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ECONOMIA DELL'INNOVAZIONE

DEFINIZIONE
L’economia dell’innovazione è quella branca dell’economia che fornisce
gli strumenti concettuali, le teorie e le verifiche empiriche per spiegare
• Natura, caratteristiche, determinanti e conseguenze dell’innovazione
e della sua diffusione nel sistema economico
– es. quali sono le forme che assume l’innovazione, quali sono
gli incentivi a innovare e le risorse necessarie, qual è l’impatto dell’innovazione
sulla crescita economica e occupazionale?
• I soggetti economici, le organizzazioni e le istituzioni coinvolte
nell’attività innovativa:
– es. quali sono le fonti dell’innovazione, quali sono i loro
scopi e le loro risorse?
• I processi di generazione e trasformazione di conoscenza alla base
dell’innovazione, considerando gli aspetti cognitivi, comportamentali e
istituzionali degli attori coinvolti
– es. la personalità, il capitale umano e le dimensioni cognitive
caratteristiche dell’imprenditore e dell’inventore, la strategia di un impresa, le
routine e la cultura organizzativa che stimolano i processi innovativi

PERVASIVITA'
L’economia dell’innovazione presenta uno stretto legame con altre
branche dell’economia in quanto l’innovazione è pervasiva nel sistema economico
• Economia industriale
– Relazione endogena tra struttura del settore e attività
innovativa…
• Economia internazionale
– Flussi di conoscenza tra paesi e beni ad alta tecnologia;
relazione biunivoca tra innovazione e globalizzazione,…
• Economia del lavoro
– Effetto dell’innovazione sull’occupazione, effetto del capitale
umano e della mobilità dei lavoratori su innovazione,…
• Organizzazione e strategia aziendale
– Strategie e tattiche per implementare processi innovativi e
generazione di conoscenza all’interno dell’impresa, sistemi di incentivi, effetto
sui risultati economici, barriere organizzative,…

DOMANDE DA PORCI
• Quali sono le assunzioni teoriche per con cui l’innovazione viene
spiegata nelle varie scuole di pensiero economico?
Come è stata trattata l’innovazione storicamente nel pensiero
economico?
• In che modo l’innovazione influenza l’organizzazione delle attività
economiche nei settori industriali e, viceversa, quale configurazione del settore
stimola maggiormente l’innovazione?
Perché in alcuni contesti l’innovazione è intrapresa prevalentemente da
imprese medio-piccole e nuove piuttosto che dagli incumbent come in altri settori?
• Quali sono i modelli teorici che spiegano i pattern di diffusione
dell’innovazione e perché alcune innovazioni prevalgono su altre?
• Quali sono gli effetti sulla crescita economica, sull’occupazione e
quali sono le caratteristiche di un sistema economico che stimolano l’innovazione?

INNOVAZIONE NEL PENSIERO ECONOMICO


• L’innovazione viene trattata, seppure in maniera marginale fin dagli
economisti fin dal pensiero economico classico, che spiega gli equilibri di mercato
determinati da prezzi e quantità
• La nascita dell’economia dell’innovazione si deve all’opera di
Schumpeter
• Dalla seconda metà del secolo scorso due scuole di pensiero
principali –neoclassica ed evoluzionista – hanno contribuito ai progressi
nell’economia dell’innovazione

PRE-SCHUMPETER
• Ispirati dai cambiamenti causati dalla I e dalla II rivoluzione
industriale diversi economisti del XVIII e XIX secolo hanno osservato che il
progresso tecnologico ha
un ruolo nell’analisi economica riconoscendone alcuni effetti e,
in misura minore, le cause
• Adam Smith (1723 - 1790) si concentra sull’incorporazione del
progresso tecnologico nei beni capitali e sugli effetti sulla produttività del
lavoro,
specializzazione, occupazione (es. settore tessile-metallurgico
della I rivoluzione industriale)
• David Ricardo (1772 - 1823): effetti sul progresso tecnologico
sull’occupazione e teoria della «compensazione» (aumento della domanda, produzione
di nuove macchine, labour-saving)
• Karl Marx (1818 - 1883): studia il ruolo chiave della
tecnologia nell’economia moderna (es. II rivoluzione industriale e avvento della
chimica, del petrolio, dell’elettricità; comunicazione tra scienza e tecnologia):
– Incentivi del sistema capitalistico al cambiamento
tecnologico
– Innovazione come processo sociale e non solo individuale
• Effetto del cambiamento tecnologico sul costo di produzioni e
l’equilibrio tra domanda e offerta. E’ un modello applicabile quando vengono creati
nuovi mercati?

SCHUMPETER
Joseph Alois Schumpeter (1883-1950) è stato il primo a discutere
ed esaminare inmodo ampio, sistematico e approfondito il ruolo delle innovazioni
nelle moderneeconomie industriali:
– fornendo contributi rilevanti riguardanti l’innovazione
ed il mutamentotecnologico
– ponendo le basi della letteratura economica in materia di
innovazione
Critiche alle principali assunzioni del pensiero neoclassico
• La competizione sui prezzi e quantità come unica fonte di
competizione
• Le condizioni in cui avviene competizione sono statiche
• L’innovazione e il suo effetto sulle “regole del gioco”
viene relegata ad un ruolo marginale

FINALITA'
• La finalità ultime dell’opera Schumpeter è spiegare le
dinamiche industriali del sistema capitalistico
• Schumpeter considera l’innovazione come determinante
principale del mutamento industriale
• Il pensiero di Schumpeter affronta l’innovazione per
rispondere alla domanda fondamentale

Come fa il sistema economico a creare dall’interno


(endogeneamente) le forze che lo trasformano incessantemente?

• L’innovazione appartiene al sistema economico ed è distinta


dall’invenzione che riguarda il campo puramente scientifico e tecnologico
• E’ una risposta creativa degli attori economici attraverso la
quale di discostano dalle pratiche esistenti; è diversa dalla risposta adattiva
attraverso la quale gli attori economici rispondono a cambiamenti di prezzo e
quantità descritti dal pensiero economico classico
• L’innovazione crea dei cambiamenti nel sistema economico
attraverso la nuova combinazione di dei mezzi di produzione al fine di introdurre
– Nuovi prodotti;
– Nuovi processi;
– Nuovi mercati;
– Nuove fonti di approvvigionamento;
– Nuove forme organizzative

• Di conseguenza l’innovazione non si limita al progresso tecnico


incorporato nei processi di produzione che regolano prezzi è quantità

• L’impresa è l’attore principale che genera la risposta creativa


alla base dell’innovazione
• La ricerca del profitto stimola il processo innovativo delle
imprese: l’innovazione produce un profitto, che può essere temporaneo in quanto
scompare in seguito alla risposta creativa delle altre imprese.
• Due strutture dell’attività innovativa, basandosi
sull’osservazione delle imprese innovatrici

MARK I E MARK II
1. Schumpeter mark I (1911) caratterizzato da
– presenza di molte piccole imprese innovatrici
– presenza di nuove imprese innovatrici;
– Gli innovatori sono le nuove imprese;
– Gli innovatori rimpiazzano le imprese esistenti;
– Creative destruction

2. Schumpeter mark II (1942)


– Rilevanza delle grandi imprese innovatrici,
– Rilevanza dell’attività di R&S formalizzata;
– Struttura industriale dell’innovazione concentrata
– Barriere all’entrata per gli innovatori;
– Creative accumulation

• Il fenomeno innovativo va analizzato in una prospettiva


storica:
– La storia determina il funzionamento del sistema
economico nel quale avviene l’innovazione (es. Importanza del continuo cambiamento
storico nella produzione e nel consumo)
– La storia crea le risorse e la domanda per
l’innovazione («means» vs.«ends»)
– L’innovazione determina cambiamenti storici
– Le innovazioni del «new normal»

L'EREDITA' DEL PENSIERO DI SCHUMPETER


• Diversi aspetti del pensiero di Schumpeter sono stati
successivamente ripresi e dibattuti
– Relazione tra dimensione d’impresa e innovazione
– Relazione tra potere di mercato e innovazione
– Relazione tra struttura del settore e innovazione
– Conseguenze dell’innovazione sulla crescita
dell’impresa

• Vi sono diversi aspetti non approfonditi nel pensiero di


Schumpeter e affrontati successivamente dall’economia dell’innovazione
– L’importanza della scienza e della tecnologia nel
determinare l’innovazione (e la conseguente necessità di considerare altri attori
oltre impresa): per Schumpeter la scienza e la tecnica vengono considerati esogeni
al sistema economico.
E’ davvero così? Pensate a university spin-offs!
– La continuità del mutamento tecnologico e la
rilevanza delle innovazioni incrementali (es. graduali miglioramenti nelle
tecnologie rinnovabili)
– Il processo di diffusione delle innovazioni (es. le
tecnologie abilitanti per la diffusione degli autoveicoli elettrici)

DOPO SCHUMPETER
L’eredità lasciata da Schumpeter in merito all’innovazione e alla
sua stretta relazione coi sistemi capitalistici è stata ripresa dalle due
principali scuole di pensiero
economico che dalla metà del XX secolo hanno sviluppato modelli
per spiegare l’innovazione, le sue determinanti e sui effetti sul sistema economico

1. Scuola neoclassica:
– L’innovazione è vista come un investimento
rischioso (diversi scenari di cui sono note probabilità)
– L’innovazione permette di alterare l’equilibrio di
domanda e offerta modificando costi di produzione e prezzi
– L’innovazione nasce perché gli attori economici
massimizzano la propria funzione obiettivo agendo sotto razionalità limitata

2. Scuola evoluzionista
– L’innovazione vista come il risultato di un
processo di apprendimento ad esito incerto: dipende dalle competenze passate di un
impresa e presenta scenari di cui non sono note probabilità
– L’innovazione introduce nuovi modi per generare
valore economico
– L’innovazione nasce dalla discrezionalità delle
imprese, non sempre razionali

Entrambe le scuole condividono le seguenti assunzioni


fondamentali in larga parte ereditate da Schumpeter
• Il tasso di progresso tecnologico è influenzato dalle
opportunità scientifiche e tecnologiche
– Le scoperte scientifiche creano opportunità che
permettono alle imprese di innovare
• Gli incentivi economici giocano un ruolo chiave nello
stimolare l’innovazione
– Possibilità di appropriarsi del valore
dell’innovazione (es. brevettazione)
• Le condizioni della domanda influiscono sul tasso di
innovazione
– Es. invecchiamento e innovazione nel settore della
salute
• Esiste una relazione tra struttura di mercato e
innovazione
– Innovazione appannaggio di nuove imprese, di
oligopoli o monopoli

SCUOLA NEO-CLASSICA

INCENTIVO TECNOLOGICO
• La forma di mercato (monopolio, concorrenza
oligopolistica, economia pianificata) secondo il pensiero neoclassico (Arrow, 1962)
influenza l’innovazione perché sottopone le imprese a diversi incentivi economici.
• Consideriamo innovazione di processo: che possa
ridurre il costo marginale e medio dei beni di produzione da 𝑐 a 𝑐 < 𝑐 e che tale
innovazione sia inimitabile (ad esempio perché soggetto a brevetto di durata
pluriennale).

• Definiamo incentivo tecnologico per impresa i come


𝑽𝒊𝒕 = 𝜫𝒊 (𝒄_) − 𝜫𝒊(𝒄-)
Dove 𝜫𝒊 indica il profitto dell’impresa i in funzione
del processo produttivo nuovo e vecchio

• Incentivo «puro» all’innovazione in quanto libero


da alcun condizionamento di tipo strategico
– Si assume che l’impresa sia l’unica a poter
innovare
– Non viene considerata la concorrenza reale
tra le imprese
– Non viene considerata la minaccia di
potenziali entranti che innovano

INCENTIVO STRATEGICO
• Quando si considerano le implicazioni strategiche
dell’innovazione si definisce l’incentivo strategico
𝑽𝒊𝑺 = 𝜫𝒊 (𝒄_, 𝒄-) − 𝜫𝒊(𝒄-, 𝒄_)
Dove il primo termine indica il profitto dell’impresa
i nel caso sia l’impresa i a innovare; il secondo termine indica il profitto
dell’impresa i nel caso sia il concorrente a innovare

• Se 𝑽𝑬𝑺≥𝑽𝑰𝑺 abbiamo effetto «rimpiazzo»:


l’entrante innova e si crea duopolio
• Altrimenti abbiamo effetto «efficienza»: il
monopolista innova e blocca l’ingresso del nuovo entrante

SCUOLA EVOLUZIONISTA

• Se la scuola neoclassica studia il raggiungimento di un


equilibrio come risultato delle scelte razionali degli attori economici, la scuola
evoluzionista pone enfasi sulla dinamica e il cambiamento che vengono dipinti come
un’evoluzione
– L’innovazione tecnologica non viene vista
semplicemente come variabile che influenza prezzi e domanda permettendo di
raggiungere nuovo equilibrio
– E’ piuttosto introduzione di novità che generano
dinamiche di cambiamento e processi di selezione che determinano la struttura di
mercato, la diffusione tecnologica, l’accumulo di conoscenza; questi aspetti a loro
volta influenzano i cambiamenti successivi (path#dependency)
• Gli attori economici (imprese) non operano in situazioni
di rischio (la distribuzione probabilistica degli scenari non è nota) ma di
incertezza(distribuzione di probabilità ignota)
• Le decisioni vengono prese in base a discrezionalità
strategica sulla base della conoscenza dell’impresa, definita come l’uso che viene
fatto delle informazioni
• Le conoscenze e le strategie delle imprese sono
eterogenee e sono influenzate da processi di apprendimento e decisioni manageriali
non sempre razionali

MANCANO TUTTE LE FORMULE!!!

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