Nel DSM5 non si chiamano più disturbi dell'umore, ma si chiamano disturbi depressivi e disturbi
bipolari. Questa variazione è stata messa appunto per sottolineare che si tratta di patologie
diverse, che possiedono manifestazioni diverse e che richiedono approcci terapeutici diversi.
Inanzittuto l'umore è una tonalità affettiva di base, è uno stato emozionale interno di un
individuo che condiziona la qualità e l'intensistà dei suoi vissuti, la sua attività cognitiva, volitiva
e comportamentale. Un individuo ha un suo caratteristico modo di oscillare rispetto alla tonalità
affettivo-emozionale di un momento (quindi in un certo momento un umore migliore, in un
cert'altro momento un umore peggiore); alcuni soggetti sono più stabili a mantenere l'umore
pressoché costante, altri invece hanno delle oscillazioni fisiologiche più elevate, ma pur sempre
nell'ambito fisiologico; ci sono soggetti che facilmente modificano il loro stato emozionale in
base a sollecitazioni positive o negative e soggetti che, invece, tendono a mantenersi più
costanti in base al loro tono umorale.
La deflessione del tono dell'umore configura quelle che noi conosciamo come condizioni
depressive mentre l'esaltazione, l'innalzamento del tono dell'umore si realizza, a livello
psicopatologico, nelle mania e nella ipomania.
EZIOPATOGENESI
Depressione, mania, ipomania e disturbi bipolari, sono senza dubbio patologie dotate di una
rilevante componente biologica, tuttavia la componente biologica da sola non è in grado di
spiegare completamente questi disturbi per cui anche per i disturbi dell'umore, come in tanti
altri ambiti di patologia, noi ricorriamo al modello gene-ambiente, gene-enviroment che oggi
viene utilizzato per spiegare la maggior parte dei disturbi psichiatrici. Come abbiamo visto per le
psicosi maggiori e per i disturbi schizofrenici, anche per i disturbi dell'umore possiamo
immaginare una componente genetica, quindi anche familiare, di un certo livello che, quindi
rappresenta una vulnerabilità alla comparsa sia della depressione, sia dei disturbi bipolari (non è
difficile nella familiarità di un soggetto depresso andare a riscontrare una certa frequenza di
manifestazioni negli ascendenti, a volte anche casi di soggetti che si sono suicidati). Volendo
mettere insieme tutti gli aspetti eziopatogenetici ne viene fuori un quadro costituito da:
aspetti genetici;
aspetti neurochimici;
sistema neuroendocrino;
sistema immunitario;
fattori psicosociali;
aspetti personologici
Disturbi depressivi;
Disturbi bipolari;
Episodio maniacale;
Episodio misto;
Episodio ipomaniacale
Questi episodi non vengono diagnosticati come entità separate, ma rappresentano invece la
base per la diagnosi dei disturbi. I criteri della maggiore parte dei disturbi dell'umore richiedono
la presenza o assenza di episodi di alterazione dell'umore.
Nel DSM5 dunque non si parla più di disturbi dell'umore, ma di disturbi bipolari e correlati e
disturbi depressivi.
Disturbi depressivi;
Disturbo depressivo maggiore : che può comportare uno o più episodi depressivi
maggiori. (gli episodi nel loro insieme costituiscono il disturbo);
Disturbo bipolare I;
Disturbo ciclotimico;
Per fare diagnosi di episodio depressivo maggiore il paziente deve andare incontro ad un
periodo di almeno due settimane durante il quale sono presenti per la maggior parte del giorno
e quasi ogni giorno due sintomi fondamentali: umore depresso e perdita di interesse e di
piacere per quasi tutte le attività che precedentemente all'inizio del disturbo erano in grado di
dare al paziente piacere e interesse.
Assieme a questi due sintomi ne devono essere presenti almeno altri quattro tra:
alterazioni dell'appetito, del peso, del sonno, dell'attività psicomotoria, ridotta energia,
sentimenti di autosvalutazione o di colpa, difficoltà a pensare, a concentrarsi o prendere
decisioni, ricorrenti pensieri di morte, ideazione suicidaria, pianficazione o tentativi di suicidio.
La tonalità depressiva dell'umore comporta che il paziente vive una ''condizione dolorosa'' di
tristezza, pessimismo, scoraggiamento, disperazione e non è in grado di trarre piacere dalle
normali attività della vita quotidiana (lavoro, vita sociale, hobby, vita sessuale). Tutto appare
privo di senso e il paziente non sembra ''tenere a niente''. Tendenza al pianto, tendenza a
rimuginare, ruminazione ossessiva, ansia, fobie.
Vi sono tutta una serie di alterazioni della sfera psichica, somatica e comportamentale come :
La sfera affettiva perde la sua vitalità e risulta polarizzata in senso negativo (tristezza,
noia, soliudine, vuoto, perdita);
ideazione prevalente e/o delirante del pensiero con tematica depressiva (colpa,
autoaccusa, rovina, malattia o a carattere nichilistico) (delirio di cotard).
Ci sono alcuni aspetti che aumentano il rischio suicidario come ad esempio la comorbidità con
il DAP ( disturbi di attacchi di panico), disturbo da uso di sostanze, presenza di sintomi psicotici,
intensa anedonia, grave insonnia, elevati livelli d'ansia, questi sono tutti fattori che possono
concorrere ad aumentare la pontenzialità suicidaria del paziente depresso. Una condizione di
tipo depressivo contomitante a gravi malattie croniche degenerative e a malattie neoplastiche
agisce come fattore peggiorativo della prognosi e può accelerare l'esito infausto.
Nell'episodio depressivo maggiore vi sono :
Sintomi a carico della sfera fisiologica: disturbi del sonno e disturbi dell'appetito.
Quando si parla di depressione, si parla di una condizione clinica che in qualche modo
riusciamo ad intuire perchè gli esseri umani ogni tanto vanno incontro ad uno stato psichico
normale che si chiama tristezza. Ma quando allora possiamo parlare di tristezza, e quando
possiamo parlare di depressione?
durata (la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno per almeno due settimane);
Non raramente una demenza si può manifestare come depressione, ma anche una depressione
può assumere le caratteristiche di una demenza.
Ospedalizzazione;
Guarigione;
DISTURBO BIPOLARE
La differenza tra il bipolare I e il bipolare II sta nel fatto che nel bipolare I vi è una alternanza tra
depressione maggiore e mania, nel bipolare II vi è invece una alternanza con l'ipomania e gli
episodi di depressione maggiore sono meno gravi.
DISTURBO BIPOLARE I
Questo è caratterizzato da uno o più episodi manicali o misti, che si alterna a episodi depressivi
maggiori. Il 10 e il 15% di pazienti compiono suicidi.
Episodo maniacale si definisce come un periodo( che dura almeno 1 settimana) durante il quale
vi è un umore anormalmente e persistentemente elevato, espanso o irritabile, accompagnato da
almeno 3 sintomi addizionali:
logorrea;
distraibilità che è una alterazione dei due registri attraverso i quali funziona l'attenzione
ovvero: registro dell'attenzione volontaria e involontaria. Nella distraibilità il registro
dell'attenzione involontaria diventa dominante rispetto a quella volontaria.
Il soggetto vive una condizione di estrema euforia, gioiosità, gaiezza incongrua e immotivata.
L'umore è espanso e comporta un entusiasmo incessante. L'autostima ipertrofica può
raggiungere proporzioni deliranti.
contenuti di grandiosità;
Sintomi a carico della funzione del pensiero: tachipsichismo, fuga delle idee, produzione
di tipo delirante (di grandezza, megalomanico, genealogico);
L'episodio misto è un periodo di tempo (di almeno 1 settimana) durante il quale risultano
soddisfatti i criteri sia per l'episodio maniacale che per l'episodio depressivo maggiore quasi
ogni giorno. E' dunque un episodio in cui si mischiano i sintomi di entrambi i disturbi. Ciò
comporta anche la presenza di alcuni aspetti paradossali in quanto il paziente può essere
contemporaneamente depresso e logorroico, tachipsichico con un umore basso ecc..
L'individuo esperisce rapide alternanze di umore (tristezza, irritablità, euforia) accompagnate dai
sintomi di un episodio maniacale e di un episodio depressivo maggiore. La manifestazione dei
sintomi spesso include agitazione, insonnia, disregolazione dell'appetito, manifestazioni
psicotiche e ideazione suicidaria.
DISTURBO BIPOLARE II
L'episodio ipomaniacale è un periodo di alterazione dell'umore, che dura almeno 4 giorni, con
un umore persistentemente elevato, espanso o irritabile e con almeno 3 sintomi addizionali:
logorrea;
distraibilità;
Nell'ipomanicalità, il quadro descritto per la mania si realizza con modalità meno intense, più
attenuate e compatibili con un minore discontrollo affettivo-comportamentale.
DISTURBO CICLOTIMICO
L'esordio è più precoce rispetto alle altre forme bipolari e il decorso si svolge con una
alternanza molto rapida di periodi con sintomi ipomaniacali e depressivi.
Disturbi con caratteristiche bipolari che non soddisfano i criteri per nessuno specifico disturbo
bipolare.
alternanza molto rapida (nel giro di giorni) di sintomi manicali e depressivi che non
soddisfano i criteri di durata minima per un episodio manicale o per un episodio
depressivo maggiore;
episodi ipomaniacali, assieme a sintomi depressivi cronici, che non sono così frequenti
da giustificare una diagnosi di disturbo ciclotimico;
situazioni nelle quali il clinico ha concluso che il disturbo bipolare è presente, ma non è
in grado di determinare se sia primario, dovuto ad una condizione medica generale o
indotto da sostanze.
TRATTAMENTO
Per quanto riguarda la terapia farmacologica dobbiamo distinguere i farmaci che agiscono in
modo preventivo ovvero gli stabilizzanti dell'umore.
Sali di litio;
Acido valproico;
Carbamazepina, Oxzarvamazepina;
Topiramato;
Lamotrigina;
Gapapentin
A parte i sali di litio, tutti gli altri farmaci sono utilizzati per il trattamento dell'epilessia, dunque
sono farmaci antiepilettici, detti anche anticonvulsivamenti.
I sali di litio sono dei farmaci di prima scelta, anche se non sono utilizzati quanto dovrebbero
essendo, tra gli altri farmaci, quelli più efficaci, efficaci nel senso che non guariscono i disturbi
bipolari, ma che ne prevegnono le ricadute in una percetuale che varia dal 60 al 70% dei casi.
Dunque i sali di litio non sempre vengono utilizzati a causa della loro tossicità. Questi possono
provocare dei problemi a livello cardiaco, tiroideo e renale, ciò significa che se un soggetto ha
una cardiopatia, una insufficienza renale, queste rappresentano una controindicazione rispetto
all'uso del litio. Per quanto riguarda le patologie tiroidee, oggi si è visto, rispetto al passato, che
se un paziente ha giovamento dai sali di litio, si preferisce proseguire con l'utilizzo i questi
affidando il paziente ad un trattameto da parte di uno specialista endocrinologo. Il litio è tossico
a questi livelli perchè è un catione, ovvero è una particella carica positivamente e questo fa si
che il litio vada ad interagire e quindi ad interferire con la funzionalità degli organi in cui gli
scambi ionici elettrolitici sono importanti. Dunque prima di un trattamento con i sali di litio, il
paziente dovrà effettuare un elettrocardiogramma, esami di sangue e tutti gli esami che
servono ad evidenziare la presenza di eventuali disturbi ai livelli che abbiamo citato
precedentemente. Un esame importante da fare dopo il trattamento è l'esame della
concentrazione ematica del litio perchè si è visto che se il litio nel sangue tende a superare un
certo livello, i suoi effetti tossici potrebbero aumentare.
malattie cerebrovascolari;
condizioni metaboliche;
condizioni endocrine;
infezioni virali;
tumore.
Disturbo caratterizzato da una notevole e persistente alterazione dell'umore ritenuta una diretta
conseguenza fisiologica dell'uso di una droga di abuso, o di un farmaco.
A seconda della natura della sostanza e del contesto nel quale di manifestano i sintomi
(intossicazione o astinenza), il disturbo può comprendere :umore depresso o marcata riduzione
degli interessi o del piacere, oppure umore elevato, espanso o irritabile.
Questo può essere applicata all'episodio depressivo maggiore, maniacale o misto nel disturbo
depressivo maggiore, disturbo bipolare I o disturbo bipolare II o al disturbo psicotico breve.
Gli episodi di alterazione dell'umore ad insorgenza nel postpartum si possono manifestare con
o senza manifestazioni psicotiche. L'infanticidio è più spesso associato con gli episodi psicotici
postpartum caratterizzati da allucinazioni che ordinano di uccidere il bambino o da deliri di
possessione demoniaca del neonato, ma si può verificare anche durante gravi episodi di
alterazione dell'umore postpartum privi di deliri o allucinazioni specifici. Il rischio di episodi di
alterazione dell'umore psicotici postpartum sembra aumentato tra le donne senza anamnesi di
disturbi dell'umore, ma con familiarità per disturbo bipolare.
Un aspetto importante del disturbo bipolare riguarda i soggetti bipolari giovani, alcolisti e alla
guida di veicoli. Inanzitutto è evidente che i giovani alla guida possono provocare molti più danni
rispetto a coloro che hanno più esperienze. Una ricerca in questo ambito ha rilevato che la
relazione tra giovane età, uso di alcol e presenza di disturbo bipolare, rappresenta un connubbio
in cui è implicito rilevare un numero di incidenti stradali elevatissimo. Inoltre se un giovane in
questo caso ha provocato un incidente stradale dove è morta una persona, a distanza di anni
tende ad reiterare lo stesso incidente.