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Di cosa si tratta

• Andare a scuola
È una sindrome
comportamentale • Giocare con i coetanei
che interferisce
con il normale • Convivere
svolgimento delle serenamente con i
comuni attività genitori
quotidiane:

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Prevalenza
La prevalenza in bambini di
età scolare è stimata dal 3 al
7%

E’ più frequente nel sesso


maschile

M/F da 5:1 a 10:1


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Ipotesi eziopatogenetiche

Ipofunzionalità del
sistema dopaminergico
Risposta maladattiva a
situazioni conflittuali

Predisposizione genetica
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impulsività/
inattenzione
iperattività

Due gruppi di
sintomi

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Inattenzione

Incapacità a Incapacità a
Difficoltà a
mantenere portare a
resistere Scarsa cura
l’attenzione in termine le
all’azione dei per i dettagli
modo stabile azioni
distrattori
su un compito intraprese

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Impulsività/ Iperattività

Difficoltà a Questi sintomi


organizzare azioni Difficoltà ad Difficoltà a non sono causati
complesse, con aspettare il rispettare le da deficit cognitivo
tendenza al proprio turno in regole, i tempi e ma da difficoltà
cambiamento situazioni di gioco gli spazi dei oggettive
rapido da e/o di gruppo coetanei nell'autocontrollo
un’attività a e nella capacità di
un’altra pianificazione.

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Secondo il DSM-IV per fare diagnosi
di ADHD occorre che

siano osservabili almeno sei dei nove sintomi d’inattenzione


e/o iperattività definiti

i sintomi esordiscano prima dei sette anni d’età

durino da più di sei mesi

siano evidenti in almeno due diversi contesti della vita del


bambino (casa, scuola, ambienti di gioco)

causino una significativa compromissione del funzionamento


globale del bambino
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I 3 sottotipi secondo il DSM-IV

Disattento: prevalenza (6 su 9) di comportamenti


disattenti.

Iperattivo: prevalenza di comportamenti impulsivi-


iperattivi (6 su 9)

Combinato: comportamenti impulsivi e iperattivi in


egual misura.

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Sintomi secondo il DSM-IV
Disattenzione
(a) spesso fallisce nel prestare attenzione ai dettagli o compie errori di inattenzione nei compiti a scuola,
nel lavoro o in altre attività

(b) spesso ha difficoltà nel sostenere l’attenzione nei compiti o in attività di gioco

(c) spesso sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente

(d) spesso non segue completamente le istruzioni e incontra difficoltà nel terminare i compiti di scuola,
lavori domestici o mansioni nel lavoro (non dovute a comportamento oppositivo o a difficoltà di
comprensione)

(e) spesso ha difficoltà ad organizzare compiti o attività varie

(f) spesso evita, prova avversione o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale
sostenuto (es. compiti a casa o a scuola)

(g) spesso perde materiale necessario per compiti o altre attività (es. giocattoli, compiti
assegnati, matite, libri, ecc.)

(h) spesso è facilmente distratto da stimoli esterni

(i) spesso è sbadato nelle attività quotidiane

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Sintomi secondo il DSM-IV
Iperattività

(a) spesso muove le mani o i piedi o si agita nella seggiola

(b) spesso si alza in classe o in altre situazioni dove ci si aspetta che rimanga seduto

(c) spesso corre in giro o si arrampica eccessivamente in situazioni in cui non


è appropriato (in adolescenti e adulti può essere limitato ad una sensazione soggettiva di
irrequietezza)

(d) spesso ha difficoltà a giocare o ad impegnarsi in attività tranquille in modo quieto

(e) è continuamente “in marcia” o agisce come se fosse “spinto da un motorino”

(f) spesso parla eccessivamente

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Sintomi secondo il DSM-IV
Impulsività

(g) spesso “spara” delle risposte prima che venga completata


la domanda

(h) spesso ha difficoltà ad aspettare il proprio turno

(i) spesso interrompe o si comporta in modo invadente verso


gli altri (es. irrompe nei giochi o nelle conversazioni degli altri)

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Conseguenze del disturbo

difficoltà bassa difficoltà


relazionali autostima scolastiche

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Problemi relazionali
difficoltà nello stabilire rapporti di
amicizia duraturi

emarginazione

tendenza all’isolamento

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Bassa autostima
Tendenza alla depressione

Comportamenti rinunciatari

Sentimenti di inadeguatezza

Solitudine
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Difficoltà scolastiche
Apprendimento non adeguato

Necessità di programmi di sostegno

Abbandono scolastico

Problemi di comportamento

Possibile compresenza di uno o più disturbi


specifici dell’apprendimento.
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DECORSO
diversità dei sintomi in base ai processi di sviluppo
intrapsichici correlati all’ETA’

i sintomi tipici sono più evidenti in età scolare

tendono ad attenuarsi in età adolescenziale e adulta


(REMISSIONE PARZIALE)

permangono senso di inquietudine, irrequietezza, difficoltà in


attività sedentarie, malfunzionamento sociale

disturbi di somatizzazione (non mentalizzazione)


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Evoluzione del DDAI
Cambia con l’età

In adolescenza può In età adulta residuano


(nel 30-70% dei casi)
diminuire l’iperattività,
problemi di
ma possono acuirsi
disorganizzazione
problemi relativi
pianificazione delle
all’autostima e al tono
attività
dell’umore
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In età prescolare
Massimo grado di iperattività
Comportamenti aggressivi
Crisi di rabbia
Litigiosità, provocatorietà
Assenza di paura, condotte pericolose,
incidenti
Disturbo del sonno
Spesso ritardo del linguaggio
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In età scolare
Comparsa di sintomi cognitivi
(disattenzione, impulsività)

Difficoltà scolastiche

Possibile riduzione della iperattività

Evitamento di compiti prolungati

Comportamento oppositorio-provocatorio
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In adolescenza

Possibili evoluzioni
• 35%: superamento dei sintomi, prestazioni scolastiche
talvolta inferiori ai controlli.
• 45%: permanenza della sindrome, frequente
attenuazione della componente iperattiva, crescente
compromissione emotiva (depressivo-ansiosa) e
sociale
• 20%: permanenza della sindrome, disturbi
comportamentali di adattamento sociale

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In adolescenza
Disturbo dell’attenzione: difficoltà scolastiche, di
organizzazione della vita quotidiana (programmazione).

Riduzione del comportamento iperattivo (sensazione


soggettiva di instabilità).

Instabilità scolastica, lavorativa, relazionale.

Condotte pericolose.

Disturbi depressivo-ansiosi.

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In età adulta
Difficoltà di organizzazione nel lavoro

Intolleranza per la vita sedentaria

Condotte rischiose

Rischio di marginalità sociale

Bassa autostima, tendenza all’isolamento sociale,


vulnerabilità psicopatologica
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Comorbilità
Disturbo oppositivo provocatorio, (DOP, 30-40%)

Disturbo di Condotta (DC, 36%).

Disturbo d’ansia (25%)

Disturbo dell’umore (32%)

Sindrome ticcosa (10-15%)


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DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Disturbo correlato a patologia fisica
(epilessia frontale sintomatica)

Ritardo Mentale

Ambiente didattico poco stimolante

Comportamento primariamente oppositivo

Disturbi specifici di apprendimento (lettura, scrittura, calcolo)

Disturbi mentali che insorgono sempre dopo i 7 anni: d’ansia,


dell’umore, dissociativo, di personalità
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Diagnosi differenziale e comorbilità

Disturbi simili Disturbi con sintomi


DOP simili
Disturbo Oppositivo Disturbo d’ansia
Provocatorio Depressione
DC Disturbo
Disturbo di Condotta dell’apprendimento

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Disturbo oppositivo-
provocatorio

è caratterizzato da
• Un comportamento provocatorio,
negativista e ostile (collera, litigiosità,
sfida, provocazione, ecc.)

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Disturbo della condotta

Il disturbo della condotta è caratterizzato da una


tendenza stabile alla violazione delle regole e dei
diritti altrui (aggressioni a persone o animali,
distruzione di proprietà, frode o furto, gravi violazioni
di regole, ecc.)

La nosografia attuale tende a considerare il DOP e il DC


come distinti, ma il primo precede sempre il secondo, e ne
rappresenta una forma attenuata o
subsindromica.

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Disturbo antisociale di personalità

Incapacità di conformarsi alle norme sociali, con


condotte suscettibili di arresto

Disonestà (mentire, usare falso nome, truffare


ripetutamente gli altri per profitto personale)

Impulsività o incapacità a pianificare

Irritabilità, aggressività (scontri o assalti fisici ripetuti)

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Disturbo antisociale di personalità

Inosservanza spericolata della sicurezza propria o altrui

Irresponsabilità abituale (incapacità di mantenere un


lavoro, o di far fronte ad obblighi finanziari)

Mancanza di rimorso dopo un danno arrecato ad altri

• Tale quadro si manifesta dopo i 15 anni, è stabile, e


compromette il funzionamento sociale o lavorativo.

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Prognosi del DDAI
Livello di istruzione inferiore alla norma
Dispersione scolastica: 32-40% non completano la
scuola dell’obbligo, 5-10% compiono studi
universitari
Disadattamento sociale
Inserimento lavorativo scarso e insoddisfacente

Funzionamento mentale prevalentemente di tipo


depressivo: bassa autostima, ansia, noia, vuoto,
solitudine

Attribuzione a fattori insiti nella propria natura


l’impossibilità di essere aiutati
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Fattori influenzanti la prognosi

Qualità dell’ambiente psicosociale, e affettivo-relazionale in


cui vive il bambino

Nel 90% almeno 1 dei 2 genitori ha disturbo psicoaffettivo

Nel 53% fattori di stress psicosociale (divorzi, decessi,


malattie croniche, disoccupazione, ecc.)

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Esiti
Più alto rischio di patologia psichiatrica “non-drug” per i
pazienti iperattivi (59% vs 36% popolazione di controllo)

Sindrome depressiva maggiore

Personalità antisociale

Personalità passivo-aggressiva

Disordine di personalità borderline

Maggiore rischio di incidenti stradali

Frequente abuso di sostanze psicostimolanti


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Terapia secondo le Linee Guida
Approccio MULTIMODALE (interventi psicosociali +
terapie mediche)

Coinvolgimento coordinato di TUTTI GLI OPERATORI


DELL’ETÀ EVOLUTIVA

Programma terapeutico messo a punto con GENITORI,


INSEGNANTI e BAMBINO

In Europa le linee guida raccomandano:

• 1° INTERVENTO PSICOSOCIALE: terapia


comportamentale, cognitiva, familiare, supporto agli
insegnanti
• 2° USO DI PSICOSTIMOLANTI
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Gli interventi terapeutici devono
tendere a …
Migliorare le relazioni interpersonali con genitori, fratelli,
insegnanti, coetanei

Diminuire i comportamenti dirompenti e inadeguati

Migliorare la capacità di apprendimento scolastico

Aumentare le autonomie e l’autostima

Migliorare l’accettabilità sociale del disturbo e le qualità


della vita del bambino e della famiglia
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Interventi comportamentali
SUPERIORITÀ rispetto a quelli farmacologici in età
prescolare

PARENT TRAINING

ISTRUZIONE DEGLI INSEGNANTI alle tecniche di tipo


comportamentale

LIMITI:

Progressiva scomparsa del miglioramento


comportamentale
MANCATA GENERALIZZZAZIONE dei
comportamenti positivi acquisiti, in contesti diversi
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Terapia farmacologica
Fondamentale in caso di:

persistenza e gravità dei 3 SINTOMI BERSAGLIO, in particolare di


aggressività e impulsività

scarsa modificabilità del comportamento del paziente e dei familiari

I farmaci registrati in Italia per la terapia farmacologica del DDAI


sono il Metilfenidato (0,3-0,6 mg/kg/dose in 2 -3 dosi die) e
l’Atomoxetina (1.2 mg/kg/dose in singola dose giornaliera)

Il Metilfenidato è uno psicostimolante che inibisce il reuptake


sinapstico delle monoamine.
L’Atomoxetina, è un inibitore selettivo della ricaptazione della
noradrenalina a livello presinaptico con minima attività sui trasportatori di
altre monoamine quali dopamina o serotonina.
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