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PARTE PRIMA
IL RAPPORTO EDUCAZIONE SOCIETÀ E LE SUE TRASFORMAZIONI
generazione all’altra (…). Il problema educativo stato al centro di gran parte del pensiero
Tutto ciò può sembrare scontato, nel senso che è ovvio che la Sociologia dell’educazione
si occupi dello studio dell’educazione dal punto di vista della sociologia, invece è il
risultato di un lento e travagliato processo di definizione. Olive Banks Per molto tempo la
disciplina legata piuttosto alla pedagogia e con una valenza essenzialmente pratica.
Pedagogia dell’educazione
FASE 1: FONDATIVA
quelle generali di analisi della società moderna e dei problemi di ordine e stabilità che
essa presenta. L’educazione acquista rilevanza sia per la realizzazione delle aspettative
della modernità, quindi in funzione del progresso e dello sviluppo economico e sociale,
In questo panorama dove bisogna stare dietro ai cambiamenti dovuti al nostro periodo,
Pedagogia dell’educazione
“veicolo per lo sviluppo equilibrato dei singoli” o come “collante di base comune,
elemento unificante”. Tra la seconda metà dell’800 e la prima del 900 l’accento della
legate alla modernità, che danno vita a modi di lavorare, produrre e stare insieme fondati
Norbert Elias Si arriva alla Società civile, la società degli individui: il rapporto tra stato e
società civile, ed è intuibile che con il farsi della società civile si abbiano dirette
implicazione con l’educazione, con la formazione del cittadino e delle sue capacità di
• Crescente complessità dei sistemi di istruzione, che ormai occupano una posizione
strategica nell’ ambito dello sviluppo economico, scientifico e tecnologico, a
costituire la molla per l avvio sistematico di una riflessione specifica dei processi
formativi.
caratteri che la diversificano dalle altre scienze dell’ educazione e quindi una propria
autonomia scientifica, legata ad un approccio come quello sociologico.
FASE 3
tassi di scolarizzazione anche nei gradi più elevati (diplomi e lauree) e la conseguente
inflazione dei titoli di studio che porto un surplus di offerta di persone con titoli di
titolo di studio.
FASE 4
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Pedagogia dell’educazione
Dall altro lato: la ri essione si amplia al nucleo centrale legato ai sistemi di istruzione
epistemologico autonomo, anche attraverso una identificazione che si distacca dalle altre
scienze dell’educazione.
In Italia la Sde nasce tardi, negli anni 70. La si fa risalire come data ufficiale, al Convegno
Cesareo parla di una crisi avvenuta ne momento in cui si è passati da una “[…] scuola di
élite ad una scuola di massa, dove prima gli studi vennero compiuti da pedagogisti, da
profonda crisi ha investito anche il sistema scolastico italiano ed ha fatto rinascere tra i
sociologi l’interesse per i problemi formativi […]”. Questa crisi di cui parla, non è solo
Questa crisi sarà da spartiacque per i processi di mutamento sociale, culturale e per la
stessa riflessione sociologica. Gli anni 70 si caratterizzano per un ampio dibattito sulla crisi
dei sistemi di istruzione in rapporto al mercato del lavoro e alla visibilità che acquistano i
giovani, tanto che i sociologi dell’edu guardano alla condizione giovanile. Nei primi anni
80 gli interessi sono verso le dinamiche interne ed esterne dello sviluppo di forme
Moscati sottolinea che è negli anni 80 che la Sde in Italia raggiunge una maturità,
vecchi, ad alcuni poco ampliati ed infine ad altri del tutto nuovi, come il dibattito tra
scuola-pubblica scuola-privata.
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Pedagogia dell’educazione
Negli anni 90 possiamo vedere sia carenze , sia sviluppi, essi sono interessanti poiché si
hanno aperture a nuove indagini o la ripresa di temi tradizionali rivisitati alla luce di nuove
Ricerche importanti
- Scuola multiculturale
La discussione sull’oggetto di studio rimanda alla sua definizione. Per arrivare a una
presenti e passati. Si caratterizza come una disciplina volta alla conoscenza dei
l’inserimento nel contesto sociale di ogni individuo, sia nella fase iniziale che nel
Pedagogia dell’educazione
Una volta individuati scopi, oggetto di studio e definiti i suoi confini, c’è la necessità di di
Nell’ambito della Sde, nonostante la sua recente nascita, si avverte una crescente
Il punto di vista sociologico: privilegia i legami tra individuo e gruppo o tra individuo e
società.
Il punto di vista psicologico: assume il soggetto quale centralità della sua analisi. Il punto
Andando a guardare più nello specifico quali sono gli oggetti di studio della Sde,
possiamo fare riferimento a tutta una serie di tentativi sistematici di individuazione delle
aree o tematiche più importanti. Nel sua saggio W.B. Brookover inidividua quattro
• L’analisi delle relazioni del sistema educativo con altri aspetti della società
• L’analisi dell’influenza della scuola sul comportamento e sulla personalità dei suoi
membri, con particolare riguardo alla figura dell’insegnante
Pedagogia dell’educazione
dei gruppi che costituiscono il sistema scolastico, come le scuole, le università ecc.
• Infine, l’attenzione deve essere rivolta anche alle influenze educative implicite
esercitate dall’ambiente sociale di riferimento su studenti e insegnanti
J.E. Floud e A.H. Halsey sottolineano come nelle società industriali l’attenzione del
L’attenzione a questi diversi settori non è stata costante nel tempo, questo andamento
Pedagogia dell’educazione
Questo non vuol dire che tra le due intercorre un rapporto di mera dipendenza. Il
rapporto che intercorre tra le due è circolare, simile a quello descritto da Robert K.
L’educazione assume grande rilievo con l’avvento della società industriale, tanto che si
può parlare di “scoperta sociale dell’educazione”: apre la discussione sui fini e sulle
sociale e culturale.
e sono proprio i cambiamenti nella struttura socio-economica che hanno reso possibile
socioeconomica che hanno reso possibile una formulazione esplicita e sistematica del
pensiero sociologico e del suo oggetto di studio, che fa riferimento all’uomo in quanto
considerato socialmente.
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esterna, che appare oggettiva rispetto alla propria soggettività. I grandi processi di
trasformazione della società possono essere riassunti nei termini di una crescente
razionalizzazione, tanto delle istituzioni quanto dei rapporti tra gli uomini.
Esistono vari punti di vista a proposito del legame educazione/società e questo farà
dell’organizzazione sociale.
società all’interno della sociologia. Questa fase coincide con la nascita di una riflessione
fase dell’autonomia dei fatti educativi rispetto alle strutture sociali esistenti. Questa fase
descrive la rottura della dipendenza del legame diretto tra educazione e società rispetto
Pedagogia dell’educazione
alternative.
fase dell’interdipendenza tra processi formativi e strutture sociali. (tra società e i suoi
termini di una reciproca strutturazione, una circolarità che riguarda anche i processi
educativi al loro interno. La fase dell’interdipendenza (che corrisponde agli anni più
recenti) ci propone una teoria multidimensionale e articolata tra l’azione degli individui e
generale e a un punto di vista o approccio di analisi della società. Questo mostra ancora
societàiale
1°_ Tipo olistico: si concentra sul primato della società sull’individuo e concepisce
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aspettative sociali)
2°_ Con itto tra individui o tra gruppi come criterio interpretativo di base del rapporto
dialettico o negoziale.
fondazione dello studio del rapporto tra educazione e società, (anche se si considerano
solo a grandi linee i contributi apportati dagli autori classici a riguardo), ed ha evidenziato
in modo particolare il rapporto che intercorre tra processi formativi e strutture sociali.
possono sintetizzare così: in ogni società esiste il bisogno (necessità) di educare: si tratta
di un principio di tipo universalistico ,il quale sostiene che in ogni società c’è la necessità
ogni società sviluppa un ideale educativo: un modello a cui tendere, che definisce gli
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sociale; questa centralità è legata al contesto socio- politico della Francia di fine ‘800,
articolato da lotte politiche che porteranno all’avvento della 3° Repubblica che dovrà
ristabilire un nuovo ordine e rinforzare l’economia della nazione sulla base dei principi
borghesi. (Izzo 1992) Durkheim cerca di spiegare con la sua teoria come sia possibile
l’ordine sociale, fondandolo sulla coesione sociale, sulla solidarietà degli individui e
Cohen, chiarisce cosa debba essere inteso per teoria dell’ordine, distinguendo tra 4
• coercizione: basato sul timore che gli individui hanno nel mancato rispetto delle
norme;
• interesse: si presenta con due varianti: da un lato gli individui scoprono che è loro
interesse avere un ordinamento o un contratto sociale comune, dall’altro lato
- inerzia: la continuità e la persistenza della vita sociale sulla base del principio del
rafforzamento dell’esistente e la tendenza generale ad opporsi al cambiamento.
Gli interessi di Durkheim per l’ordine sociale vanno collocati all’interno della teoria che fa
comuni; quindi si colloca nella terza teoria, anche perché egli sostiene che la società
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Pedagogia dell’educazione
La società moderna e industriale, all’interno della quale si realizza una divisione del lavoro
e una specializzazione degli individui, porta con sé: tensioni, conflitti, spinte
Secondo Durkheim, per poter spiegare le forme della solidarietà sociale, bisogna partire
dalla società con le sue esigenze di continuità e stabilità e non dall’individuo e dai suoi
interessi. È il legame con la società che rende nuovo un individuo che solo sarebbe un
Ci sono due forme di solidarietà diverse secondo Durkheim, all’interno di due tipi di
questa uniformità; quest’ultima porta gli individui ad identificarsi nei valori della
coscienza comune.
specializzazione e divisione del lavoro. Nella società organica le diverse parti che la
compongono sono tra loro coordinate e subordinate reciprocamente. La solidarietà
Durkheim trova difficoltà nel cercare un fondamento alla solidarietà organica delle società
industriali, visto che la divisione del lavoro da sola non offre una soluzione ai problemi
nella caratterizzazione della sua concezione del rapporto tra educazione e società:
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Pedagogia dell’educazione
• la sacralità del rapporto dell’ individuo con la sua società; questo si realizza sul piano:
morale, conoscitivo e nella coscienza collettiva.
Nella società industriale, la coscienza collettiva, trova le sue basi in una religione di nuovo
L’educazione è un processo adattivo alla società che richiede conformità ai suoi principi
attenzione al problema della società moderna e alla natura della realtà sociale. In
• Marx: dipende dai modi di produzione che definiscono l’essere sociale e quindi la
sua coscienza individuale.
Secondo Marx :
• la realtà sociale è una realtà prodotta dagli uomini; quindi è un fatto modificabile
tramite l’agire.
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Pedagogia dell’educazione
Per Marx, i rapporti sociali sono innanzitutto rapporti economici, che si impongono agli
individui, quindi al singolo individuo, che alla nascita trova dei rapporti sociali determinati
economica.
Per Marx due sono i concetti importanti per chiarire il rapporto tra educazione e società:
esiste tra gli uomini in relazione a una determinata realtà sociale (esempio: lavoro)
Aron chiarisce dicendo che per Marx due sono le forme di contraddizione presenti
estraniazione per il fatto che l’uomo perse il legame con il prodotto della sua
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Pedagogia dell’educazione
attività. (esempio dell’operaio: gli viene sempre più tolta una parte dei suoi
Per Marx bisogna combattere l’educazione che conferma le posizioni e l’ideologia della
classe dominante. Si può guardare, secondo lui, all’educazione in due modi diversi:
Il modello educativo presente nella società capitalista è voluto e governato dalla classe
dominante , la quale si serve dell’educazione per opprimere le classi subalterne. Sarà una
interrompere questo modello. La classe del proletariato deve diventare “ classe per sé”,
comuni.
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Pedagogia dell’educazione
MAX WEBER
chiave che promuove le energie individuali nella direzione della costruzione di un legame
stabile con il gruppo sociale di appartenenza, ma, ha dei concetti base personali. Per
culturale”). Weber:
razionalità cosciente e non solo sulla risposta istintiva volta alla riproduzione;
più individui instaurato in modo reciproco. Nel corso di un’azione, il senso può
Pedagogia dell’educazione
che la compongono;
Weber accanto al concetto di classe (ambito economico come possesso dei beni o
suoi orientamenti culturali e la considerazione goduta all’interno dei rapporti sociali. Ogni
singolo ceto possiede un suo ideale educativo, legato a riferimenti culturali specifici. I ceti
in base alla loro fondazione sono distinti in tre tipi diversi. Ceto fondato:
Egli nota anche che gli orientamenti culturali di una persona dipendono anche dalla sulla
religione. I protestanti proseguono spesso studi di tipo tecnico, mentre i cattolici sono
maggiormente rivolti agli studi umanistici. Weber stabilisce tra stratificazione sociale,
L’istruzione è legata sia alla struttura del potere , che alle sue caratteristiche.
Weber mette in evidenza la dipendenza che c’è tra struttura sociale ed educazione;
inoltre come i diversi elementi di analisi messi in campo (classe, ceto, partito)
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Pedagogia dell’educazione
Sostiene e fa emergere come esista una dipendenza tra struttura del potere ed
singolo, inoltre è una cultura orale che si poggia su un potere tramandato a voce.
Colui che accede a questo sapere segreto tramite prove e cerimonie è in grado di
Secondo Weber, in ogni situazione storica, esiste una combinazione di tipi ideali di potere
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Pedagogia dell’educazione
GEORGE SIMMEL
L’educazione nella società moderna, in Simmel, viene definita a partire da un’analisi delle
stabilisce la realizzazione).
Simmel considera la società a partire dall’azione e inter-azione degli individui tra loro;
individua degli a-priori della vita sociale (condizioni del processo di socializzazione), senza
• Ogni individuo vede l’altro non già nella sua totalità, ma, nella sua specifica
collocazione sociale: unità a partire da molti. L’altro è colto relativamente a una
• Ogni elemento di un gruppo non è soltanto parte di una società, ma, è anche altro:
determinazione reciproca degli individui. L’individuo non si esaurisce nelle sue
gli appartiene. Questa possibilità trova la sua massima espressione nel concetto di
professione.
Le forme dell associazione (dello stare insieme) ai processi di coscienza: L unità a partire
da molti. Simmel propone sia un dualismo tra il singolo soggetto e l’oggettività della
realtà esterna, sia una compenetrazione inevitabile tra la sfera della soggettività degli altri
Pedagogia dell’educazione
dimensione etica del soggetto, che sia in grado di sviluppare uno spirito soggettivo,
autonomo e creativo a fronte delle pressioni oggettivanti della cultura moderna e del
Simmel insiste sulla necessità di far nascere nello studente un’autonomia di pensiero e la
concerne il fatto che lui crede che vi siano aspetti del pensare, i quali non possono venire
adeguatamente interpretati, finche le loro origini rimangono oscure. Nel testo: Ideologia
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Pedagogia dell’educazione
• totale: questa rappresenta un vero e proprio modo di concepire la realtà da parte del
soggetto, cosi come è determinato dalla sua posizione storica e sociale.
In seguito si registra un rifiuto, da parte di Mannheim, per ogni forma di ideologia e per
intellettuali che mettono in evidenza i fattori irrazionali che di solito entrano nelle scelte
politiche.
sua preoccupazione per il destino della democrazia nelle società europee, a questo punto
strumento con cui influire sul sistema di vita e sul modo di pensare degli individui.
Mannheim è convinto che ogni forma educativa sia collocabile storicamente e pertanto
ha un valore relativo al tipo di società nella quale si realizza. I due poli del discorso
Questi due poli mettono in evidenza la pluralità degli scopi educativi. In una società
democratica la pluralità degli scopi educativi è una condizione preliminare per gli interessi
di gruppi diversi che rappresentano una varietà di classi sociali, nazionalità, razze…
i presupposti per far fronte ad una realtà pluralistica e frammentata sul piano degli
orientamenti.
l’impegno della sociologia classica alla comprensione della società moderna e dei
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Pedagogia dell’educazione
problemi di integrazione che essa pone. In lui il rapporto tra educazione e società è
legato sia al suo concetto di azione sociale che alla sua analisi dell’organizzazione della
L’azione del singolo viene collocata all’interno di un sistema di interazione (azione tra :
sua integrazione nella struttura sociale avviene tramite la reciprocità (interazione) sorretta
possiede significati per sé e per gli altri” La doppia contingenza definisce 2 livelli
analitici distinti:
• singolo individuo;
contenute nell’autonomia delle singole unità, quindi si deve fissare una guida all’azione,
attraverso la distinzione tra ciò che è desiderabile e ciò che non lo è. Il riferimento è a una
cultura comune che indica valori, azioni condivise. La reciprocità tra gli attori è
che danno origine a una stabilizzazione e a un impegno costante da parte dei suoi
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Pedagogia dell’educazione
particolarismo Universalismo
Diffusività Specificità
Ascrizione Acquisizione
Affettività Neutralità affettiva
Orientamento all ego Orientamento alla collettività
vere e proprie alternative d’azione in relazione a una pluralità di situazioni che richiedono
una scelta di una delle 2 modalità. Sono criteri diversi con cui si può sviluppare il sistema
d’azione. Parsons cerca di trovare gli elementi essenziali di funzionamento della società e
questo lo porta ad elaborare uno schema di imperativi funzionali (requisiti); questi trovano
Il modello AGIL
- adattamento all’ambiente;
centri/sistemi di integrazione:
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Pedagogia dell’educazione
- sistema culturale: insieme dei modelli culturali presenti in una data società
integrazione sociale. Parsons apre ad una concezione circolare piuttosto che lineare dei
rapporti tra sistemi e la stessa realtà dell educazione in quanto sistema entra all interno di
socializzazione è quel processo che attiva legami di interdipendenza tra il sistema della
determinata società.
L’educazione delle nuove generazioni è in “funzione di” e come tale dipende dalla:
società, la sua organizzazione e i suoi bisogni. Pertanto Parsons può essere collocato
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Pedagogia dell’educazione
Fino alla metà del secolo scorso, la descrizione e l’interpretazione dei processi sociali
Le preoccupazioni per l’ordine sociale e per l’integrazione, hanno fatto prevalere una
dipendenza dell’educazione dalla società, trova rilevanza nella posizione che la scuola
viene assumendo nella società industriale (cioè una vera e propria monopolizzazione dei
processi formativi). I primi 3 quarti del 20° secolo sono caratterizzati dal prevalere di un
sistema formativo scuola centrico, il cui nucleo è costituito dalle istituzioni scolastiche. Tra
la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60 la prospettiva consensualista non riesce a
L’interruzione del legame diretto tra educazione e società avviene a fronte dei mutamenti
socio-culturali che riguardano tutti gli ambiti (economico - politico - culturale). Fino alla
fine degli anni ’50 la scuola rappresentava un mezzo utile alla mobilità sociale, mentre
negli anni ’60, in Italia si assiste ad una forte espansione della scolarizzazione che ha
come conseguenza una caduta delle speranze di mobilità sociale attraverso l’istruzione.
La crisi che ha investito i sistemi d’istruzione dei paesi occidentali, nella seconda metà
centrico; si fa strada l’ottica del policentrismo formativo che mette in evidenza una
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Pedagogia dell’educazione
frammentato e non gestito, come la bassa esposizione agli stimoli culturali ed educativi,
l’aumento dei gradi di autonomia a livello micro (singoli soggetti) e a livello macro
Secondo Cesareo : “la scuola perde di fatto la sua funzione monopolistica e mantiene a
fatica un potere certificatorio che è cmq sia messo in crisi dalla quantità e qualità del suo
out put.”
La società a questo punto è molto complessa e dopo gli inizi degli anni ’60, diventa
Policentrismo formativo = ogni spazio sociale possiede una propria valenza educativa
A metà del ‘900 riemerge con forza la categoria del conflitto, inoltre si sviluppa una critica
al paradigma funzionalista. Il funzionamento ha perso il suo ruolo fondamentale che è
connaturata.
nei termini di una discontinuità piuttosto che di una continuità, viene dunque riconosciuta
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Pedagogia dell’educazione
La messa in crisi dei sistemi di istruzione evidenzia la discontinuità nei rapporti tra
anche di denuncia nei confronti della società, dunque questa può comprendere la realtà
Sul versante della scuola, parlare di autonomia rispetto alla società significa riconoscere ai
singoli istituti un ruolo attivo nel proporre o modificare i fini e le funzioni dell’educazione
e quindi la possibilità di rielaborare dei legami con l’ambiente sociale, che potrebbero
dell’educazione è un fatto relativo in quanto essa è una forza sociale, ma, da sola non è in
Tuttavia l’educazione può trovarsi al centro di istanze di rinnovamento (v. i movimenti del
’68 studenteschi e operai – il più vistoso e influente fenomeno giovanile del dopo guerra)
e quindi, come diceva Gallino 1972, il sistema scolastico viene riconosciuto come uno dei
campi privilegiati nei quali finiscono sempre per scontrarsi le forze della tradizione e le
forse del mutamento. Piuttosto che parlare di autonomia dell’educazione rispetto alla
A metà del secolo scorso, emerge con forza la lettura conflittuali sta della società, ed ha
le sue radici in Marx da un lato e in Weber e Simmel dall’altro. Due autori vengono presi
in considerazione:
Bourdieu in seguito alla maturazione del suo pensiero, definisce la sua teorizzazione
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Pedagogia dell’educazione
relazionale; rifiuta una visione “sostanziale” degli individui, dei gruppi, per privilegiare le
relazioni oggettive (quelle che non si possono mostrare e che bisogna convalidare
attraverso il lavoro scientifico). Il sociologo si concentra sulle relazioni che ci sono tra
posizioni sociali (concetto relazionale), prese di posizioni, Habitus, “scelte degli agenti
• Capitale economico
• Capitale culturale
A partire da queste 2 dimensioni che si sviluppa il conflitto per mantenere delle posizioni
Bourdieu non si concentra sul concetto di classe, ma, orienta la sua analisi allo spazio
loro mantenimento. Bourdieu, nei suoi scritti, dedica attenzione al fatto che l’habitus è
posizione.
conflitti sociali hanno una costante efficacia creativa, soprattutto come fattori dei processi
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Pedagogia dell’educazione
Nel volume “La libertà che cambia” (1979), mette in evidenza il concetto di chances di
vita. Per chances di vita si intende l’insieme delle possibilità o occasioni che vengono
offerte al singolo da una specifica posizione sociale. In tempi più recenti il concetto di
ciance di vita è stato riformulato in relazione al tema della libertà, dei diritti di
• Diritti (entitlements)
di vita rimette in gioco concetti classici come classe sociale, libertà, ma, al tempo stesso li
ricomprende alla luce del mutamento delle società industriali e di fenomeni come la
Dahrendorf insiste sul rapporto tra uguaglianza (nei diritti) e sviluppo della libertà
(possibilità di scelta).
La libertà è attiva quando il suo scopo è l’estensione delle chances di vita dei vincenti a
tutti; la posizione di Dahrendorf propende per un riconoscimento del diritto in cui potersi
muovere nella realtà sociale tra opzioni e legature. Se si confrontano le tesi di Bourdieu e
compongono il conflitto, ma, esiste anche una distanza tra i due autori.
culturale), alle risorse simboliche e materiali. Le chances di vita, per Dahrendorf, sono un
dinamismo sul terreno delle pratiche sociali; invece per Bourdieu le pratiche sociali
rispecchiano gli Habitus. Le chances di vita non sono semplicemente una formale
possibilità; il soggetto si deve pensare come attivo e capace di sviluppare una libertà
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Pedagogia dell’educazione
3. La svolta comunicativa
Gli sviluppi dell’approccio conflittualista mostrano sia la rilevanza del conflitto nelle
società moderne, sia la sua trasformazione. Anche se si modifica, il conflitto, rimane una
verso:
Dagli anni ’80, nella riflessione sociologica emerge una nuova dicotomizzazione tra la
Pedagogia dell’educazione
rilevante che si può leggere come convergenza di tanti approcci diversi, verso un “nuovo
La corrente dell’interazionismo simbolico nasce a Chicago negli anni ’30 del ‘900 per
dall’interazione con gli altri; tutto questo dà molta importanza alla comunicazione.
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Pedagogia dell’educazione
soggetto e sul suo microcosmo e poco aperta all’analisi della struttura sociale e dei
L’attenzione ai processi micro sociali e alla costruzione della realtà attraverso le azioni
degli individui presenta implicazioni importanti per l’analisi dei processi educativi. In
consensuale dell’individuo, ma, da un suo ruolo attivo nel dare un senso alla sua vita in
rapporto agli altri individui e ai modelli che la realtà sociale gli propone.
La svolta comunicativa che si delinea a partire da una messa in discussione del paradigma
comunicazione.
delle teorie ha sostituito la vecchia unitarietà dei paradigmi, ma, quest’ultimo fatto è
sintomo sia di una crisi interna alla sociologia, ma, della stessa società.
A metà degli anni ’90 di fronte ad una società in profondo cambiamento, anche nella
cogliere in modo unitario, ciò che unitario non è più. Centrale diventa il concetto di
esperienza che Dubet assume come campo di analisi sostitutivo di quello di azione della
mettere in relazione con quello che viene definito il “ritorno del soggetto”.
Analisi macro: realtà del funzionamento della società nel suo complesso.
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Pedagogia dell’educazione
Il riferimento è al punto di vista del sociologo tedesco Niklas Luhmann. Come è possibile
l’ordine sociale? il sociologo afferma che la risposta non è a priori perché si può osservare
solo all’interno della comunicazione contingente tra sistemi o sottoinsiemi che descrive il
capacità di quest’ultimo è quella di ridurre la sua complessità, cioè di essere selettivo nei
un sistema che è in grado di autoriferirsi nel corso del suo funzionamento e di attribuirsi
un senso. La comunicazione è un’azione costruita dal sistema, una sua prestazione, che
Habermas nelle sue critiche a Luhmann, sostiene che i sistemi viventi costituiti da soggetti
culturali; sono una realtà che va oltre le esigenze funzionali di riduzione di complessità e
mantenimento di stabilità. Habermas si riferisce alla realtà come un mondo vitale, rispetto
l’ambiente:
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Pedagogia dell’educazione
Esiste una circolarità di base tra sistema e ambiente che li unisce in una comunicazione
reciproca di modificazioni; il sistema deve avere continue relazioni con se stesso e con gli
altri sistemi.
Margaret Archer affronta il problema del rapporto tra educazione e società, nei suoi lavori
sottolinea la necessità di tener conto di molti fattori, che insieme contribuiscono nel
Condizionamento culturale T1
Interazione socioculturale T2
Elaborazione culturale T3
L’approccio della Archer viene definito da lei stessa morfogenetico, cioè considera il
prender forma della società piuttosto che la sua forma stabile. Il ciclo morfogenetico
mostra la rilevanza della dinamica delle interazioni tra i soggetti. La Archer dedica
attenzione sia alla cultura, che all’educazione e al costituirsi e mutare dei sistemi
importante, nell’analisi del sistema educativo, legare la prospettiva del suo farsi in quanto
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Pedagogia dell’educazione
Il soggetto non è un semplice attore, ma, un agente, cioè colui che sviluppa i suoi corsi di
azione anche in modo divergente o alternativo. Una visione multidimensionale sia delle
istituzioni, che dei processi educativi spinge a rivedere i modi tradizionali di considerare
legami e condizionamenti.
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Pedagogia dell’educazione
PARTE SECONDA
PROCESSI E PROBLEMI FONDAMENTALI IN SOCIOLOGIA DELL
EDUCAZIONE
1. Socializzazione ed educazione
In ogni società esiste la necessità di socializzare le nuove generazioni, cioè fargli acquisire
dell’individualità e dell’autoconsapevolezza.
Sulla parte che riguarda l’individuo, c’è (ed è documentato), il bisogno di appartenenza,
sull’esigenza per la società di integrare gli individui in ordine alla propria stabilità e
- Individuo e i suoi bisogni di appartenenza -> Si tratta di bisogni che aveva già ripreso
Simmel, cioè l’esistenza contemporanea nell’individuo di due tendenze, quella
identificazione.
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Pedagogia dell’educazione
Bisogna però fare una distinzione tra i termini socializzazione ed educazione, poiché
punti di vista di discipline come la peda e la psico. A livello sociologico la distinzione che
edu scolastica: la scuola infatti può essere ritenuta l’istituzione formale per
eccellenza.
• Livello informale -> descrive tutte quelle relazioni sociali che producono un effetto
educativo e socializzante. È il caso ad es. dell’aggregazione giovanile in gruppi
• Educazione -> si intende l’insieme dei soli aspetti formalizzati e istituzionalizzati della
socializzazione, l’edu implica sempre un rapporto tra chi insegna e chi apprende, e
sono coinvolti.
sociali, e dal punto di ista sociologico, ogni elemento della complessa relazione
• Socializzazione -> rappresenta un processo reale che avviene nei rapporti sociali e
che mette in evidenza anche i rapporti di forza esistenti tra i gruppi,
• Educazione -> definisce piuttosto un sistema ideale e simbolico dei significati che si
desidera attribuire agli atteggiamenti e ai comportamenti umani.
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Pedagogia dell’educazione
storico ed evolutivo. Egli propone una distinzione basata su una complessa e articolata
quella della socializzazione, anche se con una profonda connessione tra i due: quello
Durkheim e Weber per l educazione affermano che essa corrisponde ad una risposta alla
scolarizzazione e specializzazione del sapere, oltre che a una sua estensione a strati
2.Modelli di socializzazione
Possiamo individuare approcci teorici diversi che si distinguono per il significato che
rappresentazione della società, della cultura e dei rapporti sociali. Si possono individuare
1. la concezione funzionalista-integrazionista,
2. conflittualista,
3. relazionale-comunicativa.
riflessive dei processi e delle istituzioni educative, a partire dai dati delle situazioni
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Pedagogia dell’educazione
tra contesti e sistemi. Le teorie sociologiche "vivono" lo spirito dei tempi, si costruiscono
• approccio integrazionista/funzionalista,
• approcci conflittualisti
• approcci comunicativo/relazionali.
approcci nascono in momenti diversi, con riferimento comunque ad autori "classici" delle
Scienze Sociali (non solo della Sociologia in senso stretto) e si affermano storicamente con
approccio. Possiamo tuttavia agevolmente sostenere che i tre tipi di approccio convivono
e, di periodo in periodo, tendono a dominare uno sull’altro, nel senso di divenire punto di
riferimento, percorso di analisi e di ricerca utilizzato prevalentemente in una certa parte
del mondo, senza tuttavia che gli altri approcci scompaiano. Nel cammino accademico
della Sociologia dell’educazione, l’approccio integrazionista domina fino alla fine degli
anni sessanta, gli approcci conflittualisti diventano riferimento prevalente degli studi e
delle ricerche degli anni settanta/metà anni ottanta, gli approcci comunicativo/relazionali
al suo interno, anche perché, come osservatori, siamo meno in grado di prenderne le
distanze e, quindi, di definirlo in maniera razionale e compiuta, essendo noi parte dei
hanno in comune sia l’orientamento macrostrutturale dell’analisi, sia una visione "forte"
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Pedagogia dell’educazione
• L’idea di uomo “egoista” che se lasciato allo stato di natura, sarebbe un essere
asociale, mentre il legame con la società consente all’individuo la sua piena
umanizzazione ed emancipazione
• L’idea che la società possegga un primato storico, logico e morale, per cui
rappresenta un’” autorità morale” Infine un terzo presupposto fa riferimento a un’idea
posto per il quale è destinato, soprattutto in relazione alla divisione del lavoro sociale
della psicologia sociale e della psicoanalisi di Freud, con l’intento di spiegare come
avvenga che l’individuo diventi un essere sociale.
Parsons da una definizione di socializzazione ampia, precisando che non è qualcosa che
società. Parsons distingue tra socializzazione primaria e secondaria. Nel caso della
apprendimento:
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Pedagogia dell’educazione
stretta elazione reciproca tra coloro che entrano nel processo di interazione.
Nel corso della socializzazione primaria questi meccanismi devono strutturare una
personalità ancora inesistente, nel corso di quella secondaria si tratta di dare a questi
stessi meccanismi una situazione, in relazione alla struttura delle posizioni alla quali la
secondaria.
hanno un peso diverso. Famiglia -> ruolo fondamentale nella socializzazione primaria dei
figli, affinché possano diventare membri della società nella quale sono stati generati. Ha
Scuola -> si inserisce tra famiglia e mondo del lavoro. Alla scuola viene dato il compito di
dell’achievement (successo).
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Pedagogia dell’educazione
loro. Nessuna di esse, quindi, può essere intesa isolata dalle altre, ma solamente nel suo
contesto. Le relazioni che intercorrono tra le parti della società sono di tipo funzionale,
ovvero ogni elemento svolge un particolare compito che, unito a tutti gli altri, concorre a
come una globalità di strutture sociali e culturali (costumi, credenze, riti, tecniche, azioni
sociali, ecc.), relazionate fra loro, la cui funzione è quella di contribuire a preservare quelle
con le strutture; di studiare i meccanismi in base ai quali l'alterazione di una struttura può
sociologico a partire dagli anni quaranta del Novecento, grazie al lavoro di Talcott
Parsons, Robert K. Merton e Marion J. Levy, inquadrabili nel cosiddetto
dominio esistenti
conflitti di eclassali.
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Pedagogia dell’educazione
La visione negativa e critica è legata all’analisi dei rapporti sociali in termini di dominio.
L’ordine, che per i funzionalisti rappresenta la tensione ideale verso cui tendere, cioè n
bene comune, per i teorici della riproduzione coincide con il dominio di classe, con i
privilegi di potere e di ricchezza per il gruppo che detiene il controllo del sistema
verso la scuola, che conferma e sancisce la distribuzione dei privilegi di classe e opera
A matrice marxista
• Enfasi sul conflitto, sulla lotta, sulla coercizione e il dominio
• Educazione: dimensione sovrastrutturale, legata alla struttura economica, strumento di
dominio e di
riproduzioni, strumento anche di emancipazione della classe dominata
• Discontinuità tra stili di vita, stili educativi, bisogni e aspettative in relazione alla classe sociale
• La riuscita scolastica è legata a fattori ascritti, all’habitus, al capitale sociale e culturale
A matrice critica
Svelamento dei condizionamenti e possibilità di emancipazione e di comunicazione
A matrice weberiana
• Enfasi sulla lotta per ricchezza, potere, prestigio
• Istruzione come strumento di lotta tra i ceti (Collins)
• Darhendorf: competizione, il conflitto si muove ne gioca tra vincoli e opportunità
All’interno di questa matrice critica, si vedono diversi contributi di autori che danno
contributi molto diversi tra loro: si distingue solitamente tra teorici della riproduzione
Nell’ambito di una lettura conflittualista della società si sviluppa anche un filone diverso,
che rimanda a Max Weber, qui il conflitto è una modalità delle relazioni sociali, piuttosto
fl
Pedagogia dell’educazione
• L’identità è legata al gruppo di appartenenza, a c’è spazio per l’azione autonoma del
singolo
Questo approccio trova le sue radici in Simmel (dualismo esistenziale), per poi avere uno
partenza è che l’uomo costruisce attivamente la realtà sociale, le sue azioni sono
La costruzione della realtà è una tipica manifestazione umana, legata alla capacità di
produrre simboli, rappresentare oggetti della realtà attraverso segni che stanno al posto
degli oggetti concreti. Tutto ciò comporta un salto, una discontinuità tra natura e cultura e
Nell’approccio interazionista ci sono state molte varianti, tra le principali troviamo due
filoni principali:
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Pedagogia dell’educazione
• Quello sviluppato da Blumer (1969), che enfatizza gli aspetti micro sociali di analisi
dell’interazione, sottolineando come i significati siano soggettivi, perché sempre
sintesi attraverso lo studio del processo di socializzazione e della relazioni tra il pensiero
umano e il contesto sociale. Gli autori assumono come dato di partenza la realtà della vita
quotidiana, cioè quella realtà che di senso comune che noi diamo per scontata, poiché si
modelli utili per l’agire, che sono diventati tali perché oggettivati nella struttura sociale.
“La struttura sociale è la somma totale delle tipizzazioni e dei modelli ricorrenti di
interazioni stabiliti per il loro tramite. In quanto tale, la struttura sociale è un elemento
Questa conoscenza viene interiorizzata tramite: l identificazione (con le persone che gli
stanno intorno il bambino diventa capace di identificare se stesso) e imitazione. Nella
socializzazione:
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Pedagogia dell’educazione
3. Personalità e identità
L’identità è un tema moderno, che nasce dai processi di differenziazione sociale e dalla
crescita di distanza tra l’individuo e il suo totale riconoscimento nella società in cui
individuale, il problema centrale dell’ordine sociale, proprio per il venir meno della
coscienza collettiva.
Nel corso della socializzazione primaria, (Il primo ambiente sociale che il bambino
incontra è quello costituito dai suoi familiari. Genitori, fratelli, nonni e in generale tutti i
parenti più prossimi, sono le persone con cui il bambino interagirà sin dai suoi primi
funzionamento degli scambi sociali attraverso l’osservazione del modello proposto dai
con gli altri) gli agenti di socializzazione concorrono alla formazione della personalità
modo più o meno consapevole a un tipo di personalità generale, ritenuta diffusa e il larga
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Pedagogia dell’educazione
Personalità di base (si costruisce nel corso della socializzazione primaria) Questo concetto,
elaborato da Linton e Kardiner, designa non tanto la personalita in sé, quanto Ia base
comune a tutta una popolazione, la "matrice" a partire dalla quale si sviluppano i tratti
della personalita dei singoli individui. Linton afferma che è in virtù di tale matrice che un
America sono Comanches e i francesi sono francesi). Tale personalita si consolida nei
modale sarebbe quella statisticamente piu diffusa. Accanto a essa possono esistere anche
altri tipi di personalità, la cui frequenza, rispetto a quella di base, può essere misurata
Parlare delle personalità significa affrontare il tema dell’identità e in particolar modo della
formazione del Sé e della sua stabilizzazione. Personalità e identità non sono sinonimi,
- Quella che considera l’identità come componente della personalità, come in Parsons
- Quella che ritiene che distingue personalità e identità, quindi la vede come entità
autonoma e sganciata dai condizionamenti sociali.
L’identità non è un concetto solo sociologico, ma anzi, è stata attenzione di molte altre
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Pedagogia dell’educazione
sociale.
sistema psichico e sistema sociale, ma al contempo l’identità del soggetto, dal momento
in cui si forma inizia a costruire una distanza con la realtà sociale interna. L’identità è
quindi un concetto che va collocato dentro la relazione “io-mondo sociale”, dove “l’altro
da se” rappresenta il mondo degli altri, ed è per questo che l’identità viene vista come un
prodotto sociale.
- la riflessività.
Una distinzione frequente è quella tra identità personale e identità sociale, se possiamo
far corrispondere l’identità personale al sé del soggetto, anche l’identità sociale viene a
definirsi come parte del sé, ma la parte sociale socializzata del soggetto.
collettivi. Erickson, riferendosi a sua volta allo psicologo James, parla di “attiva tensione
mantenimento dell’identità.
della differenza: essa contiene una tensione irrisolta e irrisolvibile tra la definizione che
diamo di noi stessi e il riconoscimento che gli altri ci danno. L’identità comporta un
considerazioni generali, posiamo l’attenzione sulla formazione del sé, sulla costruzione
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Pedagogia dell’educazione
- Questi significati sono il prodotto dell’interazione sociale che avviene nella società
umana
È importante lo stretto rapporto che c’è tra individuo e società, che sono entità
tramite il linguaggio che il bambino acquista le procedure interpretative, la base per dare
La capacità di diventare oggetto a se stesso è un processo circolare, che viene attivato tra
• Io: capacità dinamiche e creatrici del soggetto, la sua forza vitale di essere sempre
anche qualcosa di diverso dalla situazione che egli vive.
Mead nella costruzione del sé sottolinea l’importanza del linguaggio, del gesto e del
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Pedagogia dell’educazione
Rispettare le regole de gioco infatti è un segnale importante del costruirsi quello che
all’interiorizzazione, da parte dell’individuo, dei valori, delle norme della società in cui si
appartiene.
minaccia per il sé, quindi p viene inglobata (assimilata), o deve essere allontanata o
negata. Per Parsons l’identità è una componente fondamentale del sistema della
personalità, che ha a che fare sia con i ruolo (quindi un sistema sociale), sia con i
valori (sistema culturale). Il sistema per Parsons distingue 4 sottoinsiemi riassunti nella
sigla AGIL:
• Modello con ittualità -> nella sua matrice Marxista, sviluppa una concezione sociale
e collettiva dell’identità, in relazione alla quale il soggetto ricava una sua identità
fl
Pedagogia dell’educazione
ridefinizione, un’identità aperta, flessibile, multipla, che esprime una dialettica e una
dell alterità
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Pedagogia dell’educazione
leLoredana Sciolla: intrinseca debolezza dell identità che riteneva da categoria che
descrive puramente e semplicemente i tanti modi di essere nel corso dell interazione
Uno degli aspetti più vistosi della società contemporanei è l’indebolimento delle
contemporanea. È dovuto alle trasformazioni di questi ultimi due secoli, con uno
spartiacque significativo negli anni 70. Il progetto di società moderna ha radici lontane, e
con le due rivoluzioni si è arrivati alla liberazione delle energie individuali e collettive nella
Lo spazio definito dalla modernità è uno spazio gestito e controllato, affinché le spinte
individualistiche di autonomia dei soggetti non producano esiti distruttivi per la società.
stati criticati, e una delle critiche più incisive è proprio sul tema della devianza e del
soggettiva. Ma essi affermano che una socializzazione totalmente riuscita sia impossibile,
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Pedagogia dell’educazione
cui la devianza non è altro che la violazione di regole e i devianti le persone che violano
queste regole[…]”
Il controllo sociale non appare più semplicemente come un processo che il sistema
sociale mette in atto, si lega direttamente alla rilevazione delle forme di devianza e
soprattutto all’analisi delle relazioni che si producono socialmente nei suoi confronti.
Cesareo dedica uno spazio importante a chiarire cosa si intenda per Controllo sociale,
come vada considerato nei suoi aspetti. Egli per controllo sociale intende “[…] l’insieme
più o meno organizzato nell’ambito di una qualsiasi unità sociale, delle reazioni formali e
informali, coercive e persuasive che sono previste e/ o messe in atto nei confronti del
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Pedagogia dell’educazione
anche in Italia negli anni 50, si ha questa netta visibilità del problema delle
Come già detto la disuguaglianza arriva all’attenzione della sociologia quando l’istruzione
si configura come esigenza espressa sia dal mercato del lavoro sia dalle professioni e dai
L’istruzione entra a far parte in modo significativo delle disparità sistematiche nella
Più in generale nella società moderna, l’istruzione è direttamente coinvolta nel dibattito
sulla società diseguale. Per prima cosa bisogna partire da una definizione di
Paolo Ceri parte dal trattamento differenziale “Le disuguaglianza sociali consistono nel
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Pedagogia dell’educazione
diventa disuguaglianza sociale. A questo punto bisogna osservare come sia fondamentale
La seconda:
• Caratteristiche ordinabili: che possono essere messe in ordine lungo una scala di
importanza (il reddito o il grado di scolarità raggiunto)
Nel caso delle diversità, le disuguaglianze vengono riferite a caratteristiche aventi natura
ai termini di uguale/diverso . (in molti casi però, non potendo essere ordinati, ricevono un
giudizi che va a discriminare l’uno rispetto all’altro, come ne caso del sesso). Le
disuguaglianze più ingiuste sono quelle che partono proprio dalla diversità, come ad
Nel caso delle disuguaglianze invece, sono riferite a caratteristiche aventi natura
quantitativa, che Ceri nomina differenze: in base a queste i gruppi sono ordinabili in
Pedagogia dell’educazione
tutte queste considerazioni emerge un aspetto fondamentale riferito alla formazione delle
1. Una prima concezione definisce l’uguaglianza uguali possibilità di accesso per tutti
a posizioni uguali.
sociale, che risulta essere una delle principali forme d differenziazione e disuguaglianza
L’idea di un’uguaglianza formale e universalista, per cui tutti possono godere delle stesse
generale del pensiero liberale, che esprime una concezione individualista (centrata sul
Ogni teoria della disuguaglianza e della stratificazione comporta anche una determinata
visione della mobilità sociale movimento di individui, famiglie e gruppi da una posizione
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Pedagogia dell’educazione
sostanziali, che prosegue l’obiettivo di abolire gli elementi discriminatori, porta a una
visione di tipo conflittuale in Marx, poiché legata a una individuazione di due classi
contrapposte.
Rapporto tra le idee dell uguaglianza, concezioni della strati cazione e della mobilità
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Pedagogia dell’educazione
pluralità di fattori che contribuiscono a definire i mutevoli rapporti tra gli individui e i
sociale e del prestigio, legata sia all’agire individuale, sia all’aggregazione di individui. È
un approccio più articolato, che prevede sia una concezione individuale, che una
collettiva.
Rispetto alle due concezioni descritte, occorre osservare come nella realtà
sociale che mostra come siano sempre più rilevanti questioni come della povertà e
dell’esclusione sociale.
teorici del conflitto, l’uguaglianza delle opportunità sarebbe realizzata se tutti avessero
uguali possibilità, il che non avviene perché sul successo scolastico pesano enormemente
principio di selezione democratica o pari opportunità. Se ciò fosse vero vorrebbe dire
che la gente al vertice della struttura lavorativa sia quella più dotata
intellettualmente, più capace sul lavoro, e che sia della più svariata estrazione
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Pedagogia dell’educazione
sociale. Tutto ciò non corrisponde pienamente alla realtà in nessun paese del
mondo.
Brint mostra come queste teorie mostrino spunti interessanti di analisi, ma anche molti
funzione di selezione sociale, cioè con quel processo attraverso il quale i soggetti
Qui si può riassumere parlando di dilemmi, che soprattutto in sede politica scolastica si
caratteristiche che doveva possedere l’utenza del sistema scolastico ai suoi vari
una grande selezione in funzione della formazione della futura classe dirigente e
dello sviluppo del mercato e dei professionisti. Questo dilemma era quindi se
riforma Gentile 1923 è ritenuta un svolta nel senso della chiusura del sistema
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Pedagogia dell’educazione
apertura del sistema scolastico è l’istituzione della scuola media obbligatoria con
la legge 31/12/1962 n. 1859, che segna a tutti gli effetti il passaggio da una scuola
di élite a una di massa. Come già sottolineato il passaggio alla scuola di massa fa
rimane latente). Con la legge 8 marzo 2003 n. 53 (riforma Moratti) sul riordino del
delle finalità e delle funzioni della scuola di base, secondaria di primo e secondo
grado, pensando che sia importante fornire a tutti una solida formazione di base
della scuola. È negli anni 70 che emerge il concetto di “diritto allo studio”, come
3. Il dilemma uguaglianza/differenza
Era soprattutto l’ideologia meritocratica liberale, a ritenere che fosse sufficiente, per la
impedivano ai giovani dotati, appartenenti agli strati sociali inferiori, di trarre vantaggio
dalle loro doti innate. Tra gli anni 50/60 vengono condotte molte ricerche per capire
quale sia il legame tra origine sociale e riuscita scolastica, perché molti giovani che
appartenevano alle classi meno agiate non continuavano gli studi e la loro riuscita era
inferiore.
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Pedagogia dell’educazione
Teoria della deprivazione culturale -> i giovani che facevano parte della classi sociali
inferiori hanno un basso rendimento negli studi, perché la famiglia non gli fornisce valori,
la capacità linguistica e neppure gli orientamenti che la scuola invece richiede. È una
concerne il linguaggio.
Basil Bernstein elabora uno dei più importanti contributi di analisi sulle relazioni esistenti
tra linguaggio e riuscita scolastica. La teoria si fonda sulla constatazione che esiste una
• linguaggio formale (usato dalle classi più agiate), ha una sintassi meno prevedibile e
l’organizzazione della frase spiega il significato e lo rende esplicito. Il solo uso del
• linguaggio pubblico (usato dalle classi inferiori), si distingue per la sua rigidità di
sintassi e per l’uso ristretto di possibilità formali per l’organizzazione verbale
Alle teorie dello spreco dei talenti e la deprivazione culturale hanno seguito numerosi
presupposto che fosse possibile rimuovere i fattori ascritti, intervenendo quindi per
rendere meno le cause esterne alla scuola. Le notevoli risorse investite in questi
programmi non hanno conseguito i risultati attesi.
Fra i vari fattori esterni alla scuola sono state individuati come significativi la classe sciale
Per quanto riguarda l’origine sociale, sia che si considerino le traiettorie di vita individuali,
sia che si esaminino le classi sociali e il loro funzionamento nei confronti dell’istruzione,
dagli anni 70 appare sempre più chiaro che la riuscita scolastica sia strettamente legata a
scuola apprezza, che viene sviluppato nel corso della socializzazione primaria. Alla
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Pedagogia dell’educazione
Parsons sottolinea come all’interno della classe scolastica “la principale differenziazione
atto dalla scuola per promuovere l’apprendimento degli alunni, premiando le loro
competenza tecnologica
Parsons nota come nella scuola elementare le due componenti non sono de tutto
separate, gli allievi vengono giudicati in base a criteri generali. I migliori allievi difatti sono
scuola come istituzione che sancisce le disuguaglianze sociali esistenti, in quanti ignora
l’esistenza di condizioni disuguali di appartenenza fra gli allievi, ma anche una diversa
possibilità di capire il funzionamento stesso della scuola e del suo impianto. A queste
questo dibattito rientra la polemica tra i sostenitori della preminenza dell’eredità, e quelli
orientati a valutare l’influenza dell’ambiente sociale; qui rientrano gli studi sul rapporto tra
Bourdieu e Passeron individuano due concetti fondamentali, quello del capitale culturale
e quello di ethos di classe, per dimostrare che la scuola non riconosce le disuguaglianze
di partenza degli allievi, e in questo modo non fa altro che riprodurre gerarchie sociali
esistenti.
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Pedagogia dell’educazione
Il capitale culturale è l’insieme dei beni simbolici trasmessi dalle agenzie educative, in
collocarsi in uno spazio e in una gerarchia sociale. È costituito dalla buone maniere, dallo
stile di vita, dal buon gusto ecc. Il capitale culturale è anche capitale sociale, fa
definire anche gli atteggiamenti verso la scuola e la cultura scolastica e quindi l’interesse,
il bagaglio di ingresso che ciascun alunno porta con se nella realtà scolastica.
Bourdieu afferma che la scuola tratta tutti con uguali diritti e doveri, finisce per sancire
disuguaglianze iniziali di fronte alla cultura, e trasforma in tal modo il privilegio in merito.
dell’agire individuale, che non è solo agire dentro i ruoli sociali. Per questo nella carriere
scolastiche risulta importante il bivio di fronte al quale il soggetto compie delle scelte.
Boudon parla di una teoria della scelta scolastica, attraverso la quale poter spiegare sia il
perché ci si debba aspettare che un individuo di classe inferiore abbia un basso livello di
essere considerato come una sequenza di decisioni, la cui frequenza, natura e importanza
Per quanto riguarda il genere, dall’800 ad oggi le cose sono molto cambiate: le donne
dei paesi occidentali industrializzati sono arrivati ad avere una piena scolarizzazione e
l’accesso all’istruzione nei gradi più elevati. Hanno raggiunto i maschi sia nei tassi di
passaggio dalle medie alle superiori sia all’accesso all’università con risultati spesso
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Pedagogia dell’educazione
maggiori. Tuttavia rimangono stereotipi nel rapporto tra donne e istruzione, ben visibili
Per quanto riguarda l’appartenenza etnica esiste una lunga tradizione di studi negli USA e
in Inghilterra. Molti di questi hanno teso a mettere in luce in quale misura l’appartenenza
sono una grande varietà di situazioni, sia tra le diverse etnie, sia all’interno delle stesse.
dispersione scolastica, cioè da quel fenomeno che riassume l’insieme delle bocciature,
degli abbandoni e le discontinuità dei percorsi rispetto alla regolarità prevista dagli
ordinamenti.
Essa mette in luce l’insuccesso scolastico, che diventa un indicatore importante per gli
perdere dei soggetti lungo il percorso, proprio perché la scuola richiede prestazioni in
ordine alla riuscita scolastica . Questa concezione dell’insuccesso scolastico riassume una
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Pedagogia dell’educazione
grosso modo individuare 3 periodi a partire dagli anni 60, che coincidono con
di base mostrano i primi risultati già agli inizi degli anni 70: la popolazione in
possessi di licenza di scuola media passa dal 9.6% al 14.7%. Il tasso di scolarità dal
della piena riuscita e del mancano assolvimento da parte di una quota significativa
2. Il secondo periodo-> va dalla metà degli anni 80 fin verso quasi la fine degli anni
bocciature e delle ripetenze tanto nella scuola media inferiore quanto nella scuola
all’inizio di ogni ciclo (1° elementare, 1° media, 1° superiore): questo dura fino ai
drop out (dall’inglese “cadono fuori”, “ritirato”), si fanno più consistenti con
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Pedagogia dell’educazione
l’innalzamento dell’obbligo a 14 anni con la riforma della scuola media nel 1962: i
tassi passano dal 20.7% al 51.7%. Dagli anni 90 il calo di abbandoni nella scuola
media si fa visibile, tanto nel nord quanto nel sud e nelle isole. Questo risultato
può anche essere messo in relazione con l’investimento e l’impegno da parte del
che si realizzano varie ricerche per scoprire i motivi dell’abbandono, che risultano
maggiore possibilità di inserimento nel mondo del lavoro Spesso coloro che
dagli anni 70 ai 2000. Si denota un aumento negli anni 80, una riduzione nella
seconda metà degli anni 90, per avere una ripresa negli anni più recenti.
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Pedagogia dell’educazione
concludere su una maggiore centralità della scuola nei vissuti femminili. Altra
differenza si coglie nei diversi indirizzi della scuola secondaria superiore, con
da status sociali bassi (istituti professionali, magistrali ecc). Riguardo alle cause
l’abbandono della scuola media che risulta molto più legato a attori di ordine
motivazioni di abbandono. In sintesi: nella scuola media hanno più a che fare
3. Il terzo periodo -> riguarda l’ultimo decennio, ha la questione che pone l’accento
sul successo formativo e sulla qualità in termini di efficacia del sistema di istruzione
dovere alla formazione esteso fino ai 18 anni, che viene sancito a livello legislativo
a fine anni 90, prima nella riforma Berlinguer e successivamente con la legge 28
marzo 2003. Gli anni 2000 segnano un cambiamento significativo per nel modo di
della scolarizzazione, quello del conseguimento del diploma. Coloro che lasciano il
corso di studi prima del suo compimento (early school leavers), non sono più
ragazzi delle scuole medie o dentro la fascia dell’obbligo, ma sono coloro che la
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Pedagogia dell’educazione
lasciano prima del conseguimento del diploma. In sede europea, con il nuovo
formazione, valorizzando al massimo tutto il potenziale del capitale umano per far
fronte alle nuove sfide poste dalla società. Si sviluppa una comparazione
miglioramento negli ultimi anni. Secondo lo studio OCSE/PISA 2012 il 14% dei
letteratura e scienze, dove solo il 9% delle ragazze si è posizionato nei livelli più
bassi di queste tre discipline. Un nodo critico è quello dell’istruzione terziaria, che
proseguire più che in altri paesi nella laurea di secondo livello (laurea magistrale),
di bocciatura dai primi del 2000. La maggior parte di coloro che abbandonano
prima al lavoro.
Il Consiglio Europeo di Lisbona nel marzo 2000 ha posto per l’Europa l’obiettivo di
“diventare l’economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo,
(Obiettivi fissati al 2010 e concerne 10 aree diverse che includono le politiche sociali e i
settori più rilevanti per la costruzione di una economia basata sulla conoscenza e per la
modernizzazione del modello sociale europeo). Sempre in sede europea sono stati fissati i
nuovi obiettivi strategici dell’agenda Europa 2020, con l’obiettivo di delineare una
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Pedagogia dell’educazione
quanto realizzato tra il 2013 e il 2015, e sono emersi andamenti positivi, in generale la
nel 2014, ciò significa che un terzo dei giovani in europea sono laureati.
Riguardo al punto 2, si può osservare che l’Italia si trova in ritardo rispetto alla soglia del
che le incidenti maggiori degli abbandoni si riscontrano tra i ragazzi che vivono in
individuali, che consentono di far emergere non solo la razionalità, ma anche i vincoli e le
risorsa fondamentale sia per i soggetti sia per la società. L’istruzione assume a tutti gli
effetti il carattere di bene di investimento; tuttavia al giorno d’oggi questo bene sia
accessibile a tutti, la sua acquisizione in termini di titolo di studio elevati non avviene in
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Pedagogia dell’educazione
modo omogeneo fra gli utenti del sistema di istruzione. In sostanza la decisioni di
superiori è strettamente legata a tutta una seria di aspetti, individuali e strutturali, che si
spendibilità del titolo ottenuto sul mercato del lavoro e quindi, la capacità di guadagno.
Un terzo insieme di fattori che interagisce con le scelte individuali è legato a condizioni
Un ulteriore elemento spesso trascurato nel corso degli studi e delle ricerche sulle scelte
Tutti i fattori considerati che intervengono nelle decisioni scolastiche individuali, mettono
tanto nella formulazione delle scelte, quanto nella possibilità di sostenerle nel tempo.
All’interno della domanda sociale di istruzione così come degli esiti scolastici, emerge
risorse materiali e culturali e quindi una differenziazione di quelle che Amartya Sen chiama
presentano una debole capacità di funzionamento sia nelle scelte sia nella fruizione della
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Pedagogia dell’educazione
intrinseca, ma sono portatori di una privazione relativa rispetto a qualcosa che invece, a
Nel corso delle riflessioni fatte, si fa riferimento al rapporto tra formazione e occupazione
società moderne le traiettorie di vita sono all’insegna del principio della acquisitività e
quindi della mobilità, che consente il passaggio da una posizione sociale all’altra, e più in
distinzione importante:
genitori(mobilità educativa)
sociale, proprio perché nella società moderna industriale, l’istruzione è sempre più
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Pedagogia dell’educazione
interno della sua traiettoria di vita, o si confrontano i singoli percorsi all interno di una
tempo.
Fino alla fine degli anni 70, anche in Italia, prevale la tesi dell’istruzione come
La tesi funzionalista definisce uno stretto legame tra istruzione e ruoli occupazionali, e in
di ascesa sociale. Questo modello (funzionalista), trova conferme con ricerche condotte
negli anni 50/60. Però il titolo di studio non garantisce la mobilità sociale per tutte le
Boudon nei suoi studi arriva alla conclusione che l’istruzione non riduce le disuguaglianze
sociali, ma anzi, produce effetti perversi perché per ottenere lo stesso status
occupazionale occorre sostenere costi, in termini di tempo e denaro, sempre più alti; con
l’aumento della scolarizzazione si genera l’inflazione dei titoli di studio, che a sua volta,
contribuisce a neutralizzare gli effetti positivi sulla mobilità sociale. Questa analisi è stata
soggetto di molte critiche. Gli studi realizzati negli anni 80 sul rapporto tra origine sociale,
istruzione e occupazione mostrano come il legame sia più complesso di quanto abbia
disuguaglianze sociali e anche le riforme scolastiche non hanno avuto incidenza nel
portare fino ai livelli superiori i soggetti meno avanzati. Da tutte le riflessioni affrontate
studio dei processi di mobilità sociale. Soprattutto la centralità dei processi decisionali e
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Pedagogia dell’educazione
L’articolazione del dibattito sulle disuguaglianze educative con il tema della mobilità
sociale attraverso l’istruzione, ha portato ad approfondimenti già a partire dagli anni 80,
facendo emergere l’aspetto delle differenze, largamente sottovalutato fino agli anni 70,
negli ultimi anni si trovano coinvolte in un terzo dilemma che è stato indicato come il
dilemma uguaglianza/differenza, che pone al centro del dibattito la questione della scelta
dell’intenzionalità degli attori. Parlare di scelta vuol dire mettere a tema l’intenzionalità e
soggetto, di una loro presa in esame e quindi di una problematizzazione dei vincoli e
delle aspettative, con il riconoscimento di gradi di libertà per il soggetto. (chances di vita
di Dahrendorf).
Il tema della differenziazione riguardante i soggetti debba essere messo in primo piano
oggi, all interno dell analisi del problema delle disuguaglianze. (Approccio funzionalista e
della deprivazione di molti ragazzi sul piano del capitale culturale a loro disposizione.
• dell accoglienza
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Pedagogia dell’educazione
• Inclusione
Schizzerotto: “le disparità intercorrenti tra i soggetti di diversa provenienza sociale nelle
biforcazione del sistema scolastico, sono rimaste, nella generalità dei paesi europei a
Coleman: il capitale sociale come quel capitale “incorporato nelle relazioni tra le persone
e che viene creato quando le relazioni tra persone cambiamo i modi che agevolano l
azione”. Esso è spendibile all interno di situazioni interattive, in processi di scambio che si
allargano e di cui beneficiano anche coloro che non hanno creato direttamente quel tipo
di capitale sociale.
Soggetti con forte capitale culturale: posizione debole nell ambito dei processi di
Soggetti con forte capitale sociale: hanno un capitale culturale inerte o poco spendibile o
indebolito dall incapacità di stare dentro i sistemi di istruzione o i circuiti dell informazione
e della conoscenza.
Scuola come “scatola nera” al suo interno è possibile trovare molti elementi di
questa sia una realtà in qualche misura anche autonoma e non del tutto e
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Pedagogia dell’educazione
PARTE TERZA
ATTORI E AGENZIE NEI PROCESSI EDUCATIVI
• il gruppo dei pari + mass media = non tutti riconoscono ancora questi come delle
vere e proprie agenzie formative, ma è indubbio che questi due ambiti abbiano un
considerazione.
Famiglia definita da Charles Cooley un gruppo primario proprio per il ruolo fondamentale
che svolge nella socializzazione del bambino e per i legami emotivi profondi che legano
tra loro i componenti della famiglia. Essa è anche un istituzione sociale ovvero che
relazione questo comportamento con dei contesti di significato molto più ampio.
si trova spesso a dover far rispettare questo diritto dovere andando ben oltre il rapporto
puramente istituzionale.
Anni 70, critica alla famiglia borghese, ed alla condizione della donna, emarginata sia in
famiglia che all’interno del mercato del lavoro. Negli anni ’70 inoltre vengono rotti tutti
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Pedagogia dell’educazione
quegli schemi e modelli della famiglia per la quale emergono ipotesi alternative. Dunque
la famiglia non è più considerata in base ai legami di sangue quanto dall’affetto fra i
membri e sul mutuo consenso maturato giorno dopo giorno. Considerati tutti questi
Famiglia borghese:
• attenzione specifica alla cura e alla crescita dei bambini con una centralità del ruolo
della donna nella costruzione di un equilibrio tra individualismo e responsabilità
sociale
Si è passati da una famiglia patriarcale, ad una famiglia nucleare composta da due sole
generazioni. (anche se alcuni autori ritengono che sia riduttivo considerare la famiglia
nucleare come un prodotto tipicamente moderno).
I punti essenziali per considerare la storicità della famiglia sono riconducibili al passaggio
Anche Parsons, ritiene che la famiglia è un’unità solidale, ed una volta che questa è
riscontrabile una trasformazione all’interno della famiglia dei rapporti interpersonali tra
Se mettiamo a confronto la famiglia con l’epoca storica, ci rendiamo conto che esistono
due modelli fondamentali, che sono quello della famiglia estesa e quello della famiglia
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Pedagogia dell’educazione
nucleare. Non varia, al variare di queste solo il numero dei componenti della famiglia
stessa, quanto piuttosto le funzioni svolte dalla famiglia moderna ed i ruoli per lo
Parsons, ritiene che con l’avvento della società industriale, la famiglia perde funzioni
particolare della socializzazione primaria dei figli e regola equilibri delle personalità dei
membri adulti. (si occupa dunque maggiormente degli aspetti psicologici e affettivi).
La famiglia determina lo status ascritto del figlio, anche se è vero che ormai la
realizzazione del figlio è da porre in relazione con tutta una serie di ruoli ce devono essere
Negli anni ’70 si parla sempre più della famiglia come di un prodotto storico in via
superare la crisi di delegittimazione. Dagli anni ’80, essa insieme alle sue funzioni viene
rivalutata. I rileva dunque che la famiglia si assume oggi tuta una seria di compiti,
Struttura e ruoli della famiglia: Esiste una modificazione dei ruoli svolti dai diversi
componenti della famiglia, sia interna ai ruoli sia tra i ruoli, soprattutto riguardo alla loro
Con l’avvento della società industriale, si trasformano sia la struttura che le funzioni della
Pedagogia dell’educazione
lavorativo si separa dal ruolo familiare. Essa si struttura intorno alla coppia e in genere su
Parsons (e Bales) studia (in riferimento alla classe media americana) in modo particolare la
caratterizzata da una tensione di carattere acquisitivo, che forgia la sua struttura interna in
funzione della ricerca del successo sociale. La famiglia diventa un sistema organizzativo
simmetria dei ruoli anche sul versante lavorativo di entrambe i coniugi. La famiglia
simmetrica è legata in modo particolare all’evoluzione del ruolo femminile, cioè della
donna che svolge sempre più spesso lavori al di fuori dell’ambito domestico. Il rapporto
di coppia diviene centrale nella famiglia simmetrica. Si può parlare dunque di una rottura
Questi due modelli “ideali” della famiglia parsoniana, fondata sulla distinzione e sulla
Tipi di famiglia:
- “famiglie di fatto”: unione libera ovvero non sancita dal legame matrimoniale
l’aumento delle famiglie solitarie e delle famiglie composte da coniugi senza figli
A conclusione di queste riflessioni si può evidenziare come sia difficile al giorno d’oggi
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Pedagogia dell’educazione
Anche oggi, che si sta rivalutando il ruolo della famiglia, essa, come sempre riveste un
ruolo importante nel processo di socializzazione primaria dei figli, perché costituisce il
Per quanto riguarda la socializzazione familiare, lo studio di Parsons e Bales, rimane il più
Loro, delineano il modello del processo di sviluppo, che si articola in una socializzazione
divisa in 4 fasi (che vengono poi mutate dai lavori di Freud sullo sviluppo psico-sessuale):
- la fase edipica a cui segue la fase della latenza, nel corso delle quali si realizza
un’integrazione nel sistema dei ruoli familiari, differenziati secondo il sesso.
Questo processo ha un andamento discontinuo perché ogni fase richiede una specifica
ed estesa riorganizzazione della struttura della personalità come sistema. (Parsons, Bales
1974)
Ci sono inoltre due teoremi di base sui quali poggia lo sviluppo della personalità:
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Pedagogia dell’educazione
Parsons e Bales mettono in luce come essi siano gli agenti socializzanti con un duplice
varie fasi del processo e dell’evolversi dei rapporti intrafamiliari alla luce dei vari momenti
del ciclo di vita che la famiglia attraversa. Non è più dunque solo il bambino, ma tutta la
Ogni famiglia ha dunque la sua storia, ed ogni tappa della vita della famiglia è segnata da
e di ricostruzione dell organizzazione familiare, intesa non solo nei suoi aspetti materiali,
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Pedagogia dell’educazione
puntuale della realtà, perché esiste una pluralità di modelli culturali e tanti vari modi di
Emergono dunque oscillazioni fra consumismo e solidarietà, assistenza nelle reti informali
all’investimento affettivo calcolato e infine emerge una maggiore capacità di difesa del
Condizione dell infanzia: da un lato si enfatizza uno spazio specifico nel ciclo di vita, all
interno del quale il bambino possa sviluppare pienamente le sue qualità spontanee
(puerocentrismo). Dall altro lato, invece, si assiste ad una progressiva limitazione di questa
fase nel tempo, attraverso una continua e sempre più pressante anticipazione delle
esperienze (adultismo).
Neil Postman “scomparsa dell infanzia” a seguito della caduta di tutti quegli elementi di
Aries: infanzia come età della via ben separata e ben individuata. La caduta dei diversi
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Pedagogia dell’educazione
elementi di separazione, avvia la scomparsa dell infanzia proprio perché vengono meno i
della valorizzazione del bambino come bene raro e il polo del maltrattamento.
C’è che sostiene che al giorno d’oggi, in particolare la figura paterna è cambiata da altri
Riesman mette in evidenza negli anni ’50, in polemica con Parsons, come il tipo di
eterodirezione, i genitori sono sempre più incerti sul modo di educare i figli che
avvertono questo stato di ansietà. Questo accade perché essi non si sentono più superiori
al bambino che deve a sua volta affrontare le tensioni emotive dei genitori.
Tuttavia, ci sono oggi dei segnali di inversione di tendenza, cioè si va verso una
bisogno di superare il discorso di una società senza padre nel corso di una ricerca svolta
intorno al 1975 sulle famiglie di Milano. Un’altra ricerca, ancore più recente condotta in
Emilia-Romagna ha evidenziato come i padri non accettino più un ruolo secondario, pur
Bisogna però dire che nelle situazioni anomale come in caso di divorzio o di
tossicodipendenza dei figli, il ruolo del padre perda notevole valore. (capita infatti che i
padri dopo un divorzio perdano del tutto contatto con i figli). Maschio e femmina sono
genere tra genitori e figli. Si possono distinguere 3 stili diversi praticati all interno della
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Pedagogia dell’educazione
- Differenziato: differenza nei compiti , nei ruoli e nelle opportunità per i due sessi.
- Bourdieu: insieme delle relazioni che un attore, sia esso individuo o gruppo,
possiede e può mobilitare per promuovere i propri scopi o interessi.
- Coleman: significativo facendo riferimento alla qualità della relazione sociale, che
diventa una vera e propria risorsa per l agire del soggetto o del gruppo.
Le numerose ricerche sui giovani evidenziano il “bisogno della famiglia”, che porta ad un
prolungamento della permanenza nella famiglia d’origine anche oltre l’età giovanile.
vero che in negativo ciò porta ad una povertà di risorse, di stimoli, di opportunità di
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Pedagogia dell’educazione
intenzionale alla trasmissione della cultura. L’educazione che avviene a scuola è solo una
parte dell’educazione generale che il soggetto riceve dai vari ambiti, come la famiglia ad
es. Brint , fa una distinzione tra educazione e istruzione: egli definisce ciò che svolge la
scuola istruzione scolastica, “una forma organizzata dell’educazione che ha luogo nelle
scuole.”
Il nostro punto di partenza è quello che considera la scuola un’istituzione: una realtà fatta
di fattori, norme, un modello regolare per chi la frequenta. Inoltre nelle scuole le attività si
organizzano e si realizzano di diversi fronti e piani, da quello più definibile come istruzione
In questa prospettiva di definizione, possiamo dire che la scuola è una realtà complessa,
che è al contempo istituzione, un servizio e una comunità
In quanto comunità, la scuola si presenta come un vero e proprio ambiente di vita, sia
fisico, sia simbolico, orientato allo sviluppo della crescita del singolo e del gruppo.
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Pedagogia dell’educazione
obiettivi, strategie, modalità di azione e di interazione, legati anche in larga misura a una
La scuola è, da sempre, una realtà organizzativa centrata sulla cultura, con una sua cultura
La cultura della scuola, si presenta con almeno tre livelli di configurazione, nei quali si
2. Un secondo livelli, è quello della cultura come insieme di norme, regole, rituali
condivisi che formano la struttura portante; si tratta di una vera e propria cultura
della comunità scolastica, con norma, anche non scritte, e tipizzazione di modalità
regole e pratiche che coloro che vi appartengono ben conoscono, ma che può
1. Socializzazione
2. Selezione
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Pedagogia dell’educazione
Steven Brint mette in luce che la socializzazione non è solo la coltivazione di valori e di
culturali.
• Una dimensione che attiva una conformità comportamentale, che implica azioni che
attivano il corpo e i suoi movimenti
• Una dimensione che costruisce una conformità morale, cioè azioni volte alla
produzione di un senso interiorizzato di "azione giusta”
Come già visto (capitolo 6), è a partire dal momento in cui la funzione economico-
produttiva della famiglia si contrae, o si modifica, che essa si affida sempre di più alla
dei figli.
La scuola si inserisce pertanto tra la famiglia e il mondo del lavoro per continuare quel
processo di socializzazione secondaria che consiste, come sottolinea Parsons, in una
• Un’interiorizzazione dei valori e delle norme sociali che costituisce un passo in avanti
rispetto a quello che il ragazzo può apprendere in ambito familiare, e soprattutto
87
Pedagogia dell’educazione
familiare
• Dal punto di vista della società, una selezione e una distribuzione delle risorse umane
in relazione al sistema di ruoli adulti.
Nella concezione parsoniana si realizza una forte continuità all’interno del processo di
scolastica così come è stata individuata da Parsons, cioè l’universalismo delle procedure
Fin dai primi studi di sociologia dell’educazione viene evidenziata per la scuola e quindi
Waller, riprende il lavoro di Sorokin, e attribuisce alla scuola anche il ruolo di selezione in
analitico lo studio della selezione nella scuola, individuando il parametro che la governa,
l’achievement.
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Pedagogia dell’educazione
Venendo agli anni più recenti, si può rilevare come la selezione scolastica da tempo sia
diventata argomento quasi del tutto marginale quando non osteggiato. Si può
evidenzi una scarsa capacità di attingere alla basi sulle quali poggia il funzionamento
dell’istituzione scolastica.
Riportare alla luce l’esistenza della funzione di selezione scolastica non significa
piuttosto rendere espliciti processi e meccanismi che di fatto avvengono tutt’ora nella
stato segnato fin dall’inizio da carenze e ritardi rispetto alle altre nazioni europee, i motivi
Dal punto di vista economico, nella metà dell’800 l’Italia era ancora prevalentemente
rispondere alle mutate esigenze nella domanda di istruzione e conosce fasi alterne, frutto
per lo più per delle vicende politiche e sociali, ma anche dell’isolamento delle cultura
italiana.
Tra la seconda metà dell’800 e i primi del 900 il sistema scolastico italiano diventa più
chiuso e selettivo. Con la legge Casati 1859 il sistema si presentava relativamente aperto
Con la riforma Gentile nel 1923 diventa selettivo, soprattutto per gli sbarramenti e le
differenziazioni che vengono applicate al suo interno; dopo la scuola elementare per
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Pedagogia dell’educazione
poter accedere alla scuola media e agli istituti liceali, bisognava superare esami severi e
selettivi. La riforma gentile inoltre istituisce un liceo femminile triennale senza sbocchi
Sarà con la riforma del 1962, che introducendo la scuola media unica e obbligatoria, il
1. L’analfabetismo -> si risolve solo gradualmente nel tempo. Nel 1861 14 milioni di
un problema cronico, tant’è vero che nel 1951 c’erano 5.5 milioni di analfabeti. Nel
realtà italiana, perché siamo in presenza di una cultura nazionale di per se povera”.
situazione della popolazione italiana, per quanto riguarda la distribuzione dei titoli
anni.
perdita della capacità di lettura/scrittura. Con la riforma Moratti del 2003, c’è una
Pedagogia dell’educazione
ed steso oltre la scuola dell’obbligo. Tra gli obiettivi della legge c’è quello di
portare l’Italia ai livelli di istruzione dei diversi paesi europei, come veniva già
La recente riforma 107 del 2015, nota come “la buona scuola” intende ridisegnare
un profilo rinnovato della scuola, per ribadire la sua centralità nella società e per la
2. Il divario nord- sud -> si tratta un divario che perdura nel tempo, nel 1951
2011 al sud 2.1% e 0.5% al nord. Ma il divario permane tuttora, soprattutto negli
abbandoni precoci senza aver conseguito un titolo oltre alla scuola secondaria
3. L’elitario -> la riforma della scuola media nel 1962 e con la legge della
sistema d’istruzione del nostro paese e segnano l’avvento della “scuola di massa”.
Come rivela l’ISTAT in Italia anche tra le generazioni più giovani, la partecipazione
l’abbandono della scuola secondaria superiore si diversiva molto a seconda della classe di
origine: tra i nati tra il 1970 e il 1979 abbandona il 37% dei figli di operai contro l’8.7%
della classe alta. Si può quindi concludere che l’istruzione dei genitori e il background
culturale e sociale della famiglia d’origine, hanno una grande influenza sulla decisione di
continuare a studiare dopo l’obbligo scolastico e sulla scelta del tipo di scuola: avere
All’interno del discorso, la situazione delle donne va affrontata con attenzione. Dagli anni
delle donne nel sistema di istruzione supera quella maschile tanto nei tassi di passaggio
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Pedagogia dell’educazione
nell’istruzione terziaria (università). Anche la riuscita mostra una significativa differenza tra
maschi e femmine: le donne hanno una migliore riuscita, infatti nell’anno 2013/2014 si è
laureato il 39.6% delle femmine e il 25.5% dei maschi. Il nodo cruciale rimane quello
dell’abbandono tra il primo e secondo anno di corso, soprattutto nei corsi a ciclo unico.
In generale nell’istruzione terziaria, l’Italia presenta tuttora uno svantaggio rispetto agli
altri paesi europei. Fra le cause vi sono diversi fattori come il fatto che molti corsi siano a
contenuto teorico, che ci siano molti stranieri iscritti, e che i tassi di completamento sono
ancora molto bassi. Si può osservare come i diversi fenomeni che hanno accompagnato
Uno dei fenomeni che ha toccato la realtà della scuola italiana negli anni 90 è la presenza
di alunni stranieri. La scuola italiana si presenta oggi come una realtà multietnica e
multiculturale.
Oltre trent’anni fa l’ISTAT censiva 6.104 alunni stranieri nelle scuole italiane. Il fenomeno è
rimasto contenuto per almeno una decina di anni. La concentrazione è diversa in base alle
zone, in alcune aree è quasi assente. Il MIUR ha difatti sottolineato il carattere policentrico
e diffuso del modello italiano rispetto a quello degli altri paesi europei, significa una
Un incremento vistoso si osserva soprattutto nella seconda metà degli anni 90, difatti a
l’incremento più vistoso si osserva negli anni 2000. Nell’anno 2014 si sono censiti 814.187
alunni con cittadinanza non italiana con un’incidenza scolastica complessiva nel 9.2%.
Questo aumento può essere dovuto alla legge 30 luglio 2002 n 189 (legge Bossi-Fini) e ai
92
Pedagogia dell’educazione
La distribuzione di alunni stranieri nelle scuole italiane si presenta fin dall’inizio in modo
diverso nei vari ordini di scuola: dapprima la scuola primaria (tabella che inizia con gli anni
1983/1984 e finisce con l’anno 2014/2015), ma nel giro di pochi anni aumentano anche
nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Nell’anno 2014/2015 si registra nella
scuola dell infanzia un’incidenza del 10.2% e del 10.3% nella scuola primaria. Per quanto
riguarda la distribuzione secondo il genere, si nota una maggioranza maschile nei diversi
ordini di scuola.
Un aspetto significativo della presenza degli alunni stranieri e quindi della composizione
delle classi scolastiche, riguarda la loro provenienza o cittadinanza, e con le analisi del
e quindi individuare quali sono le cittadinanze più diffuse (Marocchini, albanesi e negli
Si può affermare che gli studenti di origine non italiana si orientino verso istituti tecnici e
sovrarappresentata, essedo il doppio di quelli italiani, al contrario dei licei. Questo mostra
l’interesse verso percorsi che danno sbocchi lavorativi; quella della scelta
spesso motivi economici a spingere verso percorsi più brevi e cono sbocchi lavorativi
immediati. Bisogna guardare anche all’istruzione terziaria, che è un ambito che sta
nazionalità italiana, 9.891 (3.7%) studenti non UE, e 3.165 (1.2%) studenti UE: si tratta di
13.156 studenti non italiani. Molti di questi provengono da licei, anche se alcuni vengono
da istituti professionali, come gli italiani del resto. Nella scelta della facoltà tendono a
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Pedagogia dell’educazione
La descrizione dello scenario multiculturale va integrato con elementi che sono qualitativi
che considerano sia i percorsi e gli esiti scolastici degli alunni stranieri, ma anche le
strategie e le azioni sviluppate nelle scuole e dagli insegnanti per far fronte dapprima
La prima azione di politica scolastica di rilevo verso gli immigrati è costituita dalla C.M.
(Circolare ministeriale) 214/1981, la quale trova più ampia risonanza nel D.P.R. 10
istruzione.
“Un risalto del tutto particolare spessa all’educazione alla multiculturalità, che esige la
della diversità che si possono riscontrare nella scuola stessa e nella vita sociale in senso
ampio. A tale proposito è utile che l’insegnante si soffermi accuratamente sugli elementi
Negli anni 90, particolarmente significative risultano due circolari ministeriali del 1994:
• C.M. 5/1994 amplia e ridefinisce il diritto allo studio come diritto fondamentale di
ogni b indipendentemente dalla sua situazione sociale/giuridica. Questa circolare si
apre anche verso i minori appartenenti a famiglie con presenza irregolare nel territorio
ONU sui diritti del fanciullo ratificata dall’Italia nel 1991 con la legge 27 maggio 1991
94
Pedagogia dell’educazione
n.176.
connotati di eccezionalità per definirsi come uno dei tanti modi possibili con cui si
e più in generale da una da una società multiculturale, in cui diventa rilevate in ruolo
della scuola
È importante anche la legge 40/1988 che disciplina l’immigrazione e detta norme sulla
riferimento alla legge 40/1998, particolare attenzione agli aspetti organizzativi della
scuola. Dala fine degli anni 90, il mistero affronta in modo più organico il problema
In questi ultimi anni, il fatto di dover agire in modo continuativo sul fronte
stimolato lo sviluppo di strategie e pratiche all’interno delle scuole. Gli istituti hanno
95
Pedagogia dell’educazione
cercato in ogni modo di allargare la propria dotazione di risorse, facendo leva sulle fonti
sviluppare una sensibilità all incontro fra culture diverse e un crescente livello di
L interculturalità implica di fatto una trasformazione delle condizioni, dei contenuti dell
Oltre al bisogno della parte normativa, in questi anni si è reso evidente anche un bisogno
di conoscenza più diretta del fenomeno stesso e delle sue implicazioni nell’organizzazione
e nella gestione scolastica. Sono due i versanti che hanno bisogno di più conoscenza:
Per quanto riguarda le ricerche sugli insegnanti, la prima indagine che misura
medie, per un tot di 380 inseganti e 180 capi di istituto. La ricerca è stata realizzata in un
momento in cui il fenomeno era ancora contenuto e circoscritto ad alcune realtà regionali.
Gli insegnanti dell’indagine esprimono opinioni favorevoli riguardo all’educazione
interculturale, ritenuta necessaria e utile. Più critici sono i capi di istituto, soprattutto
con le famiglie.
La seconda ricerca importante è “Allievi in classe, stranieri in città” 1996, indaga sugli
emersi atteggiamenti di accoglienza nei loro confronti, ma anche di resistenza e rifiuto nei
Tra il 1999 e il 2001 vengono scolte indagini direttamente dalla Pubblica istruzione. Viene
Pedagogia dell’educazione
disponibilità degli inseganti verso gli alunni stranieri, ma mette in evidenze le difficoltà di
era usato il focus group. Tutte le indagini che vengono fatte portano al riscontro di una
differenze.
Per quanto riguarda le ricerche sugli alunni stranieri, il primo versante che diventa
oggetto di attenzione e quindi di ricerca è quello dei bambini. Importanti sono i lavori di
lingua italiana. L’attenzione alla fasce di età più alte come preadolescenza e adolescenza
Un indicatore importante per la lettura della situazione dei minori stranieri a scuola e della
loro integrazione è dato dalla loro riuscita scolastica. Un aspetto che colpisce nei curricoli
degli alunni stranieri riguarda il ritardo nei percorsi scolastici che appare vistoso.
L’aumento del tasso di alunni in ritardo può essere spiegato in relazione alla loro crescita
vistosa in questi ultimi anni, soprattutto nella scuola secondaria superiore di II grado,
97
Pedagogia dell’educazione
Si può notare comunque che negli ultimi anni il ritardo degli alunni stranieri sia diminuito.
È interessante considerare gli esiti scolastici in relazione alla numerosità degli alunni
stranieri nelle scuole: è importante perché ci dà una dimensione del grado di difficoltà
multietniche.
Un’indagine del MIUR di oltre 10 anni fa, mostrava come le classi avessero degli esiti
scolastici positivi negli allievi sia italiani che stranieri, ma questo nella scuola di base,
poiché nella scuola secondaria di secondo grado gli esiti degli alunni in complesso e poi
italiani e stranieri separatamente, risultano in genere più bassi nelle scuole con alto
numero di alunni stranieri. Secondo il MIUR questo è dato dal fatto che è un ordine di
Considerando le ripetenze, si nota come queste siano maggiori fra studenti stranieri, sia
nella scuola primaria che secondaria. Si può comunque sottolineare che negli ultimi 10
anni le ripetenze si sono ridotte soprattutto nella scuola secondaria di I grado e come i
tassi di promozione tra italiani e stranieri siano di uguale andamento: questo sta ad
frequentato e conduce a una riflessione più generale che ha trovato conferma anche in
altre indagini.
Merita fare riferimento alle prove INVALSI. Esse sono svolte nei tre ordini di scuola:
Nelle prove sia di italiano che matematica gli italiani hanno punteggi migliori mentre gli
stranieri non superano mai il punteggio di 200. Ma anche tra gli stranieri si coglie una
Riguardo l’abbandono nel corso di studi si coglie un abbandono maggiore negli stranieri
Pedagogia dell’educazione
all’università.
Nell’anno 2013/2014 alla fine del corso il 68% degli italiani aveva acquisito più della metà
dei CFU, rispetto agli stranieri che hanno una maggiore mancata acquisizione di CFU.
L’importanza di queste considerazioni sui percorsi e sugli esiti scolastici degli studenti
approfondimenti.
Vengono fatte ricerche dove vengono confrontati due gruppi di adolescenti, quello
straniero e quello italiano, e i soggetti vengono considerati alla luce delle loro capacità di
di adattamento alla cultura specifica della scuola e delle sue richieste in termini di
prestazione. La riuscita scolastica si rivela molto legata all’origine sociale, e dalle ricerche
risulta che la riuscita scolastica risulta maggiormente conseguibile in soggetti che sono
più vicini alla cultura occidentale, mentre ci sono difficoltà più esplicite per coloro che
culturale.
La questione della riuscita scolastica ha trovato una sua ulteriore elaborazione attraverso
un’analisi svolta sia sull’intero campione sia su due gruppo separatamente, quello italiano
e quello straniero.
variabili riferite sia ad atteggiamenti (verso la scuola, verso gli insegnanti, i compagni ecc),
sia a caratteristiche strutturali del soggetto (sesso, status ecc). In questo modo la
anche legati direttamente all’esperienza scolastica (il clima della classe, il grado di
all’istruzione, e negli stranieri non sempre una buona motivazione corrisponde a buoni
esiti, ma in generale fra gli alunni stranieri c’è una maggiore importanza legata
Pedagogia dell’educazione
Colin Lacey mette in luce la pressione adattiva che l istituzione scolastica esercita sugli
di integrazione.
100
Pedagogia dell’educazione
Un ruolo in trasformazione
Elementi dell agire di ruolo tradizionale Elementi innovativi dell agire di ruolo
Saperi consolidati (riferiti a un patrimonio Saperi “circolanti” (informazioni e conoscenze
culturale e scientifico consolidato) diffuse in molti ambiti e situazioni, continue
acquisizioni scientifiche, ruolo dei media
Competenze legate all insegnamento Nuove competenze (di programmazione,
gestionali…) su settori, problemi o progetti
Modalità tradizionali di insegnamento Nuove didattiche (apprendimento per prova ed
(lezioni, lavoridi gruppo, studio individuale, errori, per scoperta, cooperativo ecc…, ipertesti,
prove ecc…) multimedialità…)
Modalità tradizionali di apprendimento Nuovi processi della mente (riguardanti i
(lineari, sequenziali, basate sulla cultura scritta processi di esplorazione e associazione, di
e un oralità formalizzata) memorizzazione….)
Relazionalità circoscritta (la classe, il collegio gN
li uovi spazi e dimensioni della relazionalità
de insegnanti, i genitori ecc…) ed esterni, legami con il territorio, con le istituzioni…)
101
Pedagogia dell’educazione
integrativa dell individuo nel contesto dei valori dati, supportato dalle istituzioni”.
Socializzazione non mediata (im mediata) soggetto come “protagonista a chiave di volta
in vista di uno scopo a lui noto e molto meno invece al socializzando. Essa deve essere
La dilatazione complessiva del periodo della crescita vede aggiungersi all infanzia un
avanti dell ingresso nella vita adulta, legato in larga misura alla dilatazione nel tempo
Gioventù come:
• Moratorium
• processo di crescita
fondamentali di passaggio alla vita adulta: conclusione dell iter formativo, inserimento
102
Pedagogia dell’educazione
1. Vi è una tendenza a spostare in avanti, verso un età più avanzata, ognuno di questi
passaggi.
prescritto.
La situazione moratoria da un lato mostra una caduta della tensione realizzativa, anche il
adulte. La condizione di moratoria giovanile si dispiega nel mercato dei simboli e dei
segni, nella ricerca delle forme e degli stili di vita, nell acquisizione di una sensibilità verso
esperienze.
Coleman formula una teoria “focale” dell adolescenza secondo la quale “a età diverse
particolari tipi di relazione entrano in campo, nel senso he acquistano maggiore rilievo
delle altre, ma nessuna configurazione è tipica di una sola età” Essa “implica una visione
assai piu elastica dello sviluppo (…) la soluzione di un problema non è considerata come
una condicio sine qua non per passare a quello successivo (…) la teoria non assume l
esistenza di confini precisi fra gli stadi (…). Infine non c è nulla di immutabile nella
sequenza ipotizzata (…) la teoria focale non postula una sequenza fissa”.
Coleman sostiene pertanto che la realtà adolescenziale e giovanile vada studiata secondo
una teoria della “normalità” piuttosto che dell “anormalità” (o della devianza).
complesso che comporta il depotenziamento reale tanto delle istanze giovanili contro o
sottoculturali, quanto di una concezione all insegna dell emergenza sul piano istituzionale
103
Pedagogia dell’educazione
rappresentazioni e concezioni degli adulti sia sugli adolescenti e sui giovani sia dei loro
Cavalli i giovani si fanno “specchio” degli adulti e delle loro inquietudini: i giovani
diventano “problema” al momento in cui gli adulti hanno loro, in prima persona, il
problema del proprio futuro e quindi del rapporto con le nuove generazioni.
gestire. Difatti Simmel afferma che la città è il luogo per eccellenza della mobilità degli
metafora della modernità e luogo di esperienza di una tensione continua tra bisogni di
Cambiamenti nelle rappresentazioni del rapporto adulti giovani e della devianza giovanile
104
Pedagogia dell’educazione
integrazione fra cultura (o subcultura giovanile) e sistema culturale degli adulti fenomeni
2 aspetti:
• visibilità sociale
La scuola fa da cassa di risonanza del malessere giovanile. Enfasi sul self , sull
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Pedagogia dell’educazione
2 visioni:
selettivi)
Emerge un nuovo tipo di giovane adulto che invece di esprimere come in passato un
urgenza radicale di autonomia, tende a prolungare la sua presenza all interno della
Diviene necessario per cogliere la realtà giovanile contemporanea, entrare nelle stesse
Besozzi: tipologia articolata in 3 grandi gruppi di soggetti. Una sintesi su tre situazioni
generali del percorso di crescita e della definizione di se in rapporto agli altri agli altri,
106
fi
Pedagogia dell’educazione
tipi di gruppi
forte dalle condizioni di vita e dagli adulti, con poco spazio per l elaborazione di un
Il gruppo dei pari come agenzia di socializzazione orizzontale: Il gruppo dei pari
per 2 motivi:
famiglia e scuola
Il gruppo dei pari si è quindi trasformato pari profondamente nei suoi scopi e nelle sue
a un gruppo per lo più spontaneo e informale, finalizzato allo stare insieme per
107
Pedagogia dell’educazione
Maschi e femmine:
La diversa conquista dell autonomia: per le femmine la famiglia esercita un più forte
controllo al contrario dei maschi. Tempo libero: le femmine hanno una cerchia più ristretta
(femmine) modo ludico evasivo (maschi) Uscite delle donne dall ambito domestico grazie
• Fornisce una stima di se e una sicurezza basata sull accettazione reciproca, appoggio
dall emancipazione dai genitori e dagli adulti.
• Gruppo come luogo di apprendimento dei modi di rapportarsi agli altri al di fuori
della famiglia, senza la mediazione degli adulti
I giovani sono dei grandi consumatori dei beni di consumo e si possono dividere in
categorie.
Ludici/colti: consumi elevati sia di tipo culturale (concerti, teatri…) che di tipo giovanile
(cinema, discoteche..)
Ludici: consumi elevati di tipo giovanile Colti: consumi elevati di tipo culturale Esclusi:
Riesman stadio dell eterodirezione in cui prevale il gruppo dei pari come agenzia di
socializzazione fondamentale.
Pedagogia dell’educazione
altri e forzano il passo nella vita sociale del ragazzo. Essi sono i direttori di scena.
Tatuaggi, piercing ecc… e altri simboli che portati all eccesso: la forzatura del limite e il
Nomadismo in un mondo di segni dove gli stessi segni risultano svuotati e quindi
ed emarginazione.
Il tempo non protetto: che gli adolescenti e i giovani trascorrono tre loro senza adulti di
riferimento. Questi ultimi temono le conseguenze per i rischi che i ragazzi corrono
durante le ore che trascorrono senza sorveglianza da parte loro: sviluppo di forme di
Gli interrogativi che hanno segnato lo sviluppo dei mezzi di comunicazione sociale:
possono adottare due posizioni ovvero degli apocalittici : rifiuto dei mass media, in
109
Pedagogia dell’educazione
McLuhan strumenti del comunicare. Egli stabilisce un legame stretto tra sviluppo delle
Ottica dell interdipendenza in cui i media sono opportunità e condizione della produzione
importanza.
prima fase di partenza, data dal condizionamento strutturale e culturale, sulle quali si
gruppi hanno un ruolo attivo e gli esiti dei processi di interazione non
New media: l interattività. I giovani sono molto attratti da questa nuova forma di
Granieri ci parla di blog generation con lo sviluppo dei weblog ovvero di quegli spazi in
rete che rendono possibile la connessione di milioni di persone per lo scambio di testi,
informazioni, link.. Una delle variabili in gioco viene chiamata digital divide, quindi si
affaccia la questione delle disuguaglianza in merito a chi può accedere alle risorse.
(disuguaglianze sociali e culturali). Si manifesta non solo tra le generazioni bensì all
Immigrati digitali: persone nate e cresciute prima della diffusione di mezzi o strumenti
110
Pedagogia dell’educazione
Le generazioni:
• Baby boomers (nati tra il 1946 e il 1964): cresce con solo la fruizione della tv pubblica
e all insegna del Carosello. Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980): cresce con i
• Generazione Y o Millenials (nati tra il 1980 e il 2000): figlia della nuova tecnologia
digitale (nativa digitale)
L insegnante e tutti coloro che si occupano di educazione, sono portati a creare una neo
alfabetizzazione per accesso ai nuovi linguaggi dei media digitali e alla possibilità che essi
quale comporta delle conseguenze per la natura delle esperienza generata da questo
natura altamente problematica, che implica la messa in gioco di ciò che viene mediato e
informazioni e contenuti simbolici tra soggetti lontani nello spazio e nel tempo.Quasi
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Pedagogia dell’educazione
mediate
cieco e decretare la fine non solo della socializzazione, ma anche del educazione e, forse,
la “fine del sociale” e delle stesse possibilità della società intesa come comunità di
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