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IDENTIFICARE E DISTINGUERE L’INNOVAZIONE

In base alla forma, l’innovazione può essere di prodotto o di processo.


L’innovazione è considerata come l’insieme delle attività necessarie per generare:
u un nuovo prodotto o servizio.
u un processo produttivo o distributivo. Si tratta di una mediazione tra input e output. L’innovazione di
processo e di prodotto sono strettamente correlate tra loro.
L’innovazione di processo consente la creazione e l’applicazione di nuove conoscenze scientifico-
tecnologiche
L’innovazione come elemento di rottura dei comportamenti abitudinari consente all’impresa di ottenere
equilibri economici e patrimoniali più favorevoli per il raggiungimento di un vantaggio competitivo,
sopravvivenza e durabilità dell’impresa.
L’evoluzione temporale tra innovazione di prodotto e innovazione di processo è descritta nel modello di
Abernathy e Utterback (1978).

Nell’asse delle ascisse c’è il flusso temporale, nelle ordinate è riportato il tasso di innovazione relativo
rispettivamente al prodotto e al processo. Nel modello l’innovazione di prodotto ha maggiore rilievo per
le imprese che hanno la possibilità di investire risorse al fine di introdurre una innovazione radicale
che consenta di ottenere un vantaggio competitivo e una posizione di leadership. Quando l’innovazione avrà
raggiunto il suo massimo livello di sviluppo (il punto di massimo) in termini di tasso di innovazione, allora
sarà conveniente lo switch verso investimenti in innovazione di processo.
L’innovazione di processo sarà necessaria per massimizzare l’efficacia e l’efficienza dei processi
produttivi e manageriali anche grazie allo sfruttamento delle economie di scala. L’innovazione di
prodotto può assumere diversi significati:
u Può riferirsi a una tecnologia nuova che origina un nuovo mercato. Essa può anche rappresentare
una opportunità per l’impresa (es. Divella nel mercato delle conserve di pomodori, olio e biscotti);
u Può essere una sostituzione di prodotti obsoleti
u Può ampliare una linea già affermata con nuovi modelli
u Può migliorare le caratteristiche o le prestazioni di un prodotto esistente.
L’innovazione di processo richiede investimenti inferiori perché basata su risorse intangibili quali il
capitale organizzativo fatto di routine e procedure, su know-how e skill presenti in impresa

IL PATRIMONIO TECNOLOGICO
La tecnologia è definita come un insieme di conoscenze, skill, artefatti che compongono il patrimonio
tecnologico di un’impresa ed è impiegata sia per lo sviluppo che per il lancio di nuovi prodotti
La tecnologia come fonte primaria del vantaggio competitivo è l’insieme delle conoscenze e delle
competenze concernenti i prodotti, i servizi e il loro sistema di produzione.
Le politiche tecnologiche sono intese come l’insieme delle scelte volte ad accrescere e sfruttare il
patrimonio tecnologico in dotazione all’impresa coerentemente con le proprie strategie
Le politiche tecnologiche riguardano le tecnologie da acquisire o sviluppare e le risorse finanziarie da
assegnare alle attività.
Il patrimonio tecnologico è il complesso di competenze teoriche ed empiriche, di conoscenze tecniche e
scientifiche, di abilità e accorgimenti sviluppati nelle attività di produzione e di vendita di beni e
servizi, è presente negli impianti, nei macchinari, negli strumenti scientifici, nelle persone e nei brevetti..
Le competenze afferenti al patrimonio tecnologico, definite know-how riguardano il come realizzare una
certa attività o riferirsi alla conoscenza del perché a fronte di una determinata azione conseguono
determinati effetti (knowwhy).
Il patrimonio tecnologico può essere analizzato per:
u Ampiezza della conoscenza in quanto indice del numero di tecnologie distintive che l’impresa ha
maturato
u Profondità, commisurata al livello di maturazione delle competenze che l’impresa è riuscita ad ottenere.
L’impresa deve avere padronanza del proprio know-how tecnologico avviando anche semplici attività di
ricerca di base (investendo in ampiezza), al fine di raggiungere una maggiore competitività. A seconda della
rilevanza che le tecnologie presenti nel patrimonio tecnologico possono assumere per fini competitivi, è
possibile classificarle come:
u Tecnologie di base o fondamentali, sono le competenze necessarie per operare in comparti più maturi,
facilmente accessibili e che non riconoscono rilevante competitività. Sono tecnologie generiche.
u Tecnologie strategiche o chiave sono le competenze specifiche e consentono di realizzare prodotti con
prestazioni superiori o processi più efficienti, difficilmente accessibili poiché maturate all’interno
dell’impresa e salvaguardate da interferenze esterne.
u Tecnologie complementari o integrative sono residuali rispetto alle tecnologie strategiche e il profilo
di rilevanza competitiva è potenziale, ossia strategico, al modificarsi delle condizioni interne ed esterne in
cui opera l’impresa.
u Tecnologie emergenti o sostitutive sono conoscenze che minacciano le attuali tecnologie di base, sono
spesso numerose e difficilmente controllabili, sebbene in fase di sviluppo e scarsamente conosciute.
L’INNOVAZIONE STRATEGICA
L’innovazione deve essere pianificata tenendo conto di:
u fattori endogeni, il patrimonio tecnologico dell’impresa è un elemento che condiziona il processo
continuo di innovazione.
u fattori esogeni, le imprese si aprono sempre più alla collaborazione e condivisione delle tecnologie.
TECHNOLOGY PUSH E DEMAND PULL
Quando è la tecnologia a trainare l’innovazione, la strategia di innovazione è definita technology push,
generalmente è spinta dal management interno all’impresa ed è definita top-down.
La strategia di innovazione è definita demand pull se è il risultato di una precisa domanda del cliente
ovvero spinta dal basso dell’organizzazione con un approccio botton-up
È importante che un’impresa riesca a intraprendere percorsi di innovazione rivolti al cliente. Anche
l’eccessiva originalità tecnologica può essere disallineata rispetto alle attese dei clienti. Il
coinvolgimento del cliente sin dai primi stadi del processo di innovazione accresce la probabilità di successo
della strategia innovativa, tanto che la generazione di nuove idee è spesso delegata al cliente il quale
assume il ruolo di co-producer specialmente per le imprese industriali.
Nell’innovazione botton-up le idee vengono raccolte dal basso della catena del valore Nell’innovazione
top-down è la leadership che contribuisce all’innovazione.
L’innovazione botton-up ha maggiori vantaggi:
Richiede un processo decisionale guidato dai dati rendendo le innovazioni meritevoli, meno rischiose e
sostenibili
L’innovazione è solo un vantaggio, il posizionamento centrale sul cliente è fondamentale. Ascoltare e
utilizzare i dati raccolti per un fine commerciale, trasforma l’attività imprenditoriale in modo efficace e
ottimale e rende il cliente affezionato.I dati raccolti vengono filtrati e gestiti nel modo migliore
L’impresa crea un sistema di giudizio capace di giustificare e valutare qualsiasi idea e processo. Questo
framework permette di valutare la soddisfazione e misurare il successo dell’idea (pag31)

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