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BUONO

ALUNNI IN DIFFICOLTÀ E CONTESTO SCOLASTICO, BES:

• DISABILITÀ

• DSA: Dislessia, Disgrafia, Disortografia, Discalculia: hanno una base neurobiologica, non consente di
automatizzare i processi di scrittura, lettura e calcolo. Non è un problema dovuto alla motivazione, la
demotivazione arriva successivamente, portando problemi di autoimmagine. Sono problemi presenti
solitamente a grappolo, ovvero sono presenti spesso insieme, difficilmente ne sono presenti solo 2,
raramente ne è presente solo 1. L’ezimologia non è stata scoperta, maggiori fattori di rischio dei DSA sono:

1. disturbo del linguaggio;


2. disturbo della coordinazione motoria
3. familiarità
4. essere maschio

E’ non guaribile, ma curabile; causa sintomi internalizzanti, quali ansia, ed esternalizzanti, quali bullismo ed
aggressività. Sono regolati dalla lg. 170/2010; solitamente non hanno insegnante di sostegno.

• ASD : disturbo dello spettro dell’autismo

• ADHD: deficit dell’attenzione dell’iperattività. La triade: deficit attentivo, iperattività, impulsività. Il


deficit si verifica nel lobo frontale, anche se di recente si sta studiando anche il cervelletto. I deficit
dell’attenzione possono riguardare solo un “tipo” di attenzione o tutte insieme. L’ADHD va studiata nel
contesto ecologico (contesto di vita del bambino), che è determinante, poiché il bambino necessita di
stabilità. Deriva da danni neurobiologici, ma l’ambiente disgregato/svantaggiatopuò amplificare il
problema. Sviluppando un disturbo oppositivo provocatorio. L’ADHD si trova spesso in comorbilità , nella
gran parte dei casi, si risolve in preadolescenza/adolescenza.

• FIL/FIB funzionamento intellettivo limite/borderline (QI tra 71 e 84), FIL: è dato da difficoltà diagnostica:
discriminazione tra funzionamento normale, funzionamento intellettivo limite e ritardo mentale lieve. Zona
di confine: maggiori contraddizioni dei sistemi di classificazione riferiti alle funzioni mentali e ai processi di
adattamento, nonché la complessa questione riferita alla distinzione tra normalità e patologia. Le
procedure diagnostiche richiedono: maggiore attenzione, l’uso di più strumenti, il ricorso a differenti fonti
di informazioni, un’anamnesi accurata ed in alcuni casi più valutazioni realizzate in tempi diversi. Il DSM- 5
definisce Funzionamento Intellettivo Limite quando il funzionamento intellettivo limite di un soggetto
costituisce il punto cardine dell’intervento clinico o se influenza il trattamento o la prognosi del soggetto. La
differenziazione tra il funzionamento intellettivo limite e la disabilità intellettiva lieve (disturbo intellettivo
evolutivo) richiede un’attenta valutazione delle funzioni intellettive e adattive e delle relative discrepanze,
in particolare riguardo alla presenza di disturbi mentali concomitanti che potrebbero influenzare la
compliance del paziente con procedure di test standardizzate (per es., la schizofrenia o ADHD con
impulsivitàgrave). Borderline: questa categoria può essere utilizzata quando il funzionamento intellettivo
limite di un individuo è l’oggetto di attenzione clinica oppure ha un impatto sul trattamento o la prognosi
dell’individuo. Differenziare il funzionamento intellettivo borderline e la disabilità intellettiva lieve (disturbo
dello sviluppo intellettivo) richiede un’attenta valutazione delle funzioni intellettive e di adattamento e le
loro discrepanze, in particolare la presenza di disturbi mentali concomitanti che possono influenzare la
compliance del paziente alle procedure standardizzate dei test(per es., schizofrenia o disturbo da deficit di
attenzione/iperattività con grave impulsività)
• DOP: DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO, dura nel tempo altera l’adattamento, anche questo è
un disturbo mentale con base neurobiologica. Molto importante l’ambiente familiare/contestuale. Se il
contesto non è ottimale, crescendo il DOP tende a svanire, ma il contesto può essere anche un
amplificatore facendo aumentare e divenendo tratti stabili del carattere che portano a disturbi di
personalità. Sono comportamenti che alterano la relazione con gli insegnanti e con i compagni.

• DOC: Disturbo Ossessivo Convulsivo: OSSESSIONE: pensiero/idea che invade la mente e non si riesce a
controllare, riguardano vari aspetti e domini. CONVULSIONE: è ciò che la mente sul piano mentale o
comportamentale fa per contrastare l’ossessione. ANSIA: è un meccanismo di allarme, che segnala un
pericolo. Può essere: *STRUTTURANTE, *DESTRUTTURANTE, quando supera i limiti, ( che paralizza blocca fa
stare male, *somatica: palpitazione, tachicardia (peli che si drizzano: aspetti fisici), *PSICOLOGICA:
preoccupazione di qualcosa che sta per accadere, imminenza di un pericolo-sensazione di tensione, ANSIA
GENERALIZZATA: non sempre si sa spiegare la causa dell’ansia. *STRESS: continuo/stress acuto porta
tensione all’organismo umano facendo accrescere l’ansia, che può divenire patologica. DOC può sfociare
nella psicosi.

• DSL: disturbo specifico del linguaggio. La comunicazione può essere verbale, non verbale, gestuale,
mimica, prossemica, paraverbale. I tre macroargomenti del linguaggio sono: 1 FONOLOGICO: se i
componenti sono compromessi non ci fa dire correttamente le parole. 2 COMPONENTE ESPRESSIVA:
mediante apparato con articolazione sana la mente riutilizza le parole che conosciamo per fare un discorso.
2 COMPONENTE RECETTIVA: la mente )se integra) è i grado di capire il discorso degli altri. Nei bambini
normo dotati il linguaggio recettivo è maggiore di quello espressivo (capiscono più di quello che sanno
dire). 3 COMPONENTE PRAGMATICA l’uso sociale del linguaggio.

• DCM DISTURBO DELLA COORDINAZIONE MOTORIA può comportare: disturbo oculo-manuale, la


motricità grosso e fino motoria risulta scoordinata, difficoltà nel coordinamento motorio (difficoltà a
stimare il tempo, orientarsi nello spazio).

Disabilità : PEI ( disabilità intellettiva, ASD, disabilità visive, uditive, motorie e disturbo psicologici)
Certificazione sanitaria (104/92)

DSA: PDP (piano didattico individualizzato) Certificazione sanitaria (170/10)

BES: PDP, se deciso dal consiglio di classe (DSL, DCM, ADHD, FIL/FIB, svantaggio socioeconomico e
socioculturale, GIFTED). (direttiva BES 27/12/2012).

67,9% presenta una disabilità intellettiva; Gli alunni con disabilità intellettiva rappresentano la maggioranza
degli alunni con disabilità:

58,3% scuola dell’infanzia;

70,7% del totale alunni con disabilità nella scuola primaria;

71,6% nella scuola secondaria di I grado;

64,2% nella e nella scuola secondaria di II grado.

Dal 70 al 90% delle persone con disabilità ha difficoltà nell’accesso a interventi e servizi.
In Sicilia la media di disabilità è superiore rispetto al resto dell’Italia 6,4% in Sicilia, 5,6% in Italia. Le
certificazioni nel contesto scolastico sono un trend in crescita, ci sono più certificazioni nei maschi che nelle
femmine. IL MODELLO MEDICO CONSIDERA IL FENOMENO DELLA DISABILITÀ COME UN PROBLEMA
PERSONALE

IL MODELLO SOCIALE VEDE LA QUESTIONE COME UN PROBLEMA DELLA “COMUNITÀ”

I passaggi per essere certificati sono 3:

1. certificato medico diagnostico-funzionale (ASP)


2. verbale di accertamento medico-legale (INPS)
3. profilo di funzionamento (ASP) (si basa sull’ICF, è propedeutico al PEI /fatto sempre su base ICF)

Successivamente all'accertamento della condizione di disabilità è redatto un profilo di funzionamento


secondo i criteri del modello bio-psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della
Disabilita' e della Salute (ICF) adottata dall‘ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ai fini della
formulazione del progetto individuale nonché per la predisposizione del Piano Educativo Individualizzato –
PEI.

Il Profilo di funzionamento (legge 104/1992) ricomprende la diagnosi funzionale e il profilo dinamico-


funzionale, come modificato dal presente decreto, è redatto da una Unità di ValutazioneMultidisciplinare,
nell'ambito del SSN, composta da:

a) uno specialista in neuropsichiatria infantile o un medico specialista, esperto nella patologia che connota
lo stato di salute del minore;

b) almeno due delle seguenti figure: un esercente di professione sanitaria nell'area della riabilitazione, uno
psicologo dell'età evolutiva, un assistente sociale o un pedagogista o un altro delegato, in possesso di
specifica qualificazione professionale, in rappresentanza dell'Ente locale di competenza.»;

DIAGNOSI CLINICA è un giudizio clinico, che evidenzia la presenza di una patologia o di un disturbo,
rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delleprofessioni
sanitarie. la diagnosi può essere:

• descrittiva: fatta da un medico che descrive i sintomi e i segni


• NOSOGRAFICA: fatta da clinici con termini di etichetta. Utilizza termini condivisi dalla comunità
scientifica presenti in testi, classificazioni scientifiche/nosografiche ufficiali (con codici riconosciuti).
Il fine è di avere codici comuni e condivisi. Modi congiunti e univoci di trovare e chiamare i disturbi
di un soggetto

Importante!!! BES non è una diagnosi

LE CLASSIFICAZIONI sono Strumento per organizzare e semplificare un insieme complesso di dati.


Costituisce un processo che segue regole prestabilite, attraverso il quale un insieme di elementi viene
ripartito in sottoinsiemi sulla base delle caratteristiche specifiche di similitudine dei singoli elementi, che
consentono l’assegnazione ad una certa categoria. LE CLASSIFICAZIONI servono come strumento
fondamentale per la ricerca scientifica e per facilitare la comunicazione degli operatori, attraverso la
costruzione di un linguaggio comune e condiviso.
LE PRINCIPALI CLASSIFICAZIONI IN AMBITO SANITARIO sono:

• ICD – OMS: classificazione internazionale delle malattie


• ICD-10 – OMS: decima revisione della classificazione internazionale delle sindromi e dei disturbi
psichici e comportamentali (1992) ci sono scritte tutte le malattie che la scienza conosce. È
composto da 20 capitoli, organizzato in classi per tipologia, classificato per codici. Si chiama perché
è stato revisionato 10 volte. È usato dai medici e dagli psicologi per la parte mentale. È un manuale
nosografico. ICD-10 e ICF-CY sono complementari.
• DSM-IV-TR: manuale diagnostico dei disturbi mentali -A.P.A. (prima versione 1952)
• DSM-5: manuale diagnostico dei disturbi mentali - A.P.A. (2013).Classifica i disturbi mentali. Elenca i
comportamenti da osservare

Nel 1980 l’OMS propone una classificazione generale delle menomazioni, delle disabilità e degli handicap:

• MENOMAZIONE: qualsiasi perdita o anormalità a carico di una funzione psicologica, fisiologica o


anatomica.
• DISABILITA’: qualsiasi limitazione o perdita(conseguente a menomazione) della capacità di
compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano.
• L’HANDICAP è la condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che
in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in
relazione all’età, al sesso e ai fattori socio-culturali

Dal rilevamento dei deficit all’individuazione delle capacità:

• ICD (PER LA DIAGNOSI NOSOGRAFICA)

• ICF (PER LA VALUTAZIONE FUNZIONALE)

SONO COMPLEMENTARI.

ICF 2001 CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITÀ E DELLA SALUTE: è
un nuovo strumento dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) nato sulla base dell’ICIDH-2 per
descrivere e misurare la salute e la disabilità della popolazione, può essere utilizzato:

*come strumento educativo (per es. per la progettazione di curriculi e l’identificazione di bisogni educativi);

*come strumento clinico (per es. nell’assessment dei bisogni, nella scelta dei trattamenti, nell’assessment
dell’orientamento, nella riabilitazione e valutazione dei risultati).

“L’ICF appartiene alla “famiglia” delle classificazioni internazionali sviluppate dall’OMS in vista di una loro
applicazione a vari aspetti della salute”. Nasce dallo sforzo congiunto di 65 Paesi coordinati dall’OMS. Dal
2001 lo strumento viene accettato come standard internazionale per misurare e classificare salute e
disabilità da 191 Paesi del mondo.

L’ICF: Non valuta; Non classifica i disturbi o le malattie; Aiuta nella descrizione; Usa un linguaggio condiviso;
Aiuta a comprendere. L’ICF non è più una classificazione delle “conseguenze delle malattie” (versione
del1980) ma è diventata invece una classificazione delle “componenti della salute”.Le “componenti della
salute” identificano gli elementi costitutivi della salute, mentre le “conseguenze” si focalizzano sull’impatto
delle malattie. L’ICF definisce la disabilità come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra
la condizione di salute di un individuo e i fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le
circostanze in cui vive l’individuo.

Il temine “ombrello” indica menomazioni, limitazioni dell’attività e restrizioni della partecipazione, aspetti
negativi dell’interazioni tra un individuo (con una condizione di salute) e i fattori contestuali di
quell’individuo ( fattori ambientali e personali).

L’ICF-CY non è una diagnosi per un bambino ma un profilo del suo funzionamento.

DSM5 e ICD10 : Sono manuali che elencano i comportamenti da osservare per fare le diagnosi.

DSM5 sposa un approccio dimensionale che va dal grave al lieve, spumato (dimensione verticale).

ICD10 e DSM4 : approccio categoriale, ovvero si ritiene di sapere dove inizia un disturbo e dove ne finisce
un altro. Entrambi classificano la stessa cosa, ma con diciture diverse.

Lo stato di salute dipende complessivamente da tre elementi:

• BIO: l’integrità delle funzioni e strutture corporee

• PSICO: la capacità di svolgere delle attività

• SOCIALE: la possibilità di partecipare alla vita sociale

Gli aspetti positivi vengono descritti come funzionamento quelli negativi come disabilità. Vengono tenuti in
considerazione quali sono i fattori contestuali che influenzano il funzionamento o la disabilità.

Nell’ICF si utilizza un codice alfanumerico formato da una lettera e da più numeri. Il codice indica la
categoria che descrive il funzionamento e la disabilità di una persona.

La prima posizione di un codice ICF identifica la componente, che possono essere 4, la componente è
indicata da alcune lettere che identificano le iniziali del termine in lingua inglese:

- b indica le Funzioni Corporee (dall’inglese “BodyFunctions”); Le funzioni corporee sono le funzioni


fisiologiche dei sistemi corporei (incluse le funzioni psicologiche).

- s indica le Strutture Corporee (dall’inglese “BodyStructures”); Le strutture corporee sono le parti


anatomiche del corpo, come gli organi, gli arti e le loro componenti. Le menomazioni sono problemi nella
funzione o nella struttura del corpo, intesi come una deviazione o una perdita significative.

- d indica i domini Attività e Partecipazione(dall’inglese “domain of Activity and Participation”); LIMITAZIONI


DELL’ATTIVITÀ E RESTRIZIONI DELLA PARTECIPAZIONE: L’attività è l’esecuzione di un compito o di un’azione
da parte di un individuo. La partecipazione è il coinvolgimento in una situazione di vita. Le limitazioni
dell’attività sono le difficoltà che un individuo può incontrare nell’eseguire delle attività. Le restrizioni della
partecipazione sono i problemi che un individuo può sperimentare nel coinvolgimento nelle situazioni di
vita. Il qualificatore performance descrive quello che un individuo fa nel suo ambiente attuale. Dato che
l'ambiente attuale introduce un contesto sociale, la prestazione registrata da questo qualificatore può
essere intesa come coinvolgimento in una situazione di vita o esperienza vissuta delle persone nel
contesto reale in cui vivono. Questo contesto include i fattori ambientali - tutti gli aspetti del mondo fisico,
sociale e degli atteggiamenti - che possono essere codificati utilizzando la componente Fattori Ambientali.
Il qualificatore capacità descrive invece l'abilità dell'individuo nell'eseguire un compito o un' azione. Questo
qualificatore identifica il più alto livello probabile di funzionamento che una persona può raggiungere in un
particolare dominio, in un dato momento. La capacità viene misurata in un ambiente uniforme, standard e
quindi riflette l'abilità adattata all'ambiente dell'individuo. E' possibile utilizzare la componente Fattori
Ambientali per descrivere le caratteristiche di questo ambiente uniforme o standard.

- e: la componente Fattori Ambientali (dall’ingleseEnvironmental Factors). Fattori esterni all’individuo,


atteggiamenti ovvero ciò che pensa esempio l’insegnante, la famiglia ecc… I fattori ambientali
comprendono 3 macrocategorie:

1. l’ambiente fisico, sociale e degli atteggiamenti in cui le persone vivono e conducono la loro
esistenza. Questi fattori sono esterni agli individui e possono avere un’influenza positiva o negativa
sulla partecipazione dell’individuo come membro della società, sulla capacità dell’individuo di
eseguire azioni o compiti, o sul suo funzionamento o sulla struttura del corpo.
2. Atteggiamenti
3. Relazioni sociali

Facilitatori: nell’ambito dei fattori ambientali di una persona, sono dei fattori che, mediante la loro assenza
o presenza, migliorano il funzionamento e riducono la disabilità. Essi includono aspetti come un ambiente
fisico accessibile, la disponibilità di una rilevante tecnologia d’assistenza o di ausili e gli atteggiamenti
positivi delle persone verso la disabilità, e includono anche servizi, sistemi e politiche che sono rivolti a
incrementare il coinvolgimento di tutte le persone con una condizione di salute in tutte le aree di vita.
L’assenza di un fattore può anche essere facilitante, come ad esempio l’assenza di stigmatizzazione o di
atteggiamenti negativi. I facilitatori possono evitare che una menomazione o una limitazione dell’attività
divengano una restrizione della partecipazione, dato che migliorano la performance di un’azione,
nonostante il problema di capacità della persona.

Barriere: sono dei fattori nell’ambiente di una persona che, mediante la loro assenza o presenza, limitano il
funzionamento e creano disabilità. Essi includono aspetti come un ambiente fisico inaccessibile , la
mancanza di tecnologia d’assistenza rilevante e gli atteggiamenti negativi delle persone verso la disabilità, e
anche servizi, sistemi e politiche inesistenti o che ostacolano il coinvolgimento delle persone con una
condizione di salute in tutte le aree di vita.

I fattori personali rappresentano quelle caratteristiche dell’individuo che non fanno parte della condizione
di salute o degli stati di salute. Comprendono il sesso, la razza, l’età, altre condizioni di salute, la forma
fisica, lo stile di vita, le abitudini, l’educazione ricevuta, la capacità di adattamento, il background sociale,
l’istruzione, la professione e l’esperienza passata e attuale (eventi della vita passata e eventi
contemporanei), modelli di comportamento generali e stili caratteriali, che possono giocare un certo ruolo
nella disabilità a qualsiasi livello. FATTORI PERSONALI: • STILI ATTRIBUTIVI • AUTOEFFICACIA • AUTOSTIMA
• EMOTIVITÀ • MOTIVAZIONE • COMPORTAMENTI PROBLEMA

DEFINIZIONI- ICF

Le FUNZIONI CORPOREE sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei (incluse le funzioni psicologiche).

Le STRUTTURE CORPOREE sono le parti anatomiche del corpo, come gli organi, gli arti e le loro
componenti.

Le MENOMAZIONI sono problemi nella funzione o nella struttura del corpo, intesi come una deviazione o
una perdita significative.
L’ATTIVITÀ è l’esecuzione di un compito o di un’azione da parte di un individuo.

Le LIMITAZIONI DELL’ATTIVITÀ sono le difficoltà che un individuo può incontrare nell’eseguire delle attività.

La PARTECIPAZIONE è il coinvolgimento in una situazione di vita.

Le RESTRIZIONI DELLA PARTECIPAZIONE sono problemi che un individuo può sperimentare nel
coinvolgimento nelle situazioni di vita.

I FATTORI AMBIENTALI costituiscono gli atteggiamenti, l’ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e
conducono la loro esistenza.

CAPACITA’: indica quello che l’essere umano sa fare di per sé

PERFORMANCE: quello che riesce a fare a seguito dell’intervento di fattori ambientali.

QUALIFICATORI: Indicano la difficoltà:

0 nessuna difficoltà assente trascurabile 0-4%

1 difficoltà lieve leggera-piccola 5-24%

2 difficoltà media moderata-discreta 25-49%

3 difficoltà grave notevole- estrema 50-95%

4 completa totale 96-100%

8 non specificata

9 non applicabile

L’ICF rappresenta un valido strumento ai fini di una valutazione globale. Innovativo sul piano del linguaggio
e dell’approccio ai problemi della salute. Rappresenta un tentativo di superare la contrapposizione tra
modello medico e modello sociale. La sua applicazione può essere modulata sulla base di specifiche
necessità. Il suo uso richiede il coinvolgimento di diversi operatori.

DA RITARDO MENTALE A DISABILITA’ INTELLETTIVA..

Revisione del 1961(Heber)

•cut-off pari ad 85 di QI (una deviazione standard sotto la media).

•RM in cinque gradi differenti, comprendente la categoria di RM ‘borderline’ o limite, ( oggi sono 4,
vengono esclusi FIB)

•percentuale di persone con RM circa il 16%

AAMR-92

“IL RITARDO MENTALE SI RIFERISCE a sostanziali limitazioni nel funzionamento attuale. E’ caratterizzato da
un funzionamento Intellettivo significativamente al di sotto della media, che coesiste con concomitanti
limitazioni in due o più delle seguenti aree di abilità adattive: comunicazione, cura di sé, abilità domestiche,
abilità sociali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, salute e sicurezza, capacità di
funzionamento scolastico, tempo libero, lavoro. Il ritardo mentale si manifesta prima dei 18 anni.
Strumenti Nosografici sono: ICD e DSM.

DEFINIZIONI:

ICD-10: SINDROME E DISTURBO: “…gruppo di sintomi o di comportamenti clinicamente riconoscibili, che


nella maggior parte dei casi si associa ad una sofferenza e ad una interferenza con il funzionamento
dell’individuo.” La devianza o i conflitti sociali da soli, senza disfunzione o sofferenza personale, non sono
classificati disturbi psichici.

RITARDO MENTALE: “una condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico, caratterizzata


soprattutto da compromissioni delle abilità che si manifestano durante il periodo evolutivo e
contribuiscono al livello globale di intelligenza, cioè quelle cognitive, linguistiche, motorie e sociali”

RITARDO MENTALE: “la via finale comune di diversi processi patologici, che agiscono sul sistema nervoso
centrale, ed è caratterizzato da un funzionamento intellettivo significativamente sotto la media, da
concomitanti deficit o compromissioni del funzionamento adattivo, entrambi insorti prima dei 18 anni”

AAIDD: “la disabilità intellettiva [ritardo mentale] è caratterizzata da limitazioni significative sia nel
funzionamento intellettivo sia nel comportamento adattivo, che si manifestano nelle abilità adattive,
concettuali, sociali e pratiche. Tale disabilità insorge prima dei 18 anni”

(LA DISABILITA’ INTELLETTIVA SI CARATTERIZZA PER 3 ASPETTI: 1 COMPROMISSIONE SIGNIFICATIVA


DELL’APPRENDIMENTO. 2 ESORDIO NELLO SVILUPPO. 3 COMPROMISSIONE SIGNIFICTIVA
DELL’ADATTAMENTO)

LA DISABILITA’ INTELLETTIVA viene suddivisa in gruppi distinti, secondo criteri ben definiti per 3 scopi
principali:

1) l’intensità dei bisogni di sostegno;

2) l’estensione delle limitazioni nelle abilità adattive concettuali, sociali e pratiche;

3) l’estensione delle limitazioni nel funzionamento intellettivo.

Sistemi di sostegno sono le cose che a livello socioambientale riusciamo a dare a chi ne ha bisogno. Risorse
e strategie che promuovono lo sviluppo e gli interessi della persona e migliorano il suo funzionamento e il
benessere personale. I componenti e i benefici associati a un approccio integrato alla ID includono un
modello olistico ( approccio biosociopsicosociale ovvero basato sulla sua totalità), una terminologia precisa,
pratiche basate sull’evidenza, standard di giudizio clinico, una maggiore comprensione del funzionamento
umano e una visione condivisa degli esiti attesi.

COGNITIVO: “…indica tutti quei processi che comportano trasformazioni, elaborazioni, riduzioni,
immagazinamenti, recuperi e altri impieghi dell’input sensoriale. […] termini come ‘sensazione’,
‘percezione’, ‘immaginazione’, ’ritenzione’, ‘ricordo’,’problem solving’, ‘pensiero’, ecc.., si riferiscono a
ipotetici stadi o aspetti dell’attività cognitiva.”

IL PENSIERO: Definizione complessa e controversa

• Percezione : acquisire l’informazione


• Memoria : immagazzinare l’informazione

• Pensiero : utilizzo delle conoscenze rese disponibili dalla percezione e dalla memoria per la elaborazione e
la strutturazione di nuove configurazioni e rappresentazioni

Tipologie di pensiero

Ragionamento: processo cosciente, attivo,intenzionale finalizzato ad una meta o alla risoluzione di un


problema (qualsiasi cosa che crei una tensione).

Giudizio: facoltà di distinguere e valutare la qualità, il valore, il merito di una persona o una cosa.

Pensiero creativo: pensiero finalizzato alla scoperta di una soluzione nuova, o migliore inerente un
determinato problema. Elaborazione di nuove idee Pensiero critico: esame e verifica di soluzioni ipotetiche
per valutarne il loro grado di efficacia. Può rilevare difetti o contraddizioni di un ragionamento

Pensiero concreto: rappresentazioni mentali basate su qualcosa che può essere vista, udita o percepita

Pensiero astratto: rappresentazioni non sulle cose stesse ma sulle relazioni tra le cose e il modo in cui sono
organizzati in schemi e sistemi. La pianificazione implica un pensiero astratto

Formazione dei Concetti: astrarre una caratteristica comune da un insieme di oggetti e assegniamo a quella
classe tutti gli oggetti che possiedono quella caratteristica. Esempio raggruppare determinati oggetti
escludendone altri.

Percepire, ricordare, pensare efficacemente ed agire adeguatamente sono i processi che rendono gli esseri
umani razionali e intelligenti.

Il potenziale di apprendimento è inversamente proporzionale alla quantità di aiuto ricevuto.

Funzionamento intellettivo:

Un termine che incorpora le comuni caratteristiche descrittive dell’intelligenza, le abilità attualmente


valutate da test d’intelligenza standardizzati e l’opinione condivisa che il funzionamento intellettivo è
influenzato da altre dimensioni del funzionamento umano e dai sistemi di sostegno. Pertanto, il
funzionamento intellettivo è un termine più ampio di intelligenza o di abilità intellettuali, ma un termine
più ristretto rispetto a funzionamento umano.

I disturbi del neurosviluppo sono un gruppo di condizioni il cui esordio avviene nel periodo dello sviluppo.
La gamma dei disturbi dello sviluppo varia da limitazioni specifiche dell’apprendimento o controllo delle
funzioni esecutive, a disturbi globali delle abilità sociali o dell’intelligenza. I disturbi del neurosviluppo
frequentemente co-occorrono:

• disturbi dello spettro autistico e disabilità intellettiva (disturbi dello sviluppo intellettivo),

• deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD) e disturbo specifico dell’apprendimento.

Ritardo globale dello sviluppo: tale diagnosi è riservata ad individui al di sotto dei 5 anni quando il livello di
gravità clinica non può essere valutato in maniera precisa durante l’infanzia. Questa categoria è
diagnosticata quando un individuo non raggiunge le tappe dello sviluppo in molte aree del funzionamento
intellettivo e si applica ai soggetti per i quali non è possibile fare una valutazione sistematica del
funzionamento intellettivo, incluso i bambini che sono troppo piccoli per essere sottoposti a test
standardizzati. Questa categoria richiede rivalutazioni dopo un periodo di tempo.

(DSM-5) Disabilità Intellettiva disturbo con insorgenza nell’età evolutiva che include compromissioni
intellettive e adattive negli ambiti della: concettualizzazione, della socializzazione e delle capacità pratiche.
Si divide in 4 gradi : lieve, moderata, grave, estrema. La diagnosi di disabilità intellettiva è basata sia sulla
valutazione clinica!!!!!!, sia sulla somministrazione di test standardizzati!!!! delle funzioni intellettive ed
adattive. Può essere valutata in base a 3 criteri:

1. Il Criterio A si riferisce alle funzioni intellettive che coinvolgono: il ragionamento, il problem solving,
la pianificazione, il pensiero astratto, il giudizio, l’apprendimento da istruzioni ed esperienze e la
comprensione pratica. Le componenti critiche includono: la comprensione verbale, la memoria di
lavoro, il ragionamento percettivo, il ragionamento quantitativo, e l’efficacia cognitiva.
2. Il Criterio B: si ha quando almeno uno dei domini del funzionamento adattivo - concettuale, sociale
o pratico – è sufficientemente compromesso da aver bisogno di un supporto continuo affinché la
persona possa avere prestazioni adeguate in uno o più ambienti a scuola, a lavoro, a casa o nella
comunità. Deficit nel funzionamento adattivo si riferiscono a quanto bene una persona risponde
agli standard di indipendenza sociale e responsabilità sociale della comunità, paragonato ad altri di
simile età e background socioculturale. Il funzionamento adattivo coinvolge il ragionamento
adattivo nei tre domini: concettuale, sociale e pratico. Il funzionamento adattivo è valutato usando
sia la valutazione clinica che quella individualizzata, culturalmente appropriata, e con le giuste
misure psicometriche. Esempi di abilità adattive: concettuali (linguaggio lettura scrittura, concetto
di denaro autonomia decisionale); sociali (abilità interpersonali, responsabilità, autostima,
raggirabilità inesoerienza capacità di seguire le regole, rispetto delle leggi, capacità di evitare la
vittimizzazione); pratiche ( attività di vita quotidiana, alimentazione, spostamenti/mobilità, attività
strumentali di vita quotidiana, preparazione dei pasti, lavori domestici, trasporto, assunzione di
farmaci, gestione del denaro, uso del telefono, abilità lavorative, mantenimento della sicurezza
ambientale);
SPECIFICAZIONI Importante !!!!!!!I vari livelli di gravità vengono definiti sulla base del
funzionamento adattivo, e non dai punteggi di QI, perché è il funzionamento adattivo che
determina il livello di supporto richiesto. Inoltre, le misure del QI sono meno valide nella parte più
bassa del range di QI.
3. Il Criterio C, esordio durante il periodo dello sviluppo, si riferisce alla presenza di deficit intellettivi
ed adattivi durante l’infanzia o l’adolescenza.

EPIDEMIOLOGIA: •il 3% dei bambini in età scolare presenta RM, 1% Nella popolazione generale 6 su 1000
per i livelli gravi.

FATTORI PREDISPONENTI:

EZIOLOGIA SCONOSCIUTA 30-40% • EREDITARIETÀ 5%

• ALTERAZIONI PRECOCI DELLO SVILUPPO EMBRIONALE 30%

• PROBLEMI DURANTE LA GRAVIDANZA E NEL PERIODO PERINATALE 10%

• CONDIZIONI MEDICHE GENERALI ACQUISITE DURANTE L’INFANZIA O LAFANCIULLEZZA 5%

• INFLUENZE AMBIENTALI E ALTRI DISTURBI MENTALI 15-20%


L’associazione tra disabilità intellettiva altre forme di psicopatologia é ormai ampiamente accettata. Si
stima che la presenza della psicopatologia nella popolazione con id sia 4-5 volte superiore rispetto alla
popolazione senza ID.

INTERVENTI RI-ABILITATIVI possono essere:

• LOGOPEDIA • FISIOTERAPIA

• PSICOMOTRICITÀ • TERAPIA OCCUPAZIONALE

INTERVENTI PSICO-EDUCATIVI NELLE DISABILITÀ INTELLETTIVE:

• AUTONOMIA DI BASE (lavarsi, vestirsi, alimentarsi e uso dei servizi igienici)

• AUTOGESTIONE PERSONALE E AMBIENTALE (cura di se stessi, cura del proprio ambiente di vita)

• ATTIVITÀ DI SOCIALIZZAZIONE/INTEGRAZIONE (partecipazione alla vita di gruppi ristretti o allargati,


partecipazione ad attività ed eventi della comunità)

• ATTIVITÀ COGNITIVE (interventi di stimolazione e potenziamento di singole funzioni cognitive cognitive,


in alcuni casi interventi metacognitivi finalizzati alle modifica delle strutture cognitive ).

PRINCIPALI TIPOLOGIE DI INTERVENTO EDUCATIVO NELLE DISABILITÀ INTELLETTIVE:

• ATTIVITÀ OCCUPAZIONALI (attività basate sull’uso del tempo e sul fare costruttivo, interventi di tipo pre-
occupazionali finalizzati alla preparazione al lavoro, interventi occupazionali finalizzati alla formazione,
inserimento lavorativo, accompagnamento, supervisione e supporto al lavoro)

• ATTIVITÀ LUDICHE (attività di gioco individuali o di gruppo strutturate o libere)

• ATTIVITÀ ESPRESSIVE (attività finalizzate all’espressione del sé, quali : teatro, danza, musica, canto,
pittura, produzione di oggetti di natura artististico/artigianali.

ATTIVITÀ COMPLEMENTARI ALLE TERAPIE SPECIALISTICHE possono essere:

• MUSICOTERAPIA • PET THERAPY • ARTETERAPIA

GLI INTERVENTI possono essere attuati: • Individuali • Di gruppo

CON INTENSITÀ E FREQUENZA: • Saltuari- Episodici • Limitati-Temporanei

• Estesi-Con frequenza regolare • Generalizzati-Costanti

MULTIDIMENSIONALITÀ DEL DISABILITÀ INTELLETTIVE:

1. CAPACITA’ INTELLETTIVE 2. COMPORTAMENTO ADATTIVO

3. PARTECIPAZIONE, INTERAZIONI, RUOLI SOCIALI

4. SALUTE 5. CONTESTO
L’intelligenza è una capacità mentale generale che include ragionamento, pianificazione, problemsolving,
pensiero astratto la comprensione di idee complesse, l’apprendere rapidamente e l’apprendere
dall’esperienza. L’intelligenza non è semplicemente apprendimento dai libri, una pura abilità accademica o
abilità appresa dai testi, essa riflette una capacità più ampia e profonda di comprendere il nostro ambiente
circostante, afferrare, dare un senso alle cose o dedurre cosa fare.

PROTOCOLLO DI BASE PER LE DI FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO SONO:

• Scale Wechsler • Griffiths • Bayley

• Leiter-R • Matrici di Raven

FUNZIONAMENTO ADATTIVO: • VABS (Vineland) • ABAS

Il comportamento adattivo è l’insieme delle abilità concettuali, sociali e pratiche che sono state apprese
dalle persone per il funzionamento nella loro vita quotidiana.

IL COMPORTAMENTO ADATTIVO: • E’ correlato all’età • E’ definito dalle aspettative o standard delle


altre persone • Si definisce in base alle performance usuali.

Il contesto descrive il complesso delle condizioni in cui le persone vivono quotidianamente. Il termine
contesto come utilizzato qui è rappresentativo di una prospettiva ecologica che coinvolge almeno tre livelli
diversi:

(a) il setting sociale ristretto, che comprende La famiglia e/o le figure di sostegno (microsistema);

(b) il quartiere, la comunità o le organizzazioni che provvedono all’istruzione, ai servizi di abilitazione o ad


altri tipi di sostegno (mesosistema);

(c) i modelli generali proposti dalla cultura, dalla società, dalla popolazione (in senso più ampio), dal paese
di appartenenza e dalle influenze sociopolitiche ( macrosistema o megasistema).

LA VALUTAZIONE DEL CONTESTO: • non viene solitamente effettuata con misure standardizzate;
• è una componente necessaria del giudizio clinico; • è essenziale per la comprensione del funzionamento
individuale.

L’Età mentale è una modalità di valutazione delle prestazioni di un soggetto in un test di abilità cognitiva,
ottenuta confrontando le sue prestazioni con l’età in cui in media la maggioranza dei soggetti ottiene
risultati equivalenti.
AUTISMO.

L’autismo non ha una storia lineare nella acquisizione delle conoscenze e nell’accordo sui concetti che lo
definiscono. L’evoluzione della sua comprensione è stata caratterizzata da cambiamenti di prospettiva,
inversioni, ricerche in diverse direzioni, progressi e regressi.

DSM-5, APA, 2013: Disturbo eterogeneo caratterizzato da un deficit persistente delle aree della
comunicazione e dell’interazione sociale in molteplici contesti, e da pattern di comportamento, interessi o
attività ristretti, ripetitivi

ICD-11, OMS 2022 : Il disturbo dello spettro dell’autismo è caratterizzato da deficit persistenti nella
capacità di iniziare e sostenere l’interazione sociale reciproca e la comunicazione sociale e da una gamma
di comportamenti e interessi ristretti, ripetitivi e rigidi

LO DISTURBO DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO è : Disabilità “permanente” che accompagna la persona nel
suo ciclo vitale, anche se le caratteristiche delle compromissioni sociali assumono un’espressività variabile
nel tempo. Non è un disturbo degenerativo. La neurodiversità si riferisce alla variabilità naturale all'interno
del cervello e della mente umana. Oggi circa 78 milioni di persone nel mondo presentano l'autismo; la
maggioranza non riceve i necessari supporti.
Distribuzione in base al genere: Nei maschi circa 4-5 volte più

Maschi: 1 su 42, pari al 23,8% Femmine 1 su 189 pari a 5.3%

ASPETTI EZIOLOGICI DELL’ ASD CAUSE SCONOSCIUTE:

FATTORI GENETICI FATTORI AMBIENTALI/EPIGENETICI

Situazioni patologiche di svariata natura e diversa eziologia determinano i pattern comportamentali


dell’autismo. Dai dati di sequenziamento si ipotizza l’esistenza di oltre un centinaio di geni che correlano
con il disturbo autistico. I processi più comunemente implicatisembrano essere:

• Malattie gastrointestinali (microbiota intestinale? )

• Funzioni immunitarie,

• Neurogenesi (anomalie delle connessioni neuronali, della sinaptogenesi, del modo in cui il cervello
«elabora le informazioni»).

EPIGENETICA L’anello mancante tra La genetica e l’ambiente.

L’essenza della “rivoluzione epigenetica” deriva dall’espansione del codice genetico (con una combinazione
di sole quattro coppie di basi) ad un codice molto più complesso che può essere costituito da combinazioni
di centinaia di segni molecolari, combinazioni uniche nel tempo e nello spazio.

UNA TEORIA EMERGENTE: LA DOHaD Ipotizza che le esposizioni ambientali precoci (prenatali e nei primi
anni di vita) possano modificare il rischio di malattie/disturbi.

FATTORI PRENATALI E PERINATALI

• Fattori immunologici
• Fecondazione artificiale (aumento del 37% dei problemi genetici)

• Farmaci • Esposizioni chimiche ambientali Inquinamento atmosferico

• Dieta materna (ac.folico) • Stili di vita (alcol, fumo)

• Interferenti endocrini • Parto cesareo (Modesto aumento di rischio ASD)

Principali Teorie esplicative dell’ASD

•IPOTESI PSICOANALITICHE Reazione catastrofica (Tastin) Fissazione fasi primitive (Mahler) Madri
frigorifero (Bettelheim)

• LA TEORIA DELLA MENTE (Baron-Cohen, Leslie e Frith, 1985 - Baron-Cohen 1989, 1991, 1994 –Frith e
Happè, 1994)

• LA TEORIA DELLE FUNZIONI ESECUTIVE (Ozonoff, 1995-97 - Pennington e Ozonoff, 1996)

• L’IPOTESI DEL CERVELLO « ESTREMEMENTE» MASCHILE (Baron-Cohen 2003)

• NEURONI SPECCHIO (Rizzolatti et al 80-90)

• LA TEORIA DELLA DEBOLE COERENZA CENTRALE (Frith, 1989; Frith, Happè, 1996)

SPECIFICATORI E LIVELLI DI GRAVITÀ

• Con o senza disturbo intellettivo concomitante • Con o senza disturbo del linguaggio concomitante

• Associato a una condizione medica o genetica conosciuta o un fattore ambientale

• Associata a un altro disturbo del neurosviluppo, mentale o comportamentale

• Con catatonia

LIVELLI DI GRAVITÀ/SUPPORTI

• Lieve livello 1

• Moderata livello 2

• Sostanziale livello 3

ICD 11 Disturbo dello Spettro dell’Autismo

(6A02)

Il disturbo dello spettro dell’autismo è caratterizzato da deficit persistenti nella capacità di iniziare e
sostenere l’interazione sociale reciproca e la comunicazione sociale e da una gamma di comportamenti e
interessi ristretti, ripetitivi e rigidi. L’insorgenza del disturbo avviene nel periodo dello sviluppo, tipicamente
nella prima infanzia, ma i sintomi potrebbero non manifestarsi pienamente fino a un periodo successivo,
cioè quando le richieste del contesto sociale eccedono le capacità limitate dell’individuo. I deficit sono
sufficientemente gravi da causare compromissioni nell’area personale, sociale, educativa, occupazionale e
in altre importanti aree di funzionamento, e solitamente rappresentano un tratto pervasivo del
funzionamento dell’individuo osservabile in tutti i contesti, seppur con lievi variazioni legate al contesto
sociale, educativo o di altro tipo. Gli individui che ricadono nello spettro mostrano un range ampio di
funzionamento intellettivo e abilità di linguaggio.

COMORBIDITÀ (DSM 5): 70% presenta altro disturbo mentale 40% due o più disturbi

– Disabilità Intellettiva – Disturbo della struttura del linguaggio – ADHD

– Disturbo della coordinazione motoria – Disturbi d’ansia – Disturbi depressivi – DSA

Indicatori precoci dei Disturbi dello Spettro dell’Autismo 12 mesi

• Orientarsi al proprio nome • Sguardo diretto

• Mostrare • Indicare

I segni e i sintomi precoci di ASD nei bambini di età inferiore ai 24 mesi possono essere:

• CARENZA DI DIALOGO TONICO • SGUARDO ASSENTE

• ASSENZA DEL POINTING • RIFIUTO DEL CONTATTO FISICO

• ASSENZA DI SORRISO E SENSO DI ANGOSCIA DI FRONTE AD ESTRANEI

• ASSENZA DI PIANTO QUANDO LA MADRE SI ALLONTANA

• RIFIUTO DEL CONTATTO FISICO

È necessario monitorare frequentemente i casi che presentano ritardi nelle principali aree dello sviluppo.
Nonostante alcuni segni di atipia nello sviluppo possano essere presenti nel primo e nel secondo anno di
vita, la diagnosi di ASD diventa attendibile dopo i tre anni. Il bambino procede nel suo sviluppo e
nonostante il suo disturbo, nel tempo può acquisire molteplici competenze. Il decorso e la prognosi sono
condizionati da: livelli di funzionamento intellettivo, livelli di linguaggio. È disponibile un'ampia gamma di
strumenti di screening per autismo, ritardi generali dello sviluppo. Sebbene sia possibile identificare alcuni
bambini con autismo prima che genitori o professionisti abbiano espresso preoccupazioni, negli studi con
follow-up sistematico fino alla metà dell'infanzia, l'autismo non è stato diagnosticato in molti bambini
sottoposti a screening. I falsi positivi possono portare a valutazioni non necessarie e preoccupazioni dei
genitori, mentre i falsi negativi possono portare a una mancata identificazione, diagnosi tardiva e ritardo
nell'intervento. I domini da valutare sono: cognitivo e apprendimento scolastico; funzionamento adattivo;
funzionamento sociale, emotivo e comportamentale; comunicazione; funzionamento sensoriale e
motorio; indagini mediche complete; funzionamento familiare. L’interventi deve essere: precoce;
intensivo, (deve prevedere situazioni strutturate, ore settimanali proporzionati al profilo di funzionamento,
vi deve essere un adeguata organizzazione dei tempi e degli spazi); Globale.

Le finalità dell’intervento dell’ intervento sono :

• perseguire l’autonomia • favorire il benessere

• acquisizione di competenze funzionali all’adattamento

Intervento psico-educativo : Gli interventi comportamentali applicano i principi psicologici


dell’apprendimento e si basano sull’analisi sperimentale del comportamento. Negli ultimi decenni si è
passati da un approccio semplicistico e meccanicistico a forme di trattamento più olistico che tengano
conto degli aspetti emotivi, sociali e cognitivi.

AUTISMO..

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