Sei sulla pagina 1di 9

INNOVAZIONE E CRESCITA

• Il PIL presenta dei limiti quando si tratta di misurare i progressi della


conoscenza
• I progressi della conoscenza riducono i prezzi dei beni; i prezzi dei beni
contribuiscono al calcolo del PIL
– Es. 30 anni fa un gigabyte di memoria costava 300000 dollari; ora ne
costa meno di 10 cents
– Col progresso tecnologico molti servizi sono diventati gratuiti (es.
chiamate SKYPE)
– Nonostante gli enormi progressi del settore informatico negli ultimi
25 anni (dopo arrivo di internet) la fetta del PIL del settore informatico non è
cresciuta
• Il progresso tecnologico ha conseguenza anche di tipo ambientale (nuove
fonti di energie) e sociale (nuove opportunità educative) che non vengono
considerate direttamente nel PIL

INNOVAZIONE, SVILUPPO E CRESCITA

• Sin dall’alba della storia umana l’innovazione in senso schumpeteriano


(trasformazione dei processi produttivi e introduzione di nuovi beni) ha avuto un
effetto profondo sulla crescita e lo sviluppo del sistema economico
• La crescita economica indica un processo graduale di espansione produttiva,
tipicamente dovuto ad un incremento della produttività dei mezzi produttivi/input
– Tipicamente è misurata in termini quantitativi (andamento del PIL,
reddito pro capite, occupazione)
• Lo sviluppo indica un processo più radicale che comprende la generazione di
nuovi mezzi di produzione, nuovi processi, nuovi beni e mercati ad essi associati.
– Lo sviluppo è giudicato in maniera olistica considerando strutture e
organizzazione delle attività economiche e delle istituzioni
– Ad esempio il framework ONU dei Sustainable Development Goals
identifica per ognuna delle 17 dimensioni di sviluppo sostenibili degli indicatori
e dei target da raggiungere
– Ad esempio i target relativi al SDG9 «Industry, innovation and
infrastructure» riguardano lo sviluppo di infrastrutture, l’occupazione nei
settori industriali, la disponibilità di tecnologie «verdi», la diffusione di
tecnologie informatiche, etc

INNOVAZIONE E SVILUPPO

• L’innovazione innesca la trasformazione dei fattori su cui si basa


un’economia. Consente il passaggio tra diversi stadi di sviluppo di un sistema
economico.
• Usando la classificazione della competitività introdotta dal WEF (World
Economic Forum) si distinguono
1. Factor-driven economies basate su risorse naturali e forza lavoro
poco formata
2. Efficiency-driven economies basate sulla competitività di processi
produttivi efficienti che assicurano la produzione di beni di qualità
3. Innovation-driven economies basate su imprese ad alta intensità di
conoscenza e caratterizzate da un’espansione del settore dei servizi

INNOVAZIONE E CRESCITA - PROGRESSO TECNICO ESOGENO

• Nei primi modelli che studiano la crescita economica considerando gli


effetti del progresso tecnico (es. Solow, 1957), l’innovazione tecnologica è
trattata come esogena: non viene incorporata nei fattori di produzione capitale (K)
e lavoro (L) che producono output/ricchezza Y
• Si parte dall’assunzione che il prodotto Y sia una funzione, generalmente
di forma Cobb-Douglas
𝑌 = 𝐴(𝑡) 𝐾^𝜃 * 𝐿^(1−𝜃) dove A(t) è il progresso tecnico (esogeno) in
funzione del tempo
• A partire da questa funzione si calcola la crescita in funzione di
incrementi del rapporto capitale/lavoro (ovvero spostamenti lungo la medesima
funzione di produzione) e in funzione del progresso tecnico (che determina uno
spostamento della funzione di produzione)
∆𝑌/𝑌 =(1 − 𝜃 )∆𝐿/𝐿 + 𝜃∆𝐾/𝐾 +∆𝐴/𝐴
• A livello empirico la crescita imputabile al progresso tecnico non è
osservata direttamente ma viene ricavata come residuo statistico (ovvero componente
della crescita non spiegabile da aumento osservato nell’impiego dei fattori)

INNOVAZIONE E CRESCITA - PROGRESSO TECNICO ENDOGENO

• Nel modello di Romer (1990) il progresso tecnico viene trattato come


endogeno: è incorporato nei mezzi di produzione determinandone un incremento della
produttività
• La R&S nel modello di Romer permette l’introduzione di nuovi beni capitali
che assicurano una produttività maggiore
• Si parte dall’assunzione che il prodotto Y sia una funzione, generalmente
di forma Cobb-Douglas dove i mezzi di produzione sono dati da capitale umano H,
lavoro L, e N varietà di beni capitali x
𝑌 = 𝐻^𝛼*𝐿^𝛽*(෍sum(𝑥𝑖^(1−𝛼−𝛽))
• Nel modello vi è una risorsa R di cui sono necessarie r unità per produrre
un’unità di ogni varietà di bene capitale x. Poiché vi sono rendimenti decrescenti
nella produzione di ciascuna varietà, la massima efficienza della produzione si
ottiene eguagliando le unità di ogni bene x.
𝑥1 = 𝑥2 = ⋯ = 𝑥𝑁 = 𝑥ҧ= 𝑅/𝑁r

altre formule...

INNOVAZIONE E CRESCITA - SPILLOVER DI CONOSCENZA

• Per superare i limiti dei modelli economici di crescita endogena occorre


considerare che gli spillover di conoscenza non avvengono in maniera automatica
• In altre parole non tutto lo stock di conoscenza è economicamente rilevante
ed è associato a progresso tecnico che aumenta la produttività dei fattori di
produzione: vi è un knowledge filter che ostacola tra conversione da invenzione e
innovazione
• Per spiegare in che modo la conoscenza è convertita in conoscenza
economicamente rilevante, è necessario introdurre in maniera esplicita un
meccanismo di trasmissione
• In particolare l’attività imprenditoriale permette alla conoscenza di
essere convertita in conoscenza applicabile ed economicamente rilevante
• La conoscenza generata in organizzazioni insediate (università e imprese)
viene sfruttata dagli imprenditori attraverso un meccanismo di knowledge spillover

KNOWLEDGE SPILLOVER THEORY OF ENTREPENEURSHIP (KSTE)

1. 𝐿 = 𝐿𝑀 + 𝐿𝑅 + 𝐿𝐸; i lavoratori (L) sono impiegati nella produzione di beni


(M), nella ricerca (R) o sono imprenditori (E)
2. L’abilità imprenditoriale 𝑒𝑖 è distribuita in maniera casuale e non
omogena tra i lavoratori L
3. Esiste un filtro 0 < 𝜎 < 1 che influenza la trasformazione di conoscenza A
in beni e servizi (il filtro è tanto più forte quanto più si avvicina a 0)
4. Sia le imprese insediate che le nuove imprese fondate dagli imprenditori
trasformano lo stock di conoscenza A in beni o servizi, rispettivamente con
un’efficienza 𝜎𝑅 e 𝜎𝐸.
• A partire da queste assunzione si modella la generazione di conoscenza
economicamente utile 𝐴ሶ (ovvero nuovi modelli di business processi, beni tangibili
e intangibili in grado di aumentare la produttività dei mezzi di produzione) come
una funzione dello stock di conoscenza A, dell’efficienza 𝜎𝑅 e 𝜎𝐸, dei lavoratori
𝐿𝑅 e 𝐿𝐸
𝐴. = 𝜎𝑅𝐿𝑅A + 𝜎𝐸Z(𝐿𝐸)A
• Si assume che l’attività imprenditoriale generi 𝐴ሶ con ritorni di scala
decrescenti (al raddoppiare degli imprenditori non raddoppia 𝐴ሶ ) perché l’abilità
imprenditoriale non è equamente distribuita nella popolazione. Si assume che
diventino per primi imprenditori quelli con abilità maggiore.
Z(𝐿𝐸) = 𝐿𝐸^𝛾, 𝛾 < 1
• Il modello indica dunque che il progresso tecnologico incorporato nei
modelli di crescita endogena dipende non solo dalla R&S (𝐿𝑅 ) ma anche
dall’attività imprenditoriale 𝐿𝐸, la cui produttività dipende dal parametro 𝛾
determinato dalla distribuzione della abilità imprenditoriali
𝐴./𝐴 = 𝜎𝑅𝐿𝑅 + 𝜎𝐸Z(𝐿𝐸)

IMPLICAZIONI DELLA KSTE

• Non vi è una perfetta correlazione tra R&S e crescita: non tutta la


R&S viene convertita in conoscenza economicamente rilevante
• L’imprenditorialità favorisce la generazione di conoscenza
economicamente rilevante ed è correlata positivamente alla crescita
• Per stimolare la crescita a partire dallo stock di conoscenza bisogna
migliorare i parametri efficienza 𝜎𝑅 e 𝜎𝐸
– Favorire le iniziative di trasferimento tecnologico da
università a impresa
– Favorire lo scambio di conoscenza tra imprese
– Abbattere le barriere all’imprenditorialità
• Assumono un ruolo chiave le policy per stimolare l’imprenditorialità
– Aumentare il pool di imprenditori 𝐿𝐸 (es. agevolare la
formazione di nuove imprese, facilitare accesso ai finanziamenti, promuovere
cultura imprenditoriale)
– Favorire la l’acquisizione di abilità imprenditoriali per
migliorare il parametro 𝛾 (es. iniziative di educazione imprenditoriale)

INNOVAZIONE E OCCUPAZIONE - UNA RELAZIONE AMBIGUA

• I modelli di crescita economica mostrano come l’innovazione tecnologica


incrementi la ricchezza disponibile rendendo più produttivi i fattori di produzione
capitale e lavoro.

Qual è l’effetto sull’occupazione?


• Da un lato: la crescita economica stimolata dall’innovazione tecnologica
aumenta la domanda di beni e la richiesta di fattori produttivi → crescita di posti
lavoro
• Dall’altro lato: i fattori di produzione diventano più efficienti. E’
necessario meno lavoro e capitale per produrre lo stesso output → effetto labour-
saving
• La possibilità che l’effetto di labour saving pevalga sull’effetto della
crescita ha creato la preoccupazione che possa esistere una jobless growth: la
crescita economica non si accompagna ad una crescita occupazionale o si indebolisce
il legame tra crescita del PIL e dell’occupazione
– Studiando gli andamenti occupazionali in diversi paesi sviluppati
negli anni 60- 90 diversi studiosi (Pini, 1998; Padalino e Vivarelli, 1997) hanno
evidenziato un indebolimento della relazione crescita occupazionale/PIL
specialmente nel settore manifatturiero
• Il pericolo si accentua quando l’innovazione tecnologica causa cambiamenti
strutturali dell’economia che richiedono nuove competenze non ancora disponibili

INNOVAZIONE E OCCUPAZIONE - ORIGINI DEL DIBATTITO

• Il dibattito economico sugli effetti dell’innovazione tecnologica


sull’occupazione e sul lavoro risale ai tempi della I rivoluzione industriale nel
XVIII secolo
– Adam Smith tratta gli effetti dell’innovazione sulla produttività del
lavoro
– David Ricardo sottolinea gli effetti occupazionali creati dalla
domanda di nuove macchine e dalla diminuzione dei prezzi dovuta al progresso
tecnico
– Karl Marx sviluppa la teoria della compensazione per spiegare quali
meccanismi compensino gli effetti labour-saving dati dal progresso tecnologico
• Una delle conseguenze fondamentali della I rivoluzione industriale fu
l’emergere della disoccupazione di massa dovuta al passaggio da manifattura a
industria, a cui il proletariato inglese rispose con il Luddismo (la distruzione
delle macchine industriali).
• Da allora la preoccupazione per disoccupazione tecnologica ha generato due
correnti contrapposte:
– Pessimisti: sottolineano gli effetti labour-saving
– Ottimisti: sottolineano l’efficacia dei meccanismi Compensativi
descritti dalla «Teoria della compensazione» (Marx, 1867)

INNOVAZIONE E OCCUPAZIONE - TEORIA DELLA COMPENSAZIONE

• Secondo la teoria della compensazione l’effetto labour-saving causato dal


progresso tecnologico viene automaticamente compensato da diversi meccanismi
1. «Via nuove macchine»: vi è un riequilibrio intersettoriale per il
quale è richiesta nuova forza lavoro per produrre le nuove macchine. In altre
parole
l’innovazione tecnologica richiede forza lavoro per essere incorporata
nei processi produttivi (imprenditori, ricercatori, tecnici, etc.) ; es. dipendenti
delle Gigafactories
2. «Via diminuzione dei prezzi»: il progresso tecnico permette di
ridurre i costi di produzione e di abbattere i prezzi causando un aumento della
domanda di
beni/servizi e di fattori produttivi (capitale e lavoro) ad essi
associati; es. aumento produzione veicoli elettrici
3. «Via nuovi investimenti» e «aumento dei profitti»: l’innovazione
tecnologica consente alle imprese di incrementare i profitti con conseguenze
positive
sugli investimenti e sui salari reali che si traducono in una maggiore
domanda; es. Microsoft
4. «Via nuovi prodotti»: le innovazioni di prodotto possono creare
nuovi mercati e nuovi settori che richiedono forza lavoro; es. fracking

QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E OCCUPAZIONE

• L’effetto labour-saving è estremamente attuale


• Negli ultimi anni diversi studi hanno cercato di quantificare l’impatto
dell’Intelligenza Artificiale e del Machine Learning sull’occupazione
– Nel 2013 Frey e Osborne hanno presentato uno studio scioccante
secondo cui quasi metà dei posti di lavoro negli USA sono a rischio di essere
automatizzati
• Questi studi stimano la probabilità che un’occupazione possa essere
automatizzata in base ai compiti che richiede
• Esistono «colli di bottiglia», compiti che richiedono attività specifiche e
che con la conoscenza attuale difficilmente possono essere automatizzati
– Intelligenza sociale: capacità di negoziazione, persuasione,
prendersi cura degli altri e capire le loro esigenze
– Intelligenza creativa: capacità di trovare soluzioni orginali e di
problem solving in situazioni inaspettate; sensibilità artistica
– Percezione e manipolazione: complesse abilità manuali per comporre e
assemblare oggetti microscopici, abilità coordinative, capacità di lavorare in
ambienti angusti in posizioni scomode

INTERVENTO PUBBLICO A FAVORE DELL'INNOVAZIONE

• Le conseguenze positive che può esercitare l’innovazione su sviluppo e


crescita la rende un tema strategico nelle politiche pubbliche
• Le politiche pubbliche possono rappresentare uno stimolo ai processi
innovativi (es. stimolando la domanda), rimuoverne alcune barriere (es. facilitare
i finanziamenti) o modellarne l’evoluzione (es. facilitare la convergenza su design
dominante)
1. Approccio neoclassico: intervento pubblico risolve il «fallimento di
mercato» che riduce gli incentivi nell’investimento in innovazione → “market
failure approach”
2. Approccio evoluzionista: l’intervento pubblico agisce sui fallimenti
nei processi di generazione, scambio e accumulo di conoscenza e nei processi di
selezione tecnologica → Entrepreneurial State

APPROCCIO NEOCLASSICO

• La conoscenza ha le caratteristiche di un bene pubblico


– Non rivalità nel consumo (la conoscenza può essere sfruttata da
più attori senza esaurirsi come una risorse fisica)
– Non escludabilità (a causa degli spillover di conoscenza altri
attori possono parzialmente appropriarsi dei risultati degli investimenti in
conoscenza dell’innovatore)
• Il mercato lasciato operare liberamente investe in innovazione di
meno rispetto a quanto sarebbe ottimale da un punto di vista di welfare sociale →
FALLIMENTO DI MERCATO
• Lo Stato interviene quel tanto che basta con politiche indirette per
correggere i fallimenti di mercato.
– Approccio criticato in casi di discontinuità tecnologica. Qui
lo Stato dovrebbe intervenire direttamente per mitigare l’incertezza attorno a
nuove tecnologie/mercati (es. ruolo della ricerca pubblica nella nascita del
biotech sector con Genentech).
– Evidenza empirica a sostegno di questo approccio piuttosto
debole (cf. Dosi et al. (2021). "Mission-Oriented Policies and the "Entrepreneurial
State" at Work: An Agent-Based Exploration," LEM Papers Series 2021/18)

• Per rimediare al fallimento di mercato è necessario l’intervento di


un pianificatore sociale che ristabilisca degli incentivi adeguati per investire in
innovazione
• Si assume che il pianificatore sociale sia perfettamente informato e
in possesso delle competenze appropriate per affrontare i fallimenti di mercato
attraverso
1. Strumenti di protezione tecnologica (es. brevetti):
− Riducono il problema della natura di bene pubblico della
conoscenza
− Potrebbero ritardare la diffusione dell’innovazione e lo
sviluppo di innovazioni successive
2. L’intervento pubblico può agire sul lato della domanda
(demand-side) introducendo commesse pubbliche o stimolando la domanda per beni
innovativi (es. sgravi sul fotovoltaico)
3. Lo stato può anche agire sul lato dell’offerta (supply-side)
incrementando in prima persona gli investimenti in innovazione attraverso la
ricerca pubblica: lo Stato può investire o co-investire fondi pubblici in ricerca
attraverso enti di ricerca pubblici (es. CNR) o università
4. Sussidi e sgravi fiscali (supply-side): per gli investimenti
in ricerca, in beni strumentali o l’assunzione di personale qualificato le imprese
godono di prestiti agevolati, grant o trattamenti fiscali favorevoli
• Si compensa il sottoinvestimento in innovazione con un incentivo
monetario che compensa incentivi privati inadeguati
• L’assegnazione da parte dell’operatore pubblico avviene su base
discrezionale (selective schemes) o automatica (automatic schemes):
– nel primo caso tutte le imprese che soddisfano determinati
prerequisiti godono del supporto pubblico (es. policy start-up e PMI innovative
italiana);
– nel secondo caso il supporto pubblico viene assegnato in base a
criteri di selezione solo dopo un processo di valutazione e screening da parte
dell’operatore pubblico (es. SBIR americano, EIC europeo).
• Rischio di allocazione non ottimale delle risorse pubbliche da parte
del pianificatore sociale (mancanza di competenze, influenze politiche, etc)
• Rischio di crowding-out dei finanziamenti privati (invece di
aumentare il pool degli investimenti in innovazione, si rimpiazzano gli
investimenti privati con un sostanziale spreco di denaro pubblico)

FALLIMENTO DI MERCATO - FINANZIAMENTO DELLE START-UP E DELLE PMI

• Start-up e PMI spesso mancano di fonti di finanziamento interne e hanno


difficoltà a ottenere finanziamenti esterni per implementare progetti innovativi
dai potenziali benefici collettivi
– Asimmetria informativa ex-ante: selezione avversa. Gli investitori
esternihanno difficoltà a discernere il potenziale dei progetti innovativi (Natur
incerta dell’investimento in innovazione)
– Asimmetria informativa ex-post: azzardo morale. Gli investitori hanno
difficoltà a monitorare l’impiego di capitale una volta effettuato l’investimento
(natura intangibile dei risultati)
– PMI e start-up in particolare offrono meno garanzie/collaterals di
ripagare un investimento
• Problemi specialmente nell’approvvigionamento del debito da cui start-up e
PMI sono particolarmente dipendenti (non hanno accesso a mercato azionario)
– il creditore richiede che il debitore sia in grado di ripagare una
quota capitale e interessi stabiliti (non importa se l’investimento ad alto rischio
generi ritorni eccezionali a cui partecipano i detentori di equity)

FINANZIAMENTO DELLE START-UP E DELLE PMI - VENTURE CAPITAL

• Il fallimento di mercato viene solo in parte attenuato da operatori


specializzati nell’investimento di equity in startup e PMI dall’alto potenziale di
crescita: fondi di Venture Capital (VC)
• I VC sono fondi di investimento che raccolgono capitali da investitori
privati e fondi (es. fondi pensione) e li investono sotto forma di equity in
giovani imprese in crescita allo scopo di garantire elevati tassi di rendimento
• I VC impiegano diversi meccanismi per mitigare le asimmetrie informative
ex#ante ed ex-post
– Scouting: selezione dell’investimento in più fasi per contrastare
selezione avversa
– Monitoring: monitoraggio dell’impresa per contrastare azzardo morale
(es. capitale infuso a più stadi)
– Attività value-added: servizi di coaching in aree critiche,
professionalizzazione del manager, attività di networking, etc.
– Syndicated investment: investimenti congiunti con altri fondi di VC
per mitigare il rischio e rendere più efficace selezione e monitoraggio
FINANZIAMENTO DELLE START-UP E DELLE PMI - BUSINESS ANGELS

• Nonostante il VC riceva molta attenzione dai media, dai politici e dai


ricercatori come meccanismo chiave per alleviare i problemi di finanziamento delle
start#up, in realtà offrono finanziamento solo a una piccola frazione di queste
imprese
• In particolare i fondi di VC hanno come target imprese già avviate alla
fase di crescita
• Nelle primissime fasi del ciclo di vita di un’impresa più che il VC giocano
un ruolo chiave i Business Angels (BA)
• I BA, a differenza dei VC che sono dei fondi, sono degli individui (spesso
ex#imprenditori) che investono il proprio capitale in imprese in fase di avvio in
cui credono.
• Rispetto ai VC hanno un processo di investimento più informale
• Come i VC offrono delle value-added activities e spesso certificano la loro
imprese ad altri investitori che possono fornire capitale successivamente (es. VC)
• In alcuni casi i Business Angels si riuniscono in gruppi.
• Ad esempio Italian Angels for Growth facilita la collaborazione tra diversi
business angels al fine di offrire round di finanziamento early stage in aziende
dei settori fintech, industrial & energy, internet & tech e life science

VENTURE CAPITAL - UNA VERA SOLUZIONE?

• Il VC rappresenta una valida forma di finanziamento per start-up dal


carattere innovativo ma presenta dei limiti che rendono necessario l’intervento
pubblico.
• Ad esempio, nel contesto europeo
– I fondi di VC tendono a trascurare un target di imprese ad alto
potenziale innovativo ma dal profilo di rischio inadeguato alle richieste degli
investitori (privati) nel fondo
– Scarseggia l’ammontare di investimenti in imprese in fase di avvio
– In alcuni paesi il mercato del VC è estremamente sottosviluppato
• Il VC si concentra in quei settori con imprese dai business model scalabili
e in cui i bassi costi di sperimentazione permettono di abbattere rapidamente
l’incertezza (cf. settore digitale)

FINANZIAMENTO DELLE START-UP E DELLE PMI - MISURE PUBBLICHE

• Per porre rimedio allo scarso sviluppo del VC privato e alla sua
inadeguatezza a colmare il funding gap delle start-up innovative diversi paesi
hanno creato fondi di VC a partecipazione pubblica: i Public Venture Capital (PVC)
o Governmental Venture Capital (GVC)
• I PVC o GVC sono fondi di VC che ricevono finanziamenti da istituzioni
pubbliche (con possibili co-finanziamenti dal settore privato) e che sono gestiti
da organizzazioni pubbliche (o partnership pubblico-privato)
• La letteratura ha evidenziato diversi limiti del PVC o GVC
– Mancanza di competenze per fare scouting e attività value-adding
– Crowding-out del VC privato

LIMITI DEL GVC

• Nel contesto europeo è stato mostrato che, a differenza del VC


privato, il VC pubblico non ha avuto effetti significativi sulla crescita del
fatturato (anche se ha avuto effetti positiva sulla crescita dei dipendenti)
• Una delle ragioni potrebbe essere è che i fondi di VC pubblico
tendono fornire meno attività di professionalizzazione (Luukkonen, 2013)
• Tuttavia i limiti del VC pubblico sono attenuati quando investe
congiuntamente con fondi privati
FINANZIAMENTO DELLE START-UP E DELLE PMI - NUOVI TREND

• Crowdfunding, caratterizzato da piattaforme digitali di finanziamento


collettivo attraverso cui gli imprenditori raccolgono capitale dalla crowd
(«folla»), l’insieme di individui e fondi che utilizzano la piattaforma
– Donation-based crowdfunding: l’investitore non si aspetta un ritorno
tangibile dalla donazione
– Reward-based crowdfunding: l’investitore si aspetta una ricompensa di
tipo non monetario dall’investimento
– Investment-based crowdfunding: si raccoglie equity (equity-based) o
debito (lending-based)
• Esistono poi forme particolari di debito che riducono la dipendenza per le
PMI non quotate dal sistema bancario convenzionale:
– Mini-bonds per le PMI
– Peer-to-peer lending e organizzazioni di micro-finanza
– IP-backed debt funding: consente alle imprese di usare la proprietà
intellettuale come garanzia del debito

APPROCCIO NEOCLASSICO

• Nella scuola neoclassica:


– il progresso tecnico è spiegato dagli incentivi degli attori
economici, attraverso cui si arriva ad una situazione di equilibrio.
– Se questo equilibrio non è ottimale per la società, si ha
fallimento di mercato
– Il pianificatore sociale interviene agendo sugli incentivi
degli attori economici per ristabilire equilibrio ottimale e risolvere fallimento
di mercato
• Al contrario, nell’approccio evoluzionista:
– il progresso tecnico è determinato da processi di
apprendimento, selezione e dinamica industriale soggetti a path-dependency
– l’intervento pubblico non è concentrato sull’equilibrio
ottimale che corregge i fallimenti di mercato, ma sulle imperfezioni dei processi
evolutivi
– il pianificatore sociale agisce attivamente per influenzare i
processi evolutivi (stato imprenditore)
– nei contesti di innovazione radicale (es. passaggio ad energia
verde) si occupa di ridurre l’incertezza tecnologica e di mercato fronteggiati dal
settore privato

PUNTI PRINCIPALI

1. Fallimenti nei processi di apprendimento e accumulo di conoscenza


• Sostegno alla ricerca di base (Es. finanziamenti a università e
centri di ricerca)
• Sostegno di progetti di ricerca ad alta incertezza e
complessità (Es. Human Technopole di Milano per studi sul genoma umano)
• Politiche per la formazione di capitale umano (Es. i corsi di
formazione imprenditoriale in settori ad alta tecnologia come HC.LAB)
2. Politiche per promuovere collaborazione tra università e impresa e
tra imprese (Es. Ambiente di Open Innovation del KM Rosso)
3. Regolamentazione del trade-off tra protezione dell’innovazione vs
diffusione dell’informazione
4. Regolamentazione del trade-off tra creazione di varietà
(esplorazione/sperimentazione) vs selezione (sfruttamento conoscenze esistenti)
• Nelle fasi iniziali di sviluppo di tecnologie con rendimenti
crescenti andrebbe favorita la varietà e la proliferazione di alternative
tecnologica per impedire che si affermi uno standard inferiore (es. Favorendo
nascita di startup innovative, commesse pubbliche, ricerca di base)
• Successivamente andrebbe favorita la selezione per garantire
maggiore efficienza al sistema (es. policy antitrust per promuovere compatibilità
tra sistemi, regolamentare monopoli naturali)
– Es. rete unica per 5g in Italia

Potrebbero piacerti anche