Beatles, entrambi
gruppi pilotati dal produttore George Martin e dal manager Brian Epstein. I complessi del
Merseybeat ebbero il grande merito di legittimare il rock presso un pubblico molto piu` ampio,
virtualmente senza confini. Seppero interpretare lo spirito e le tecniche del rock and roll in un
modo largamente emancipato dalle sue istanze sociali e in tal modo (disinnescandone il potenziale
esplosivo) lo resero accessibile a tutti, e non soltanto ai giovani ribelli. Mediocri musicisti e ancor
piu` mediocri intellettuali, complessi come i Beatles avevano pero` l'intuito del saltimbanco che sa
come divertire i contadini dopo una dura giornata di lavoro, un intuito trasferito nell'era della
distribuzione di massa dei beni di consumo.
Ogni loro canzone e ogni loro album faceva seguito a canzoni e album altrui ben piu` salienti, ma,
lungi dal semplice copiarli, le canzoni dei Beatles li riconducevano anche a una dimensione piu`
borghese, ortodossa, conformista. Cosi` anche per le idee del tempo, dalla "contestazione" dei
campus universitari al pacifismo di Dylan, dalla droga all'Oriente. Il loro veicolo era la melodia,
una sorta di codice universale che dichiarava innocua la loro musica. Naturalmente altri complessi
compirono la stessa operazione, e molti (dai Kinks agli Hollies, daiBeach Boys ai Mamas &
Papas) produssero melodie forse piu` memorabili, ma i Beatles arrivarono al momento giusto e
loro sarebbe rimasto il marchio di fabbrica sulla canzone melodica della seconda meta` del
Novecento.
Musicalmente, per quello che conta, i Beatles furono il prodotto di un'era che era stata preparata
da gruppi vocali come gli Everly Brothers e da cantanti rock melodici come Buddy Holly; un'era
che si espresse anche attraverso i girl-group, i complessi della Tamla e i complessi di musica surf.
I Beatles hanno in comune con tutti questi (oltre a melodie quasi identiche) un concetto generale
della canzone come melodia esuberante, cadenzata, ottimista.
I Beatles erano la quintessenza della mediocrita` strumentale. George Harrison era un chitarrista
patetico al confronto degli altri in circolazione a Londra in quegli anni (Townshend degli Who,
Richards dei Rolling Stones, Davies dei Kinks, Clapton e Beck e Page degli Yardbirds, e tanti altri
meno famosi ma molto piu` originali). I Beatles si erano completamente persi la rivoluzione della
musica rock (che era fondata sull'uso vistoso della chitarra) ed erano rimasti al modulo delle
orchestrine di musica leggera. Paul McCartney era un cantante anni '50, che non avrebbe potuto
cantare in maniera piu` scontata. Come bassista non valeva l'ultimo dei bassisti rhythm and blues
(anche se nel mondo del Merseybeat il suo stile era effettivamente rivoluzionario). Ringo Starr
suonava la batteria come qualsiasi ragazzo dell'epoca (in realta` era forse l'unico dei quattro ad
avere un minimo di competenza tecnica). Complessivamente la tecnica dei quattro era la stessa di
tanti altri complessi di easy-listening: sub-standard.
I loro erano dischi di canzoni tradizionali, canzoni come si facevano da secoli, ma servivano un
pubblico immenso, ben piu` numeroso di quello (hippies e contestatori) che voleva cambiare il
mondo. I fans dei Beatles ignoravano o aborrivano i tanti musicisti rock che in quegli anni stavano
sperimentando con il formato della suite, che stavano componendo lunghi brani free-form, che
stavano usando la dissonanza, che stavano cambiando radicalmente il concetto di brano musicale.
I fans dei Beatles pensavano (e molti lo pensano ancora oggi) che usare le trombe in una canzone
rock fosse un fatto rivoluzionario, che usare qualche rumore di sottofondo (peraltro appena
udibile) fosse un fatto ancor piu` rivoluzionario e che soltanto grandi geni musicali potessero
svariare in cosi` tanti stili nell'arco di uno stesso album (proprio cio` che tanti musicisti rock
stavano facendo in giro per il mondo, e con ben altre escursioni stilistiche).
Mentre i Velvet Underground, Frank Zappa, i Doors, i Pink Floyd, e tanti altri componevano
lunghe e ardite suite degne della musica d'avanguardia, ed elevavano la musica rock ad arte
maggiore, i Beatles continuarono fino alla fine a sfornare canzoni di tre minuti impostate sul
ritornello. Cio` non toglie che la Beatlemania trasformasse tutto in mito. I fans dei Beatles si
esaltavano per venti secondi di tromba, anche se i Velvet Underground componevano suite di
rumore di venti minuti. C'erano in realta` ordini e ordini di grandezza di differenza fra una tromba
e il rumore, e fra venti secondi e venti minuti. Erano (musicalmente, sociologicamente,
politicamente, artisticamente, ideologicamente) due pianeti diversi.
La Beatlemania provoco` una comica distorsione temporale. Molti fans dei Beatles rimasero
convinti che il rock and roll fosse nato intorno ai primi anni '60, che il rock psichedelico e gli
hippies fossero stati un fenomeno del 1967, che i disordini studenteschi fossero iniziati nel 1969,
che le proteste pacifiste fossero esplore alla fine degli anni '60, e cosi` via. Molti fans dei Beatles
rimasero convinti che i Beatles fossero stati i primi in tutto, mentre furono gli ultimi quasi in tutto.
Il caso dei Beatles e` un esempio canonico di come il mito possa deformare la storia.
I Beatles ebbero la funzione storica di ritardare l'impatto delle innovazioni degli anni '60. Mentre
fra il 1966 e il 1969 andava di modo la suite, la jam, il brano lungo dallo svolgimento piu` o meno
libero (a cui i Beatles arrivarono soltanto alla fine della loro carriera), mentre il mondo era pieno
di chitarristi, pianisti, bassisti, cantanti e batteristi che suonavano assoli e sperimentavano sul
contrappunto, i Beatles si limitavano a battere il tempo e ad accompagnare la melodia. Ma la loro
funzione storica fu anche quella di far accettare alcune di quelle innovazioni (la musica rock
stessa) al pubblico piu` conservatore.
La loro forza fu forse proprio quella di essere l'epitome della mediocrita`: mai un volo di genio,
mai un'idea rivoluzionaria, mai discostarsi dallo standard; accettare le novita` soltanto quando
sono state accettate dall'establishment. Ma forse proprio quella cronica mediocrita` fece la loro
fortuna: laddove gli altri complessi cercavano di superare il proprio pubblico, di stare sempre due
passi avanti alla miopia dei loro fans, di aprire strade sempre piu` tortuose e territori sempre piu`
avventurosi, i Beatles furono sempre attenti a condurre i propri fans per mano lungo un rettilineo
senza curve e, soprattutto, senza salite.
I fans dei Beatles possono cambiare a piacimento il significato del termine "artistico", ma la
verita` e` che il valore artistico dell'intera opera dei Beatles e` bassissimo. I Beatles fecero soltanto
canzoni, e spesso canzoni senza pretese, con melodie tanto orecchiabili quanto quelle di tanti altri
cantanti di musica leggera. Il valore artistico di quelle canzoni e` il valore artistico di una canzone:
per quanto ben fatta (ed e` persino discutibile quante delle loro canzoni fossero davvero superiori
alla media e quante fossero semplicemente le canzoni del gruppo piu` pubblicizzato del
momento), rimane una canzone. Esattamente come un dentifricio rimane un dentifricio, e non
diventa un quadro d'arte soltanto perche' e` molto pubblicizzato.
I Beatles vengono giustamente giudicati per le belle melodie che scrissero. Ma quelle melodie
erano "belle" soltanto paragonate alle melodie di quelli che "non" cercavano di scrivere melodie,
ai musicisti che stavano rivoluzionando il concetto di musica popolare con suite, jam, rumori, etc.
Molti contemporanei di Beethoven scrissero minuetti che Beethoven non scrisse mai: ma forse
perche' Beethoven stava cercando di scrivere altro, anzi stava proprio cercando di creare una
musica che non fosse fatta di banali minuetti.
Le melodie dei Beatles erano invece forse inferiori alle melodie di chi cercava di scrivere melodie,
ai tanti compositori di musica leggera che rappresentano tuttora la vera concorrenza per la musica
dei Beatles (ma che erano meno famosi e pertanto meno ascoltati).
Le canzoni dei Beatles erano corredate da testi discretamente sciocchi per quell'epoca, un'epoca in
cui innumerevoli cantautori e complessi tentavano di dire qualcosa di intelligente. I testi dei
Beatles erano ancora legati alla tradizione della canzone leggera, mentre nella musica rock
dilagavano narrazioni fortemente psicologiche, satire anti-establishment, arringhe politiche, droga,
sesso e morte (giusto o sbagliato che fosse).
Il fatto piu` artistico e innovativo alla fin fine erano gli arrangiamenti di George Martin, che, forse
conscio dei limiti musicali dei Beatles, uso` i sessionmen e lo studio di registrazione in maniera
creativa, spingendosi forse oltre quanto avevano tradizionalmente fatto i produttori di musica
leggera (che da sempre si appoggiano alle orchestrine e allo studio di registrazione per abbellire le
canzoni). In piu` Martin aveva indubbiamente la passione per i suoni insoliti. Agli inizi della sua
carriera, aveva prodotto Rolf Harris' Tie Me Kangaroo, che usava il didjeridoo in un'epoca in cui
quasi nessuno sapeva cosa fosse. Fra il 1959 e il 1962 Martin aveva prodotto diversi dischi di
comici britannici, nei quali aveva sperimentato a dirotto ispirandosi al comico californiano Stan
Freberg, forse il primo ad aver usato lo studio di registrazione come uno strumento.
In quanto icone popolari, personaggi celeberrimi, etc, i Beatles furono certamente influenti sul
loro tempo (benche' molto meno di quanto i loro fans suppongano). Anche Richard Nixon, il
presidente USA della guerra del Vietnam e del Watergate, fu influente sul suo tempo e sulle
generazioni successive: cio` non ne fa un grande musicista.
Oggi le loro canzoni sono suonate per lo piu` nei supermercati. Ma il loro mito, come quello di
Rodolfo Valentino e Frank Sinatra, vivra` finche' vivranno i fans che ci hanno creduto. Negli anni
la loro fama verra` sostenuta artificialmente da campagne pubblicitarie colossali, che non hanno
eguali nella storia dello spettacolo.
La loro storia ebbe inizio alla fine degli anni '50. I Crickets di Buddy Holly ("grilli") avevano di
fatto inventato il concetto moderno di complesso rock. Indirettamente avevano anche lanciato la
moda di battezzare un complesso rock con una parola plurale (come i complessi doo-wop prima di
loro) ma una parola comica invece che seria. In breve spuntarono complessi come i Crickets
dappertutto e quasi tutti con nomi di una parola plurale. A dilagare furono gli insetti. I piu` famosi
furono i Beatles.
Costruiti piu` che altro per portare in Europa lo spirito spensierato, le melodie semplici e le
armonie vocali dei Beach Boys (la novita` americana di turno), i Beatles finirono per diventare
loro malgrado il massimo successo discografico del loro tempo. Detto che ne' i Beatles ne' i Beach
Boys appartengono alla storia maggiore della musica, entrambi furono pero` influenti nel conferire
credibilita` commerciale alla musica rock e nell'incoraggiare migliaia di ragazzi in giro per il
mondo a formare complessi rock; un po' come il successo di Elvis Presley, anche lui lungi
dall'essere un grande musicista, aveva incoraggiato migliaia di ragazzi bianchi (fra cui Beach
Boys e Beatles) a diventare rockers.
La "swinging London" degli anni '60 era un misto di rinnovamento, mediocrita` qualunquista,
disimpegno, rinascita della cultura, attrazione turistica, frenesia di vivere, di istanze di ribellione
sommerse dalle insegne luminose, di ragazzi capelloni e di ragazze in minigonne, di benessere e
ipocrisia del benessere, di qualunquismo e dolce vita, e molte altre cose; i Beatles furono il
prodotto piu` venduto di quella Londra ambigua e contraddittoria.
I Beatles erano originari di Liverpool. John Lennon, che aveva suonato per anni in un gruppo di
skiffle (i Quarrymen, fondati nel 1955) prima di formare i Beatles nel 1960 con McCartney,
suonava la chitarra ritmica. George Harrison, assunto quando era ancora minorenne, era il
chitarrista principe (con uno stile essenziale che si ispirava alle chitarre rockabilly di James
Burton e Carl Perkins). Dopo aver fatto gavetta ad Amburgo in Germania (suonando i classici del
rock and roll), debuttarono al Cavern di Liverpool il 21 febbraio 1961. In seguito Ringo Starr
rilevo` il batterista e Paul McCartney passo` al basso. A differenza degli altri gruppi del
Merseybeat, che fin dal 1960 si erano evoluti verso uno stile sempre piu` guidato dalla chitarra, i
Beatles continuarono a far leva sulle armonie vocali, come si faceva negli anni '40 e '50.
Nel 1962 era esploso il fenomeno di Beach Boys e Four Seasons, due complessi che in realta`
eseguivano musica melodica vocale ma che imitavano i Crickets nell'assetto. Furono comunque
Beach Boys e Four Seasons a imporre le armonie vocali a piu` parti nella musica leggera bianca
(un derivato del doo-wop dei gruppi neri, che era stato popolare per tutti gli anni '50).
Quell'anno i Beatles cominciarono la transizione da gruppo di cover (come tanti altri in Europa) a
gruppo melodico vocale. Uno dei primi brani dei Beach Boys era stato la revisione di un brano di
Chuck Berry. Uno dei primi brani dei Beatles sara` la revisione di un brano di Chuck Berry. Paul
McCartney suonava il basso come Brian Wilson nei Beach Boys.
Brian Epstein fu l'uomo che li scoperse (nel novembre del 1961) e fu l'uomo che ne creo`
l'immagine (fu lui a inventare il loro abbigliamento e la loro capigliatura a caschetto (copiata dal
comico televisivo Ish Kabibble), nonche' a trovare il contratto con la EMI). George Martin fu
l'uomo che ne creo` il sound.
Il 1962 fu l'anno di Dylan, delle dimostrazioni pacifiste, delle canzoni di protesta. Proprio nel
1962, quasi agli antipodi di cio` che stava accadendo in USA, i Beatles esordirono con un 45
giri, Love Me Do (registrata nel settembre 1962), che era un gioviale rhythm and blues condotto
dall'armonica nello stile di Delbert McClinton. Il brano entro` in classifica alla fine dell'anno. Nel
febbraio del 1963 il complesso raggiunse la seconda posizione delle vendite con Please Please
Me. Un'accorta campagna pubblicitaria, gestita genialmente da Epstein, scateno` nel giro di pochi
mesi l'isteria di massa: dischi che si esaurivano prima ancora di essere stampati, mass-media che
seguivano passo-passo le avventure dei quattro eroi, moda che ne imitiva le pettinature a
caschetto. Epstein aveva creato la "Beatlemania".
Di pari passo con il crescere del fanatismo procedeva anche il raffinamento del loro stile, che
assimilava continuamente nuovi elementi e diventava sempre piu` melodico, rinnegando
progressivamente le radici rhythm and blues da cui era partito. Attraverso From Me To You, la
scalmanata She Loves You (con i primi selvaggi "yeah-yeah") e I Want To Hold Your Hand (con
clapping e un ritmo piu` pesante), tutti al primo posto delle classifiche del 1963, si affermava una
tecnica che fondeva secoli di stili vocali (innodia sacra, song elisabettiana, music-hall, ballata folk,
gospel e doo-wop) in una forma armoniosa e cristallina di ritornello ottimista, una variante
dell'operazione appena compiuta negli USA dalle Shirelles. Nei casi migliori era lo stile
giovale/infantile/orecchiabile di Buddy Holly a essere copiato, ma accelerandone il ritmo secondo
la moda del "twist". Il twist era il successo straordinario di quegli anni: ritmo veloce,
atteggiamento provocante e ritornelli orecchiabili. I Beatles intuirono che quella era la formula
giusta.
In USA non se n'era ancora accorto nessuno, e degli album Please Please Me (marzo 1963)
e With The Beatles (novembre 1963) erano apparse soltanto versioni menomate con titoli diversi,
ma nel gennaio 1964 la EMI decise di investire massicciamente e puntualmente I Want To Hold
Your Hand arrivo` al primo posto delle classifiche USA, e cosi` fece il primo album USA, Meet
The Beatles (Capitol, 1964). Negli USA, ripuliti dalla feccia del rock and roll perverso e amorale
degli anni '50, il loro Merseybeat educato e orecchiabile venne visto di buon occhio dai media.
Dopo la prima tournee` del febbraio 1964 e la loro apparizione all'"Ed Sullivan Show", i loro 45
giri capeggiavano saldamente anche le classifiche americane (nell'aprile del 1964 occupavano i
primi cinque posti). D'altronde il loro sound era saturo di musiche americane: lo stile vocale era
mutuato ora dagli hard-rocker come Little Richard e ora dai call-and-response soffici dei Drifters
(l'echeggiarsi l'un l'altro, il protendere una parola per diverse battute, l'urlare "yeah" in modo
scomposto ed emettere gridolini in falsetto), oltre che dai ritornelli di Holly e dalle armonie dei
Beach Boys, mentre lo stile strumentale si rifaceva ancora ai combo di twist.
Il segreto del successo dei Beatles (in USA come in UK) fu la semplicita` degli arrangiamenti:
laddove gli idoli dell'epoca erano spalleggiati da arrangiamenti complessi e quasi classici, e
talvolta anche da effetti di studio, i Beatles usavano la tecnica elementare dei complessi surf senza
alcun supporto dell'orchestra e senza effetti surreali. I Beatles riaffermarono il primato del
cantante in un'epoca in cui il cantante era sempre piu` subalterno allo studio di registrazione. I
giovani degli USA si riconobbero nel loro stile immediato rispetto a quello artificiale dei "teen
idols" degli anni '50 cosi` come si erano riconosciuti nei primi dischi di Presley rispetto a quelli
artificiali della musica leggera degli anni '50.
In parallelo il sound dei Beatles si stava ammorbidendo, seguendo il resto del Mersey sound.
Martin era anche il produttore dei gruppo Gerry & The Pacemakers (formati nel 1959 e anch'essi
gestiti da Epstein), i cui primi tre 45 giri erano arrivati al primo posto delle classifiche di vendita.
Lo stile orecchiabile dei Beatles era, in effetti, stato sperimentato con i Pacemakers, i cui primi tre
45 giri (How Do You Do It, marzo 1963, I Like It, maggio 1963, You`ll Never Walk Alone, ottobre
1963) coniarono di fatto lo stile: una versione molto melodica del rock and roll e una versione
molto edulcorata dei suoi testi ribelli. In pratica i Pacemakers (o chi per loro) avevano trasferito il
rock and roll nella musica leggera, sostituendo ai ritmi forti e "sporchi" del rhythm and blues
quelli leggeri e ordinati della canzone europea, sostituendo alle melodie oblique del blues quelle
orecchiabili dell'operetta britannica e sostituendo ai testi adolescenziali conturbanti di Chuck
Berry i testi adolescenziali romantici dei "teen idols". Con i Beatles il duo di Epstein e Martin
continuo` semplicemente quell'idea. La differenza e` che adesso gli autori di quasi tutto il
repertorio erano John Lennon e Paul McCartney (non necessariamente in coppia, anche se tutte le
canzoni portano la firma di entrambi per ragioni contrattuali).
Nel 1964 a Berkeley, in California, scoppiano i primi disordini studenteschi. I ragazzi protestano
contro la guerra del Vietnam, ma in generale protestano contro l'establishment. La ribellione che
covava dagli anni '50 trova un veicolo intellettuale. I Beatles non ne sanno nulla e quell'anno
registrano Can't Buy Me Love (un rockabilly swingante e melodico alla Bill Haley, il primo ad
arrivare al primo posto sia in UK sia in USA), A Hard Day's Night e I Feel Fine (su cui, nel
novembre 1964, Lennon usava il feedback, inventato negli anni '50 da chitarristi blues come
Johnny Watson e Willie Johnson e gia` usato da Clapton negli Yardbirds), canzoni sempre piu`
esuberanti con ritornelli sempre piu` memorabili, tutte ai primi posti su entrambi i lati
dell'Atlantico. Con queste canzoni e con i loro atteggiamenti pubblici, i Beatles impongono uno
stile di essere giovani piu` fantasioso e provocatorio. I Beatles sono appena nati eppure girano gia`
il primo dei documentari surreali dedicati alla loro vita quotidiana, A Hard Day's Night e
vengono pubblicate le prime due biografie del gruppo. Ma in USA l'investimento e` sempre piu`
massiccio: la EMI firma contratti a valanga per favorire il mercato di parrucche alla Beatles, di
abiti alla Beatles, di cartoni animati ispirati ai Beatles, persino di bambole Beatles. L'America e`
invasa dall'immagine di quei quattro ragazzi sorridenti, con la creazione del mito di "teen idols".
che sembrano esorcizzare la guerra del Vietnam, i disordini studenteschi, le marce della pace,
l'assassinio di John Kennedy, i disordini razziali, Bob Dylan, il rock and roll e tutte le altre
tragedie (presunte o reali) che affliggono l'"American Dream". In fondo, e` una forma di terapia
d'urto.
Naturalmente dietro quei quattro volti sorridenti si celano semplicemente quattro mediocri
musicisti (e quattro miliardari snob nella piu` fiera tradizione britannica). Non sono il simbolo di
una ribellione, ma, al contrario, il braccio armato della reazione. I Beatles ottimisti ed
effervescenti rappresentano soprattutto il bisogno di "evadere" dalla realta`. In particolare i
giovani aveva un bisogno disperato di qualcosa in cui credere, qualcosa che non fosse soltanto
bombe e teppismo. I Beatles trasferirono in musica l'entusiasmo delle masse e, di ritorno, vennero
acclamati con entusiasmo dalle stesse masse, in un ciclo che rasentava il moto perpetuo.
Il meglio del loro cliche' e` riassunto da un celebre aneddoto: intervistato durante la tournee
americana, alla domanda "come avete trovato l'America?" Lennon rispose "abbiamo preso a
sinistra in Groenlandia!" In quest'humour anarchico e surreale e` racchiuso il merito piu` grande
del quartetto.
Dal 1965 il long-playing, che nei due anni precedenti era stato in secondo piano rispetto ai 45 giri
(le versioni USA degli LP comprendevano gli hit, quelle Britanniche in genere no e avevano 14
canzoni contro le 12 delle versioni USA), diventa invece la nuova unita` di misura del loro
lavoro. A Hard Day's Night (1964) era stato il primo album contenente soltanto materiale di
Lennon e McCartney, anche se seguito da For Sale che aveva sei cover (ma anche Eight Days A
Week e la malinconica I Don't Want To Spoil The Party). Help (Agosto 1965) aveva segnato la
transizione dal Merseybeat a un sound piu` folk e country (in molte canzoni sembra di ascoltare
Buddy Holly), svariando da The Night Before a Ticket To Ride. I Beatles di questo periodo
sfoderano soprattutto un talento formidabile per la ballata malinconica, come dimostrano You've
Got To Hide Your Love Away e soprattutto Yesterday, il "lento" per eccellenza di Paul McCartney a
cui Martin aggiunse un quartetto d'archi (la canzone assomiglia un po' a Yesterdays, scritta nel
1933 da Jerome Kern e Otto Harbach), anche se forse il meglio si trova ancora nei brani piu`
aggressivi, come Help, un gospel adattato al loro stile surreale e pieno di vita.
Rubber Soul (dicembre 1965) completo` la transizione dal 45 giri all'album e dal Mersey sound al
folk-rock. L'influenza dei Byrds e` fortissima. (If I Needed Someone e` un omaggio esplitico, che
usa anche un riff di Jim McGuinn). I rock and roll di Drive My Car e Run For Your Life, il piglio
esotico di Norwegian Wood (una litania alla David Crosby accompagnata dal sitar, gia` usato
dagli Yardbirds, e forse a imitazione di cio` che avevano fatto pochi mesi prima i Kinks con See
My Friends), e la pallida psichedelia di Nowhere Man spazzolano un repertorio armonico
relativamente ampio per i loro standard. Per quanto i Beatles cercassero il successo nel mondo del
rock and roll, era evidente che riuscivano meglio nel vecchio mondo della canzone melodica. Le
tenere Girl e, soprattutto, Michelle(uno dei loro classici "lenti" d'atmosfera, per sola chitarra
ritmica, coro e basso melodico, nello stile dei gruppi vocali degli anni '50) erano davvero
eccellenti nel loro genere, anche se ai tempi vennero considerate "minori" in virtu` del fatto che
non vantavano ritmo e volume.
Nel 1965 i Beatles, fermi all'era delle canzoni "soffici", registrano We Can Work It Out, uno dei
loro capolavori melodici, d'atmosfera francese (organetto da strada, fisarmonica). Continuano
anche a inseguire il miraggio del "rave-up" con Day Tripper, che sfodera il loro riff piu` duro
dell'epoca (rubato a Watch Your Step del bluesman Bobby Parker) ma suona piu` che altro come
una patetica risposta a Satisfaction dei Rolling Stones e a You Really Got Me dei Kinks, i due
brani "duri" che avevano scosso le classifiche di quell'anno (uscite rispettivamente a gennaio e
l'anno prima).
La perfezione formale del loro melodismo si sublima invece nei 45 giri del 1967: quello
barocco/elettronico di Penny Lane / Strawberry Fields Forever che esce a febbraio (il primo a non
raggiungere la cima delle classifiche e uno dei loro massimi capolavori), quello quasi hard-rock
di Paperback Writer, e quello bambinesco di Yellow Submarine, mosaico di gag sonore e di cori
da pub.Penny Lane rappresenta l'apice manieristico dell'arrangiamento: ritmo vaudeville, melodia
ipnotica, trombe rinascimentali, flauti folk, triangoli.Strawberry Fields Forever e` un altro
esperimento psichedelico forte di un arrangiamento denso e caleidoscopico (backward vocals,
mellotron, arpa, timpani, bongos, tromba, violoncello).
Gli esperimenti sarebbero forse continuati in direzione piu` seria, come lascia pensare l'ottima idea
di Carnival of Light di 14 minuti, registrata al principio del 1967 ma mai completata e mai
pubblicata.
Il 1967 fu l'anno delle radio FM che cominciavano a trasmettere lunghi brani strumentali. In Gran
Bretagna fu anche l'anno della moda psichedelica: in Aprile si tenne il Technicolor Dream, che
segno` l'apice del fervore psichedelico a Londra, facendo seguito a vari eventi dell'UFO Club, e i
Pink Floyd destarono scalpore con i loro singoli psichedelici.
Puntualmente i Beatles registrano Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (1967), l'album
quasi-concept che usci` proprio nei giorni in cui il festival di Monterey consacrava i nomi sacri di
quegli anni. A differenza dei dischi rivoluzionari di quegli anni, registrati con mezzi umili e in
fretta e furia, l'album dei Beatles era costato un'enormita` e aveva richiesto quattro mesi di lavoro.
I Beatles si librano nel ritornello etereo di Lucy In The Sky With Diamonds (le cui iniziali dicono
"LSD"), con sitar, organi scordati e acuti indianeggianti, indulgono in canzoncine da vaudeville
come Lovely Rita e When I'm Sixty Four(un ragtime d'epoca degno della Bonzo Band), sfoderano
il melodismo stralunato di With A Little Help, e disseminano effetti di studio qua e la` per darsi
l'aria di avanguardisti (Fixing A Hole e soprattutto Being For The Benefit Of Mr Kite), in realta`
tutti spunti mediati dal music-hall, dal circo e dalle bande di paese.
A Day In The Life rappresenta l'apice di questo matrimonio di tecnica e di filosofia, di questo
felice connubio fra la fantasia armonica di Martin (persino un'orchestra di quaranta elementi, in
cui ogni strumento suona dalla nota piu` bassa a quella piu` alta) e l'esistenzialismo hippie di
Lennon (che viviseziona l'alienazione borghese).
Tutto fluisce senza intoppi all'insegna di un melodismo di prima qualita`, ora potenziato da
arrangiamenti d'alta fedelta`, e svariando con la solita disinvoltura dalla ballata folk al vaudeville
di periferia, dal soul alle marce da fiera, dall'Oriente allo swing, dalla musica da camera alla
psichedelia, dal tip-tap alle orchestrine del parco. Il tutto fuso in un flusso continuo che ricorda il
susseguersi di sketch di uno spettacolo di varieta`.
Piu` che un album di musica psichedelica (rispetto alla quale sembra davvero un disco di
retroguardia),Sgt Pepper fu la loro risposta ai sofisticati arrangiamenti pop di Pet Sounds, il
capolavoro dei loro rivali Beach Boys, uscito un anno e tre mesi prima. I Beatles erano sempre
stati ossessionati dai Beach Boys, dei quali avevano copiato le armonie vocali a piu` parti, lo stile
melodico e l'atteggiamento di pazzerelli (tutta la carriera dei Beatles dal 1963 al 1968 ricalca
praticamente quella dei Beach Boys, con un anno o due di ritardo, fino alla formazione della
Apple Records esattamente un anno dopo la formazione della Brother Records). Pet
Soundsaveva fatto scalpore, in quanto trasportava in una sofisticata arte di studio il melodismo
naif della musica surf. I Beatles registrarono Sgt Pepper (dal febbraio al maggio 1967) sulla
falsariga di Pet Sounds. Le differenze sono principalmente due: Pet Sounds venne arrangiato,
orchestrato e prodotto da Brian Wilson in persona, non da un produttore esterno come George
Martin; e i Beatles erano, come al solito, in ritardo sui tempi (non solo Pet Soundsera gia` uscito
da un anno quando i Beatles cominciarono a registrare Sgt Pepper, ma erano gia` decine i dischi
influenzati da Pet Sounds).
Il mito racconta che ci vollero ben 700 ore di registrazione per finire l'album. (Uno si domanda
cosa avrebbero potuto fare tanti altri complessi meno fortunati con 700 ore di registrazione). Se
uno prova a togliere qualche centinaia di ore di raffinamento, non rimane molto piu` di cio` che
era gia` presente su Revolver: qualche tocco orientaleggiante, qualche bizzarria psichedelica,
qualche arrangiamento classicheggiante. Togliendo ancora un po' di strati di produzione
rimangono soltanto delle melodie pop, non molto diverse da quelle che scalavano le classifiche
dieci anni prima.
La differenza e` che Sgt Pepper venne congegnato per far pensare all'opera rivoluzionaria. Fu
anche il primo album dei Beatles di cui usci` una sola versione in tutto il mondo e quella versione
era stata pensata per essere un album (nessuna delle sue canzoni usci` su singolo).
La verita` e` che, Per quanto dichiaratamente "sperimentale", anche Sgt Pepper rimaneva ancora
un disco di musica leggera. I Beatles del 1967 facevano ancora canzoncine di tre minuti, mentre i
Red Crayola e i Pink Floyd (per citare due gruppi psichedelici di quell'epoca) suonavano lunghe
suite in formato libero, talvolta persino cacofoniche, spesso puramente strumentali, al limite della
musica d'avanguardia. I Beatles non avevano mai registrato una canzone che non fosse imperniata
su un ritornello. Il gruppo nel 1967 cominciava a sentirsi superato dai tempi e tento` di aggiornarsi
alla moda. Ma non riuscirono a spingersi oltre la forma della canzonetta (probabilmente per il
semplice fatto che non ne erano capaci, cosi` come Marilyn Monroe non sarebbe stata capace di
recitare Shakespeare).
Sgt Pepper e` il disco di un complesso di musica leggera che aveva fiutato il cambiamento
nell'aria e aveva adeguato il proprio stile agli hippies. E, arrivando buon ultimo, fini` per sancire la
fine di un'epoca. Sgt Pepper usci` nel giugno 1967 dopo che Velvet Underground &
Nico (gennaio), The Doors (gennaio), Younger Than Yesterday(febbraio) dei
Byrds, Surrealistic Pillow dei Jefferson Airplane (febbraio) avevano cambiato per sempre la
storia della musica rock. (Gran parte delle "innovazioni" tecniche di Sgt Pepper sono prese di
sana pianta da Younger Than Yesterday di cui i Beatles avevano ascoltato i nastri alla fine del
1966). Il successo strepitoso di Sgt Pepper trasferi` quelle innovazioni dall'underground
americano ai salotti e ai supermercati di mezzo mondo.
Con Sgt Pepper culmino` comunque il programma sociologico di Lennon e McCartney iniziato
con il rock and roll melodico del 1963. La musica dei Beatles rendeva gli eventi (musicali e non)
del tempo filtrati attraverso gli occhi della media borghesia che non ne era protagonista ma solo
spettatrice (perplessa e un po' spaventata). Quel programma aveva avuto il pregio di
sdrammatizzare e di conferire un tono leggero e naif ad eventi che stavano causando disordini
politici e una rivoluzione morale. I Beatles ebbero il merito di rassicurare la media borghesia in
un'era in cui c'era poco altro di rassicurante per la middle-class.
Gli arrangiamenti di questo periodo (i clavicembali e i flauti, i nastri pre-registrati e gli effetti
elettronici) furono dovuti n gran parte all'accorto lavoro di produzione di Martin, ex membro
dilettante di una banda marciante domenicale di St. James Park. Martin sapeva che i musicisti
d'avanguardia facevano musica manipolando nastri, che esistevano strumenti esotici dalle
timbriche insolite, che i complessi rock stavano dilaniando l'armonia classica. Il suo retroterra
(nonche' il suo livello culturale) rimaneva quello del circo, del carnevale, dell'avanspettacolo,
dell'operetta, delle bande marcianti, quello, insomma, dei teatrini di Londra. Martin non fece che
applicare le tecniche eterodosse che aveva scoperto a quel patrimonio folkloristico. Il risultato non
fu particolarmente geniale (Martin non era Beethoven e neppure Karajan), ma certamente curioso.
E' lui, in questo periodo, il vero genio musicale dei Beatles, capace di trasformare le loro pose
snob, le loro puerili presunzioni, i loro effimeri entusiasmi, in idee musicali. E' lui a trasformare le
loro melodie di seconda mano in monumenti di arrangiamenti eccentrici. E' persino lui a suonare
alcuni di quegli strumenti per cui passeranno alla storia i brani di quegli anni. La sua mano ha
lasciato un'impronta sempre piu' forte a partire da Rubber Soul e su Sgt Pepper ha modo di dar
fondo alle sue conoscenze e al suo intuito. Martin, forte di uno status di intoccabile, non si ferma
davanti ad alcun espediente. E' invece di McCartney l'idea/ambizione di collegare le canzoni fra di
loro in modo da ottenere un flusso continuo: e' la sindrome dell'operetta, che da sempre ossessiona
i musicisti del musichall britannico. I Beatles riempiono le cronache delle loro dichiarazioni sugli
stupefacenti e sul misticismo indiano, e di come quelle ispirazioni si trasferiscano nelle loro
canzoni, ma e' Martin quello che compie il "trasferimento", quello che trasforma le loro velleita' in
musica.
Al tempo stesso, il manager che li aveva resi celebri, Epstein, mori` proprio nei mesi di Sgt
Pepper, imbottito di alcohol e di droga. Venne cosi` a mancare una figura che era stata
fondamentale per il loro sviluppo (l'uomo che aveva inventato il loro mito). I Beatles erano quattro
ragazzi immaturi, che per anni erano stati i protagonisti (involontari) di una soap opera di enorme
successo, ma avevano pagato quel ruolo con la reclusione. Per anni non avevano messo il naso
fuori dalla stanza d'albergo o dalla limousine. Man mano che la sorveglianza di Epstein si
allentava, i Beatles cominciavano a guardarsi attorno. Scoprirono improvvisamente le sostanze
stupefacenti e gli ideali pacifisti, le religioni orientali e le lotte studentesche. Era un mondo
completamente nuovo per loro, di cui infatti non c'e` traccia nel loro repertorio dei primi anni. Fu
una rivelazione traumatica. La progressiva assenza di Epstein porto` il caos (e non a caso segno`
l'inizio dei problemi di vendite, di immagine e di pubbliche relazioni che avrebbero portato allo
scioglimento del gruppo) ma consenti` anche ai quattro Beatles di maturare le prime esperienze
post-puberali.
Non a caso Sgt Pepper e` un'opera di rottura (all'interno della loro carriera) a piu` livelli. E` un
concept (molto autobiografico) sulla presa di coscienza, e` un concept del fatto di essere in grado
di comporre un concept.
Sono di quel periodo, a cavallo fra due epoche, un paio di progetti realizzati con spirito insolito: il
programma televisivo Magical Mystery Tour e il cartone animato Yellow Submarine. In essi si
possono scoprire alcune delle idee piu` geniali del quartetto: rispettivamente il grottesco incubo
schizoide di I Am The Walrus e il trip caleidoscopico di It's All Too Much, semplici esercizi di
surrealismo e psichedelia applicati al Merseybeat. Nel primo si trovano anche la ballata
pastorale The Fool On The Hill, la psichedelica Blue Jay Way e il mantra di Baby You`re A Rich
Man.
Nel frattempo gli hit continuano a fioccare e risentono del clima sperimentale: Magical Mystery
Tour, sigla dello show, con trombe, cambi di ritmo, piano jazz e andamento da imbonitore di
fiere, Your Mother Should Know, altro classico vaudeville, All You Need Is Love, quasi il loro
inno, Hello Goodbye, altro ritornello memorabile deformato da giochi psichedelici, Lady
Madonna, in forma di boogie alla Fats Domino. Ma i Beatles appartengono ancora all'era del pop:
non usano l'assolo, che invece sta trionfando con i Cream, strimpellano senza saper veramente
suonare gli strumenti, a differenza di Hendrix, e non sperimentano con l'armonia, come invece
stanno facendo i Pink Floyd. Non sono in retroguardia, sono semplicemente in un altro genere.
Hey Jude (agosto 1968), una "lunga" (per i Beatles) jam di blues-rock psichedelico (ma in realta`
un altro "lento" storico di McCartney), usci` dopo Dear Mr Fantasy dei Traffic e quando la
popolarita` dei Cream e delle loro lunghe jam dal vivo era al culmine. Paradossalmente, fu questo
tardo brano a stabilire il loro primato di vendite: rimase nove settimane al primo posto della
classifica di Billboard e vendette sei milioni di copie.
Fissato lo standard melodico del decennio, il quartetto lo aveva implementato su tutti i sistemi
armonici che mano a mano venivano proposti dalla moda. Applicando la legge industriale della
continua riconversione, i Beatles seppero rimanere sempre sulla cresta dell'onda. Tanta varieta` di
arrangiamenti sfocio` in un vero e proprio manierismo, un'attenzione estrema per il dettaglio e per
l'ornamento. Gli album del terzo periodo oscillano infatti fra il collage di miniature e la fantasia
melodica, ferma restando in ogni caso una sapiente coesione armonica fra ogni brano e il
successivo, fino a ricalcare, consciamente o meno, la struttura dell'operetta.
I quattro vivevano ormai vite separate, ciascuno poco o nulla interessato alle idee degli altri tre. Il
nuovo disco, inevitabilmente, rifletteva la situazione, dando l'impressione di un'antologia di
quattro artisti profondamente diversi piu' che di un disco registrato da un complesso.
Il doppio The Beatles (novembre 1968), molto simile in spirito al doppio Notorious Byrd
Brothersdei Byrds (giugno 1968), risulta cosi' un accumulo disordinato delle idee piu' disparate.
Nessun album del quartetto e' stato cosi' vario ed eclettico. La loro nuova libidine "progressiva"
trova un nuovo sfogo nel blues-rock (Rocky Raccoon, Why Don't We Do It) e in particolare in
vertiginosi iper-boogie (Birthday e Helter Skelter). Al tempo stesso, e per conseguenza di quel
frazionamento dell'ispirazione, il disco abbraccia una cornucopia di generi: brani classicheggianti
(Piggies, raro momento di genio di Harrison, una sonata barocca eseguita con lo humour
sarcastico della Bonzo Dog Doo Dah Band, con una melodia presa da Eveline di Stephane
Grappelli), folk acustico (Blackbird), cori da campeggio (Bungalow Bill), tenere serenate (Cry
Baby Cry, con una delle loro migliori progressioni di pianoforte), e la solita sfilata di vaudeville
(Don't Pass Me By, Martha My Dear, Obladi Oblada), con l'apice inWhile My Guitar Gently
Weeps, fiore estremo del loro melodismo, per finire con una lunga jam piu` o meno d'avanguardia
(Revolution N. 9, di Lennon e Yoko Ono, due anni dopo che c'erano arrivati tutti, e tre anni dopo
gli undici minuti di Goin' Home dei Rolling Stones).
Questo cosiddetto White Album risente del cambiamento d'umore nella musica rock (uscito tre
mesi dopo Sweetheart Of The Rodeo dei Byrds, che aveva seguito il Bob Dylan di John Wesley
Harding verso una musica piu` semplice e tradizionale). E forse risente soprattutto della
scomparsa di Epstein.
Nel 1968 la Gran Bretagna e` attraversata dalla febbre dei "concept album" e delle "rock opera", in
gran parte realizzati da complessi della generazione dei Beatles: Tommy degli Who, The Village
Green Preservation Society (1968) dei Kinks, Ogden's Nut Gone Flake degli Small
Faces, Odyssey and Oracle degli Zombies, etc. Con il solito anno di ritardo, ci provano anche i
Beatles. L'operetta vaudeville Abbey Road (1969) fonde tutti i generi del loro repertorio in un
flusso continuo di melodie e arrangiamenti, formalmente perfetti, un summa enciclopedico della
loro carriera, una serie di vignette quasi auto-parodistiche che rubano il verso a saltimbanchi
(Maxwell's Silver Hammer), crooner (Oh Darling, una parodia alla Bonzo Band), babysitter
(Octopus's Garden, nella vena bambinesca di Yellow Submarine), e culminano nella travolgente
suite della seconda facciata, che dall'esuberanza naive di You Never Give Me Your Money (una
mini rock opera in se`, che potrebbe stare sui primi album di Frank Zappa) e Mean Mr Mustard,
attraverso l'incalzare di Polytheme Pam e She Came In Thru The Bathroom Window, va a
spegnersi malinconicamente in Carry That Weight, l'ennesimo coro goliardico (che riprende i temi
di Money e I Want You). E' l'apoteosi della personalita' di tardo guitto del musichall di McCartney.
Ed e`, soprattutto, un capolavoro di produzione, di sound, di incastri sonori.
Come nel caso dei loro coetanei Who, Kinks, Small Faces e Zombies, proprio questo tardo album
a tesi rischia di rimanere il loro capolavoro. Naturalmente, non si avvicina neppure lontanamente
agli standard creativi dell'epoca (1969), ma costituisce comunque un risultato formalmente
impeccabile nel campo della canzone melodica. Per molti versi, pero`, le due canzoni migliori
sono anche le piu` semplici, e sono scritte entrambe da George Harrison.
Nonostante gli sforzi di coesione le loro personalita` divergevano ormai troppo nettamente: il
mesto hippie George Harrison attratto dallo spiritualismo orientale (sue le ballate malinconiche del
periodo: Something, 1969, Here Comes The Sun, 1969); il sorridente borghese Paul McCartney
sempre piu` immerso nella musica leggera (sue tutte le filastrocche fino a Get Back, 1969, e Let It
Be, 1970); il pensieroso intellettuale John Lennon proteso verso la confessione intimista,
l'impegno politico e un suono piu` duro e/o psichedelico (Revolution, 1968, Come Together, 1969,
l'onorica e indiana Across The Universe, 1970). Ed erano canzoni sempre piu` banali e anonime.
In fondo la separazione era iniziata su Revolver (Tomorrow era di ed era stata mimetizzata nei
dischi successivi dagli arrangiamenti certosini di Martin.
La musica dei Beatles si era adeguata di anno in anno alle mode di turno: il doo-wop, il garage-
rock, la psichedelia, il country-rock. Pochi complessi rock cambiarono stile cosi` drasticamente di
anno in anno.
Ma i Beatles cominciarono forse a sentirsi obsoleti con i concerti dei Cream. Quei concerti furono
il primo fenomeno musicale a far epoca (in Gran Bretagna) come la Beatlemania. I Cream fecero
sembrare tutto il Merseybeat terribilmente vecchio, cosi` come i Beatles avevano fatto sembrare
Elvis Presley vecchio. Nel 1969 i Led Zeppelincambiarono completamente l'aspetto delle radio e
delle classifiche. Per i Beatles era stato relativamente facile inseguire tutte le mode precedenti
(compresa la psichedelia), facendo sempre leva sul melodismo, ma l'hard-rock era addirittura
l'antitesi di tutta la Beatlemania: l'idolo non era piu` il cantante, ma lo strumento; l'eccitazione
derivava dal riff e non dal ritornello; il pubblico si sfogava in concerti oceanici per capelloni
drogati, non in teatri gremiti da ragazzine isteriche. L'hard-rock era la negazione del loro
melodismo naive. Non e` una coincidenza che l'avvento dell'hard-rock decreto` la fine dei Beatles.
Nel 1970 i Beatles si sciolsero e ognuno intraprese una carriera solista. Lennon (assassinato nel
dicembre 1980 da un fanatico) non fece nulla degno dei grandi cantautori dell'epoca e, al di la`
delle vicende politiche e sentimentali, non sarebbe mai stato conosciuto per i suoi dischi se non
fosse stato un reduce dei Beatles. La sua carriera solista oscillo` ambiguamente fra l'hard-rock e la
ballata, l'utopia del "peace and love" e il romanticismo domestico. La sua vicenda extra-Beatles
era iniziata con l'albumTwo Virgins (Apple, 1968), una collaborazione con la celeberrima seconda
moglie Yoko Ono (erede di una dinastia di banchieri giapponesi, laureata in filosofia, trasferitasi
negli USA nel 1953, membra del movimento d'avanguardia Fluxus e artista performance in giro
per il mondo durante gli anni '60). L'album venne seguito dai piu` sperimentaliLife With The
Lions (Apple, 1969) e Wedding Album (Apple, 1969), sempre collaborazioni con la moglie,
nonche' dall'album live con Give Peace A Chance (una singalong corale di strada alla David Peel),
ma forse il meglio di Lennon si trova sull'autobiografico John Lennon/ Plastic Ono
Band(Capitol, 1970), il cui sound e` marchiato a fuoco dalla produzione vibrante di Phil Spector,
come dimostra anche il singolo Instant Karma (in gran parte dovuta a Spector). L'album di
maggior successo fu il successivo Imagine (1971), che contiene Imagine, una delle sue canzoni
piu` note insieme alle coeve Power to The People e Happy Christmas. La coppia divenne piu`
celebre per l'attivita` pacifista e le cause umanitarie che per la musica. L'unico numero uno di
Lennon fu un duetto con Elton John, Whatever Gets You Thru The Night(1974). Una serie
imbarazzante di album mediocri era culminata in Double Fantasy (Geffen, 1980),
contenente Starting Over e Woman, pochi mesi prima della sua morte (contiene anche la celebre
frase "Life is what happens to you while you're busy making other plans" ma e` una scopiazzatura
di "Life is what happens to us while we are making other plans" di Allen Saunders, vecchia di
almeno 23 anni).
McCartney fece ancora qualche album che valgono quelli dei Beatles, solo che non erano intitolati
"The Beatles". Su McCartney (Apple, 1970) suono` tutti gli strumenti da solo, e la musica e` lo
stesso gradevole easy-listening di Revolver. Ram (Capitol, 1971) sembra la continuazione della
produzione eccentrica di Abbey Road. Band On The Run (Capitol, 1973) e` forse il meno
peggio degli album dei Wings, il complesso da lui formato nel 1971.McCartney II (Columbia,
1980), con cui McCartney riprende la carriera solista, e` un altro bagno catartico nell'easy-
listening. Tug Of War(1982) e` forse il migliore dei suoi album solisti, grazie all'impressionante
cast di collaboratori, ma il culmine ideologico del suo kitsch si trova su Pipes Of
Peace (1983). Liverpool Oratorio (EMI, 1991) fu il suo debutto nella musica classica. Le sue
canzoni (da solo o con i Wings) sono balzate regolarmente in testa alle classifiche. Fra stucchevoli
ninnananne (Maybe I'm Amazed, 1970; Another Day, 1971; Uncle Albert, 1971; My Love,
1973; Band On The Run, 1973; Listen TO What The Man Said, 1975;Silly Love Songs, 1976; With
A Little Luck, 1978;Coming Up, 1980; No More Lonely Nights, 1984;Spies Like Us, 1985) e duetti
con altri cantanti (Say Say Say, 1983, con Michael Jackson; Ebony And Ivory, 1982, con Stevie
Wonder), McCartney detiene il record di primi posti nelle classifiche di Billboard.Mull of
Kintyre (1977) fu il primo singolo britannico a vendere piu` di due milioni di copie, ma e` una
filastrocca folk. Pochi cantanti di musica leggera hanno pubblicato canzoni cosi` scontate. Durante
gli anni '80 e '90 ogni album annunciato come una rinascita artistica fu peggiore del precedente,
fino aChaos and Creation in the Backyard (Capitol, 2005), prodotto da Nigel Godrich e suonato
per lo piu` da McCartney stesso a tutti gli strumenti. Il giorno della sua pubblicazione, Memory
Almost Full (2007) venne suonato tutto il giorno in tutti gli Starbucks del mndo, un fatto
generalmente interpretato come divina punizione per i suoi avventori.
Per quanto banale chitarrista e cantante, Harrison (morto di cancro nel novembre 2001) fu forse
l'unico a produrre dischi degni di nota, prima gli esperimenti di Wonderwall (Zapple, 1968), un
collage di musica Indiana e sue canzoni, e Electronic Sounds (Zapple, 1969), che contiene due
suite elettroniche realizzate con l'aiuto di Bernie Krause (Under The Mersey Wall e No Time Or
Space), e poi il triplo All Things Must Pass (Apple, 1970), prodotto da Phil Spector, che
riprendeva le tematiche raga-psichedeliche di altri complessi in un contesto folk pastorale e
costituiva pertanto una buona prosecuzione del discorso iniziato da Donovan nel 1967; (What Is
Life, Isn't It A Pity, Let It Down, Apple Scruffs, Art Of Dying, My Sweet Lord); un disco non ha
quasi nulla in comune con la musica dei Beatles. Infervorato di credo Zen e altre banalita`
dell'epoca, Harrison organizzo` anche il primo grande concerto di beneficenza, quello per il
Bangla Desh del 1972, e registro` ancora Living In The Material World (1973), con Give Me
Love, ed ebbe qualche hit con Dark Horse (1974) e You(1975). Dopo una serie di album
miserabili, Harrison torno` nelle classifiche nel 1987 con Got My Mind Set On You (un vecchio
gospel di Rudy Clark). L'anno successivo Harrison accetto` di diventare uno dei cinque Traveling
Wilburys con Dylan, Tom Petty, Jeff Lynne e Roy Orbison (Last Night, 1988).
Tutti e tre mancavano fondamentalmente di talento, ma le loro parabole sono molto diverse:
Harrison ha provato davvero a sperimentare qualcosa di nuovo, ma limiti di ispirazione non gli
hanno consentito di andare oltre il plagio; Lennon ha fatto finta di sperimentare qualcosa di
nuovo, ma in realta` ha continuato (coscientemente o meno) a proporre pop music convenzionale
mascherata da musica impegnata; McCartney e` un personaggio molto meno ambizioso, che si e`
accontentato di vivacchiare sugli allori e di produrre la musica che gli piace ascoltare (easy-
listening, pop, oldies), ed e` tutto sommato il piu` sincero dei tre, certamente il piu` conscio della
storia del rock, e anche il piu` conscio dei propri limiti, e l'unico davvero dotato di senso dello
humour.
Negli anni '90 McCartney e i discografici tentarono disperatamente di tener in vita il mito
lanciando operazioni commerciali di carattere nostalgico ogni due/tre anni. Le loro vicende
vennero seguite con interesse per lo piu` dai rotocalchi che trattano di Lady Di e dei principi di
Monaco.
If you want to find out why some critics think that the Beatles were the biggest swindle of all
times, Love (2006) is the album to start with. "Remixed" by George Martin in person, these songs
include tunes that most singer-songwriters would be ashamed to use, sitting next to old hits that
were as trivial as the worst fluff of the Sixties. The new generations will be relieved to learn that
they did not miss much. The old generations will be disappointed to see that the music press has
not changed much from the days when the majors told them what to write.
Dopo lo scioglimento divenne ancor piu` evidente il ruolo giocato da Martin nel ruolo di
produttore. Non sapremo mai cosa sarebbero stati i Beatles se non avessero incontrato Martin, ma
sappiamo cos'era stato Martin prima di incontrare i Beatles: esattamente lo stesso, un produttore di
successo che aveva portato ai vertici delle classiche una serie di canzonette. E sappiamo cosa
furono i Beatles senza Martin, dopo lo scioglimento: quattro cantautori mediocri. Quanto fossero
bravi i Beatles a sperimentare da soli (senza Martin) lo dimostrarono con i loro dischi solisti.
I Beatles sono passati alla storia per le melodie e per gli arrangiamenti, ma in realta` la
Beatlemania fu dovuta, e giustificata, dal rock and roll esuberante che suonavano nel 1963 (con
strumenti elettrici e batteria) e che rivitalizzo` il genere, in quegli anni affondato nelle melense
canzoni orchestrali dei "teenage idols". Revolver ha indubbiamente il merito di aver creato una
sofisticata arte di pop da salotto. Il loro album piu` celebre, Sgt Pepper, e` in realta` un'opera
ipocritamente commerciale, un'opera di canzonette tradizionali camuffate per sembrare musica
psichedelica d'avanguardia, ma costituisce comunque il preludio alla suite barocca di Abbey
Road, loro apice formale. Parabole simili le possono vantare quasi tutti i complessi dell'epoca, ma
pochi conoscono i dischi degli altri complessi dell'epoca.
Anche nei momenti migliori, inoltre, i Beatles non espressero mai lo spirito della loro epoca:
erano in ritardo sui tempi, o addirittura controcorrente. Espressero per lo piu` i valori dell'epoca
precedente, quella puritana degli anni '40, i valori di ordine e rispetto (morali, musicali, sociali)
che il rock and roll aveva attaccato negli anni '50. Non sorprende pertanto che le loro canzoni
assomiglino (testi, musiche e arrangiamenti) a quelle di Tin Pan Alley.
Alcune rimarranno indubbiamente negli annali della canzone melodica (Love Me Do, Hard Day's
Night, I Feel Fine, We Can Work It Out, Penny Lane, Hello Goodbye, A Little Help, Lucy In The
Sky). Nel bene e nel male, quei ritornelli immortali portarono il rock sul piano dello humour
giocondo e infantile, allontanandolo dalle sue origini violente e ribelli.
I Beatles furono indubbiamente fra i grandi melodisti dell'epoca, ma in un'epoca in cui la melodia
era considerata un fatto riduttivo. Le loro melodie segnarono di fatto una regressione al cantante
melodico degli anni '50, proprio il tipo di cantante a cui si era opposta la musica rock fin dalla
nascita e proprio il tipo di cantante che l'industria discografica stava tentando disperatamente di
riaffermare nei primi anni '60 con il fenomeno dei "teen idols".
Nella loro carriera i Beatles, in pratica, cavalcarono tutte le mode (che provenivano in gran parte
dagli USA): il rock and roll di Chuck Berry, le armonie vocali a piu` parti dei Beach Boys, la
melodia romantica di Tin Pan Alley, il pop barocco di Pet Sounds (Beach Boys), la rock opera
alla Absolutely Free (Frank Zappa), gli arrangiamenti psichedelici di gruppi come gli Electric
Prunes, i riff duri di chitarra e il jamming collettivo del blues-rock (Cream in primis), il revival del
folk e del country (lanciato dai voltafaccia di Dylan e Grateful Dead) e cosi` via. Il grande
pubblico conobbe, pero`, le innovazioni apportate dai musicisti rock soltanto attraverso i dischi dei
Beatles. Alla fin fine il successo dei Beatles e` uno dei massimi paradossi del secolo: non avevano
capito assolutamente nulla di cio` che stava succedendo intorno a loro, ma qualunque cosa
copiassero otteneva subito un successo strepitoso. Comprando i loro dischi, si comprava una
scorciatoia alla musica di quell'era.
L'influenza che i Beatles esercitarono non e` propriamente di carattere musicale. La musica rock
che scaturi` da quegli anni fu tutt'altro: lunghi brani sperimentali, ballate di protesta, suite
strumentali, jam improvvisate di blues. I Beatles facevano canzonette. I musicisti rock di
quell'epoca facevano tutto meno che canzonette, perche' il rock era nato appunto come alternativa
alla canzonetta. Le radio FM nacquero per suonare musica rock e non canzonette. Le riviste di
musica rock nacquero per recensire la musica rock e non canzonette. Ad ascoltare i Beatles erano
anzi proprio i giovani (e in prevalenza "le" giovani) a cui dava fastidio la musica rock.
La loro influenza sul costume dell'epoca e` indubbia, ma sul costume in senso stretto. La loro
influenza, nel bene e nel male, sui grandi fenomeni degli anni '60 fu nulla: a differenza di Bob
Dylan, non causarono disordini studenteschi; a differenza di Jefferson Airplane e Grateful Dead,
non causarono il fenomeno degli hippie; a differenza di Jim Morrison e Jimi Hendrix, non
causarono il mito della droga; a differenza di Mick Jagger e Frank Zappa, non ebbero alcun
impatto sulla rivoluzione sessuale. Anzi, i Beatles, come icone di costume, espressero proprio
l'opposto: il desiderio di arginare tutti questi fenomeni. Nelle canzoni dei Beatles non c'e` la
guerra del Vietnam, non c'e` la politica, non ci sono i milioni di ragazzi in strada, non ci sono
promiscuita` sessuali, non ci sono drogati e non ci sono teppisti. Il mondo dei Beatles e` un mondo
in cui si conservava l'ordine sociale degli anni '40-50. Al massimo furono influenti sui sogni
proibiti di qualche ragazzina "ye-ye" e sulla capigliatura a caschetto di qualche ragazzino di buona
famiglia.
I Beatles ebbero la funzione storica di paladini della reazione. I loro sorrisi e i loro ritornelli
tennero nascosti i fatti rivoluzionari di quell'epoca per la borghesia che non voleva sapere nulla
dell'insofferenza dei giovani e dell'underground emergente.