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LINEA

MEDIANA
INDICE
I FAN TOKEN DELLA SQUADRA CHE NON ESISTE 3

LM INTERVISTA MICHAEL KIRKHAM DI “URBAN GOALS” 7

GALLIPOLI E CASARANO: INDUSTRIALIZZAZIONE E CALCIO NEL 10


SALENTO

IL CONCETTO DI PROVINCIA NEI BALCANI 15

CATANZARO E IL CATANZARO: ANATOMIA DI UN RAPPORTO 18


IMPERFETTO

DER ITALIENISCHE FUSSBALL: CALCIO E IDENTITÀ IN SUDTIROLO/ 23


ALTO ADIGE

DI UN PRO CHE NON ESISTE PIÙ 28

SAN GIUAN FA MINGA INGANN: LA PRO SESTO E LA SUA GENTE 30

PAROLE NEL PALLONE 33

2 Facebook Linea Mediana


Mail lineamediana@libero.it
I FAN TOKEN DELLA SQUADRA CHE
NON ESISTE
Il 4 maggio, il Wall Street Journal raccontava il Lo sguardo lungo
crollo del 92% delle vendite di NFT nei sei mesi In tanti si ricordano del Novara Calcio. Nel gen-
precedenti, dicendo senza mezze misure che il naio 2010 arrivava a contendere al Milan una
settore era al “collasso”. Non è compito né ambi- qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia,
zione del sottoscritto fare analisi o previsioni sul qualche mese dopo veniva promosso in Serie
futuro di questo mercato, ma da profano rimango B, e nel 2012 tornava in Serie A dopo 56 anni.
abbastanza di stucco nel contemplare quella che Poi, nell’estate 2014 era nuovamente in Serie
pare essere la fine di un business che, tra il 2020 C, stessa categoria in cui si trovava nell’ottobre
e il 2021, era assurto a gallina dalle uovo d’oro di 2020, quando inizia la nostra storia. In mezzo
molti settori, compreso quello del calcio. c’erano state altre tre stagioni in B, che avevano
I Non-Fungible Tokens sono, per farla breve, de- lasciato in dote debiti e un rapporto ormai usura-
gli oggetti digitali unici, come ad esempio il cer- to con il proprietario Massimo De Salvo, il quale
tificato di proprietà di un’opera d’arte. Durante i a fine 2019 cedeva l’80% delle quote societarie a
mesi della pandemia, molte società di calcio han- Maurizio Rullo e si trasferiva in Romania.
no deciso di sperimentare nuove forme di finan- È quasi superfluo dire che la relazione tra la tifo-
ziamento ricorrendo alle nuove tecnologie, e av- seria azzurra e il nuovo titolare non fu mai molto
vicinandosi dunque al mondo degli NFT. È nato positiva, sia per ragioni sportive che economi-
così il business dei Fan Token dei club, che ap- che. A suo dire, quando era arrivato in società
partengono allo stesso ambito pur non essendo Rullo aveva trovato un debito pari a 13 milioni di
tecnicamente degli NFT. Il loro successo è stato euro, e aveva fatto il possibile per tamponarlo,
tale che molti club di Serie A - ma anche degli dato che estinguerlo era fuori dalle sue possibi-
altri campionati in giro per l’Europa e il mondo - lità. Il suo piano per il Novara passava imman-
si sono appoggiati al progetto di una compagnia cabilmente dal progetto per la costruzione di un
come Socios.com, che in questa stagione è sta- nuovo stadio, che sarebbe stato incluso in quel-
ta addirittura lo sponsor di maglia dell’Inter. lo più ampio di una Cittadella dello Sport finan-
No, non passate al prossimo articolo, per favore: ziata da Yard, una società controllata dalla hol-
che ci crediate o meno, questo pezzo che parte ding editoriale De Agostini, che ha sede proprio
dagli NFT ha molto a che fare con il tema di que- a Novara. Solo che a febbraio 2020 il sindaco
sto numero di Linea Mediana, che tratta a tutti gli Canelli bloccava tutto lamentando la mancanza
effetti il tema del calcio di provincia. Quella che di “chiarezza sugli investimenti”. Rullo restò con
state per leggere è una storia abbastanza strana un club indebitato e senza un piano economico
e insolita avvenuta in Italia nel corso dell’ultimo sostenibile.
anno. Parla di ambizioni e passi lunghi, forse Con la situazione aggravata dalla chiusura degli
troppo, in quel vasto mondo che sta alla finestra stadi dovuta alla pandemia, la proprietà decise di
del grande calcio e sogna di riuscire a irromper- aprirsi a nuove forme di business. A giugno veni-
gli un giorno in sala. Tutto parte nell’autunno del va annunciato un piano triennale improntato alle
2020 da una cittadina a metà strada tra Torino e tecnologie digitali, con un canale tv e un progetto
Milano, Novara. sugli esports, che aveva l’obiettivo di rinnovare e

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potenziare un brand molto più ambizioso rispetto di riferimento (Chiliz), e questo mercato in conti-
alle sue avversarie di Serie C. Così, a fine otto- nuo aggiornamento fa fluttuare i valori degli uni
bre arrivava un nuovo annuncio: la sottoscrizio- e dell’altra.
ne di un accordo con Socios.com per la vendita È un sistema che si presta facilmente a giochi
dei Fan Token. Era la stessa cosa che stavano economici e speculazioni di varia natura, e che
facendo società di primissimo piano a livello eu- pertanto ha molta più presa sugli appassionati di
ropeo, ma in quel momento in Italia solo la Roma borsa e transazioni che sui tifosi di calcio. Non
aveva un accordo simile: oggi, sono sette i club c’è bisogno di essere tifosi del Novara Calcio per
della massima serie italiana con dei Fan Token acquistare $NOV (questo il nome ufficiale del
di Socios.com, oltre alla Nazionale e, da genna- Fan Token del club) e partecipare alle iniziative,
io 2022, la stessa Serie A. Il Novara pensava in perché tutto è concepito come un gioco non ne-
grande. cessariamente collegato all’aspetto sportivo del
club: comprando Fan Token, compri la possibilità
La rivoluzione dei Fan Token di partecipare a un gioco a premi. Ma non solo:
“La tecnologia rappresenta per noi un elemen- puoi acquistare Fan Token che costano poco,
to fondante della nostra strategia per innovare aspettare che salgano, rivenderli e guadagnare
costantemente. Siamo molto felici di iniziare così Chiliz (la valuta), che può essere reinvesti-
quest’avventura” diceva all’epoca Tommaso ta in Fan Token più costosi o di un club che ti
Leone, direttore operativo del Novara Calcio. interessa di più; oppure a sua volta rivenduta in
Illustrando i motivi che avevano spinto il club cambio di euro o dollari o di un’altra criptovaluta,
piemontese a firmare quel contratto, Leone evi- attraverso cui comprare qualcos’altro su un’altra
denziò ovviamente la possibilità di rinsaldare il piattaforma.
rapporto coi tifosi - che erano stati esaltati dalla Alle società sportive, l’idea dei Fan Token è pia-
stampa nazionale, all’epoca dell’ascesa dalla C ciuta subito perché trasforma immediatamente il
alla A, come una delle tifoserie più appassionate club in un brand, e permette di trovare fan in giro
d’Italia, ma che poi era rapidamente svanita, sia per il mondo disposti a finanziarti, a prescindere
a livello numerico che d’impatto, dopo la retro- dai tuoi risultati sportivi: non sono fan della squa-
cessione. Un altro fattore determinante era stata dra Novara Calcio (tifosi, diremmo), ma del mar-
anche la possibilità “di avere visibilità in nuovi chio Novara Calcio, qualunque cosa esso rap-
mercati e sperimentare una forma di sviluppo presenti. Per cui, in linea teorica, militare in Serie
economico più sostenibile”. Le motivazioni, infat- A o in Serie C importa poco, ma l’opportunità di
ti, erano prima di tutto economiche. guadagno in proporzione può essere notevole: a
Per capire il senso di questa operazione e l’am- dicembre 2021, tutta Europa parlava del succes-
bizione del Novara, bisogna avere un po’ chiaro so dei Fan Token della Lazio (che girano sulla
cosa sono i Fan Token. Sono oggetti digitali - piattaforma cinese Binance), che in pochi giorni
vengono spesso definiti “gettoni” - che possono dal lancio erano passati da 5,16 a quasi 23 euro
essere acquistati sull’app di Socios.com attra- l’uno, generando profitti record per 115 milioni di
verso una criptovaluta chiamata Chiliz: in prati- euro. Il fatto che fosse un club di terza serie a
ca, devi scambiare euro per Chiliz e, con questi, gettarsi, tra i primi in Italia, in questo settore, de-
acquistare i Fan Token della tua squadra pre- notava grande coraggio e ampiezza di vedute.
ferita. Spendendo questi Fan Token sull’app, è Ma le cose stavano per prendere una piega ben
possibile partecipare a sondaggi e concorsi, che diversa.
vanno dalla scelta della canzone da trasmettere
allo stadio durante l’allenamento a quella della Crash
formazione in una gara amichevole. Gli esperti Nell’ottobre 2020, il Novara Calcio annunciava
parlano di strategie di “fan engagement”, cioè di la fornitura di 1 milione di Fan Token da parte di
fidelizzazione dei fan e dei tifosi, ma il punto qui Socios.com, al prezzo di partenza di 2 euro l’u-
è un altro: Socios.com è una piattaforma che è no. A dicembre veniva lanciata la prima iniziativa
di fatto un simulacro della borsa valori, in cui si rivolta ai tifosi: un sondaggio per scegliere qua-
scambiano beni (i Token) attraverso una valuta le canzone sarebbe entrata nella playlist dell’al-

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lenamento della prima squadra. Thunderstruck ingranare, tirandosi un po’ su in classifica ma re-
degli AC/DC la spuntò nettamente su Fútbol y stando lontana dai playoff per il ritorno in Serie
Rumba di Anuel AA ed Enrique Iglesias e He- B, che erano l’obiettivo di inizio stagione. A inizio
aven di Avicii. Attorno a questo contest si svi- aprile, veniva lanciato il secondo contest, dedi-
lupparono 106 transazioni, e al voto partecipò il cato alla scelta della trama della divisa casalinga
30% degli utenti di Socios.com in possesso di per la stagione successiva, con cinque opzioni
$NOV. Il che, tutto sommato, sembrava essere disponibili: col senno del poi, questo sondaggio
un inizio incoraggiante. peccava di eccessivo ottimismo, come vedremo.
Ed era un bene che queste transazioni non fos- Ad ogni modo, il contest raccolse il 20% dei voti
sero troppo influenzate dall’aspetto sportivo, dei fan, e coinvolse 331 transazioni. Fu anche
perché in quel momento il Novara aveva vinto l’ultima iniziativa del Novara Calcio sulla piatta-
appena quattro partite su diciassette (l’ultima, forma di Socios.com.
due mesi prima, a Livorno) e si trovava già al ter-
zo allenatore della stagione senza che nemme- Una scatola vuota
no fosse terminato il girone d’andata. La società Nel momento in cui sto scrivendo, l’app di So-
continuava ad avere problemi economici, che cios.com mi segnala che il valore dei Fan Token
si riflettevano anche sulle prestazioni in campo del Novara Calcio è di 3,9 Chiliz ciascuno, che
e su una generale confusione a ogni livello del al cambio corrente equivale a 0,7 euro. Non ho
club. Nei mesi successivi, tutto iniziò a precipi- mai provato ad acquistarne uno, e penso che
tare. non lo farò di certo a breve, principalmente per-
A gennaio 2021 veniva licenziato il direttore spor- ché acquistarne ora è come acquistare il nulla:
tivo Orlando Urbano, e poche settimane dopo si da agosto 2021, il Novara Calcio non esiste più.
dimetteva anche Tommaso Leone, l’uomo dietro I suoi Fan Token sopravvivono come le rovine
l’accordo con Socios.com. Il mese successivo, il di una vecchia città. Non è dato sapere quan-
presidente Marcello Cianci veniva fermato dalle te persone al momento si scambino $NOV, ma
Fiamme Gialle sulla provinciale di Reggio Cala- quasi certamente nessuno di loro è interessato
bria con 200.000 euro in contanti nascosti nel al club o sa quale sia stata la sua sorte: è solo
suv, denaro di cui non sapeva spiegare l’origine: un prodotto commerciale a basso costo su cui è
le indagini sono tutt’ora in corso. possibile investire, senza nessun collegamento
Nel girone di ritorno, però, la squadra iniziava a col mondo reale. La manifestazione di una disto-

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pia finanziaria. mero ancora presente sul sito ufficiale del No-
Già nella primavera del 2021, Rullo aveva di- vara Calcio, ma una voce registrata rispondeva
chiarato di voler cedere la società, i cui debiti costantemente che non c’era un operatore di-
erano scesi alla comunque troppo ingombrante sponibile a farsi carico della mia chiamata. Sul
cifra di 6 milioni di euro. A fine maggio, con la sito, l’ultimo aggiornamento riguarda l’open day
squadra giunta a un dignitoso undicesimo posto del settore giovanile, annunciato il 31 agosto
in Serie C, la sua fetta passava all’imprenditore 2021 e accompagnato dall’enfatico titolo “Entra
toscano Leonardo Pavanati che, pur confessan- nella storia”. Nello shop, ci sono ancora in ven-
do di aver trovato una situazione economica ben dita le maglie della scorsa stagione, così come
più grave del previsto, si impegnava a versare l’organigramma societario e i contatti mail non
2,4 milioni per coprire parte dei debiti, saldare sono cambiati: come addetto stampa figura an-
gli arretrati e formalizzare l’iscrizione del club al cora Matteo Pisoni, che adesso svolge questo
campionato successivo. Circa due mesi dopo, la incarico per il Novara Football Club.
Covisoc faceva notare però che i nuovi fondi era-
no stati immessi in modo illegittimo, e che quindi, Cosa succederà adesso, è un affascinante mi-
nonostante i soldi spesi, l’iscrizione del Novara stero. Teoricamente, riprendendosi il titolo spor-
alla Serie C 2021/2022 era respinta. Questo si- tivo, il rinato Novara erediterebbe anche l’accor-
gnificava l’esclusione dal calcio professionistico do con Socios.com, tornando a essere l’unica
per la prima volta in 113 anni di storia. Il giornali- squadra di terza serie al mondo ad avere dei Fan
sta locale Massimo Barbero, noto tifoso azzurro, Token. Ma viene da chiedersi se, da entrambe
scrisse che l’operazione rischiava “di passare le parti, ci sia ancora fiducia nell’utilità di questo
alla storia per la più onerosa auto-eliminazione rapporto: a ottobre 2020, Socios.com stava cer-
dal calcio professionistico di sempre”. cando di entrare nel calcio italiano, ma oggi ci
L’amministrazione comunale si è impegnata fin si trova stabilmente dentro. Il Novara, dal canto
da subito a mettere in piedi una nuova società, il suo, dovrà prima di tutto capire cosa farsene dei
Novara Football Club, che si è immediatamente Fan Token, sicuramente una stravaganza in Se-
iscritta al campionato di Serie D, e il 1° maggio rie C, i cui vantaggi devono ancora essere valu-
2022 ha ottenuto la promozione matematica in tati. Ma il dilemma, in fondo, è quello di ogni club
Serie C, il ritorno nel calcio che conta. Il pros- di provincia, solo su una scala del tutto nuova:
simo passo sarà riprendersi il titolo sportivo: sì, sognare in grande o vivere alla propria dimen-
perché il Novara Calcio in realtà non è morto, ma sione?
è sopravvissuto come settore giovanile. Ovvero
sia, l’unico club unicamente giovanile ad ave-
re un accordo con il colosso mondiale dei Fan Valerio Moggia
Token, comparendo nel roster di Socios.com ac-
canto a PSG, Manchester City e Juventus.
“L’accordo è in essere a livello formale, ma il
Novara Calcio è una scatola vuota” mi spiega
Alessio Marcheggiano, il responsabile stampa
per l’Italia di Socios.com. A livello economico,
nei primi mesi l’accordo ha avuto un buon ri-
scontro, mi dice, ma poi la situazione del club ha
fermato tutto. In questo momento, la faccenda è
in mano ai legali, ma sembra più complicata del
previsto: l’azienda fatica a contattare ciò che re-
sta del club, inizialmente aveva un contatto con
il General Manager, poi le comunicazioni sono
state dirottate su un’altra persona, che però è
raramente disponibile. Io stesso ho provato più
volte a telefonare, in giorni e orari diversi, al nu-

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LM INTERVISTA MICHAEL
KIRKHAM DI URBAN GOALS
Qualche anno fa, quando iniziai a collaborare la società. Come hai elaborato l’idea di realizza-
con la rivista Uno-Due, scorsi sul sito l’intervistare “Urban Goals”? Come si lega il calcio alla tua
a un fotografo di Liverpool che aveva creato un esperienza di vita?
portfolio di immagini catturate nel contesto urba- Michael Kirkham: Beh, in primo luogo Liverpo-
no e che rappresentavano delle porte da calcio. ol è una città costruita sul calcio. O sei un Red
Che fossero disegnate alla bell’e meglio con un o sei un Blue (supporter del Liverpool o dell’E-
gesso bianco su un muro di mattoni, oppure trac- verton, ndr). Io sono nato Red, pensa che mio​​
ciate scrupolosamente con la vernice, mi colpì il padre durante il mio parto si trovava allo stadio
senso del ricreare una passione spesso sopita a vedere il derby anziché assistere alla nascita
in una giungla asettica di cemento che reprime del suo primogenito. Ho molti ricordi della mia
sempre di più le forme più semplici di aggrega- prima infanzia tra amici e familiari che venivano
zione. Di cui il calcio è certamente il massimo a casa nostra per assistere alle finali di coppa. I
esponente. rumori e il dramma che si susseguono in casa e
Il progetto a cui si riferisce il portfolio di Micha-
negli stadi, il bel gioco: penso che siano elemen-
el Kirkham, il nome del fotografo di cui sopra, si ti che rendono il calcio un significativo oggetto
chiama Urban Goals. Un curriculum di rispetto il di fotografia. I soggetti che vi si prestano sono
suo: documentazione sociale, ritrattistica, matri- molteplici: fans appassionati, stadi più o meno
moni e fotografie basate su eventi specifici. Kir- grandi e i quartieri in cui sono radicati i club. La
kham ha portato avanti questo approccio in una vita del calcio è immersa in tutto ciò. Questo e
vasta gamma di progetti editoriali legati a partner altro hanno portato al concepimento e alla realiz-
commerciali e pubblicazioni culturali. zazione di Urban Goals. L’idea per il progetto mi
La capacità di Kirkham di catturare con estrema è venuta dopo aver visto diverse porte disegnate
delicatezza storie dettagliate in uno sfondo quo- sui muri di Toxteth, quartiere popolare di Liverpo-
tidiano si riflette nel suo lavoro per pubblicazioniol (famoso per le rivolte dei primi Anni ‘80, ndr),
come le riviste Mundial e Bido Lito. con la scritta RIP affiancata al nome di un ra-
Ho scritto a Michael via e-mail e lui molto gen- gazzo del luogo. Ho riflettuto su come le nostre
tilmente si è prestato a rispondere ad alcune scelte di vita possono essere modellate dall’am-
domande, non prima di avermi fatto “pesare” il biente in cui cresciamo. Questi ambienti in tutto
passaggio del turno dei suoi Reds contro la mia il mondo hanno sempre diversi temi ricorrenti e
Inter negli ottavi di Champions League. uno di questi è sicuramente il calcio. La porta da
calcio dipinta, simbolo riconosciuto a livello inter-
Nicolò Rondinelli: Ho scoperto il tuo progetto nazionale, mi sembrava un soggetto naturale da
alcuni anni fa, leggendo una tua intervista. Ne utilizzare per provare a raccontare quella storia.
sono rimasto molto colpito, in quanto apprezzo
molto il rapporto tra calcio e fotografia come un NR: “Urban Goals” raccoglie decine di foto am-
modo per catturare istantanee significative del bientate a Liverpool e in altre città del Regno
legame di questo sport con la cultura, l’identità e Unito. Hai trovato elementi comuni nei rispetti-

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vi ambienti sociali di riferimento delle immagini? persone. Anche e soprattutto la gente del popolo
Quali sono le differenze, invece? vuole provare orgoglio. Per la propria squadra,
MK: La povertà è il denominatore comune. Le città o quartiere. Il calcio ti dà tutto questo.
linee delle porte tracciate sui muri sono preva-
lenti nelle vecchie città minerarie, in quelle por- NR: Il tema più significativo che ho colto dalle
tuali bagnate da un antico splendore e nelle città tue foto è il rapporto tra il calcio e lo spazio urba-
modellate dal fantasma delle fabbriche dismes- no, in un’accezione sociale e aggregativa. Quan-
se. Che si tratti di acciaio, ceramica, tessuti o to è cambiato, secondo te, il modo di fruire degli
costruzioni navali. Urban Goals cattura il tipo di spazi pubblici da parte dei giovani?
quartiere in cui i bambini creano il proprio spazio MK: Indubbiamente è cambiato il modo in cui i
di gioco. Lo stato vuole emarginare e soffocare giovani fruiscono e interagiscono con gli spazi
anche lo spazio per calciare un pallone. Per la pubblici. È sempre in continua evoluzione. Penso
serie: “Puoi toglierci la vita ma non i nostri pali”. che la tecnologia abbia apportato una dinamica
che non si era mai vista prima. I bambini hanno
NR: Credi che il calcio abbia ancora un ruolo im- così tanta scelta di intrattenimento all’interno del
portante nel consolidamento delle comunità, sia comfort di casa che si scorgono sempre meno
nel gioco che nel tifo? porte disegnate sui muri delle città; molte di
MK: Sì, proprio così. Il calcio di strada è molto quelle che ho fotografato sembrano inutilizzate.
importante, sia per la comunità locale che per il Dall’altro lato, nelle nostre città spesso le aree
calcio mainstream in generale. Dopotutto, anche sicure per i giochi sono limitate o non idonee allo
i top players professionisti hanno iniziato il loro scopo, in alcuni casi semplicemente inesistenti.
percorso giocando nei rispettivi “Urban Goals”.
Quello spazio comune che il gioco fornisce ha NR: La gentrificazione ha cambiato radicalmente
tanto da offrire nei legami e nelle amicizie forgia- il volto di molte città del mondo. Come ha influen-
te all’interno dello sport che modella le vite delle zato il calcio secondo te? In che modo il calcio

Baltic Triangle, Liverpool. Credits: Michael Kirkham

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ha contribuito a consolidare la gentrificazione? atbridge. Non dimentichiamo che una squadra
Pensando alla deriva business di questo sport, è sempre costruita attorno alla sua comunità. E
all’aumento dei prezzi dei biglietti, alle politiche molti club devono fare di più per rafforzare i loro
di sicurezza, ecc. legami con i tifosi.
MK: Che ci piaccia o no, il calcio moderno è tutto
incentrato sui soldi. Che ci piaccia o no, la so- NR: Il calcio va sempre più verso una maggiore
cietà è tutta una questione di soldi. Il calcio è commercializzazione, ponendo una separazione
un affare, oltre che un gioco. Ma, purtroppo o sempre più forte tra il football mainstream e quello
per fortuna, è anche una passione. Ciò dà luogo popolare. Il progetto della Superlega e le proprietà
a biglietti troppo cari e alla vendita dei kit repli- di club multimilionari, ad esempio, stanno piantan-
ca delle divise delle squadre. I fans sono trattati do l’ultimo chiodo nella tomba del calcio con cui
come clienti. Senza dimenticare la “brigata delle siamo cresciuti. Cosa ne pensi? Pensi che le espe-
corporate Hospitalities” (i posti business in tribu- rienze di club come l’FC United di Manchester o il
na, ndr). I veri tifosi sono sostituiti da non tifosi modello dell’associazionismo tedesco possano es-
che cercano la “vera esperienza da tifosi”. Sì, c’è sere una sorta di modello di resistenza per salvare
molto da lavorare in tal senso. l’anima popolare del “Beautiful Game”?
MK: È stato imbarazzante come tifoso del Liver-
NR: Negli ultimi decenni in Italia si sono consoli- pool sentire la notizia sul progetto della Super-
date le politiche del cosiddetto “decoro urbano”. lega. Spero vivamente che venga accantonato.
Sicuramente il calcio di strada ne ha risentito, dal Tuttavia, questo rimanda all’idea di calcio come
momento che sempre meno persone giocano affare, no? Sarà inevitabile? Di certo, al momen-
in spazi pubblici come parchi, strade e piazze. to si rende opportuno uno scossone radicale.
Pensi che la situazione sia analoga nel Regno Penso che i club di alto livello dovrebbero pa-
Unito e in Europa? gare molto di più per i costi del calcio di base.
MK: Penso che ciò caratterizzi moltissimi luoghi, È un peccato dover essere costretti a farlo, ma
come abbiamo accennato in precedenza, in re- tant’è. Adoro ciò che ho visto finora sul modello
lazione ai cambiamenti nella società. Tuttavia, di proprietà dei tifosi in Germania, è sorprenden-
non tutti i cambiamenti vanno per il meglio. Pare te. Penso che molti fans guardino a quell’esem-
che si stiano perdendo gli spazi di cui abbiamo pio con una certa invidia.
sempre fruito, per il gioco e per l’aggregazione.
Ogni paese dovrebbe aumentare i finanziamenti NR: Hai altri progetti legati al calcio?
per gli spazi in cui i bambini possano giocare in MK: Da poco più di un anno seguo una squadra
modo sicuro e gratuito. Ci sono molti vantaggi di calcio popolare a Liverpool chiamata Bramley
in questo. Per i nostri giovani e per la società Moore FC. Ne uscirà un progetto fotografico a giu-
in generale. Spero che questi problemi vengano gno, sono molto contento. Da un paio d’anni sto
affrontati per il meglio. anche seguendo un altro lavoro chiamato “The
Blues”, un omaggio alla mia defunta madre e alla
NR: Sei un tifoso di calcio? Frequenti ancora gli sua squadra, l’Everton FC. Non è ancora sicuro il
stadi? Pensi che la scena dei fans possa essere periodo di uscita, ma i lavori procedono bene.
uno degli ultimi baluardi di aggregazione e senso
di comunità nella società contemporanea? NR: Grazie mille per la tua disponibilità. Conge-
MK: Sono un tifoso del Liverpool. Vado spesso dati pure come preferisci.
alle partite, anche se solamente qualche decina MK: Grazie per il tuo interesse per Urban Goals
a stagione. Non è facile acquistare un biglietto e e per il mio lavoro in generale. Scrivo di seguito il
non è nemmeno così economico. Qualche setti- link al progetto Bramley Moore FC: www.micha-
mana fa ero al derby contro l’Everton, vinto due elkirkham.co.uk/projects/bramley-moore-fc.
a zero. Ogni volta che ho l’opportunità di viag-
giare, cerco anche di partecipare a una partita.
Nicolò Rondinelli
Ho visto dal vivo club del calibro di Boca Juniors
in casa a Buenos Aires e Albion Rovers a Co-

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GALLIPOLI E CASARANO
INDUSTRIALIZZAZIONE E CALCIO NEL SALENTO
La terra salentina è da sempre stata afflitta da fe- Nel 1956 fu inaugurato il nuovo stadio di via Ma-
nomeni migratori. Chiunque ha un parente o, al tino, nel 1957-1958 il Casarano prese parte al
limite, un conoscente che è dovuto migrare al nord campionato di IV serie e nel 1961-1962 disputò la
ma, soprattutto, in Svizzera. Serie D.
La memoria collettiva di quel territorio è segnata Dopo diverse stagioni in cui la formazione rossaz-
da questo abbandono forzato, dovuto soprattutto zurra era stata sempre tra le protagoniste nei vari
ad assenza di fenomeni imprenditoriali strutturati campionati di Promozione, nel 1968 il calcio casa-
e tali da fermare questa emorragia sociale. ranese scrisse la pagina più nera della sua storia,
Volendo declinare calcisticamente questo vuo- subendo l’onta della “radiazione” a causa di una
to, basti osservare che al di là dell’Unione Spor- violenta e cruenta rissa tra calciatori e dirigenti
tiva Lecce, vera catalizzatrice di imprenditori, o scoppiata al termine di una gara a Leverano.
pseudo tali, locali, unicamente altre due realtà, Nel 1969 la società, rifondata, ripartì dal campio-
differenti per tempi ma unite nell’amaro declino, nato provinciale di Terza Categoria con il nome di
si sono potute affacciare, o c’hanno provato, alle Virtus Casarano. Scalando le gerarchie del cam-
serie maggiori del calcio italiano: il Casarano e il pionato, approdò in Serie D nel 1977.
Gallipoli. L’anno seguente, dopo un’amara retrocessione,
Antonio Filograna, casaranese doc, imprenditore
La Filanto e il Casarano calzaturiero, divenne presidente e assunse la gui-
“Non intendiamo ricostruire in laboratorio impos- da della società.
sibili memorie condivise di un tempo che fu, ma La squadra partì dal campionato di Promozione,
di riconoscere che Casarano custodisce orgoglio- vinto a mani basse. Il presidente, a cui non difetta-
samente un passato calcistico di cui andare fie- vano certamente entusiasmo e progettualità, com-
ri. L’attaccamento a quei valori e ai ricordi di quei pose abilmente un puzzle di alto spessore che
fantastici risultati ottenuti in vent’anni ininterrotti di regalò una stagione lunga vent’anni di irripetibile
presenza nella terza serie calcistica nazionale e fascino. L’entusiasmo che accompagnò le “gesta”
consegnati alla storia, sono un patrimonio che ci dei rossazzurri era a dir poco straripante, il connu-
arricchisce tutti, indistintamente.” (Antonio Impe- bio squadra-città carnale.
riale, giornalista) Il presidente Filograna non lesinò sforzi e, per il
campionato di serie D, chiamò alla guida tecnica
Agli inizi degli anni ‘50 Casarano conobbe l’inizio della squadra Angelo Carrano, che vinse il cam-
della sua crescita: economica e sociale. pionato e proiettò il Casarano tra i professionisti
I Capozza, famiglia di imprenditori originari di per la prima volta nella sua storia, .
Molfetta, decisero di portare la propria attività Nella stagione 1980-81 il Casarano si affacciò al
commerciale nell’entroterra salentino, facendo di torneo di C-2 con umiltà e con la consapevolezza
Casarano il punto nevralgico delle loro molteplici della sua forza, soprattutto societaria.
imprese. Questa idea imprenditoriale ricomprese, Tuttavia, proprio quella stagione fu segnata dal ra-
forse anche per ingraziarsi il tessuto sociale, an- pimento subito dal presidente Filograna, che restò
che il calcio (da sempre fonte di gestione del con- in mano dei suoi sequestratori per quasi otto mesi.
senso) e alla guida della squadra arrivò Giuseppe Nonostante questa enorme difficoltà oggettiva, la
Capozza (cui, in seguito, verrà intitolato lo stadio squadra disputò una stagione esemplare, giun-
comunale). gendo al secondo posto in coabitazione col Mo-

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nopoli e alle spalle del Campania. Lo spareggio tore Lamberto Giorgis, i calciatori Fulvio Navone
con la formazione bianco-verde barese si disputò e Raffaele Barrella che, uniti a Vento, Grimaldi,
a Brindisi provocando il primo, vero “esodo” di ti- Coletta, Corsini, offrirono all’allenatore un valido
fosi. Il gol di Giuseppe Cau regalò al Casarano un mix in grado di tenere testa alle “corazzate” che
altro storico traguardo: la serie C-1. L’entusiasmo si presentavano ai nastri di partenza del campio-
contagioso e straripante faceva, però, da contral- nato. Il tecnico modenese impresse al Casarano
tare alla consapevolezza che il principale artefice quei connotati di “professionismo” che fino a quel
di quel sogno non era in piazza a festeggiare con momento latitavano.
la città. Nell’immaginario collettivo quella stagione rima-
A quella gioia di popolo seguì, dopo appena cin- se tra le più avvincenti. Il Casarano, grazie ad un
que giorni, in un afoso pomeriggio di giugno, il autentico “capolavoro” tattico, si tolse l’immen-
prolungato suono della “sirena” della fabbrica “La sa soddisfazione di battere il Bari (per chi non è
Filanto”, che non aveva più scandito i turni di la- pugliese: la rivalità con il capoluogo di regione è
voro col suo lacerante suono dall’infausto giorno sentita in ogni angolo remoto del territorio regio-
del rapimento del suo titolare: Antonio Filograna nale) in una giornata epica (19 febbraio 1984) con
era finalmente libero. Casarano tornò a respirare un perentorio 2-0 (reti di Coletta e Recchia), nel
a pieni polmoni, salutando calorosamente uno dei primo vero “pienone” del “Capozza”, forte di oltre
suoi figli più illustri. 6.000 spettatori.
Dal campionato 1981-1982, e per i successivi 17 Ogni tifoso locale, ancora oggi, recita la formazio-
anni, i rossazzurri militarono quasi ininterrotta- ne come l’Ave Maria: Anellino; Barrella, Fiorucci;
mente nella terza serie nazionale. Coletta, Secchi Caligiuri; Sansonetti, Corsini, Na-
Il nome della città apparve per la prima volta, con vone, Vento, Recchia.
evidente impatto emozionale in un’epoca fatta di Purtroppo, c’è sempre un rovescio della medaglia
radio e 90° minuto a scandire i tempi calcistici e per il Casarano fu la “fatal” Caserta (penultima
fuori dallo stadio, nella fatidica schedina del Toto- giornata, sconfitta 1-0) e il rocambolesco pari in-
calcio (Casarano-Arezzo); si arrivò addirittura alla terno (2-2) con la Civitanovese che pregiudicaro-
menzione nei risultati nella Domenica sportiva su no il secondo posto (in coabitazione col Taranto),
Rai 1. alle spalle del Bari, che avrebbe spalancato le por-
Nel 1983 Antonio Filograna ruppe gli indugi e die- te della serie B.
de mandato al D.S. Sergio Abbruzzese di allestire Il 23 giugno 1985 la squadra si aggiudicò la Coppa
una formazione in grado di disputare a testa alta Italia di Serie C e, nella stessa stagione, i rossaz-
il campionato di C-1. Filograna voleva proiettare zurri affrontarono il Verona, poi campione d’Italia,
Casarano nell’élite nazionale, dimostrando con- al Bentegodi nel primo turno di Coppa Italia di Se-
cretamente che anche una piccola realtà di pe- rie A e B.
riferia del Sud poteva competere con le “grandi” Nelle stagioni 1986-1987 e 1987-1988 vi fu l’unica
blasonate. parentesi in serie C2 di quegli anni, chiusa dal ri-
Impresa ardua: molti calciatori, infatti, non si dimo- torno in serie C1 in seguito alla vittoria del campio-
stravano disponibili a raggiungere Casarano per nato (allenatore Giorgio Veneri) a pari merito con il
molteplici difficoltà oggettive, ma anche per qual- Perugia di Ravanelli e Di Livio. Per festeggiare la
che pregiudizio di troppo. promozione, il presidente Filograna pretese un’a-
In quell’epoca il Salento non era cool e di moda michevole di lusso riuscendo ad ospitare al “Ca-
come lo è oggi, anzi. Parliamo di un territorio per pozza” il Milan di Sacchi, fresco campione d’Italia,
molti aspetti arretrato culturalmente e paesaggisti- l’8 giugno 1988.
camente. Nulla a che vedere con l’attuale essere Proprio quell’anno Filograna designò, quale Diret-
divenuta una macchiettistica terra di balli, di vino tore sportivo, un giovanissimo e ancora anonimo
a buon mercato e masserie SPA. In quegli anni ai grandi palcoscenici Pantaleo Corvino, fino ad
incuteva paure, non offriva certezze, non era af- allora responsabile del settore giovanile, che si ri-
fidabile. velò il demiurgo del Casarano.
Filograna non si diede per vinto e dal Foggia (ap- Nel 1990-1991 la squadra andò ancora vicino alla
pena retrocesso dalla serie B) arrivarono l’allena- promozione in serie B. Allenata da Gianni Baluga-

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ni e trascinata in campo dalle reti a grappoli di Gigi derby di campionato giocato in casa. In uno stadio
Di Baia, e da Gianfranco Palmisano, Walter Don- colmo sino all’inverosimile (oltre 11.000 spettatori,
doni, Salvatore Mazzarano, chiuse il campionato record cittadino), il Casarano riuscì a pareggiare
al terzo posto, a soli 3 punti dal Palermo. In Coppa al 96’ grazie ad un autogol del capitano del Lecce,
Italia di C arrivò in semifinale, dopo aver eliminato Zanoncelli.
nei quarti il Perugia. Nella stagione 1996-1997 (allenatore Adriano Ca-
Nella stagione successiva (1991-1992) il Casa- dregari), i rossoazzurri si classificarono settimi,
rano tornò a disputare la Coppa Italia di Serie A dopo aver chiuso il girone di andata a due punti
e B, affrontando, tra le altre squadre, il Lecce. In dalla capolista Andria; tra i giocatori “pescati” da
campionato si classificò ottavo, mentre in Cop- Corvino, il giovane Roberto D’Aversa, che arriverà
pa Italia di C arrivò ai quarti di finale, dopo aver ad allenare in serie A. In quella stagione il presi-
eliminato la Reggina agli ottavi. Nel 1992-1993 dente Filograna passò la mano al nipote Antonio,
retrocesse in Serie C2 dopo aver perso lo spa- uno dei presidenti più giovani della serie C.
reggio contro il Potenza, giocato sul campo neutro L’infausta stagione successiva (1997-1998) si
di Foggia, venendo tuttavia ripescato. Nel 1993- concluse con la retrocessione in Serie C2.
1994 si classificò settimo in serie C1, ad un solo Da ricordare che all’epoca c’era un ragazzino pro-
punto dai play-off. Le partite Perugia-Casarano e veniente dal quartiere San Donato di Lecce che,
Casarano-Salernitana furono trasmesse in diretta cresciuto nel settore giovanile casaranese, tra-
su Telepiù (prima telecronaca di Fabio Caressa: scinò la Berretti rossoazzurra alla conquista dello
Perugia-Casarano). scudetto nel 1996-1997 e disputò due stagioni ad
Nel 1994-1995 arrivò in semifinale di Coppa Italia alti livelli in serie C1: Fabrizio Miccoli. Fu sensa-
di Serie C dopo aver eliminato nei quarti il Bolo- zionale anche il suo trasferimento “miliardario” alla
gna, sconfitto al “Dall’Ara” per 0 a 2. In campionato Ternana (luglio 1998), operato con straordinaria
superò la Turris ai play-out, riuscendo a rimanere sagacia dall’allora A.D. Gianpiero Maci, abilissimo
in serie C1. La sfida assunse particolare importan- a districarsi nei meandri del mercato resistendo a
za perché avrebbe consentito di affrontare nuova- molte “sirene”.
mente il Lecce, appena retrocesso. Così avven- Dopo quel periodo scintillante arriverà la manna-
ne nella stagione 1995-1996, in cui Casarano e ia del destino. Il calcio si conferma essere, come
Lecce si affrontarono quattro volte tra campionato sempre, metafora: una cittadina che si era impo-
e Coppa Italia. Particolarmente significativo fu il sta economicamente e sportivamente venne tra-

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scinata vorticosamente nella crisi del comparto consci che quello sarebbe stato l’inizio dell’atto fi-
calzaturiero dopo che lo stesso settore, tra gli anni nale della sua storia recente.
’70 e ’90, l’aveva elevata a modello da emulare Il primo intoppo riguardò lo stadio. Il Bianco non
con un tenore di vita e un apprezzabile reddito cit- era idoneo per la serie B, che richiedeva una ca-
tadino pro-capite. pienza di almeno 9 mila persone.
Il Casarano, tra alterne vicende, alti e bassi, falli- Nessuna deroga fu concessa e il Gallipoli, onde
menti e “rinascite”, si mosse con non poco disagio evitare una beffa amministrativa, fece domanda
tra i campionati di Promozione e serie D, conqui- per spostarsi al Via Del Mare di Lecce.
stando comunque la Coppa Italia Nazionale Dilet- Si sognava in grande. Le speranze, nelle strette e
tanti (2009) e due edizioni della Coppa Italia re- bianche vie del centro, erano altissime. Si sogna-
gionale. vano nomi. I giornali vociferavano. Eppure nulla
Oggi, dopo l’ennesima “rinascita”, il Casarano è si muoveva. Il presidente Barba si accorse di non
da tre stagioni stabilmente in serie D, dopo essersi poter sostenere i costi di gestione da solo e provò
dotato di uno stadio-salotto, accogliente e all’avan- a chiedere aiuto. Richiesta che cadde drammati-
guardia per la categoria, grazie alla lungimiranza camente nel nulla.
e alle “larghe vedute” dell’imprenditore Antonio Nonostante ciò, la squadra si iscrisse al campio-
Sergio-Filograna (main sponsor) e del presidente nato ma, senza alcun intervento di rafforzamento
Gianpiero Maci. del proprio organico, era chiaro a chiunque che
la salvezza sarebbe stata un miraggio per diver-
Gallipoli e Barba: Petrolio e Turismo si motivi: dirigenza pressoché assente, panchina
In un contesto decisamente differente, socialmen- cortissima e squadra tecnicamente non idonea.
te e culturalmente, un’altra realtà provinciale e Il 9 Agosto il Gallipoli mandò in campo la Primave-
inaspettata irruppe nelle massime serie calcistiche ra nella gara di Coppa Italia contro il Lumezzane
italiane grazie anche alle fortune di un imprendito- perdendo 6-0.
re locale, Barba, che, come un locale Mansour, Città e tifosi si risvegliarono bruscamente da quel
acquisì ricchezze ingenti e decise, anche per que- sogno vissuto fino a qualche settimana prima. Il
stioni legate alla sua presenza politica nella città fallimento era dietro l’angolo.
costiera, di risollevare le sorti della squadra locale. L’11 agosto 2009 “l’eroe” Barba, volato sin troppo
Orde di turisti, la micro imprenditoria e la politica vicino al sole, cedette la maggioranza delle quote
locale, poco curanti del territorio e dell’impatto che a Daniele D’Odorico, imprenditore nel campo fi-
l’onda vacanziera incontrollata potesse avere sul- nanziario e immobiliare
la città, decisero di rendere Gallipoli una Rimini D’Odorico rinnovò i quadri dirigenziali e affidò l’in-
pugliese. Tutto ciò senza avere nemmeno l’ombra carico di direttore sportivo all’esperto Vittorio Fio-
della sagacia romagnola sul tema. retti, che allestì in pochissimo tempo una squadra
Questo entusiasmo per gli ingenti capitali turisti- competitiva per la categoria.
ci e la spregiudicatezza imprenditoriale fecero da Le dichiarazioni che si susseguirono in quei giorni
detonatore per l’esplosione della squadra locale. ridiedero linfa: Serie A nell’arco di tre anni.
Stagione 2004-2005: il Gallipoli, grazie al presi- Tutto pareva reale. La parentesi agostana sem-
dente Barba, petroliere e gallipolino doc, venne brava messa da parte. La squadra iniziò bene il
promosso in C. campionato e chiuse il girone di andata all’undice-
Da quel momento l’ascesa fu inarrestabile: la simo posto.
squadra giallorossa vinse il campionato di C2 agil- Volendo parafrasare Galeano e la sua utopia,
mente e conquistò la Coppa Italia di serie C. D’Ordorico aveva solo spostato il baratro più in là.
Il 17 maggio del 2009 accadde l’impensabile e Durante il calciomercato di gennaio la dirigenza
l’imprevisto: i giallorossi festeggiarono la promo- pose mano a un’opera di mutamento radicale
zione in serie B dopo il 3-2 al Marcianise in uno dell’organico, specie in attacco, ma i risultati sten-
stadio Bianco (circa 4 mila posti) gremito sino tarono ad arrivare.
all’orlo. Sulla panchina una vecchia conoscenza Gallipoli-Grosseto del 9 febbraio divenne uno
del calcio italiano: Giuseppe Giannini. spartiacque: nei primi 41 secondi di gioco i calcia-
Giocatori, società e tifosi erano in visibilio, non tori restarono bloccati nella propria metà campo e

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regalarono la palla agli sbigottiti avversari tenen- sognatore. Il club fallì, non si iscrisse al successi-
do le spalle rivolte alla tribuna centrale dello sta- vo campionato di serie C1 e fu costretto a ripartire
dio. Poi il capitano Scaglia mostrò una maglia con dalla Promozione con una nuova società e deno-
la scritta “Capisci”, un messaggio al presidente. minazione. Sembrava passata un’eternità ma era
Giuseppe Giannini annunciò le proprie dimissioni solo un anno. 365 giorni che avevano trasformato
a causa di contrasti con il presidente e della situa- l’entusiasmo in mestizia e avvilimento.
zione di grave caos societario. Qualche tempo dopo, quando squadra e tifosi cal-
La crisi rientrò, per poco. Il 22 marzo, infatti, dopo cavano i polverosi e ostici campi della periferia
la sconfitta contro il Brescia, Giannini si dimise territoriale pugliese, un’inchiesta svelò che Barba
definitivamente. Trascorsero i mesi tra voci e in- aveva pagato agli imprenditori Righi, proprietari
discrezioni: la pessima salute finanziaria della so- del Marcianise e vicini alla camorra, 50mila euro,
cietà, gli stipendi non pagati e tantissimi impegni dati - secondo gli investigatori - ai giocatori affin-
finanziari non rispettati. Queste voci funebri risuo- ché perdessero. Proprio quella partita che conse-
navano nelle strade vuote e ventose della citta- gnò la B ai giallorossi e che, in realtà, fu la loro più
dina, finchè tutto ciò non trovò conferma quando grande sciagura.
D’Odorico annunciò di non poter assicurare il fi-
nanziamento necessario per poter proseguire il Due storie vicine geograficamente ma distinte.
campionato e quindi di voler vendere la squadra, Due storie che ben raccontano di come il calcio
sull’orlo del fallimento, a costo zero. di provincia, spesso, sia fatto di vane illusioni e di
Per la società, oberata da un debito di 5 milioni di sogni spezzati. La brutale realtà che irrompe d’im-
euro, fu presentata istanza di fallimento. L’avven- provviso e che pare riecheggiare l’epopea dei vinti
tura del Gallipoli in serie B terminò ufficialmente il dei Malavoglia. Consegnando una rassegnazione
23 maggio 2010 dopo la rovinosa sconfitta casa- alla sconfitta e una quasi certezza: vedere realiz-
linga (1-4) col Piacenza, mentre l’ultima partita del zati i propri sogni può costare carissimo.
campionato a Modena finì 3-2 per gli emiliani.
Da quel momento la caduta risvegliò anche il più
Simone Renza

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IL CONCETTO DI PROVINCIA NEI
BALCANI
“Non capisco davvero come tu possa permet- de convinzione. L’ultima volta che un’altra squa-
terti di definire così la mia squadra. Una squa- dra ha vinto il titolo era il 1986 e fu l’Aberdeen
dra che ha vinto titoli, che ha una grande storia. allenato da Alex Ferguson. La situazione in Ser-
Stando così le cose, non mi interessa parlarne bia è più o meno la stessa. Con l’eccezione del
con te”. Diceva più o meno così la mail che ri- brevissimo e sui generis interregno dell’Obilić di
cevetti un giorno da un tifoso dell’Universitatea Arkan (1997), le due squadre di Belgrado si sono
Craiova. Al giorno d’oggi sono due le squadre giocate ogni campionato nazionale dal 1992-
che vantano l’eredità dello storico club romeno, 1993 a oggi, dividendosi più o meno in manie-
ma non ricordo esattamente per quale delle due ra equa i trofei (è ancora in leggero vantaggio il
facesse il tifo la persona alla quale avevo scritto. Partizan, nonostante le ultime vittorie della Stella
Ma non è questo il punto. Tutto ruota, invece, Rossa). Ma la situazione non si limita a questo.
intorno al motivo per cui questa persona si era È l’appartenenza a essere qualcosa di unico.
tremendamente offesa: spiegavo nella mia mail, Sono pochissime le altre squadre del Paese che
che volevo conoscere meglio il calcio romeno di godono di un tifo indipendente ed esclusivo, ov-
provincia, lontano dai grandi club della capitale e vero di tifosi che sostengono solo e soltanto la
dai loro trionfi. A me sembrava un dato oggettivo, squadra del posto. Partizan e Stella Rossa infatti
motivato da un numero di titoli diverso. A lui sem- raccolgono supporter ovunque. Un esempio per
brava che avessi dato per scontato che il suo chiarire il punto: se la Stella va a giocare a Užice,
club non fosse grande. Evidentemente, la mia troverà sugli spalti dello stadio di casa, non tanto
era una considerazione mutuata da un concet- i tifosi dello Sloboda, ma quelli del Partizan che
to puramente italiano, ovvero quello di un calcio vivono in città, che tiferanno contro i bianco-rossi
minore, di provincia, ugualmente nobile, ma con- nella speranza che la Stella inciampi e compia
trapposto a quello dei grandi club, meno geogra- un passo falso nella lotta al titolo.
ficamente connotati e più diffusi in maniera soft
in tutto lo Stivale. Ma altrove, questa espressio- Grecia: una sola volta, tanto tempo fa
ne non era stata digerita con la stessa modalità. La Grecia è un altro esempio di enorme distanza
Ci volle una mail di scuse e di spiegazioni per fra le due grandi città e il resto del Paese (in re-
rimettere la conversazione sui giusti binari. altà non è solo un fatto calcistico, ma qui ci con-
centreremo su questo). Da una parte Salonicco
La Serbia è come la Scozia e Atene, dall’altra tutti gli altri centri. Basta guar-
Sono pochi i campionati in Europa dove la lotta dare l’albo d’oro del campionato nazionale per
per il titolo è una questione fra sole due squadre. capire a cosa ci si riferisce: Olympiacos (46), Pa-
Un esempio è quello della Scozia, dove Celtic e nathinaikos (20), Aek (13), Aris (3) e Paok (3) si
Rangers di Glasgow si combattono da una vita e dividono il 99% dei titoli. Solo una volta successe
dove le altre squadre fanno ormai pura opera di qualcosa di imprevisto che poi non si è mai più
testimonianza, partecipando alla lotta per il titolo ripetuto. Verso la fine degli anni Ottanta, l’Ael di
soltanto in assenza di una delle due grandi (vedi Larissa scrisse una pagina inattesa della storia
retrocessione del Rangers) e neanche con gran- del calcio greco vincendo il titolo e imponendosi

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Credits: Gianni Galleri

davanti a tutte le avversarie. Fu un campionato power, che si riversa poi in ambiti ben più strate-
epico, perché a un certo punto un giocatore dei gici del calcio. Talvolta però anche queste figure
cremisi fu colto in fallo dall’antidoping, nonostan- devono scontrarsi con la potenza di certi simboli,
te non avesse praticamente mai preso parte alla con la volontà di grandi masse. “Non puoi pren-
formazione titolare. Al tempo si prevedeva an- derti la nostra squadra per i tuoi comodi, perché
che una penalizzazione per la squadra del tes- noi siamo la squadra più importante del Paese.
serato. Il Larissa vicino al titolo si vedeva pena- Siamo il gruppo più numeroso di tifosi”. Ed è così
lizzato e rischiava di buttare tutto all’aria. I tifosi che l’oligarca preferisce portare i propri soldi in
della squadra al tempo rappresentavano uno dei un club senza una storia antica e senza tanti e
gruppi più interessanti della Grecia e vivevano accesi tifosi. È l’esempio del Cfr Cluj, in Roma-
una simbiosi eccezionale con la città. Con il sup- nia, che a un certo punto è diventata la miglio-
porto popolare decisero di fare un’azione mai vi- re squadra del Paese dopo una storia tutt’altro
sta. Scesero in piazza e bloccarono l’autostrada che da protagonista e lo ha fatto grazie ai soldi
nazionale che passa vicino a Larissa e che al di un oligarca di origini ungheresi. Si racconta
tempo era l’unica via veloce che permetteva di che la squadra che doveva essere acquistata
collegare il nord e il sud della Grecia. Le barrica- era la Universitatea Cluj, ma il sindaco stesso
te resistettero diverso tempo prima di una marcia aveva sconsigliato l’operazione. Troppo legata
indietro da parte della federazione, che restituì i all’identità romena, per passare nelle mani di un
punti all’Ael. ungherese. Ma anche il Ludogorec in Bulgaria è
Ancora oggi Larissa vanta il primato di essere l’esempio perfetto di queste dinamiche. Lontano
l’unica città del Paese a non avere sul proprio dai controlli e della proteste dei tifosi, in una re-
territorio club di tifosi delle cinque grandi. gione, la Ludogoria, senza tradizione calcistica,
il presidente Kiril Domusčev ha creato il prototi-
La provincia degli oligarchi po perfetto della squadra dell’oligarchia. Stadio
Una tendenza in corso negli ultimi anni nell’Eu- nuovo, bellissimo e moderno, merchandising,
ropa orientale e nei Balcani è l’emergere di certe presenza stabile nelle coppe. Il club ha così vinto
figure ricchissime che usano il calcio per ripulire - senza tanta fatica - gli ultimi undici campionati
la propria immagine e esercitare una sorta di soft bulgari.

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Capitale, nient’altro che la Capitale
Probabilmente nessun luogo ha subito politica-
mente e calcisticamente un accentramento verso
la capitale come la Croazia post indipendenza.
Spalato è sempre stato un centro importantissi-
mo nella vita del Paese, paragonabile a Zaga-
bria. Ma il bisogno del primo Presidente Franjo
Tuđman di creare un’identità nazionale forte e
subito, anche attraverso il calcio, ha portato la
Dinamo Zagabria a essere qualcosa di più di una
semplice squadra. Già il cambiamento di nome
in Croatia, parlava chiarissimo (cambiamento
che è durato fino alla morte del leader croato).
Ma non solo. Si è creata intorno alla squadra tut-
ta una serie di figure che poi ha continuato l’ope-
ra di Tuđman ben oltre la sua morte, toccando
l’apice intorno agli anni Dieci del Duemila. La di-
nastia Mamić aveva, di fatto, privatizzato il calcio
croato, con azioni e dinamiche ben al di là della
legalità, come dimostrano anche gli arresti e i
processi a carico di alcuni di questi personaggi.
Il 2022 sembrava potesse essere l’anno giusto
per il ritorno al titolo dell’Hajduk Spalato, ma alla
fine la Dinamo Zagabria sembra tornata in testa
e per il dalmati si prospetta almeno un altro anno
di sofferenze, in attesa di tornare agli antichi fasti
dei primi anni di indipendenza.

Gianni Galleri

Mitsibonas portato in trionfo dai tifosi dell’AEL.


Credits: Wikipedia

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CATANZARO E IL CATANZARO
ANATOMIA DI UN RAPPORTO IMPERFETTO
“Piccola città, pettegola e un po’ strana come dicono da queste parti - se al posto suo ci
che vivi sonnecchiando per una settimana, fosse stato un uomo dietro una scrivania, sareb-
arriva la domenica e come per magia, be stata più rappresentativa del corpo cittadino.
ti accendi di colore, di fumo e di allegria. Ma soprattutto una città che, quasi incredibilmen-
Piccola città che si ama o si odia, te, sembra risentire delle vicissitudini del suo fio-
dove ogni giorno il vento urla una nuova storia re all’occhiello, quei giallorossi che per decenni
e la gente allo stadio si prende per la mano, sono stati un vero e proprio collante tra l’intera
accarezzando un sogno che non è piu’ lontano […] regione e la diaspora che l’ha ininterrottamente
Piccola città sconfitta e rassegnata, privata dei suoi talenti più cristallini, trasforman-
hai dato sempre tutto ti hanno sempre fregata, dosi così in un serbatoio di mediocrità e di grigi
qui gli uomini che contano non vanno mai a tempo, avallanti dello status quo.
si son seduti ai limiti di un ponte di cemento. Non è un caso che alla vigilia delle amministra-
Piccola città dove tutto è un problema, tive più bizzarre di sempre (in cui “trasformismo”
ma quanta nostalgia per chi se ne allontana, sembra la parola d’ordine), che coincideranno
arriva la domenica e da dovunque sia con l’ennesimo play off farcito da belle speranze,
ritorna nel suo stadio con cuore e fantasia”. la città sembri ancora bloccata a quella versione
di metà anni Ottanta in cui aspettava il treno per
Non è l’inno ufficiale dell’US Catanzaro 1929, quel futuro verso cui sembrava ineluttabilmen-
che nel corso della sua esistenza ne ha cambiati te proiettata. Ma evidentemente ha sbagliato
vari, ma ha comunque il grande merito di coglie- stazione d’attesa. Il fatto poi che questo lasso
re in pieno criticità e punti di forza di una città di tempo sia anche quello dei risultati più ma-
particolare, verrebbe da dire sui generis: una cit- gri della compagine calcistica è molto più di una
tà che si estende dal mare alla Sila, ma che non semplice coincidenza, un legame a doppia man-
ha né vocazione marittima - poiché il quartiere data in cui i destini calcistici e sociali sembrano
marinaro sembra essere una colonia interna cre- necessariamente essere convergenti e che tro-
sciuta in maniera incontrollata (e forse per qual- vano conferma dall’amore quasi scanzonato per
cuno indesiderata) e senza l’interesse adeguato la squadra, un amore quasi senza alternative,
della madre patria - né tantomeno montana. Una perché al di fuori di quel sacro rito domenicale,
città arroccata su tre colli i cui fianchi sembrano non resta praticamente altro a una cittadinanza
avvitarsi oltremisura per fare in modo che nes- ormai narcotizzata che sta vivendo l’avvento (ri-
suno dall’esterno possa vedere cosa vi succeda, tardato) della modernità come una lenta, ma ine-
collegata al circondario grazie a un ponte che, luttabile capitolazione verso l’appiattimento più
per buona parte dell’anno, appare inghiottito dal- totale fatto da città che somigliano una all’altra
la foschia per evitare sguardi indiscreti e conti- in maniera spersonalizzante e la cui unica dif-
nuare a poter sostenere, pur sapendo di mentire, ferenza è fatta dalla qualità della propria classe
di essere “nella città più bella del mondo” e nella dirigente (ed è lì che iniziano i dolori).
propria personalissima declinazione della vita di
provincia, fatta di clientelismo, colletti bianchi e Bisogna essere onesti: scorrendo le classifiche
trame oscure in quella che - tecnicamente - pro- sui vari indici di vivibilità delle varie città e re-
vincia non è; una città che ha in una fontana con gioni, i motivi per essere orgogliosi di essere di
la statua di un uomo che scava la roccia uno dei questa terra scarseggiano, a meno che non si
suoi movimenti più celebri, “Il Cavatore”, ma - rievochino i fasti dei tempi che furono (da Mattia

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Credits: Enzo Minicelli

Preti a Mimmo Rotella, passando per altri concit- rotture o “rivoluzioni” finisce inevitabilmente per
tadini illustri che hanno trovato la consacrazione affidarsi a qualche uomo ripescato dal passato,
altrove come Pierfrancesco Pingitore e Renato sia esso un dirigente (il ds Logiudice), un allena-
Dulbecco) o che non la si butti sulla gastronomia tore (Gaetano Auteri) o giocatori (Kamara), tanto
(col Morzello motivo di vanto e orgoglio) e non per restare agli ultimi anni e non scomodare altre
è un caso che una di quelle poche eccellenze restaurazioni travestite da rivoluzioni che hanno
presenti ancora in loco, il collettivo letterario “Lou avuto fortune alterne - dal ritorno di Massimo
Palanca” (chiaramente ispirato al “Luther Blisset Palanca nella seconda metà degli anni Ottanta
Project”, con la sostanziale differenza che il rife- alle varie puntate del Baronetto di Posillipo Gian-
rimento calcistico del collettivo calabrese era tre- ni Improta, fino alla minestra riscaldata Guerini
mendamente più efficace sotto porta - chiedere nell’ultimo campionato di Serie B.
ai tifosi avversari per ulteriori conferme), in uno D’altronde, un presente condito da ventotto cam-
dei suoi romanzi di maggiore successo, “Ti ho pionati di Serie C, la categoria delle provinciali
vista che ridevi”, centrava forse il nodo allo stes- per antonomasia, negli ultimi trent’anni non con-
so tempo più emblematico e problematico della sente di approcciarsi in maniera serena con la
psicologia catanzarese e calabrese in generale dimensione attuale della squadra, quasi come
con una diagnosi che non lasciava scampo: non se ci fosse un rifiuto generalizzato di guardare
esiste una voce dialettale che indichi il tempo fu- in faccia il presente per trasformare il passato
turo, pertanto non esiste “un ragionamento ra- e soprattutto la sua narrazione in una sorta di
gionato” su quel tempo. comfort zone rigenerata su misura e che fa il
paio con quel clima di nostalgia di cui ogni pro-
Infatti, il difetto che viene comunemente addebi- vincia è intriso fino alle proprie viscere verso non
tato ai tifosi catanzaresi è quello di essere prigio- meglio precisati tempi aurei in cui tutto andava
nieri del passato; tanto per rendere l’idea, anche per il verso giusto… a prescindere dal sapere o
quando l’area tecnica si ripromette di compiere meno quale esso effettivamente fosse.

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A tutto ciò va aggiunta quella sensazione, tipi- nia della sorte reggino d.o.c., che riavvicinò ide-
ca di quei luoghi troppo chiusi che costituisco- almente tutta la regione realizzando forse le due
no quasi un ecosistema a parte, di unicità per reti più importanti della storia del sodalizio gial-
tutto quello che vi concerne, quasi come se si lorosso: quella del vittorioso spareggio contro il
fosse investiti di una missione divina, che se, ad Bari per l’accesso alla massima serie e quella
esempio, sei nato nei Balcani può portare con- decisiva per la prima vittoria del Catanzaro in
seguenze drammatiche, come abbiamo avuto Serie A, nientepopodimeno che contro la Juven-
modo di constatare, ma se sei nato nell’entroter- tus che poi avrebbe vinto quel campionato. Due
ra calabro può farti pensare di trovarti di fronte reti che diedero quel senso di riscossa a tutto
alla squadra regina del meridione . come recita un popolo che dalle campagne e dai paesini più
la strofa iniziale dell’inno - e ben più di una sem- sperduti faceva ore e ore di viaggio sulle mulat-
plice squadra di calcio, come ha avuto modo di tiere - in attesa della realizzazione di quell’auto-
rimarcare la Curva Massimo Capraro nell’ultimo strada che ancora deve essere definitivamente
derby calabro. conclusa - per andare a vedere l’orgoglio dei
deboli e degli sfruttati come seppe riassumere
Ma al di là delle proiezioni ideali, l’attaccamento in poche frasi diventate celebri il centrocampista
ai fasti del passato non riguarda solamente il non Vignando, che sentiva sulle spalle della propria
voler affrontare una realtà avara di soddisfazioni, casacca giallorossa il peso delle aspettative del-
ma risalta anche da quella commistione che vide le masse contadine calabresi che aspettavano
appunto nei trionfi raggiunti dall’U.S. Catanzaro da dieci secoli un’occasione simile di riscatto,
1929 un sincretismo dell’affermazione dell’iden- come dimostrò anche la tournée negli Stati Uniti
tità calabrese, e in certi momenti - come vedre- del 1972, in cui il Catanzaro affrontò anche i NY
mo - anche meridionale in giro per il mondo, pro- Cosmos di Pelé, che per una volta non era la
prio mentre questa stessa identità veniva messa principale attrattiva del match.
a dura prova dagli eventi tragici di Reggio Cala- Le stesse masse che qualche anno dopo, duran-
bria e di quella rivolta passata alla storia per le te la seconda partecipazione dei giallorossi alla
infiltrazioni della criminalità organizzata e dell’e- massima serie, dopo essersi erano ormai inurba-
strema destra del “Boia chi molla”. Un po’ come te e costrette ad autodeportarsi in blocco verso
quando a cinquant’anni suonati passi le serate a le metropoli industriali, non riuscivano a integrar-
ricordare i tempi in cui eri rappresentante d’isti- si in nome di quel progresso che piuttosto che
tuto alle superiori. scendere tra la gente più umile gli camminava
Infatti, in quel periodo di lotte fratricidi tra cala- sulle teste e che sfruttarono un pretesto - per la
bresi, fu il Catanzaro ad avere un’azione deter- precisione un fallo laterale - per trasformare un
rente: dapprima con la storica finale di Coppa apparentemente normalissimo Juventus-Catan-
Italia raggiunta nel 1966, raggiunta dopo una zaro in un conato di riottosità impolitica impreve-
storica quanto clamorosa affermazione in casa dibile che vide coinvolti giovani e meno giovani
della Juventus in semifinale davanti a migliaia di anche di altre cittadine di tutto il Meridione (le
tifosi giallorossi per la maggior parte immigrati. E cronache parlano di arrestati anche originari del-
fu proprio nella stagione 1970-1971, l’anno delle la provincia di Bari e Avellino) e che ebbe uno
barricate innalzate dagli sgherri di Ciccio Fran- coda a Corso Traiano con annesse barricate in
co, l’anno dell’omicidio dell’operaio Giuseppe strada fino a tarda notte, causando per la prima
Malacaria, colpito da una granata durante una volta nella storia del calcio italiano la squalifica
manifestazione antifascista sul corso cittadino del campo per le intemperanze della propria tifo-
di Catanzaro e dei due derby tra Catanzaro e seria in trasferta.
Reggina disputati in campo neutro a centinaia di
chilometri di distanza, che nel campionato cadet- È proprio in quegli anni che di racconto in rac-
to si assistette alla cavalcata del Catanzaro, una conto sembrano quasi un’unica golden age che
squadra sostanzialmente identica a quella che la squadra giallorossa fece la bocca ai piani alti
si era salvata in extremis nell’anno precedente, e alla frequentazione senza timori delle nobili
con l’eccezione della punta Angelo Mammì, iro- del nostre calcio, pur mantenendo quell’alone

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di genuinità testimoniato dalla totale estraneità
al calcioscommesse (da cui trasse giovamento
venendo ripescato al posto della Lazio) e alle
ombre di doping, come testimoniano le dichia-
razioni racchiuse nel libro-confessione di Carlo
Petrini Nel fango del dio pallone e di cui era ga-
rante una proprietà sanguigna e genuina come
quella del patron Nicola Ceravolo, un vero uomo
d’altri tempi che incarnava nel modo migliore la
propria “gente”, e successivamente di Adriano
Merlo; erano gli anni in cui allo stadio si andava
la mattina presto per trovare posto, con “le co-
lazioni” portate nello zaino per arrivare il prima
possibile, in cui le gradinate diventavano il posto
in cui davvero per una giornata si abbattevano
le differenze di classe e tutti pensavano solo al
bene dei giallorossi, remando tutti assieme nella
stessa direzione.

Poi, come avviene un po’ in tutti i sogni, vi fu il ri-


sveglio sotto forma torti arbitrali e federali di varia
risma (dalle reti subite col massaggiatore in cam-
po a retrocessioni avvenute per “presunto illeci-
to sportivo” all’indomani di uno spareggio per la
permanenza vinto sul campo) che penalizzarono
la squadra fino a condannarla per anni e anni alla
quarta serie, ma che paradossalmente servirono
a cementare quel rapporto granitico tra essa e la
città, entrambe decadute bruscamente in troppo
poco tempo, di cui la tifoseria era custode grazie
a quel senso mistico da “popolo eletto da dio”
che trae linfa da ogni sconfitta o torto subito (e
negli ultimi venticinque anni ci troviamo di fronte
a dieci play-off persi su altrettanti disputati, al-
cuni dei quali clamorosi, per cui non basterebbe
un articolo apposito), quasi una versione mixata
del fado lusitano con la taranta calabra. Eppure
la rinascita appare sempre lì dietro l’angolo - al
prossimo play-off o alla prossima tornata eletto-
rale - nonostante le delusioni, nonostante le vit-
torie dei dirimpettai, di quelle tifoserie che fino a
pochi anni prima venivano a vedere il Catanzaro,
perché “A Catanzaro se togli il Catanzaro non
resta niente”, come dimostrano le persone che
si assiepano anche per seguire gli allenamenti
e sembra aver capito anche la classe politica,
visto che più volte la situazione societaria della
squadra è entrata nei programmi elettorali.
Pertanto, è proprio lo studio sulle vicende storiche
di una squadra tanto radicata e scevro da sugge-

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stioni che potrebbero rivelarsi controproducenti VAR e successivamente una punizione dal limite
che potrebbe offrire vie di fuga dal circolo vizioso (al novantasettesimo!) hanno ribaltato il risulta-
del passato che non passa, senza fare perdere to riaprendo le porte della Serie C per - almeno
quella genuinità che è il sale del nostro calcio - un altro anno. Ma quell’abbraccio collettivo a
e che è ormai persa nelle metropoli calcistiche fine partita tra gli oltre 2500 tifosi assiepati nel
e che solo a certe condizioni può mantenere la settore ospiti e i giocatori in lacrime è una sorta
magia senza tempo che fa innamorare grandi e di garanzia che - a prescindere dagli sfottò dei
piccini. Quella magia che, come se nulla fosse, corregionali più attenti ai risultati del Catanzaro
fa sì che il lunedì mattina non si parli d’altro e se che a quelli delle proprie squadre - ci si rialzerà
per puro caso non avessi seguito la partita il gior- tutti insieme, come lo si fa dopo l’ennesimo brut-
no precedente, ti basta vedere la faccia dei pas- to cazzotto nel muso come dimostrano gli oltre
santi per intuirne il risultato, perché pur con tutti i 1200 abbonamenti sottoscritti già a metà luglio
(tanti) difetti e l’autoconvinzione di sentirsi un po- che certo, non daranno L’attestato di settima ti-
polo eletto pronto a ritrovare la propria grandeur foseria del mondo, come qualcuno in costante
da un momento all’altro, le persone provano a sprezzo del ridicolo e dell’evidenza si ostina pure
opporre la loro semplicità e il proprio cuore alla a dire da queste parti, ma ti fanno sentire davve-
spersonalizzazione presente tanto nel calcio dei ro parte di una comunità speciale!
capitali che sta facendo capolino anche in Serie
C, quanto nella ridefinizione del corpo sociale di Giuseppe “Dopone” Ranieri
una città in perenne tensione tra ciò che dovreb-
be essere e quello che vorrebbe diventare, foto-
grafata alla perfezione dalle parole di Massimo
Palanca (sempre sia lodato!), preciso come se
piuttosto che con la mano le avesse scritto col
suo sinistro, quello che secondo Sandro Ciotti
era “il miglior sinistro d’Europa”.
“Sono un povero diavolo, vivo alla giornata, in
provincia, lontano mille chilometri dai grandi cen-
tri. Ma la sera, quando me ne vado a casa, Ca-
tanzaro diventa Parigi, Roma, New York. Sarò
un po’ matto ma è così”.

P.S. Da quando è stato scritto questo pezzo al


momento della sua pubblicazione sono accadute
un po’ di cose: la tornata elettorale si è davvero
rivelata la più intensa e sorprendente degli ultimi
decenni, capace di sovvertire pronostici ed equi-
libri di potere che sembravano inscalfibili, a cui
adesso bisognerà dare un seguito nell’ammini-
strazione quotidiana del territorio, ma che alme-
no hanno avuto l’indubbio merito di risvegliare
ampi circuiti di partecipazione dal bassso. Quan-
to al Catanzaro, beh, che ve lo dico a fare: undi-
cesimo play off e undicesima eliminazione, an-
che questa volta in maniera a dir poco beffarda,
visto che a un quarto d’ora dalla fine i giallorossi
erano in vantaggio a Padova nella semifinale di
ritorno, ma prima un’errata interpretazione del

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DER ITALIENISCHE FUSSBALL
CALCIO E IDENTITÀ IN SUDTIROLO/ALTO ADIGE
“Tu, madre tedesca, anche senza tenere più tuo figlio sulle le comunità germanofone e italofone presenti nel
ginocchia, lo devi tenere sotto il tuo sguardo e prenderlo territorio.
per mano, per esercitare l’occhio del bambino nella lettura Una separazione netta e profonda che connota
e nella grafia tedesca e condurre la sua mano a scrivere perfino il calcio altoatesino, periferia di un calcio
in caratteri tedeschi. Non sei in grado di farlo? Non hai italiano composta da club strutturati su base etni-
tempo? Forse una delle tue figlie o domestiche potranno co-linguistica aderenti a più federazioni sportive.
aiutarti? Se anche questo non sarà possibile, i tuoi figli In Alto Adige esistono i club affiliati alla sola FIGC
dovranno incontrarsi con altri in una qualsiasi calda Stube e quelli che, oltre alla federcalcio italiana aderisco-
dove un ex insegnante o una persona che conosca l’arte no alla Verband der Sportvereine Südtirols (VS-
del leggere e dello scrivere possa insegnare loro almeno i S),la federazione delle associazioni sportive di
rudimenti”. lingua tedesca presenti nel territorio.
Michael Gramper, 1924, manifesto della Katakombenshule Così, mentre al quartier generale di Eppan si parla
tedesco, dalle parti dello Stadio Druso, casa del Fc
Una gigantografia di Joachim Löw in posa con Oli- Südtirol, si parla italiano, con gli ultrà della Gradi-
ver Bierhoff e l’intera nazionale tedesca circonda nata Nord Bolzano intenti a cavalcare il corso del-
uno dei campi del FCS Center, il quartiere genera- la storia scritta lo scorso 24 aprile al Nereo Rocco
le del FC Südtirol - Alto Adige, perso tra i boschi, di Trieste quando, con il 2-0 rifilato alla Triestina, il
le vigne e gli alberi di mele di Eppan, a pochi passi FCS ha vinto il girone A di Lega Pro conquistando
dal lago di Caldaro. la prima storica promozione in Serie B.
La nazionale tedesca ha più volte scelto la Bassa È la prima volta che una squadra formalmente bi-
Atesina - la zona della provincia autonoma di Bol- lingue e rappresentante il Sudtirolo giunge a que-
zano che dalla periferia del capoluogo si estende sto livello del calcio italiano e ciò ha incuriosito la
fino al comune di Salorno - come sede di ritiro in stampa e i media nazionali che si sono affrettati a
vista dei grandi appuntamenti internazionali. raccontare il modello Sudtirolo come fotografia di
Da queste parti i tedeschi sono di casa e si sento- un calcio di provincia in rampa di lancio.
no a casa, cullati e venerati dalla gente del posto
che ha occhi e cuori solo per il Mia San Mia, il La realtà è molto più articolata e i primi a farlo pre-
Bayern di Monaco. sente sono gli stessi tifosi italofoni del FCS che,
Roma è un miraggio che non vuol essere visto da approfittando del rinnovato interesse dei media,
chi non vede nel Brennero una frontiera bensì un hanno affermato di non riconoscersi nel nuovo
fisiologico transito verso ciò che è prossimo, fami- corso societario che negli ultimi anni ha optato per
liare, casa: il Tirolo settentrionale e la Baviera. la sola denominazione del club in tedesco rimuo-
Innsbruck e Monaco sono i luoghi di riferimento vendo il nome Alto Adige dal logo societario.
per i tedeschi italiani, figli dell’aquila bicipite au- C’è una parte di provincia che parla italiano ed è
striaca e di quella tirolese incastonata nell’antica concentrata prevalentemente a Bolzano, città che
bandiera rossa e bianca usata oggi dalla provincia dal 2000 è diventata casa del FC Südtirol.
autonoma. A Bolzano la questione linguistica è molto sentita
Dove la lingua è viva e si parla, è lì che il cuore e ha che vedere con la storia della città e dell’in-
pulsa e la testa si orienta: una verità che nel Su- tero Sudtirolo.
dtirolo abbraccia ogni sfera del quotidiano vivere Ancor prima della Pace di Saint Germain del
e che ha determinato la linea di demarcazione tra 10 settembre 1919, che decretò la divisione dei

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territori appartenuti all’Impero austroungarico e In principio fu la toponomastica a cambiare sot-
l’annessione della parte meridionale del Tirolo to l’effetto del Prontuario dei nomi locali dell’Alto
al Regno d’Italia, a Bolzano c’era chi – come il Adige che aprì la strada al bilinguismo che fu in
borgomastro Julius Parathoner – mirava alla cre- seguito rafforzato dall’introduzione dell’obbligo di
azione di una Repubblica del Tirolo meridionale frequenza alle scuole di lingua italiana presenti
inserita all’interno di una Confederazione di paesi nelle zone alloglotte.
austro germanici facendo leva sui celebri 14 punti Queste misure che anticiparono l’avvento del fa-
wilsoniani. scismo al potere avevano come obiettivo l’assor-
Le cose andarono diversamente e i circa 220 mila bimento di quella fascia di popolazione che viveva
cittadini di lingua tedesca e ladina del Sudtirolo si nelle aree mistilingue (Bassa Atesina e a Bolzano)
ritrovarono a vivere contro la loro volontà in uno che parlava il tedesco e veniva considerata italia-
stato in cui erano minoranza etnico-linguistica. na dalle autorità.
Questo cambiamento di status rafforzò il desiderio L’inarrestabile ascesa del partito fascista portò
sudtirolese di ricongiungimento all’Austria, paese prima alla celebre marcia su Bolzano del 1922 e
che come l’Italia, stentava a trovare la sua via nel poi, con l’avvento di Mussolini al potere, ai cele-
primo dopoguerra. bri Provvedimenti per l’Alto Adige di Tolomei volti
È in questo difficile periodo che il nazionalsociali- a spezzare ogni sorta di irredentismo tedesco in
smo tedesco e il fascismo fecero progressivamen- Alto Adige.
te il loro ingresso nelle valli a sud del Brennero. L’obiettivo prioritario di questi 32 punti era il rag-
Bolzano si riscoprì nuovamente al centro di una giungimento di una rapida italianizzazione del Ti-
questione politica quando il 24 aprile del 1921 la rolo meridionale mediante misure quali l’italianiz-
città in festa venne scossa dalla violenza di 300 zazione dei luoghi, strade e attività commerciali,
squadristi giunti da ogni provincia del nord d’Italia il divieto d’uso dei nomi Tirol e Südtirol (e tutte le
per dare un forte segnale a chi, lassù, aspettava loro derivazioni), la maggior presenza di funziona-
un esito positivo dal futuro referendum sull’annes- ri locali e statali italiani in arrivo da altre aree del
sione del vicino Tirolo del Nord alla Germania. paese, nonché la politica dei monumenti e l’urba-
Da quella che venne presto ribattezzata la dome- nizzazione di Bolzano.
nica di sangue si passo presto all’introduzione di Il capoluogo altoatesino fu al centro di nuove on-
provvedimenti e leggi volti a snazionalizzare il Su- date di protesta in occasione dell’entrata in vigore
dtirolo. della Legge Gentile sulla scuola - che di fatto vie-

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tava l’insegnamento in lingua tedesca costringen- storia, come nel caso dei tedeschi italiani Dablei-
do le madri e le famiglie sudtirolesi a organizzare ber guidati dal canonico Andreas Gamper sotto il
le scuole clandestine - e a seguito del divieto di movimento Andreas Hofer Bund, oppure chi si tro-
pubblicazione dei giornali in lingua tedesca (gra- vava impossibilitato ad abbandonare tutto come
zie alla curia locale si salvarono il Volksbote e il nel caso delle famiglie miste.
Dolomiten). Ma la guerra aveva portato altre disgrazie dalle
Stretti nella morsa del Duce, i sudtirolesi cerca- parti di Bolzano: in principio ci fu la miseria, segui-
rono rifugio nella Germania nazista e in quel na- ta dall’avvento dei lager e dalla lotta senza quar-
zionalsocialismo che nel 1933 aveva permesso a tiere tra le resistenze italiane e tedesche contro i
Hitler di prendere il potere. nazisti e fascisti della RSI.
La gente del Sudtirolo credeva nel motto Ein Volk,
Ein Reich, Ein Führer! in voga nella Saar occupa- Con la fine della guerra e il successivo referen-
ta dalla Francia e sognava lo stesso referendum dum repubblicano del 2 giugno del 1946 l’Alto Adi-
per entrare a far parte dell’unico popolo, nell’unico ge entrò in una nuova epoca segnata dal bisogno
impero guidato da un solo capo. di trovare una formula per una piena e positiva
Se tra le vie del Sudtirolo si assistette alla lotta integrazione della provincia oltre alle misure che
intestina tra pro-nazisti e fascisti, a livello politico fossero capaci di ricostruire il tessuto sociale per-
Hitler - per mantenere solida l’alleanza con Mus- mettendo la convivenza tra le due comunità lin-
solini in vista di un nuovo conflitto mondiale - non guistiche (i due terzi della popolazione sudtirolese
aprì mai alla possibilità dell’annessione del Sudti- post-guerra era di lingua tedesca o ladina).
rolo alla Germania, neppure all’indomani di quella Gli anni del dopoguerra furono caratterizzati dall’a-
di Vienna del 1938. scesa del SVP Südtiroler Volkspartei come partito
di raccolta etnico in grado di portare le questioni
Per mantenere lo status quo, Germania e Italia della provincia a Roma e dalle ritrovate sinergie
si misero d’accordo per affossare ogni possibile tra i governi di Italia e Austria che cercarono di
disegno di una futura patria sudtirolese trovando riorganizzare la vita a sud del Brennero.
nel sistema delle opzioni una soluzione di mutuo Roma e Vienna stabilirono un protocollo d’intesa
profitto. volto a favorire il ritorno della scuola in madrelin-
Le opzioni prevedevano il trasferimento obbliga- gua e il riconoscimento dei titoli di studio conse-
torio dei cittadini considerati tedeschi in Germania guiti oltreconfine, la fine delle opzioni e l’avvento
mentre per i tedeschi italiani dell’Alto Adige, delle dell’autonomia legislativa e amministrativa per il
zone cimbre e delle province di Udine e Belluno Sudtirolo.
veniva loro concesso di scegliere su base volon- Sfide che facevano il paio con la lenta e difficile
taria. denazificazione e defascistizzazione del territorio
Alla Germania serviva la forza lavoro in prospetti- (dalle cariche pubbliche alla società) unite all’av-
va della guerra mentre all’Italia serviva completare vio del fenomeno migratorio interno che metterà
l’opera di pulizia etnica che, oltre all’Alto Adige, in- sotto pressione l’intero nord del paese.
teressava la Venezia Giulia. Per una provincia che aveva ancora da smaltire
Le opzioni spaccarono il tessuto sociale sudtirole- le scorie della snazionalizzazione fascista, l’arrivo
se. Una parte di popolazione accettò di abbando- degli italiani dal mezzogiorno rappresentò una mi-
nare la propria casa e la propria terra per dirigersi naccia etnica e sociale nonché il tradimento delle
oltre confine per vivere, combattere e morire sotto promesse dei governi di turno.
la Germania nazista. Complice la ritrovata piena sovranità politica au-
Meno di un terzo dei 75 mila sudtirolesi trasferiti striaca (1955) che concesse a Vienna di portare
nel Reich farà successivamente ritorno in Sudtiro- la questione altoatesina davanti all’Assemblea ge-
lo a guerra conclusa. Hitler promise loro una terra, nerale dell’Onu nel 1959, in Alto Adige si affermò
un nuovo Sudtirol in Francia, Austria e persino in progressivamente una linea politica più dura che
Crimea senza mai dar seguito alla parola data. sconfinò presto in una sorta di lotta armata portata
Di contro, ci fu chi decise di restare opponendosi avanti dal Befreiungsausschuss Südtirol, le cosid-
alle misure volte a cancellare il popolo e la sua dette BAS per la liberazione del Sudtirolo.

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Attentati dinamitardi a ferrovie, tralicci dell’alta Se l’italia del pallone conosce il FC Südtirol, l’Eu-
tensione, monumenti e caserme scossero la pro- ropa dei popoli conosce la nazionale del Südtirol,
vincia per tutti gli anni 60’ e per buona parte dei 70’ la campionessa d’Europa, la più forte tra le sele-
con un bilancio di 300 attentati e 20 morti. Tra le zioni Europeada capace di vincere tutte le edizioni
varie misure in risposta a quest’epoca che oltre a finora disputate (2008, 2012, 2016).
segnare l’Alto Adige ha insanguinato l’Italia tutta, In Italia se n’è parlato poco ma nel 2016 la Provin-
ci fu l’entrata in vigore dello Statuto sull’Autonomia cia Autonoma di Bolzano ha organizzato la terza
regionale del 1972 che ripristinava il nome Südtir- edizione dell’europeo, la prima estesa alle sele-
ol (al posto di Tiroler Etchland in vigore dal 1948) zioni femminili, scegliendo di giocare nei luoghi
e stabiliva il passaggio di competenze dalla Re- più identitari, simbolo dell’unione comunitaria e
gione alle province autonome di Trento e Bolzano. della partecipazione alla vita sudtirolese: Sand in
Ciò permise il consolidamento delle politiche volte Taufers/Campo Tures e Ahrntal/Valle Aurina.
a favorire una società pluralista e bilingue. Il Südtirol aveva i favori del pronostico e un tifo in
La RAI implementò la programmazione in tedesco grado di riempire con passione e bandiere bianco-
e ladino e la stampa aveva nei giornali Alto Adige rosse tutti gli stadi.
e Dolomiten i punti di riferimento per l’informazio- Dopo aver agevolmente vinto il girone compren-
ne delle comunità della provincia. dente Isola di Man, Alta Slesia e Nord Franschlonj,
A seguito della Riforma del Titolo V della Costitu- la squadra di casa ha avanzato senza paura verso
zione italiana del 2001 le autonomie territoriali del la finale contro l’Occitania vinta per 2-1.
Sudtirol si sono ampliate e hanno permesso alla Se la nazionale del Südtirol va fortissimo è per-
Provincia autonoma di rapportarsi autonomamen- ché da oltre 50 anni la VSS risponde ai bisogni
te nell’area Euregio prima e nell’Europa comuni- di tutte le comunità tedesco-italiane per mezzo di
taria poi. una struttura capillare che farebbe invidia a molte
federazioni UEFA e FIFA.
È grazie agli accordi europei in ambito sportivo e La VSS è una vera e propria potenza dello sport
culturale che la VSS ha avuto modo di costruire la capace di offrire 17 discipline sportive per un to-
nazionale di calcio del Südtirol iscritta all’Europe- tale di 500 società affiliate. Il calcio rappresenta il
ada, l’europeo delle minoranze etnico-linguistiche fiore all’occhiello dell’organizzazione con oltre 220
europee promosso dal FUEN - Federal Union of società rappresentate nelle categorie under 8-9-
European Nationalities. 10-11-12-13 e 15, le prime squadre, le vecchie

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glorie e il Futsal. plicava un modello di welfare comunitario che pre-
La sezione arbitrale conta 142 arbitri e solo il set- vedeva che parte degli utili venissero destinati allo
tore giovanile conta 15500 iscritti. sviluppo del territorio e delle sue infrastrutture.
Il merito è dell’organizzazione, attiva sia nel va- La stessa valle si dotò di un Tribunale della Mon-
lorizzare le società sportive locali e il loro impatto tagna che aveva lo scopo di dirimere le controver-
sulle comunità sia nell’accogliere e coinvolgere le sie sorte tra i minatori (che nel periodo di massimo
famiglie - con orari e calendari creati ad hoc se- sviluppo venivano dai lander tedeschi e di fede lu-
guendo gli incastri scolastici (i minori giocano le terana) e i locali contadini (cattolici conservatori)
partite del campionato durante la settimana inve- coinvolgendo i capi famiglia, le parrocchie e gli
ce che nel week end). abitanti dei villaggi.
Talenti che crescono in luoghi sani e ben inseriti La SSV Ahrntal è nata per rappresentare la sto-
nel contesto sociale: ogni città e borgo ha la sua ria e l’identità di questa valle e per accoglierne i
squadra con il suo stadio, il suo campo di ultima suoi figli che vivono lontano da Vienna, Bolzano
generazione, il bar sociale e le strutture per l’ag- e Roma.
gregazione e i mezzi di trasporto sponsorizzati da Sono le storie di identità e territorio come questa a
banche e imprese del territorio. spiegare il calcio di questi luoghi, lo stesso calcio
Qui lo sport è l’espressione di quel welfare di co- di cui un tempo faceva parte il SV Milland, il club
munità che dovrebbe fare scuola in tutta Italia e della frazione di Bressanone che sul finire degli
non è un caso che l’altro Südtirol, il FCS che il anni 90’ venne rilevato da un gruppo di imprendi-
prossimo anno farà la B, faccia scouting nel ter- tori sudtirolesi e trasformato in FC Südtirol -Alto
ritorio e osservi attentamente l’andamento dell’O- Adige, con conseguente abbandono del villaggio
berliga e della Landesliga gli accesissimi cam- e approdo a Bolzano.
pionati di eccellenza e promozione che valgono La neonata società si affrancò dal modello sudtiro-
anche come titolo sudtirolese. lese per sviluppare un calcio improntato al profes-
Sono questi i terreni di sfida per le storiche squa- sionismo e in grado di sviluppare un marchio che
dre che rappresentano le valli, i villaggi e centri del potesse portare gli interessi (politici ed economici)
Südtirol. e i colori della provincia in giro per lo Stivale.
Se da una parte la società racconta di non esse-
C’è la storica e blasonata Mir San Jergina ASC re rappresentativa della sola Bolzano e di essere
St. Georgen di Brunico, la squadra che ha vinto la l’unico punto d’incontro sportivo per le comunità
Coppa Italia LND nel 2018 e c’è la squadra degli ladine, tedesche e italiane, dall’altra il tifo del FCS
ultrà, il FC Obermais di Maia Alta, unico club ad è nato e cresciuto a Bolzano e fatica a identificar-
avere un gruppo organizzato (e numeroso) sem- si con l’immagine della provincia autonoma e con
pre al seguito della squadra. quel mondo così diverso e intimo che connota,
Nella Bassa Atesina è possibile assistere ai derby nella vita come nel calcio, questa periferia d’Italia.
infuocati tra le società del Kalterer SV Fussball, La questione linguistica, l’identità del Südtirol e la
AFC St. Pauls, ASV Tramin Fußball e SSV Na- storia di questo luogo accompagnerà il percorso
turns mentre invece nell’estremo nord, nella valle del FCS e dei suoi ultras in Serie B e, vada come
circondata su tre versanti dall’Austria c’è la storica vada, ciò per molti sarà una scoperta.
SVV Arhntal.
Wio San Van Toule! (Noi siamo la valle) è il mot- L’autore desidera ringraziare Kornad Andergas-
to della SVV Arhntal, che più che una squadra è sen e tutti i vertici della VSS.
il punto di riferimento delle comunità più remote
dell’intero Südtirol, strette nel percorso che da Francesco Zema
Sand in Taufers arriva a Kasern, il punto più set-
tentrionale d’Italia.
La valle Aurina fu per secoli terra di miniere e di
furore operario con il celebre sindacato aurino
(organo di autogoverno locale operativo tra 1500
-1600) che regolava il commercio, il lavoro e ap-

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DI UN PRO CHE NON ESISTE PIÙ
Gianluca si era presentato al campo di allena- frescura affidata ad un filo di brezza serale: Pan-
mento in un giorno di gennaio dove ci si pone- nella rileva una società con un bilancio illibato, il
va il dubbio se fosse più bassa la nebbia o la Pro Piacenza inizia a prendere forma in un mer-
temperatura: il clima di Piacenza non prevedeva cato estivo dove tra i trentadue tesserati spicca il
molte variazioni sul tema e lui se ne sarebbe ac- nome di Cristian Ledesma.
corto da lì a qualche giorno dopo aver svuotato il Cristian si presenta ai primi di settembre sotto
borsone ed indossato la maglia del Pro. le luci al neon di un albergo: ha ancora voglia
Dovevo riempire un breve trafiletto per un quoti- di dimostrare di essere un calciatore, racconta.
diano che non avrebbe visto nemmeno la fine di Nelle sue parole tra le venature argentine scorre
quel campionato. «Ci sono pochi soldi», sentivo la consapevolezza delle sue parole misto ad una
la sera mentre mi ritrovavo in redazione seduto nostalgia dei tempi migliori. I suoi da calciatore,
ad una scrivania mantenuta in asse da un bigliet- e quelli di un albergo dove qualcuno arriva an-
to del pullman. che a sognare l’arrivo di Gilardino. Non è nem-
Sentii anche la porta chiudersi a doppia mandata meno un sogno e la mezza estate è trascorsa da
all’ennesimo giornale non venduto ma mai avrei un po’.
potuto pensare che io, la squadra dov’era arri-
vato Gianluca Barba e quel quotidiano stessimo Quel Pro è diverso da quello visto negli anni pas-
condividendo lo stesso destino. sati. Una squadra che la città non ha mai adotta-
to, un Chievo senza la sua favola da raccontare.
Il Pro Piacenza arriva alla stagione 2018/19 Si passa da una rosa costruita per salvarsi ad
dopo tre campionati ed altrettante salvezze tra i un gruppo che prova a guardare alla parte sini-
professionisti. Tante a pensare che quella squa- stra della classifica: la partenza lascia ben spe-
dra che si allena a fianco della tangenziale ed ha rare ma l’entusiasmo sembra vacillare quando la
la sua sede in un quartiere della periferia fino a situazione finanziaria della società s’infila in un
qualche anno prima si ritrovava tra i Dilettanti. Di tunnel di stipendi attesi e speranze disilluse.
quelli dove gioca qualche compagno di classe, Di fronte alla porta di ferro della sala stampa si
convocato in prima squadra ed ansioso di leg- accumulano interrogativi ai quali nessuno sem-
gere il suo nome sulla carta stampata il lunedì bra voler o poter rispondere. Passano altre set-
mattina. timane e i giocatori mettono in mora la società
Nell’estate del 2018 però nella sede, quando il all’ennesimo “pagherò” non concretizzato.
clima cittadino passa da troppo nebbioso a trop- Quando mancano tre giorni al Natale 2018 il pul-
po afoso, si discute di un passaggio di proprietà: lman della Pro Vercelli parcheggia di fronte al
la dirigenza è alla ricerca di nuovi soci per man- Garilli, chiuso perché non è stato saldato il cano-
tenere la linea tracciata nelle stagioni preceden- ne d’affitto. Non c’è nessun Ledesma pronto ad
ti, i giornalisti restano con l’orecchio sulla piccola affrontare i piemontesi. Non esiste più una squa-
porta di ferro della sala stampa aspettando un dra. C’è la nebbia, come in ogni inverno che si
nome. rispetti. Ma non c’è più il Pro.
Qualcuno parla del forte interessamento di un Le voci di dimissioni dello staff si rincorrono.
imprenditore cremasco, altri di un bluff della so- Sono in pochi ancora a credere che i bastimenti
cietà uscente. C’è chi invece indica in Maurizio di televisori Seléco - lo sponsor che campeggia
Pannella il futuro presidente della squadra ros- sulla maglia dei rossoneri - troveranno acquirenti
sonera. Con una certezza quasi ferrea, proprio e che le finanze della società potranno così mira-
come la morsa agostana sulle mura della città. colosamente dare seguito ad una stagione dove
La pista lombarda svanisce come la speranza di si accumulano penalità e rinunce. La quarta si-

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gnificherebbe radiazione. È febbraio 2019 e a dimenticato a casa, arriva a Cuneo. La farsa è
Cuneo, dove il Pro dovrebbe giocare la prossima completa e la Lega decide finalmente di staccare
partita in programma, è nevicato. la spina radiando definitivamente, da lì a qualche
Anche i pochi che speravano in un colpo di scena giorno, il Pro Piacenza di cui resta soltanto una
si sono ormai arresi, senza condizioni. Si aspetta “X” nel girone di serie C.
soltanto la consegna dei libri contabili in tribu- La “X” di un Pro che non c’è più e di cui a nessu-
nale ed il fallimento di una società centenaria. no sembra importare.
Un epilogo desolante ma quantomeno la parola
“fine” ad una vicenda che si trascina da mesi.
Nicolò Premoli
Quell’epilogo non arriva però sulla neve di Cu-
neo dove scendono in campo sette giocatori in
maglia rossonera. Sono in realtà sei perché il
settimo è il massaggiatore con la maglia nume-
ro dieci e lo scotch sulla maglietta per celare il
nome del suo precedente intestatario.
Il numero minimo è rispettato, i tesseramenti
sembrano corretti: va in scena una gara dove il
Cuneo, che gioca in undici come da prassi con-
solidata nel giuoco del calcio, a fine primo tempo
è avanti di sedici gol. Il portiere del Pro appare
come il tragicomico protagonista di un cartone
animato che non fa ridere nessuno e dove l’in-
credulità è pari soltanto allo sdegno.
Nella seconda frazione i padroni di casa hanno
forse pietà con il passivo finale che diventa di
venti gol. Nel mentre era entrato in campo anche
un ottavo giocatore, il cui documento d’identità,

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SAN GIUAN FA MINGA INGANN
LA PRO SESTO E LA SUA GENTE
Dal Rondò alla Rondinella, oltre la ferrovia fino principale con capitale finanziaria d’Italia, eppure
al Colosseo, il centro storico e le case popolari i sestesi sono sempre lì, forti della propria identi-
Gescal, l’intera città era stata tappezzata di vo- tà e dell’appartenenza a un luogo tanto avvezzo
lantini volti a mobilitare il popolo sestese: “Saba- alla caduta, quanto alle miracolose rinascite.
to 14 maggio 2022, ore 17:30, Pro Sesto 1913 Tutto può cambiare meno la Pro Sesto 1913, la
vs Seregno Calcio, spareggio playout Lega Pro spina dorsale della città e il portabandiera dell’i-
2021/22. Tutti al Breda per incoraggiare i bian- dentità sestese sui campi italiani. Tutte le storie
cocelesti!”. della città e della sua gente si incontrano e si
La sfida senza appello - l’ultimo atto di un cam- intrecciano nell’epopea della Pro Sesto, vera e
pionato anonimo e a lungo mal giocato - aveva propria squadra del popolo, che non ha mai avu-
suscitato grande attesa a Sesto San Giovanni, to paura di lottare contro tutto e tutti.
l’orgogliosa città che volta le spalle a Milano per Nata nel 1905 come una società di ginnastica,
sfidare la Brianza. Nei bar come nelle piazze e nel 1913 la Pro Sesto abbraccia il calcio per of-
sulle pagine social dedicate al tifo sestese non si frire agli operai residenti in città una valida alter-
parlava d’altro che dello spareggio contro la vici- nativa al dopolavoro.
na Seregno, squadra nemica sul campo e sugli Nella prima parte della sua storia la Pro Sesto
spalti. Due risultati su tre avrebbero premiato la respira la polvere dei campi della Brianza prima
Pro Sesto evitando il tonfo nel mondo dei dilet- e della Lombardia poi, legandosi alle realtà rap-
tanti e il conseguente ridimensionamento econo- presentative del mondo industriale e operaio se-
mico e gestionale del club dalla storia ultracen- stese. Sarà proprio il legame con la Breda a cre-
tenaria. are negli anni ‘20 le sinergie per la costruzione
Sesto San Giovanni non è più la Stalingrado dell’attuale stadio e il finanziamento della prima
d’Italia, ha visto fiorire e morire la sua storia in- squadra, la palestra sociale, nonché l’istituzione
dustriale e operaia che parlava dei colossi Bre- di una squadra aziendale composta da giocatori
da, Magneti Marelli e Falck, delle cooperative e e operai della Breda che fino al dopoguerra sfi-
dei circoli socialisti e cattolici nonché dei covi di derà le compagini della Falck e della Marelli sui
Prima Linea e del Comandante Sirio, venuto da campi di Prima categoria e serie C.
Pola a Sesto per condurre la sua lotta armata. Nel 1946 la Pro conquistò la promozione nella
L’odierna Sesto culla gli scheletri delle proprie Serie B più atipica della storia italiana, composta
fabbriche e accoglie le genti in arrivo da mondi da 60 squadre suddivise in tre gironi; i bianco-
lontani senza avere più la stessa offerta, le stes- celesti resteranno nella cadetteria fino al 1950,
se possibilità che spinsero le famiglie pugliesi, ottenendo come miglior piazzamento il settimo
siciliane e calabresi a vivere e innamorarsi di posto nel 1948-49 a un solo punto da Brescia e
questo luogo. Napoli.
Gentrificate via Marconi e tutte le zone popolari, Persa la Serie B, il club sestese scese rapida-
le storiche botteghe e il cinema davanti alle scuo- mente negli inferi del calcio lombardo dove restò
le hanno lasciato il posto a giganteschi centri fino al 1967. Per Sesto San Giovanni furono gli
commerciali, al Villaggio Campari e al Carropon- anni della Stalingrado d’Italia e della piena occu-
te, cambiando la geografia della socializzazione pazione nelle fabbriche. Il mondo veniva a Sesto
sestese. Tanti sono stati gli scossoni e i cambia- San Giovanni, e persino i bauscia milanesi e la
menti vissuti nell’ultimo secolo dalla piccola città borghesia brianzola abbandonavano le loro real-
di 80 mila abitanti che condivide la sua frontiera tà per trovare benessere e lavoro a Sesto.

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La gente di Sesto si sentiva orgogliosa del suo deur brianzola che sempre ha visto Sesto San
microcosmo e ciò era ancor più visibile nel cal- Giovanni come un feudo o una periferia. Quando
cio di periferia nel quale la Pro si ritrovò a lungo i biancocelesti vedono il Monza, sia sul campo
impantanata. Erano gli anni dei derby contro il che sugli spalti è guerra totale.
Cinisello, il Meda, il Seregno, l’Aurora Desio, la Il primo derby ritrovato venne giocato nel set-
Pro Lissone e la Caratese, seguite poi da Voghe- tembre del ‘90 al Brianteo e si concluse in pari-
ra, Rhodense, Fanfulla e i rivali bustocchi della tà. Nella gara di ritorno giocata al Breda davanti
Pro Patria. a 5mila spettatori (su poco più di 6 mila di ca-
Servirono altri vent’anni, caratterizzati da altale- pienza totale), gli uomini di Motta schiantarono
ne di promozioni e retrocessioni tra Serie D e i brianzoli guidati da Varrella con un 3-0 che ha
interregionale, per spezzare la maledizione che fatto storia.
aveva privato Sesto del calcio professionistico. Dal 1990 al 1996 la Pro giocò con onore in se-
Giunta a Castano Primo per giocarsi la promo- rie C1, a tratti cullando il sogno di un ritorno in
zione all’ultima giornata del campionato di Serie Serie B. Retrocessi in C2 al termine del fatale
B 1986/87, la Pro Sesto - sostenuta da 22 pul- playout contro lo Spezia nel 1996, i biancocele-
lman di tifosi al seguito - piegò la Castanese con sti restarono in C2 fino al 2005, quando vinsero
un secco 2-0, superando di un punto in classifi- il campionato e risalirono. In tutti questi anni le
ca il Lecco e facendo ritorno in Serie C 36 anni grandi piazze calcistiche italiane e le nobili deca-
dopo l’ultima volta. dute scoprivano l’insidiosa trasferta a Sesto San
Tre stagioni dopo, grazie alla guida del baffuto Giovanni e il calore del tifo sestese.
Gianfranco Motta la Pro Sesto conquistò la stori- Piacenza, Como, Venezia, Empoli, Vicenza,
ca promozione in C1, tornando così ai livelli e al SPAL, Triestina, Padova, Hellas Verona, Bolo-
prestigio raggiunto nel dopoguerra e soprattutto gna, Genoa, Salernitana e Foggia si ritrovarono
ritrovando il derby con il rivale di sempre, che a giocare e soffrire sul campo del Breda contro
mancava da oltre 70 anni: il Monza. giocatori in rampa di lancio quali Christian Broc-
Monza in Fiamme oppure Monza Provincia? Se- chi, Brevi, capitan Di Gioia, i portieri Casazza e
sto Nazione! sono due dei tanti slogan del tifo Fortin, il bomber Florijancic, il francese Boisfer e
ultrà sestese che meglio raccontano la dimen- il fantasista Vincenzo Maiolo, giunto dal Milan di
sione del derby più sentito dalla gente di Sesto, Tabarez per scrivere la storia del club a suon di
la sfida tra la città del furore operaio e la gran- gol d’autore, genio e sregolatezza.

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Quando arrivavano le big, il Breda esplodeva: ca che rappresenta la mia città!”.
la gente di qui ancora ricorda la marea umana Tra le tremila anime giunte al Breda per la gara
giunta da Genova a occupare tre quarti dello con il Seregno c’era un tifoso inglese in coda al
stadio oppure i tifosi arrampicati sugli alberi e le botteghino che non si capacitava di tutta quella
pareti dello stadio venuti a vedere il Foggia. folla accorsa allo stadio e della presenza di un
Non era diverso il clima dello spareggio di ritor- gruppo ultrà così nutrito e accompagnato da altri
no contro il Seregno. Nonostante i biglietti fos- piccoli gruppi aventi magliette, sciarpe e vessilli
sero acquistabili online, il popolo di Sesto aveva di Vercelli, Massa e Piacenza, giunti in quel pic-
preferito recarsi al botteghino dello Stadio Breda colo stadio a tifare una squadra dell’hinterland di
due ore prima del fischio d’inizio, creando un in- Milano.
gorgo smaltito soltanto a pochi minuti dalla fine Lo stesso tifoso, superata la rabbia della lunga
del primo tempo, quando i tre bigliettai presenti attesa sotto la canicola, era rimasto poi a bocca
allo stadio avevano iniziato a stampare i biglietti aperta nel vedere la curva ammantata di bianco
di cortesia in barba a quelli nominali. e celeste invitare la Pro Sesto e il Santo Giovan-
Come ogni provinciale che si rispetti, la Pro Se- ni Battista a non fare inganni.
sto ha una lunga storia di spareggi promozio- La posta in palio era enorme. Non bastava avere
ne e salvezza. Dai dodici pullman per la gara un settore giovanile all’avanguardia in Italia che
decisiva a Cittadella per la promozione in C1 al era anche una miniera d’oro per le casse socie-
playout di Piacenza contro il Casale, passando tarie: senza il professionismo e senza la Pro la
per la marea umana che nel 2007 occupò il neu- città non sarebbe stata la stessa.
tro del Brianteo di Monza per la finale di playoff Una verità ben chiara al popolo di Sesto, rima-
persa contro il Lecco, il tifo sestese non è mai sto ammutolito dal rigore del centroavanti del
mancato. La Sesto Ultras ha a lungo patito la vi- Seregno Cocco nella prima frazione di gioco e
cinanza con Milano e le milanesi ma ha saputo poi esploso in un boato liberatorio al minuto 76,
trovare una sua decisa via negli anni ’80, quando quando l’incursione del centrocampista De Sena
i Lions, i Rebels e i Viking Sesto (seguiranno poi aveva regalato il pareggio e la permanenza in
gli UPS) iniziarono a seguire la squadra in giro Lega Pro alla Pro Sesto.
per lo stivale. Sesto San Giovanni e la sua Pro erano salve,
A seguito della tragica morte del tifoso sestese pronte ad affrontare nuove sfide al fianco dei se-
Vito Porro, il fallimento della società e lo scio- stesi, popolo che ha fatto della lotta e del conti-
glimento dei Viking dopo venti anni di attività, nuo ridefinirsi uno stile di vita.
gli ultras sestesi hanno dato il via alla CVP, la
Curva Vito Porro (accompagnati per un lustro dal Credits
sottogruppo Manipolo Sestese). La CVP è oggi Un grandissimo grazie va ad Alex Cavatton che,
l’anima del tifo sestese e punto di riferimento per con gentilezza e grandissima disponibilità, mi ha
l’intera città grazie alle sue attività aggregative e guidato per le vie di Sesto e fatto conoscere tan-
sociali. tissime storie di vita, Pro Sesto e tifo.
Il gruppo ha creato nel 2021 un’associazione Lo stesso ringraziamento va al direttivo della
culturale che svolge azioni di raccolta di generi Curva Vito Porro e all’Associazione Vito Porro
alimentari e di prima necessità per le famiglie se- per la fiducia concessa a me e al progetto “CAL-
stesi in stato di bisogno, collabora con la Croce CI: comunità resilienti”.
Rossa cittadina e ha in cantiere l’apertura di un
centro aggregativo per i giovani della città. Francesco Zema
Tutto questo senza rinunciare alle lunghe e dif-
ficili trasferte o a colorare lo stadio di casa con
imponenti coreografie, come quella in cui la cur-
va ha chiesto aiuto al supermercato Il Gigante,
storico sponsor della Pro Sesto, per avere i fondi
necessari a realizzare una gigantesca maglia del
club seguita dalla frase “Per questa maglia magi-

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PAROLE NEL PALLONE
LA TOP 11 DI LINEA MEDIANA SUGLI SCAFFALI
Questa rubrica vuole trascendere dalle classiche The Neck Records, 2021) - LP/CD
recensioni di titoli a scopo valutativo, che seguo- Disco d’esordio per questi baldi giovani di Don-
no la logica del “promosso/bocciato” con tanto di caster, South Yorkshire. Un luogo che ha dato
voto in decimi. già i natali a una band, gli Arctic Monkeys, che
Prediligendo una narrazione del calcio orientata ci ha deliziato nei primi anni del primo decennio
secondo determinati principi etici e politici, “Linea dei Duemila partendo dai piccoli club per arrivare
Mediana” proporrà per ogni uscita una Top 11 di a riempire stadi e palazzetti. È un destino che
opere bibliografiche, musicali e cinematogra- promette bene anche per i Reytons, che dopo
fiche appositamente scelte. Non si tratterà ne- alcuni EP buttano fuori questa perla di 14 tracce,
cessariamente di uscite fresche di stampa, ma si 44 minuti di un post-punk ruvido e graffiante, con
vorranno segnalare titoli a noi cari per quella che ritmi indiavolati che rincorrono incastri melodici
è la nostra formazione di vita politica e culturale, in una buona armonia. I testi decantano il back-
anche e soprattutto legata al pallone. ground stradaiolo dei 4 musicisti, seguendo le
Ovviamente l’invito è esteso a chiunque volesse orme di band come Oasis e altri, cresciuti in un
mandarci dei contributi, segnalando opere affini contesto working class e che hanno dato all’In-
ai principi suddetti. die rock britannico una buona aura popolare. Il
Ordunque, facciamo scendere la squadra in pezzo che apre il disco, “Mind the gap”, recita:
campo... dagli scaffali. “Tie up your laces, cover your faces, the boys
are about to attack, stood in their places, their
1. Jim Keoghan, How to run a football club (Pitch dress codes are basic Stone Island and Burber-
Publishing, 2020) - Libro ry caps”. Retaggio della cultura casual hooligan
Una sorta di sequel del precedente Punk football, che nelle lande d’Oltremanica si evolve ma resi-
questo bel libro di Jum Keoghan scandaglia ulte- ste. (Nicolò Rondinelli)
riormente il mondo del “Grassroots football”. Dal
calcio giocato informalmente nei campetti dei 3. Stefano Faccendini, Noi siamo il Wimbledon
quartieri delle città e dei paesi, alla nascita della (Urbone Publishing, 20) - Libro
National League, che sarebbe il corrispondente Una mia recente sortita in quel di Londra, tra una
della nostra Lega Dilettanti, l’autore descrive le pinta e l’altra, non ha potuto non essere condita
diverse realtà lontane dai riflettori del calcio pro- da una partita di local football. Tra la miriade di
fessionistico, lasciando anche spazi di riflessione club esistenti nella capitale britannica, la scelta
sul carattere sociale e politico del calcio giocato è caduta sui Wombles, nel suggestivo Plough
e gestito a queste latitudini. Il libro è arricchito Lane. Wimbledon, bel sobborgo residenziale a
anche di un inserto fotografico che documenta sud-ovest della City, è certamente più conosciu-
la portata culturale di un calcio messo spesso in to per il rinomato torneo di tennis. Ma il club cal-
sordina rispetto alle sirene ultramilionarie della cistico di questo quartiere ha un non so che di
Premier League, che deve a sua volta il proprio fascinoso, vuoi per la sua storia che ha avuto il
successo anche e soprattutto alla dimensione suo culmine nella vittoria di FA Cup contro il bla-
più popolare del “Beautiful game”. (Nicolò Ron- sonato Liverpool nel 1988, ma soprattutto per le
dinelli) vicende che hanno portato alla rifondazione del
club nel 2002 da parte dei suoi tifosi che l’han-
2. The Reytons, Kids of the estates (Scruff Of no rinominato AFC Wimbledon contro il proget-

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to della dirigenza di spostare la sede a Milton sa ex hooligan e ora poliziotta, a infiltrarsi nella
Keynes. Di questo e altro ci racconta Stefano banda, come ordinato dal capo di lei, Bauer un
Faccendini in questo bel libricino, un po’ datato ispettore grigio e che non ha molto interesse per
ma già dato alle ristampe. È la storia non solo di discernere il bene dal male. Per rientrare nelle
un club calcistico, ma di una comunità di tifosi e grazie della firm, Dawid dovrà dare dimostrazio-
appassionati e del loro potere sociale sul “Be- ne di non essere più il coniglio del passato, in
autiful game”. Che pochi anni dopo sarebbero alcune delle scene più affascinanti e realistiche
stati emulati dai supporters di un altro club più a di Furioza, capaci di uscire dalla banalità della
nord, l’FC United of Manchester, che per svariati trama e di un approccio a volte fin troppo sem-
motivi ha consolidato il potere del “grassroots fo- plicistico. Non una pellicola imperdibile, ma og-
otball” e dei suoi tifosi. (Nicolò Rondinelli) gettivamente c’è di peggio. (Giuseppe “Dopone”
Ranieri)
4. Furioza (Marcin Zarębski, Hungry Crocodiles,
2021) - Film 5. Alessandro Dal Lago, Sangue nell’ottagono (Il
Una sorta di miscellanea tra i film più cult della Mulino, 2022) - Libro
cultura hooliganistica, con la significativa novità Ultima opera del grande Alessandro Dal Lago,
di essere ambientata in Polonia, paese all’avan- purtroppo scomparso recentemente. Una penna
guardia attualmente nel settore in questione. sagace e brillante quella del compianto socio-
Questo film racconta le vicende di una tra le più logo, uno dei primi in Italia a trattare con piglio
rispettate bande polacche in fatto di scontri, so- scientifico e militante le dinamiche sociali e cul-
spesa a metà tra l’obiettivo di incrementare la turali di soggetti spesso messi alla berlina dall’e-
propria fama e la tentazione di cedere agli agi stablishment, come gli ultras e i migranti. Scevro
e alle lusinghe della malavita. Protagonista è da pregiudizi e preconcetti, fedele al suo spirito
Dawid, un medico con un passato nella banda di osservazione partecipante che ha dato dignità
(prima di essere “congedato per demeriti”) ca- e diritto all’esistenza agli ultimi, in questo saggio
peggiata dal fratello Kaszub - punto di riferimen- Dal Lago affronta il tema delle arti marziali miste
to non solo per tutto il suo gruppo, ma anche per e lo fa da un punto di vista squisitamente antro-
la pellicola poiché dopo i rovesci subiti dall’ho- pologico, analizzandone le dinamiche intrise di
oligan questa perde quasi totalmente credibilità spettacolarizzazione e violenza ritualizzata e in-
che pure aveva conservato per metà del film – scrivendole in un percorso storico e genealogico
che verrà convinto dalla sua ex, Dzika, anch’es- della lotta tout court e dei cambiamenti sociali

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che sono intercorsi parallelamente. (Nicolò Ron- violenza, party, droga e malaffare. Risaltano i
dinelli) capi Fila e Sergio Tacchini indossati dai protago-
nisti, espressione pervasiva della cultura casual
6. Francesco Berlingieri-Costantino Mariella, Il britannica e della sua spendibilità nei diversi am-
nostro tifo è un inferno (Red Star Press - Hellna- biti sociali e sottoculturali. (Nicolò Rondinelli)
tion libri, 2022) - Libro
Uno dei libri più attesi da parte degli addetti ai 8. AA.VV., Alterity: racconti di sport (Fila 37,
lavori oltre che dei semplici appassionati. Vuoi 2022) - Libro
perché ormai la penna di Francesco Berlingie- Chi ha detto che solo il calcio possa essere l’u-
ri, coautore del libro, sta diventando una vera nico sport in grado di regalare delle storie emo-
e propria garanzia di contenuti taglienti e origi- zionanti e dall’alto contenuto sociale e umano?
nali, vuoi perché l’argomento che si trovava a (Qualcuno con un po’ di spirito d’osservazione,
descrivere sia “il suo”, oltre che a un’innegabile misto a quello d’umorismo potrebbe risponderci
attrazione verso la tifoseria foggiana non gene- “Voi!” con una sonora pernacchia a concludersi,
rata come accaduto per molti dal loro ritorno in ma questo è un altro discorso). Questo è il con-
auge avvenuto nel periodo dell’ultima recente cept di Alterity, riuscire a raccontare tante storie
promozione in Serie B, ma per l’aver saputo cre- di sport all’apparenza minori, ma che tali lo sono
are un’impostazione ultras nel corso degli anni, nella nostra concezione e non per il valore intrin-
soprattutto nei momenti bui, o nel periodo pio- seco. E così, ecco avvicendarsi in un volumetto
neristico. Infatti questa è un’opera che mira a ri- agile tanti protagonisti della storia dello sport, ac-
costruire fedelmente la genesi e lo sviluppo del compagnati da semplici momenti amatoriali: da
movimento ultras foggiano (fermandosi simboli- Coppi alla Nazionale italiana di tennis vincitrice
camente al 1991) e dopo una prima parte un po’ della Coppa Davis, passando per Luis Ocana e
troppo schematica, il libro si riprende alla grande tanti altri per parlarci della bellezza del ciclismo,
alternando racconti di stadio e di strada, dalle dell’eleganza del tennis dell’adrenalina dei tuffi
grandi partite che hanno fatto la storia, passan- offrendoci così quasi un’esperienza multisenso-
do per la quotidianità utilizzando anche le voci riale. (Giuseppe “Dopone” Ranieri)
dei nemici. Un libro da non perdere per chiunque
abbia voglia di approcciarsi in maniera corretta 9. Daniele Marchesini-Stefano Pivato, Tifo. La
e rigorosa alla storia sociale del tifo organizzato. passione sportiva in Italia (Il Mulino, 2022) - Libro
(Giuseppe “Dopone” Ranieri) Uscita recentissima e molto interessante quella
degli storici Marchesini e Pivato, che ricostrui-
7. The Business (Nick Love, 2005) - Film scono in questo bel volume la storia del tifo in
Pellicola abbastanza datata, degna di nota per Italia e come questa pratica poliedrica tra ragio-
essere uno dei trampolini di lancio del regista ho- ne e passione ha accompagnato l’avvicendarsi
oligan londinese Nick Love, assieme ad altri la- degli eventi del Novecento italiano fino a oggi.
vori come il già citato The Football Factory e The Il tifo ha radici molto più profonde, scrivono gli
Firm. Il film è ambientato in Spagna sulla Costa autori, e si è riversato negli stadi, nelle arene e
del Sol, una delle mete predilette dai turisti d’Ol- nei palazzetti a partire dalle passioni più innate
tremanica. Frankie, interpretato da Danny Dier, dell’essere umano, a cavallo tra vita e morte, tra
si trasferisce a Malaga da Londra, da cui è fuggi- amore e odio. Questo volume si presenta come
to in seguito a una lite con l’amante della madre. la naturale evoluzione della bibbia per eccellen-
In Spagna inizia a lavorare per “Playboy” Charlie za sulla storia sociale del calcio scritta da Papa
(Tamer Hassan), un trafficante di droga che ge- e Panico negli anni Novanta del secolo scorso,
stisce una discoteca, e insieme al suo complice arricchendone la narrazione sugli aspetti del tifo
Sammy (Geoff Bell) inizia a contrabbandare la e della sua traslazione nel quotidiano, fino alla
droga attraverso lo stretto di Gibilterra. La pre- sua permeazione nel linguaggio e nella pratica
senza della donna del capo smuove gli equilibri politica, istituzionale e non. (Nicolò Rondinelli)
e le tensioni tra i membri della gang. Film nel
complesso godibile, nello stile di Nick Love tra 10. Giovanni Tommasini, Terra battuta. Essere

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vivi e scendere a rete (Auto pubblicazione, 2022)
- Libro
Un libro di sicuro non convenzionale che vede
il tennis come una metafora della vita, capace
di dissuadere dallo stare nella comfort zone del
fondo linea per cimentarsi con le sfide più impel-
lenti della quotidianità causate da quell’atteggia-
mento di andare a rete e mettersi in discussione
andando a giocare anche le palline più difficili o
come dice l’autore “una vita non giocabile”, ricor-
dando sempre sogni, miti e passioni di questo
sport farà un viaggio a ritroso nella sua vita, ri-
partendo dalla natia San Remo su impulso della
madre e alla ricerca del padre, per avviare un
processo di doloroso rinnovamento e ridefinizio-
ne dell’identità, sempre con la racchetta sullo
sfondo. (Giuseppe “Dopone” Ranieri)

11. Simone Tosi, Cultural Stadi (Ledizioni, 2018)


- Libro
Arena, luogo di incontro e scambio, gioiello ar-
chitettonico, centro commerciale. Le diverse
facce dello stadio vengono analizzate e studiate
dal sociologo Simone Tosi, che ne ricostruisce
la portata storica e sociale fino a rivelare le sue
dinamiche di modellamento delle politiche urba-
ne e dei consumi nella società postmoderna. Un
libricino prezioso che è anche una guida esau-
stiva dei cambiamenti in seno al calcio e al suo
rapporto con la politica, l’economia e la società.
Percorso di cui sicuramente il luogo “stadio” è
stato detonatore e cartina di tornasole. (Nicolò
Rondinelli)

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Mail lineamediana@libero.it

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