Sei sulla pagina 1di 4

Inferire vuol dire desumere, ottenere con il ragionamento.

La TEORIA DELL' ATTRIBUZIONE


(si è sviluppata come tentativo di formalizzare gli assunti di Heider nell'ambito di
un paradigma quantitativo ed oggettivo, perdendo di vista l'analisi dell'azione e
del soggetto intenzionale .
Il soggetto AGENTE, l'attore è spesso assente cosi come in contesto sociale
specifico in cui si svolgono le azioni e le attività cognitive.)
L'ATTRIBUZIONE CAUSALE
DEI COMPORTAMENTI
è un processo che mettiamo in atto quando cerchiamo spiegazioni per il nostro e
per l'altrui comportamento, ossia quando desumiamo cause che stanno alla
base di specifiche azioni.

Per passare dall'area dell'osservazione all’area dell’inferenza, ossia la


presunzione, l’osservatore deve poter ritenere che l'attore sia a conoscenza
degli effetti prodotti dalla sua azione e che possieda la capacità di attuarla
coscientemente.
In questo modo l'osservatore potrà ritenere che le azioni dell'osservatore siano
intenzionali ; su questa base potrà risalire ai suoi tratti di personalità
(disposizionali), arrivando a compiere un attribuzione di causalità interna.

Rientrano nelle CAUSE PERSONALI (interne) fattori come motivazione o abilità.


Appartengono a CAUSE AMBIENTALI (esterne) fattori come la difficoltà del
compito o la fortuna.

In oltre, nell'ambito di entrambi i tipi di cause, possiamo distinguere tra:


Fattori transitori e Fattori permanenti.
L'intenzione è il fattore centrale della causalità personale.

Per spiegarcelo JONES e NISBETT 1972 formulano la teoria dell' Errore


fondamentale o Divergenza attore/osservatore.
Hanno rilevato una tendenza generale dell'attore ad attribuire le proprie azioni a
cause ambientali e

Una tendenza dell'osservatore ad attribuire le stesse azioni a fattori


disposizionali, personali e stabili, del soggetto agente.

Secondo MILLER e ROSS 1975


Un altro tipico errore è quello di SELF-SERVING (UTILE A NOI STESSI )
dato dalla tendenza ad attribuire a noi stessi il successo e a negare ogni
responsabilità per l'insuccesso come meccanismo di Autoprotezione.
PSICOLOGIA COGNITIVISTA
La psicologia cognitivista vede la vita relazionale dell'individuo costantemente
mediata dalle strutture cognitive.

CONOSCERE vuol dire rappresentare un idea partendo dalla fase in cui la


nostra attenzione coglie un certo stimolo che viene codificato cioè identificato e
riconosciuto.
Fin dall'inizio entra in gioco un processo mentale ricostruttivo-organizzativo nel
quale agiscono categorizzazioni e schemi.
Gli schemi intervengono già nella fase di attenzione, raccolta e selezione delle
informazioni, del loro completamento attraverso processi di inferenza, fino alla
produzione di giudizi (percorso cognitivo).

SOCIAL COGNITION (KNOWLEDGE conoscenza profonda)


Fiske 2004 afferma che la cognizione sociale è il processo che permette alle
persone di pensare e dare senso a se stesse, agli altri e alle situazioni sociali.

L'essere umano dispone di limitate risorse cognitive e dunque le operazioni di


trattamento dell'informazione devono essere insieme accurate e rapide.

Nella realtà, tuttavia, un'azione può produrre effetti diversi, oppure azioni diverse
possono produrre il medesimo effetto ; il criterio di discriminazione sarà fondato
in questo caso sugli EFFETTI NON COMUNI dell'azione e sulla sua
DESIDERABILITÀ SOCIALE.
In quest'ottica gli errori o BIASES sono visti come strategie cognitive utili a
sviluppare una conoscenza sociale efficiente piuttosto che come processi
mentali abbreviati e per tanto fallaci.

La COGNITION viene intesa come acquisizione delle informazioni, trattamento e


organizzazione mentale e il loro recupero nei trattamenti di inferenza e di
giudizio.

All'interno della Social Cognition ritroviamo i concetti di


CATEGORIA PROTOTIPO e di SCHEMA .

Categoria lo prende da Aristotele per delineare gli elementi appartenenti ad una


categoria cioè un gruppo gli elementi devono avere caratteristiche comuni ad un
PROTOTIPO con caratteristiche sviluppate al massimo.

Gli SCHEMI possono essere divisi in :


Schemi di persone, relativi a tratti di personalità e a categorie personali (schema
di sé).

Schemi di ruoli, di caratteristiche che definiscono sia i ruoli acquisti


(sociali, lavorativi, familiari) e ruoli ascritti (età, sesso)

Schemi di eventi e azioni chiamati script, più brevi ed efficienti degli altri.
Gli script sono relativi a quelle sequenze di azioni che vengono compiute in
modo routinario, che provengono da esperienze dirette o indirette.

Gli script intervengono quando per abitudine compiamo delle sequenze di azioni
che costruiscono un percorso logico ripercorribile.

I PROCESSI COGNITIVI POSSONO ESSERE

Automatici privi di intenzione e controllo del loro flusso, efficienti e poco


dispendiosi di risorse cognitive.
Guidare, mangiare, camminare?

Intenzionalmente attivati (meno efficienti a causa di interferenze personali e il


maggior carico cognitivo richiesto)

Questi processi non si incontrano quasi mai allo stato puro e non si escludono
reciprocamente.

Processi schema driven sono presenti nelle operazioni di trattamento


dell'informazione, molto rapidi, producono conoscenze immediate delle
situazioni consentendo la formazione di impressioni in base a categorie che ci
sono già note.

Processi data driven, si attivano quando è necessaria una maggiore


accuratezza.

Fiske e Neuberg 1990


Parlano di continuum ad un estremo del quale troviamo i processi basati sugli
schemi e sulle categorie preesistenti (schema driven) e dall'altro i processi
basati sugli attributi degli gli stimoli concreti (data driven).

LA SALIENZA è espressione della relazione oggetto contesto, ossia, del modo


con cui lo stimolo si impone rispetto al contesto in base ai seguenti motivi :
LA DISTINTIVITÀ che lo stimolo assume per le sue precipue(principali)
caratteristiche.
LA RILEVANZA dovuta alla rispondenza con precedenti conoscenze o
esperienze dell'osservatore.
LA VIVIDEZZA cioè la capacità di risvegliare segnali emotivi, immagini concrete,
o la sua condizione di prossimità del tempo e nello spazio.
L'ACCESSIBILITÀ cioè la capacità da parte di uno stimolo di attivare schemi
affini presenti in memoria.

EURISTICA
Con i procedimenti schematici e le categorizzazioni aiutano l individuo ad
affrontare con la necessaria rapidità cognitiva situazioni sociali: spiegare gli
eventi in corso e identificare le persone che vi sono implicate, fare le attribuzioni
di causalità sulle azioni.
Tutta via finiscono con il rinchiudere il pensiero in un CICLO CHIUSO.

Tra le più note ne ricordiamo quattro :


L' euristica della rappresentatività, quando dovendo fare delle inferenze invece
di affidarci ai criteri razionali di probabilità ci affidiamo ad elementi
rappresentativi dell'evento o della persona.
L' euristica viene utilizzata per esprimere un giudizio circa il verificarsi di un
evento, non in base alla "numerosità" degli esempi che ci vengono in mente ma
alla facilità con cui vengono recuperati dalla memoria.

L' euristica della simulazione viene utilizzata quando le persone immaginano


che gli esiti di un evento realmente accaduto potrebbero essere stati in un dato
modo se fossero andati come...

L' euristica dell' ancoraggio e dell' aggiustamento, viene utilizzata quando


dovendo stimare frequenze e probabilità ci si ancora si "ancora" a qualche dato
di partenza "aggiustando" poi la stima.

Potrebbero piacerti anche