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La teoria neocostruttivista prende spunto da una considerazione sullo sviluppo del cervello: nei
primi due anni di vita il cervello umano va incontro ad uno straordinario sviluppo che ne fa
aumentare il volume e il peso. Per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo, il cervello umano non
parte da uno stato completamente indifferenziato, ma possiede alcune predisposizioni: i
cambiamenti adattivi sorgono dallinterazione tra i processi di esplorazione basati sulla percezione,
lazione e le emozioni e i vincoli esercitati dai contesti in cui questa esplorazione avviene.
Queste interazioni avvengono in maniera distribuita su tutto il cervello e sul corpo, caratterizzate da
una dimensione temporale e da una reciproca influenza tra le diverse componenti. Con il termine
ri-descrizione rappresentativa si intende la tendenza del cervello umano a utilizzare diversi
formati per rappresentare uno stesso tipo di informazione, rendendola cos pi facilmente
accessibile e manipolabile. Secondo un approccio neurocostruttivista, la natura di un disturbo
dellapprendimento non pu essere ben compresa se si prende in considerazione solo il suo stato
finale: la traiettoria che conduce ad un deficit deve essere analizzata nella sua dimensione di
sviluppo e nelle abilit di base che la alimentano. Un punto centrale dellapproccio
neurocostruttivista riguarda linterpretazione della flessibilit come caratteristica della mente
umana. Secondo questo approccio, il cervello umano si sviluppa in modo da rendere possibile
unestrema flessibilit dei comportamenti, degli apprendimenti, delle relazioni sociali.
Il particolare compito che una determinata funzione pone allorganismo si realizza attraverso un
complesso di processi tra loro collegati e che sono disposti a differenti livelli del sistema nervoso
centrale. Quando un anello coinvolto in una funzione psichica non funziona bene, altri anelli
possono arrivare a compensare il suo funzionamento. Il sistema pu cambiare attraverso lesercizio
dellattivit, nel tentativo di raggiungere quello che per lindividuo un buon adattamento al
contesto. Alcuni anelli sono particolarmente importanti e vanno ad implementare le funzioni
esecutive: orientamento consapevole al compito, focalizzazione dellattenzione, inibizione di azioni
irrilevanti, monitoraggio della propria azione.
Il concetto di mediazione considera gli strumenti che contribuiscono allorganizzazione delle
funzioni psichiche. Il linguaggio non serve solo per comunicare, ma anche uno strumento interno
che aiuta la regolazione e la strutturazione dei processi cognitivi. il linguaggio offre alle procedure
unorganizzazione pi astratta e flessibile e ci avviene sia in situazioni di tipo sociale che di tipo
individuale. Le funzioni psichiche superiori sono processi coscienti, ai quali lindividuo partecipa
volontariamente in quanto sono necessari per il suo adattamento e la sua vita relazionale.
Le funzioni psichiche superiori inoltre perci unorigine sociale.
Lapproccio neurocostruttivista cerca invece un legame tra anomalia genetica e disturbo: essa
sostiene che lo sviluppo della neocorteccia nei bambini suggerisce un legame indiretto tra geni e
processi cognitivi. Lapproccio neurocostruttivista sostiene che vi siano dei meccanismi
computazionali di basso livello, il cui disfunzionamento potrebbe alterare processi cognitivi di pi
alto livello. Lo scopo diventa perci quello di cercare il livello pi basso di impairment e studiare i
suoi effetti evolutivi nello sviluppo tipico e atipico.
Nei bambini con disturbo specifico del linguaggio si spesso notata la difficolt ad identificare
lordine in cui si succedono due suoni; stessa caratteristica stata riscontrata nei bambini dislessici.
Si tratta di un deficit nel processamento temporale delle informazioni, la cui efficienza pu essere
compromessa da una deficit dei sistemi magnocellulari.
Ancora un altro meccanismo cognitivo di basso livello che si dimostra compromesso nei ragazzi
dislessici riguarda la percezione visiva, intesa in questo caso come capacit di integrare le
caratteristiche visive di ogni lettera, quando la lettera target si trova vicino ad altre lettere. Studi
condotti in questo campo hanno mostrato come i tempi di risposta dei dislessici siano pi lenti in
caso di crowding (ossia quando lo stimolo affollato da altri stimoli vicini).
Diventare veloci e fluenti nella lettura implica unautomatizzazione di processi sia di basso che di
alto livello. Unefficiente automatizzazione coinvolge a livello neurobiologico diverse strutture del
cervelletto, le quali contribuiscono a regolare i diversi tipi di apprendimento procedurale. Lurija
distingue tra alterazioni di fattori relativamente elementari e alterazioni di processi di coordinazione
tra i diversi tipi di elaborazione. Secondo lautore, alla base della lettura vi sarebbero la percezione
e il riconoscimento visivo delle lettere; segue poi un processo pi complesso, che riguarda la
fusione delle lettere in sillabe. Imparare a fondere le sillabe richiede qualcosa di pi della
percezione, dellattenzione focalizzata e dellelaborazione fonologica; presuppone anche il controllo
e lattenzione consapevole.
La lettura di un testo non fatta soltanto di riconoscimento di parole e significati, ma anche di
pensiero attivato dai significati.
Quando un individuo esperto nel calcolo, non ha bisogno di contare per iscritto operazioni
semplici; pu trovare il risultato nella sua memoria a lungo termine. Secondo Butterworth i fatti
aritmetici sono organizzati secondo relazioni di grandezza numerica e cominciano ad emergere nei
bambini a partire dalluso della strategia del contare oltre. Ci dimostrabile anche dal fatto che gli
adulti impiegano meno tempo a recuperare fatti aritmetici in cui il primo addendo pi grande (si
risponde pi velocemente a 8+2 che a 2+8).
Il modello di McCloskey assume una prima distinzione tra sistema dei numeri e sistema del calcolo.
Il sistema dei numeri permette la comprensione e la produzione dei numeri in forma verbale e in
codice arabico; il sistema del calcolo trasforma la struttura superficiale dei numeri in una
rappresentazione astratta di quantit numerica, disponibile per ulteriori elaborazioni (ad es. il
calcolo).
Il sistema del calcolo comprende tre sottocomponenti: la conoscenza dei segni delle operazioni, i
fatti aritmetici e le procedure di calcolo. Secondo il modello di McCloskey laccesso alla codifica
semantica la via obbligata perch il sistema possa svolgere qualsiasi tipo di compito.
Lautore sostiene che ogni funzione nel corso dello sviluppo culturale del bambino compaia due
volte, prima in forma interpsichica (tra le persone, piano sociale), e poi in forma intrapsichica
(allinterno del bambino, piano psicologico).
La cultura non crea, semplicemente trasforma i dati gi forniti dalla natura. A ci si aggancia il
concetto vygotskiano di area di sviluppo potenziale: si tratta di una capacit potenziale di
apprendimento che pu essere raggiunta dal bambino attraverso laiuto di un adulto esperto.
Lo sviluppo corticale delle aree frontali determina una maggiore efficienza delle funzioni che
supportano lapprendimento, e perci correla positivamente con il QI. Possiamo spiegare tutto ci
attraverso il concetto di plasticit cerebrale: lesercizio (fisico e mentale) non produce solo un
cambiamento funzionale, ma provoca dei cambiamenti visibili nella struttura macroscopica del
cervello.
Il training produce risultati efficaci quando il livello delladdestramento si adatta costantemente alla
prestazione del singolo partecipante, accrescendo la complessit delle richieste mano a mano che
lindividuo mostra di migliorare la propria prestazione. Secondo Vygotskij, lapprendimento deve
precedere lo sviluppo, avanzando richieste pi alte rispetto a quelle che sarebbero compatibili con
lo sviluppo raggiunto dal bambino (tuttavia il divario non deve essere troppo).
Per quanto riguarda il passaggio da un piano intersoggettivo ad un piano intrasoggettivo, lautore
sostiene che linterazione adulto-bambino sia un fattore molto importante nel promuovere
lattenzione volontaria e il controllo esecutivo. In questo contesto svolge un ruolo fondamentale il
linguaggio, attraverso il quale ladulto guida lattenzione del bambino.
Studi mostrano come nei bambini cresciuti in ambienti economicamente e socio culturalmente
poveri, siano a rischio lo sviluppo del linguaggio, della memoria di lavoro, delle funzioni esecutive.
Un trattamento che ha dato buoni risultati nel campo della dislessia quello che combina
stimolazione della lettura e dellattenzione: i bambini trattati migliorano notevolmente nella rapidit
di lettura.
Interventi in cui si combina un trattamento della consapevolezza fonologica e un training esplicito
sulle regole di corrispondenza grafema-fonema, hanno avuto risultati ottimi anche con bambini
dislessici pi grandi (11-12 anni). I risultati sullaccuratezza sono durevoli anche a distanza di anni,
mentre i risultati sulla rapidit di lettura sono quasi inesistenti.
Per quanto riguarda i trattamenti riabilitativi per la discalculia, necessario anzitutto valutare se un
trattamento delle basi concettuali del numero sia efficace e se possa contribuire a modificare le
abilit di calcolo. Studi dimostrano che un intervento di potenziamento delle abilit numeriche
possibile, anche se resta comunque un nucleo deficitario nella facilit di riconoscere a vista le
quantit numeriche. Gli interventi che invece si basano sulle componenti concettuali del calcolo,
sulle procedure di calcolo e sul recupero dei fatti aritmetici, risultano maggiormente efficaci.
Un trattamento della basilare capacit di riconoscere le quantit numeriche prima a livello non
verbale e poi manipolando simboli aritmetici alla base di un intervento che utilizza il software The
Number Race. Una delle principali attivit proposte dal software il confronto di quantit
numeriche, variando la distanza dei due numeri da confrontare e stimolando una progressiva
velocizzazione delle risposte. Studi condotti con il trattamento The Number Race hanno mostrato
notevoli miglioramenti nelle conoscenze numeriche di base e in particolare nel confronto analogico
e simbolico di quantit numeriche (miglioramento sia in termini di accuratezza che di rapidit).
Per molti bambini lapprendimento e le capacit di ragionamento sono fortemente messi a rischio da
deficit della memoria di lavoro. I trattamenti della memoria di lavoro sono rivolti principalmente a
bambini con disturbi specifici dellapprendimento o bambini con ADHD. I compiti del training
stimolano il contemporaneo ricordare e manipolare informazioni di natura verbale o visuo-spaziale.
Lintervento risulta molto efficace nel migliorare le prestazioni di memoria di lavoro, sia verbale sia
visuo-spaziale.
Interventi di tipo comportamentista utilizzano il rinforzo per alzare il livello della motivazione ad
apprendere in bambini con disabilit. La tecnica centrale nellapproccio comportamentista si fona
sulla capacit imitativa dellessere umano: ladulto mostra al bambino come si svolge una certa
procedura; se ci non produce risultati, ladulto guida fisicamente lazione che intende insegnare. In
questo modo si possono produrre comportamenti che si avvicinano a quello desiderato e che
vengono poi ulteriormente perfezionati attraverso tecniche di rinforzo. Per insegnare comportamenti
complessi si usa una tecnica di concatenamento: si parte da unanalisi del compito per individuare
i singoli passi da insegnare e la loro sequenza. Ogni passo viene insegnato con suggerimenti verbali
che si estinguono man mano che lintera catena di passi viene appresa dal partecipante.
I trattamenti comportamentisti hanno mostrato una fragilit nellestendersi degli apprendimenti a
situazioni diverse a quelle che sono state oggetto dellinsegnamento. La generalizzabilit mostra di
essere tanto pi bassa quanto pi lindividuo subisce linterferenza di stimoli irrilevanti per il
compito.
Lintervento comportamentista inizia da abilit di base; quando queste abilit sono state apprese si
passa a abilit pi complesse. Il gioco una parte centrale dellintervento, partendo dal gioco
funzionale fino al gioco sociale di finzione. Studi condotti con il metodo comportamentista hanno
mostrato come il QI sia modificabile se i bambini vengono coinvolti in un intervento intensivo,
sistematico e di lunga durata.
La stimolazione cognitiva con il metodo Feuerstein da tempo praticata con le persone che hanno
una disabilit intellettiva. Questo approccio si fonda sulla proposta di compiti carta e matita, che
implicano unattiva manipolazione delle informazioni senza implicare una contemporanea richiesta
di memorizzazione. Lo strumento di lavoro fondamentale la mediazione con cui ladulto pu
svolgere per il bambino quelle funzioni di controllo esecutivo che il bambino non sa ancora mettere
in atto automaticamente.
Feuerstein ha articolato diversi principi cui deve far riferimento linterazione adulto-bambino:
- Quando: la mediazione pu essere anticipatoria nel senso di insegnare qualcosa prima che si
verifichi la risposta del bambino;
- Che cosa: limportanza di fare domande;
- Gradi: la guida pu essere fisica, unimitazione, o una verbalizzazione di regole, concetti,
attributi;
- Fasi: la mediazione deve rendere possibile la risposta del bambino al compito, cio deve
permettergli di sperimentare il successo.
Il principio di intenzionalit e reciprocit implica che ladulto abbia chiarezza nel comunicare su
che cosa si va a lavorare, e sia disponibile a costruire una relazione. Il principio fondamentale che
linterazione deve promuovere nel bambino un sentimento di competenza e la consapevolezza della
modificabilit umana. Questo richiede alladulto di creare le condizioni affinch ogni richiesta
possa essere soddisfatta dal bambino con successo ma, allo stesso tempo, permettendogli di operare
il pi possibile con le proprie risorse. necessario adeguare le caratteristiche dei compiti al livello
di conoscenze del bambino, mantenendo tuttavia alto il livello delle richieste in modo da poter
operare nella zona di sviluppo prossimale.
Per lavorare intensamente sul piano cognitivo necessario potenziare anche le capacit di
regolazione emotiva e controllo del comportamento: questo pu richiedere al bambino di resistere
allo sforzo e alla fatica, di moderare limpulsivit.
Limpostazione di un intervento con il metodo Feuerstein tiene conto delle strategie analizzate negli
studi sullexpertise. Lapprendimento che fa diventare esperti si configura non solo come esercizio,
ma anche come acquisizione di meccanismi che supportano la pianificazione, il controllo e la
valutazione sulle proprie prestazioni.
La sperimentazione con il metodo Feuerstein si basa sullabilit del riabilitatore pi che sulla
possibile efficacia di esercizi con specifici materiali.
A nostro avviso la progettazione di trattamenti per potenziare le funzioni cognitive in bambini con
disturbo dellapprendimento, potrebbe essere guidata a tre domande.
1) Come i bambini possono essere sostenuti in abilit cognitive di base (memorizzare semplici
informazioni, focalizzare e sostenere lattenzione ecc);
2) Come i bambini possono essere aiutati a costruire un cambiamento da rappresentazioni
implicite a rappresentazioni analitiche ed esplicite;
3) Come possono essere affrontate le difficolt emotive che spesso si associano alle difficolt
cognitive.
Per quanto riguarda la dislessia, un deficit nellattenzione visiva sembra essere implicato, anche se
non costituisce una causa primaria del disturbo.
I processi attentivi implicati nella lettura e nella ricerca visiva sembrano compromessi nei bambini
dislessici; tuttavia si tratta di due attivit non del tutto assimilabili.
I risultati delle ricerche hanno messo in evidenza le maggiori difficolt dei bambini dislessici a
procedere nelle ricerche visive particolarmente impegnative, presumibilmente per un problema a
livello dellattenzione sostenuta.
In condizioni di alto carico di lavoro mentale , i bambini dislessici interrompono prematuramente la
ricerca visiva e commettono un alto numero di errori.
4. LA MEMORIA DI LAVORO
5.5 Deficit delle funzioni esecutive nei bambini con disturbo di attenzione e iperattivit
Un deficit nella pianificazione stato osservato nei bambini con deficit da disattenzione e
iperattivit. In test di pianificazione, i bambini con ADHD risolvono un minor numero di item o
necessitano di una maggior numero di tentativi per arrivare alla soluzione, rispetto al gruppo di
controllo. La flessibilit cognitiva stata misurata con il Trail Making Test: i risultati hanno
mostrato come sia la memoria di lavoro che linibizione siano predittori del deficit di attenzione e
iperattivit.
Memoria di lavoro e flessibilit cognitiva correlano molto con il QI: ci suggerisce che diverse
componenti delle funzioni esecutive possono avere un impatto sulle abilit cognitive.
La memoria di lavoro sembra avere un ruolo importante sia per lautoregolazione del
comportamento, sia per la capacit di apprendere e memorizzare conoscenze.
Anche alcuni test di personalit includono delle scale che possono misurare indirettamente la
regolazione emotiva. Tra questi il Big Five Questionnaire (BFQ), descrive la personalit in base a
cinque dimensioni , due delle quali sono la Scala di stabilit emotiva e la Scala di energia.
G. un bambino di 8 anni che frequenta la classe terza della scuola primaria. Linsegnante ha notato
il permanere di importanti difficolt di lettura e scrittura, nonostante altri aspetti dellapprendimento
evidenzino buone capacit cognitive del bambino. I genitori segnalano una scarsa fluidit della
lettura di G., che si accompagna alla necessit di rileggere un testo pi volte prima di poterlo
ricordare. Nella matematica G. non commette errori; verso litaliano ha sviluppato invece un certo
atteggiamento dansia. Ai tempi della scuola dellinfanzia il bambino stato seguito da un
logopedista, il quale non ha riscontrato alcuna difficolt grave. Le difficolt nel ricordare un testo
sono meno evidenti quando G. affiancato dalladulto, altrimenti deve leggere almeno 3-4 volte
prima di ricordare il contenuto del testo.
Lo sviluppo dalla nascita a oggi stato normale, senza problemi rilevanti tranne una piccola
difficolt nellalimentazione (ha sempre mangiato poco).
Secondo quanto riportato dai genitori, G. un bambino molto curioso ma che fa fatica a socializzare
con altri bambini perch ha interessi diversi. Il fattore di rischio che emerge dalle parole dei
genitori una certa insicurezza emotiva del bambino.
7.5 Esplorare nella pratica valutativa il ruolo dellattenzione e delle funzioni esecutive nei
disturbi dellapprendimento
In questo paragrafo analizziamo i casi di S. e A., caratterizzati entrambi da un livello di adattamento
sociale nella norma con alcune carenze che riguardano lattenzione. Nel questionario SDAG, che
misura il disturbo di attenzione e iperattivit, ambedue i bambini si qualificano per un disturbo
dellattenzione, ma solo A. mostra anche sintomi di iperattivit. Nessuno dei due bambini ha avuto
ritardi di linguaggio o motori e lo sviluppo nellinfanzia stato nella norma.
Nel test WISCH-III, S. ottiene unottima prestazione nella parte di performance e ha una
prestazione nella media nella parte verbale; A. invece ha una prestazione nella norma nella parte di
performance, ma sotto la media per quanto riguarda la parte verbale.
Sia S. che A. hanno il dominio verbale meno sviluppato di quello delle abilit visuo-spaziali.
Per quanto riguarda le difficolt di lettura, la ragione della maggiore difficolt di S. sarebbe da
attribuire ad un deficit nella memoria fonologica a breve termine.
Per quanto riguarda invece le difficolt nellaritmetica, la ragione di una maggiore difficolt di A.
sarebbe da ricercare in un deficit nella capacit di inibire risposte diverse.
Quale interpretazione possiamo proporre per il diverso profilo di S. e di A. nellapprendimento
aritmetico e nella comprensione del testo? Sia S. che A. dimostrano una carenza nellenumerazione
allindietro e nel calcolo a mente: nel caso di S. questa difficolt si associa ad una certa inefficienza
nel memorizzare le sequenze, mentre in A. si associa ad una memoria di lavoro deficitaria.
Per lenumerazione allindietro, le difficolt nelle funzioni esecutive possono incidere nella
componente difficolt inibitoria; anche la memoria di lavoro pu compromettere significativamente
il calcolo a mente.
8.2 Lay diagnosis ed etnoteorie sullo sviluppo del bambino: convergenze tra conoscenza
ordinaria e professionale
In questo contesto, risulta molto importante osservare il modo in cui i pazienti descrivono il loro
stato e segnalano la loro interpretazione dei sintomi. La comprensione intersoggettiva dellincontro
clinico si realizza grazie al contributo sia dellesperto che del gruppo dei non esperti. Con il
termine di lay diagnosis facciamo riferimento allinsieme di assunzioni, ipotesi, teorie mediche,
rappresentazioni culturali, con le quali le persone eseguono delle valutazioni sulle proprie o altrui
condizioni di salute.
Gli studi sul concetto di diagnosi ordinaria hanno ridefinito i termini dellinterazione tra
partecipanti ordinari e partecipanti esperti, sottolineando come entrambi contribuiscano alla
costruzione della conoscenza.
Nel caso in cui i destinatari della comunicazione con lo psicologo professionista siano i genitori,
occorre integrare nel processo di negoziazione le teorie ingenue sullo sviluppo del bambino e sulle
alterazioni dello sviluppo, che essi portano al colloquio.
Tra i tanti fattori che negli ultimi decenni hanno agito sulla maturazione di teorie e ipotesi
psicologiche ordinarie, uno tra i pi importanti lo sviluppo dellottica bambinocentrica, allinterno
della quale ladulto che si adatta alle competenze e alle esigenze del bambino.
Con il concetto di etnoteorie parentali si intendono linsieme di assunzioni implicite che regolano
lagire parentale e guidano le attivit di cura quotidiana dei figli (pratiche di addormentamento, di
alimentazione, di socializzazione, dincoraggiamento allautonomia del bambino).
Si tratta di teorie ingenue non perch meno veridiche, ma in quanto indipendenti da quelle scorte di
conoscenze professionali che sono invece disponibili al clinico.
I bambini vengono in valutazione in momenti diversi: Barbara ha 8 anni e 8 mesi e Gianni 8 anni e
9 mesi; entrambi frequentano la classe terza primaria.
Dalla valutazione intellettiva emerge che entrambi i bambini hanno un QI nella norma; Barbara
mostra un profilo di performance migliore nella prestazione verbale.
Entrambi non hanno deficit di memoria fonologica a breve termine n di consapevolezza fonemica;
mostrano per delle difficolt nella memoria di lavoro.
Gianni in particolare presenta delle difficolt nellattenzione visuo-spaziale nel test di ricerca visiva
e nel test di Stroop fatica a controllare linterferenza colore-parola.
Barbara mostra difficolt nel controllo dellinterferenza lessicale e compie numerosi errori nella
denominazione rapida automatizzata di colori, figure e numeri.
Per la valutazione dellabilit di lettura ai bambini sono state somministrate le seguenti prove:
- MT correttezza e rapidit;
- MT comprensione;
- Lettura di non-parole isolate della batteria per la valutazione della dislessia e della
disortografia evolutiva.
Barbara ha un forte deficit nella rapidit di lettura del testo, delle parole e delle non-parole. La
bambina si auto corregge spesso, impiegando molte risorse attentive per effettuare una corretta
scansione grafemica della parola.
Gianni molto rapido nella lettura ma mostra un serio deficit di accuratezza. Il bambino si corregge
raramente e molti errori sono dovuti ad unanalisi incompleta della parola.
9.3 Intervento I
In una prima fase di intervento, sono stati previsti per i bambini due interventi diversi, uno centrato
sul potenziamento dellattenzione e del controllo cognitivo, laltro sul potenziamento della lettura.
In una seconda fase, si proposto ai due bambini delle attivit di potenziamento del controllo
dellinterferenza e dellattivit di lettura.
Nonostante la diversit delle attivit proposte, il trattamento dei due bambini ha previsto un comune
approccio interattivo e affettivo. La costruzione di una sicurezza emotiva nellinterazione adulto-
bambino stata perseguita molto sistematicamente; gli esercizi sono stati alternati con una attivit
di gioco.
Esaminando la prestazione di Barbara nelle varie prove di lettura della valutazione iniziale, sono
state trovate 40 parole che la bambina non leggeva correttamente. Le parole sono state divise in due
liste, A e B, composte da sostantivi e verbi. Per ogni lista stato costruito un set di attivit:
- Riconoscimento di parole isolate con sillabe evidenziate da un colore diverso;
- Analisi ortografica: parti della stringa ortografica compaiono in cartellini che vanno
completati oralmente ipotizzando una parola;
- Analisi ortografica-fonologica: ogni tessera di un dominio ha da un lato unimmagine e
dallaltro lato una stringa ortografica;
- Analisi morfemica: parti morfemiche della stringa compaiono in parole inserite in brevi testi
narrativi o in carte che vanno ricomposte per formare una parola.
Dopo lintervento con le parole derivate dalla lista A, la rapidit della lettura migliora molto; dopo
lintervento con le parole derivate dalla lista B si evidenzia lo stesso miglioramento (anche se si
registra una lieve regressione nella lista A).
Leffetto del trattamento sulla lettura con Barbara rimane circoscritto, per la rapidit, alle parole che
presentano caratteristiche ortografiche simili a quelle su cui si lavorato; quando le parole hanno
caratteristiche ortografiche diverse da quelle dellintervento non ci sono miglioramenti significativi
nella rapidit.
Lintervento con Gianni stato strutturato in 14 incontri incentrati sul trattamento di diverse
componenti dellattenzione e delle funzioni esecutive. Per attuare lintervento stato utilizzato un
ampio set di attivit che includono esercizi al computer con il cd Autoregolare lattenzione,
pianificazione visuo-spaziale con labirinti, scoperta di regolarit e verifica di ipotesi con materiali
costruiti appositamente. Nella lettura di parole Gianni passa dal 5 al 25 percentile nel confronto
con i dati normativi, mentre nella lettura di non-parole il cambiamento minore. Gianni mostra un
miglioramento molto importante sia come cambiamento individuale, sia nel confronto con Barbara.
9.4 Intervento II
Nella seconda fase lintervento lo stesso per i due bambini e combina attivit di potenziamento
della lettura di parole e di non-parole e attivit di controllo dellinterferenza.
Lintervento costituito da 16 incontri di circa 90 minuti e riguarda due principali tipi di attivit:
- Potenziamento della lettura sublessicale;
- Potenziamento del controllo dellinterferenza.
A distanza di 8 mesi dalla valutazione, lincremento di Barbara nella lettura rimane ancora lontano
da quella adeguata per la sua et, ma subisce un netto miglioramento.
Per quanto riguarda Gianni, avvenuto un significativo miglioramento:
9.5 Conclusioni
Gianni e Barbara mostravano nella valutazione di avere alcune difficolt nelle funzioni attentive e
di controllo dellinterferenza. Avevano ambedue una difficolt nella memoria di lavoro verbale e nel
caso di Gianni anche un deficit nella ricerca visiva.
I profili di lettura dei bambini erano diversi: Gianni utilizzava un processo di lettura lessicale ed era
rapido; Barbara utilizzava un processo fonologico piuttosto frammentato, caratterizzato da molte
autocorrezioni.
I risultati del primo intervento con Gianni e Barbara chiariscono che la correttezza della lettura
migliora maggiormente con un intervento incentrato sullattenzione e sul controllo dellinterferenza,
piuttosto che con un intervento incentrato solamente sulla lettura.
I risultati del secondo intervento con Barbara mostrano che la rapidit di lettura migliora
maggiormente con un intervento che potenzia sia il controllo dellinterferenza fonologica e
lessicale, sia i processi di lettura.
Per quanto riguarda i fattori sottostanti al disturbo di lettura nei due bambini, i risultati
dellintervento mostrano che:
- Il deficit di correttezza di Gianni comprometteva probabilmente lanalisi grafemica;
lintervento sullattenzione ha contribuito ad un forte miglioramento della correttezza.
- Lo stesso interveto con Barbara aiuta il miglioramento della rapidit di lettura, ma non la sia
correttezza.
10.3 Il caso di V
V. ha ricevuto una diagnosi di disturbo del linguaggio nellambito di un quadro cognitivo
borderline con associati sintomi di iperattivit, presso un centro specialistico ospedaliero di
neuropsichiatria infantile. Dopo questa diagnosi V. ha ricevuto un trattamento logopedico ma non
stata coinvolta in alcun tipo di riabilitazione per via del suo problema cognitivo. Quando arriva in
consultazione la bambina ha 7 anni e 9 mesi e frequenta la classe seconda della scuola primaria.
Al termine di una valutazione cognitiva piuttosto articolata, sono emersi i seguenti dati:
- Il QI sotto la norma;
- Nei subtest verbali si evidenziano difficolt non solo in aritmetica, ma anche nella
memorizzazione e nel recupero di informazioni verbali;
- Nei subtest non-verbali emergono importanti difficolt visuo-costruttive (disegno con i
cubi);
- Nelle storie figurate non utilizza unesplorazione visiva sistematica delle figure e non
identifica le differenze tra unimmagine e laltra;
- In molti test si nota come la bambina non esplori sistematicamente il materiale del compito e
non usi il linguaggio verbale per darsi istruzioni;
- Il linguaggio presenta un importante ritardo, sia negli aspetti fonologici che nella produzione
morfo-sintattica.
I punti di forza di V. consistono un una notevole disponibilit a comunicare e a impegnarsi nel
portare a termine unattivit. La bambina riesce inoltre a costruire delle spiegazioni nel dominio
delle conoscenze sociali.
Nel subtest aritmetica della WISH-R osserviamo che V. non sa coordinare lenumerazione verbale
con il gesto di indicare in successione gli elementi; alla batteria intelligenza numerica ottiene una
prestazione sufficiente per un bambino di 78 mesi (mentre V. ha 93 mesi).
I processi semantici vengono indagati con due subtest, di cui nel primo viene chiesto alla bambina
di confrontare due set di bandierine e stabilire qual il maggiore: V. ottiene il massimo punteggio,
mostrando di essere in grado di utilizzare processi di stima basandosi su strategie percettive e visuo-
spaziali. Nel secondo subtest, pi articolato, si chiede alla bambina una comparazione tra numeri
arabici, il che richiede un riferimento alla serie dei numeri e alla rappresentazione della quantit
corrispondente ad ognuno di essi. In questo subtest V. compie diversi errori che mostrano le sue
difficolt con la rappresentazione semantica del numero (ad es. risponde che 1 maggiore di 6).
Per quanto riguarda larea del conteggio, V. dimostra di enumerare correttamente e velocemente
fino a 11, dopodich fa errori di sostituzione o di omissione (tali errori suggeriscono lincerta
automatizzazione della sequenza numerica oltre il 10).
Il quadro fornitoci dai test ci suggerisce che V. ha sufficienti conoscenze numeriche di base, con
alcune difficolt nella rappresentazione semantica del numero e nellenumerazione.
Il trattamento stato condotto in sessioni settimanali di unora e mezza durante il primo anno e di
due ore nei successivi. Ciascuna sessione del trattamento seguiva un ordine regolare di attivit:
inizialmente una fase di riscaldamento dedicata alla conversazione; poi unattivit che fosse
cognitivamente impegnativa; a seguito unattivit pi rilassante in cui esercitare la memoria,
lattenzione, il lessico. La sessione terminava con un gioco di finzione o di altro tipo con il
riabilitatore.
Durante il primo anno di riabilitazione sono stati posti due obiettivi:
1- Promuovere lo sviluppo del linguaggio;
2- Sostenere il bambino nella costruzione delle abilit aritmetiche di base.
Lintervento sulla risoluzione di problemi aritmetici ha avuto inizio nel secondo anno di
riabilitazione, quando L. ha mostrato di aver appreso le abilit aritmetiche che generalmente si
acquisiscono alla fine della classe prima della scuola primaria.
Nel trattamento riabilitativo un primo obiettivo stato quello di facilitare la costruzione di una
rappresentazione delle relazioni concettuali espresse linguisticamente dal testo del problema.
Si inoltre tentato di facilitare lorganizzazione delle procedure per affrontare il compito.
Linterazione verbale stata utilizzata dalladulto come una sorta di memoria di lavoro
distribuita, attraverso cui veniva descritto quello che succedeva e venivano forniti dei suggerimenti
generici per passare ad una nuova fase dellattivit.
Un importante obiettivo che si tentato di raggiungere stato il fatto di sostenere il bambino nella
risoluzione del problema, ma al contempo incrementare il suo controllo attivo sullattivit.
Un altro punto importante dellinterazione adulto-bambino riguarda la gestione degli errori: ladulto
incoraggiava le autocorrezioni del bambino fornendo ripetizioni, riformulazioni, al fine di
permettere a L. di focalizzare la sua attenzione sui dati del problema e sulle procedure da adottare
per risolverlo.
Lintervento ha inoltre cercato di tenere in considerazione le emozioni dei partecipanti, monitorando
periodicamente linterazione adulto-bambino attraverso le videoregistrazioni delle sedute.
11.3 Osservare in un post-test le difficolt e le strategie acquisite
11.5 Conclusioni
Sono state identificate tre tipi di difficolt cognitive che interferivano con un apprendimento
efficace della risoluzione di problemi aritmetici. La prima difficolt riguarda la capacit di
mantenere attive nella memoria di lavoro le specifiche quantit numeriche del moltiplicando e del
moltiplicatore.
La seconda difficolt ha a che fare con la flessibilit nel coordinare una sequenza di azioni e di
prestare attenzione in maniera sequenziale ad ogni informazione presente nel testo.
Un ulteriore ostacolo incontrato da L. riguarda la lenta automatizzazione degli apprendimenti.
In sintesi, lapprendimento di unattivit complessa come la risoluzione di problemi aritmetici con
struttura moltiplicativa un processo parzialmente ostacolato da una combinazione di specifiche
difficolt: sensibilit agli effetti dellinterferenza nella memoria di lavoro verbale; le difficolt con
lo switching attentivo; la lenta automatizzazione.
Nonostante queste difficolt L. ha mostrato il cambiamento cognitivo che si osserva anche nei
bambini con sviluppo tipico. Una procedura inizialmente appresa sotto la guida delladulto pu
essere ridescritta nelle sue componenti e rielaborata in una nuova procedura. Lipotesi che questo
cambiamento cognitivo sia correlato a due condizioni del trattamento:
1- Il fatto che il bambino abbia imparato a rappresentare graficamente la relazione uno-molti
che caratterizza i problemi con struttura moltiplicativa;
2- Lessere stato coinvolto in uninterazione che stimolava luso del linguaggio per descrivere
azioni, anticipare procedure e spiegare soluzioni.
Si osservato che un bambino con disabilit intellettiva lieve in grado di imparare, in un contesto
interattivo, a concettualizzare e rendere pi esplicite le procedure che in una prima fase sono state
insegnate attraverso suggerimenti.