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DISTURBI DELL’UMORE- 1
American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders
PROSPETTIVA TRASVERSALE
PROSPETTIVA LONGITUDINALE
• Disturbo bipolare I
• Disturbo bipolare II
• Disturbo ciclotimico
• Disturbo bipolare indotto da sostanze
• Disturbo bipolare dovuto a un’altra condizione medica
• Disturbo bipolare senza specificazione
• Disturbo dell’umore senza specificazione
Disturbo bipolare I – esordio e
decorso
• «Ciclo maniaco-depressivo»: intervallo di tempo che intercorre tra
l’esordio di un episodio di alterazione patologica e l’esordio del
successivo episodio della stessa polarità
• In ogni paziente la tipologia del ciclo tende a esser invariata –
importante reperire informazioni cliniche della fase precedente
all’eventuale uso di sostanze psicoattive
• Il tipo di ciclo ha un impiego clinico: esempio: i pazienti con ciclo
mania-depressione-intervallo libero rispondono meglio al litio
Disturbo bipolare I – esordio e
decorso
• La durata del ciclo bipolare in molti pazienti tende a ridursi ad ogni
successiva ricorrenza per una riduzione della durata dell’intervallo
libero, mentre la durata dei singoli episodi di alterazione patologica
dell’umore tende a rimanere stabile
• La riduzione o scomparsa dell’intervallo libero da sintomi determina
due condizioni di aggravamento del decorso che possono presentarsi
separatamente o in concomitanza:
- Il decorso « a ciclo continuo» (no intervallo libero)
- Il decorso «a cicli rapidi» (4 episodi all’anno)
Disturbo bipolare I – esordio e
decorso
In molti pazienti è possibile identificare la «polarità prevalente» del
disturbo bipolare – utile in terapia. La polarità prevalente è data dalla
durata e/o gravità maggiore o minore degli episodi di polarità opposta
lungo l’arco della vita
Andamento del disturbo bipolare
esempi
Andamento del disturbo bipolare
esempi
Andamento del disturbo bipolare
esempi
Andamento del disturbo bipolare
esempi
Disturbo bipolare I - Epidemiologia
• Prevalenza lifetime: 0,4% – 1,6%
• Distribuzione uguale tra i sessi
• Familiarità spiccata: i familiari di primo grado di un paziente affetto
hanno un rischio di ammalarsi superiore fino a 10 volte quello della
popolazione generale
• Se disturbo bipolare precoce: rischio ulteriormente aumentato: il 15-
40% di familiari di primo grado di pazienti affetti da un disturbo
bipolare I con esordio precoce ha un disturbo bipolare
• La familiarità per disturbo bipolare I aumenta il rischio di disturbo
bipolare II, disturbo depressivo maggiore e schizofrenia
Disturbo bipolare I
• Definizione classica kraepeliniana «psicosi maniaco-depressiva»
• Grave disturbo in cui si presentano sia episodi depressivi maggiori sia
episodi maniacali, alterati a periodi di benessere (intervallo libero)
• Episodi ipomaniacali presenti, ma fondamentali la presenza di almeno
un episodio maniacale
• Se compare un episodio maniacale si fa diagnosi di disturbo bipolare I
poiché la probabilità di tali soggetti di presentare altri episodi affettivi
(di polarità uguale o opposta) è del 90%
Disturbo bipolare I – manifestazioni
essenziali
• Pertanto: trattamento a lungo termine, spesso a vita, con l’obiettivo di
prevenire nuovi episodi di malattia (ricorrenze affettive), anche a
partire da un unico grave episodio maniacale
• L’episodio depressivo maggiore di un disturbo bipolare può essere
indistinguibile da quello che si manifesta nel corso di un disturbo
unipolare – fondamentale la prospettiva longitudinale
• Rischio suicidario superiore nelle forme bipolari rispetto a quelle
unipolari, soprattutto se sono presenti caratteristiche miste.
Disturbo bipolare I – manifestazioni
essenziali
EDM unipolare EDM bipolare
Esordio più tardivo Esordio precoce
Pochi episodi Più episodi
Agitazione psicomotoria Rallentamento psicomotorio e letargia
Sintomi tipici Sintomi atipici
Insonnia Ipersonnia
Più rari i sintomi psicotici (nei giovani) Più frequenti i sintomi psicotici (nei giovani)
Maggiore efficacia degli antidepressivi Minore efficacia degli antidepressivi
Familiarità per depressione Familiarità per manie e depressione
Minore rischio suicidario Maggiore rischio suicidario
Farmacoindotto
Episodio ipomaniacale – esordio e
decorso
• Insorgenza brusca, generalmente i sintomi si stabiliscono nell’arco di
uno o due giorni
• Durata dell’episodio ipomaniacale più breve di un episodio depressivo
maggiore: qualche settimana o pochi mesi (non oltre tre).
Episodio ipomaniacale –
complicanze
• Evoluzione verso un quadro maniacale (5% - 15%) dei pazienti in
episodio ipomaniacale
• Abuso di alcool e sostanze psicoattive
Disturbo bipolare II
• Il disturbo bipolare II è un disturbo in cui, nell’arco della vita, si
presentano episodi depressivi maggiori ed episodi ipomaniacali, ma
mai episodi maniacali.
• Diagnosi differenziale:
• Disturbo depressivo maggiore: riscontrabili episodi ipomaniacali
• Disturbo bipolare I: assenti episodi maniacali
Non minore gravità del tipo I: questi pazienti hanno una
compromissione a lungo termine grave, sia per frequenza degli episodi,
sia per la presenza di compromissione cognitiva e sintomi residui
durante l’intervallo libero
Disturbo bipolare II - epidemiologia
• Prevalenza lifetime: 0,5%
• Frequenza lievemente superiore nel sesso femminile
• Familiarità spiccata
Disturbo bipolare II – manifestazioni
essenziali
• Il disturbo bipolare II si diagnostica se nell’arco della vita compare almeno
un episodio ipomaniacale
• Se episodio maniacale: diagnosi di disturbo bipolare II preclusa
• Rispetto ai bipolari di tipo I, i bipolari di tipo II presentano
• Aspetti di cronicità maggiori
• Spendono più tempo in condizione depressiva
• Frequenti episodi con caratteristiche miste, soprattutto nelle donne
• In genere, i pazienti giungono all’attenzione clinica durante un episodio
depressivo maggiore, mentre difficilmente riconoscono come patologici gli
episodi ipomaniacali, che per definizione non alterano il funzionamento.
Pertanto: difficoltà diagnostica.
Disturbo bipolare II – esordio e
decorso
• Esordio più tardivo rispetto al disturbo bipolare I: tra i 25 e i 50 anni.
• Decorso con grande variabilità individuale
• Gravità del disturbo in base a:
• Frequenza delle ricorrenze
• Durata dei singoli episodi
• Polarità prevalente
• In alcuni casi possono passare anche molti anni tra un episodio e l’altro mentre
in altri casi gli episodi critici si susseguono senza soluzione di continuità (forme
«a cicli rapidi»)
• La frequenza delle ricorrenze tende ad aumentare con l’età
• Il tipo di ciclo presenta un pattern caratteristico individuale per molti pazienti
Disturbo bipolare II – complicanze
• Forme «a cicli rapidi» in cui si assiste a repentini cambiamenti
patologici del tono dell’umore senza intervallo libero. Forme favorite
da trattamenti con antidepressivo e da distiroidismi.
• Come disturbo bipolare I, ma rischio suicidario, abuso di sostanze e
agiti autolesivi minori.
Disturbo ciclotimico
• La ciclotimia è un disturbo bipolare caratterizzato da un’alternanza
continua di periodo in cui il paziente soffre di sintomatologia
depressiva e ipomaniacale attenuate rispetto ai quadri conclamati e
con un minimo intervallo libero da sintomi
• Necessario per la diagnosi che il soggetto non abbia mai presentato
episodi depressivi maggiori, ipomaniacali o maniacali e che per un
periodo di due anni abbia manifestato un’alternanza di sintomi
ipomaniacali mai sufficienti a soddisfare i criteri per episodio
ipomaniacale e sintomi depressivi mai sufficienti a soddisfare i criteri
per episodio depressivo maggiore.
Disturbo ciclotimico
A. Per almeno 2 anni (oppure 1 per bambini e adolescenti) ci sono stati numerosi periodi con
sintomi ipomaniacali che non soddisfano i criteri per un episodio ipomaniacale e numerosi
periodi con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per un episodio depressivo maggiore.
B. Durante questo periodo di 2 anni (1 per bambini e adolescenti) i periodi ipomaniacali e depressivi
sono stati presenti per almeno metà del tempo e l’individuo non è stato senza sintomi per più di 2
mesi.
C. Non sono mai stati soddisfatti i criteri per un episodio depressivo maggiore, maniacale o
ipomaniacale.
D. I sintomi del criterio A non sono meglio spiegati da disturbo schizoaffettivo, schizofrenia, disturbo
schizofreniforme, disturbo delirante o disturbo dello spettro della schizofrenia e altri disturbi
psicotici con altra specificazione o senza specificazione.
E. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (es. sostanza di abuso,
farmaco) o una condizione medica generale (es. ipertiroidismo)
F. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale,
lavorativo o di altre importanti aree del funzionamento
Disturbo ciclotimico - epidemiologia
• Prevalenza popolazione generale: 0,4% – 1%
• No distinzioni tra sessi
• Lieve tendenza alla familiarità con disturbi dell’umore e abuso di
sostanze
Disturbo ciclotimico – esordio e
decorso
• Esordio lento e insidioso, in età adolescenziale o adulta giovanile.
Raro oltre i 40 anni
• Decorso cronico-fluttuante senza periodi di benessere
Disturbo ciclotimico – complicanze
• Nel 15-50% dei casi evolve in disturbo bipolare I o II
Aspetti genetici