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SVILUPPO: Insieme di cambiamenti che avvengono all’aumentare dell’età, sono persistenti e stabili nel tempo, e sono
riscontrabili in tutte le persone di pari età. Sono cambiamenti che comportano un progresso sia nel senso di aumento
di conoscenze e competenze/abilità, sia nel senso che portano il soggetto in evoluzione sempre più vicino al
raggiungimento della maturità
NATURA: Bagaglio genetico che costituisce la base del comportamento, della personalità o di qualsiasi altra parte di
noi stessi
CULTURA: Famiglia, società, educazione e tutti gli elementi ambientali che condizionano il nostro comportamento, la
nostra personalità o qualsiasi altra parte di noi stessi
ATTACCAMENTO: Legame affettivo forte e duraturo che un infante condivide con una persona per lui fondamentale, in
genere la madre, che conosce e risponde alle sue necessità
TEORIE STADIALI: Teorie basate sull’idea secondo cui l’individuo progredisce passando per una serie di stadi distinti.
Questi stadi sono determinati dall’acquisizione o dal processo di abilità; generalmente sono compresi in una specifica
fascia di età e sono uno consecutivo all’altro
DOMINIO: Insieme delle conoscenze e delle procedure per manipolare queste conoscenze (es. linguaggio,
matematica, fisica)
SVILUPPO CONTINUO: Processo di cambiamento che copre l’arco di vita; non obbedisce a stadi specifici ma è il frutto
di esperienze possibili grazie a competenze pre-acquisite e mostra un costante, coerente miglioramento o crescita
SVILUPPO DISCONTINUO: Cambiamento che si verifica in quelli che appaiono come periodi di grandi risultati, seguiti
da periodi di consolidamento delle conoscenze o delle abilità
SVILUPPO ASINCRONO: Si presenta quando un bambino si comporta coerentemente con lo stadio di sviluppo più
avanzato in una prima abilità e con uno stadio di sviluppo meno avanzato in una seconda abilità
ETOLOGIA: Disciplina che studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale. Gli etologi osservano e
analizzano il comportamento nel suo verificarsi spontaneamente senza che ci sia intervento da parte del ricercatore
COMPORTAMENTO INNATO: Comportamento che appare istintivo, naturale e non appreso: comportamento o abilità
con cui si nasce
PERIODO CRITICO: Fase della vita in cui l’organismo ha una particolare sensibilità alla presenza di uno stimolo
esogeno, indispensabile per lo sviluppo di un particolare comportamento. Se l’organismo non riceve lo stimolo
appropriato durante il “periodo critico” diviene difficile e talora impossibile sviluppare quel comportamento
CONDIZIONAMENTO OPERANTE: Processo che descrive il modo in cui i comportamenti sono incoraggiati o inibiti
attraverso l’efficace uso di premi o punizioni
RINFORZO POSITIVO: aumenta la frequenza di un comportamento perché si verifica una situazione piacevole (es. topo
affamato rinchiuso in una gabbia trova del cibo)
RINFORZO NEGATIVO: aumenta la frequenza di un comportamento perché viene meno una situazione spiacevole (es.
al ratto non viene più somministrata una scossa se preme una leva)
PUNIZIONE: evento che diminuisce la possibilità che si manifesti un comportamento cui è associata
AUTOEFFICACIA: Credenza di un individuo circa la capacità di controllare sé stesso, i propri pensieri e comportamenti,
in particolare al fine di realizzare un obiettivo personale
INVARIANTI FUNZIONALI: Meccanismi che presiedono il funzionamento della mente
ACCOMODAMENTO: Modificazione delle strutture di conoscenza esistenti alla luce delle nuove informazioni
PERMANENZA DELL’OGGETTO: Comprensione del fatto che gli oggetti esistono anche quando non sono alla portata
della nostra percezione
PENSIERO EGOCENTRICO: Interpretazione del mondo attraverso la sola propria prospettiva e difficoltà a porsi dal
punto di vista di un’altra persona
CONSERVAZIONE: Principio secondo cui le proprietà della materia rimangono inalterate anche se ne cambia la
percezione visiva
SERIAZIONE: Operazione concreta che consiste nell’ordinare gli stimoli secondo una dimensione quantitativa (come la
lunghezza)
SCAFFOLDING: Chi è più esperto aiuta chi lo è di meno, con scopo finale l’autonomia del bambino
ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE: Potenzialità di sviluppo del bambino, cioè cosa esso sia in grado di fare adesso con
l’aiuto dell’adulto e quello che sarà in grado di fare da solo in futuro senza scaffolding
ESOSISTEMA: Ambienti sociali che non hanno influenza diretta sull’individuo, ma che lo circondano e sono importanti
per il suo benessere
COSTRUTTIVISMO: Filosofia dell’apprendimento fondata sul presupposto che, riflettendo sulle proprie esperienze,
l’individuo costruisca il proprio punto di vista sul mondo in cui vive
MIELINIZZAZIONE: Maturazione ultima del sistema nervoso centrale per una più veloce ed efficiente veicolazione
dell’informazione
PLASTICITA’: Capacità di riorganizzarsi e ristrutturarsi continuamente in funzione delle mutevoli condizioni ambientali
SINAPTOGENESI: Rapida crescita dei dendriti che vanno a formare le connessioni neurali o sinapsi
EPIGENESI PROBABILISTICA: Teoria del comportamento umano che presuppone che diverse strutture neurali si
sviluppino e si attivino in base alla biologia di un individuo o alle interazioni con il loro ambiente
COGNIZIONE: Insieme dei processi di elaborazione che consentono all’organismo di ricercare ed acquisire informazioni
nuove, codificarle e immagazzinarle, recuperarle quando necessario
CODIFICA: Primo stadio dell’elaborazione delle informazioni in memoria in cui l’informazione proveniente
dall’ambiente è percepita attraverso i sensi
IMMAGAZZINAMENTO: Secondo stadio dell’elaborazione delle informazioni in memoria attraverso cui l’informazione
è conservata per brevi o lunghi periodi di tempo
RECUPERO: Terzo stadio dell’elaborazione delle informazioni in memoria attraverso cui l’informazione è recuperata
dal magazzino della memoria e ricordata
ABITUAZIONE-RECUPERO: Procedura di analisi delle abilità percettive e cognitive infantili, basata sulla presentazione
ripetuta di un elemento fino alla stabilizzazione del livello di interesse del bambino, e sulla successiva presentazione di
un nuovo elemento, al fine di osservare se il bambino mostra un rinnovato interesse ed è così in grado di distinguere il
nuovo elemento da quello che gli è familiare
FAMILIARIZZAZIONE: Procedura di analisi delle abilità percettive e cognitive infantili, basata sulla presentazione
ripetuta di un oggetto fino a che l’interesse del bambino viene meno o si stabilizza a un certo livello. Si procede quindi
a presentando un nuovo oggetto per vedere se il bambino manifesta un rinnovato interesse e quindi distingue il nuovo
oggetto da quello con cui si era familiarizzato in precedenza
ATTENZIONE: Parte dei nostri processi cognitivi che controlla l’abilità di concentrarsi con efficacia su cose specifiche
ignorandone altre
MEMORIA AUTOBIOGRAFICA: Memoria che un individuo ha delle esperienze e degli eventi della propria vita, e delle
informazioni che lo riguardano
MEMORIA PROCEDURALE: Memoria a lungo termine, implicita e inconscia, di abilità o di modi di fare le cose
MEMORIA EPISODICA: Memoria di eventi o occorrenze specifici, che include dettagli sul tempo, il luogo e le emozioni a
essi associati
SCRIPT: Rappresentazioni mentali di sequenze tipiche di eventi basate sulle esperienze precedenti che includono le
nostre aspettative su di essi
AMNESIA INFANTILE: Fenomeno per cui gli eventi dei primi tre o quattro anni di vita sono in gran parte dimenticati
PRINCIPIO DI SPECIFICITA’ DELLA CODIFICA: Principio secondo cui la memoria migliora quando l’informazione fornita
dal contesto nel momento della codifica è disponibile anche nel momento del recupero
CUES: Stimoli che facilitano il recupero dell’informazione della memoria, fornendo un’indicazione o aiutando a ricreare
aspetti dell’originale ambiente di codifica
REMINDER: Elemento di una situazione o evento che serve a mantenere il ricordo attivo più a lungo, una sorta di
“promemoria”
RIMOZIONE: Meccanismo di difesa psicologica che permette di immagazzinare i ricordi spiacevoli nell’inconscio
SUGGESTIONABILITA’: attitudine di un individuo a lasciarsi influenzare dalle idee o informazioni presentate da altri
INTERVISTA COGNITIVA: tecnica sviluppata specificamente per interrogare i testimoni in contesti legali, che usa i
principi della memoria elaborati dalla psicologia cognitiva, per massimizzare la quantità di informazioni ricordate con
precisione
PRAGMATICA: parte del linguaggio interessata al suo uso nei contesti sociali
SORRISO ESOGENO: (dai due mesi) sorriso prodotto da sveglio in relazione a stimoli sociali
SORRISO SOCIALE: (dai tre mesi) risposta specifica e reciproca per persone familiari
SEMANTICA: parte del linguaggio interessata ai significati delle parole e delle loro parti componenti
SINTASSI: parte del linguaggio interessata alle sue regole
FONEMA: la più piccola unità di suono di una lingua, dotata di valore distintivo
LESSICO: insieme delle parole per mezzo delle quali membri di una comunità linguistica comunicano tra di loro
GRAMMATICA: insieme finito di regole che danno tutte e solo le combinazioni possibili per produrre le frasi di una
lingua
SUONI DI TIPO RIFLESSO: (0-2 mesi) suoni prodotti in condizioni fisiologiche di disagio o durante nutrizione
GIOCO VOCALE: (cooing, 4-7 mesi) suoni gutturali che vengono prodotti per il piacere di ascoltarsi
GESTI DEITTICI/PERFORMATIVI: (9-12 mesi) si riferiscono a evento/oggetto esterno che si individua esclusivamente
dall’osservazione del contesto
GESTI RAPPRESENTATIVI E CONVENZIONALI: (dai 12 mesi) rappresentano un referente specifico (significato non varia
in base al contesto)
ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO: momento nello sviluppo del linguaggio in cui si ritiene che la velocità di acquisizione
di parole nuove acceleri velocemente
CDS: (child directed speech) caratteristiche peculiari del modo in cui gli adulti parlano ai bambini
MONOTROPIA: tendenza a privilegiare una figura di attaccamento particolare (il caregiver) tra le tante verso le quali si
sono stabiliti legami di attaccamento: tendenza funzionale, dal punto di vista evolutivo, a garantire la sopravvivenza
del piccolo
RICERCA DI VICINANZA: insieme di comportamenti tipici manifestati dai bambini per attirare verso di sé l’attenzione
del caregiver primario o per raggiungerlo quando ne sono separati, con lo scopo di ristabilire la vicinanza
ANSIA DI SEPARAZIONE: insieme di comportamenti tipici manifestati dall’infante per esprimere una forma di protesta
contro l’allontanamento del caregiver
ANGOSCIA DELL’ESTRANEO: l’infante manda segnali di diffidenza alle persone che non conoscono
IPOTESI DELLA PRIVAZIONE MATERNA: ipotesi secondo cui la mancanza di una figura permanente di attaccamento
nell’infanzia avrà effetti deleteri in seguito
PERIODO SENSIBILE/CRITICO: arco di tempo, nella vita del bambino, più favorevole alla formazione di un attaccamento
forte
ATTACCAMENTO SICURO: prontezza con cui un infante usa il caregiver primario per derivarne un senso di sicurezza
che si può riflettere sul suo modello di comportamento di adattamento
PARTNERSHIP: (3 anni) il bambino diventa consapevole che l’attaccamento è bilaterale e impara che anche gli altri
hanno dei bisogni. Il bambino inizia a ricavare soddisfazione dal reciproco dare e ricevere
STRANGE SITUATION: procedura organizzata in sette fasi, impiegata per osservare i comportamenti e le interazioni tra
un bambino e il caregiver primario in una situazione di laboratorio, da cui può essere dedotto il tipo di attaccamento
esistente fra i due
TIPI DI ATTACCAMENTO: modelli di comportamento, osservati nella strange situation, che denotano differenti tipi di
attaccamento al caregiver primario, potenziale base sicura da cui partire per esplorare il mondo (definizioni A-B-C-D):
A) INSICURO EVITANTE: mancanza/fuga dal contatto con la madre, il bambino tratta lei e l’estraneo in modo simile;
non è turbato dall’allontanamento della madre e la ignora, o persino si allontana, quando ritorna
B) SICURO: quantità moderata di ricerca di vicinanza alla madre; turbamento al suo allontanamento seguito da
accoglienza positiva al ricongiungimento
SENSIBILITA’ MATERNA: sensibilità emotiva della madre nel riconoscere i segnali del proprio figlio e nel rispondere a
essi ni modo tempestivo, adeguato e coerente
MIND-MINDEDNESS: capacità del genitore di porsi in relazione con il proprio figlio considerandolo come un individuo
dotato di pensieri, stati mentali e sentimenti propri, usando un linguaggio in cui si fa riferimento agli stati psicologici
interiori del figlio stesso
MODELLO OPERATIVO INTERNO (MOI): rappresentazione mentale di sé, degli altri e delle relazioni tra sé e gli altri su
cui una persona basa le sue aspettative rispetto alle relazioni future
AAI (ADULT ATTACHMENT INTERVIEW): metodo di intervista semistrutturata usato per sondare, in un adulto, le
esperienze relazionali della prima fanciullezza con le figure di attaccamento e per valutare in quale misura egli integra
tali esperienze con le sue relazioni attuali
EMOZIONE: fenomeno o processo mentale complesso e multicomponenziale, che ha valenza, durata nel tempo e
un’intensità
EMOZIONI MISTE O AMBIVALENTI: emozioni diverse possono essere sperimentate nello stesso momento già ad età
molto precoci. Tuttavia, il bambino comprende tale ambivalenza solo intorno ai 7-8 anni, quando inizia a riconoscere
che si possono provare emozioni diverse, addirittura di tonalità emotiva opposta, nella stessa situazione
AROUSAL: attivazione dello stato psicologico p fisiologico. Indica il livello di allerta o di tensione di un individuo,
l’eccitazione e la reattività innescate da uno stimolo significativo o intenso. Le emozioni sono caratterizzate da una
modificazione nel livello di arousal
EMOZIONI PRIMARIE: compaiono nelle prime settimane di vita, hanno una base innata, sono caratterizzate da pattern
espressivi e fisiologici prototipici e sono riscontrabili in tutte le popolazioni umane, oltre che in alcuni primati
TEORIA DIFFERENZIALE: le emozioni hanno una base biologica e si sviluppano secondo un programma maturativo,
indipendentemente dallo sviluppo sociale e cognitivo
TEORIA DELLA DIFFERENZAZIONE: le emozioni si sviluppano grazie ai processi cognitivi che il bambino utilizza per
valutare e interpretare lo stimolo. I bambini nelle prime settimane di vita rispondono all’intensità di uno stimolo, dai 3
mesi al tipo di contenuto dello stimolo e dai 6 mesi al significato dello stimolo
EMOZIONI SECONDARIE: la loro comparsa, dai 18 mesi di vita, dipende dallo sviluppo dell’autoconsapevolezza e di
processi cognitivi che consentono di valutare il proprio comportamento e il proprio sé sulla base di norme sociali.
CONSAPEVOLEZZA EMOTIVA: è una componente della competenza emotiva e include varie abilità, tra cui distinguere
ed etichettare le emozioni che si provano, identificarne le cause, comunicarle agli altri e riconoscere la loro importanza
nel fornire informazioni utili su sé stessi e sulle relazioni con gli altri
DISPLAY RULE: (regole di esibizione) indicano la regolazione delle espressioni facciali per aderire alle richieste del
contesto o per perseguire i propri obiettivi (per esempio nel caso dell’inganno o di un gioco). Le emozioni possono
pertanto essere nascoste, dissimulate esprimendo un’emozione diversa da quella sperimentata internamente, o
mostrate in modo più o meno intenso di ciò che si prova
COPING: indica la capacità dell’individuo di adattarsi alle situazioni di stress in modo efficace. Ai fini di affrontare
difficoltà o problemi, si mettono in atto diverse strategie, che cambiano in base all’età, alle caratteristiche personali e
al contesto
COMPETENZA SOCIO-EMOTIVA: le capacità nel gestire le proprie emozioni e di rispondere a quelle altrui sono
fondamentali nelle relazioni sociali e determinano, per esempio, la popolarità nel gruppo e la regolazione del
comportamento. La competenza emotiva e quella sociale sono pertanto strettamente correlate, tanto che i due
concetti sono spesso indicati con un unico termine
GRUPPO DI PARI: gli altri bambini, o giovani, di età simile e non appartenenti alla famiglia, con i quali si entra in
relazione
RELAZIONE ORIZZONTALE: (bambino-bambina) hanno età e potere sociale uguale, pur con bisogni, desideri e volontà
differenti
GIOCO DI FINZIONE: conosciuto anche come gioco sociodrammatico o gioco di ruolo, il gioco di finzione interessa due
o più bambini che interpretano ruoli sociali, tratti dalla vita vera o dalla fantasia. Solitamente richiede negoziazione e
scambio reciproco, attraverso la condivisione di regole nella situazione immaginaria
GIOCO SIMBOLICO: conosciuto anche come gioco di fantasia o gioco per finta, il gioco simbolico implica una
rappresentazione “simbolica”: il bambino finge che ci sia un oggetto che è in realtà assente e mette in atto
comportamenti che interessano quell’oggetto
GIOCO DI LOTTA: gioco che implica attività fisiche, spesso senza oggetti, quali lottare, rotolarsi, calciare e rincorrere. È
il più comune, tra i maschi, durante la fanciullezza
GERARCHIA DI DOMINANZA: ordine relativamente stabile di membri del gruppo di differente status, basato sulla loro
capacità di vincere nel conflitto, che porta, di conseguenza, a un differente accesso alle risorse, stabilito dalle sfide nel
gioco di lotta
STATUS SOCIALE: misura dell’accettazione o dell’apprezzamento dell’individuo da parte del gruppo dei pari. È diverso
dall’amicizia perché rappresenta il punto di vista generale del gruppo sull’individuo
BAMBINI ACCETTATI: bambini che sono popolari, accettati o molto apprezzati dalla maggioranza degli altri bambini nel
gruppo dei pari
BAMBINI RIFIUTATI: bambini che sono impopolari, evitati come compagni di gioco o disprezzati dagli altri bambini nel
gruppo dei pari
BAMBINI TRASCURATI: bambini che non sono accettati né rifiutati, o che non sono fortemente apprezzati né
disprezzati, nel loro gruppo di pari
AMICIZIA: relazione reciproca tra due o più persone in cui tutte le parti coinvolte desiderano trascorrere più tempo tra
loro che con gli altri pari