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2) Caratteristiche dell’
= ideale raggiungimento della perfezione morale(areté)
Nella paideia greca erano centrali i due binomi: ginnastica e musica, bello e buono.
L’uomo bello e buono è l’ideale dell’uomo. L’uomo che consegue la virtù, l’areté, è
l’uomo buono, che raggiunge la perfezione morale, l’anèr aghatòs.
Raggiungimento della perfezione morale → manifestato in diversi paradigmi della paideia
→ Areté:
dell’eroe, Omero
del contadino, Esiodo
del soldato, Tirteo
dello sportivo, Pindaro
del cittadino, Solone
del retore, Sofisti
del filosofo, Platone
Società omerica
Uomo : quanto più possiede queste virtù, tanto maggiore è il prestigio e l’onore di cui
gode (timé)
- Nobili origini;
- coraggioso;
- grande, forte e bello;
- parlare bene in assemblea;
- dare consigli ragionevoli;
- ricco e potente;
- avere successo in guerra.
Donna
- Bella, onesta ed esperta del lavoro di casa
La donna greca non ha però visibilità pubblica.
Omero
Areté Iliade = forza fisica, coraggio, aspirazione alla gloria e all’onore. Eroe: Achille.
Doppio ideale del perfetto cavaliere: Oratore e Guerriero.
Areté Odissea = valore guerriero + meriti intellettuali e sociali. Coraggio, astuzia.
Esiodo = solo chi lavora può essere giusto, lavoro, giustizia e religiosità sono il fondamento
della morale esiodea che si concretizza nell’areté contadina: lavoro nella vita agreste +
onestà. Areté insegnabile. Fondamento della sua morale espresso in “Le opere e i giorni”.
Diffusa misoginia e satira popolare caratterizzano il periodo storico in cui vive Esiodo. I mali
umani sono visti come punizioni divine all’ingiustizia/arroganza.
Sparta
- Epoca arcaica: Tirteo, areté del soldato e dell’amor patrio, l’aner agathòs è il soldato
che muore combattendo, con onore, per la patria. → aretè del soldato e del civismo
virile.
► La polis è tutto per i cittadini. “mai si pensi alla fuga, ma a combattere per la patria”.
- Epoca classica: assume forme culturali ed educative totalitarie (potere in una casta di
guerrieri); l’educazione spartana (agoghé) è totalmente incentrata sull’addestramento
dell’oplite, attribuita a Licurgo. Valori ispirati a virtù guerresche e militari. Bambini deformi
gettati nella voragine del Taigete.
Fino ai 7 anni erano sotto le cure femminili, poi inseriti in strutture educative statali:
“branchi” (squadre), guidate da giovani alle ultime fasi e vigilata da un funzionario
statale. Dopo gli 11 anni non si tornava a casa, si restava in caserma fino ai 30 anni. I
ragazzi facevano educazione fisica (ginnastica, caccia, sport) e venivano educati alla
musica per il suo valore morale ed esortativo (educazione fisica per le donne, per dare
alla luce forti futuri uomini spartani). → educazione conservatrice e reazionaria
Atene
Sviluppo democratico, fino allo splendore dell’età di Pericle.
Solone: educazione civile, eletto arconte, “pacificatore”, incarico di riconciliare popolo e
nobiltà tramite la costituzione dello stato. Differenzia fra dysnomia (cattivo governo, abusi
e ingiustizie, virtù materiali) ed eunomia (buongoverno, prevalgono ragione e saggezza).
Valori alla base: buon governo, giustizia, pace.
Areté del cittadino, riprende l’areté eroico ma cambia il soggetto: cavaliere → soldato →
popolo (cittadino).
Nasce la figura del pedagogo.
Educazione: 7-20 anni (percorso completo che seguono solo pochi). Il ragazzo veniva
mandato alla scuola primaria all’età di 7 anni, accompagnato dal pedagogo, fino ai 14.
Dopo si presentava un periodo di vuoto educativo fino ai 18 anni, dove i giovani
iniziavano il corso dell’efebia, che durava 1/3 anni. I giovani potevano frequentare
l’insegnamento superiore presso la scuola itinerante dei Sofisti, l’accademia di Platone o
la scuola di Isocrate. Efebia → sistema di formazione civica e militare.
3) Gorgia e Protagora
Gorgia → nichilismo (negare l’esistenza di una realtà oggettiva).
Tutto è falso → esclude l’aletheia, rimane solo la doxa, nasce così l’arte del persuadere;
ciò che resta è la parola, la retorica.
►
a) “non esiste l’essere, cioè nulla esiste.
b) se anche l’essere esistesse, esso non sarebbe conoscibile.
c) e ammesso pure che fosse comprensibile, non sarebbe comunicabile né spiegabile
agli altri”.
Protagora → relativismo.
Umanismo (uomo come criterio di giudizio), fenomenismo (realtà apparente), relativismo
conoscitivo e morale (non esistono valori morali assoluti, esiste ciò che è utile/dannoso,
più che ciò che è buono/cattivo), relativismo culturale.
Educazione: processo di socializzazione → da uomo individuale a uomo sociale.
Metodo dell’Antilogia (dell’opposizione delle tesi, della controversia)
►
a) l’uomo è misura di tutte le cose
b) delle cose che sono in quanto sono
c) delle cose che non sono in quanto non sono.
Percorso educativo
- Educazione prenatale: l’educazione fisica deve iniziare quando i bambini sono ancora
nel grembo.
0/3: allattati e curati dalle nutrici
3/6: giardino d’infanzia, disciplina e gioco
- Educazione primaria:
6/10: divisione per sesso, educazione uguale per entrambi, ginnastica per il corpo e
musica per l’anima
- Educazione secondaria:
10/13: apprendimento delle lettere
13/16: musica, canto, danza e insegnamenti ginnico-militari
16/18: apprendimento delle scienze matematiche
18/20: Efebia, si abbandonano gli studi per dedicarsi alla guerra.
- Educazione superiore:
20/30: studiare le scienze con una visione d’insieme
30/35: dialettica
35/50: cariche amministrative e militari (tirocinio)
► Cit: “Lo Stato si forma perché caso vuole che nessuno di noi basti a se stesso, privo
com’è di molte cose.”
8)Panegirico di Isocrate
Pubblicato nel 380 a.C., in occasione dei giochi olimpici, questo è il primo e più famoso
dei suoi discorsi politici.
Isocrate immagina di rivolgere la parola ad un’assemblea plenaria di tutti i Greci, per
rivendicare i diritti e le glorie politiche, culturali e spirituali di Atene innanzitutto, ma anche
di Sparta. Nel Panegirico, il filosofo sostiene che la retorica è eticità ma anche progetto
politico concreto di fronte alla crisi delle poleis, e lo scopo della peideia è favorire l’unità
contro il nemico comune, sulla base di valori spirituali comuni. Solo la cultura può
cementificare questa coesione del popolo greco.
► Cit. “Atene ha fatto sì che il nome dei Greci non indichi più la razza, ma la cultura, e
siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di
quelli che condividono la nostra stessa origine etnica.”
Isocrate: areté retorica, maestro dell’arte oratoria. Allagamento del paradigma della
paideia: il nome dei Greci indica la cultura.
- Contro i sofisti: manifesto programmatico nel quale esprime le sue idee fondamentali.
Per Isocrate l’eloquenza è un dono naturale, l’insegnamento può solo perfezionare.
- Panatenaico: formazione degli uomini come equilibrio tra sviluppo naturale, psicologico
e morale. Gli ideali educativi consistono nella praticità, nell’equilibrio interiore e con il
prossimo, nella saggezza e nella modestia.
- Nicocle: inno al Logos, legato all’etica e ai valori; il buon oratore è anche onesto.
- Antidosi: difesa della sua scuola → a pagamento, per tutti, non più di 9 alunni per
lezione, curricolo fondato sull’enciclopedismo sofistico, formazione morale attraverso i
precetti dell’esperienza e lo studio della storia, importanza della matematica e della
dialettica, che è propedeutica alla retorica.
Il diritto e le 12 Tavole:
altro cardine della civiltà romana antica. Dopo le pressioni della plebe, una commissione
di 10 magistrati si occuparono della stesura di una legislazione scritta, incisa su 12 tavole di
bronzo da esporre nel Foro: diritti e sanzioni applicate mediante procedure note a tutti. Fu
il primo codice nazionale di stirpe latina, e risale circa al V secolo a.C.
La famiglia:
fulcro della società, retta dalla figura del pater familias, che aveva diritto di vita e di
morte, vendita e cessione, totale autorità su moglie e figli.
Compenetrazione tra vita sociale e religiosa:
carattere pragmatico e utilitaristico della religione → volontà degli dèi esercita la sua
presenza più sui fatti della vita quotidiana che sulla sfera individuale. Romani molto
religiosi.
Educazione:
educato dalla madre fino ai 7 anni; indossa la toga praetexta, fino ai 17 segue il padre
nelle sue occupazioni di padre e cittadino, che offre un modello esemplare e conforme al
mos maiorum; indossa la toga virile, segue un tirocinio di un anno per la vita politica e
giudiziaria e poi obbligo del servizio militare fino ai 45; fino ai 60 servizio sedentario.
- Fra il II e il III secolo nascono delle scuole superiori di teologia, soprattutto in Oriente.
- L’antichità cristiana è l’epoca del sorgere della Chiesa, della sua prima attività
missionaria, del suo consolidamento di fronte allo Stato, della stabilizzazione della sua
coscienza dogmatica.
- Idee bibliche rivoluzionarie: creazionismo, monoteismo, antropocentrismo, legge di Dio
invece che legge della physis, Provvidenza, peccato originale e suo riscatto con Cristo,
corpo-anima-spirito di contro al dualismo greco corpo-anima, l’amore cristiano di contro
all’eros greco.
- Rispetto alla tavola dei valori della pedagogia greco-romana, il messaggio cristiano ha
portato ad una rivoluzione radicale dei valori (beatitudini), nuovi fini (il santo) e nuovi
mezzi (della grazia); il fulcro del rapporto pedagogico è l’amore.
13) Indica il prospetto delle scuole nella Didattica Magna (D.M.) e nella Pampaedia (nella
consultatio catholica) – Comenio.
D.M. → quattro cicli:
- scuola materna (per l’infanzia, fino ai 6 anni, sviluppare i sensi esterni, in ogni casa, per
maschi e femmine)
- scuola vernacolare (per la puerizia, 7-12, sviluppare i sensi interni, in ogni comune,
borgata o villaggio, per maschi e per femmine, il suo scopo è quello che tutti i ragazzi
imparino cose che saranno utili per tutta la vita. E’ articolata in sei classi e i libri sono in
volgare così da essere comprensibili)
- scuola di latino o ginnasio (per l’adolescenza, sviluppare intelligenza e capacità di
giudicare, in ogni città, per giovani che aspirano a incarichi più alti dei lavori manuali)
- accademia e viaggi (per la giovinezza, dovrà esserci in ogni grande provincia; sviluppo
della volontà; dai 19 ai 24 anni si fanno studi che se superati in modo eccellente,
permettono di accedere a cariche pubbliche. E’ destinata alla formazione della classe
dirigente)
(P.P) Per realizzare l’educazione universale Comenio prevede altri quattro cicli:
1. schola geniturae(scuola prenatale): fornire al genitore consigli utili sul piano morale e
igienico-sanitario.
2-5. quattro cicli della D.M.
6. schola virilitatis(scuola della virilità): per l’età matura; ha lo scopo di orientare la prassi
della vita del singolo attraverso il timore di Dio e l’impegno professionale.
7. schola senectutis (scuola della vecchiaia): di preparazione alla morte, con l’obiettivo di
ottenere finalmente che tutta la vita sia buona, in quanto buona sarà la sua conclusione.
8. schola mortis (scuola della morte): non riguarda solo la vecchiaia ma tutte le età.
COMENIO
Comenio rappresenta il punto di incontro tra Umanesimo, Rinascimento, Riforma
protestante, movimenti riformatori e mondo moderno.
Pensiero:
La sua concezione pedagogica si fonda su un profondo ideale religioso che concepisce
l’uomo e la natura come manifestazioni di un preciso disegno divino. Dio è al centro del
mondo e della vita dell’uomo; la sua costruzione pedagogica è caratterizzata da un
carattere etico-religioso e da una connotazione utopica: l’educazione deve condurre
alla creazione di un modello universale di uomo virtuoso al quale è affidata la riforma
generale di società e costumi. Comenio si è proclamato theologus, perché in tutte le
attività si proponeva di tenere presente e realizzare la volontà divina, la quale si manifesta
mediante tre libri divini: mondo o natura, realtà o mente umana, rivelazione o Bibbia. Due
principi fondamentali stanno alla base del suo pensiero: triadismo e armonia. I principi
trovano giustificazione nella Bibbia. Dio è concepito come Uno e Trino, creatore e padre
di tutta la creazione e redentore dell’umanità; l’uomo è inquinato dal peccato originale,
ma redento da Cristo e chiamato ad offrire il suo contributo per ristabilire l’armonia
dell’universo. Comenio elaborò infine una serie di triadi; tra queste ci sono gli organi per la
lettura di libri divini: sensus, ratio e fides (con i rispettivi strumenti manus, mens, lingua); le
triadi che esprimono a livello operativo le funzioni degli strumenti umani: sapere, agere,
loqui; theoria, praxis, chresis che ne evidenziano gli effetti; analysis, synthesis e syncrisis che
ne esplicitano i metodi.
Didactica magna:
Comenio espone la sua concezione dell’uomo, la più alta e perfetta delle creature, e del
destino dell’uomo che è l’eterna beatitudine dell’unione con Dio alla quale ci si prepara
nella vita. Le finalità per cui Dio colloca l’uomo sulla terra è che è creatura razionale,
signora delle altre creature, a immagina e delizia del suo Creatore. Ogni uomo deve
essere formato e tutti hanno bisogno di essere educati. La formazione quindi deve iniziare
dalla più tenera età, quando le menti sono molto ricettive. La cura dei figli tocca
inizialmente ai genitori ma c’è bisogno dell’istruzione scolastica; Comenio critica il suo
tempo in quanto le scuole non sono per tutti, non sono presenti dappertutto e non
dovrebbero escludere nessuno. Le scuole devono essere frequentate da tutti alla pari.
Comenio offre una ricca metodologia protesa sia a superare gli ostacoli che a mettere in
chiaro le distorsioni esistenti nel campo scolastico. Sottolinea l’importanza di un’adeguata
scelta dei contenuti, poiché istruire significa aprire la mente all’intelligenza, ricavando il
sapere dalla natura come facevano gli antichi. I libri devono essere a immagine
dell’universo ed essere scritti con un linguaggio familiare e comune. Importante è la
disciplina, che deve essere esercitata contro chi sbaglia perché l’errore non si ripeta, in
modo tale che l’alunno capisca che la pena è rivolta al suo bene. Le frustate e le botte
non servono in quanto allontanano gli alunni dallo studio invece che ispirarli all’amore
verso di questo.
Comenio avanza la proposta di organizzazione scolastica che prevede quattro gradi, nei
quali l’educazione si deve svolgere secondo un modonaturale e ciclico, ogni grado
scolastico si occuperà di sviluppare facoltà adeguate all’età dell’alunno. Nelle scuola
bisogna insegnare sempre le stesse cose ma in modo diverso; le varie discipline si
attengono al metodo naturale e devono essere impartite tutte insieme e non
separatamente. Ci sono tre differenze:
1. Nel primo ciclo di formazione si devono insegnare le cose in generale ed elementare, in
quello successivo invece in modo particolare e distinto.
2. Nella scuola materna si devono esercitare i sensi esterni, nella vernacolare quelli interni,
nel ginnasio si svilupperò la capacità di giudicare e l’intelligenza, nell’accademia si
formerà la volontà.
3. Le scuola inferiori (materna e vernacolare) sono frequentate da giovani di entrambi i
sessi, il ginnasio è indirizzata ai giovani che faranno lavori manuali e le accademie
formeranno i dirigenti e gli insegnanti del futuro.
Consultatio Catholica:
Comenio trova nella pansofia (sapienza operativa connotata) l’orizzonte della sua
speculazione e il rinnovamento della sua filosofia. La pansofia, come sapienza universale
che vuole realizzare una formazione completa dell’uomo, si realizza attraverso la
pampaedia, titolo della parte centrale dell’opera.
Nella Pampaedia Comenio presenta il cammino per conseguire la formazione dell’uomo:
la panscholia, ossia il fatto che l’educazione si svolge in tutte le fasi della vita anche se
con modalità diverse; la pambiblia, ossia l’educazione si realizza attraverso lo studio di
tutto il sapere in modo sistematico e organizzato; la pandidascalia, ossia l’educazione
deve avvenire secondo i criteri dell’universalità, della semplicità e della spontaneità.
Comenio privilegia il metodo sincritico, bisogna usare un metodo completo, coniugando
sempre l’analisi alla sintesi e alla sincrisi (giudizio comparativo). Per studiare qualcosa
bisogna smontarlo e ricomporlo, confrontare. L’analisi è la scomposizione dell’unità nelle
sue parti, la sintesi è la ricomposizione delle sue parti nel loro insieme, la sincrisi è il
confronto delle parti.
La costruzione di una società rinnovata richiede la riforma dei costumi e delle istituzioni
esistenti, mediante un preciso impegno comune in cui devono collaborare le singole
persone, le famiglie, la scuola, la Chiesa e lo Stato. Per il raggiungimento degli obbiettivi di
questa riforma sociale, Comenio propone le creazione di tre organismi internazionali:
Collegium lucis, Dicasterium pacis, Consistorium oecumenicum.
Locke
VIII secolo, empirismo, opposto al razionalismo cartesiano. Interesse alla gnoseologia
(teoria) e alla politica (pratica), ispirandosi a Hobbes senza condividerne però la
radicalità.
GNOSEOLOGIA: In quanto empirista vede nell’esperienza il fondamento del sapere
umano: nega le idee innate e assume che ogni conoscenza deriva dall’esperienza →
mente come tabula rasa, su cui si imprimono le idee tramite la sensazione (senso esterno)
e la riflessione (senso interno). 4 fasi del processo conoscitivo: intuizione, sintesi, analisi,
comparazione.
EDUCAZIONE: Partendo dalla sua concezione filosofica di empirismo gnoseologico, Locke
afferma che solo un giusto uso della ragione, guidato dall’educazione, accresce la
conoscenza. L’uomo ha delle potenzialità naturali, ma solo l’educazione porta al loro
sviluppo. L’educazione ha un valore politico, poiché ha un ruolo chiave di formazione di
un individuo socialmente adatto a governare e a vivere con gli altri.
POLITICA: distinzione tra condizione originaria dell’uomo → stato di natura, e stato sociale,
subentrato per convenzione tramite un contratto sociale. Cristianesimo razionale:
tolleranza e ragionevolezza applicate alla religione.
Rousseau
Grande teorico della pedagogia moderna, figura fondamentale nello sviluppo della
filosofia dell’educazione avvenuto nel Settecento.
Discorso sulle scienze e le arti:
Sostiene la tesi opposta a razionalisti e illuministi, affermando che scienze e arti non hanno
contribuito alla felicità e virtù dell’uomo, anzi lo hanno allontanato da se stesso e dalla
natura. Rousseau esalta le virtù degli antichi e la semplicità dei costumi, criticando la
cultura moderna corruttrice ed egoistica.
Discorso sull’origine e i fondamenti della disuguaglianza tra gli uomini:
Ricostruisce la storia dell’umanità a partire da un ipotetico stato di natura, dove l’uomo
non si distingue dagli animali e non conosce nessuna forma di socialità. Dimostra che
l’uomo allo stato di natura è un “animale sofferente”, dotato di un sentimento di
autoconservazione e uno di compassione per gli altri, e dall’unione che lo spirito umano
sa fare di questi due principi, derivano tutte le regole del diritto naturale; passa poi a
descrivere il costituirsi dei primi nuclei sociali come conseguenza di catastrofi naturali; si
sviluppa così ciò che è propriamente umano: il linguaggio, arti e tecniche, il lavoro. A
questo punto si instaura il rapporto di disuguaglianza, sulla base di eventi casuali che
permisero ad alcuni di accaparrarsi dei beni, costringendo gli altri a vendere il proprio
lavoro per sopravvivere. L’uomo si evolve naturalmente per sopravvivenza; il
soddisfacimento dei bisogni essenziali conduce al soddisfacimento di quelli superflui, per i
quali è necessario il lavoro di molti uomini, e la disuguaglianza tra gli uomini diviene
impositiva: su questa base viene elevato lo Stato. L’uomo però può risalire allo stato
originario, lo “stato di natura”, un criterio di giudizio per sottrarre l’uomo al disordine e
all’ingiustizia.
II processo attraverso cui la famiglia, la società e l’individuo possono ritornare alla loro
condizione naturale è descritto da Rousseau in tre celebri opere: Nuova Eloisa, Contratto
sociale, Emilio.
Emilio
Tesi fondamentale → all’educazione opprimente tradizionale va sostituita una con il fine
di conservare e rafforzare la natura originaria umana. Pedagogia e politica sono unite e
rendono possibile la riforma dell’uomo e della società, riconducendola al recupero della
condizione naturale.
E’ un’opera in 5 libri, che ottenne molti elogi privati ma molte critiche e condanne; si
diffuse soprattutto nell’Ottocento romantico ed ebbe un peso notevole nei successivi
studi di pedagogia, soprattutto per la messa in primo piano del fanciullo.
Nella Prefazione, R. sottolinea il carattere teorico dell’opera, affermando che da tempo
c’è la necessità di proporre una nuova forma di educazione, e che per quanto sia l’arte
di formare gli uomini di primaria utilità, è ancora trascurata. L’infanzia è trascurata e poco
conosciuta.
Libro I: descrizione dei principi fondamentali (bontà originaria dell’uomo e sua
degenerazione nei rapporti sociali) e dei tre maestri di educazione(natura, uomini, cose) +
dedicato all’infanzia → idee per un allevamento che non crei abitudini innaturali e
nefaste. L’educazione deve assecondare la natura del fanciullo, e nel contesto familiare il
padre ha un ruolo guida. Data l’inaffidabilità dell’educazione domestica, si impone la
scelta del precettore, che dev’essere un giovane che accompagni per anni il fanciullo,
insegnandogli la scienza dei doveri dell’uomo. L’Emilio protagonista è immaginato come
un fanciullo di intelligenza comune, ricco nobile, orfano, in salute.
Libro II: la fanciullezza è un’età pre-razionale e pre-morale, rivolta agli interessi presenti. E’
giusto “perdere tempo” e apprendere tramite le esperienze, anche dolorose. Il fanciullo
impara a riconoscere gli errori più che apprendere le regole e acquisisce conoscenza
dall’esperienza più che da lezioni. L’errore fondamentale di impostazione del problema
pedagogico consiste nel considerare il fanciullo proiettato sul piano dell’uomo. Rousseau
sostiene che il fanciullo deve dipendere non dagli uomini ma dalle cose. Pertanto sostiene
che l’educazione seguirà l’ordine della natura e dovrà essere indiretta, passando
attraverso l’esperienza delle cose e degli effetti delle sue azioni. Anticipa così il principio
dell’imparare facendo. L’educazione dovrà essere anche negativa, cioè teorizza il non
intervento diretto dell’educatore, che accompagna il fanciullo e lo tiene lontano dalle
influenze negative, eliminando ogni elemento che potrebbe deviare lo sviluppo. Occorre
non accelerare la crescita naturale e lasciare alla natura il tempo di evolversi. Bisogna
parlare di religione ai fanciulli quando possono intendere qualcosa: ogni cosa va fatta a
suo tempo. Il lungo ozio dell’infanzia si deve impiegare nell’educazione dei sensi, poiché
► “tutto ciò che penetra nell’intelletto vi giunge attraverso i sensi. Sostituire ciò con i libri
significa insegnare a fare uso della ragione altrui, a credere molto e a non sapere mai
niente”.
Libro III: dedicato alla preadoloscenza. L’allievo è forte, curioso, possiede forze intellettuali
che chiedono di essere impiegate. Questa è l’età migliore per inviarlo allo studio, ma il
gioco resta più importante dei libri. L’allievo impiegherà tutte le sue forze nello studio e nel
lavoro, non imparando tutto ma solo ciò che è utile. L’utile ora diviene un efficace
strumento di educazione. Continuerà ad imparare facendo ma si aggiungerà l’intervento
positivo del precettore. Bisogna insegnare all’allievo i metodi utili per apprendere le
scienze e il gusto per coltivarle. Rousseau propone la lettura di un solo libro: Robinson
Crusoe, che costituisce il più felice trattato di educazione naturale. A partire dalla
dimensione del lavoro, l’allievo imparerà a valutare dal punto di vista dell’utilità, un
criterio naturale di valutazione. Attraverso l’abitudine all’esercizio fisico e al lavoro delle
mani bisogna infondere nell’allievo il gusto della riflessione e meditazione.
Libro IV: Il quarto libro tratta dell’adolescenza. Si assiste al risveglio delle passioni e vanno
affrontati gli studi morali, lo studio delle lingue, la formazione del gusto, le letture e gli
svaghi. A 18 anni avviene l’educazione religiosa tramite un sacerdote di campagna che
ha il compito di trarre dall’animo l’idea originaria di Dio e i fondamenti della morale.
L’allievo è anche pronto a conoscere l’amore. In questo periodo l’amore diventa più
complesso e si specifica quando si raggiunge l’attrazione per altro sesso. La curiosità verso
l’altro sesso deve essere soddisfatta; Rousseau ritiene anche che il primo sentimento verso
cui si sente disposto un giovane educato con cura non è l’amore, ma l’amicizia; è
compito del precettore insegnargli a scoprire i suoi simili e ad amare tutti gli uomini, così
da non rinchiudersi in una classe sociale. L’allievo desidera entrare nella vita sociale, per
cui è necessario che il precettore lo educhi alla morale dell’esistenza sociale. La
socializzazione si svilupperà positivamente se l’amore di sé non degenera nel desiderio di
primeggiare e nell’egoismo. L’allievo dovrà acquisire una chiara coscienza del posto che
occupa nella società e del suo dovere nei confronti di essa. L’allievo si interesserà alla
religione quando il processo naturale della mente orienterà le sue ricerche in tale
direzione. La religione naturale si indirizza soprattutto alla ragione; la professione di fede si
può riassumere in due affermazioni: il primo principio della religione naturale è l’esistenza
di Dio, il secondo principio è l’immortalità.
Libro V: Il precettore guida l’allievo alla ricerca di una compagna ideale. E’ una ragazza
di campagna che la natura ha creato debole e sottomessa all’uomo. L’educazione della
donna è finalizzata al matrimonio e all’educazione della famiglia; quando l’allievo e la
donna si sposeranno e l’allievo diventerà padre, il compito del precettore sarà terminato.
La donna viene esaltata come modello di virtù e saggezza ma anche relegata ad una
posizione naturalmente subalterna all’uomo. L’educazione delle donne deve essere in
funzione degli uomini; le occupazioni utili per il governo della casa sono le prime lezioni
che bisogna impartire alle fanciulle, ma l’educazione femminile deve soprattutto basarsi
sull’obbedienza. Per quando riguarda la religione, la donna apprenderà quella della
madre e poi del marito. La donna ideale è di buona famiglia, buon carattere e cuore
sensibile, non bella, ma che ama vestirsi bene e ha buon gusto, riesce sempre ad
associare semplicità ed eleganza. E’ religiosa ma segue una religione semplice, consacra
la vita intera a servire Dio; ama la virtù e ha solo un innamorato. Per preparare la donna al
matrimonio, si manda in città da una zia, dove viene introdotta in varie famiglie e
condotta a raduni e feste; il presupposto per un matrimonio felice è che avvenga tra
persone dello stesso ceto della stessa cultura.
Pestalozzi Rousseau
PESTALOZZI
Veglia di un solitario:
Opera che rivela l’influenza dello Sturm und Drang iniziando con la domanda “l’uomo
nella sua essenza che cos’è?”. Pestalozzi è convinto della bontà originaria della natura
umana per cui cercò di definire la destinazione, lo scopo e la vita propria dell’uomo.
Pestalozzi fondava il concetto di natura sulle “sfere vitali”, cioè sulle quattro relazioni
essenziali della vita dell’individuo: famiglia, professione, Stato, dimensione interiore.
Secondo lui gli individui sono educati dalle relazioni; queste relazioni (sfere) sono edificabili
in un quadruplice ordine: tre esterne (famiglia, professione, stato) e una interna (rapporto
con Dio).
Leonardo e Gertrude:
Romanzo popolare in quattro libri dove prevale l’intenzione di descrivere al popolo la sua
condizione e indicargli la strada per migliorarla. Pestalozzi nel romanzo finiva a fondare
l’ordine etico con l’ordine economico-sociale, in quanto la stessa idea di educazione
elementare del popolo si riassumeva in gran parte nella preparazione professionale.
Sulla legislazione e l’infanticidio:
Pestalozzi indagò le cause di questo orrendo delitto. Dimostrò con chiarezza che l’uomo
non nasce delinquente e che le ragazze madri macchiate dell’infanticidio in condizioni
diverse avrebbero allevato il loro bambino. Le condizioni che le avevano spinte al delitto
erano la povertà, le sensazioni penali, le difficoltà lavorative, la colpa dell’uomo, la paura
dei famigliari, il timore dello scandalo pubblico. Pestalozzi fece anche delle proposte
concrete affinché lo stato mediante una legislazione più saggia fosse in grado di aiutare
le ragazze madri.
Mie indagini sul corso della natura nello svolgimento del genere umano:
Pestalozzi si dedicò alla riflessione filosofica; prevenne alla determinazione che la più alta
realizzazione della natura umana consiste soltanto nello stato morale, al quale l’uomo
giunge non attraverso un dono, bensì mediante una conquista. La natura ha tre ordini:
stato naturale, stato sociale e stato morale. P. individua nell’ultimo lo stato più elevato e
considerando l’uomo rispetto ai tre stati: lo vede come opera della natura, della società e
di se stesso. Solo l’uomo come essere morale realizza pienamente la sua natura umana.
Conclusioni
Pestalozzi è importante per cinque fondamentale fattori:
- Diritto dell’umanità
- Importanza dell’educazione popolare
- Ruolo centrale della donna
- Necessità che l’educazione tocchi i momenti dell’infanzia
- Figura centrale dell’educatore
NECKER (Settecento/Ottocento)
(necker- rousseau → La pedagogia della Necker è stata considerata una reazione a
quella di Rousseau, un rifiuto del suo naturalismo, una confutazione dei suoi estremismi. Il
concetto fondamentale è quello della progressività del processo educativo.
L’educazione deve essere completa e organica fin dalla nascita, senza trascurarne degli
aspetti, mentre Rousseau presumeva che alcune facoltà si palesino con lo sviluppo e che
quindi debbano essere sviluppate successivamente. L’educazione seguirà il corso della
natura ma senza dimenticare la dimensione soprannaturale nella quale risiede il suo
ultimo fine. Al fine soprannaturale dove mirare ogni aspetto e momento dell’educazione.
La religione è il fondamento dell’educazione morale, sociale e familiare. All’utopia
roussoniana dell’isolamento di Emilio, la Necker oppone la concretezza dell’educazione
che ha sede naturale nella famiglia e la sua generatrice nell’opera della madre).
Il metodo di insegnamento non farà leva sulle facoltà intellettive ma armonizzerà queste
con le facoltà attive così da non spezzare l’unità psicologica dell’individuo. La scienza
deve essere insegnata in funzione della verità che è quella di cui è depositaria la religione
cristiana. L’educazione scientifica si deve quindi porre a servizio dell’educazione morale e
religiosa.
Gioco e lavoro
L’educazione progressiva ha il fine di procedere secondo la gradualità delle forme
attraverso le quali Dio si manifesta ed agisce, e data la sua identità con l’uomo e la
natura, il divenire si esplica come Dio che gioca nel bambino, che lavora nell’adulto, che
crea nella sua trascendentalità. Lo sviluppo divino che è nell’uomo è una forma di
autoeducazione, con cui viene alla luce il divino che è il ognuno.
► “Il gioco è il vero lavoro del fanciullo: mezzo di conoscenza e di manifestazione della
forza creativa del suo spirito, ossia di quel divino che è per l’uomo il senso della dignità e il
fondamento della sua personalità.”
MARIA MONTESSORI
Vita (1870-1952). Consegue la laurea in Medicina a Roma. Diventa rappresentante
dell'Italia al Congresso Internazionale delle donne, che trattava di tematiche legate
all'emancipazione femminile. Lavora in una clinica psichiatrica con bambini frenastenici
(con insufficienza mentale). Diede alla luce il figlio da una relazione scandalo, per cui fu
costretta ad abbandonarlo per poi ricongiungersi a lui successivamente. A differenza di
altri suoi colleghi la Montessori affermava che i deficit non dipendevano principalmente
da una questione medica ma pedagogica, così riuscì a far ottenere una classe specifica
per bambini con insufficienze mentali, e ottenne l'incarico di tenere alle maestre un corso
sull'educazione di tali bambini. Lavorò molto all'interno del quartiere romano San Lorenzo.
Nel 1907 venne aperta la prima "Casa dei Bambini". I visitatori stranieri divulgano
l'esperienza all'interno di tali nuove scuole tanto che diventarono famose in Europa e negli
Stati Uniti, Barcellona . Venne criticata da Dewey (rispetto ai materiali, considerati non
idonei perché estranei all’esperienza dei bambini ed espressione delle distinzioni
intellettuali degli adulti; inoltre le rimprovera di non preoccuparsi della mancata
consapevolezza del bambino che svolge la sua attività con i materiali, e il fatto che essi
sono artificiosi e si prestano ad uso esclusivamente standardizzato). Verso gli anni Trenta
venne fortemente criticata in Italia a causa delle poca originalità dei suoi metodi, non
applicabili in tutte le classi, per la mancanza di una teoria pedagogica e la questione
dell’attività libera e spontanea del bambino. Si trasferisce con il figlio a Barcellona ma allo
scoppio della guerra civile si trasferisce in Germana dalla quale è costretta a scappare
per l'arrivo di Hitler; decidono di andare in India, dove M.M. fa delle riflessioni più ampie
sulla vita dell'uomo, dal punto di vista cosmico. Alla fine della guerra, pubblicherà La
scoperta del bambino, in cui afferma che tale scoperta è la prospettiva che occorre per
affrontare i grandi problemi dell’umanità. Candidata al premio Nobel per la pace, non le
viene assegnato. Muore nel 1952 in Olanda.
Pedagogia scientifica La sua pedagogia scientifica è data dalla sua formazione
universitaria, che la porta a non chiudersi verso la realtà ma ad analizzarla di continuo.
L'antropologia pedagogica diventa fondamentale per lo studio fisico dell'educando e la
sua crescita. Il suo percorso verso la pedagogia era iniziato già da quando aveva
sostenuto che il problema dei bambini minorati non era di natura medica ma
pedagogica; sottolinea l'importanza di un nuovo indirizzo educativo basato sulla
conquista dell'uomo tramite la bontà e abolisce premi e castighi.
"Il mio primo titolo in fatto di pedagogia": include i metodi di educazione che lei stessa
sperimenta per i bambini frenastenici. La Montessori riesce a comprendere fino in fondo i
limiti del positivismo e definisce la figura di scienziato come colui che sa indagare la
natura e non colui che maneggia gli strumenti. Lo scienziato è il religioso della natura. Egli
non può essere costretto nelle odierne scuole in quanto in esse i bambini sono soffocati:
«la scuola al contrario dovrebbe permettere libere manifestazioni naturali del fanciullo».
La pedagogia, secondo la Montessori, non offre solo la capacità di osservare, ma anche
di trasformare i bambini (come a San Lorenzo): tramite un trattamento continuo i bambini
minorati sono in grado, con la pedagogia scientifica, di essere al pari dei bambini normali.
Dunque l'osservazione non basta, è necessario agire sulla scuola e sugli alunni.
La "Casa dei Bambini" La casa è una vera scuola di educazione i cui metodi sono ispirati
ai razionali principi della pedagogia scientifica. In essa porta gli elementi della sua
pedagogia: la consapevolezza che l'apprendimento infantile è legato al manipolare, al
movimento; il suo impegno femminista in quanto consapevole dell'impegno della scuola
per la madre lavoratrice che vi affida i suoi figli. L'ambiente educativo presenta
determinate regole: le madri devono collaborare all'opera educativa della direttrice, per
cui si ha l'obbligo di una cura fisica e morale dei figli. All'interno della struttura vi sono
tavoli destinati ai bambini solidi e duraturi, ogni bambino ha una sedia e una poltroncina.
La Montessori era convinta che "dalla casa verrà la persona". Per quanto riguarda la
maestra, la Montessori non le impose obblighi speciali, solo le insegnò ad usare alcuni
materiali sensoriali per presentarli ai bambini. All'inizio la maestra li consegnava e li
riordinava, ma poi lascia fare ai bambini notando il loro desiderio di far ciò, e
successivamente anche di scegliere da soli il materiale da usare. La maestra non
dev'essere invasiva ma discreta.
« il trionfo massimo del nostro metodo sarà quello di ottenere il progresso spontaneo del
bambino». Il materiale montessoriano è stato però criticato per la sua mancanza di
socializzazione, poiché fa operare isolatamente i sensi ed è analitico.
Dewey
Novecento, scuole progressive negli Stati Uniti. La sua filosofia gira intorno alla “teoria
dell’esperienza”, ossia lo scambio attivo tra soggetto e natura che trasforma entrambi i
fattori e che resta costantemente aperto. Se la natura è data nell’esperienza questa
introduce nella natura il principio dell’integrazione razionale che trova articolazione nella
scienza moderna. Così è all’uomo e alla sua intelligenza creativa che è affidato lo
sviluppo e il controllo dell’esperienza attraverso l’uso della logica, caratterizzata da
metodo scientifico.
MARITAIN
Nell’ambito del personalismo emerge la figura di Maritain con la sua opera “L’educazione
al bivio” nella quale denuncia gli errori presenti nella pedagogia contemporanea.
Il pensiero di Maritain è caratterizzato dal rifiuto di spiegazioni materialistiche della realtà, il
che lo porta vicino a posizioni spiritualistiche. Maritain approda alla filosofia tomistica che
evitando di concepire l’uomo come essere puramente naturale, ma anche riconoscendo
il valore della sua ragione e della sua azione terrena, gli appare come suscettibile di
essere un punto di riferimento per la soluzione moderna di tutti i problemi dell’umanità.
Tre riformatori: Lutero, Descartes, Rousseau: esamina Lutero nel campo della religione,
Cartesio nel campo della filosofia e Rousseau nei campi della psicologia morale e politica
(Rousseau ha snaturato il Vangelo trasportando alcuni aspetti del cristianesimo sul piano
della semplice natura). A Maritain interessano le ricadute sul piano filosofico dei loro
atteggiamenti verso la religione, la cultura e la politica.
Umanesimo integrale: la nuova cristianità si precisa nella sua modernità specialmente nel
confronto con la cristianità medievale. Questa aveva come programma ideale una
concezione sacrale del temporale, cioè la subordinazione del potere politico e di tutta la
vita sociale ed intellettuale al potere teocratico. Questa concezione è caduta perché
non rispondeva alla duplice aspirazione dell’uomo, quella naturale e quella
soprannaturale, nessuna delle quali poteva ridursi all’altra, ma che devono essere
riconosciute nel loro rispettivo valore. Nell’età moderna si perde il concetto di unità
spirituale, fondata sulla subordinazione del temporale al sacrale: nasce lo Stato liberale,
che però per superare l’individualismo e ritrovare l’unità, sfocia nel totalitarismo. Maritain
esamina le caratteristiche di base dell’immagine prospettica di una nuova cristianità. La
sua prima nota caratteristica è il pluralismo. Questa nuova cristianità è la soluzione
necessaria dopo il superamento del capitalismo e della crisi del socialismo. In una società
di tipo pluralistico, l’autorità si trasforma da forza politica a forza morale. La vita umana
non sarebbe più regolata dalla scienza, ma dalla saggezza, in modo da non far dominare
l’uomo dalla macchina, ma la macchina sarebbe al servizio dell’uomo per i suoi fini
morali. Sarebbe una società democratica nella quale il lavoro non sarebbe più legato
alla disuguaglianza fondata sul denaro, ne assumerebbe il carattere di un livellamento
personale, ma sarebbe la base di un’aristocrazia, cioè di un primato dei migliori. È
evidente che per formare questa nuova società è necessaria una nuova educazione.
L’educazione al bivio: il compito principale dell’educazione è quello di formare l’uomo e
di guidarne lo sviluppo, tuttavia nel trattare gli scopi dell’educazione si incontrano diversi
errori.
Il termine educazione ha tre significati:
1) qualunque processo per mezzo del quale l’uomo è formato e condotto verso la
perfezione
2) opera di formazione che gli adulti intraprendono nei confronti della gioventù
3) compito specifico delle scuole e delle università.
29) I 7 errori (Maritain) in “Educazione al bivio”
1. misconoscimento dei fini: critica al primato dei mezzi sui fini, dimenticare i fini da
raggiungere per dedicarsi esclusivamente ai mezzi, cioè ai metodi dell’educazione.
L’educazione è un’arte morale e ogni arte è una spinta dinamica verso un oggetto da
realizzare che è lo scopo dell’arte stessa. Non c’è arte senza finalità.
2. idee false riguardo al fine: non si possono stabilire i fini se non si risponde ad una
domanda preliminare “che cos’è l’uomo?”. Solo due categorie di concetti possono
considerarsi oneste e leali per rispondere a questa domanda, ossia: il concetto scientifico,
che si concentra sugli aspetti fenomenici dell’uomo (se questo concetto fosse esclusivo
l’educazione sarebbe solo l’allevamento di un animale per utilità dello stato), e il
concetto filosofico, che giudica l’uomo come essere spirituale e come persona, che
possiede una dignità assoluta perché è in rapporto con il regno dell’essere, della verità,
della bontà, della bellezza e con Dio. Il concetto di persona è da distinguere da quello di
individuo. L’individuo è un frammento dell’universo fisico, la persona è un microcosmo,
caratterizzato da coscienza, amore, volontà.
3. pragmatismo: critica la teoria pragmatista dell’educazione che concepisce l’attività
intellettuale dell’uomo come suscitata dai bisogni pratici e finalizzata all’azione.La critica
che fa Maritain va al suo principio di fondo, ossia che l’attività pensante sia suscitata dai
problemi e dalle difficoltà che la vita pratica dell’uomo deve affrontare e risolvere. A
questo principio oppone l’affermazione per la quale alla base dell’azione umana c’è la
verità, ricercata per se stessa e per amore della verità stessa. Il pragmatismo pone
l’educazione al bivio tra una formazione esclusivamente pragmatica dell’uomo ed un
umanesimo integrale che sembra per Maritain la sola concezione adeguata.
4. sociologismo: l’essere umano è condizionato dalla vita sociale e di tale
condizionamento se ne fa un modello unico di educazione. Ma l’essenza dell’educazione
consiste prima di tutto nel formare un uomo, e solo poi preparare un cittadino.
5. intellettualismo: un approccio che considera preminente l’attività dell’intelletto sulla
volontà. Esso si manifesta in due forme: la perfezione educativa nella sola abilità dialettica
o retorica, e la perfezione educativa nella specializzazione scientifica e tecnica. M. critica
l’uomo specializzato poiché impoverito e disumanizzato, che non è capace di operare in
un campo lontano dal proprio.
6. volontarismo: una corrente opposta all’intellettualismo, che sostiene la formazione di
virtù della volontà e del carattere. Il rischio è che la volontà e le doti di carattere possono
essere utilizzate per il male e per distruggere la libertà e il senso della verità, come
dimostrato nell’educazione dei regimi totalitari. Ciò non significa che la volotà non sia
essenziale nella formazione integrale dell’uomo: conoscere il bene non basta, è
necessario volerlo. Intelligenza e volontà sono entrambe necessarie nella formazione
ideale.
7. ogni cosa può essere appresa mediante l’insegnamento: Maritain afferma che non
tutto ciò che è importante nella formazione dell’uomo può essere ottenuto
dall’insegnamento, il quale non può formare la coscienza morale, se non indirettamente.
L’esperienza, attraverso la quale si compie la formazione dell’uomo, non può essere
insegnata in nessuna scuola. Un altro aspetto paradossale dell’educazione riguarda le
istituzioni educative (famiglia, scuola…) e l’ambito extra educativo: la sfera extra
educativa esercita sull’uomo un azione più importante della stessa educazione. Tuttavia
la scuola non deve essere considerata inutile, poiché crea le condizioni per la formazione
della vita morale, non rendendo retta la volontà ma illuminando la concezione morale
del fanciullo.
30) 5 disposizioni innate nello spirito del fanciullo, incoraggiate dall’opera educativa
(Maritain)
Maritain sottolinea cinque disposizioni fondamentali che devono essere incoraggiate
dall’opera educativa:
1- amore della verità
2- amore del bene, della giustizia e delle imprese eroiche
3- semplicità e apertura all’esistenza
4- il senso del lavoro ben fatto
5- il senso di cooperazione
► CIT: “Se è vero che il nostro principale dovere consiste nel diventare chi siamo, niente è
più importante per ciascuno di noi e niente è più difficile.”
DON MILANI
Il contesto in cui vive Don Lorenzo Milani è caratterizzato dal regime fascista, dalla 2GM,
dalla ricostruzione e dal boom economico degli anni '60. La sua vita è segnata
dall'impegno verso l'educazione e l'evangelizzazione dei ragazzi di San Donato e di
Barbiana: rendendosi conto della mancanza di istruzione, decise di aprire una scuola per
giovani operai e contadini, convinto che il bene dei poveri potesse essere promosso solo
dall'istruzione. Privilegiava nell'insegnamento la lingua e la parola, chiave per
comprendere e comunicare con il mondo. Egli afferma che ognuno deve sentirsi
responsabile di tutto.