Sei sulla pagina 1di 15

FAMIGLIE E TERAPIA DELLA FAMIGLIA MINUCHIN CAP.

.1 TERAPIA FAMILIARE STRUTTURALE Lorientamento di base del terapista la terapia familiare strutturale, un insieme di teorie e ditecniche rivolte a trattare lindividuo nel suo contesto sociale. La terapia fondata su questoorientamento mira a cambiare lorganizzazione interna della famiglia. Quando la struttura del gruppofamiliare si trasforma, anche le posizioni dei componenti di quel gruppo cambiano. Ne risulta che leesperienze di ciascun individuo cambiano. Dal punto di vista teorico, la terapia familiare prende inconsiderazione il fatto che luomo non isolato, ma piuttosto che una persona che agisce ereagisce nei gruppi sociali. Lesperienza umana determinata dallinterazione con lambiente. Ancoraoggi un terapista orientato verso lapproccio individuale incline a vedere lindividuo come ildepositario della patologia e a raccogliere soltanto quei dati che si possono ottenere dal singolopaziente o che lo riguardano. Una riorganizzazione interna sia cognitiva che affettiva, invece, sarconsiderata quale stadio necessario per facilitare il miglioramento del problema emergente. Es. un ragazzo adolescente pu essere mandato in terapia perch timido e sogna ad occhi aperti in classe. Un terapista che fa sedute individuali esplorer i pensieri e i sentimenti del ragazzo concernenti la sua vita attuale e le persone che lo circondano, lo sviluppo storico dei conflitti con i suoi genitori, stabilir contatti con la famiglia o con la scuola, ma per capire il rapporto tra questi due ambiti si baser solo sul contenuto delle comunicazioni fatte dal ragazzo e sui fenomeni del transfert. Invece, se lo stesso ragazzo fosse stato mandato da un terapista della famiglia le cose sarebbero andate diversamente: durante le interviste con la famiglia, il terapista osserver il rapporto tra madre e figlio, nel quale affetto eostilit appaiono mescolati. Potr notare che il ragazzo quando parla con i genitori, raramente si rapporta al padre, noter anche il diverso atteggiamento dei fratelli.. cos facendo, il terapeuta non pi limitato a tener conto delle interazioni con lafamiglia interiorizzate dal ragazzo, ma pu egli stesso fare esperienza del mondo in cui i componentidella famiglia si sostengono e si qualificano gli uni con gli altri. Le teorie e le tecniche della terapiafamiliare si prestano facilmente a lavorare con lindividuo in contesti anche diversi da quellistrettamente familiari. LUOMO NEL SUO CONTESTO. La terapia strutturale della famiglia, sviluppatasi e affermatasi gi findallinizio del secolo, vede luomo come parte dellambiente. La teoria psicodinamica individualescatur invece da una concezione diversa, ovvero da quella che individua nelluomo leroe, capace dirimanere se stesso a onta delle circostanze. Le scienze biologiche pi recenti studiano lorganismovivente come ununit composta del corpo e del suo particolare ambiente, cos che il processo vitaleconsiste non solo nelladattamento del corpo al suo ambiente, ma anche delladattamentodellambiente al suo corpo. La famiglia un gruppo sociale naturale che regola le reazioni dei sui componenti, sia rispetto astimoli che vengono dallinterno che dallesterno. LOCAZIONE DELLA PATOLOGIA. Quando la mente considerata in termini di extracerebrale eintracerebrale, localizzare la patologia di un individuo nella mente, non indica se allinterno oallesterno della persona stessa. La patologia pu essere nellindividuo, nel suo contesto sociale onellinterazione tra i 2. Il confine artificiale diventa sfumato, perci lapproccio alla patologia deve cambiare. Da questo punto di vista questa teoria si rif a3 assiomi. Il 1,afferma che la vita psichica di unindividuo non un processo totalmente interno. Lindividuo influenza il suo contesto e ne influenzato tramite costanti e ricorrenti sequenze interattive. Lindividuo che vive in una famiglia membro di un sistema sociale a cui deve adattarsi. Le sue azioni sono regolate dalle caratteristichedel sistema, e queste caratteristiche riguardano anche gli effetti delle sue azioni passate. Lindividuorisponde alle tensioni in altre parti del sistema a cui si adatta e pu contribuire in modo significativoa provocare tensione in altri membri del sistema. Lindividuo pu essere visto come un sottosistemao una parte del sistema, tenendo per conto del tutto.

Il 2 assioma che i cambiamenti nella strutturafamiliare contribuiscono ai cambiamenti nel comportamento e nei processi psichici interiori deicomponenti del sistema. Il 3 assioma che quando un terapista lavora con un paziente o con una famiglia che ha in cura,il suo comportamento diventa parte del contesto. Terapista e famiglia si uniscono per formare unnuovo sistema terapeutico. Quel sistema poi regola il comportamento dei suoi membri. Il terapeutastrutturale della famiglia si occupa del processo di risposta tra lambiente e la persona che losperimenta, dei cambiamenti esposti da una persona sullambiente e del modo in cui la risposta aquesti cambiamenti influenza ogni suo conseguente movimento. Uno spostamento di posizione diuna persona messa di fronte al suo ambiente costituisce anche una svolta nellambito della suaesperienza. Il terapista della famiglia usa tecniche che alterano limmediato contesto della gente,tanto che le loro posizioni cambiano, cambiando il rapporto tra una persona e il contesto familiare incui funziona, si cambia la sua esperienza di soggetto. Questo il fondamento della terapia familiare. Il terapista si associa alla famiglia con lo scopo dicambiarne lorganizzazione, in modo tale da cambiare lesperienza dei membri della famiglia. Facilitando luso di modalit di transazione alternative tra i membri della famiglia, il terapista, nelprocesso terapeutico, si serve della matrice familiare. La famiglia che cambiata, offre ai suoicomponenti nuove occasioni e prospettive, mettendo ciascuno di essi di fronte alla loro condizione. La mutata organizzazione interna della famiglia rende possibile continui rafforzamenti di nuoveesperienze che danno una conferma al mutato senso di s. In questa struttura teorica non si ignora lindividuo. Il presente di un individuo formato dal suopassato, pi le condizioni in cui vive. Parte del suo passato sopravviver sempre, contenuto emodificato dalle attuali interazioni. Sia il suo passato che le sue qualit distintive sono parte delcontesto sociale, che influenzano nella stessa misura in cui il contesto influisce sullindividuo. LA SFERA DAZIONE DEL TERAPISTA. La terapia strutturale della famiglia una terapia dazione. Lostrumento di questo tipo di terapia consiste nel modificare il presente, e non nellesplorare ointerpretare il passato. Dal momento che il passato ha molto contribuito alla creazione dellattualeorganizzazione e al funzionamento della famiglia, si manifesta nel presente e potr esseresuscettibile di cambiamento per mezzo di interventi che cambiano il presente. Nel presente,lobiettivo terapeutico il sistema familiare. Il terapista si associa a quel sistema e poi usa se stessoper trasformarlo. Cambiando la posizione dei componenti del sistema, cambia le loro esperienzesoggettive. In 1 luogo, una trasformazione di struttura produrr perlomeno una possibilit dulteriorecambiamento. In 2 luogo, il sistema familiare organizzato intorno al sostegno, alle regole,alla crescita e alla socializzazione dei membri che lo compongono. Di conseguenza il terapista siassocia alla famiglia non per educarla o socializzarla, ma piuttosto per riassettare o modificare ilfunzionamento interno della famiglia. In 3 luogo, il sistema familiare ha propriet diautoperpetuazione. In altre parole una volta che un cambiamento ha avuto luogo, la famiglia lopreserver. CAP.2 UNA FAMIGLIA IN FORMAZIONE La famiglia ununit sociale che deve affrontare una serie di compiti evolutivi. Questi variano a seconda dei parametri culturali, ma hanno radici universali. Infatti, una serie di compiti attendono una giovane coppia allinizio del matrimonio. Gli sposi devono maturare un processo di accomodamento per le abitudini giornaliere (per alzarsi, pranzare..). Inoltre devono anche affrontare il compito della separazione dalle loro famiglie dorigine e sviluppare un nuovo rapporto con i propri genitori, fratelli, etc. Alcuni comportamenti verranno rafforzati, altri dimenticati, altri ancora verranno assimilati. In particolare, la nascita di un figlio segna un cambiamento radicale nellambito dellorganizzazione familiare, segna il passaggio della diade alla triade. Poi i bambini crescono, diventano adolescenti, adulti; nella famiglia arrivano nuovi figli, cos che la giovane coppia di cui parlavamo prima diventa una coppia di nonni.. Tutto ci comporta nuovi accomodamenti,

ristrutturazioni. La famiglia deve affrontare varie problematiche causate dal cambiamento sia esterno che interno, sostenendo e incoraggiando la crescitadei suoi membri, pur adeguandosi ad una societ in transizione. Tutti questi compiti non sono facili. CAP.3 UN MODELLO FAMILIARE Gli uomini vivono in gruppi: ci inerente alla condizione umana. Il bisogno fondamentale di ognibambino di avere una figura materna che lo nutra, lo protegga, lo educhi. Inoltre, in tutti iconglomerati umani, gli uomini sono sempre vissuti facendo parte di comunit sociali. In culturediverse, queste comunit variano per grado di organizzazione e di differenziazione. La famiglia hasempre subito cambiamenti paralleli ai cambiamenti della societ. A seconda delle necessit culturali, si addossata o non si addossata le funzioni di proteggere e socializzare i suoi membri. Sotto questo aspetto, la famigliarisponde a 2 diversi obiettivi. Uno interno: la protezione psico-sociale dei suoi membri, laltro esterno: laccomodamento a una cultura e la propagazione di quella cultura. La societ industriale urbana ha invaso la famiglia, assumendo funzioni che, un tempo, erano considerate doveri specifici della famiglia stessa (i vecchi ormai vivono negli ospizi, i giovani sono educati dalla scuola, dai mass media..). A onta di tutti questi cambiamenti, luomo moderno aderisce ancora a un insieme di valori che appartengono a una societ diversa, quella in cui i confini tra la famiglia e i rapporti esterni erano chiaramente delineati. Ladesione a un modello superato porta a catalogare molte situazioni, chiaramente in transizione, come patologiche. Letichetta della vita familiare ancora quella leggendaria: e vissero felici e contenti. Non c da stupirsi se qualche famiglia non si rivela allaltezza di questo ideale. Il mondo occidentale in uno stato di transizione, e la famiglia, dovendo sempre adeguarsi alla societ, sta cambiando con essa. LA MATRICE DELLIDENTITA. In tutte le culture la famiglia imprime un senso di identit nei suoimembri. Lesperienza dellidentit umana si fonda su 2 elementi: un senso di appartenenza e unsenso di differenziazione, allinterno della famiglia vista come matrice di identit. Nei 1 processi di socializzazione le famiglie modellano e programmano il comportamento e ilsenso di identit del bambino. Il senso di appartenenza si forma nel bambino con il suo adattamentoai gruppi familiari e con la sua appropriazione di modelli transazionali della struttura familiare, chepermangono nelle diverse circostanze della vita (un figlio sar sempre un figlio; una situazione che non cambia.). Il senso di identit di ciascun individuo influenzatodal senso di appartenere a una specifica famiglia. Il senso di differenziazione e di individualit siforma con la partecipazione, sia a differenti sottosistemi in diversi contesti familiari, sia a gruppiextra-familiari. Man mano che il bambino e la famiglia crescono, ladattamento della famiglia aibisogni del bambino delimita campi dautonomia che egli sperimenta come differenziazione. A quel particolare bambino riservato un certo spazio psicologico e transazionale (essere Celeste diverso dallessere una Gensini!). Ma ilsenso di identit di ciascun individuo influenzato da un senso di appartenenza a diversi gruppi(parte dellidentit di Celeste Gensini il suo essere figlia di, nipote di..etc..). Lafamiglia, sebbene sia la matrice dello sviluppo psico-sociale dei suoi membri, deve anche adeguarsialla societ e assicurare una certa continuit alla sua cultura. Qualsiasi studio sulla famiglia deveessere visto in chiave complementare alla societ. La famiglia cambier di pari passo con la societ. Il gran numero di famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, per es, ha creato lesigenza di servizi diurni, che a volte non sono disponibili. Il distacco generazionale un altro es diproblemi non risolti. La famiglia rinuncia sempre pi rapidamente al suo compito di socializzare ibambini. La scuola, i mass media e i gruppi di coetanei stanno prendendo il posto dei genitorinellistruzione e nei compiti educativi. Ma la societ non ha sviluppato adeguate fonti disocializzazione e dappoggio extra-familiari. Quando la famiglia lascia liberi i ragazzi, li abbandona asistemi di sostegno inadeguati. Non sorprende che le crisi di identit degli adolescenti sfocino in unaquantit di fenomeni sociali contraddittori. Il cambiamento va sempre dalla societ alla famiglia, lafamiglia cambier, ma anche rimarr, perch la migliore unit umana per le societ in rapidocambiamento. Pi flessibilit e

adattamento la societ chieder ai suoi membri, pi significativadiventer la famiglia quale matrice di sviluppo psico-sociale. Nello stesso modo in cui la famiglia, in senso lato, cambia e si adegua a situazioni storiche, cos anche la singola famiglia costantemente si adatta. La famiglia un sistema aperto intrasformazione, cio riceve e trasmette, a sua volta, stimoli dal mondo esterno, adattandosi allediverse richieste degli stadi evolutivi che affronta. I suo compiti non sono facili. Comunque, la visione idealizzata che predomina, quella che non produce tensioni di alcun tipo: il mito della placida normalit perdura, sostenuto da ore di trasmissioni televisive. Dato che non lassenza di problemi a distinguere una famiglia normale da una anormale, unterapista deve avere uno schema concettuale del funzionamento della famiglia, che lo aiuti adanalizzarla. Uno schema basato sulla visione della famiglia come sistema operante allinterno dispecifici sistemi sociali, si fonda su 3 elementi. 1, la struttura della famiglia quale sistemasocio-culturale aperto, in trasformazione. 2, la famiglia subisce unevoluzione, passandoattraverso stadi che richiedono una ristrutturazione. 3, la famiglia si adatta a situazioni nuove,cos da mantenere continuit e assicurare crescita psico-sociale a ciascuno dei suoi membri. LA STRUTTURA DELLA FAMIGLIA. La struttura familiare linvisibile insieme di richieste funzionaliche determina i modo in cui i componenti della famiglia interagiscono. Una famiglia un sistema che opera tramite modelli transazionali. Transazioni ripetute stabilisconomodelli su come, quando e con chi stare in relazione. I modelli transazionali regolano ilcomportamento dei membri di una famiglia. Sono mantenuti da 2 sistemi di costrizione. Il 1 generale, perch coinvolge le regole universali che governano lorganizzazione familiare (per es., deve esserci una gerarchia di poteri tra genitori e figli). Il 2sistema di costrizione specifico delle singole famiglie, perch comprende le reciproche aspettativedei singoli componenti della famiglia. Lorigine di queste aspettative risale ad anni di negoziazioni esplicite o implicite tra i componenti della famiglia. I modelli permangono, quasi incorporati in una specie di pilotaautomatico, e sono oggetto di reciproco adattamento e di efficienza funzionale. Cos il sistemamantiene se stesso. Esso fa resistenza ai cambiamenti che superino un certo limite, e mantiene imodelli preferiti pi a lungo possibile. Modelli alternativi sono disponibili allinterno del sistema. Maogni deviazione che oltrepassa le soglie di tolleranza del sistema fa scattare meccanismi atti aristabilire lassetto abituale. Quando insorgono situazioni di squilibrio del sistema, abituale chealcuni componenti della famiglia pensino che gli altri non adempiano ai loro doveri. La struttura dellafamiglia deve, per, essere capace di adattarsi se le situazioni cambiano. Dato che la famiglia deverispondere a cambiamenti interni ed esterni, deve essere in grado di trasformarsi in modo da farfronte a nuove situazioni, senza perdere quella continuit che d uno schema di riferimento ai suoicomponenti. Il sistema familiare differenzia e svolge le sue funzioni per mezzo di sottosistemi, gliindividui sono sottosistemi in una famiglia (marito/moglie, fratelli..). Ogni individuo appartiene a diversi sottosistemi, in cui ha differenti gradi di potere e dove acquista capacit differenziate(figlia, madre, moglie). Confini- I confini di un sottosistema sono le regole che definiscono chi partecipa e come. La funzionedei confini di proteggere la differenziazione del sistema. Perch la famiglia funzioni bene, i confinitra i sottosistemi debbono essere chiari. Devono essere definiti in modo tale da permettere aimembri del sottosistema di esercitare le loro funzioni senza indebite interferenze, ma devonopermettere il contatto fra i componenti del sottosistema e gli altri. In una famiglia, la chiarezza diconfini un parametro utile per la valutazione del funzionamento. Alcune famiglie concentranolinteresse su se stesse per sviluppare il proprio microcosmo, con conseguente aumento dicomunicazione e di coinvolgimento tra i loro componenti. Il risultato che la distanza diminuisce e iconfini si confondono. La differenziazione del sistema familiare si indebolisce. Altre famigliesviluppano confini eccessivamente rigidi. La comunicazione tra i sottosistemi diventa difficile e lefunzioni di difesa della famiglia sono danneggiate. Nel funzionamento dei confini questi 2 estremisono chiamati: invischiamento e disimpegno. I componenti di famiglie o sottosistemi invischiati,possono essere svantaggiati dal fatto che un pi intenso senso di appartenenza richiede unamaggiore concessione di autonomia. La mancanza di differenziazione nel sottosistema scoraggialesplorazione autonoma e il padroneggiamento dei problemi. In questo caso vengono inibite,soprattutto nei bambini, le

capacit cognitive e affettive. I componenti di famiglie o di sottosistemidisimpegnati, possono funzionare autonomamente, ma hanno un senso distorto dellindipendenza emancano di sentimenti di lealt e di appartenenza nei confronti della famiglia e della capacit diinterdipendenza e di richiedere aiuto e sostegno quando necessario. Quando insorgono meccanismidi adattamento, entrambi questi tipi di relazione provocano problemi alla famiglia. La famigliainvischiata risponde a ogni variazione dellusuale con eccessiva velocit e intensit. La famigliadisimpegnata tende a non rispondere quando una risposta necessaria. Il terapista spesso funge dacostruttore di confini, chiarificando i confini invischiati e sciogliendo quelli eccessivamente rigidi. Lasua valutazione dei sottosistemi familiari e dellappropriato funzionamento dei confini, fornisce unrapido quadro diagnostico della famiglia e serve a orientare i suoi interventi terapeutici. Il sottosistema dei coniugi si forma quando 2 adulti di sesso diverso si uniscono con lespressoproposito di formare una famiglia. Tale sottosistema ha compiti specifici o funzioni che sono vitaliper il funzionamento della famiglia. Le principali capacit richieste per lattuazione dei suoi compiti,sono la complementariet e il reciproco accomodamento, cio necessario sviluppare modelli per cui ciascun coniuge sostiene il modo di agire dellaltro in molti campi. Le coppie per possono riprodurre modelli negativi, e se ci accade un terapista che si propone di mettere in discussione tali modalit disfunzionali, non deve attaccare le motivazioni dei partecipanti, bens dovrebbe offrire interpretazioni che sottolineano la reciprocit, combinando il positivo con il negativo. Il sottosistema coniugale deve raggiungeredei confini atti a proteggerlo da interferenze scaturite da richieste o esigenze di altri sistemi. Gli adulti devono avere un territorio psico-sociale proprio, un rifugio in cui possono dare reciproco sostegno affettivo. Se il confine intorno agli sposi troppo rigido, il sistema pu essere messo in crisi dal loro isolamento. Ma se i coniugi mantengono confini indefiniti, altri sottogruppi (figli o suoceri) possono intromettersi nel funzionamento del loro sottosistema oltrepassando i confini. Il sottosistema genitoriale. Nella formazione della famiglia, un nuovo stadio si raggiunge con lanascita del 1 figlio. In una famiglia sana, il sottosistema coniugale deve ora differenziarsi perattuare il compito di socializzare il bambino senza fare a meno dellappoggio reciproco che dovrebbecaratterizzare il sottosistema dei coniugi. Si deve tracciare un confine che permetta al bambino diinteragire con tutti e 2 i genitori, escludendolo, nel contempo, dal funzionamento specifico dellacoppia. Man mano che il bambino cresce, le sue esigenze di sviluppo relative sia allautonomia daigenitori, sia alla loro guida, impongono richieste al sottosistema genitoriale che deve modificarsi persoddisfarle. Il processo genitoriale varia secondo let dei bambini. La funzione genitoriale diviene undifficile processo di reciproco adattamento. I genitori non possono proteggere e guidare senzaesercitare allo stesso tempo unazione di controllo e di restrizione. I figli non possono crescere eacquistare individualit senza rifiutare e ribellarsi. Per funzionare adeguatamente, bisogna che sia igenitori sia i figli accettino il fatto che luso differenziato dellautorit un ingrediente necessario delsottosistema genitoriale. Compito del terapista di aiutare i sottosistemi a negoziare gli uni con glialtri e ad adattarsi reciprocamente. Il sottosistema dei fratelli il 1 laboratorio sociale in cui i figli possono cimentarsi nelle lororelazioni tra coetanei. In questo contesto, i figli si appoggiano, si isolano, si accusanoreciprocamente e imparano luno dallaltro. Se la famiglia del bambino ha delle modalit di rapportomolto singolari e precise, i confini tra mondo familiare e mondo extrafamiliare possono diventareinappropriatamente rigidi. Il bambino pu avere difficolt a inserirsi in altri sistemi sociali. Nel casodei figli unici, questi sviluppano precocemente un modello di adattamento al mondo degli adulti, eci si pu manifestare sotto forma di uno sviluppo precoce. Nel contempo manifestano difficolt nellosviluppo dellautonomia e dellabilit di condividere, cooperare e competere con altri. Un terapistadovrebbe conoscere i bisogni evolutivi dei bambini ed essere capace di sostenere il diritto diautonomia del bambino senza minimizzare i diritti dei genitori. LADATTAMENTO FAMILIARE. Una famiglia soggetta sia alla pressione interna derivante daicambiamenti evolutivi dei suoi componenti e dei sottosistemi, sia alla pressione esterna, dovuta allanecessit di adattarsi a istituzioni sociali importanti, che ne influenzano i componenti. Rispondere aqueste richieste esterne e interne esige una costante trasformazione della posizione dei componentidella

famiglia, in interazione, essi cos possono crescere mentre il sistema famiglia mantiene lapropria continuit. Se le famiglie sono normali, il terapista confida nella motivazione profonda dellerisorse familiari e fa di esse il filo da seguire per ottenere la trasformazione. Se le famiglie sonopatologiche, il terapista deve diventare un attore allinterno del dramma familiare, inserendosi incoalizioni transizionali per raddrizzare il sistema e sviluppare un diverso livello omeostatico. Letensioni che incidono sul sistema familiare possono provenire da 4 fonti: rapporti tesi tra uncomponente e forze extra-familiari (quando un membro di una famiglia teso, gli altri sentono il bisogno di accomodarsi), rapporti tesi fra lintera famiglia e le forze extrafamiliari (ad es., a causa della povert), tensioniche emergono in momenti transizionali della famiglia (ad es., il passaggio dallinfanzia alla pubert) e tensioni intorno a problemi specifici (ad es., quando un bambino con problemi cresce). In sintesi, lo schema concettuale di una famiglia normale ha 3 aspetti. 1, nel corso del tempouna famiglia si trasforma, e nel contempo si deve adattare e ristrutturare per continuare afunzionare. Una famiglia che ha funzionato bene pu, nondimeno, reagire a sforzi evolutivi,aderendo inadeguatamente a schemi strutturali precedenti. 2, la famiglia ha una strutturache pu soltanto essere vista in movimento. Sono preferiti certi modelli che sono sufficienti arispondere a esigenze normali. Ma la forza del sistema dipende dalla sua capacit di mettere in motomodelli transazionali alternativi allorch le condizioni interne ed esterne della famiglia ne richiedanola ristrutturazione. I confini di questi sottosistemi devono essere definiti e insieme sufficientementeflessibili, in modo da permettere lassestamento quando le situazioni cambiano. Infine una famigliasi adatta alla tensione in modo da mantenere allinterno una sua continuit, pur rendendo possibileuna ristrutturazione. Se una famiglia reagisce alla tensione in modo rigido, insorgono modellidisfunzionali. Questi possono, nel corso degli eventi, condurre una famiglia in terapia. CAP. 5 IMPLICAZIONI TERAPEUTICHE DI UN APPROCCIO STRUTTURALE In sostanza, lapproccio strutturale della famiglia basato sul concetto che una famiglia pi della somma delle dinamiche biopsicologiche individuali. Le reciproche relazioni dei componenti della famiglia avvengono secondo certe combinazioni che regolano le loro transizioni. Queste combinazioni, anche se di solito non esplicitamente sancite, o perlomeno riconosciute, formano un tutto: la struttura della famiglia. La realt della struttura appartiene ad un ordine diverso della realt dei membri individuali. La struttura della famiglia non unentit che losservatore capta immediatamente. I dati e le diagnosi del terapista sono raggiunti con lesperienza. Ascolta quello che i componenti della famiglia gli dicono sul loro modo di fare esperienza della realt. Ma, allo stesso tempo, osserva come ciascuno di essi stabilisce relazioni con lui e con gli altri. Il terapista analizza il campo transazionale in cui lui e la famiglia si incontrano, per fare una diagnosi strutturale, il terapista si pone svariate domande, come ad esempio: chi parla a nome di tutta la famiglia?. Il terapista, rispondendo alle situazioni che si vengono a creare durante la seduta, fa anche osservazioni e pone dei quesiti. Inizia con levidenziare modelli transazionali e confini; fa ipotesi riguardo a quali modelli sono funzionali o disfunzionali. Comincia cos a dedurre una mappa della famiglia. La mappa della famiglia uno schema di organizzazione. Non rappresenta la ricchezza della transazioni familiari. E statica, mentre la famiglia costantemente in movimento; tuttavia un utile strumento di semplificazione che aiuta il terapista a organizzare il vasto materiale che va raccogliendo. SONDAGGIO DEL SISTEMA TERAPEUTICO. Mentre raccoglie dati per la mappa, il terapista comincia anche a fare dei sondaggi sperimentali. In un certo senso la sua stessa presenza gi un sondaggio, perch la famiglia si dispone in relazione a lui. Inoltre, pu dare compiti designati a scandagliare aspetti significativi della struttura familiare. Il terapista della famiglia si considera membro che agisce e reagisce nel sistema terapeutico. Allo scopo di associarsi alla famiglia accentua quegli aspetti della sua personalit, della sua esperienza, che sono in sintonia con quelli della famiglia. Ma, al tempo stesso, conserva la libert di essere spontaneo nei suoi sondaggi sperimentali.

Lunica struttura della famiglia che si presenta immediatamente al terapista quella disfunzionale. Uno dei compiti che affronta sondare quella struttura e sondare possibili campi di flessibilit e di cambiamento. Il suo intervento mette in luce elementi della struttura familiare che sono stati sommersi. In genere, la famiglia rigetta i sondaggi che non sono in sintonia con il sistema familiare. La 1 seduta suggerisce una mappa iniziale della famiglia, tale da dare al terapista uno scopo da raggiungere e una strategia per attuarlo. Successive sedute e valutazioni definiranno nei dettagli la mappa. Modelli di famiglia pi frequenti: Famiglia estesa: una forma che ben si adatta a situazioni di carenza e tensione. E un modello di numerose famiglie colpite dalla povert. Le funzioni possono venire ripartite. Un componente pu occuparsi dei bambini, mentre gli altri adulti lavorano, i lavori domestici possono essere suddivisi.. Possono subentrare difficolt nella distribuzione delle responsabilit. Inoltre, in ragione della complessit familiare, i confini potrebbero non essere ben definiti. Famiglia con figlio genitoriale: tale modello costituisce una soluzione per famiglie numerose, con un genitore solo, oppure in famiglie dove entrambi i genitori lavorano. Il sistema pu funzionare bene, ma pu incorrere in difficolt nel momento in cui la delega non stata esplicita oppure se i genitori abdicano totalmente. In tal caso, le richieste fatte al figlio genitoriale possono cozzare con i bisogni della sua et, e oltrepassare le sue capacit di sostenerle. Famiglia in situazione transizionale: questa situazione si verifica quando presente una perdita temporanea di un genitore, oppure in caso di divorzio o morte. Altre famiglie invece possono anche venire in terapia a causa di problemi cronici relativi al passaggio di tensioni in un sottosistema attraverso altri sottosistemi. Ci avviene assai spesso quando i genitori usano un figlio per deviare i conflitti coniugali. Il confine tra il sottosistema genitoriale e il figlio diventa diffuso, e il confine intorno alla triade genitori-figlio, che dovrebbe essere diffuso, diviene rigido (triade rigida). La rigida utilizzazione di un figlio nei conflitti tra i coniugi assume forme diverse. Nella triangolazione ciascun genitore esige che il bambino patteggi per luno contro laltro. In questa struttura fortemente disfunzionale il bambino paralizzato, ogni sua mossa definita un attacco da 1 dei 2 genitori. Nella deviazione, unaltra forma di triade rigida, negoziare le tensioni della coppia tramite il figlio, serve a mantenere il sottosistema dei coniugi in unillusoria armonia. I coniugirinforzano ogni comportamento deviante del figlio perch lavere a che fare con lui li aiuta a sviare o sommergere i loro problemi di coppia. La deviazione dei genitori pu prevedere la forma di un attacco contro il figlio che viene definito fonte dei problemi familiari, perch cattivo. La triade rigida pu anche prendere la forma di una stabile e salda coalizione. 1 dei genitori si allea al figlio in unacoalizione rigidamente definita e di tipo trans-generazionale, contro laltro genitore. Tutti questi 3 tipi di triade rigidapossono comparire in famiglie con problemi comportamentali. Lobiettivo di ristrutturare lorganizzazione del sottosistema. CAP. 6 LA FAMIGLIA IN TERAPIA Di solito ci che spinge una famiglia a sottoporsi a terapia sono i sintomi di 1 dei componenti. Si tratta del paziente designato che la famiglia etichetta come colui che ha i problemi ma quando la famiglia lo identifica come il paziente, i sintomi del paziente designato possono essere considerati come stratagemmi che sostengono il sistema o che dal sistema sono mantenuti. In entrambi i casi, il consenso di tutta la famiglia che lui il vero problema, indica che, perlomeno in una certa misura, il sintomo rinforzato dal sistema. La famiglia, quale sistema socio-culturale aperto, deve continuamente affrontare richieste di cambiamento. Tali richieste sono annunciate da cambiamenti biologici e psico-sociali in uno o pi componenti e da vari stimoli provenienti dal sistema sociale in cui inserita ogni famiglia. Una famiglia che non funziona un sistema che ha risposto a queste richieste stereotipando il suo modo di funzionare. Le esigenze di cambiamento sono in contraddizione con la struttura familiare che in realt non si cambiata. I modelli transazionali abituali sono stati conservati fino a diventare rigidi, e questa rigidit blocca ogni alternativa. Il metodo pi semplice per mantenere inalterata una inadeguata struttura familiare rigida, scegliere una persona e farla diventare il problema.

La funzione del terapista della famiglia di aiutare il paziente designato e la famiglia, facilitando la trasformazione del sistema. I cambiamenti riguardano la serie di aspettative che regolano il comportamento dei suoi componenti. Nella terapia familiare, la trasformazione di struttura definita come cambiamento di posizione di ciascun membro messo di fronte allaltro, con conseguente modifica delle reciproche richieste di complementarit. Sebbene cambiamento e trasformazione siano termini affini, in questo contesto appartengono a grammatiche differenti. La trasformazione, ovvero la ristrutturazione del sistema familiare, porta al cambiamento, infatti di solito non cambia la composizione della famiglia. Il cambiamento avviene nel modo in cui le stesse persone si pongono in relazione luna con laltra. Quando un terapista si associa alla famiglia, si assume la guida del sistema terapeutico, guida che implica responsabilit per quanto accade. Il terapista deve valutare la famiglia e darsi degli obiettivi terapeutici fondati su quella valutazione. Deve anche intervenire in modo da facilitare la trasformazione del sistema familiare. Lo scopo di ogni suo intervento la famiglia, pur non ignorando ogni singolo componente. SQUILIBRIO NELLA TRASFORMAZIONE. Nellintento di trasformare il sistema familiare, il terapista deve intervenire in modo tale da squilibrare il sistema, attraverso la coalizione con un componente o con un sottosistema. In questi casi potrebbe apparire scorretto ai singoli componenti, sembrer che il terapista ignori la complessit delle dinamiche individuali. Comunque tutto il processo terapeutico riveler che il terapista mantiene il contatto con tutti i membri. Nel processo di squilibramento importante che la famiglia abbia fiducia nel terapista. Quando il terapista si allea con uno di loro, gli altri membri provano tensione. La loro reazione sar di insistere sul mantenimento del sistema. Il terapista deve bilanciare questo tentativo sottolineando che tutta la famiglia si sta muovendo nella direzione degli obiettivi terapeutici. Tale movimento facilitato dalla comprensione, dal sostegno e dalla conferma delle esperienze e dei bisogni sentiti dai membri della famiglia. MOVIMENTO IN TERAPIA. Le esperienze delle persone cambiano man mano che le loro posizioni rispetto agli altri si trasformano. Ma il dilemma sorge allorch ci si chiede perch i componenti della famiglia accettano una disposizione nuova delle loro posizioni e perch le trasformazioni permangono, quando la terapia finita. Come tutti i terapisti, il terapista della famiglia mette in discussione la percezione che la gente ha della realt. Egli comunica ad un membro della famiglia lattitudine a metter in discussione le esperienze, perch sa che la realt molto pi complessa. Questa tecnica non di confronto. Il terapista, piuttosto, tende a sostenere i componenti della famiglia, anche se implica che c qualcosa al di l di quanto essi sono in grado di percepire. In realt, sta dicendo: si, ma.., oppure si,e... Deve convincerli che i suoi si, ma.., o si,e.., sono suggerimenti che scaturiscono dalla loro stessa personalit. La sua posizione di dubbio deve essere suffragata da affermazioni che i membri della famiglia trovano corrette, in base alle loro esperienze precedenti. Anche se li sfida su terreni che pu individuare pi chiaramente e meglio di loro, deve saper far leva su possibili esperienze alternative, ovvero su codici alternativi gi noti ai componenti della famiglia. Ci su cui si sofferma deve essere parte del repertorio della famiglia: propriet della famiglia. Perci, la trasformazione sar mantenuta perch dalla terapia sono emerse nuove dinamiche interne e nuovi modelli che tenderanno cos a mantenersi da soli. I pazienti cambiano per 3 motivi: 1. Vengono sfidati nelle loro percezioni della realt; 2. Poi vengono offerte possibilit alternative che appaiono sensate; 3. Infine, avendo provato modelli transazionali alternativi, compaiono nuovi rapporti che si rafforzano da soli. LA STRADA COME LA SI PERCORRE. Il concetto di trasformazione in terapia riguarda movimenti ad ampio raggio, che si attuano nel tempo. Il terapista deve saper come tracciare una mappa dei suoi obiettivi. Ma deve anche

sapere come facilitare i piccoli movimenti che portano la famiglia verso queste mete. Deve aiutarla in modo tale da non farla sentire minacciata da cambiamenti pi grandi di lei. La capacit che una persona ha di cambiare da una situazione allaltra, dipende dallaiuto che riceve: non si muover verso lignoto in una situazione di pericolo. Ne consegue che vitale fornire sistemi di sostegno alla famiglia. Il contatto terapeutico avviene a un livello di spontaneit interpersonale in uno specifico contesto. CAP.7 FORMAZIONE DEL SISTEMA TERAPEUTICO I metodi usati dal terapista per creare un sistema terapeutico e per porsi come suo leaderallinterno, sono conosciuti sotto il nome di operazioni di associazione. Queste operazionicostituiscono i pilastri della terapia. Se il terapista non riesce ad associarsi alla famiglia e nonstabilisce un sistema terapeutico, la ristrutturazione non pu avvenire e qualsiasi tentativo diraggiungere gli obiettivi terapeutici fallisce.

ASSOCIAZIONE E ACCOMODAMENTO. Associazione e accomodamento sono 2 modi di descrivere lo stesso processo. La parolaassociazione si usa quando si sottolineano le azioni compiute dal terapista allo scopo preciso distabilire un rapporto con i componenti della famiglia o con il loro sistema familiare. La parola accomodamento si usa quando si pongono in evidenza gli adattamenti compiuti dalterapista per conseguire lassociazione. Per associarsi ad un sistema familiare,il terapista deveaccettare lorganizzazione e il modo di vivere della famiglia e amalgamarsi con essa. Deve fareesperienza diretta dei modelli transazionali della famiglia, e della loro forza. Questo processo bidirezionale: cosi come il terapeuta si accomoda per stabilire dei contatti con lafamiglia, anche la famiglia deve accomodarsi in ugual modo a lui. Il terapista della famiglia si associa alla cultura della famiglia che cura. Nello stesso ritmo oscillante,ne coinvolto oppure si distacca da essa. Sperimenta le tensioni del sistema familiare. Osserva peranche il sistema, arrivando a delle deduzioni che gli permettono di trasformare le sue esperienze inuna mappa della famiglia, dalla quale deriva i suoi obiettivi terapeutici. Fattori vitali della terapiafamiliare sono la comprensione e la conoscenza di una famiglia in modo intimo e diretto. La famiglia cambia solo se il terapeuta stato capace di entrare nel sistema in modo sintonico. Deveaccomodarsi alla famiglia e intervenire in una maniera accettabile per quella particolare famiglia. Durante la terapia, i suoi interventi pi significativi sono rivolti a cambiare il sistema terapeutico indirezione degli obiettivi terapeutici. Il terapista, per, deve anche rispondere a tutti quegli elementiche emergono in ogni singola seduta. Queste risposte immediate possono essere in contrasto con gliobiettivi ultimi del trattamento perch, per ristrutturare positivamente, spesso necessariosostenere quelle strutture che, nel corso del tempo, devono essere messe in crisi. Le tecniche di associazione non sempre aiutano la famiglia a progredire in direzione degli obiettiviterapeutici, ma hanno successo quando assicurano il ritorno della famiglia, la seduta dopo. Per associarsi ad una famiglia sono necessarie capacit di adattamento da parte del terapista. Taleadattamento, chiamato accomodamento, pu essere inconscio o voluto. Se usato di proposito puaccelerare le fasi iniziali della terapia e facilitare il trattamento. Il mantenimento si riferisce alla tecnica di accomodamento messa in atto dal terapista, man manoche percepisce, analizza la struttura familiare e le offre un sostegno pianificato. Il sistema puessere mantenuto su tutti i livelli, dalla struttura familiare, presa nel suo complesso, ai singolimembri che ne fanno parte con tutte le loro caratteristiche individuali. Un terapista conscio del ruolo esecutivo assunto dai genitori in una famiglia, gi da quando rivolgeloro le prime domande. Il terapista si serve delle operazioni di mantenimento quando accetta ladefinizione di complementariet datagli dalla coppia, quando partecipa apertamente dellumorismodella famiglia, o quando esprime affetto per essa.

Le operazioni di mantenimento spesso implicano conferma e sostegno sia della forza sia dellepotenzialit individuali o il sostegno della posizione occupata da un componente della famiglia. Durante lo svolgimento della terapia, le operazioni di mantenimento possono avere una funzioneristrutturante. Quando il terapista sostiene un sottosistema, altre parti della famiglia possono averbisogno di ristrutturarsi, al fine di accomodarsi a questo sostegno. Unaltra tecnica di accomodamento quella di seguire le tracce. Il terapista segue i contenuti dellecomunicazioni e del comportamento della famiglia, e lincoraggia a continuare. Nella sua modalitpi semplice, seguire le tracce significa fare domande di chiarificazione, commentare approvando, orichiedere maggiori delucidazioni riguardo a un argomento. Seguire le tracce dei contenuti delle comunicazioni pu essere utile allesplorazione della strutturafamiliare. E anche un modo per rassicurare i componenti della famiglia, chiedendoinformazioni. Il terapista non inizia unazione, ma piuttosto guida seguendo. Approva la famiglia coscom, incoraggiando e accettando ci che essa gli comunica. Sia le operazioni di mantenimento chequelle di seguire le tracce possono essere usate quali strategie di ristrutturazione. La mimesi unoperazione umana universale. Un terapista usa la mimesi per accomodarsi allo stile ealle modalit affettive di una famiglia. Adotta il tempo di comunicazione della famiglia, rallentandoil ritmo, per es, con una famiglia che solita fare lunghe pause e rispondere lentamente. Il terapista simile alla famiglia in tutte le situazioni universali della condizione umana. Le operazioni mimetiche sono di solito implicite e spontanee nel sistema terapeutico. DIAGNOSI. In terapia familiare, la diagnosi lipotesi di lavoro che il terapista trae dalla suaesperienza e dalle osservazioni che gli provengono dall associazione alla famiglia. Una diagnosi psichiatrica implica la raccolta di dati offerti dal paziente stesso o che lo riguardano, elassegnazione di unetichetta comprensiva di tutto il complesso di informazioni raccolte. In terapiafamiliare, la diagnosi, invece, implica laccomodamento del terapista alla famiglia allo scopo dicostituire un sistema terapeutico, che scaturisce dalla valutazione delle sue esperienzedellinterazione della famiglia nel presente. Lattitudine che la famiglia ha nei confronti dei propri problemi di solito orientata verso lindividuo everso il passato. La famiglia inizia una terapia a causa della devianza e della sofferenza di 1 deisuoi componenti, ovvero del paziente designato. Lobiettivo dei membri della famiglia che ilterapista cambi il paziente designato. Il terapista, per, considera il paziente designato unicamente come quel membro che staesprimendo, in modo pi evidente degli altri, un problema che incide sullintero sistema. Ci nonsignifica che il paziente designato irrilevante nella terapia, a lui bisogner prestare attenzione, malintera famiglia dovr essere lobiettivo degli interventi terapeutici. Nel valutare le interazioni della famiglia, il terapista si concentra su 6 settori principali. 1,considera la struttura della famiglia, i suoi modelli transazionali preferiti e quelli alternatividisponibili. 2, valuta la flessibilit del sistema e la sua capacit delaborare e di ristrutturarsi. 3, esamina la risonanza del sistema familiare e la sua sensibilit nei confronti delle azioniindividuali di ciascuno. 4, il terapista riesamina il contesto ambientale della famiglia,analizzando le fonti di sostegno e tensione nellecologia familiare. 5, ne esamina lo stadio disviluppo e la messa in atto di compiti appropriati a quello stadio. 6, esplora i modi in cui isintomi del paziente designato vengono usati per mantenere i modelli transazionali preferenzialidella famiglia. Soprattutto allinizio, il contenuto delle comunicazioni fatte al terapista dalla famiglia una versione ufficiale dei fatti che offre pochissime informazioni. Il materiale che il terapista fa uscir fuori meno razionalmente controllato, raggiungibile tramite la raccolta di numerose informazioni (verbali, non verbali, chi parla per primo..). La diagnosi interazionale cambia di continuo, man mano che la famiglia assimila il terapista, siaccomoda a lui e si ristruttura o oppone resistenza ai suoi interventi ristrutturanti. Questa unaltradifferenza tra questo tipo di diagnosi e la diagnosi psichiatrica tradizionale. Una diagnosi individuale una definizione statica che evidenzia le caratteristiche psicologiche pi

salienti dellindividuo eimplica che resistono a cambiamenti nel contesto sociale. In terapia familiare, gli individui e lefamiglie sono viste in relazione con il contesto sociale e attraverso i cambiamenti fatti in rapporto aesso. Il vantaggio di una diagnosi progressiva riferita al contesto, di offrire possibile apertura agliinterventi terapeutici. Diagnosi e terapia sono inseparabili. IL CONTRATTO TERAPEUTICO. Un elemento essenziale della formazione del sistema terapeutico laccordo riguardo al contratto terapeutico. La famiglia vorrebbe che il problema emergente fosserisolto senza interferire con i suoi modelli transazionali preferenziali, ma ci non possibile. Ne consegue che sia la famigliache il terapista devono accordarsi sulla natura dei problemi e sugli obiettivi del cambiamento. Ilcontratto implica una promessa daiuto alla famiglia riguardo al problema che ha portato in terapia. Se lambito dintervento non pu essere ampliato subito, il contratto pu riguardare inizialmente soltanto ilproblema-base (ti aiuter a superare questo), ma dovr comunque essere ampliato (ti aiuter a superare anche questo). Tale contratto deve anche chiarire la logistica della terapia: dove, a che ora, per quanto tempo.. ASSOCIAZIONE AI SOTTOSISTEMI. Quando il terapista lavora con una famiglia, si associa in mododiverso ai vari sottosistemi accomodandosi ai modelli transazionali interni di ciascuno, e anche al suostile, ai suoi sentimenti e al suo linguaggio. Includere o escludere alcuni componenti dellunitterapeutica presa in osservazione strategia molto efficace perch permette di esplorare come isottosistemi funzionano in contesti che cambiano. Con alcune famiglie, il terapista lavora semprecon tutto il gruppo, con altre, seleziona quello che gli sembra pi appropriato, alternando diversiraggruppamenti a seconda delle dinamiche di sviluppo. In genere il terapista dovrebbe proteggerelintimit della coppia dalle intrusioni. CAP. 8 RISTRUTTURAZIONE DELLA FAMIGLIA Le operazioni di ristrutturazione sono gli interventi terapeutici fatti per affrontare e per sfidare la famiglia nel tentativo di imporre un cambiamento terapeutico. Si distinguono dalle operazioni associative per la sfida che pongono. Le operazioni di associazione non sfidano: diminuiscono la distanza tra la famiglia e il terapista, aiutandolo ad amalgamarsi con essa. Tuttavia sia le operazioni di ristrutturazione che di associazione sono necessarie. Le operazioni ristrutturanti sono interventi drammatici che producono il progresso verso gli obiettivi. Il loro successo dipende dallunit terapeutica che si saldamente instaurata. Quando questa solidamente formata, tali operazioni devono essere pianificate per consentire periodi di consolidamento e di ridistribuzione dei gruppi, man mano che la famiglia cambia. Quando il terapista si associa alla famiglia deve svolgere 2 compiti. Deve accomodarsi alla famiglia, ma deve nel contempo mantenersi in una posizione di guida. Infatti solo se operer come guida riuscir a mantenere le sue capacit di manovra e la sua libert di manipolare tanto se stesso quanto la famiglia. Ci sono almeno 7 categorie di operazioni ristrutturanti. Attuazione di modelli familiari transazionali: sebbene il terapista debba mantenere la sua posizione di guida, deve anche evitare il rischio di questa posizione, ovvero di diventare troppo centrale. Una famiglia inizia una terapia per ricevere aiuto da un esperto, ed per questo che nel descrivere la situazione, tende a parlare solo a lui; ma ci non deve accadere. Un altro pericolo consiste nel permettere che la seduta si limiti alle descrizioni fatte dalla famiglia, dato che i reali modelli transazionali possono essere totalmente al di fuori della coscienza che questa ha. Per avere un quadro reale, il terapista deve spingersi al di l dellautoritratto verbale della famiglia. Agire modelli transazionali. E molto utile far agire la famiglia piuttosto che farla descrivere, aiutando i suoi membri ad interagire in sua presenza, in alcuni dei modi in cui essi sono soliti risolvere i conflitti, sostenersi, stringere alleanze. La presenza del terapista sempre un fattore modificante, ma possibile comunque creare delle scene familiari dirigendo certi membri ad interagire in un contesto chiaramente definito. Le istruzioni devono essere esplicite, del tipo: parlane con tuo padre. Questo tipo di scena riduce la tendenza a rendere centrale il

terapista e aiuta i componenti a sperimentare le loro stesse transazioni con accresciuta consapevolezza. Ricreare i canali di comunicazione. Il terapista deve incoraggiare le comunicazioni intrafamiliari in seduta. Pu chiedere che le persone parlino tra loro e non a lui, se ci non dovesse avvenire, pu evitare di guardarle fissando lo sguardo su un oggetto, pu rifiutarsi di rispondere se interpellato e indicare con un gesto un altro membro, potrebbe addirittura lasciare la stanza per osservare da dietro lo specchio unidirezionale. Dopo queste tecniche la famiglia accetter la regola di parlare tra loro. Manipolare lo spazio. Unaltra tecnica per far agire alla famiglia le proprie descrizioni quella di distribuire lo spazio geografico. Quando la famiglia viene per la 1 volta in seduta, il suo modo di disporsi pu dare indicazioni di alleanze e coalizioni, centralit e isolamento. La collocazione pu essere un modo efficace di lavorare con i confini. Se il terapista vuole creare o rafforzare un confine, pu portare dei componenti di un sottosistema al centro della stanza e far s che gli altri si spostino indietro senza intromettere. Demarcazione dei confini: Ogni componente e ogni sottosistema deve negoziare lautonomia e linterdipendenza. Delinezione dei confini individuali. Lautonomia di ogni individuo pu essere protetta e stimolata per mezzo di semplici regole (non rispondere a domande fatte ad unaltra persona, parlarsi luno con laltro..). Confini del sottosistema. I confini del sottosistema coniugale dovrebbero essere abbastanza chiari da proteggerli dallintrusione dei figli o di altri adulti. E bene lavorare su questo punto perch lestrema rigidit o lassit dei confini sono modalit tipiche disfunzionali. Il sottosistema genitoriale deve avere autorit. Anche il sottosistema dei fratelli ha bisogno di confini protettivi per poter esercitare le sue funzioni (ad es., a collaborare, a essere competitivi, a vincere o a perdere). I genitori devono rispettare questopportunit senza interferire. Con una triade rigida molto difficile tracciare i confini, perci il terapista deve lavorare per ridelineare i confini, potenziando quelli del sottosistema della coppia, cos che i coniugi possano negoziare i loro problemi senza coinvolgere un 3 membro. Il terapista pu anche imporre confini lavorando selettivamente con diversi sottosistemi della famiglia. Aumento di tensioni: da parte del terapista attraverso varie tecniche come ad es, il blocco dei modelli transazionali conosciuti, oppure sottolineando le differenze che la famiglia non vede, esplicitando dei conflitti impliciti, o ancora attraverso lalleanza temporanea ad un membro o a un sottogruppo. Assegnazione di compiti: in seduta i compiti possono essere ad es, la manipolazione dello spazio oppure la regola del parlarsi a vicenda. A volte, a 2 della situazione, il terapista pu assegnare dei compiti da svolgere a casa. I compiti indicano nuove possibilit di ristrutturazione, inoltre sono un valido metodo per verificare la flessibilit della famiglia. nello stesso tempo rappresentano un altro sondaggio del sistema familiare. Nellassegnare il compito il terapista non sa se la famiglia riuscir ad affrontarlo. Utilizzazione dei sintomi: Un terapista strutturale della famiglia vede i sintomi di un individuo come espressione del problema di contesto. Manipolazione degli umori: Molte famiglie dimostrano un sentimento predominante. Aderiscono a un modello ristretto di umori, a prescindere dal problema. Latteggiamento emotivo un indizio del livello di disponibilit di una particolare famiglia. Saper cogliere e seguire questo atteggiamento emotivo unoperazione associativa, ma pu essere anche ristrutturante. Il terapista pu servirsi di unimitazione esagerata dello stile della famiglia per far scattare i meccanismi contro-devianti della famiglia. Sostegno, educazione e guida: Queste sono di solito operazioni associative, ma possono avere funzioni ristrutturanti. Lallevamento, la cura e laiuto che una famiglia offre ai suoi membri sono vitali sia per gli individui che la compongono, sia per il mantenimento del sistema familiare. Se il funzionamento di una famiglia debole, il terapista pu dover entrare nel sistema, prendendo su di s, quale modello, le funzioni esecutive, per poi farsi indietro, sicch i genitori possono riprenderle essi stessi. Spesso un terapista pu insegnare ad un bambino i trucchi per andare bene a scuola. Etc. CAP. 11 LA PRIMA INTERVISTA Una seduta iniziale ha la caratteristica esclusiva di un incontro tra 2 gruppi sociali formati da estranei. Per questo allinizio assume laspetto di un incontro sociale. Allinizio, il terapista deve

agire come se fosse lospite della famiglia, deve anche badare a stabilire un contatto con tutti membri. Il terapista in veste di ospite. Il contatto iniziale con una famiglia pu essere visto come un rapporto del tipo invitato-ospite. I componenti della famiglia si sentono a disagio, non conoscono le regole del gioco, n il terapista, presumono soltanto che sia un esperto, che li aiuter a superare i loro problemi cos come essi li percepiscono. 1 cura del terapista mettere la famiglia a suo agio. Si presenta e aiuta la famiglia a presentarsi a sua volta. Se ha gi saputo i loro nomi grazie a una conversazione telefonica associa i nomi ad ogni componente. Se possibile, dovrebbe aver dotato la stanza di un numero sufficiente di sedie prima dellarrivo della famiglia. Se ci sono bambini, potrebbe aver chiesto di preparare uno spazio con delle seggioline e alcuni giochi poco rumorosi. Quando la famiglia si accomodata, il terapista dovrebbe osservare come i suoi componenti si sono disposti. Il terapista pu dedicare i primi minuti a una piccola chiacchierata. Se in funzione la registrazione audiovisiva, la famiglia deve esserne informata. STABILIRE CONTATTI TERAPEUTICI. Appena il terapista sente che la famiglia si sente pi a suo agio, chiede quali problemi lhanno portata in seduta. Di solito la 1 domanda del terapista posta in termini generici e non chiaramente diretta in particolare a nessun membro (es., vediamo di scoprire cosa vi ha portato qui.). Ma il terapista pu anche decidere di rivolgere la sua domanda a una persona specifica (ad es., a entrambi i genitori se sono seduti vicino). Talvolta la 1 domanda determinata dai valori culturali di un sistema condiviso (ad es., un terapista maschio pu rivolgersi prima al padre). Poi il terapista comincia ad estendere i suoi contatti. Presta particolare attenzione alle somiglianze e alle differenze con le quali ciascun genitore espone i problemi. Il terapista ascolta il contenuto della presentazione del problema fatta dalla famiglia (prima quella dei genitori, poi dei figli, mai prima il paziente designato!), ma osserva, nel contempo, il modo in cui la famiglia si comporta, notando ad es le comunicazioni non verbali tra i figli e i genitori. Osservare ad un livello non verbale un primo passo verso la comprensione. ESPLORAZIONE DELLA STRUTTURA FAMILIARE. Fin qui, i membri della famiglia si sono rivolti al terapista come ad un esperto. Egli ha fatto emergere i loro commenti in spedizioni di sondaggio. Ascolta quanto dicono, ma la sua preoccupazione principale cercare di capire il modo in cui la famiglia funziona. Comincia a farsi unidea della struttura familiare osservando lordine di successione in cui parlano i suoi membri. Osserva come i membri della famiglia si pongono luno con laltro. Al tempo stesso il terapista sta programmando la sua prossima mossa, ha fatto la mappa di certi aspetti e si servito ampiamente di manovre associative, inoltre si comportato rispondendo alle aspettative della famiglia, e cio come lesperto al quale parlare dei problemi e che li risolver. A questo punto deve restituire la palla alla famiglia e vedere come sanno padroneggiare la situazione nei loro termini. Se ci non avviene, non potr osservare il campo pi ampio del modello familiare. Perci comincia ad organizzare la famiglia in sottosistemi e a saggiarla pi liberamente, ad es attivando la diade coniugale, se ha osservato dei campi di conflitto. Ora il terapista della famiglia funziona in modo molto simile ad un regista. Guidando certi membri a parlarsi, verifica le sue impressioni sul modo di funzionare della famiglia. Sonda campi di disaccordo, osserva come il disaccordo affrontato e anche come la famiglia risolve il problema. ALLARGAMENTO DELLA VISUALE. La tecnica di organizzare la famiglia in sottosistemi aiuta anche ad ampliare la visuale. Di solito nella 1 seduta viene messo a fuoco dalla famiglia principalmente il paziente designato, mentre il terapista della famiglia estende il campo di esplorazione a differenti aspetti dellorganizzazione familiare. Per fare ci pu utilizzare molte strategie come scegliere un altro paziente su cui concentrarsi, discutere di altri problemi, oppure esplorare campi che sono in relazione con esso.

E utile cercare aspetti positivi nel paziente designato e sollecitare la famiglia a riconoscerli. Se la seduta stata ben condotta, la famiglia e il terapista probabilmente converranno che necessario esplorare al di l del paziente designato. Questa conclusione pu provocare tensione alla famiglia, ma le offre anche un elemento di speranza. Infine tutti gli interventi terapeutici devono essere fatti con la chiara nozione che la prima regola della strategia terapeutica lasciare nella famiglia il desiderio di ritornare la volta dopo. CAP.12 UNA PROSPETTIVA LONGITUDINALE La sindrome di anoressia mentale, secondo HildeBruch, caratterizzata da un disturbo di tipo allucinatorio del concetto che una persona ha del proprio corpo: un disturbo di percezione o dinterpretazione cognitiva degli stimoli che provengono dal corpo, accompagnato dallincapacit di riconoscere i segnali di bisogni nutritivi che ne costituiscono la mancanza pi significativa. Liperattivit e la negazione della stanchezza sono anchessi unaltra manifestazione dellerrata coscienza del proprio stato fisico. Ogni terapia fatta 2 questo orientamento teorico, implica una svariata serie di interventi che includono la regolazione della dieta, i farmaci, una terapia psicodinamica o comportamentale. Tutte queste tecniche sono rivolte soprattutto al singolo paziente che visto quale recipiente della malattia. Una terapia della famiglia tratta invece lanoressia mentale da unangolatura differente. Un sintomo psicosomatico, alla pari di altri sintomi, pu essere espressione di una disfunzione familiare. Il sintomo pu essere il tentativo da parte del paziente di risolvere la disfunzione esistente nella famiglia. Oppure pu essere insorto in un individuo a causa delle sue particolari situazioni di vita, e quindi venir utilizzato e sostenuto dal sistema familiare, quale meccanismo atto a mantenere quel sistema. Gli interventi terapeutici sono diretti verso il paziente designato, ma allinterno del contesto familiare. Cos facendo il concetto di paziente designato cambia, la malattia non riguarda solo lui. Anche se i sintomi sono lespressione pi lampante di un problema, la sua malattia vera solo parzialmente. MODELLO FAMILIARE PSICOSOMATOGENO. Questo modello stato sviluppato nel corso di esperienze con molte famiglie in cui il paziente identificato presentava sintomi psicosomatici e psicogeni fortemente diversi. 2 questo modello concettuale, lo sviluppo di una malattia psicosomatica di un bambino deve essere visto in relazione a 3 fattori che sono comprensivi di un particolare tipo di organizzazione e funzionamento familiare, del coinvolgimento del figlio nel conflitto genitoriale e della vulnerabilit fisiologica. 1. Il tipo di funzionamento familiare a cui si riferisce caratterizzato da invischiamento, iperprotettivit, rigidit e mancanza di risoluzione del conflitto. Nellinvischiamento i componenti di una famiglia sono supercoinvolti gli uni con gli altri e ultrareattivi. I confini sono diffusi e da ci deriva una confusione di ruoli e lautonomia personale fortemente limitata. Quando una famiglia eccessivamente protettiva i suoi membri sono eccessivamente preoccupati per il benessere reciproco e i conflitti spesso sono sommersi nel processo. Famiglie che hanno unorganizzazione rigida, spesso si presentano come se non avessero o non volessero alcun cambiamento allinterno. Infine, la mancata risoluzione di un conflitto significa che la famiglia ha un basso livello di conflittualit. Alcune perch negano il conflitto, in altre perch uno dei coniugi si propone, ma laltro fugge, in altre ancora avviene un bisticcio, ma viene evitato un confronto vero e proprio. Ne consegue che i problemi non sono n negoziati n risolti. Il bambino psicosomatico ha una parte essenziale nellimpedire lemergere del conflitto, divenendo egli stesso il centro delle preoccupazioni. Il sistema rinforza il suo comportamento sintomatico allo scopo di mantenere il modello di evitamento del conflitto. 2. Il coinvolgimento del figlio nel conflitto di coppia la 2 caratteristica di una famiglia psicosomatogena tipica. In famiglia dove i confini tra il sottosistema della coppia e quello dei figli sono diffusi, il bambino malato particolarmente importante nel deviare il conflitto dei coniugi. Quando conflitti sommersi o non negoziati minacciano la diade

formata dai coniugi, il paziente designato messo in mezzo per formare una triade rigida. 3. La vulnerabilit fisiologica del bambino una componente necessaria, ma non sufficiente, della comparsa di una sindrome psicosomatica. Il modello diagnostico di una famiglia psicosomatogena aiuta il terapista della famiglia ad intervenire in un caso di anoressia mentale. Ma, come sempre, la via che porta dalla formulazione degli obiettivi al raggiungimento dei medesimi sar percorsa dalla famiglia e dal terapista in un modo irripetibile. E, talvolta, utile lavorare con famiglie in cui ci sia un bambino anoressico, sviluppando una crisi e organizzando le transizioni della famiglia in maniera da forzarla a confrontarsi con le tensioni che ha sommerso. Il terapista controlla le crisi che ne derivano, creando situazioni sperimentali, in cui i membri della famiglia possono e debbono imparare a comportarsi in modi nuovi e diversi. La tecnica di mangiare insieme a una famiglia anoressica valida per varie ragioni. Infatti, dal momento che il conflitto relativo al mangiare pu essere riattivato in seduta, parlare semplicemente di cibo diventa una perdita di tempo. Inoltre, sollecitare una crisi familiare incentrandosi sul sintomo serve a rendere il sintomo stesso suscettibile di intervento diretto. Su un piano individuale, interventi rivolti ad esplorare che lidea del cibo e del mangiare ha lanoressico, pu servire solo a rinforzare e a cristallizzare ulteriormente il sintomo. Ma quando una crisi familiare viene composta intorno alla sindrome, non pi il sintomo in se stesso, ma le negoziazioni interpersonali tra genitori e figlio riguardo al mangiare che diventano preminenti. Non mangiare diventa il fatto reale (non la metafora), quale risultato del drammatico emergere di fattori interazionali che diventano cos suscettibili di interventi miranti al cambiamento.

Potrebbero piacerti anche