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ansia
Reazione istintiva di difesa, un allarme
dell’istinto di conservazione, che anticipa
un potenziale pericolo.
DISTURBO
D’ANSIA indotto AGORAFOBIA?
da SOSTANZE
DISTURBO
D’ANSIA
non altrimenti
specificato
DIAGNOSTIC and STATISTICAL MANUAL of MENTAL DISORDERS DSM- IV
disturbo d’ansia generalizzata
Criteri diagnostici
• Definizione (DSM-IV):
– presenza di ansia, preoccupazioni e sintomi somatici che
causano un disagio clinicamente significativo e menomazione
del funzionamento sociale e lavorativo
• Caratteristiche principali:
– ansia ad esordio graduale e andamento cronico-persistente,
di intensità moderata
– preoccupazione eccessiva, difficile da controllare, più
duratura delle abituali preoccupazioni dei soggetti sani. Non
focalizzata in situazioni particolari
– tensione motoria: irrequietezza, tremore, incapacità a
rilassarsi, cefalea (abitualmente bilaterale, gravativa,
frontale o occipitale, a cerchio o a casco)
– Iperattività del sistema nervoso autonomo: sudorazione,
palpitazioni, bocca secca, vertigini, malessere gastrico
disturbo d’ansia generalizzata
• Altri sintomi psichici:
– irritabilità, difficoltà di concentrazione, ipersensibilità ai
rumori, disturbi della memoria
• Altri sintomi motori:
– dolenzia e rigidità muscolare diffuse, soprattutto alla
schiena e alle spalle
• Altri sintomi autonomici:
– Gastrointestinali: bocca secca, difficoltà ad ingoiare,
borborigmi, spasmi addominali
– Respiratori: sensazione di costrizione toracica, difficoltà ad
inspirare, e conseguente iperventilazione
– Cardiovascolari: sensazione di malessere precordiale,
palpitazioni, sensazioni di battiti mancanti
– Genitourinari: minzione frequente e impellente, impotenza
erigendi, mancanza del desiderio sessuale, malessere
perimestruale
– Sistema nervoso: sensazione di offuscamento della vista,
instabilità nella marcia e nella postura, insonnia (difficoltà
nell’addormentamento, risvegli frequenti e terrori notturni ),
sintomi depressivi
disturbo d’ansia generalizzata
• Epidemiologia:
– Epidemiological Catchment Area (ECA) Study:
• Prevalenza annuale: 3.8%
• Prevalenza lifetime: 4.1% - 6%
– Rapporto uomini: donne = 1: 2
– età di insorgenza: 20-40 anni
• Etiologia:
– Fattori Individuali predisponenti:
• genetici:
– disturbi d’ansia sono più frequenti tra i familiari di pazienti con DAG
che nella popolazione generale
– nei gemelli monozigoti la concordanza per disturbi d’ansia e del 41%,
mentre nei dizigoti è soltanto del 4%.
• Personologici:
– Eventi di vita stressanti precipitanti: possono scatenare o
favorire la cronicità
disturbo d’ansia generalizzata
• Teorie psicoanalitiche:
– il conflitto intrapsichico genera ansia quando la
repressione messa in atto dall’IO rischia di essere
sopraffatta dall’eccitazione proveniente dal conflitto
stesso e non vengono posti in atto altri meccanismi di
difesa
– L’IO è più facilmente sopraffatto se si sono verificate
delle debolezze nel suo sviluppo (separazioni, perdite,
abuso fisico o sessuale)
• Condizionamento:
– per eccessiva debolezza del sistema nervoso autonomo,
le risposte di quest’ultimo a stimoli paurosi si
generalizzano a situazioni neutre
• Teorie cognitive:
– Distorsione dell’elaborazione delle informazioni relative
alla percezione di situazioni potenzialmente pericolose
e apprendimento di comportamenti disfunzionali
disturbo d’ansia generalizzata
• Decorso e Prognosi:
– tende facilmente alla cronicizzazione e/o all’evoluzione
verso un DAP
– se curato adeguatamente, migliora nell’arco di pochi
mesi
• Trattamento:
– Psicoterapia di supporto: diminuire lo stress ed
aumentare le capacità di adattamento del soggetto
– Psicoterapia cognitivo-comportamentale: correggere le
distorsioni cognitive e i comportamenti aberranti
– Psicoterapia analitica
– Psicofarmacoterapia
disturbo d’ansia generalizzata
Ricordiamo che un Attacco di Panico non è un disturbo codificabile di per sè, dato che
deve essere codificato con una diagnosi specifica nell'ambito della quale si manifesta,
per esempio Disturbo di Panico Con Agorafobia. Attacchi di panico si manifestano
infatti nell'ambito di molti disturbi di ansia
agorafobia
Criteri diagnostici DSM IV R (non è un disturbo codificabile)
A. Ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante)
allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di un Attacco di Panico
inaspettato o sensibile alla situazione, o di sintomi tipo panico. I timori agorafobici riguardano
tipicamente situazioni caratteristiche che includono l’essere fuori casa da soli; l’essere in mezzo
alla folla o in coda; l’essere su un ponte e il viaggiare in autobus, treno o automobile. Nota Prendere
in considerazione la diagnosi di Fobia Specifica se l’evitamento è limitato a una o solo a poche
situazioni specifiche, o la Fobia Sociale se l’evitamento è limitato alle situazioni sociali.
B. Le situazioni vengono evitate (per es., gli spostamenti vengono ridotti), oppure sopportate con molto
disagio o con l’ansia di avere un Attacco di Panico o sintomi tipo panico, o viene richiesta la
presenza di un compagno.
C. L’ansia o l’evitamento fobico non sono meglio giustificabili da un disturbo mentale di altro tipo, come
Fobia Sociale (per es., evitamento limitato alle situazioni sociali per timore di essere imbarazzato),
Fobia Specifica (per es., evitamento limitato ad una singola situazione, come gli ascensori),
Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., evitamento dello sporco per gli individui con ossessioni di
contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per es., evitamento di stimoli associati con
un grave fattore stressante), o Disturbo d’Ansia di Separazione (per es., evitamento della
separazione dalla casa o dai familiari).
La diagnosi differeziale per distinguere l’agorafobia dalla fobia sociale o specifica e dal disturbo
d’ansia di separazione grave può essere difficoltosa, poiché tutte queste condizioni sono
caratterizzate dall’evitamento di situazioni specifiche.
Se l'evitamento è limitato a una o solo a poche situazioni specifiche vedere Fobia Specifica. Se
l'evitamento è limitato alle situazioni sociali vedere Fobia Sociale
disturbo di panico senza agorafobia
Criteri diagnostici
A. Entrambi 1) e 2):
1. Attacchi di Panico inaspettati ricorrenti.
2. Almeno uno degli attacchi è stato seguito da 1 mese (o più) di uno (o più) dei
seguenti sintomi: a) preoccupazione persistente di avere altri attacchi; b)
preoccupazione a proposito delle complicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze
(per es., perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”); c) significativa
alterazione del comportamento correlata agli attacchi.
B. Assenza di Agorafobia.
C. Gli Attacchi di Panico non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza
(per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es.,
ipertiroidismo).
D. Gli Attacchi di Panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale, come
Fobia Sociale (per es., si manifestano in seguito all’esposizione a situazioni sociali
temute), Fobia Specifica (per es., in seguito all’esposizione ad una specifica situazione
fobica), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., in seguito all’esposizione allo sporco in
qualcuno con ossessioni di contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per
es., in risposta a stimoli associati con un grave evento stressante), o Disturbo d’Ansia
di Separazione (per es., in risposta all’essere fuori casa o lontano da congiunti stretti).
disturbo di panico con agorafobia
Criteri diagnostici
A. Entrambi 1) e 2):
1. Attacchi di Panico inaspettati ricorrenti.
2. Almeno uno degli attacchi è stato seguito da 1 mese (o più) di uno (o più) dei
seguenti sintomi: a) preoccupazione persistente di avere altri attacchi; b)
preoccupazione a proposito delle implicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze (per
es., perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”); c) significative
alterazione del comportamento correlata agli attacchi.
B. Presenza di Agorafobia.
C. Gli Attacchi di Panico non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza
(per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es.,
ipertiroidismo).
D. Gli Attacchi di Panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale, come
Fobia Sociale (per es., si manifestano in seguito all’esposizione a situazioni sociali
temute), Fobia Specifica (per es., in seguito all’esposizione ad una specifica situazione
fobica), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., in seguito all’esposizione allo sporco in
qualcuno con ossessioni di contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per
es., in risposta a stimoli associati con un grave evento stressante), o Disturbo d’Ansia
di Separazione (per es., in risposta all’essere fuori casa o lontano da congiunti stretti).
Gli individui con disturbo di panico hanno frequentemente anche attacchi di panico
sensibili alla situazione. Gli attacchi situazionali sono meno comuni.
agorafobia senza anamnesi di disturbo di panico
Criteri diagnostici
C. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es.,
una droga di abuso, un farmaco), o di una condizione medica generale.
• Epidemiologia:
– ECA Study:
prevalenza puntiforme: 0.5% della popolazione generale
prevalenza lifetime: 1.6% della popolazione generale
rapporto uomo: donna = 1:2
età di insorgenza: 20 -40 anni
• Etiopatogenesi:
– Teorie Biologiche:
• teoria catecolaminica:
iperattivazione beta-adrenergica nel SNC - azione ansiolitica dei
beta-bloccanti (periferica)
iperattività del locus coeruleus
la stimolazione elettrica o chimica nell’animale induce reazioni
di paura
inibizione chimica (clonidina, benzodiazeine, serotoninergici,
endorfine) o la ablazione chirurgica riduce le reazioni di paura-
ansia
nei pazienti con DP evidenze di iperattività noradrenergica
disturbo da attacco di panico
• Etiopatogenesi:
– Teorie Biologiche:
• Teoria catecolaminica
• Teoria metabolica del lattato:
– l’infusione e.v. in 20’ di 10 ml/kg di sodio lattato 0.5 molare induce
AP in individui con DP ma non nei soggetti sani
– meccanismo incerto e controverso: alcalosi metabolica, ipocalcemia,
ipercapnia intracellulare transitoria?
• Teoria dell’ipersensibilità all’anidride carbonica:
– l’inalazione di una miscela di aria e CO2 al 5% induce panico nei
pazienti con DP
– sia lattato che bicarbonato di sodio sono metabolizzati in CO2,
aumento della CO2 centraletransitoria, blocco dei chemorecettori
per la CO2 del troncocon iperventilazione e panico
– “falso allarme di soffocamento”: ipersensibilità alla CO2 (D. Klein,
1993)
• Teoria GABA-benzodiazepine:
– alterata produzione di un ligando endogeno (beta-carboline)
– shift della sensibilità del recettore benzodiazepinico
• Colecistochinina:
– infusione di CCK-4 (20 microgr.) induce AP nei soggetti con DP
– azione sul nucleo del tratto solitario (regolazione cardiaca e
respiratoria)
disturbo da attacco di panico
• Etiopatogenesi
– Teorie psicodinamiche:
• Freud: conflitto intrapsichico tra pulsione sessuale, proibizioni
del Superio e richieste del mondo esterno
• Melanie Klein: impulsi aggressivi e dinamiche preedipiche
• Ansia di separazione (Klein D., 1964):
– attaccamento biologicamente determinato
– separazione dei neonati dalla madre: vocalizzazioni da disagio
prevenute dall’imipramina
– separazione del bambino dalla madre: ansia di separazione prevenuta
dall’imipramina
– nel 20-50% dei pazienti con DP esperienze di separazione dolorose
nell’anamnesi
• Teorie dell’apprendimento:
– condizionamento: situazione minacciosa provoca palpitazione e ansia
(stimolo condizionato); in futuro anche stimoli modesti evocheranno
ansia estrema
– ma l’apprendimento condizionato si estingue col tempo se non viene
rinforzato
disturbo da attacco di panico
• Decorso:
– andamento cronico con periodi di remissione e esacerbazione
– nel tempo compare tipicamente l’ansia anticipatoria per il successivo
attacco
– tendenza alla elaborazione ipocondriaca con sovrapposizione di una
sintomatologia depressiva (demoralizzazione secondaria, ma
rimangono scarsi i rischi di suicidio)
– nel 20-40 % dei casi si sviluppa dipendenza da alcool o altro.
– Ben presto si instaura una condotta da evitamento che consiste alla
fine in una paura di aver paura (fobofobia), ma che condiziona il pz
ad evitare tutte le situazioni in cui ci si può trovare in difficoltà o
imbarazzo per il presentarsi della crisi (es. paura di stare con la
folla) con tendenza ad estendere sempre più la fobia (fino al non
uscire senza il compagno -accompagnatore)
– secondo molti aa l’agorafobia sarebbe quasi sempre secondaria al
DAP (cioè sarebbe causata dal timore di avere un attacco in un
luogo pubblico da cui non si può uscire: è il DAP l’elemento dominante
della diade); se si tratta il DAP anche l’agorafobia tende a ridursi.
disturbo da attacco di panico
• Trattamento:
– Farmacoterapia:
• Antidepressivi : SSRI, triciclici
• Benzodiazepine: alprazolam
• Beta-bloccanti
– Psicoterapia:
• di sostegno: per fronteggiare le situazioni fobiche
• cognitivo-comportamentale:
– ristrutturazione cognitiva delle sensazioni spiacevoli
che accompagnano le crisi
– esposizione graduale ai sintomi e alle situazioni
paniconegene (tecniche di immaginazione, rilassamento,
comportamento)
disturbi Fobici
• CARATTERISTICHE PECULIARI:
– Ansia con caratteristiche simili a quelle del DAG, ma solo in
determinate circostanze (più o meno frequenti a secondo dei casi)
– comportamenti di evitamento nei confronti dello stimolo fobico
– ansia anticipatoria
Specificare il tipo:
Tipo Animali
Tipo Ambiente Naturale (per es., altezze, temporali, acqua)
Tipo Sangue-Iniezioni-Ferite
Tipo Situazionale (per es., aeroplani, ascensori, luoghi chiusi)
Altro tipo (per es., evitamento fobico di situazioni che possono portare a soffocare, vomitare o
contrarre una malattia; nei bambini l'evitamento dei rumori forti o dei personaggi in maschera)
fobia sociale
Criteri diagnostici
A. Paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è
esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri. L'individuo teme di agire (o di
mostrare sintomi di ansia) in modo umiliante o imbarazzante. Nota Nei bambini deve essere evidente
la capacità di stabilire rapporti sociali appropriati all'età con persone familiari, e l'ansia deve
manifestarsi con i coetanei, e non solo nell'interazione con gli adulti.
B. L'esposizione alla situazione temuta quasi invariabilmente provoca l'ansia, che può assumere le
caratteristiche di un Attacco di Panico causato dalla situazione o sensibile alla situazione. Nota. Nei
bambini, l'ansia può essere espressa piangendo, con scoppi di ira, con l'irrigidimento, o con
l'evìtamento delle situazioni sociali con persone non familiari.
C. La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole. Nota. Nei bambini questa caratteristica
può essere assente.
D. Le situazioni temute sociali o prestazionali sono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio.
E. L'evitamento, l'ansia anticipatoria, o il disagio nella/e situazione/i sociale o prestazionale
interferiscono significativamente con le abitudini normali della persona, con il funzionamento
lavorativo (scolastico) o con le attività o relazioni sociali, oppure è presente marcato disagio per il
fatto di avere la fobia.
F. Negli individui al di sotto dei 18 anni la durata è di almeno 6 mesi
G. La paura o l'evitamento non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una
droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale, e non è meglio giustificato da un
altro disturbo mentale (per es. Disturbo di Panico Con o Senza Agorafobia, Disturbo d'Ansia di
Separazione, Disturbo da Dismorfismo Corporeo, un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo o il Disturbo
Schizoide di Personalità).
H. Se sono presenti una condizione medica generale o un altro disturbo mentale, la paura di cui al
Criterio A non è ad essi correlabile, -per es., la paura non riguarda la Balbuzie, il tremore nella
malattia di Parkinson o il mostrare un comportamento alimentare abnorme nell'Anoressia Nervosa o
nella Bulimia Nervosa.
Specificare se generalizzata: le paure includono la maggior parte delle situazioni sociali (prendere in
considerazione anche la diagnosi addizionale di Disturbo Evitante di Personalità).
fobia sociale
• Diagnosi Differenziale:
– Disturbi schizofrenici: isolamento sociale da delirio di persecuzione
o come sintomo negativo
– Disturbi depressivi: isolamento sociale con mancanza di interessi e
di piacere piuttosto che timore del giudizio degli altri
– Disturbo di personalità paranoide: timore che qualcosa di
spiacevole possa venir fatto dagli altri piuttosto che timore di
comportarsi in modo inadeguato
– Disturbo di personalità evitante: molto simile e di difficile
distinzione
• Trattamento:
– farmacologico: beta-bloccanti prima dell’esposizione; IMAO; SSRI
– cognitivo-comportamentale: esposizione immaginaria o in vivo;
ristrutturazione cognitiva (scarsa autostima, attribuzione dei
risultati positivi al caso); insegnamento di competenze sociali (gioco
dei ruoli ed esercizi pratici)
disturbo ossessivo-compulsivo
STORIA
• Terminologia
– da obsidere: sedere su, assiedare, occupare
– da compellere: spingere, costringere, obbligare, forzare
– ossessivo
• impropriamente usato per descrivere comportamenti impulsivi
saltuari nel soggetto normale
• nella storia antica di vari popoli: pratiche rituali con precise
ripetizioni e anancasmi
• Malleus Malleficarum: sequenze numeriche obbligate per rituali
satanici
• Medio Evo: tormento da demoni esterni (possessione: demoni
interni)
– Esquirol (1838) e Westfal (1872): prime descrizioni
scientifiche
– Freud (1909): meccanismi psicodinamici
– Jaspers, Schneider: definizione della psicopatologia
– Attualmente: aumentato interesse scientifico (studi di
psicobiologia, studi epidemiologici, indirizzo psicodinamico)
disturbo ossessivo-compulsivo
• OSSESSIONI
– eventi mentali ricorrenti e persistenti vissuti come intrusivi e
inappropriati e che causano ansia o disagio marcati
• pensieri, idee che interrompono il corso normale del pensiero, a contenuto
aggressivo, sessuale, religioso, disgustoso o insensato
• immagini vivide, idee magiche
• rimuginamenti ossessivi su temi spesso inconcludenti; dubbio ossessivo
• paure ossessive dello sporco o di contaminazione (in assenza di stimolo
fobico)
• impulsi ossessivi aggressivi (pugnalare un figlio, il coniuge, uccidersi) o
sessuali
– origine interna (prodotte dalla propria mente e non imposte
dall’esterno) e riconosciute come ego-distoniche
– resistenza (lotta contro i pensieri) e controllo (capacità di deviare il
proprio pensiero) variano a seconda dei casi
– mancanza di certezza genera contrasto tra le informazioni provenienti
dal mondo sensoriale e le proprie convinzioni interne (la porta è
chiusa?). Ciò porta alle compulsioni
– sempre primarie (non generate da compulsioni), con vissuto di pericolo
e disagio in quanto si configura come evento intrusivo e non desiderato
che causa ansietà; non sempre accompagnate da compulsioni; 25% dei
pazienti ha un disturbo ossessivo puro
disturbo ossessivo-compulsivo
• COMPULSIONI:
– comportamenti ripetitivi (lavarsi, controllare ...) o azioni mentali
(pregare, contare, cantare) che la persona si sente obbligata a
mettere in atto in risposta ad un’ossessione o secondo regole che
devono essere rigidamente applicate
– i comportamenti o gli atti mentali sono volti a prevenire o a ridurre
il disagio oppure a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti;
tuttavia essi non sono collegati in modo realistico con ciò che sono
designati a neutralizzare o a prevenire oppure sono chiaramente
eccessivi o irragionevoli
– In genere essi alleviano un disagio, ma sono condotti in modo rigido
e pressante tale da generare altro disagio e interferire con le
normali attività quotidiane al punto da configurare quadri di lentezza
ossessiva che paralizza per molte ore il soggetto
– Vari tipi di compulsioni, tra cui soprattutto quelle di lavaggio
(lavatori) e di controllo (controllori).
– Quasi sempre secondarie alle ossessioni
• Consapevolezza: il 5% ritiene che le ossessioni e le compulsioni
siano ragionevoli (scarso insight)
disturbo ossessivo-compulsivo
• Tipo di Ossessioni:
– di sporco e contaminazione
– di aggressività verbale o fisica (auto o etero diretta)
– dubitative (gas, lavoro): dubbio coatto
– Interrogative: ossessioni del perchè
– Filosofico-esistenziali: Dio, il mondo, la morte
– Numeriche: calcoli, date (possono configurarsi come atti
mentali compulsivi)
– Sessuali (incesto, stupro, omosessualità)
– Religiosi (peccati, bestemmie)
– Ossessioni del danno (paura di provocare del mala agli altri)
– Ricordi coatti (canzoni, melodie, indirizzi, nomi)
– Somatiche (malattie, aspetto fisico)
disturbo ossessivo-compulsivo
• Tipo di Compulsioni:
– Rituali di pulizia personali e/o domestici (50%) lavatori-
pulitori: evitamento della contaminazione
– Rituali di controllo (controllori): del gas, porta, luce, acqua
– Rituali di simmetria ed ordine
– Rituali di iterazione: rilettura, riscrittura, ripetizioni di atti
magici
– Rituali di raccolta e conservazione
– Altri
• Associazioni caratteristiche:
– Oss. di contaminazione + Rituali di pulizia
– Oss. Dubitative + Rituali di controllo
• La presenza di un’irragionevole ma transitoria ossessione
(idea fissa o spinta a fare qualcosa) o di atti ripetitivi
(soprattutto mentali o scaramantici) non sono rari nella
vita di chiunque, ma non generano sofferenza
disturbo ossessivo-compulsivo
Criteri diagnostici
A. Ossessioni o compulsioni.
Ossessioni come definite da 1), 2), 3) e 4):
1) pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche
momento nel corso del disturbo, come intrusivi o inappropriati, e che
causano ansia o disagio marcati
2) i pensieri, gli impulsi, o le immagini non sono semplicemente eccessive
preoccupazioni per i problemi della vita reale
3) la persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o
immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni
4) la persona riconosce che i pensieri, gli impulsi, o le immagini ossessivi
sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall'esterno come
nell'inserzione del pensiero).
Compulsioni come definite da 1) e 2):
1) comportamenti ripetitivi (per es., lavarsi le mani, riordinare, controllare),
o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parole mentalmente)
che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad
un'ossessione, o secondo regole che devono essere applicate rigidamente
2) i comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre il
disagio, o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; comunque questi
comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò
che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente
eccessivi.
disturbo ossessivo-compulsivo
Specificare se:
Con Scarso Insight: se per la maggior parte dei tempo, durante l'episodio
attuale, la persona non riconosce che le ossessioni e compulsioni sono eccessive
o irragionevoli.
disturbo ossessivo-compulsivo
• Classificato tra i disturbi d’ansia perchè:
– l’ansia si associa spesso alle ossessioni e alla resistenza alle compulisioni
– l’ansia è spesso alleviata dal cedere alle compulsioni
– il DOC si verifica spesso in associazione ad altri disturbi come le fobie
• Epidemiologia:
– Inizialmente ritenuto poco comune. Oggi:
• Prevalenza trasversale 1-1.5%, lifetime: 2-3%
• Incidenza: 1% dei disturbi psichiatrici (5% dei disturbi d’ansia)
– ceti sociali più elevati e con più alto livello di istruzione
– Rapporto uomini:donne = 1 : 1
– Esordio: adolescenza-età adulta, ma in molti casi anche infanzia
– Eventi precipitanti; Rapporto discutibile con personalità premorbosa di tipo
anancastico e perfezionista
• Decorso:
– 24-33% decorso fluttuante
– 11-14% decorso fasico con periodi di remissione completa
– 54-61% decorso cronico e progressivo
disturbo ossessivo-compulsivo
ETIOPATOGENESI
• Teoria psicoanalitica: l’ansia generata dal riaffiorare alla coscienza di un
conflitto sessuale o aggressivo viene gestita mediante meccanismi di
difesa:
– Isolamento: separazione di sentimenti o affetti da pensieri o impulsi
che vi si associano (un paziente può descrivere una fantasia orribile,
ma nega sentimenti di ansia o disgusto associati ad essa)
– Annullamento: messa in atto di comportamenti atti ad annullare
magicamente un pensiero o un gesto
– Formazione reattiva: messa in atto di comportamenti opposti ai propri
impulsi (un paziente con impulsi sadici potrebbe comportarsi in maniera
masochista)
– Ambivalenza: riemersione degli impulsi aggressivi verso gli oggetti
d’amore, cosa che risulta in ambivalenza e dubbio paralizzante
• Teoria dell’apprendimento in due stadi
– I stadio: ansia è legata ad un evento ambientale specifico, la persona
si impegna in rituali compulsivi per ridurre l’ansia
– II stadio: se il comportamento è efficace nel ridurre l’ansia, ha
maggiori probabilità di ripetersi in futuro (condizionamento operante)
disturbo ossessivo-compulsivo
ETIOPATOGENESI
• Teoria Neurologica:
– Numerosi dati suggeriscono una base organica cerebrale:
• esordio di DOC dopo traumi cranici o Encefalite di von Economo
(gangli della base)
• alta incidenza di malattie neurologiche precedenti soprattutto dei
gangli della base (Sindrome di Tourette, Corea di Sydenham)
• alterazioni elettroencefalografiche e dei potenziali evocati uditivi
• tecniche di visualizzazione cerebrale
– aumento del rapporto encefalo-ventricolare alla TAC o
risonaza magnetica
– alterazione del volume del nucleo caudato
– iperattività metabolica nei lobi frontali e nuclei caudati e
corteccia cingolata alla PET; riduzione dopo trattamento
farmacologico e psicoterapeutico: iperattività circuito
corteccia orbito-frontale-corteccia del cingolo-nuclei della
base
• Teoria immunitaria.
– Associazione del DOC con l’encefalite di von Economo e Corea di
Sydenham
– Presenza di anticorpi contro i gangli della base (soprattutto casi
infantili)
disturbo ossessivo-compulsivo
ETIOPATOGENESI
• Teoria Biochimica:
– Disregolazione del sistema serotoninergico:
• Efficacia terapeutica dei farmaci che potenziano la trasmissione
serotoninergica
• Aumento dei livelli liquorali di 5-HIAA e sua riduzione dopo
trattamento con clompramina (dato controverso)
• evidenze neuroendocrine: riduzione delle risposte ormonali ai
composti serotoninergici (m-CPP, d-fenfluramina)
• riduzione del binding piastrinico dell’imipramina
– Disregolazione del sistema dopaminergico:
• soprattutto pazienti con manifestazioni ticcose
– Coinvolgimento dei peptidi cerebrali: ossitocina vasopressina
• elicitano comportamenti ripetitivi nell’animale da esperimento
• Teoria genetica:
– aggregazione familiare
– concordanza nei gemelli monozigoti superiore a quella dei gemelli
dizigoti
disturbo ossessivo-compulsivo
• Diagnosi Differenziale:
– ossessioni nella schizofrenia e nella depressione
– distinzione col delirio schizofrenico: egosintonicità, origine esterna,
assenza di resistenza
– stretto rapporto con i disturbi fobici:
• ossessioni dello sporco e rituali di pulizia possono far pensare ad
una fobia per lo sporco e le malattie
• la d.d. si basa sul fatto che nel DOC l’ossessione e la compulsione
sono inevitabili, mentre per i fobici è sufficiente evitare gli stimoli
esterni scatenanti
– Scale di valutazione clinica:
• Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale,
• Mausdley Obsessional Compulsive Inventory (MOCI) Complicanze:
– depressione secondaria (da riduzione dell’autostima)
– tossicodipendenza e abuso di alcol
– disturbi del controllo degli impulsi minori (onicofagia, autolesionismo)
– disturbo di panico: frequente la comorbilità (12%)
– psicosi: in circa il 20% dei casi e perdita dell’insight
disturbo ossessivo-compulsivo
• Trattamento Farmacologico:
– Antidepressivi serotoninergici:
• clomipramina e SSRI (di prima scelta per i minori effetti
collaterali)
• dosi superiori a quelle antidepressive
• risposta favorevole nel 60% dei casi
– Antipsicotici:
• casi refrattari o con presenza di manifestazioni ticcose
• Terapia comportamentale:
– tecnica dell’arresto del pensiero
– esposizione agli stimoli che evocano l’ossessione e/o la compulsione
• esposizione graduale o floading
• prevenzione della risposta: strategie di coping
• Psicochirurgia: sulla regione del cingolo e del giro frontale
disturbo acuto da stress
Criteri diagnostici
H. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per
es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale, non
è meglio giustificato da un Disturbo Psicotico Breve, e non rappresenta
semplicemente l'esacerbazione di un disturbo preesistente di Asse I o Asse
II.
DPTS
Criteri diagnostici
A. La persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti
entrambe le caratteristiche seguenti:
1) la persona ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi
che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una
minaccia all'integrità fisica propria o di altri
2) la risposta della persona comprendeva paura intensa, sentimenti di impotenza, o
di orrore. Nota Nei bambini questo può essere espresso con comportamento
disorganizzato o agitato.
B. L'evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti
modi:
1) ricordi spiacevoli ricorrenti e inrusivi dell'evento, che comprendono immagini,
pensieri, o percezioni. Nota Nei bambini piccoli si possono manifestare
giochi ripetitivi in cui vengono espressi temi o aspetti riguardanti il trauma
2) sogni spiacevoli ricorrenti dell'evento. Nota Nei bambini possono essere
presenti sogni spaventosi senza un contenuto riconoscibile
3) agire o sentire come se l'evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include
sensazioni di rivivere l'esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episodi dissociativi di
flashback, compresi quelli che si manifestano al risveglio o in stato di
intossicazione). Nota Nei bambini piccoli possono manifestarsi rappresentazioni
ripetitive specifiche del trauma
4) disagio psicologico intenso all'esposizione a fattori scatenanti interni o esterni
che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell'evento traumatico
5) reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che
simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’ evento traumatico.
C. Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della
reattività generale (non presenti prima del trauma), come indicato da tre (o più) dei
seguenti elementi:
1) sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate con il trauma
2) sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma
3) incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma
4) riduzione marcata dell'interesse o della partecipazione ad attività significative
5) sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri
6) affettività ridotta (per es., incapacità di provare sentimenti di amore)
7) sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspetHtarsi di non poter
avere una carriera, un matrimonio o dei figli, o una normale durata della vita).
D. Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato
da almeno due dei seguenti elementi:
1) difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno
2) irritabilità o scoppi di collera
3) difficoltà a concentrarsi
4) ipervigilanza
5) esagerate risposte di allarme.
E. La durata del disturbo (sintomi ai Criteri B, C e D) è superiore a 1 mese.
F. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento
sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
Specificare se:
Acuto: se la durata dei sintomi è inferiore a 3 mesi
Cronico: se la durata dei sintomi è 3 mesi o più.
Specificare se:
Ad esordio ritardato: se l'esordio dei sintomi avviene almeno 6 mesi dopo l'evento
stressante
disturbo d'ansia dovuto ad una
condizione medica generale