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Psicologia dei legami familiari


Capitolo uno: la famiglia tra identità e mutamento

Parlare di relazioni familiari significa parlare di aspetti basilari→ non si basano sul ruolo che ha la
persona ha. È una relazione di base primaria. Nelle relazioni familiari tutti siamo figli→ quando
parliamo di famiglia parliamo di qualcosa che tutti conoscono bene. Abbiamo un bagaglio di cosa
voglia dire essere famiglia→ esperienza molto intensa.
Conflitto è un termine essenziale quando si parla di famiglia→ deriva spesso dal fatto che io non
sono l’altro. Le relazioni stanno insieme per tensione e la dimensione di conflitto c’è ed è insita nella
relazione, sempre.
Sono necessari strumenti per ammettere e comprendere che la famiglia è anche conflitto→ bisogna
dirlo.
La dimensione macro della società entra anche nella famiglia→ società e famiglia entrano in
contatto. Molte teorie moderne si sono eccessivamente concentrate sulla dimensione micro→
invece, molti contesti ed eventi hanno un’influenza sulle relazioni familiari.
I metodi e gli strumenti della psicologia permettono di esporsi senza esporsi→ lavori come la mappa
mentale permettono di proteggere il singolo dall’esposizione.
Per parlare di famiglia abbiamo bisogno di pensare a come le relazioni familiari si siano modificate
attorno ai cambiamenti della società.
Di Nicola→ nelle società primitive il concetto di famiglia era molto assimilabile al conetto di clan;
quindi clan e famiglia erano assorbiti della società tribale (nel clan fanno parte anche persone che
non sono parte della stessa famiglia). Alcuni legami erano più importanti o strettamente intrecciati
con i legami di sangue. Nella società pre-moderna la famiglia era un concetto molto allargato (si
parla di household, aggregato)→ esempio: la servitù faceva parte dalla famiglia, il confine tra chi
fosse dentro e chi fosse fuori era labile.
Nella società moderna la famiglia è da intendersi come house→ coppia-figli è famiglia. Il resto sono
parenti, famiglia allargata. Si parla di famiglia nucleare.
Nella società contemporanea si è passati dal concetto di house al concetto di home→ home è dove
ci si sente a casa, fa riferimento più alla sfera psicologica. La famiglia è una struttura di pura
comunicazione→ chi penso che sia famiglia, effettivamente lo è.
Spesso la famiglia non coincide con la sua definizione standard→ posso percepire famiglia chi non
è biologicamente legato a me.
N.B. Noi ci muoviamo in un contesto culturale che ha visto questo tipo di cambiamento nella società.
Appropriarci di cosa significhi famiglia nella nostra cultura può aiutare gli altri a capire meglio come
agire all’interno di questo tipo di relazione.
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Focus sull’identità della famiglia


La famiglia prima di tutto è un gruppo. Quando si è iniziato ad occuparsi di famiglia gli studi sui gruppi
esistevano già→ la famiglia viene definita innanzitutto così.
Cooley→ gruppo identificabile nel concetto di noità (la famiglia è definibile come un noi).
Gruppo e famiglia, però, hanno somiglianze e differenze:

→ somiglianze

→ differenze
La più grande differenza è rappresentata dal fatto che la famiglia è gruppo naturale, diversamente
dal gruppo ad hoc che ha natura artificiale.

Se il gruppo di lavoro ha uno scopo, si è membri di una famiglia non per uno scopo specifico→ si è
membri in qualità dei legami che si hanno con gli altri familiari.
I teorici dei gruppi hanno trovato nell’idea che la famiglia fosse un piccolo gruppo con storia la
descrizione più adatta→ possiamo agire con la famiglia a partire da questa descrizione. Quindi la
famiglia è:
 Gruppo naturale primario
 Ha specificità di struttura, fini, dimensione temporale
Teoria dei sistemi
La famiglia comincia ad essere considerata sistema dalla psicoanalisi→ ci si accorge dei limiti del
considerare la sofferenza mentale come esclusivamente intrapsichica e si considerano quelle che
sono le dinamiche familiari→ disagio psichico collocato nel contesto relazionale.
Mettono in luce la dimensione contestuale e cercano di dare un’identità alla famiglia→ la famiglia in
quanto sistema interagisce con l’ambiente esterno. Le parti interagiscono in modo dinamico→ il
sistema coincide con le regole implicite che lo governano e tende ad un equilibrio definibile con il
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concetto di omeostasi.
In particolare:
 Feedback positivo→ muove il sistema verso il cambiamento
 Feedback negativo→ regolazione omeostatica
Weiner→ focus sui processi, si occupa di comunicazione e controllo
Von Bertalanffy→ espone i concetti che descrivono la struttura del sistema (non sommatività,
causalità circolare, equifinalità, omeostasi, morfogenesi).
Il concetto di morfogenesi fa riferimento al fatto che la famiglia è capace di cambiamenti di diversa
natura e di diversa tipologia.
Un limite della teoria sistemica è che non si riesce a cogliere le specificità del sistema famiglia. Le
caratteristiche descritte possono essere associate anche ad altri tipi di sistemi.
Filone psicodinamico-generazionale→ relazione come matrice entro cui la mente si costituisce e che
implica il legame con le generazioni precedenti. Questo filone affronta la specificità della famiglia e
quindi la sua identità.

Focus sui mutamenti familiari


Due filoni:
 Teorie dello stress and coping
 Teoria dello sviluppo familiare
Teorie dello stress and coping
Hill→ modello ABCX. La crisi familiare (X) è il risultato dell’interazione tra un evento stressante (A),
la capacità della famiglia di trovare risorse (B), la percezione ed il significato dato dalla famiglia (C).
Si può lavorare con le risorse della famiglia dando le competenze alle famiglie per riconoscere le
risorse già possedute. In queste crisi ci sono diverse fasi:
 Disorganizzazione→ incapacità di agire
 Ricerca di soluzioni→ cosa poter fare
 Nuovo livello di organizzazione→ nuovo modo di funzionare
I cambiamenti della famiglia, quindi, non avvengono in modo puntuale→ c’è un processo che la
famiglia deve attraversare per cambiare.
Burr→ vulnerabilità allo stress e potere rigenerativo. Non tutte le famiglie sono vulnerabili ad un
evento allo stesso modo→ un evento non provoca una crisi in maniera istantanea. La famiglia, con
una certa resilienza, riesce a rigenerarsi anche a fronte di eventi traumatici.
Antonovsky→ paradigma saluto-genico. Pone l’attenzione sul coping→ bisogna interessarsi a ciò
che sta in mezzo tra l’evento stressante e la crisi. Come quindi la famiglia gestisce gli eventi che
accadono. Paradigma saluto-genico perché si focalizza sugli strumenti che permettono alle persone
di creare salute anche all’interno degli eventi stressanti che vivono→ esperienza dello stress può
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contribuire al rafforzamento degli individui e delle famiglie.

Dagli anni ’70 si pone un maggior interesse sul coping piuttosto che sugli eventi stressanti. La
famiglia attraversa fasi di un certo tipo, più o meno stressanti, e queste fasi sono cicliche e
fisiologiche→ ci dicono di come ci si adatta agli eventi; distinguendo tra fasi di funzionamento e fasi
di adattamento. In una fase di funzionamento per far fronte agli eventi stressanti si mettono in atto
strategie di: evitamento (si nega un evento), eliminazione (cercare di minimizzare il significato di un
evento) o assimilazione (si modificano solo parzialmente i pattern interattivi→ piccoli cambiamenti
che non stravolgono le mie strutture).
Quando le sfide eccedono le risorse della famiglia si genera crisi→ nasce la fase di adattamento→
la famiglia diventa consapevole che occorre cambiare (esempi: definizione condivisa dell’evento
stressante, nuova consapevolezza della necessità di cambiare qualcosa, cambiare il modo di vedere
la situazione ecc…)
Questo modello, quindi, si focalizza più sul modo di gestire le situazioni stressanti→ coping.
Perché potrebbe attivarsi il coping?
 Senso di coerenza→ convinzione che la situazione si risolverà poiché l’ambiente viene
considerato predicibile. Un evento che accade è spiegabile e gestibile→ ha un significato e
può portare ad un’azione che permetta di gestire bene lo stress. Le abilità di coping sono
rafforzate quanto più i membri condividono scopi ed impegni e hanno una visione ottimistica
e realistica della vita. Il senso di coerenza si apprende in famiglia, idem per lo stile centripeto
e centrifugo. (famiglie centripete→ cercano di trovare tutte le risorse possibili per andare
avanti all’interno della famiglia; considerano il fuori come pericoloso; famiglie centrifughe→
agiscono sull’esterno impegnandosi nel sociale, tendono a emancipare il più possibile)
 Sostegno sociale→ insieme delle informazioni, scambiate a livello interpersonale, che
fornisce sostegno emotivo, stima ed aiuto. Esistono reti di sostegno formale ed informale→
l’azione congiunta di queste due reti favorisce l’attivazione di risorse familiari.
A partire dagli anni ’90 si sposta l’attenzione sulla prospettiva relazionale. Coping diadico→ processo
di coping considerato espressione di una reciproca influenza dei soggetti in una relazione. Il coping
diadico può essere considerato:
 Interazione tra le strategie di coping dei partner
 Insieme di strategie che ciascun partner mette in atto per preservare il benessere dell’altro
Modello dello sviluppo contestuale→ tendenza del coping diadico a modificarsi nel tempo.
Modello sistemico-transazionale→ ogni evento stressante ha influenza su entrambe le persone
coinvolte entro una relazione perché la reazione allo stress ed i comportamenti dell’uno ricadono
anche sull’altro. L’influenza può avvenire in modo diretto (se uno dei due perde il lavoro la mancanza
di guadagno impatta anche sull’altro) e in modo indiretto.
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Family developmental theory→ approccio dello sviluppo
Approccio che parte dall’individuo ma si è poi esteso anche allo studio delle famiglie.
Ha origine alla fine degli anni ‘40→ le famiglie cambiano forma e funzioni nel corso del loro ciclo di
vita in una sequenza ordinata di stadi di sviluppo.
La famiglia è un’organizzazione in continuo cambiamento nell’ottica di questo approccio.
I teorici dello sviluppo hanno individuato stadi di sviluppo→ compiti che, la famiglia o la persona,
devono assolvere per passare allo stadio successivo (se non si assolve il compito qualcosa andrà
storto in un secondo momento).
Mediante 3 criteri Duvall individua otto stadi di sviluppo:
 Cambiamenti nelle dimensioni della famiglia per entrata o uscita dei membri
 Cambiamenti d’età del figlio maggiore→ per stabilire lo stadio della famiglia per convenzione
si tiene presente il primo figlio
 Cambiamenti nello status lavorativo di chi contribuisce al sostentamento
Ogni evento critico fa passare una famiglia da uno stadio a quello successivo.
L’approccio dello sviluppo, dunque, ha provato ad identificare quali siano gli stadi che la famiglia
tenendenzialmente attraversa e con quali criteri li possiamo definire.
Il cambiamento, infatti, implica un cambiamento di ruoli, compiti ecc…
Tre limiti
 Il focus di questo filone è centrato sugli eventi e sui ruoli che si verificano all’interno di
ciascuno stadio→ dà strumenti in grado di spiegare la stabilità strutturale piuttosto che i
periodi di cambiamento della famiglia
 Utilizzo rigido che viene fatto del concetto di ciclo di vita della famiglia→ quasi fosse un
percorso obbligato
 Convinzione che ogni evento critico faccia per forza slittare la famiglia da uno stadio a quello
successivo
Questi limiti sono stati superati grazie:
 Teoria dei sistemi
 Intervento sociale e clinico con le famiglie
 Teoria dello stress and coping
Boss→ integra l’approccio dello sviluppo alla teoria dello stress. Sostiene che la capacità di gestire
l’ambiguità tipica nei periodi di passaggio è il compito evolutivo più importante e difficile per la
famiglia. Questa convergenza di approcci ha favorito lo studio di quegli elementi che rendono
possibile o ostacolano il passaggio da uno stadio all’altro.
La famiglia viene dunque considerata microsistema sociale e plurigenerazionale in evoluzione→ una
famiglia maggiormente competente è quella in grado di reagire allo stress, sia quando è prevedibile
sia quando non lo è.
N.B. La crescita della famiglia è legata al superamento degli eventi critici.
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I modelli degli anni ‘80


Si tratta dell’era dei modelli perché diversi autori hanno provato a dare il loro modello di
funzionamento della famiglia. Rappresentazione, ovviamente, semplificata. Si comincia ad
interrogarsi su quali siano i processi fondamentali che ci permettano di capire come la famiglia
funzioni.
Di fronte alla complessità della famiglia, il modello semplifica questa complessità. Le variabili inserite
nei modelli esprimono aspetti di stabilità e di evoluzione. Le variabili sono passibili di verifica
empirica→ per questo dovevano essere più semplici possibile.
Ci sono tre modelli importanti (cfr. libro): Beavers, Reiss, Olson.
MODELLO VARIABILI TIPOLOGIA FAMILIARE
Olson→ modello circonflesso Coesione, flessibilità, Famiglie estreme, intermedie,
comunicazione bilanciate
Beavers→ modello della Competenza e stile familiare Famiglie ottimali, adeguate,
competenza familiare intermedie, gravemente
disfunzionali
Reiss→ modello del Configurazione, Famiglie sensibili all’ambiente,
paradigma familiare coordinazione, chiusura famiglie sensibili alla distanza
interpersonale, famiglie
sensibili al consenso

Olson→ tutte le dimensioni individuate dagli altri autori sono comunque riconducibili alle due variabili
da lui individuate: coesione e flessibilità. Coesione e flessibilità rappresentano una sorta di sintesi di
più di cinquanta concetti.
Due limiti dei modelli individuati in quegli anni:
 Banalizzano gli aspetti identitari specifici della famiglia
 Esitano in tipologie che necessariamente semplificano la complessità del familiare

Anni ’90 e anni 2000


Gli anni ’90 si chiamano, dunque, anni della sfiducia→ si propende per un’ateoreticità delle ricerche
sui temi familiari e, in caso, si costruiscono mini-teorie.
Queste mini-teorie si focalizzano su aspetti molto specifici della famiglia piuttosto che cercare
coordinate generali come si faceva negli anni ’80.
Pluralismo degli anni ‘90→ si parla di pluralismo poiché in quegli anni ci sono tanti interessi sempre
più specialistici nello studio della famiglia e, soprattutto, si manifesta una grande tolleranza per questi
diversi studi. La famiglia, inoltre, subendo tantissimi mutamenti in quegli anni, non può essere
incanalata in una teoria. Nessuna teoria psicologica può dar conto adeguatamente dei loro molteplici
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ed interagenti aspetti.
Decostruzionismo degli anni 2000→ posizioni teoriche che mettono radicalmente in discussione gli
elementi strutturali della famiglia. Diventa assai problematico trovare consenso su cosa si intenda
per famiglia. Si preferisce un approccio puramente centrato all’esplorazione dei processi.
Si assiste alla messa a punto di nuovi modelli che mettono al centro la buona o cattiva qualità delle
relazioni familiari.
Gli anni 2000 hanno visto alcuni teorici porsi nuovamente domande sull’identità e il cambiamento
ma alla luce di ciò che si era appreso gli anni precedenti.

Capitolo due: Il modello relazionale-simbolico tra identità e cambiamento familiare

Famiglia: “quel corpo sociale che genera un nuovo essere umano, una nuova persona, legando tra
loro, collegando, mettendo in relazione generi, generazioni e stirpi.”
 Corpo sociale→ struttura organizzativa della famiglia prende la forma del corpo. Con corpo
ci si riferisce alla condizione strutturale della famiglia come gruppo o sistema e al processo
di incorporazione in una trama viva.
 Generare→ nel caso della specie umana vi è una quota di libertà che può essere utilizzata.
Il piccolo dell’uomo, a differenza di altre specie, non continua solamente la specie umana
bensì la rinnova, è qualcosa di unicum. Per il piccolo dell’uomo il riconoscimento sin dalle
origini poggia su una rete di significati a lui preesistenti che gli giungono insieme al patrimonio
genetico. Tuttavia, il riconoscimento si dilata e fuoriesce dalla relazione tra chi genera e chi
è generato. Obbiettivo specifico della famiglia è la generatività.
 Legare generi, generazioni e stirpi→ l’incontro tra le due fondamentali differenze che
strutturano l’umano, quella tra generi e generazioni produce il nuovo.

Quali sono le caratteristiche dei legami familiari?


 Legami primari→ i membri sono legati tra loro in quanto persone, cioè nella totalità e unicità
del loro essere.
 Sono vincolati→ i gradi di libertà di scelta dei legami familiari hanno limiti strutturali e culturali
 Gerarchicamente strutturati→ vi sono aspetti gerarchici più culturalmente forgiati (i generanti
sono responsabili dei generati), altri aspetti come la disparità uomo-donna oggi non sono più
considerati
 Definiti sia da aspetti affettivi sia etici
 Sono finalizzati al generare
Dalla generatività al modello relazionale-simbolico
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La generatività risulta essere il compito per eccellenza della famiglia, essa può includere il
riconoscimento e la cura di una vita altrui come è il caso dell’adozione.
Erikson→ concepisce la generatività in senso espansivo come un prendersi cura di ciò che insieme
è stato generato.
Generatività sociale→ impegno a trasmettere a ciò che si genera un appropriato nutrimento
valoriale. Come detto, infatti, la generazione umana è frutto del legame tra generi e generazioni→
bisognosa di quel riconoscimento dato dalla trasmissione viva del patrimonio genetico e simbolico
dei generanti con le loro culture di appartenenza.
Due categorie sono al centro del generare:
 La relazione
 Il simbolico
Il relazionale
La famiglia è un soggetto fatto di relazioni, di legami e che genera legami connettendo tra loro le
persone. Importante è distinguere:
 Interazione→ ciò che è osservabile nel qui ed ora, gli scambi, le comunicazioni che si
effettuano in famiglia. Sono dunque, le modalità con cui i membri della famiglia agiscono.
 Relazione→ rimanda ad altro rispetto a ciò che si osserva, rimanda ad un legame che
precede l’interazione in atto e ne costituisce il contesto significativo.
Il relazionale, dunque, rimanda a ciò che inconsapevolmente lega i membri della famiglia tra di loro→
caratteristica del relazionale, dunque, sono i tempi lunghi e la connessione tra i tempi.
La qualità dei legami e il tipo di scambi tra le generazioni sono gli elementi peculiari del livello
relazionale.
Due aspetti, dunque, risultano essenziali nella relazione:
 La mediazione del ruolo
 La concretezza dell’interazione
Senza questi, la relazione risulta essere un’espressione inefficace.
Esistono diversi ambiti di relazione:
 Legame coniugale→ si esprime nella forma di un patto ed è paritetico
 Legame tra fratelli→ fonte di accomunamento di solidarietà e rivalità.
Quando si parla di legame tra fratelli importante è l’atteggiamento dei genitori nei confronti dei figli→
la matrice ideale prevede l’attribuire valore a ciascun figlio da parte dei genitori senza negare la
diversità di sentimenti che ciascun figlio può suscitare. Questo genera anche supporto psichico e
materiale.
 Legame intergenerazionale→ legame che collega le generazioni tra loro
o Fitta rete di scambi che si effettuano tra genitori e figli
o Scambi tra famiglia d’origine e nuova famiglia
 Legame tra famiglia e comunità→ la famiglia agisce ed interagisce con l’ambiente intorno ad
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essa. Non c’è un esterno piatto attorno alla famiglia, bensì un sociale organizzato ed una
rete istituzionale.
N.B. La coppia è, perciò, un dispositivo di mediazione intergenerazionale e sociale→ quanto più la
coppia saprà rispondere a questo compito, tanto più sarà psichicamente generativa.
I vari tipi di relazione vivono, prosperano e producono benessere se sono all’opera processi
generativi, al contrario periscono e producono patologia e malessere se sono all’opera processi
degenerativi.

Il simbolico
Con simbolico si intende il senso profondo che attraversa e nutre le relazioni familiari. Il simbolico
scorre sotterraneo, è latente, non facilmente osservabile→ va fatto emergere e riportato alla luce.
Il simbolico si può definire anche come l’anima che alimenta i legami e che fa sì che la relazione
familiare sia riconosciuta e riconoscibile in quanto specificatamente umana.
Il simbolico è fatto di:
 Fattori etici→ volere e dovere di rispettare il valore di un legame e, nel caso, riparare
l’ingiusto. Il prototipo della qualità etica è legato al patri-munus→ il dono del padre che guida,
regola, spinge in avanti.
 Fattori affettivi→ direzione verso l’altro, atteggiamento duraturo che trascende le più effimere
anche se intense emozioni. Il prototipo della qualità affettiva è legata al matri-munus→ dono
della madre che dà la vita, la protegge e la contiene.
I legami familiari, quindi, sono costituiti da impegni di lealtà e non ci si può sottrarre alle responsabilità
che i membri della famiglia hanno gli uni verso gli altri.
Nella famiglia circola la speranza di bene con la sua forza unitiva, di passione e di compassione e
circola il male con la sua forza disgregante→ la famiglia, infatti, può essere sede di benessere ma
anche di grave patologia.

Teoria dello scambio→ teoria che ha tre tradizioni importanti


 Tradizione sociologica e psicosociale
Vede lo scambio interpersonale in termini utilitaristici→ nella famiglia i membri si muovono
sostanzialmente alla ricerca di ricompense e le relazioni familiari sono basate su un contratto→
gratificazione reciproca di tipo affettivo o economico.
La norma dello scambio utilitaristico si basa sulla reciprocità a breve termine→ il rapporto tra costi e
benefici deve tornare entro un certo tempo favorevole a favore dei secondi.
 Tradizione psicodinamica transgenerazionale
Concepisce lo scambio su base più etica che utilitaristica.
Sampson→ anche quando lo scambio è asimmetrico, come accade nella relazione genitori/figli, esso
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è giustificato da un principio di giustizia. Quindi, lo scambio è motivato dalla necessità di compiere il
proprio dovere e da una sorta di altruismo prescrittivo.
Esempio: i genitori dando cure ai figli ripagano in parte i loro genitori per quello che a loro tempo
hanno ricevuto.
Mettere al mondo una nuova generazione assumendosi la responsabilità genitoriale è il fondamento
del codice etico che lega tra loro le generazioni.
 Tradizione antropologica-sociologica
Si contrappone nettamente ad una lettura utilitaristica dello scambio tra uomini e si differenzia anche
da una lettura esclusivamente etica. Si concentra sul concetto di dono.
Il dono è inteso come espressione di un atto fiduciario; all’origine di un nuovo legame vi è un dono
di apertura→ opening gift.
Godbout→ pone con forza il dono come costitutivo del legame familiare. Il legame, infatti, si alimenta
di azioni che prestano fiducia all’altro. In questo approccio, dunque, la fiducia rientra a pieno come
elemento costitutivo dello scambio.
Nella polarità dono-debito si ritrova la compresenza originaria della qualità affettiva e della qualità
etica. Il dono, infatti, convive con l’altra faccia della medaglia, il debito e l’obbligo.
Esempio: il figlio riceve la sua vita dai genitori e si trova perciò legato da un grande debito di
riconoscenza per quello che da essi ha ricevuto.
N.B. Le relazioni familiari si snodano tra il dono ed il debito, tra il dare il ricevere e il ricambiare.
Nelle famiglie sane, si ricambia non tanto e non solo per obbligo morale, ma perché mossi dal
desiderio di restituire.
Lo scambio simbolico tipico delle relazioni familiari, consiste dunque nel dare all’altro ciò di cui si
suppone abbia bisogno, esso è mosso dalla fiducia che l’altro ricambierà con una moneta simile
quando potrà.
Le reciprocità è nei tempi lunghi e può realizzarsi se è sostenuta da una tenace fiducia e speranza
nel legame.
In conclusione, la struttura relazionale-simbolica va fatta emergere, va catturata dentro gli scambi
della vita familiare, lungo il percorso attraverso il quale la famiglia cambia ed evolve.

Transizioni familiari
Transizioni chiave→ passaggi cruciali della storia della famiglia innescati da eventi critici prevedibili
ed imprevedibili. Oltre ai passaggi cruciali, comunque, esistono passaggi più sfumati.
Tutte queste transizioni agitano l’intera organizzazione familiare e ne mettono in discussione gli
equilibri, facendone emergere con chiarezza il tipo di relazioni.
Aspetti delle transizioni del mondo di oggi:
 Transizioni denormativizzate→ oggi è molto più facile che i percorsi siano determinati in
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maniera autonoma dai soggetti coinvolti, che decidono quando e come realizzare la
transizione.
 Mancanza di ritualità e coralità→ le transizioni vengono rappresentate e vissute soprattutto
in termini individuali e la dimensione della ritualità sociale è lasciata sullo sfondo.
 Processo→ il passaggio da momento ritualizzato e normativo diventa un processo di
transizione.

L’evento critico, che genera la transizione, dà luogo ad un periodo di disorganizzazione→ le famiglie


si muovono per tentativi ed errori alla ricerca di un nuovo e più adeguato funzionamento.
La vecchia organizzazione relazionale esce allo scoperto e si possono individuare i punti di forza e
di debolezza delle famiglie. Questo periodo porta per le famiglie:
 Riorganizzazione ed innovazione
 Rimanere in una situazione di stallo o, addirittura, sfaldarsi
La difficoltà del transito risiede nel fatto che esso ci mette in una condizione incerta, ambigua e
rischiosa.
Nei passaggi, in tutti i passaggi, si fa saliente il tema della perdita→ per poter affrontare il nuovo
occorre lasciare il vecchio e questo implica una nota di dolore.
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Periodo di disorganizzazione Periodo di ricerca di
soluzioni

Stallo Riorganizzazione Dissoluzione

Chiedersi se una transizione è riuscita o fallita, ossia se ha raggiunto o no il suo obiettivo equivale a
dotare di senso i passaggi che la famiglia vive lungo il suo cammino e a rifiutare una visione
meramente processuale dei cambiamenti familiari.
Tre aspetti essenziali delle transizioni familiari:
 Lasciar andare qualcosa
 Raggiungimento di un obiettivo
 Precisi compiti di sviluppo
L’evento critico
Si parla di evento critico perché è un potenziale apportatore di crisi→ eventi salienti e
simbolicamente pregnanti che provocano un passaggio che coinvolge tutto il gruppo familiare.
Ciò che è critico, dunque, provoca un potenziale cambiamento nel sistema familiare→ implica
sempre una perdita (di un ruolo, di una modalità di legame, di una rappresentazione di sé e dell’altro).
Esistono due tipi di eventi critici:
 Eventi normativi→ attesi e prevedibili; inglobano i principali avvenimenti che caratterizzano
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ogni fase del ciclo di vita della famiglia→ perdita dei genitori, nascita di un figlio …
 Eventi non normativi→ inattesi, difficilmente o per nulla prevedibili→ divorzi/separazioni
Esistono anche le microtransizioni→ eventi più modesti e movimenti di riadattamento che le famiglie
compiono costantemente.
Risorse e coping
Le famiglie raramente si confrontano con un solo evento critico→ spesso devono gestirne molti
contemporaneamente.
Il contenuto e l’entità dell’evento non sono definibili in assoluto ma in funzione delle risorse cui i
soggetti a livello individuale o familiare o sociale possono attingere→ risorse e coping.
Compiti di sviluppo intergenerazionali
La transizione tende ad un obiettivo→ i singoli membri familiari e la famiglia in quanto tale è chiamata
a far fronte all’evento critico attivando le risorse di cui dispone.
L’obiettivo, in particolare, è una meta di sviluppo→ un compito di sviluppo che riguarda:
 Problematiche dei singoli membri della famiglia
 Problematiche delle varie generazioni compresenti all’interno della famiglia
Proprio per questo sii parla di compiti di sviluppo non solo relazionali, ma soprattutto
intergenerazionali→ collegati alla posizione che ogni persona occupa all’interno dell’organizzazione
familiare estesa.
Il compito ha una valenza affettiva ed etica→ implica sia aspetti di cura sia aspetti di responsabilità
e di lealtà che legittimano l’altrui posizione generazionale.
Capitolo 3: la famiglia e le sue trasformazioni
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La famiglia è un oggetto in perenne trasformazione→ si allarga e si restringe, perde alcune funzioni
e ne acquista altre a seconda della situazione socioculturale.
Possiamo descrivere la famiglia attraverso tra concetti:
 Household→ aggregato domesticoLa famiglia, con questo termine, si identifica con l’unità
co-residenziale, cioè include tutti coloro che vivono sotto lo stesso tetto.
 House→ unità abitativI membri di una famiglia prima di tutto condividono spazi, interessi ed
affetti non accessibili ad altri→ concetto che indica meglio il distacco dalla parentela e
l’individualizzazione della famiglia nucleare.
 Home→ concetto di famiglia intesa come luogo di intimità.

Quando si parla di famiglia di oggi si è di fronte a due opposte tendenze:


i suoi confini interni alla famiglia→ famiglia come pura struttura di comunicazione

La prima trasformazione: la crescente fragilità dell’unione coniugale


Quando si parla di fragilità della famiglia il primo elemento a cui fare riferimento è lo sbilanciamento
sul versante affettivo-emotivo a scapito di quello etico-normativo. Tuttavia, una relazione che investe
eccessivamente sull’affettivo investe una serie di aspettative e richieste sull’altro→ soggetta a facile
delusione e rottura poiché sovraccaricata di aspettative.
Si parla a tutti gli effetti di tirannia dell’intimità. La relazione di coppia, dunque, pare riflettere al suo
interno in maniera acuta la difficoltà che la nostra cultura individualistica nutre nei confronti delle
relazioni.
Quest’eccessiva accentuazione dell’affettivo risulta essere l’esito della difficoltà dell’uomo moderno
di percepire la possibilità di esistenza di vincoli→ libertà di entrare o uscire a piacimento dalla
relazione.
L’aspetto sociale del vincolo, oggi, va molto sullo sfondo→ sposarsi significa convivere con un’altra
persona che soddisfa i propri bisogni sentimentali ed affettivi, piuttosto che costruire un noi
attraverso una relazione impegnata a realizzare un progetto comune.
N.B. Tutto questo si può riassumere con→ alto investimento nella coppia basso investimento
nell’aspetto sociale ed istituzionale.
L’indebolimento degli aspetti di vincolo sono pagati dalla coppia a prezzo di una precarietà sempre
incombente→ la coppia è molto più portata, rispetto al passato, ad interrogarsi sul proprio contratto
e a rivederlo. Si configura uno stare assieme rassegnato e precario (protegge dalla solitudine)
Due scenari essenziali per la coppia di oggi:
 Calo dei matrimoni civili/religiosi
 Aumento separazioni/divorzi
 A questo proposito spesso oggi si incontrano:
 Famiglie ricostituite→ genitore con compagna/o
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 Famiglie monogenitoriali

Nonostante queste evidenze, la vita di coppia viene ancora fortemente ricercata→ referente centrale
per la società.

Le nuove caratteristiche della genitorialità


La genitorialità odierna è investita da una serie di eventi
 Il fenomeno della denatalità→ dagli anni ’70 in poi si assiste ad un rapido calo degli ordini di
nascita superiori a due. Siamo quindi in una fase demografica in cui ogni nuova generazione è
meno consistente rispetto alla precedente.
 Spostamento in avanti delle tappe del ciclo di vita→ diffuso prolungamento della permanenza
dei figlio giovani adulti nella casa dei genitori
 Crescita del numero di nati fuori dal matrimonio→ più incidenza in quelle coppie che sono miste
(un genitore straniero)
 Fragilità familiare→ tentativo di trovare soluzioni come affido, adozione ecc…
In un periodo in cui il legame tende a farsi instabile, il vincolo di filiazione resta l’unico su cui investire
in modo certo e continuativo. La crescita dei nati fuori del matrimonio conferma quella tendenza
attuale a investire tutto sul figlio rinunciando all’investimento sul legame.
La stabilità della coppia, comunque, non può dipendere dai figli→ assegnare ai figli il ruolo di garanti
della stabilità di coppia è indirettamente rinforzare in loro la convinzione che se la coppia non terrà,
la colpa sarà soprattutto loro. La stabilità della coppia, quindi, non può dipendere dai figli.
La diminuzione delle nascite e il suo carattere di avvenimento scelto e fortemente voluto genera un
alto concentrato emozionale→ puerocentrismo narcisistico.
Il bambino, quindi, diventa:
 Oggetto di preoccupazione degli adulti
 Prodotto e prolungamento dell’adulto stesso
Un mezzo attraverso il quale il genitore richiede conferma del proprio valore
N.B. Ad oggi il figlio non è concepito come continuatore della storia familiare e sociale ma piuttosto
è figlio del sé dei genitori cui occorre assicurare la felicità nel qui ed ora riparandolo dalle frustrazioni
della società.

La lenta transizione alla vita adulta dei giovani


Negli ultimi anni si assiste ad una posticipazione degli eventi che caratterizzano la transizione alla
vita adulta→ concetto di famiglia lunga. I figli, in poche parole, prolungano la permanenza nelle mura
domestiche.
Oggi, la transizione alla condizione adulta si caratterizza come passaggio lungo e graduale→
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scomparsa o attenuarsi del valore e del significato dei tradizionali riti di passaggio.
Quali potrebbero essere i motivi?
I giovani vogliono lasciare aperte più possibilità di realizzazione personale
I giovani sono poco propensi ad accettare che siano al di sotto o diversi dalle loro aspettative
I giovani desiderano poter avere tempo a disposizione per sperimentare diverse alternative
Scena economica molto critica→ c’è un divario tra concrete possibilità di realizzazione e aspettative
I giovani, dunque, vogliono prima di tutto realizzarsi. La relazione di coppia è soggiogata alla ricerca
di uno spazio di espansione e conferma del sé personale a discapito del sé relazionale.
C’è, in questo, anche una connotazione culturale
Società nordamericana→ improntata sul reggersi in piedi da soli e affrontare sfide sociali
Paesi del sud Europa→ legami forti e duraturi, aiuto reciproco molto diffuso
Paesi del nord Europa→ legami familiari più deboli ma sistema welfare strong
L’allungamento della vita ha comunque prolungato fisiologicamente il tempo della crescita e così si
è creata una nuova fase della vita→ fase del giovane adulto.
Ricerca→ più del 60% dei giovani vive ancora in famiglia.
In breve, il fenomeno della famiglia lunga è l’esito di fattori sociali e psicologici che toccano figli e
genitori.
Da considerare è anche il fatto che le generazioni degli anni ’80 hanno vissuto al di sopra delle
possibilità che una società equa avrebbe dovuto riservare tenendo conto di chi viene dopo→ i
genitori sono in grado di supportare economicamente per lungo periodo i figli.

L’allungamento della vita: la pluralità dei percorsi di invecchiamento


Un fenomeno oggi alquanto presente è quello dell’invecchiamento della popolazione→ negli ultimi
decenni la percentuale degli ultrasessantacinquenni è passata dal 15% agli inizi degli anni ’90 al
22% dei giorni nostri.
L’allungamento della vita diventa problematico a livello sociale e familiare se si associa questo
fenomeno a quello del calo della fecondità.
(L’immigrazione non sopperisce a questo problema→ si prende ad esempio la cultura italiana)
Qual è la rappresentazione che si ha dell’età anziana?
La rappresentazione sociale più comune della condizione anziana è associata all’idea di un generale
decadimento→ progressiva perdita delle funzionalità psicofisiche, sociali e produttive.
Oggi si può parlare di transizione lunga e complessa→ si dilata il tempo del benessere dell’anziano
e del mantenimento di una posizione produttiva.
Il processo di invecchiamento racchiude al suo interno diversi snodi e passaggi critici, tuttavia, la
pluralità dei percorsi di invecchiamento è evidente se si considera tale processo da un’ottica
familiare→ focus sulle relazioni interne alla famiglia.
È infatti evidente che uno stesso evento critico che contrassegna in modo molto significativo la
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generazione anziana, può essere affrontato in modo differente, dipende da:
 Transizione evolutiva che sta affrontando la generazione successiva
 Risorse familiari possedute
N.B. Il mutato equilibrio demografico tra le generazioni determina una trasformazione qualitativa del
processo di invecchiamento.
Due sono le questioni essenziali che accompagnano l’invecchiamento della società:
 Necessità di porre mano ad una revisione complessiva delle forme e dei meccanismi di
ridistribuzione della ricchezza sociale
 Fabbisogno di cura e assistenza sanitaria crescenti→ prolungamento del tempo della
malattia
Oggi, in sintesi, si parla di famiglia adulta multigenerazionale→ in una famiglia possono essere
presenti fino a 4 generazioni. Questa presenza multigenerazionale vede a tutti gli effetti una continua
rinegoziazione delle relazioni familiari e l’assunzione contemporanea di molteplici compiti di sviluppo
da parte delle diverse generazioni.

L’aumento e la diversificazione dei flussi migratori


Riveste una posizione particolare un altro fenomeno che sta caratterizzando sempre più il panorama
socioculturale delle società occidentali→ i movimenti migratori.
Quello che interessa maggiormente è la struttura per età di questa popolazione con un aumento di
quella più matura rispetto a quella anziana (rispettando l’idea del calo nascite/aumento persone
anziane).
La realtà dell’immigrazione non è monolitica→ coinvolge non solo singoli individui bensì famiglie
intere.
Berry→ quattro possibili soluzioni per il rapporto che il migrante instaura nella cultura ospitante:
 Assimilazione
 Separazione
 Marginalità
 Integrazione→ strategia più adeguata anche se non sempre realisticamente perseguibile
La migrazione non può essere compresa mettendo al centro il singolo soggetto migrante perché
tutte le sue fasi, dalla scelta iniziale di partire, all’individuazione della meta del viaggio,
all’inserimento nel nuovo paese è strettamente influenzata dalla presenza e funzionamento delle reti
sociali.
Chi emigra cerca, per quanto possibile, di costruire nel nuovo Paese legami tra persone della stessa
nazionalità o dello stesso gruppo etnico in grado di contrastare il senso di estraneità e di
frammentazione che lo sradicamento della terra d’origine e l’impatto con la nuova società comporta.
N.B. Avere una rete di rapporti sociali è una preziosissima e grandissima risorsa→ occasione per
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dare origine a forme di solidarietà.
Tre sono i motivi principali che rendono necessario mettere al centro della scena migratoria la
famiglia:
 Cercare di migliorare la propria condizione per aiutare le famiglie d’origine
 La centralità della famiglia riguarda ogni fase del processo migratorio dalla decisione di partire
ai suoi sviluppi che non possono essere compresi senza tener conto delle strategie familiari→ è
sempre la famiglia che stabilisce una serie di obblighi reciproci ed è proprio in seno alla famiglia
che spesso si opera
 La famiglia consente di interrogarsi su i problemi e le conseguenze relative all’immigrazione→
ottica intergenerazionale
La migrazione, comunque, un fenomeno molto complesso e difficile→ si possono evidenziare crisi
e difficoltà nel riuscire a creare forme adeguate di mediazione culturale tra il proprio sistema di valori
interiorizzati e quello offerto dalla società di accoglienza.
Spesso è solo a partire dalla terza generazione che è possibile connettere e rielaborare passato e
futuro.
Capitolo quattro: la transizione al patto di coppia
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Il patto di coppia si fonda sulla fiducia reciproca→ il matrimonio è quell’evento critico che dà vita in
senso forte alla coniugalità. Anche la convivenza è un passo importante, è più sfumata socialmente,
ma comunque la relazione tiene anche grazie alla convivenza.
Nel patto di coppia convivono due valenze:
 Valenza affettiva → passione, aspetti erotici, attrattiva, fa sentire i partner appagati nei loro
desideri più profondi. Si traduce nell’esperienza unica del calore e del reciproco abbandono
fiducioso che due persone innamorate vivono nell’intimità della loro relazione.
Tuttavia, l0amore passionale senza un orizzonte etico rischia di risolversi in un’esperienza emotiva
breve→ fondamentale anche la dimensione etico-normativa.
 Valenza etico normativa→ impegno a rispettare il patto e a rispondere degli obblighi che esso
porta con sé (dedizione, supporto reciproco, capacità di accettare e perdonare i limiti
dell’altro, spirito di sacrificio…) Rispecchia proprio il desiderio e la volontà di essere coppia.
Il solo impegno senza il calore affettivo, comunque, diventa vuoto e triste→ legame svuotato di
senso.
N.B. Lo spostamento eccessivo della coppia su uno dei due poli del continuum si traducono in una
stonatura che genera malessere nei partner→ sviluppare e mantenere vivi sia gli aspetti affettivi sia
quelli etici del patto è un lavoro psichico che tocca ad ogni coppia coniugale.
Il bilanciamento etico-affettivo del patto non è dato una volta per tutte ma si ripropone continuamente
alla coppia nel corso dei lunghi anni di vita che la aspettano.
Pincus e Dare→ parlano di patto segreto e patto dichiarato.
 Patto segreto→ segnala che la dichiarazione esplicita di impegno è sorretta e accompagnata
da un altro tipo di pattuizione che in gran parte sfugge alla consapevolezza ed al controllo
dei contraenti.
 Patto dichiarato→ esplicita dichiarazione di impegno tra i membri

Ma cosa significa identità di coppia?


Si può parlare di coppia quando due individui raggiungono un senso del noi→ eccede la somma
delle parti. La relazione di coppia eccede la realtà psichica individuale→ rappresenta un vero e
proprio terzo rispetto ai due costituenti.
Questo terzo, comunque, ha un che di misterioso→ inconoscibilità dell’elemento che trasforma due
individui in qualcosa di più.
Comunque, una salda identità, facilita un orientamento pro-relationship→ comportamenti improntati
alla cooperazione e in attribuzioni benevole nei confronti del partner.
Solo nel noi l’individuo ha la possibilità di modificare i propri interessi individuali per un obiettivo
comune.
Essere pro-relationship culmina nell’umanizzazione dell’individuo→ rimane comunque un processo
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molto lungo.
Cruciale agli inizi è la modalità con cui la coppia affronta il disincantamento→ quello
dall’innamoramento all’amore è il grande passaggio critico. All’innamoramento si dovrebbe sostituire
una condizione di comunanza, fondata sulla reciprocità e sulla capacità di vedere anche gli aspetti
deboli dell’altro.

Compiti di sviluppo della coppia


Rilancio del legame→ assumere sempre nuovi compiti per la realizzazione degli obiettivi
Walsh→ le persone hanno bisogno di cambiare il contratto relazione a seconda delle diverse fasi
del ciclo.
Un aspetto da considerare, prima dei compiti dello sviluppo, è quello del conflitto. Divergenze e
conflitti sono parte insopprimibile della relazione→ essa lega due o più individui che veicolano
opinioni, bisogni e attese differenti. Il conflitto rappresenta la via eletta per ricomporre e articolare la
differenza.
N.B. Il conflitto non è disfunzionale, disfunzionali possono essere le modalità di gestione del conflitto
messe in atto dal partner.
Il conflitto assume significati differenti a seconda che si sia in una relazione cooperativa oppure
competitiva.
 Relazione cooperativa→ permette la negoziazione e la risoluzione dei problemi
Una relazione cooperativa favorisce una risoluzione positiva del processo conflittuale. Il conflitto con
esito costruttivo è caratterizzato non solo dall’esaurimento dello stesso, bensì da un processo di de-
escalation→ processo di progressiva attenuazione e riduzione degli aspetti più negativi del conflitto.
Un altro aspetto del conflitto costruttivo è l’accomodamento→ tendenza a reagire in modo costruttivo
a comportamenti distruttivi. L’accomodamento, tuttavia, non è un atteggiamento spontaneo ma è
oggetto di uno sforzo di volontà da parte di chi lo utilizza→ spostamento dall’interesse per il sé
all’interesse per la relazione. Questo spostamento richiede una riconsiderazione della situazione→
trasformare le proprie motivazioni e mostrare atteggiamenti di accomodamento.
Un’altra componente essenziale è il perdono→ assenza di vendetta e presenza di benevolenza
verso l’offensore. La capacità di perdonare risulta essere un fattore in grado di proteggere il legame
di coppia sia nel presente immediato sia nel corso del tempo. È essenziale , infine, la capacità del
coniuge di rivolgersi positivamente al sè→ sapersi perdonare il dolore arrecato al partner.
N.B. Il perdono dell’altro e il perdono del sé hanno un’influenza positiva sul benessere di coppia
percepito sia dalla vittima che dell’offensore.
Tutti questi dunque, si possono definire comportamenti pro-relationship.
 Relazione competitiva→ esalta l’opposizione tra le parti e porta a forme aggressive di
scambio.
Una relazione competitiva esalta una condizione distruttiva del processo conflittuale.
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Gottman→ quattro modalità comunicative usate durante il conflitto: critica, disprezzo, difesa, ritiro.
Esistono due pattern fondamentali nella gestione distruttiva del conflitto:
Pattern demand-withdraw→ un partner è particolarmente esigente e l’altro tende a ritirarsi dalla
relazione.
Reciprocità negativa→ uno stile aggressivo/attaccante di un partner si combina con uno stile
analogo dell’altro.
Questi due pattern accentuano il conflitto incrementando tensioni e risentimenti.

Compiti di sviluppo in quanto coniugi


Ai nuovi coniugi spettano, in particolare, tre compiti di sviluppo:
 Prendersi cura dell’altro riconoscendo la sua specificità
 Riconoscere il valore dell’altro e legittimarlo come coniuge
 Aprirsi ad un progetto generativo
Nelle relazioni coniugali ben riuscite si possono osservare comportamenti felicemente sintonizzati.
La cura dell’altro è un altro concetto essenziale→ la cura non esaurisce nel comportamento di aiuto
e allude perciò ad un modo di concepire il legame, ad una forma di esso.
La gestione delle differenze è un altro aspetto molto importante→ la differenza è ineliminabile e
costitutiva della relazione di coppia. La cura della differenza porta a riconoscere l’altro familiare
differente da sé ma legato a sé, anzi, legato proprio perché differente.
Due sono i pericolo del cercare una comunione senza annullare le differenze:
 Vedere solo le differenze
 Vedere solo la somiglianza
Per superare queste due difficoltà, l’ideale sarebbe integrare le differenze in un’unità.
Altri due concetti sono necessari:
 Mutualità→ comune riconoscimento che travalica la comunanza di ruolo
 Reciprocità→ aspetto che va oltre il concetto di ruolo
N.B. I diritti e i doveri inerenti al ruolo coniugale, vanno continuamente avvalorati dai partner stessi.
Altro compito fondamentale della coppia in quanto coniugi è aprirsi ad un progetto generativo→ il
senso più profondo della relazione di coppia consiste in un rendere fruttifero e generativo l’incontro
tra differenze. Il bene che la coppia sperimenta si estende anche al di fuori dei suoi confini.
L’approdo alla generatività è reso possibile dalla capacità dei partner di affrontare la perdita degli
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aspetti illusori della relazione per arrivare ad una visione autentica del sé e dell’altro e far emergere
l’area ideale di coppia. La condizione da raggiungere sarebbe quella di togetherness→ l’altro diventa
un compagno con il quale costruire un comune terreno etico-affettivo.

Compiti di sviluppo in quanto figli


Il compito che i membri della coppia sono chiamati ad assolvere è quello di attuare un nuovo tipo di
legame con le famiglie di origine.
Il matrimonio comporta non solo l’unione di due persone ma anche l’incontro di due storie familiari
con le loro specifiche e diverse modalità di atteggiarsi.
Ogni essere umano nasce da una storia familiare→ la coppia, quindi, ha a che fare con una fitta rete
di legami e del loro senso.
Nella trama delle generazioni familiari la coppia si trova per sua natura all’incrocio di due rami e di
due storie familiari e tale posizione la investe di un ruolo fondamentale di mediatore.
Nell’incontro e nel confronto di coppia vi è dunque lo spazio per una rivisitazione e rielaborazione
della propria storia personale per costruire modalità relazionali diverse.
Quello che può capitare, talvolta, è che all’avvicinamento ad una delle due stirpi può crearsi un totale
disconoscimento dell’altro→ considerato non adeguato.
Quando avviene un buon processo di distinzione tra famiglia d’origine a coppia coniugale, si crea:
 Riconoscimento della storia familiare
 Impegno a proseguire la storia familiare con apporti innovativi→ riconoscimento dei contenuti
valoriali positivi
Riuscita del processo di distinzione→ assunzione da parte dei coniugi del compito di portare avanti
un processo di regolazione delle distanze con la famiglia d’origine, questo grazie a :
 Ridefinizione delle relazioni con la famiglia d’origine
 Tracciamento di nuovi confini
N.B. Per la costruzione dell’identità di coppia è cruciale il processo di interiorizzazione delle modalità
di essere e fare coppia appreso nelle famiglie d’origine→ quando si è chiamati a fare coppia, si farà
inevitabilmente riferimento al modello di coppia sperimentato nella propria famiglia.
La coppia, dunque, può appropriarsi della propria unicità pur riconoscendo appartenenze ed eredità
familiari→ la coppia è distinta.
Compiti della prima generazione
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I coniugi, nei primi anni di matrimonio si trovano chiamati a contrattare un equilibrio dinamico e
mutevole nel tempo tra vicinanza e distanza tra le famiglie di elezione e quelle di origine.
Per la buona riuscita di questo processo sono fondamentali:
 La capacità di assumere una nuova posizione, quella autonoma e responsabile
 Acquisire la capacità delle famiglie d’origine di permettere ed incoraggiare il distacco dei
figli
N.B. Laddove i figli vengono percepiti più intrusivi fanno più fatica a costruire una positiva identità di
coppia→ alla prima generazione è richiesto di fare un passo indietro affinché i figli possano
assumersi in pieno le proprie responsabilità familiari e sociali.
Riconoscere i propri figli quali adulti capaci e legittimarli in questo nuovo ruolo.

Compiti di sviluppo in quanto membri di una comunità sociale


 Costruire una rete relazionale condivisa
Durante i primi momenti di costituzione della coppia coniugale, familiari e amici vengono inglobati in
una rete di relazioni comuni ad entrambi i membri della coppia. Durante i primi momenti della vita
matrimoniale, si assiste ad un progressivo allontanamento dei partner dalla rete parentale ed
amicale.
Si verifica, quindi, un doppio movimento:
 Inserimento della coppia nelle reti familiari
 Volontà di garantire la specificità e l’unicità della relazione di coppia
Sarebbe auspicabile trovare il giusto mezzo→ non chiudersi nella coppia e non inserire
eccessivamente le altre relazioni.
N.B. L’armonia si raggiunge nel momento in cui si realizza una connessione tra familiare e sociale→
gestione dei confini e raggiungimento di un giusto equilibrio coppia-rete sociale.
 Riconoscimento di un progetto condiviso
Riconoscere un progetto condiviso spinge la coppia ad una generatività familiare e sociale→ le
azioni generative delle coppie hanno chiari effetti sulla comunità sociale.
Una coppia con un’identità forte e vitale è portata ad uscire fuori di sé→ diventare generativi in senso
ampio.
Bisogna, infine, riconoscere che il sociale è un contesto di supporto alla relazione→ più la famiglia
dialoga con il sociale più essa può contare sulle risorse necessarie per far fronte alle crisi.
La coppia è una relazione che ha bisogno di altre relazioni.
La coppia nella buona e nella cattiva sorte
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Quali sono gli ingredienti che permettono alle relazioni di fiorire?
Il fiorire di una relazione non ha tanto a che fare con l’assenza di difficoltà o di fragilità, bensì deriva
da una vita di coppia tesa al raggiungimento di uno scopo alla ricerca di un senso e di opportunità
di crescita.
N.B. Una relazione è fiorente quando esprime le più profonde aspirazioni dei suoi membri→ deve
essere, quindi, in continuo scambio con:
 Famiglia
 Reti sociali
 Comunità
Condivisione di un evento positivo→ ci sono due possibili risvolti al ricevere comunicazione di un
evento positivo da parte del partner:
 Ricevere una risposta costruttiva→ incrementa emozioni positive
 Ricevere risposte distruttive→ riduce i benefici ottenuti dalla condivisione dell’evento positivo
Cfr. concetto di coping diadico→ modalità attraverso la quale i partner affrontano eventi stressanti

Valorizzare il legame e il suo significato nei momenti di positività e rilanciarlo anche grazie a cadute
e fatiche che si affrontano, permette di realizzare quella generatività di coppia che rappresenta
l’obiettivo fondamentale dei legami familiari.
Capitolo cinque: il legame genitoriale e le sue transizioni
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La nascita di un figlio è l’evento critico più saliente che segna la transizione alla genitorialità.
La coppia genitoriale, nel momento in cui viene alla luce un figlio, rappresenta una generazione
ponte→ raccoglie l’eredità della generazione precedente e deve trasferirla, trasformandola, a quella
successiva.

Le vicissitudini della coppia e le traiettorie che essa successivamente seguirà nel corso della vita
possono esercitare un’influenza molto forte sui rapporti con il figlio→ tuttavia, il figlio si iscrive in una
storia generazionale ed è il frutto della relazione di coppia, ma trascende l’una e l’altra.

Obiettivo generativo di questa transizione:


 sviluppo della capacità di prendersi cura in modo responsabile di ciò che è stato generato
 assunzione da parte della coppia di una responsabilità genitoriale condivisa
 sviluppare un patto genitoriale fondato sulla cura responsabile
La costruzione del patto genitoriale necessità di tempo ed energie→ richiede un processo di
reciproca legittimazione.
Coparenting→ impegno congiunto dei due genitori nella crescita dei figli. Il coparenting risulta
fondamentale, soprattutto in quei nuclei che hanno attraverso eventi critici come
separazione/divorzio.
Il coparenting attiene a dimensioni relazioni profonde come:
 Riconoscimento
 Fiducia
 Legittimazione reciproca
La neocoppia delinea un itinerario che ha due traiettorie:
 Regolazione equilibrata delle modalità di relazione tra affettivo ed etico
 Passaggio da una visione autocentrata del figlio ad un riconoscimento di quest’ultimo come
altro da sé→ una nuova generazione
La ricerca degli ultimi decenni ha messo in evidenza l’importanza degli stili di attaccamento dei
genitori rispetto al benessere dei figli→ l’attaccamento sicuro rappresenta:
 Una base affidabile
 Una grande risorsa per lo sviluppo del soggetto umano
N.B. Il patto genitoriale deve saper garantire la compresenza di:
 Aspetti emancipativi di ordine e giustizia
 Aspetti protettivi e di empatia
È necessario mantenere una posizione equilibrata tra i due atteggiamenti.
La sfida dell’essere genitori, comunque, è proprio quella di arrivare a riconoscere il figlio come altro
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da sé→ legittimarlo in quanto essere unico e portare di propri bisogni.

I registri della genitorialità


Significa adottare uno sguardo complesso che ci permetta di comprendere i diversi livelli in cui la
cura responsabile debba essere giocata:
 Livello biologico
Per i figli:
Essere procreati; dal pdv psicologico l’essere procreato apre una serie di quesiti. Ci si chiede il
perché e che cosa si effettivamente successo. Il concetto di somiglianza attiene anch’esso al livello
biologico→ il potersi riconoscere in qualcun altro consente al figlio di riconoscersi. Tutto questo serve
a creare appartenenza.
Quando non c’è somiglianza (es. adozione di un bambino con tratti molto diversi come il colore della
pelle) si crea comunque uno stile che genera somiglianza→ se si elabora bene il passaggio ad una
famiglia adottiva questa somiglianza è favorita.
Per i genitori:
I genitori, assumono la continuità biologica e costruiscono un legame.
 Livello accuditivo
Per i figli
La genitorialità porta sempre a pensare al registro accuditivo, ma non c’è solo quello. Il registro
accuditivo si ricollega al concetto di fiducia di base e legame di attaccamento.
Per i genitori:
I genitori offrono accudimento, fisico e psicologico. Anche essere degni della fiducia del figlio è
essenziale
 Livello storico-paradigmatico
Per i figli:
bisogno di appartenenza e bisogno di radicamento nella storia e nella cultura familiare→ il figlio ha
bisogno di avere una direzione culturale, anche se poi spetta a lui distaccarsene o meno.
Per il genitore:
connettere il nuovo nato alla storia della famiglia, offrire al neonato le risorse della storia e della
cultura familiare.
 Livello sociale
Per i figli
Riguarda la possibilità del figlio di creare legame con ciò che non è famiglia→ rende possibile
autonomizzazione e indipendenza. Il bisogno è dunque quello di affondare le proprie radici in un
aggregato che non sia la famiglia.
Per i genitori:
un compito del genitore è quello di sostenere il figlio in un dialogo funzionale con la cultura→
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attrezzarlo di strumenti che gli permettano di leggere la cultura al meglio→ accompagnamento del
figlio nel mondo di oggi. Si tratta, dunque, di introdurre il nuovo nato nella comunità.
Sono quindi, i livelli di relazione in cui si gioca le genitorialità.

Compiti di sviluppo della coppia genitoriale


POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO
In quanto coniugi -Integrare la dimensione genitoriale con la
relazionale coniugale e negoziare i ruoli
-Riconoscere e sostenere il ruolo genitoriale
del coniuge
In quanto genitori -Dare spazio al nuovo nato
-Esercitare cura responsabile
-Condividere la cura sul piano organizzativo
-Definire lo stile di parenting
-Consentire la reciproca separazione da
adolescente
-Orientare e supportare l’autonomia del figlio
In quanto figli -Iscrivere il neonato nella storia familiare
-Attuare un riconoscimento reciproco coi propri
genitori in base alla comune esperienza di
genitorialità
-Continuare la storia familiare in modo
innovativo
-Accogliere e trasformare i rituali familiari
In quanto membri di una comunità -Gestire la combinazione spazi per la famiglia-
spazi per il sociale
-Assumere una funzione di mediazione sociale
-Imparare a gestire le nuove tecnologie
-Riconoscere il valore della generatività come
scelta di appartenenza sociale

 Compiti di sviluppo in quanto coniugi

La transizione alla genitorialità comporta un periodo di crisi nel rapporto di coppia→ necessità di
riorganizzarsi sia per quanto riguarda l’assetto della personalità sia nell’equilibrio relazionale.
Un’organizzazione sufficientemente paritetica tra moglie e marito oggi risulta più soddisfacente.
Il primo compito essenziale è quello di integrare la dimensione coniugale con quella genitoriale→
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dar vita ad una nuova forma di identità di coppia. Questo aspetto fa emergere a pieni titoli il senso
di coinvolgimento in un progetto comune.
Man mano che il figlio crescerà, comunque, i genitori saranno chiamati a ridefinire i propri obiettivi
dal punto di vista della relazione coniugale e genitoriale.
Il tema della gestione degli spazi e dei confini è considerato cruciale per la salute della coppia e per
il benessere dei figli. Bisogna tenere presente che la dimensione della coniugalità non deve mai
essere fagocitata da quella genitoriale.
Un altro compito è quello di affrontare adeguatamente il salto di posizione che una nuova
responsabilità genitoriale comporta.
Parenting condiviso→ essenziale in quanto risorsa decisiva.
Legittimare l’altro genitore in quanto tale è essenziale→ sostenere l’altro e stimolarlo in quanto
genitore permette alla coppia di affrontare meglio complessità.

 Compiti di sviluppo in quanto genitori


Ci vuole tempo perché un bambino sia accolto da una persona e non da una coppia→ complesso
ma essenziale.
Il primo ed essenziale compito riguarda la condivisione delle modalità con cui accogliere e dare
spazio al nuovo arrivato→ passare dalla diade alla triade.
La scelta delle modalità dovrebbe partire dal presupposto che il bambino è un soggetto attivo e non
passivo. La presenza di uno spazio mentale aperto, flessibile e responsabile da parte di chi genera
permette al figlio sia di essere soggetto alla storia generazionale sia di essere soggetto attivo della
storia medesima.
La cura genitoriale, si esprime in due modalità:
 Garantendo affetto e fiducia
 Fornendo una direzione alla crescita
Fondamentale è garantire la compresenza di aspetti affettivi di cura e aspetti etico-normativi di
responsabilità→ l’accentuazione di uno solo di questi due aspetti genera un rapporto distorto con il
figlio.
La transizione alla genitorialità è un percorso che fa emergere ampiamente i temi cruciali delle
aspettative→ richiede non poca capacità di elaborazione e può condurre a esiti costruttivi e
generativi o a esiti meno positivi e involutivi. A costituire difficoltà non è tanto l’impegno quanto
piuttosto la violazione delle aspettative.
La capacità di fare spazio al bambino è fondamentale, infatti:
 Quando questa disposizione c’è→ la coppia riesce a tollerare la fatica della nuova situazione
 Quando questa disposizione non c’è→ c’è una certa problematicità con la sintonizzazione
con i bisogni del bambino.
L’adolescenza è un altro punto cruciale di transizione→ si comincia ad esperire autonomia e
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distacco. La famiglia diviene un’operazione congiunta di due generazioni (quella dei genitori e quella
dei figli).
Quando i figli sono adolescenti la cura responsabile si traduce in un atteggiamento di protezione
flessibile.
Baumrind→ individua due dimensioni fondamentali ed indipendenti:
 Accettazione→ accettare il figlio per ciò che è
 Controllo→ guidare e stimolare il figlio
Controllo senza accettazione→ stile educativo autoritario
Accettazione senza controllo→ stile educativo permissivo
Accettazione e controllo→ stile educativo autorevole

Ciò che bisogna raggiungere è una situazione in cui i genitori offrono sostegno e, al tempo stesso,
indicano un percorso di crescita e una strada che valga la pena intraprendere→ unire orientamento
a fiducia. Quando gli adolescenti percepiscono polo affettivo ed etico bilanciati ci sono maggiori livelli
di benessere.

 Compiti di sviluppo in quanto figli


La nascita del figlio diventa occasione e possibilità per rinnovare il significato dei legami tra
componenti delle diverse generazioni→ dare nuovo slancio e progettualità al sistema familiare nel
suo complesso.
Si tratta a tutti gli effetti di curare la trasmissione all’eredità. L’ingresso sulla scena familiare produce,
dunque, effetti su tutto il corpus familiare. L’arrivo dei figli-nipoti esprime una tappa essenziale del
processo di riconoscimento reciproco delle generazioni sulla base del comune stato di genitore.
 Ai figli si chiede→ aver vissuto abbastanza a lungo da poter provare un autentico sentimento
di compassione per l’uomo e la donna che erano suoi genitori un tempo.
 Ai nonni si chiede→ effettuare un salto evolutivo e ridefinire le distanze dai figli legittimando
i propri figli come genitori.
N.B. Una differenziazione tra prima e seconda generazione che risulta riuscita:
 Alimenta il legame tra le generazioni
 Garantisce una continuità innovativa
Forme di legame coniugale sfavorevole→ inibizione della generatività. Si trasmette alla generazione
successiva l’idea che sia impossibile o molto complesso esercitare la responsabilità genitoriale.
Le coppie che meglio riescono a integrare l’eredità della vecchia generazione e l’eredità della nuova
coppia possono contare su:
 Una buona relazione
 Una giusta distanza dalle famiglie d’origine
 Risultano capaci di far fronte alle sfide che si impongono quando si diventa genitori.
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La differenziazione e il rapporto con la famiglia d’origine, comunque, è fortemente connotato
culturalmente.

 Compiti di sviluppo in quanto membri di una comunità sociale


Compito che oggi va particolarmente gestito è quello di trovare un equilibrio tra le esigenze familiari
e quelle lavorative. In questo senso, l’aiuto delle famiglie d’origine, svolge un ruolo di indubbia utilità
sociale; il rischio potrebbe essere che la neo-coppia rimanga ancora troppo nell’orbita genitoriale e
si senta troppo indebitata nei suoi confronti.
Questa tematica della conciliazione famiglia-lavoro riappare con forza in tutte le fasi ad ogni
transizione familiare.
I compiti dei genitori come membri di una comunità diventano particolarmente complessi quando i
figli sono adolescenti (il figlio ha tante fonti di influenza in questa fase di vita che derivano, appunto,
dal contatto con gruppi sociali).
Durante l’adolescenza, il monitoring consente ai genitori di conoscere cosa effettivamente i figli
fanno fuori casi senza per essere eccessivamente intrusivi.
Le nuove tecnologie sono un altro tema caldo di questo periodo storico→ conoscere le tecnologie
può accorciare le distanze con i figli. Un adeguato coinvolgimento dei genitori, dunque, rende le
relazioni più positive, fa percepire gli interventi dei genitori come utili→ il coinvolgimento genitoriale
è apprezzato.
In ogni caso, essendo la famiglia completamente inserita nel tessuto sociale, è essenziale che esse
rompano il proprio isolamento e creino pari opportunità di confronto con altre famiglie. C’è bisogno
di aggregazioni vitali che rappresentino uno spazio di effettivo confronto, di messa in comune, di
aiuto di fronte al compito di educare le nuove generazioni.
La coppia, comunque, va aiutata ad entrare nelle reti sociali→ iniziative di sostegno alla genitorialità.

Procreazione medicalmente assistita e omogenitorialità


La procreazione medicalmente assistita, aspetti da tenere in considerazione:
 Cambiano le regole, i luoghi, i tempi del concepimento
 Si possono creare incrinature su chi sia il generante→ c’è un genitore biologico ma l’altro è
genitore sociale + fantasma del donatore
 Percentuale di fallimenti della tecnica molto elevati
 Scegliere se rivelare al figlio come è stato concepito o no
N.B. Le dinamiche di queste famiglie sono assai più complesse di quelle del passato.
L’omogenitorialità
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La presenza di due genitori dello stesso sesso introduce il tema del confronto e della competizione→
per questo molte famiglie scelgono di adottare. Molti figli, infatti, tendono a preferire le madri di
nascita piuttosto che quelle sociali.
Le ricerche sull’omogenitorialità, inoltre, si occupano di studiare anche la presenza di problemi a
carico dei figli di genitori omosessuali.
Esempi di rischi per questi figli: depressione, difficoltà emotive, comportamenti a rischio.
Altre problematiche emerse sono:
 L’orientamento sessuale del figlio
I genitori omosessuali tendono ad avere atteggiamenti più liberali rispetto al comportamento
sessuale dei figli. A volte, però, sorprendentemente, i genitori omosessuali indirizzano le preferenze
dei figli verso l’eterosessualità; questo genera:
 Se i figli sono eterosessuali→ nessuna esperienza di relazione uomo-donna
 Se omosessuali→ deludere le aspettative dei genitori
Frequenti possono essere gli episodi di derisione specificatamente legati al fatto di avere genitori
omosessuali. Spesso i ragazzi nascondono la verità o la rivelano selettivamente o addirittura
cercano di non attirare l’attenzione su di sé per non doversi esporre pubblicamente→ disagio
complesso, profondo e doloroso.
N.B. Oggi è percepito come un dovere morale e giuridico permette al figlio, una volta maggiorenne,
di conoscere l’altro genitore (quello donatore).
Capitolo sei: il distacco dei figli una lunga transizione familiare
31
L’uscita dall’adolescenza rappresenta un passaggio da uno stato di vita ad un altro.
La transizione alla vita adulta si delinea come una doppia transizione:
 Dalla fase adolescenziale a quella del giovane-adulto
 Dalla fase del giovane-adulto a quella della piena età adulta
Sono passaggi che avvengono all’insegna della gradualità:
 Adolescente→ posizione di totale marginalità sociale
 Giovane adulto→ posizione di parziale marginalità
 Adulto→ posizione sociale pienamente riconosciuta
L’obiettivo di questa transizione è→ far raggiungere alla giovane generazione la piena responsabilità
adulta. Questo rimanda al concetto di realizzazione di un progetto di vita (nel lavoro e negli affetti).
N.B. La presenza o assenza di un chiaro obbiettivo da raggiungere e di un suo significato positivo è
un elemento chiave→ la transizione riesce bene quando non si perde la tensione alla meta.
Altro elemento importante da ricordare è che la coppia genitoriale è in grado di influenzare:
 I conflitti relativi allo svincolo
 Gli atteggiamenti verso l’emancipazione dei figli→ forza modellatrice che spinge il figlio
nell’una o nell’altra direzione.
Possiamo quindi dire che questa transizione si configura come una impresa congiunta di figli e
genitori→ ognuna delle due generazioni gioca la sua parte.

Generazione di mezzo e trasformazione generativa


I genitori in questa fase si configurano come una generazione sandwich→ convergono il passaggio
all’età adulta dei figli e la propria transizione alla fase di mezza età.
La pluralità di versanti sui quali la generazione è impegnata ci permette quindi di parlare di una
generazione cerniera→ compiti evolutivi sia sull’asse coniugale sia su quella genitoriale sia su quella
filiale.
C’è inoltre una strettissima connessione tra:
 Compiti familiari→ affrontare il dolore del distacco e spingere i figli ad assumersi responsabilità
adulte
 Compiti sociali→ investire con più forza le appartenenze extra-familiari dando vita a
generatività sociale
I compiti di sviluppo

POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO


In quanto coniugi -Reinvestire nel rapporto di coppia
In quanto genitori -Traghettare il figlio alla condizione adulta
dandogli fiducia e supportandolo a distanza
-Affrontare il dolore del distacco e la condizione
32
di nido vuoto
In quanto figli -Prendersi cura della generazione precedente
-Riconoscere il ruolo di testimone della storia e
delle radici familiari
In quanto membri di comunità sociale -Passare dalla generatività parentale a quella
sociale
-Contrastare lo stallo generazionale

 Compiti di sviluppo in quanto coniugi

Un aspetto essenziale dei compiti di sviluppo in quanto coniugi è il reinvestire nella relazione di
coppia. La coppia, infatti, liberata dall’onere della cura quotidiana dei figli e delle turbolenze
dell’adolescenza può godere di maggiori spazi e tempi→ può impegnarsi in un rinnovato dialogo e
in una riorganizzazione della vita coniugale.
Si tratta, quindi, di un vero e proprio rilancio del patto coniugale→ si fa più evidente ed urgente una
ridefinizione del patto.
Impegnarsi per il mantenimento della relazione nel tempo e rivivificare gli aspetti etico-affettivi sono
proprio i compiti essenziali dell’età attuale.
N.B. Tutto questo risulta di estrema importanza ma anche estremamente difficile, infatti sono in
aumento i divorzi di coppie con i figli tardo-adolescenti e giovani-adulti.

 Compiti di sviluppo in quanto genitori


Il primo aspetto essenziale riguarda il traghettare e autorizzare i figli verso l’assunzione della piena
responsabilità adulta→ trasmettere l’importanza di un impegno lavorativo ed affettivo.
Con uno sguardo sull’attualità oggi questo compito è reso estremamente difficile da genitori che
dimenticano il terzo passo fondamentale della generatività→ il lasciar andare. Si tende ad
amplificare molto la componente di cura; possiamo dire che si verifica una:
o Sottostima del vantaggio emancipativo per il figlio
o Sovrastimare gli aspetti di solitudine della condizione del nido vuoto
I figli avvertono chiaramente i mutamenti legati all’autonomia, mentre sono proprio i genitori a faticare
a porsi in quest’ottica.

Il fenomeno della famiglia lunga


Famiglia in cui la cura responsabile tende ad affievolirsi poiché genitori e figli, soddisfacendo
esigenze speculari (che concordano tra loro) producono una pericolosa stabilità→ impedisce il
distacco.
Cosa succede in particolare?
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 La piena assunzione di responsabilità viene rimandata da parte dei figli
 La vita adulta non appare in grado di appagare l’aspirazione ad una piena
autorealizzazione
Si tratta a tutti gli effetti del fenomeno dei forever young→ più frequente quando si intraprende un
lungo percorso di studi.
A queste tendenze giovanili, comunque, si associa la volontà della generazione di mezzo (i genitori)
di continuare a mantenere un ruolo centrale, nonostante il passare degli anni. Si struttura una duplice
illusione:
 Poter essere eternamente genitori di un giovane
 Poter evitare la sfida di riempire il vuoto lasciato dal figlio quando se ne va
N.B. La pericolosità di base, comunque, sta proprio nella rappresentazione condivisa circa il futuro,
sia da parte dei genitori sia da parte dei figli.
La società perde di attrattiva mentre il calore familiare è concepito come unica fonte di sicurezza e
di protezione. Questo porta ad una debole dimensione generativa e, soprattutto, ad una grande
difficoltà se non totale mancanze dei genitori di passare dalla generatività familiare alla generatività
sociale.
In conclusione, quindi, due sono le tendenze principali della famiglia lunga:
 Formazione dell’identità rallentata→ bisogni di distintività scarsamente presi in
considerazione.
 Torpidità generativa dei genitori

 Compiti come membri di una comunità→ la generatività sociale


La carica generativa investita per tanti anni sui figli, andrebbe indirizzata nel sociale. Il passaggio da
una generatività familiare ad una sociale implica uno sguardo verso il futuro di tutti i giovani che
stanno per divenire adulti.
Spesso, il prolungamento degli aspetti protettivi della famiglia è da considerarsi una reazione
all’ingiustizia sociale che essi hanno contribuito a produrre.
N.B. L’intenzione di base della generatività sociale, dunque, mira ad una bonifica della comunità
sociale→ dare vita ad un vero e proprio patto tra le generazioni.

 Compiti di sviluppo in quanto figli


I compiti di sviluppo in quanto figli riguardano sostanzialmente l’accettazione dell’invecchiamento
dei propri genitori e dall’assunzione della loro cura in caso di malattia→ anche su questo fronte la
donna risulta essere più coinvolta.
Capitolo sette: le transizioni peculiari
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Le transizioni peculiari non sono normative→ non si inseriscono nel percorso tradizionale della
famiglia. Le transizioni peculiari mostrano problematiche analoghe:
 Riconoscimento della storia familiare
 Rispetto delle differenze
 Legittimazione delle origini
In queste transizioni il rapporto con il sociale risulta imprescindibile. In queste casistiche, infatti, sono
due le motivazioni che spingono a queste transizioni peculiari:
 Possedere un sur-plus di risorse familiari che spingono a comportamenti prosociali→
esercitare una generatività sociale
 Rilevare una mancanza
 Faticare nell’elaborare il lutto della fertilità→ la coppia prende una scelta prosociale

La prima transizione peculiare: famiglie separate/divorziate


La separazione e il divorzio sono un’occasione dolorosa e drammatica. La natura incerta e fragile
della coppia rende oggi il divorzio un evento che può accadere nella storia coniugale (una volta era
quasi impensabile). La transizione del divorzio deve essere considerata alla stregua di qualsiasi
transizione del ciclo di vita familiare→ richiede risorse di coping tanto quanto una situazione
traumatica.
Il divorzio e la separazione si inseriscono in un contesto di perdita→ mette profondamente alla prova
la famiglia lasciando tracce profonde nella vita dei suoi membri.
Soprattutto per i figli la transizione appare particolarmente dolorosa→ se l’evento separazione si
accavalla ad altri eventi critici le conseguenze sulle giovani generazioni possono divenire molto
problematiche.
La transizione alla separazione va intesa come passaggio critico delle relazioni familiari, che implica
il raggiungimento di un obiettivo e ha insiti diversi compiti di sviluppo per tutte le generazioni
coinvolte.
L’obbiettivo di questa transizione è affrontare la fine del patto sapendo portare in salvo il legame→
riconoscere ciò che di buono e giusto è stato compiuto e distribuito nella relazione.
La messa in salvo del legame è un grande lavoro psichico di ricostruzione e revisione delle vicende
del rapporto di coppia. Quindi è importante porsi in un’ottica di:
 Sapersi porre interrogativi
 Riflettere sulla vicenda relazionale
 Sentirsi implicati→ sentirsi in parte in causa e responsabili
Compiti di sviluppo nella separazione
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POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO
In quanto ex coniugi - Trattare la fine del patto elaborandola
- Impegnarsi nella gestione del conflitto→
ridefinendo i confini coniugali e familiari
In quanto genitori - Mettere in atto una forma di collaborazione
con l’ex coniuge per garantire l’esercizio
della funzione genitoriale
- Esercitare cura responsabile
- Consentire ai figli di continuare ad essere
figli
- Garantire al figlio l’accesso all’altro
genitore e alla sua stirpe
In quanto figli -Realizzare un interscambio supportivo con le
famiglie d’origine
-Evitare di appiattirsi in una relazione
esclusivamente filiale
-consentire ai figli di non rompere il rapporto
con le famiglie d’origine
In quanto membri di una comunità sociale - Mantenere uno scambio attivo con la rete
amicale
- Ricorrere a servizi competenti per
affrontare la crisi
- Superare la concezione della separazione
come scelta privata

 Compiti di sviluppo in quanto ex coniugi


Agli ex coniugi è richiesta una ristrutturazione della propria relazione coniugale. Essi sono, dunque,
chiamati a trattare la fine del legame elaborandola. Bisogna quindi riconoscere il legame per quello
che è stato ed essere comunque in grado di riproporre il valore del legame.
La cooperazione tra partner, soprattutto sul fronte genitoriale, consente di creare le condizioni
favorevoli per portare in salvo il legame.
Trattare la fine→ compito congiunto dove, per affrontare adeguatamente il divorzio, i partner devono
riconoscere qualcosa che li accomuni.
Il divorzio, oltre ad essere una transizione che avviene in un determinato momento, è una transizione
reiterata e ciò in virtù del fatto che i legami non si tagliano bensì si trasformano.
 Compiti di sviluppo in quanto genitori
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È essenziale che gli ex coniugi si ricolleghino alla propria storia familiare, storia che è chiaramente
richiamata dal fatto di essere genitori. Bisogna ricercare un equilibrio funzionale tra l’essere ex
coniugi e l’essere ancora i genitori. Riuscire a separarsi come marito e moglie tuttavia continuare ad
essere padre e madre salvando la genitorialità.
I genitori, dunque, devono riuscire a salvare la genitorialità al di là della frattura. Importante, in questo
senso, è legittimare l’altro come genitore e riconoscerglielo→ garantire l’accesso al figlio anche al
genitore non convivente (ove possibile, ovviamente). Oggi, infatti, si parla spesso di affido congiunto.
La possibilità di mantenere relazioni con entrambi i genitori concorre a promuovere non solo il
benessere dei figli, ma anche la qualità delle relazioni all’interno della famiglia separata.
In tutto questo deve inserire il fatto di consentire ai figli di continuare ad essere figli. Il figlio non deve
sentirsi preso in mezzo da un insostenibile conflitto di lealtà.
Ci sono svariate ricerche che dimostrano che in quelle famiglie divorziate dove il figlio troppo spesso
ha assunto la funzione di genitore quest’ultimo rischia di sviluppare una grande difficoltà nel
processo di separazione psicologica dai genitori in età adulta.
Inoltre, in separazioni molto conflittuali i giovani vengono pesantemente investiti anche da una
grande difficoltà a stabilire relazioni affettive significative e durature e ad avere una progettualità
professionale→ timore di ripetere il fallimento dei propri genitori.

 Compiti di sviluppo in quanto figli


Utilizzando le risorse e il sostegno fornito dalla prima generazione gli ex coniugi possono riuscire a
non appiattirsi in una relazione esclusivamente filiale.
Talvolta, le famiglie d’origine diventano il vero sostituto dei genitori con i figli dei divorziati→ sono i
nonni ad esercitare la funzione co-parentale. I nonni, però, possono sentirsi in difficoltà ad assumersi
responsabilità nei confronti dei nipoti.

 Compiti di sviluppo in quanto membri di una comunità sociale


I separati possono non solo promuovere relazioni sociali nei figli bensì possono ricercare nel sociale
risorse che supportino questa complessa transizione. Un primo tentativo potrebbe essere la ricerca
di sostegno negli amici→ spesso le relazioni sociali del genitore possono essere di grande aiuto per
i figli. Questo, inoltre, permette di sperimentare la speranza nelle relazioni.
Quindi, coltivare interesse e relazioni con il sociale rappresenta un vero e proprio fattore protettivo.
Le famiglie ricomposte
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Quello delle famiglie ricomposte è un tema estremamente complesso e variegato per la molteplicità
di ruoli, funzioni e aspettative. Si tratta di quei nuclei familiari in cui il coniuge separato con figli vive
stabilmente con un nuovo compagno/a. Il figlio, dunque, si trova a vivere sotto lo stesso tetto con un
adulto con il quale non ha alcun vincolo di sangue.
Il genitore acquisito, in tutto questo, è chiamato a fare da sé trovando un proprio ruolo ed una propria
collocazione nella relazione con il figlio→ il rapporto che riuscirà ad instaurare con il figlio è il maggior
predittore della soddisfazione di coppia.
Nel caso delle famiglie ricomposte, possiamo parlare di ambiguità dei confini→ necessario avere
chiarezza dei confini familiari.
Un’altra difficoltà deriva dal mancato rispetto dei tempi dei figli→ si trovano catapultati in una nuova
realtà familiare senza avere elaborato il lutto per la fine della precedente.
Infine, un’altra difficoltà deriva dal reggere con successo differenti ruoli e a mantenere
contemporaneamente posizioni molteplici→ il genitore non convivente non deve essere eliminato e,
soprattutto, deve essere legittimato dal genitore convivente.
Quindi, se la coppia di origine raggiunge una buona concordanza di vedute in merito al ruolo del
nuovo partner nei confronti del figlio tale funzione sarà facilitata. Comunque, il figlio, che è da
considerarsi membro attivo, può facilitare tale processo.
N.B. La famiglia non nasce ricomposta, ma piuttosto va ricomposta nel tempo con un lungo, faticoso
e delicato lavoro di cura.

Compiti di sviluppo delle famiglie ricomposte


Il compito principale si può riassumere così→ sapersi riconoscere ancora famiglia rispettando e
legittimando legami e genealogie pregresse. Solo in questo modo la famiglia potrà:
 Sfuggire alla minaccia di un nuovo fallimento
 Sottrarre i figli a rischiosi conflitti di lealtà
 Permettere al figlio di sperimentare fiducia verso una nuova figura adulta in famiglia senza
sentirsi in colpa
Al genitore acquisito spetta il compito di trovare la propria collocazione entro il sistema familiare→
rispetto la storia familiare prima di tutto. Se i padri acquisiti sembrano faticare a giocarsi nella duplice
appartenenza a più nuclei familiari, senza dubbio è la figura materna ad essere messa
maggiormente in crisi dalla ricomposizione.

Le famiglie adottive
Oggi si parla molto di adozione e sono tante le famiglie che optano per questa forma di genitorialità→
è una grande occasione favorevole alla crescita per quei bambini che sono privi di un contesto
familiare adeguato. L’adozione si posiziona nel punto di intersezione tra:
 generatività parentale
38
 generatività sociale
I genitori nell’adozione sono chiamati fin da principio ad accogliere un figlio che è altro da sé→
costruire una comune appartenenza familiare→ la somiglianza e l’appartenenza familiare devono
essere costruire nel tempo. Nel tempo, però, anche i genitori devono fare i conti con la differenza e
riconoscere il figlio come altro da sé.
Nell’adozione la sfida essenziale consiste nel comprendere e valorizzare la differenza di cui il figlio
è portatore.
L’adozione mette in luce un aspetto essenziale della famiglia→ mette in luce la reciproca
connessione della famiglia con il sociale.
L’obiettivo essenziale della transizione alla famiglia adottiva è quello di costruire un patto adottivo→
questa costruzione coinvolge:
 I genitori
 Il figlio
 Il versante etico
 Il versante affettivo
Tutto questo comporta un’assunzione delle reciproche mancanze e una trasformazione in un
progetto/impegno generativo che coinvolge sia genitori sia figli.
L’adozione origina da una doppia mancanza:
 Mancanza di una famiglia
 Mancanza di un figlio nella coppia (di solito)

Compiti di sviluppo della famiglia adottiva


POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO
In quanto coniugi -Prendersi cura della relazione coniugale
-Fare i conti con la mancanza di figli e rilanciare
il progetto generativo di coppia
-Legittimarsi reciprocamente come genitori
In quanto genitori -Costruire un legame con il figlio in assenza
della continuità biologica
-Riconoscere e valorizzare la differenza del
figlio
-Facilitare e sostenere la ricostruzione della
storia da parte del figlio
In quanto figli -Gestire l’entrata del figlio nella famiglia estesa
-Favorire la creazione del legame con i nonni
adottivi e inserire il figlio nella storia familiare
POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO
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In quanto membri di una comunità -Sviluppare una rete di solidarietà
-Curare i rapporti con le realtà sociali con cui il
figlio entra in contatto
-Cooperare col sociale specie in situazioni di
adozione di bambini di altre etnie

 Compiti di sviluppo in quanto genitori


Innanzitutto il bambino ha bisogno di quante più risorse per recuperare e queste le può trovare solo
nel contesto relazionale in cui è inserito. I membri delle coppie adottive sono chiamati pertanto ad
esercitare la cura responsabile nei confronti del figlio.
L’essenziale compito che i genitori adottivi devono svolgere riguarda il proteggere il legame del
minore con la sua appartenenza originaria→ aiutarlo a recuperare quello che di positivo viene dalla
sua storia.
Un altro compito aggiuntivo riguarda il sintonizzarsi sulla storia adottiva→ oggi soprattutto che la
famiglia di nascita spesso rimane realmente sulla scena come possibilità di incontro.
Instaurare un dialogo aperto e flessibile rispetto a tutto ciò che concerne l’adozione→ parlare
dell’adozione con i bambini non è un evento puntuale, bensì un processo che si svolge nella
quotidianità e che riguarda tutta la vita. I genitori sono chiamati, dunque, a raccogliere l’interesse
che i figli nutrono riguardo alla propria famiglia di nascita. Questo processo è cruciale affinché il figlio
possa recuperare tutto il bene della sua origine e possa fare i conti anche con il male.
Infine, accogliere e valorizzare la diversità del figlio è estremamente importante→ rispettare la
differenza (soprattutto di etnia) ed invitarlo anche ad entrare in contatto con la propria cultura di
origine.
 Compiti di sviluppo in quanto figli
L’ingresso in famiglia del minore segna inevitabilmente tutte le relazioni a livello intergenerazionale→
i genitori adottivi devono agevolare la creazione di un legame tra i propri genitori e il bambino. Quindi
si può dire che i genitori siano chiamati ad inserire a pieno titolo nella propria storia familiare.
 Compiti di sviluppo in quanto membri di una comunità sociale
Sviluppare una rete di solidarietà tra famiglie e collaborare con gli operatori dei servizi e tra famiglie
è molto importante. È essenziale che le famiglie adottive possano contare sulle risorse esterne alla
loro coppia. La cura dei rapporti con il nuovo mondo sociale con il quale il figlio entrerà in contatto è
un grande fattore protettivo→ permette al figlio adottivo di integrare il suo bagaglio con il nuovo
mondo e con quanto gli viene trasmesso dal nuovo contesto in cui si trova a crescere.
Le famiglie affidatarie
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L’affidamento è una forma di supporto temporaneo ai minori e alle famiglie in difficoltà.
L’affido familiare fa spesso vivere al minore situazioni difficili da gestire:
 La separazione sperimentata all’ingresso e all’uscita da quella famiglia
 Il momento in cui si rientra nella famiglia d’origine
Appare quindi fondamentale per i minori che la separazione non sia troppo veloce, ma che i legami
possano mantenersi almeno a livello simbolico in funzione del benessere dei diversi attori coinvolti.
La temporaneità dell’affido è uno degli aspetti più sfidanti dell’esperienza→ la difficoltà e la
sofferenza nell’affrontare il momento del distacco non è di secondaria importanza.
Dalle ricerche sulla tematica emerge:
 Ciò che garantisce il buon andamento dell’affido è la capacità di apertura della famiglia
naturale verso la famiglia degli affidatari→ in tutto ciò deve sempre inserirsi il rispetto per le
appartenenze originarie
 È fondamentale che il genitore affidatario mostri rispetto per le origini del minore ed un
atteggiamento almeno non ostile nei confronti della sua famiglia naturale
 Il rischio più grande è quello di delegittimare la famiglia d’origine→ impedisce al singolo in
affido di beneficiare anche dei benefici della cura che gli affidatari sono in grado di garantire
N.B. Qualsiasi posizione di attacco al legame primario verso la propria stirpe esita in un attacco
all’identità stesso del minore e nell’impresa di idealizzare il proprio nucleo naturale da parte del
bambino.
I genitori affidatari, quindi, sono chiamati a purificare la loro apertura nei confronti dei figli affidati.
 Un altro aspetto riguarda la necessità di far sperimentare al minore un nuovo e più positivo
clima relazionale che gli permetta di raggiungere una condizione di maggior benessere
 I bambini in affidamento, rispetto a quelli istituzionalizzati, appaiono più ottimisti nel confronto
del sistema di cura→ l’affido si conferma come strumento privilegiato per proteggere l’essere
figli

Le famiglie immigrate
La migrazione è una transizione che:
 Si snoda in un arco di tempo lungo
 Implica una serie di perdite significative
 Ha effetti significativi sia a livello di coppia sia a livello intergenerazionale

L’obiettivo di questa transizione è quello di portare in salvo le origini con il loro patrimonio familiare
e culturale aprendolo al nuovo contesto di vita.
Tale compito è profondamente relazionale poiché implica non solo la famiglia migrante ma anche il
contesto di accoglienza.
Compiti di sviluppo
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La transizione migratoria ha nella coppia migrante il suo snodo critico→ funzione di mediazione
generazionale per la coppia in quanto essa fa da ponte con la storia delle origini e il nuovo contesto
di accoglienza.
POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO
In quanto coniugi -Aiutare il coniuge ad accettare e comprendere
il senso del viaggio migratorio
-Costruire un’identità di coppia che sappia
coniugare realisticamente i modelli del passato
con il contesto sociale di accoglienza presente
In quanto genitori -Rendere il progetto migratorio accessibile al
figlio
-Gestire la trasmissione delle eredità
garantendo la continuità con le origini e dando
fiducia al figlio nella costruzione di nuove sintesi
-Selezionare le priorità valoriali mantenendo
spazio libero di esplorazione
-Accettare la parte straniera del figlio
In quanto figli -Gestire in maniera flessibile il mandato alla
luce anche del nuovo contesto familiare
-Riconoscere il valore della cultura di origine
-Mantenere vivi gli scambi con la famiglia
d’origine
In quanto comunità -Far diventare familiare l’estraneo

 Compiti di sviluppo in quanto coniugi


I coniugi immigrati sono innanzitutto chiamati a mettere in comune le reciproche esperienze e a
costruire un senso condiviso che colmi la distanza tra di loro→ comprensione comune dell’evento
migratorio.
I membri sono dunque chiamati ad un lavoro di costruzione e ricostruzione di identità di coppia.

 Compiti di sviluppo in quanto genitori


Prima di tutto è necessario trasmettere loro il patrimonio, materiale e simbolico, sospesi come sono
tra due culture che essi stessi fanno fatica ad integrare.
Possiamo dire che:
1. L’equilibrio più o meno raggiunto
2. I livelli di conflitto
3. Gli atteggiamenti verso la nuova cultura
42
4. Il tipo di inserimento attuato nella nuova cultura
Hanno un’influenza ancora più grande rispetto a quanto accade per le coppie autoctone.
Le famiglie immigrate sono proprio chiamate a selezionare le priorità che si ritengono cruciali perché
ne siano riconoscibili i tratti essenziali, lasciando sfumare alcuni contorni che le nuove generazioni
potrebbero ridisegnare con accenti propri.
Con l’arrivo dei figli, inoltre, la famiglia immigrate dovrebbero garantire continuità e al tempo stesso
possibilità di differenziazione dalle generazioni precedenti. Occorre quindi che i genitori possano
considerare possibile appartenere a due mondi e avere fiducia che i figli possano farne una sintesi
inedita.
Se i genitori si mostrano eccessivamente attaccati al contesto del passato i figli si troveranno a
svolgere in autonomia il cammino di differenziazione.
Anche i figli, comunque, devono a loro volta rispettare e legittimare l’appartenenza dei loro genitori
alla cultura d’origine e alle forme che essa ritiene significative senza squalificarne saperi e
convinzioni. Quindi, la storia delle generazioni deve orientarsi contemporaneamente in due direzioni:
1. Mutamento
2. Mantenimento

 Compiti di sviluppo in quanto figli


Innanzitutto, in quanto figli, i genitori devono essere leali e riconoscenti nei confronti di chi è rimasto
in patria avendo anche rispetto per il mondo da cui si proviene.

Come possono essere vissute dai genitori migranti le origini?


A. Eccessivo attaccamento alle origini
Le origini possono essere vissute nei termini di un mondo ideale rigido che non consente
rielaborazione, che blocca e mantiene immobili. Si tratta di un’idealizzazione delle origini e di una
squalifica e deprezzamento di ciò che si incontra nel Paese di accoglienza.
B. Allontanamento dalle origini
In questo caso, all’opposto, le origini possono essere viste come prive di valore→ ci si butta a corpo
morto nel contesto di approdo che spesso può diventare luogo di sfruttamento.
C. Origini come indicatore di rotta
Si tratta di riconoscere quel che di buono si è ricevuto dalle generazioni precedenti senza negare
carenze e problemi. Partendo da queste radici ci si può poi avventurare per costruire nuovi aspetti
identitari. È una vera e propria integrazione tra il passato ed il presente.
 Comunità sociale e famiglie migranti
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Se si vuole affrontare la transizione migratoria in un’ottica autenticamente relazionale occorre
mettere a tema anche il compito che tocca alla comunità di accoglienza.
L’esito positivo del processo migratorio è a carico del migrante ma è anche a carico di chi accoglie.
Occorre avere occhi attenti per comprendere come altre culture danno valore ai legami→ per questo
la nostra cultura trarrebbe ricchezza da un dialogo e confronto per il futuro di una società multietnica.
Si tratta di far diventare familiare l’estraneo→ lavoro e di riflessione sulla modalità di convivenza tra
famiglie di culture diverse.
Occorre quindi:
a. Sapersi immettere
b. Comprendere
c. Apprendere
quel che sta sotto i comportamenti, abitudini e tradizioni
d. Capirne il senso ed il valore
È quindi a tutti gli effetti necessario un intervento psicosociale → puntare ad una trasformazione dei
legami sociali in senso generativo investendo nei luoghi di normale convivenza (es. la scuola)
Capitolo 8: affrontare le ultime transizioni
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Oggi il concetto di anzianità è molto vario→ esistono percorsi di invecchiamento molto
individualizzati. La soglia condivisa dai più che segna l’inizio dell’età anziana è il pensionamento.
Questa soglia è, comunque, particolarmente controversa→ soglia in continuo cambiamento
(dipende molto dalle politiche). Quindi:
 Le persone vanno in pensione in diverse età
 Il pensionamento dalla mansione principale svolta nella propria vita non vuol dire smettere di
lavorare→ una persona può dedicare una buona porzione di tempo al pensionamento.
Una caratteristica della persona anziana è una perdita progressiva di centralità→ la generazione
che invecchia perde centralità:
 Dal punto di vista produttivo (dal pv economico)
 Dal punto di vista relazionale→ c’è una generazione adulta che si sta affacciando
Oggi molti anziani non corrispondono alla, ormai superata, idea di anzianità come decadimento. Al
contrario, gli anziani sono molto attivi. L’anziano rilegge a fondo le proprie potenzialità.
L’idea di considerare l’anziano a partire dalle sue risorse sta, quindi, emergendo molto.
Quindi, se da un lato è vero che c’è perdita di centralità (produttività, centralità …), dall’altro ci sono
tantissime funzioni del nostro corpo che possono migliorare o che si riescono a compensare.
Ci sono elementi di perdita ed elementi di guadagno.
Esempio elementi di guadagno: ci si può dedicare di più a passatempi, alle relazioni, si è più riflessivi
e questo consente una maggiore capacità di affrontare eventi spiacevoli, si riorientano gli obiettivi.

In un continuum tra perdite e guadagni dell’invecchiamento possiamo dire che, l’invecchiamento è:


 Una transizione lunga e complessa
 Caratterizzata da una molteplicità di eventi critici e passaggi chiave
 Necessita di un’ottica familiare multigenerazionale → spesso nell’età anziana non si è soli
bensì sono presenti generazioni successive (di solito).
Se l’invecchiamento si restringe, questo avviene più in termini quantitativi che qualitativi→ la persona
anziana sceglie una serie di relazioni da mantenere e investe fortemente su quelle.

La transizione alla fase anziana ha un obiettivo specifico→ passaggio di eredità morali e materiali.
A volte può essere un passaggio molto concreto (passaggio del “testimone” in azienda), un
passaggio di eredità. Questo passaggio è lungo e richiede un lungo lavoro di elaborazione.

In particolare, i passaggi chiave dell’età anziana, o meglio le tappe di questo passaggio, sono:
 Diventare nonni
Non tutti gli anziani diventano nonni. Tuttavia, è una transizione importante. È un segno della vita
che passa→ un arricchimento di vita e di prosecuzione di ciò che si è iniziato. Dà l’idea che la vita
vada avanti, che ciò che è stato iniziato ora prosegue. Investe l’anziano di un nuovo ruolo→ definisce
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ancora di più l’identità. Se però rappresenta un segno di invecchiamento, un anziano può vivere non
così positivamente il diventare nonni.
Il legame nonni-nipoti ha una serie di caratteristiche particolari→ è un legame qualitativamente
diverso rispetto a quello genitoriale. I nonni, infatti, hanno un legame molto più libero→ non ha ritmi
frenetici del legame che genitore-figlio. Si può concepire come uno spazio ludico→ si può dedicare
il tempo con il nipote a fare attività di svago o a semplici conversazioni.
Quale tipo di effetto ha la cura dei nonni sui nipoti?
La relazione con i nipoti è piuttosto gratificante. È un fattore protettivo da disturbi comportamentali
ed emotivi. Per i bambini possono essere un modello di relazione positiva, soprattutto quando ci
sono condizioni molto negative nei genitori.
Spesso i nonni possono tirare fuori aspetti del sé con i nipoti mai visti prima→ i genitori del nipote
vedono il proprio genitore con occhi diversi.
POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO
Come genitori e nonni -sostenere i figli nell’esercizio della genitorialità
rispettandone il ruolo
-Riconoscere nei nipoti una nuova generazione
familiare e trasmettere loro un’eredità positiva

 Pensionamento
Il pensionamento ci permette di definire cosa sia l’età anziana. Dal punto di vista psico-sociale il
pensionamento risulta un segnale della perdita di centralità produttiva→ per cui l’anziano perde la
propria collocazione sociale. Perdere questa parte della propria identità significa fare i conti con la
perdita dello schema centrale del sé→ vere e proprie ripercussioni sul sé, un passaggio identitario.
La riorganizzazione del tempo è una sfida importante→ riorganizzare le giornate di fronte al tempo
libero non è così semplice. Bisogna abituarsi a tutto il tempo che ci dà la pensione. Alcuni, proprio
per questo, cercano di mantenere una piccola attività lavorativa.
Ci sono una serie di rischi associati al pensionamento→ senso di inutilità, senso di vuoto, mancanza
di senso … Per ristrutturare lo schema di sé è necessario riconoscerne le parti salienti→ bisogna
scoprire chi siamo e capire su cosa investire nella fase anziana della vita. Solitamente la tendenza
è quella di:
o Investire sulle relazioni interpersonali
Quando si sceglie di reinvestire sulle relazioni interpersonali, una di quelle da cui si parte è quella
della fratria. C’è una maggior dedizione alla famiglia o si mantengono buone relazioni amicali. La
rete sociale e amicale si riduce però si investe molto su quelle relazioni significative che si ritengono
importanti.
o Investire sui propri interessi
Investire sui propri interessi significa concentrarsi su attività su cui o già ci si concentrava oppure su
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cui non si è mai riusciti a concentrarsi a causa del lavoro (attività di volontariato ad es.). queste
tipologie di attività, comunque, si possono considerare fattori protettivi.

Il pensionamento si riflette non solo a livello individuale, ma entra in modo significativo anche nella
vita di coppia e nel legame coniugale. Si può reinvestire nel legame coniugale→ non è un passaggio
automatico e può richiedere tanta fatica. Può esserci timore da parte dei partner nel reinvestire sulla
propria coppia→ da pensionati si passa molto più tempo di quanto se ne sia passato in passato. Si
crea uno spazio inedito. Questo richiede una rinegoziazione da parte della coppia→ di spazi, di
equilibri, di potere coniugale e nuova distribuzione dei ruoli. (Bisogna anche considerare che magari
il partner non è ancora in pensione).
I compiti di sviluppo in questa transizione sono:
POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO
Come coppia -Rinegoziare i nuovi spazi di coppia e
legittimarsi dopo il pensionamento nei nuovi
ruolo
Come membri di una comunità sociale -Reinvestire sulle reti amicali e informali
-Mantenere relazioni sociali attive e re-investire
nel sociale le proprie competenze e
conoscenze

 Malattia
La gestione della malattia dipende molto dalla malattia che incombe in una persona. La malattia
entra a far parte della famiglia. La malattia dell’anziano, soprattutto quando cronica e inguaribile,
comporta una serie di riorganizzazioni relazionali e psichiche difficili da affrontare.
La malattia implica:
o Riadattamento dei ritmi di vita dell’anziano e della sua famiglia
o Richiama il tema del fine vita e dell’invecchiamento
o Chiama in causa la collaborazione con i servizi alla persona
o Mette alla prova le relazioni familiari e fa emerge potenziali nodi problematici tra le relazioni e
con altre persone.
La malattia può rappresentare anche un’opportunità→ un modo per fare i conti con le fasi della vita.
Se una difficoltà per l’anziano è di riconoscersi in questa fase, la malattia costringe le persone a
riconoscersi in questa fase. Può essere un’occasione di elaborare quell’idea di passaggio del
testimone alla generazione successiva. La malattia è anche un’opportunità per i figli di restituire il
dono della vita e rappresenta la possibilità di riavvicinamento e riappacificazione tra l’anziano e i
suoi cari.
Rapporto famiglia e servizi
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Il rapporto tra famiglia e servizi e la gestione di questo rapporto è un compito fondamentale della
famiglia. Si possono seguire due logiche:
o Logica dell’esclusione→ i servizi escludono il supporto familiare, non ci danno un riscontro
sullo stato dell’anziano ecc…
o Logica dello scambio→ lo scambio e la comunicazione con questo servizio permette una
transizione più positiva (l’operatore che diventa parte integrante della famiglia).
POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO
Come coppia -Prendersi cura del partener malato e
supportarsi reciprocamente
Come genitori -Accettare la cura da parte dei figli
Come membri di una comunità sociale -Instaurare una relazione collaborativa con i
servizi di cura

 Morte
L’uscita di membri della famiglia generano importanti transizioni e tantissimo dolore. È un passaggio
simbolicamente importante→ la morte ha delle caratteristiche peculiari.
Una volta la morte era una questione familiare e sociale mentre oggi c’è una privatizzazione
dell’evento morte→ minor coralità, a livello sociale c’è molta meno attenzione a questo passaggio.
Per il partner c’è:
o Diverso percorso per uomini e donne
o Presentificazione della propria fine
La morte di un familiare implica la:
o Condivisione del dolore
o Cura del ricordo
o Mantenere vivi rituali e ricorrenze significative
Infine, ci sono due fattori importantissimi→ qualità della relazione tra i partner e qualità della
relazione tra genitori e figli.
POSIZIONE COMPITI DI SVILUPPO
In quanto coniugi -Affrontare il distacco e la perdita del coniuge e
prepararsi alla propria
-Coltivare la cura del ricordo del coniuge
In quanto genitori e nonni -Condividere con i figli e le loro famiglie
l’esperienza del dolore e la cura del ricordo
In quanto membri di una comunità -Consentire e vivere i riti del ricordo
In queste transizioni tutte le generazioni sono implicate→ in particolare quella adulta e quella
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anziana. La centralità persa dall’anziano viene “assegnata”, ma soprattutto legittimata, all’adulto
della generazione successiva (un figlio ad esempio).
Quindi la generazione anziana e quella adulta hanno due compiti:
 Generazione anziana→ investire nella generazione adulta e riconoscerla come capofila
generazionale. Trasmettere la memoria familiare
 Generazione adulta→ accettare la posizione di capofila con le conseguenti responsabilità di
cura. Accogliere la memoria familiare

La cura dell’anziano
Le dinamiche con cui ci si organizza per la cura dell’anziano fanno emergere tanti significati→
esempio: chi è il caregiver primario? Come sono le relazioni tra familiari?
Il concetto di caregiving che ritorna alla generazione che una volta accudiva (quasi come se si
ripagasse) mette in scena una serie di dinamiche che possono mettere anche in crisi le relazioni
familiari.
La memoria familiare
La funzione di memoria, il tenere insieme la storia familiare è un altro aspetto essenziale. L’anziano
è un enorme ricchezza da questo punto di vista→ può essere in grado di ricordare elementi non
ricordati da nessun’altro.
Cura della riconoscenza
È un aspetto peculiare della transizione all’anzianità. Richiama al concetto di riconoscere le cure
ricevute da piccoli e proiettare ora quelle cure sull’anziano→ modalità per dar valore a ciò che si è
ricevuto.
Ricambiare e riconoscere è un concetto molto ampio→ esempio: io posso riconoscere il dono della
vita datomi dando io a mia volta alla luce una nuova vita.

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