Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La crescita locale e le teorie del commercio interregionale concepiscono l’offerta come motore di sviluppo e
la dotazione fattoriale come fonte della competitività territoriale. (lungo periodo) Le teorie che si
concentrano sulla dotazione fattoriale sono due:
1. Teoria della mobilità dei fattori produttivi, riferendosi alla crescita relativa; 2.
Teoria del commercio interregionale, fa riferimento ad un vantaggio comparato.
In base a queste teorie, la crescita è intesa come benessere individuale raggiunto: con incrementi nella
produttività fattoriale (salari e redditi pro-capite), o con processi di specializzazione che favoriscono il
commercio interregionale (vantaggi nell’acquisto di beni offerti sul mercato esterno a prezzi convenienti).
Ci confrontiamo, ancora una volta, con approcci di crescita regionale con spazio uniforme-astratto. Economie
identiche Nei modelli neoclassici ipotizza mobilità perfetta dei fattori interregionali e immobilità dei beni nella
regione. Lo sviluppo dipende dal progresso tecnologico e dalla crescita dei fattori produttivi.
Nei modelli di commercio interregionale, ipotizza l’immobilità intraregionale dei fattori e la mobilità
interregionale dei beni.
tecnologico
La possibilità che il reddito (Y) cresca nel tempo dipende dalla crescita di F(K,L); e la crescita di K e L
dipende dalla crescita del progresso tecnologico e del rapporto K/Y
In assenza di progresso tecnico, la produttività del lavoro può crescere soltanto se la crescita del capitale
eccede quella del lavoro. Lo stato stazionario(equilibrio) è garantito solo se il tasso di crescita di K=L.
Secondo i neoclassici, la crescita è una questione di allocazione ottimale delle risorse interregionali che
favorisce processi di benessere e sviluppo. Nell’ipotesi dell’esistenza di due regαioni, un nord ricco (K alto)
e un sud povero (L alto). L’allocazione ottimale delle risorse prevede che i fattori produttivi si mobilitano
laddove è più elevata la loro produttività, attratti da più elevata remunerazione. Migra K dall’area ricca a
quella povera ed L migra dal sud al nord. Questo processo si arresta quando le regioni hanno la stessa
produttività di fattori, le
𝑠𝑌
stesse
𝑲= + 𝜇(𝑖𝑟 − 𝑖𝑚)
remunerazioni e la stessa
dotazione fattoriale (Y in
piena occupazione).
ADOZIONE DI INNOVAZIONE
In T1 l’azienda non ha adottato innovazione (decrescente) ed un’alta probabilità di irreversibilità, in T2 i
costi sono superiori ai ricavi! Quindi il solo aumento delle infrastrutture non è sufficiente ad innescare un
processo di sviluppo.
Capitolo 8- COMPETITIVITA’ TERRITORIALE E SVILUPPO ENDOGENO
Lo spazio è percepito come: risorsa economica e fattore produttivo autonomo, generatore di vantaggi
statici e dinamici, fattore generatore di rendimenti crescenti nella forma di economie di agglomerazione. Lo
sviluppo regionale dipende dall’efficienza di un’organizzazione concentrata della produzione, piuttosto
che, da risorse economiche aggiuntive o da una loro più efficiente allocazione spaziale.
Spazio Diversificato: distinguere la distribuzione disomogenea delle attività economiche;
Spazio Razionale: ruolo strategico delle relazioni economiche e sociali a supporto di funzionamento
più efficace dei meccanismi di mercato, produzione e sedimentazione di conoscenze.
Sviluppo Endogeno: un'organizzazione concentrata sul territorio, che sviluppa un sistema socioeconomico e
culturale a supporto del successo dell'economia locale: capacità imprenditoriale, relazionale e risorse
produttive locali.
Capitale territoriale: insieme delle risorse locali tangibili e intangibili, di natura pubblica (infrastrutture
trasporto o energetiche) o privata (capitale finanziario e umano), esogeni o endogeni che costituisce il
potenziale di sviluppo di un’area .